Poesia Spagnola-Portoghese `800-`900

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AUGUSTO DE ANJOS
(traduzione di Marco Ponzi, Darkitalia.it)
Guardate! Chi vide il formidabile
funerale dell'ultima chimera?
Solo l'ingratitudine - pantera Unica compagna inseparabile!
Abìtuati: il fango già ti aspetta!
Uomo, sulla terra miserabile
abiti tra le bestie, così senti
necessità di essere una bestia.
Fuoco: la sigaretta che si accende.
Il bacio, amico, è gravido d'insulti,
la mano che accarezza poi ti offende.
Ferisci dunque quella mano vile,
se del tuo mal alcun cura si prende,
e sputa nella bocca che ti bacia!
Qualche verso di JUAN RAMON JIMENEZ
1
"Patio"
Silenzio
solo resta
odore di gelsomino,
l'unico uguale a un tempo,
a tante volte, poi,
caducità infinita!
"Pioggia d'Autunno"
L'acqua lava l'edera
verdescura si frange l'acqua;
l'acqua lava la pietra...
e nel mio cuore ardente
piove, piove dolcemente.
"Il vincitore occulto"
(una delle mie preferite!)
Sto vivendo. Il mio sangue
sta consumando la bellezza.
Vivendo. Il mio duplice sangue
sta esalando tenerezza.
Sto vivendo. Il mio sangue
sta distillando coscienza.
"Notturno" (bellissimo) *.*
La mia lacrima e la stella
si toccarono e all'istante
furono una lacrima sola,
una sola stella furono.
Rimasi cieco, rimase
cieco d'amore, il cielo.
2
Fu tutto - e nient'altro - il mondo
pena di stella, luce di lacrima.
Tra nuvole drammatiche, sorge,
sporca, l'Aurora.
tra nuvole drammatiche, sorge, sporca l'aurora
il levante? Il ponente? I confusi mulini
spettrali, chiusi, inutilmente girano
al vento malinconico del sud rattristato.
Valli fantasmagoriche, d'una vaga dolcezza
svelano, tra la nebbia, qualche gregge impreciso.
La rozza figuretta del pastore, su un rosso
vetro di cristallo, staglia il suo nero d'idillio
grigi borghi di pietra, cimiteri di gesso,
opachi, senza verde - oh, senza rose e nidi! ... Un sole arduo che, lentamente, rivela
maggesi gialli,
campagne deserte...
"Viene una musa languida"
La luna, la dolce luna,
tinge di bianco gli alberi,
e, tra i rami, la fontana
alza un filo di diamante
silenziose, le stelle
tremano; lungi, il paesaggio
muove luci melanconiche,
latrati, lunghi lamenti.
MANUEL VAZQUEZ MONTALBAN
"L'uno"
Sotto la pelle della palpebra
lo scenario si sommerge
perche la notte
3
complica la solitudine affonda
le facciate
si ritorna al primo istante
sorde le bocche
forse il pianto
in solitudine mai tanto solo il giorno
gli occhi muti
ciecamente mai tanto ciechi
si viveva il selvaggio assoluto dell'inizio
urgente
ogni cammino usciva dal labirinto
presentita
città senza al di là nel tempo
o in suo difetto
una riuscita ti annuciava perfetto
e le ombre erigevano paesaggi
strade molli e alberi sonori
nubi cariche di piogge dolci
sole di inverni menzogna dell'estate
oh città della pienezza
che cementavi speranze
negli dei e nei sogni.
ISABEL ARY DOS SANTOS (Poetessa Portoghese)
La comunicazione è
il superamento delle cicatrici
dissotterarci dal
nostro limite
soprattutto questo.
RAFAEL ALBERTI
Poesie tratte "Degli Angeli" (Einaudi)
"Paradiso Perduto"
4
Lungo il corso dei secoli
per il nulla del mondo
io che insonne ti cerco.
Dietro di me, impercettibile,
senza sfiorarmi gli omeri,
il mio angelo morto, in vendetta.
Dove sta il Paradiso
ombra che ci sei stata?
Mi risponde il silenzio.
Città senza risposta
fiumi senza parole, vette
senza echi, oceani muti.
Non sanno, uomini fissi,
in piedi, sulla sponda
delle immobili tombe.
M'ignorano tristi uccelli,
canti pietrificati,
sulle estatiche rotte,
ciechi. Non sanno nulla.
Antichi venti, senza sole,
inerti, con tante leghe
da fare, calcinati
si levano, ricadono
all'indietro, poco dicono.
Diluiti, un'informe
verità in sé, occultando,
fuggono da me i cieli.
Al limite terrestre
già sull'ultimo filo,
con lo sguardo che scivola.
Morta in me la speranza
in quel portico verde
cerco nei neri abissi.
O che traforo d'ombra!
Bulicame del mondo!
Confusione di secoli!
Indietro! Che spavento
di ammutolite tenebre!
Anima mia perduta!
5
Angelo morto, risvegliati!
Dove sei? su, illumina
col tuo raggio il ritorno.
Silenzio. Altro silenzio.
Senza battito i polsi
della notte infinita.
Paradiso perduto!
perduto per cercarti.
Senza luce, io, per sempre.
"L'alba denominatrice"
A spinte rosa e soavi, l'alba ti andava mettendo nomi:
sogno sbagliato, angelo senza uscita, bugia di pioggia
in un bosco.
Sulla soglia della mia anima che ricorda i fiumi
indecisa, fu in dubbio, immobile:
stella versata, luce confusa in pianto, cristallo senza voce?
no.
Errore di neve, nell'acqua, era il tuo nome.
"Giudizio"
O sorpresa di neve discinta,
vigilante, invadente!
Voci velate, per rubare l'aurora.
Ti portano via detenuta.
Già la sentenza della luce annega il suo grido
giudice d'ombra, nel tuo nulla
(e nel mondo fu spenta una stella
e un'altra, nell'infinito)
"Madrigale senza rimedio"
Poichè alfine ti perdettero fuochi tristi
e fumi lenti vegliarono,
negarono il castello, niveo carcere,
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dove la rosa scorda i suoi fantasmi,
il mio cuore senza voce, né battaglioni
muove solo all'assalto
di quelle luci, specchi di cenere,
che conducono a un morto sud di morti.
Guarda il suo petto asceso in due fiumi
d'acqua e di sangue verso il tuo
già bruciato da vuoti tizzoni facili,
falsi, fiore, pena mia, senza rimedio.
"L'Angelo Falso"
(qualche verso)
... Ci son ragni che agonizzano senza nido
e edere che al contatto di un omero s'infiammano e piovono sangue.
La luna fa trasparente lo scheletro delle lucertole.
... Perchè camminare ancora?
Le umidità sono intime dei vetri a punta
e dopo un brutto sogno
la brina ridesta chiodi
o forbici capaci di gelare il lutto dei corvi.
"Castighi"
(qualche verso)
E quando golfi e baie di sangue
coagulati d'astri defunti e vendicativi
inondano i sogni.
... Quando sanno di zolfo i venti
e le bocche notturne di osse, di vetro e di fil di ferro.
...
All'avvento del freddo nei sogni che si trascurano
ai precipizi della morte sopra lo scheletro del nulla.
7
RODOLFO J. WILCOCK (autore nato a Buenos Aires)
Poesie tratte da "La parola morte"
Orrido e gola senza anfratti
con solo il vento che non muove
nulla dove nulla si muove,
senza animali, né vegetali,
buio nel buio siderale,
che a un tratto inondano luce gioiosa
umide piante colorate,
fauna gentile agli occhi umani.
La metamorfosi è verbale.
Non altrimenti le parole
che fanno della morte vita
e della vita morte possono
fare di questa luce gioiosa
e umide piante colorate
e fauna cara agli occhi umani,
buio nel buio siderale,
senza animali né vegetali,
con solo il vento che non muove
nulla dove nulla si muove
orrido e gola senza anfratti.
Un ampio vuoto curvo
di diametro infinito
una sfera il cui centro
si trova in ogni punto,
percorsa da molecole
fatte da atomi vuoti
contenenti elettroni
i quali non si trovano
mai in un dato luogo.
Ciò gira e si dimena
nel nulla circolare
e tutto si interpenetra
nei millenni istantanei
slittando sulle linee
8
di forza immaginarie
senza mai uno scontro
né un'azione a distanza.
Uomo, di questo nulla
girevole sei fatto
che non conosce morte
perchè è una salma vuota.
Pensa all'orrore, se tu vivessi di,
nel sussulto rabbioso di un linguaggio,
vedere il nulla separarsi in ore
e in quelle ore riaperte sistemarsi
la vecchia plebe delle sensazioni
che ritornate parole e memoria
ti invadono come topi morsicatori
fanno gli zingari dentro di te accampati,
mandano messaggeri per tutti gli arti,
piantano tende nei tuoi momenti sfitti
litigano o si scelgono governi
per proclamare in tua rappresentanza
che tra non molto ti farai sentire,
anzi fin d'ora sei pronto a unirti agli altri,
come te presi dal sussulto rabbioso
come te trascinati nella danza
che nella bara speravi di eludere.
ANTONIO PATRICIO
"Che cos'è vivere?"
Vivere è solo sentire come la Morte cammina
e come la Vita la vuole e come la Vita la chiama...
Vivere, principessa mia poverina
è questa morte triste di chi ama.
MANUEL LARANJEIRA
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"La tristezza di vivere"
Ansia di amare! Oh, ansia di vivere!
Un'ora solo che sia, ma vissuta
e soddisfatta... e si può morire
perchè si muore benedicendo la vita!
Ma quest'ora suprema in cui si vive
quanto si possa sognare di fortuna
oh, vita ingannevole, oh, vita impura,
l'ho attesa, l'ho attesa e mai l'ho avuta!
E quanti come me l'han desiderata!
E quanti come me mai l'hanno avuta
un'ora d'amore come l'han sognata!
In quanti occhi tristi io ho letto
la disperazione di quelli che non hanno vissuto
questo sogno di amore incompreso!
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