CENTRO ORIENTAMENTO PSICOLOGIA - ROMA Materiali a cura di Dr. Paola Ebranati Santi
LA MOTIVAZIONE torna a : Group Investigation
A cura di Paola Ebranati
Psicologa
E' un fattore dinamico del comportamento animale ed umano che attiva e dirige un organismo verso
una meta (Galimberti).
E' connessa con l'apprendimento, la memoria, le risposte istintivo-emozionali ed i meccanismi
cognitivi superiori. E'costume separare le motivazioni di tipo omeostatico ( di natura non legata
all'apprendimento (Stellar), legate alle necessità biologiche
e quindi primarie, da quelle non-omeostatiche, che sono legate all'apprendimento (prospettiva
cognitivista) e che attivano schemi relazionali o sociali, a cui si aggiungono motivazioni di ordine
superiore, come ideali o esistenziali (Kohlberg, Piaget, Binswanger, Dewey, Maslow). A questo
proposito gli studi teorici sullo sviluppo morale nell'individuo più importanti vengono da Piaget,
Kohlberg, Berkowitz, Bandura, Candee
e Turiel. Nella prospettiva intellettualistica
(dell'autorealizzazione) la motivazione si sovrappone al concetto di volizione o volonta'. In questa
prospettiva, i paradigmi di base (come ad esempio la Teoria Funzionale dei Motivi di G. Allport)
condividono l'assunto che la motivazione rientra nel progetto della realizzazione del Sè e si palesa
come rappresentazione conoscitiva in cui è distinguibile un momento astratto ed uno concreto. Sul
piano applicativo si pensi agli interventi di counseling per la pianificazione di una carriera, oppure
agli interventi in un contesto di psicologia sociale in cui si renda necessario studiare negli utenti
atteggiamenti,interessi e valori (es: intervento di counseling-orientamento nelle scuole).Fra i reattivi
che indagano queste aree motivazionali superiori sono utilizzati:
il SIV Survey of Interpersonal Values di Gordon (preadolescenza), il PPS Edward's Personal
Preference Schedule (adolescenti ed adulti, in un contesto di counseling scolastico); l'IIP Inventario
di Interessi Professionali di kuder (persone con almeno la terza media) (counseling e orientamento
all'occupazione).
Maslow e Murray, condividono l'assunto che l'uomo è un sistema attivo in termini di drive
motivazionale e distinguono deficiency motives e being motives, ampliando perciò l'ipotesi della
motivazione come riduzione di bisogno ed includendo anche la tendenza spontanea alla ricerca
attiva di realizzazione. La scala dei valori di Maslow gerarchizza bisogni sociali e biologici, questi
ultimi devono venire soddisfatti in prima istanza: motivazioni su base fisiologica (omeostatiche),
motivi di sicurezza, ansia/aggressione; amore e senso di appartenenza,che possono essere rilette in
termini di bisogno di attaccamento come etologicamente inteso da Bowlby, Spitz, Ainsworth,
autostima e prestigio, autorealizzazione al successo, che può essere spiegata anche in termini
cognitivisti di social learning (Bandura e Lazarus).
La scala di Maslow e
le motivazioni di base indagate da Bonaiuto(socialità,
sessualità,aggressione/dominanza, nutrizione, avventura/esplorazione, conoscenza, costruzione e
movimento) in effetti si manifestano in un certo ordine nel corso dello sviluppo.
Allo sviluppo delle azioni motivate dal soddisfacimento dei bisogni fisiologici segue l'
affermazione del sè attraverso l'esplorazione, poi il rapporto affettivo con l'adulto,poi la definizione
di sè in rapporto ad altri e poi lo sviluppo di comportamenti di imitazione-competizione socialmente
e culturalmente modellati.
E' tuttavia vero che il neonato dispone già alla nascita di caratteristiche che lo rendono capace di
rapporto con gli altri (vocalizzazioni, sorriso endogeno, sorriso esogeno, orientamento pianto etc) e
nel primo anno già è capace di predisporre e partecipare alle interazioni diadiche (Aureli) e Kenneth
Kaye sostiene che l'evoluzione ha prodotto bambini che sono capaci di farsi trattare dai loro genitori
come se fossero più intelligenti di quanto non siano effettivamente (imitando e interagendo come
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primi competenti con il bambino)ed è per questo che il bambno poi diventa un partner intelligente
nella comunicazione intersoggettiva. (In Camaioni).
La teoria del campo di K Lewin (per spiegare la dinamica motivazionale), le teorie psicoanalitiche
culturalistiche e delle relazioni oggettuali (Sullivan, Fromm, Guntrip, Sandler), le teorie della
realizzazione del Sè (Kohut, Kernberg,) e le teorie Fenomenologico esistenziali (Binswanger - che
distingue fra Homo natura, di derivazione Freudiana, e Homo cultura che agisce seguendo una
progettualità con mete che lo trascendono) condividono tutte l'idea che alla base della condotta
umana ci siano due motivazioni/bisogni:
1)il bisogno di affiliazione, di essere amato e accettato (etologico - Bowlbiano), il bisogno di
"essere degno". Qui cè anche il bisogno di rapporti sociali amicali. Nei bambini lo sviluppo dei
legami sociali fra peers è stato studiato da Camaioni, Baumgarten, Vandell e Mueller e Howes)
2)il bisogno sociale del potere e della leadership, collegata alla dimensione
dominanza/sottomissione e collegata allo sviluppo della aggressività ed ostilità (cfr. GV Caprara per
contributi su tale argomento,
Jenkins, Rosenman e Friedman per la definizione di reattivi per la valutazione di Ho nel quadro
della psicosomatica dei disturbi cardiocircolatori). Nella prospettiva sistemico-relazionale, la
comunicazione stessa è veicolo di appropriazione di posizioni down e up dei sistemi che
interagiscono (Watzlawick).(L.Harrison e Cancrini esamnano la diversa distribuzione del potere
nella relazione di coppia).
3) Il bisogno di realizzazione e di autonomia (Mahler, Kohut, Kestemberg).
Nel modello strutturale delle relazioni Bowlby ha elaborato idee collegate al lavoro di Fairbairn e
con il suo nuovo tipo di teoria istintuale (1969) riporta i sistemi di comportamento istintivo
(attachment) alla base della vita emotiva dell'uomo.L'attaccamento alla madre fa parte di una eredità
arcaica motivante e si esprime con 5 risposte parziali (succhiare sorridere stringere piangere
seguire). Per Bowlby il nucleo di tutte le difese è la disattivazione del bisogno di attaccamento (in
Greenberg e Mitchell). Winnicott distingue tra bisogno di rfornimenti materni (ambiente
supportante, non intrusivo e riflettente) e desideri istintuali, ed i rifornimenti materni sono un
imperativo dello sviluppo.
Winnicott conserva il concetto di istinti, ma li mette da parte. Nel suo modello strutturale delle
relazioni,la regressione è una ricerca attiva e motivata di esperienze relazionali mancanti. Sul piano
applicativo, Winicott vede il fattore terapeutico del trattamento nel modo in cui il setting analitico
ri-offre il rifornimento materno mancante. Per Kohut (Psicologia del Sè) il Sè è una struttura
motivazionale perchè è un "centro di iniziative e un contenitore di impressioni" (1977). Le
motivazioni di base del bambino sono le relazioni con i primi oggetti se (che esprimono i bisogni
narcisistici di base) e la idealizzazione di almeno uno dei genitori e sperimentare la fusione.
(vedi Ammanniti per una disamina delle defnizioni di Se). Lo sviluppo del Sè come struttura
psichica motivazionale permanente si ha per "internalizzazione trasmutante"(Greenberg e Mitchell).
Kohut ha sostituito le pulsioni - forze motivazionali biologiche del modello strutturale delle pulsioni
freudiane - con i fattori derivanti dalle prime relazioni oggettuali, in quanto l'oggetto Sè è veicolo di
omeostasi.
Kernberg (accomodamento) sostiene che gli elementi costitutivi delle pulsioni stesse sono le
rappresentazioni interne delle prime relazioni oggettuali, rendendo più generale lo schema della
Mahler. Per Sandler (modello misto pulsionale/relazionale) esiste un bisogno fondamentale di
sicurezza relazionale che chiama principio motivazionale superordinato, ed è il regolatore primario
della vita mentale.
Il bisogno di affermazione e autostima è associato a caratteristiche motivazionali specie nelle
persone che vivono in uno stato cronico di ansia, angoscia o insicurezza. Per Sandler quindi i
bisogni relazionali sono strettamente legati da quelli pulsionali. Auspica una psicologia analitica
della motivazione basata sul controllo degli stati emotivi. Sul piano applicativo è utile esaminare -
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in questo contesto - gli antecedenti e conseguenti delle sindrom di burnout degli operatori in
contesti professionali in cui il grado di frustrazione e conflitto sono tali da minare la sicurezza
legata all'autostima ed alla motivazione intrinseca sul lavoro (es: operatori psicologici che si
occupano di assistenza all'handicap o assistenza ai malati terminali, in questo senso Solano ha a
lungo studiato la motivazione nei malati di AIDS e nel personale che si occupa di loro; esiste un
reattivo MBI-Maslach Burnout Inventory per servizi sociosanitari - di Maslach e Jackson). Nella
tradizione psicoanalitica classica basata sul modello pulsionale, (S.Freud, A.Freud) in effetti la
pulsione come spinta motivazionale si colloca a via di mezzo fra motivazioni omeostatiche e nonomeostatiche, giacchè è un fattore biologico e soggiace a leggi fisiche . La motivazione può essere
studiata quindi trasversalmente rispetto ai comportamenti di risposta istintivo-emozionale, in
Mente,Corpo e Malattia, V.Ruggeri esamina e commenta il modello di Gray (Approach
Immobilizzazione Attacco-fuga) alla luce di quello Freudiano.
Per la prospettiva biologica la motivazione è riconducibile a bisogni primari omeostatici. Alcuni
autori sostengono l'universalità del modello omeostatico, enfatizzando la motivazione come la
riduzione di un bisogno per il ristablimento dell'omeostasi. Anche i bisogni sociali secondari a
quelli fisiologici - presenti negli animali - possono essere considerati il risultato di una impossibilità
di vivere in assenza di stimoli (istinto di gioco, di manipolazione, di relazione - cfr. esperimenti di
Harlow,Butler, Berlyne sui cani ). Non sarebbe possibile per un organismo superiore vivere in
assenza di stimolazioni ottimali (Bonaiuto, Umiltà e Canestrari), esiterebbe una motivazione alla
ricerca di stimoli, già attiva fin dalle prme settimane di vita (Ampi studi sullo sviluppo percettivo
nel neonato sono stati effettuati da FantzMiranda, Fagan, Salapatek, sulla percezione del linguaggio:
Eimas, percezione e orientamento olfattivo: Stein).
Siqueland ha dimostrato che fin dalle prime settimane i neonati vanno alla ricerca attiva di stimoli
nitidi. Si parla di motivazioni antiomeostatiche (Grossman)(Nuttin) quando l'organismo è mosso da
un bisogno di stimolazione.
Per i Cognitivisti la motivazione è ciò che attiva un comportamento in vista di uno scopo il cui
raggiungimento implica un piano per la realizzazione, un livello di aspirazione tale da rendere
partecipe l'I0 in maniera ottimale.
Mc Clelland ha elaborato un metodo per la misurazione della motivazione al successo che utilizza
produzioni immaginative e fantasie orientate al piacere del successo o la paura del fallimento, con
scelta di obiettivi bassi, medi e alti.
Atkinson interpreta la motivazione al successo a partire dal grado di difficoltà delle mete prescelte.
Le personalità con tratti ansiosi tendono a perseguire o obiettivi molto facili e estremamente ardui,
così da minimizzare la frustrazione. Sulla base della classificazione dimensionalista fatta da
Eysenck, Grossarth Maticek, Friedman e Rosenman, i tipi A tendono all'Hard driving, ed al
perseguimento di goals alti. Per Piaget ogni condotta tende anche a un equilibrio più stabile di
quello antecedente alla perturbazione che muove la motivazione. Per il pensiero cognitivista le
perturbazioni dell'omeostasi possono essere una dissonanza cognitiva (Festinger) che si allaccia ai
vari tipi di conflitto (Bonaiuto) o una soluzione di problemi, che Dewey già indicava come tendenza
motivante per eccellenza dell'uomo, che è anche una produzione stessa dell'uomo (Mosconi).
Molta terapia sul ripristino delle motivazioni si basa su fantasie guidate, reframing cognitivo (AT,
Programmazione Neurolinguistica - R.Bandler, Virginia Satir- e DHE Designing of Human
Engineering)
I paradigmi teorici più importanti sulla motivazione nel quadro della Psicologia sperimentale (sulla
base del modello omeostatico della riduzione del bisogno) hanno evidenziato:
-la teoria del bisogno-pulsione-incentivo
di derivazione comportamentista per cui nell'adulto la motivazione è derivata per apprendimento da
un numero di motivi /sistemi fisiologici (fame sete evacuazione sex) presenti nell'infanzia più due
sistemi acquisiti: dipendenza ed aggressività.
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- la teoria dell'attrazione repulsione(Mc Clelland).
Nell'ambito della visione comportamentista valgono per la motivazione le seguenti regole
(Galimberti): a) ogni motivazione di un dato comportamento è riconducibile all'infanzia.
b)la diversificazione dipende dall'apprendimento (leggibile in termini di S-R) in relazione
all'educazione individuale (gratificante o frustrante), ed anche in relazione alla cultura collettiva che
ricompensa oppure etichetta (Becker's labeling Theory) positivamente o derogatoriamente un certo
comportamento, ponendosi come rinforzo all'apprendimento.
Nell'uomo Mc Clelland,Atkinson, Clark e Lowell hanno formulato la teoria della stimolazione
affettiva secondo cui la motivazione -sempre acquisita per apprendimento - avvicina o allontana in
base al gradiente piacere/dispiacere (ciò può essere riletto alla luce del pensiero di Fornari sulla
dicotomia fondamentale binaria in cui il neonato si trova: distinzione amico/nemico - in Carli 's
manuale di Psicologia Clinica)
In base a ciò la motivazione è attivata da un approach per aspettativa di piacere o da un'avoidance
per aspettativa di dispiacere.
Altri paradigmi nell'ambito della Ps.Sperimentale sulla motivazione sono stati quelli di
1)Cannon e Hull(i bisogni partono come stimoli interni o esterni attivi su recettori specifici dai quali
partirebbero afferenze al SNC che a sua volta modula un output motorio in grado di ridurre il
bisogno.
2)Lashley e Beach:( la motivazione risulta da una integrazione di influenze umorali e nervose a
livello di meccanism regolatori centrali.
3)Morgan: teorizzò lo stato motivazionale centrale che verrebbe ridotto per cessazione delle
afferenze e per l'azione di fattori umorali specifici come per effetto diretto del comportamento
consumatorio.
4)Stellar : teoria multifattoriale della motivazione che si basa sull'ipotesi di un rapporto diretto fra
intensità della motivazione e livello di attività in certi partcolari centri dell'ipotalamo che soggiace
all'attività inibitoria od eccitatoria dei centri corticali e talamici.
5)Lindsley: ha studiato come gli stati motivazionali centrali danno origine a cmportamenti
appropriati.
6)Karli sostiene la tesi per cui a livello ipotalamico l'informazione stessa assume capacità motivanti
sulla base dello stato fisiologico dell'organismo. Il s.limbico modellerebbe la motivazione anche in
base alle tracce mnestiche. Il risultato del comportamento arricchisce poi il patrimonio mnestico e
modifica l'insieme dei dati di percezione. La presenza di proiezioni corticali fra ipotalamo e centri
superiori garantisce la connotazione affettiva degli stati motivazionali .
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