3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 293 Questa sezione non vuole essere un’illustrazione di percorsi geologici (meglio descritti da numerosi testi specifici) ma uno spunto per guardarsi attorno, riconoscere le bellezze geologiche che ci circondano e associare ad esse le immancabili attrattive di tipo culturale, storico e ambientale collegate. Le peculiarità geologiche sono spesso inserite in un contesto sociale e storico intrinsecamente legato alla natura stessa che lo ha generato. I siti segnalati sono visitabili in successione o singolarmente; sono stati scelti perché in ognuno di essi si potrà trovare un adeguato supporto didattico e scientifico in grado di far apprezzare appieno le caratteristiche dei luoghi: dalla geomorfologia ai minerali, dai fossili alla geologia. Gli itinerari possibili sono decine: qui elenchiamo solo una serie di realtà locali che riteniamo valgano la pena di una visita di scolaresche attive e curiose di scoprire la geologia che inconsciamente vivono tutti i giorni ma che non si soffermano a osservare. PERCORSI PER SCOPRIRE LA GEOLOGIA D’ITALIA A spasso ai piedi delle Alpi Dall’Adriatico alle Alpi: miniere, frane e grotte Il marmo… che peperino! Dal Tirreno all’Adriatico 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 294 PERCORSI PER SCOPRIRE LA GEOLOGIA D’ITALIA 294 A SPASSO AI PIEDI DELLE ALPI DESCRIZIONE GEOLOGICA percorso si snoda in gran parte ai piedi delle Alpi Occidentali, con una Il digressione all’interno della val d’Ossola e un’altra nelle Prealpi Bergamasche. È un ambiente molto vario che, dalle pianure alluvionali del Po e dei suoi affluenti provenienti dalle Alpi, raggiunge le successioni carbonatiche mesozoiche del Sudalpino. Si incontrano depositi di origine fluviale e glaciale, masse plutoniche di età diversa (pre- e post-alpina), rocce metamorfiche anche di fondale oceanico e potenti bancate carbonatiche, dove sono abbondanti le testimonianze fossili. Il percorso si dipana fra musei naturalistici fra i più importanti d’Italia, musei sul territorio (sovente piccoli gioielli che raccolgono specificità altrimenti dimenticate) che accoppiano la geologia con l’ambiente e la società locali, e parchi geologici dove anche lo svago può trovare spazio; il paesaggio è dominato dalle imponenti vette delle Alpi. L’area è dominata dal contrasto fra la pianura e le montagne: il sollevamento di queste ultime a seguito dell’orogeno alpino ha innescato l’azione degli agenti esogeni che hanno iniziato a eroderla, creando l’imponente successione detritica che costituisce la pianura Padana. La vicinanza alle Alpi fa sì che nella zona attraversata i depositi siano essenzialmente grossolani (ghiaie e sabbie): ci troviamo, infatti, praticamente sempre (escludendo la zona di Milano) a monte della linea delle risorgive, dove si ha il passaggio fra alta e bassa pianura (quest’ultima contraddistinta da depositi più fini). Più volte si attraversa la linea Insubrica, un sistema di faglie che divide i domini di afferenza africana da quelli oceanici ed europei, i primi relativamente indeformati, i secondi interessati da faglie, pieghe e sovrascorrimenti imponenti: non è facile da vedersi sul terreno, ma questo allineamento separa veramente due mondi completamente diversi dal punto di vista geologico e della loro evoluzione. Il tratto di catena alpina osservato attraversa il dominio Austroalpino delle Alpi Meridionali (costituito da rocce provenienti dalla crosta continentale africana), le unità ofiolitiche dell’antica Tetide (rocce di fondale oceanico e di mare profondo – falda dei calcesticisti con pietre verdi) e quello Pennidico superiore (derivanti dalla crosta di una microplacca posizionata tra Africa ed Europa). All’interno di queste successioni si possono osservare masse intrusive molto antiche, come quelle dei graniti attorno al lago Maggiore (di età permiana, circa 280 milioni di anni fa) e altre relativamente più recenti, come quelli di Biella e Traversella (di età oligocenica, circa 30 milioni di anni fa). 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 295 295 I LUOGHI SUGGERITI 1 LA CITTÀ AI PIEDI DELLE ALPI: TORINO 3 http://www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali/index.htm Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino è articolato, per la parte scientifica, nelle sezioni di botanica, entomologia, mineralogia-petrografiaIl geologia, paleontologia e zoologia. Il Centro didattico svolge numerose attività scientifiche, tra cui la realizzazione di laboratori didattici, l’istituzione di percorsi naturalistici, la programmazione di visite guidate e di corsi di formazione per gli insegnanti, la produzione di sussidi didattici. 2 LE MINIERE DI BROSSO E TRAVERSELLA: I PLUTONI DOPO LE ALPI http://gmv.traversella.com/ sito mineralogico si estende a nord-est del comune di Traversella (Torino). Il Gruppo Mineralogico Valchiusella ha realizzato un’esposizione mineralogica Il campionaria, che si è poi estesa con una sezione di attrezzature minerarie. La collezione mineralogica è composta da oltre 300 campioni di elevato valore estetico, con campioni dei minerali tipici del giacimento di Traversella, alcuni dei quali di notevole interesse scientifico. La mostra si completa con la visita alle attrezzature della vecchia attività mineraria, con strumenti originali recuperati all’interno della miniera, e agli edifici attigui. Sono anche possibili visite alle vecchie gallerie. 4 LA PIETRA DELL’OSSOLA http://www.amossola.it/MuseiOssola/index.php/MalescoMuseoPietra.html; http://www.amossola.it/MuseiOssola/index.php/PiedimuleraLithoteca.html L’ORO DEI SALASSI http://www.ecomuseo.it/cellule/indexoro.htm; http://www.museolaboratoriosalussola.org/ centro della Bessa, sulla Serra d’Ivrea, si trovano le grandi aurifodine di età romana attive tra il II e il I secolo a. Al C.: un paesaggio artificiale dominato da enormi cumuli di ciottoli accatastati per selezionare il materiale ricco di oro alluvionale. L’Ecomuseo dell’Oro e della Bessa raccoglie e documenta le tecniche manuali impiegate nei secoli per la ricerca aurifera. Il progetto del Museo-Laboratorio di Salussola (Biella) nasce da una ricerca interdisciplinare dell’Università di Torino per la valorizzazione della zona della Bassa Serra Biellese e della zona archeologica dell’antica Victimula. Non è un museo-vetrina, ma un laboratorio di informazione, formazione, lavoro, ricerca e sperimentazione che ha lo scopo di conservare, proteggere e restaurare la bellezza e ricchezza dei luoghi, favorendo lo sviluppo di un turismo culturale ordinato e rispettoso dell’identità dei luoghi e delle popolazioni che vi risiedono. Altre informazioni interessanti si trovano agli indirizzi web: http://www.baraggebessabrich.it/pagine/bessa.html e http://www.cercatoridoro.it/. 6 UN CALDO MARE TROPICALE… A BERGAMO? http://www.museoscienzebergamo.it/web/; http://www.triassico.it/default.asp?pag=3&sez=3&lang=it el Museo Archeologico della pietra ollare i reperti mostrano, sin dall’età collezioni dedicate alle scienze della Terra del Muromana, l’importanza della lavorazione della pietra, soprattutto della pietra seo Civico di Scienze naturali di Bergamo comprenN Le ollare. Il tema archeologico si collega quindi al più vasto tema storico ed etnodono notevoli collezioni di pietre ornamentali, minerali utigrafico dei molteplici usi della pietra e delle attività di cava e di lavorazione della pietra ollare nella val Vigezzo e nella val Grande. Nella Lithoteca Giorgio Spezia la visita si articola in due sezioni: una dedicata ai minerali ossolani, l’altra destinata alle tecniche, gli strumenti e la storia dell’estrazione e della lavorazione dell’oro. 5 LA GEOLOGIA IN CITTÀ: MILANO http://www.comune.milano.it/dseserver/webcity/Documenti.nsf/ webHomePage?OpenForm&settore=MCOI-6C5J9V_HP ricche esposizioni permanenti del Museo di Storia naturale di Milano sono state realizzate in modo da permettere percorsi didattici a vari livelli di approLe fondimento all’interno delle varie sezioni, ma anche un ampio percorso naturalistico, a vocazione ecologico-evoluzionistica, di grande attualità. Il museo possiede una serie di laboratori didattici all’avanguardia, riguardanti argomenti di scienze della Terra e di paleontologia (Paleolab) e di scienze della vita e meteorologia (Biolab). In un altro laboratorio (Verdelab) sono trattati argomenti specifici di botanica. li all’uomo e materiale di studio sulle pietre da costruzione. Le collezioni paleontologiche del Museo comprendono oltre 55 000 reperti: il nucleo principale è costituito della collezione Paleontologia bergamasca, che raccoglie magnifici fossili provenienti dal territorio orobico. La collezione Paleontologia non bergamasca comprende reperti e calchi provenienti da tutto il mondo allo scopo di rendere il più completo possibile il panorama dei fossili conservati. Il Parco paleontologico di Cene, nella media valle Seriana, è nato per tutelare e valorizzare uno dei più importanti giacimenti paleontologici del mondo. Organizzato con un Centro visitatori e un ampio sentiero che permette di raggiungere l’area di scavo, offre attività didattico-culturali, che permettono al visitatore di apprezzare sia gli aspetti geologici e paleontologici sia gli aspetti naturalistici del Parco. Il giacimento paleontologico è anche meta di periodiche campagne di ricerca condotte dai ricercatori del Museo di Bergamo negli strati del calcare di Zorzino. GLI EVENTUALI AGGIORNAMENTI DEGLI INDIRIZZI INTERNET QUI RIPORTATI SONO INDICATI SU IMPAROSULWEB.EU 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 296 PERCORSI PER SCOPRIRE LA GEOLOGIA D’ITALIA 296 DALL’ADRIATICO ALLE ALPI: MINIERE, FRANE E GROTTE DESCRIZIONE GEOLOGICA parte dall’altopiano dei monti Lessini (a NE di Verona), che rappreSi senta l’estremo meridionale del Sudalpino, dove si può osservare uno dei giacimenti fossili più importanti al mondo per estensione, per quantità delle specie faunistiche ritrovate, per il perfetto grado di conservazione delle specie animali e vegetali vissuti nell’Eocene: la «pesciara» di Bolca. Anche qui, come in Lombardia, le Prealpi sono essenzialmente placche di natura calcarea relativamente poco deformate a testimonianza della deposizione in ambiente poco profondo nell’antico mare mesozoico-cenozoico della Tetide. Si prosegue verso la pianura padovana da cui emergono, come atolli dal mare, i rilievi conici dei Colli Euganei, una delle più chiare emergenze vulcaniche effusive tardo-alpine (età Eocene-Oligocene), sede di intensa attività idrotermale sfruttata a scopi curativi. Si attraversa la pianura del Piave, che scorre entro i suoi depositi alluvionali essenzialmente ghiaiosi. Si risale verso le Prealpi, dove affiorano nuovamente rocce calcaree stratificate deformate in una grande piega anticlinale che sovrasta la pianura. Risalendo il Piave si notano imponenti pareti verticali calcaree, incise da profonde valli laterali percorse da acque impetuose e ricche di cascate. Deviando verso Belluno e poi risalendo verso Agordo si raggiunge all’importante centro minerario della valle Imperina, attivo fino a pochi decenni fa. L’area della miniera è geologicamente divisibile in: basamento metamorfico, vulcaniti ignimbritiche infrapermiane atesine, serie sedimentarie permo-triassiche: è difficile ritrovare in un’area così ristretta una così grande varietà di rocce e di età. Si ritorna nella valle principale del Piave che si percorre verso monte fino a Longarone, distrutto dall’ondata creata dalla frana del Vajont nell’omonimo bacino idrico artificiale. Risalendo la gola si giunge in una valle posta più in alto rispetto a quella del Piave: si tratta di una valle sospesa, il cui livello di base si raccordava all’antico livello del ghiacciaio principale. Dal paese di Casso si può osservare il corpo della diga, ancora oggi in quasi perfette condizioni, e l’imponente massa franata dal monte Toc per una larghezza di quasi 2 km. Dal Piave si passa al Tagliamento, ma gli aspetti fondamentali del paesaggio e della geologia restano simi- li: una potente successione nella quale è registrata tutta l’evoluzione geologica di questo settore alpino in un intervallo di circa 450 milioni di anni. Sempre spostandosi nella successione permo-mesozoica, si giunge fino ai confini con la Slovenia, dove ancora una volta si possono osservare i resti di una gloriosa storia mineraria, iniziata probabilmente già in epoca romana e attiva fino ai primi anni ’90, che deve il suo splendore alle coltivazioni in età austro-ungarica: il villaggio di Raibl fu uno dei primi a conoscere l’illuminazione elettrica nelle case date gratuitamente a disposizione ai minatori, a essere dotato di teatro, palestra, scuole e altri servizi impensabili nelle zone circostanti. Si ridiscende quindi al mare giungendo sull’altopiano del Carso, da cui prende il nome il fenomeno del carsismo. La regione si estende grosso modo dal golfo di Trieste verso nord-est fino alla valle del fiume Vipacco (Vipavska dolina, Slovenia) e dal fiume Isonzo verso sud-est poco oltre la sorgente del torrente Rosandra, e mostra alcuni fra i più begli esempi di questa morfologia. 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 297 297 I LUOGHI SUGGERITI 1 PESCI INTRAPPOLATI NELLA ROCCIA 5 http://www.bolca.it/site/ giacimenti fossiliferi di Bolca sono collocati all’interno di una sequenza di calcari dell’Eocene inferiore (48 milioni di anni), formatisi in un ambiente di piattaforma carboInatica, con emersione di numerosi atolli, in un clima decisamente tropicale. In ambienti ad alta energia si sono formati i calcari detritici a grana grossolana in cui si trovano solamente resti di invertebrati. In ambienti più protetti, come lagune chiuse o limitatamente comunicanti con il mare aperto, si sono deposti i calcari biomicritici leggermente argillosi e nettamente laminati che hanno conservato pesci e piante. Questi pacchi di strati sono fortemente tettonizzati e separati da filoni e intrusioni che testimoniano un’intensa attività vulcanica. I primi fossili furono trovati all’interno del giacimento di carbon fossile la cui estrazione iniziò verso la metà del XVIII secolo e le cui tracce sono ancora visibili. Oltre alla visita al museo, ci si può cimentare nella ricerca di piccoli campioni di pesci fossili nell’area prospiciente il giacimento vero e proprio. 2 MUSEO DI GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA DI PADOVA E COLLI EUGANEI http://www.musei.unipd.it/geologia/index.html DAL MARE SILURIANO ALLE SCOGLIERE DEL DEVONIANO, DALLE FORESTE TROPICALI DEL CARBONIFERO AI MARI DEL TRIASSICO: IL MUSEO GEOLOGICO DI AMPEZZO http://www.carniamusei.org/museo/geologico-ampezzo Carnia è una delle poche zone in Europa in cui il patrimonio geologico e paleontologico si sia conLa servato con completezza, registrando così le varie tappe dell’evoluzione avvenuta per un arco di tempo di circa 400 milioni di anni. Allestito secondo criteri moderni e didattici, il museo raccoglie rocce e soprattutto fossili di notevole interesse scientifico, illustrati da una ricca serie di pannelli esplicativi che permettono al visitatore di ripercorrere la storia del territorio carnico da 450 fino a 40 milioni di anni fa: si passa dal mare del Siluriano alle scogliere del Devoniano, dalle foreste tropicali del Carbonifero ai mari del Triassico, sino a giungere all’orogenesi alpina. museo conserva decine di migliaia di fossili provenienti prevalentemente dal Triveneto e da varie località di tutto il mondo, suddivisi in tre sezioni (vegetali, inverIl tebrati e vertebrati), cui si aggiunge una ricca collezione di minerali e rocce. A pochi kilometri a SW da Padova si incontrano i rilievi collinari dei Colli Euganei, di origine vulcanica, sorti a seguito di eruzioni sottomarine con effusioni di lave basaltiche nell’Eocene, cui fece seguito nell’Oligocene un’attività caratterizzata da magmi viscosi, che hanno condotto alla formazione di depositi di trachite. Intorno ai Colli vi è una delle aree termali più importanti d’Italia: lo sfruttamento idrotermale avviene mediante la perforazione di pozzi che possono raggiungere i 1000 m di profondità, causa il progressivo abbassamento delle falde acquifere connesso con l’eccessivo sfruttamento delle acque. 3 LE MINIERE DEI DOGI, AGORDO http://www.minieredeidogi.it/ita/index.php estrazione e la lavorazione dei metalli hanno avuto un ruolo rilevante nell’economia della montagna veneta per circa cinque secoli. Le prime tracce di sfruttamento L’ risalgono al secolo e sono state fonte di sostentamento per l’intera area fino a XII esaurimento delle vene metallifere intorno al XX secolo. Le miniere del Fursil davano un ferro pregiato grazie alla presenza di un’elevata percentuale di manganese che conferiva al metallo rilevanti caratteristiche tecnologiche (flessibilità ed elevata resistenza agli urti e alla corrosione). Il minerale ferroso delle miniere del Fursil era costituito da banchi e filoni di siderite legata ai calcari a Bellerophon del Permiano superiore. Le vie utilizzate per trasportare e lavorare il minerale sono oggetto di recupero e valorizzazione. Gli itinerari sono completati dalle realtà museali presenti sul territorio che per allestimenti o collezioni si collegano al ferro. 4 LA FRANA PIÙ GRANDE: DIGA DEL VAJONT, LONGARONE http://www.prolocolongarone.it/introduzione.html 6 UN’EREDITÀ AUSTRO-UNGARICA: LA MINIERA DI RAIBL http://www.minieradiraibl.it/museo.htm uella di Raibl è sicuramente la miniera che ha, dal punto di vista storico, la maggiore importanQ za a livello non solo regionale e nazionale ma, nella metà del XIX secolo, anche europea. Documenti sicuri della miniera di piombo e zinco di Raibl risalgono all’anno 1320. Il giacimento è localizzato nel Ladinico medio-superiore e nella parte inferiore del Carnico (Raibliano) e si può suddividere in due parti: quello primario a solfuri di ferro, piombo e zinco deposti dalla circolazione d’acque lungo le faglie e quello secondario, costituito da carbonati basici e derivato dalla lisciviazione del giacimento primario. Il centro visite permette la visita alla mostra mineraria, in cui si illustra la vita e la storia del paese strettamente legato alla miniera, e la visita alla miniera attraverso un percorso, in parte a piedi (600 m circa) e in parte a bordo di un trenino (1 km circa). 7 CARSISMO: MA CHISSÀ DA DOVE VIENE? IL MUSEO SPELEOLOGICO http://www.museomonfalcone.it/ ll‘ingresso del Museo del Vajont una gigantografia raffigura una vista aerea della frana, della diga e della spianata all’indomani del disastro che nel 1963 uccise quasi 2000 persone. Un’ampia parte è dedicata alla costruzione della diga, analizzata dal punto di vista tecnico-progettuale, e alla scoperta della frana. La narrazione degli eventi, esposta in ordine cronologico, associa alle immagini testi estrapolati dalle relazioni geologiche che si sono succedute negli anni ‘60. La diga sorge nella forra scavata dal torrente Vajont, affluente del fiume Piave. Possibilità di visita guidata al coronamento della diga. A Museo della Rocca di Monfalcone comprende due sezioni, una paleontologica e una speleologica. In Il particolare il locale gruppo speleologico, fondatore del museo, organizza un percorso mirato alla comprensione della geografia carsica, illustrando «La storia di una goccia», «Il carsismo» e un’interessante escursione alla scoperta dei fenomeni di superficie e ipogei. GLI EVENTUALI AGGIORNAMENTI DEGLI INDIRIZZI INTERNET QUI RIPORTATI SONO INDICATI SU IMPAROSULWEB.EU 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 298 PERCORSI PER SCOPRIRE LA GEOLOGIA D’ITALIA 298 IL MARMO… CHE PEPERINO! DESCRIZIONE GEOLOGICA uesto percorso scopre le bellezze geologiche della costa tirrenica setQ tentrionale, partendo dalle Alpi Apuane – famose in tutto il mondo per il famoso marmo – fino ai vulcani estinti dei dintorni di Roma attraverso la zona che ha fatto diventare l’Italia la capostipite dello sfruttamento del calore interno della Terra: il campo geotermico di Larderello. Il complesso metamorfico delle Alpi Apuane costituisce uno dei livelli strutturali più profondi (Unità metamorfiche toscane) affioranti nelle porzioni interne dell’Appennino Settentrionale e per questo rappresenta un’area chiave per la comprensione dei meccanismi e processi geodinamici che hanno portato alla formazione della catena stessa. All’interno delle sequenze metasedimentarie a differenti livelli stratigrafici si incontrano marmi, metabrecce marmoree e calcescisti dai quali viene estratta la vasta gamma di pietre ornamentali di questa regione. Un breve passo di strada ci fa fare una passo gigantesco dal punto di vista geologico: passiamo nella zona delle Colline Metallifere toscane dove, nel quadro di imponenti fenomeni geologici avvenuti circa 70 milioni di anni fa (l’apertura del Tirreno), una massa di magma granitico si è intrusa tra le formazioni sedimentarie della zona. I fluidi metalliferi originatisi si sono iniettati tra le rocce sedimentarie, generando i giacimenti di minerali metallici cui la zona deve il suo nome. In questo contesto si inserisce anche il campo geotermico di Larderello, prima località al mondo in cui le forze interne della Terra hanno generato energia elettrica, e ancora oggi una delle zone più produttive. Si passa poi ai paesaggi unici delle Crete senesi: la storia geologica di questa zona inizia circa 5 milioni di anni fa, quando, in seguito al ritiro del mare, l’area si sollevò e il continuo depositarsi di sabbia e argilla diede origine allo strato superficiale delle valli. La lava esplosa dai vulcani Radicofani e Amiata coprì la superficie. Gli agenti atmosferici resero queste zone così uniche: i calanchi e le biancane (poggi alti 10-15 m), con i rispettivi mammelloni, rappresentano fenomeni di erosione ancora visibili il cui aspetto lunare e suggestivo ha ispirato, nel corso del tempo, numerosi artisti. Un’altra area di estremo interesse è quella del Viterbese: da qui fino a Roma è il regno dei vulcani quiescenti (quindi innocui) ma ancora ben chiaramente visibili e i cui prodotti sono ancora ampiamente usati nell’edilizia. Il più famoso è il cosiddetto peperino, un’ignimbrite deri- vante dalla cementazione di materiali vulcanici ed è costituita da frammenti di trachite o di tefrite, e contenente leucite in varie percentuali (rocce vulcaniche sottosature). Questa zona si inserisce nella fascia vulcanica tirrenica che dagli edifici più antichi, quelli dell’area toscana – attivi a partire da circa 5 milioni fino a mezzo milione di anni fa – termina con le zone che sono considerate ancora attive (Vesuvio, Ischia e Campi Flegrei). I vulcani dell’area laziale (di età compresa fra 1,5 e 0,15 milioni di anni) si sono formati all’interno di una zona allungata, di forma depressa, parallela alla costa tirrenica. A partire da nord si succedono le aree vulcaniche dei monti Vulsini e del lago di Bolsena, dei monti Cimini e del lago di Vico, poi dei Sabatini e del lago di Bracciano, dei monti della Tolfa, dei colli Albani e, a mare, quella delle isole Pontine. In questo contesto, geologicamente recente, non mancano però tracce delle vicende più antiche della nostra penisola: poco fuori dell’abitato di Rocca di Cave si osserva una parete rocciosa formata da rocce associabili al nucleo di una scogliera cretacica, che rappresenta il bordo verso l’oceano della piattaforma di isole e lagune presenti lungo il bordo settentrionale della placca africana. 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 299 299 I LUOGHI SUGGERITI 1 IL MARMO… A CARRARA 5 http://urano.isti.cnr.it:8880/museo/home.php IL MERCURIO… VENIVA DALL’ITALIA http://www.minieredimercurio.it museo ha lo scopo di documentare le testimonianze della cultura dell’omonimo marmo famoso in tutto il mondo. Un percorso diIl dattico mostrerà gli attrezzi di scavo, di taglio, di misurazione, i pro- tratta di giacimenti di cinabro, ubicati attorno al complesso vulcanico del monte Amiata, che hanno rappresentato una risorsa Si mineraria di primaria importanza e utilizzati addirittura fin dal mil- cedimenti di lavorazione antichi, oggi sostituiti da moderni impianti. È interessante per i ragazzi partire dalla tradizione, dall’antichità, per poi capire l’innovazione. Successivamente ai ragazzi verranno mostrate carte e plastici del territorio e foto che mostrano esempi di escavazione intensiva e di lavoratori alle cave permettono una lettura a più livelli e stimolano un approccio interdisciplinare, in un continuo rinvio tra cultura materiale, memoria storica e testimonianze culturali. lennio a. C. Si possono vedere gli usi e gli impieghi del mercurio nel tempo, ma soprattutto vengono illustrate le gravi conseguenze che l’estrazione e la lavorazione del cinabro hanno avuto per la salute e la vita dei minatori. Il percorso museale termina affrontando i temi legati alla chiusura delle miniere. Un’idea ancora più realistica del lavoro in miniera ci viene da uno spaccato di galleria con il quale si ricostruisce in maniera veritiera e con dovizia di particolari l’ambiente di lavoro. 2 LA MINIERA DI SAN SILVESTRO, CAMPIGLIA MARITTIMA III 6 http://www.parchivaldicornia.it/parco.php?codex=ssil-gen I VULCANI DEL LAZIO http://www.parks.it/riserva.monte.casoli.bomarzo/index.php visita va dal Museo dell’Archeologia e dei Minerali e prosegue nella miniera del Temperino alla scoperta dell’evoluzione delLa le tecniche di ricerca ed estrazione dei minerali (solfuri principalmente riserva naturale di Monte Casoli comprende formazioni geologiche di varia natura: sedimentarie marine, vulcaniche e contiLa nentali. Le formazioni più antiche sono quelle del ciclo sedimentario re- di rame, piombo, argento, ferro e zinco). Uscendo dalla miniera si sale verso Pozzo Earle, dove ci sono gli allestimenti dei Musei delle Macchine minerarie. Si arriva così alla visita (in treno) della galleria Lanzi-Temperino, ripercorrendo il tragitto dei minerali. All’arrivo i visitatori possono notare impianti minerari che, nati per la flottazione del minerale, furono riconvertiti in impianti per la frantumazione del calcare. Sullo sfondo, i resti della medievale Rocca San Silvestro. gressivo marino, plio-pleistocenico. Tipiche sono le coperture vulcaniche: dalle più antiche, l’ignimbrite quarzolatitica conosciuta localmente con il nome di peperino e ampiamente utilizzato come pietra da costruzione, ai tufi stratificati varicolori al più recente tufo rosso a scorie nere. Sono presenti estesi affioramenti di travertino, formazione di origine idrotermale. Questi strati sono stati scavati dall’azione erosiva delle acque così in profondità da portare alla luce le sottostanti argille plioceniche formando le «forre», caratteristiche valli racchiuse da alte pareti verticali entro cui scorrono i corsi d’acqua. 3 LA GEOTERMIA A LARDERELLO 7 http://brunelleschi.imss.fi.it/itinerari/luogo/MuseoGeotermiaEnel.html «Monte Cerboli – così lo descriveva il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena – è un piccolo castello, passato il quale a un miglio si trovano in una valletta tutta erbosa per il giro di un miglio grandissime aperture e vari fumacchi [...]. In molti l’acqua non bolle più, altri sono secchi e fumano solamente; molti poi sono laghetti di acqua che bolle con grand’impeto, in altri è spinta fuori l’acqua 4 o 5 braccia con rumore; in molti si sente escire di sotto terra il vento solamente con gran strepito e si vede che fanno continue mutazioni, in un luogo se ne spengono, altrove se ne aprono di nuovi». Nel museo dell’ENEL si illustrano i vari utilizzi che nel tempo si sono fatti prima dei soffioni boraciferi e poi dell’energia geotermica ad essi correlata. MUSEO GEOPALEONTOLOGICO DEL LAZIO, ROCCA DI CAVE http://diamante.uniroma3.it/hipparcos/museo.htm museo è dedicato alla geologia del Lazio, alla sua storia e alle rocce, ricche di fossili di un’antica scogliera corallina di circa 100 milioni di anIl ni fa. La roccaforte rappresenta un osservatorio sugli ambienti circostanti con un panorama che si estende dalla costa tirrenica fino alla catena appenninica. Le rocce su cui si estende Rocca di Cave si sono formate dai sedimenti fatti di sabbie, argille, o fini fanghi carbonatici che tappezzavano i fondi marini. Insieme a questi materiali si sono depositati i gusci e gli scheletri di molti organismi marini che consentono al geologo di «datare» l’età le rocce e di ricostruire la sequenza con cui si sono succeduti. 8 OSSERVATORIO GEOFISICO DI ROCCA DI PAPA http://museoroccadipapa.ingv.it/home.htm 4 ANTARTIDE? VICINO A SIENA http://www.mna.it/italiano/Esposizione/Esposizione_set.htm visitatore esplorerà l’Antartide tramite filmati e postazioni interattive, potrà osservare rocce e minerali antartici, animali e piante fossili e viventi, cercare su una zona di ghiaccio blu le meteoriti e trovare informazioni sui reperti conservati presso il museo, peraltro ricchissimo di meteoriti e rocce provenienti da molte altre parti del mondo. Il tematica affrontata è quella che porta alla modellazione dell’interno della Terra, attraverso le osservazioni geologiche e La geofisiche. Il visitatore sarà guidato nel percorso dai pannelli, dalle didascalie degli strumenti, da exibit d’interesse geofisico e, in particolare, dalla presenza di macchine didattiche-ludiche e da strumentazione geofisica anche funzionante. Il laboratorio didattico è costituito da tre computer collegati in rete con l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, vi sono caricati programmi che trattano argomenti di geologia e fisica, con lo scopo di avviare un percorso di approfondimento tematico. GLI EVENTUALI AGGIORNAMENTI DEGLI INDIRIZZI INTERNET QUI RIPORTATI SONO INDICATI SU IMPAROSULWEB.EU 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 300 5 PERCORSI PER SCOPRIRE LA GEOLOGIA D’ITALIA 300 DAL TIRRENO ALL’ADRIATICO DESCRIZIONE GEOLOGICA ll’inizio e alla fine del percorsi si ha a che fare con l’Appennino MeridioA nale e con il risultato delle fasi evolutive che hanno portato alla sua formazione. È lecito supporre che i massicci calcarei si formavano in un bacino sedimentario dove i sali carbonatici si accumulavano formando delle pile calcaree che si accrescevano per la continua subsidenza del bacino di sedimentazione in una specie di equilibrio dinamico fra subsidenza e accrescimento. Tale equilibrio è durato presumibilmente circa 150 milioni di anni e, considerato che la velocità media di deposizione dei sedimenti carbonatici è di circa 2-5 cm per ogni mille anni, si è quindi prodotto un accumulo di qualche migliaio di metri di sedimenti calcarei che, diagenizzati, hanno generato la roccia calcarea. Solo nel Cretaceo (140-65 milioni di anni fa) ci sono stati episodi che hanno modificato l’equilibrio dinamico e tali episodi sono da connettere con i movimenti che hanno determinato l’apertura dell’Atlantico meridionale ed anche agli sforzi compressivi fra il continente africano e quello europeo. Gli stop nei dintorni di Napoli, invece, fanno riferimento all’apertura del mar Tirreno e agli spostamenti verticali lungo faglie, ipotizzati nell’ordine di 4000 m, che interessano tutto il versante tirrenico dell’Appennino e che hanno dato origine al- le depressioni della piana del Volturno, del Sele, del Garigliano e della piana Campana. Quest’ultima si delineata dal Pliocene, cioè negli ultimi 5 milioni di anni. La vasta depressione formatasi in seguito al ribassamento di blocchi di roccia calcarea (piattaforme carbonatiche) si è successivamente in parte riempita di prodotti sedimentari e vulcanici. L’attività dei vulcani campani è stata di tipo sia esplosivo sia effusivo, con una prevalenza di quella esplosiva nei Campi Flegrei. Il Vesuvio invece ha avuto entrambi i tipi di attività, con prevalenza di quella esplosiva dopo lunghi periodi di quiescenza. La «provincia» cilentana rappresenta, dal punto di vista geologico-strutturale, un’area estremamente complessa in cui vengono a contatto i sedimenti mesozoico-terziari dell’Appennino carbonatico, i lembi più occidentali al confine campano-lucano dei depositi bacinali lagonegresi e le Unità terrigene del gruppo del Cilento. Per questi motivi, la varietà di quest’area è notevole e si presta a innumerevoli considerazioni di tipo geologico-geomorfologico. Si entra poi in Basilicata. Dalla natura geologica geneticamente instabile del suolo lucano deriva la scarsa coerenza dei suoi terreni, in gran parte formati da un substrato di rocce calcaree su cui si sono sovrapposte coperture in prevalen- za di argille e sabbie. Si tratta ovunque di terreni facilmente soggetti all’erosione e al dilavamento, nei quali anche la perdita della copertura vegetale e boschiva ha determinato un’aggravante che ha comportato dissesti gravissimi. La Basilicata è infatti la regione d’Italia con la maggiore superficie soggetta a frane (oltre 25 frane ogni 100 km2): su 131 comuni, 116 sono interessati da fenomeni di dissesto e il 25% di questi è iscritto nella lista della Protezione Civile dei comuni invitati a predisporre un piano di evacuazione. L’insieme dell’orogeno appenninico è costituito anche da altri domini strutturali che si trovano a est della catena: l’avanfossa, denominata fossa Bradanica, e l’avampaese Apulo, che coincide con l’altopiano delle Murge. La fossa Bradanica è il bacino associato alla fascia di sovrascorrimenti appenninici e si imposta al margine occidentale della placca Adriatica che si comporta da avampaese. Dal punto di vista strutturale le Murge corrispondono a un rilievo tabulare allungato nello stesso senso della fossa Bradanica, delimitato a sud-est da un’estesa scarpata; verso nord-est, procedendo verso l’Adriatico, il rilievo murgiano degrada sino al livello del mare. Sono costituite da calcari cretacei di piattaforma, su cui poggiano in discordanza calcareniti plio-pleistoceniche di mare sottile. 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 301 301 I LUOGHI SUGGERITI 1 MUSEO GEOPALEONTOLOGICO DI PIETRAROIA 5 http://www.prolocopietraroja.it/parcoGeo.html IL MICRO-MONDO DI NEMOLI http://www.ilmicromondo.com/homegraphic2.htm calcari fossiliferi di Pietraroja si formarono nell’era mesozoica in un ambiente di tipo lagunare, con acque calde e poco profonde, molto calme e con saltuarie comuInicazioni con il mare aperto. Gli animali, uccisi da gas tossici sprigionati da flore bat- tratta di un contenitore didattico strutturato in modo da essere facilmente fruibile non soltanto Si agli esperti in materia, ma anche alle scolaresche che teriche, vennero ricoperti da sedimenti fini e vario materiale che nell’acqua si depositava sul fondo e subirono, in tempi ovviamente molto lunghi, un lento processo di pietrificazione, assieme allo stesso sedimento, nel quale rimasero imprigionati. Tra i tanti resti pietrificati di animali, sono stati trovati rettili fino a 30 centimetri, antenati dei Rincocefali, che attualmente vivono nelle isole Galápagos, e il famoso Ciro, un cucciolo di dinosauro (Scipionyx samniticus). Oltre al parco geologico è interessante la visita del museo Paleo-Lab, dove il visitatore interagisce in un percorso che spiega come si è arrivati da una laguna esistente più di cento milioni di anni fa al territorio montano che è oggi. abbiano voglia di apprendere nozioni scientifiche in modo originale e immediato. Attraverso l’ausilio di miniature tridimensionali vengono riprodotti i principali processi geologici che guidano la genesi e l’evoluzione del pianeta, quali l’orogenesi, il vulcanismo, il carsismo, i terremoti e tutto ciò che caratterizza il paesaggio terrestre. A corredo dei modelli 3D è esposta una vasta collezione di minerali, fossili e campioni rocciosi, molti dei quali provengono dai settori più significativi dell’Appennino Lucano e hanno una collocazione paleogeografica specifica; ciò consentirà di tracciare le fasi evolutive responsabili della strutturazione della catena montuosa. 2 PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO A OTTAVIANO http://www.parconazionaledelvesuvio.it/pnv/home/index.asp Vesuvio è certamente uno dei vulcani più attivi d’Europa: oggi è circondato da città e da borghi con una popolazione globale che sia aggira intorno agli 800 000 Il abitanti. Su una superficie di circa 225 km si estende il Parco nazionale. Qui si erge 6 PARCO NATURALE DELLE CHIESI RUPESTRI DEL MATERANO 2 il più studiato vulcano della Terra. La sua fama è legata a moltissimi degli aspetti culturali che legano l’uomo a questa terra. Il complesso vulcanologico è il risultato di profonde modificazioni morfologiche verificatesi nel corso dei secoli. Il Gran Cono centrale altro non è che un edificio vulcanico formatosi al centro della caldera dopo il 79 d. C. Varie eruzioni successive a questa data hanno portato alla costruzione del cono centrale. 3 MUSEO MINERALOGICO A VICO EQUENSE http://www.museomineralogicocampano.it/italy/flash.htm campioni esposti presentano un notevole livello di cristallizzazione, ovvero forme spesso geometriche che sembrano create dall’uomo e non formate dalla natura. Tra Ile diverse sezioni mussali è da segnalare quella dedicata ai minerali vesuviani, che presenta rarità quali il lapislazzuli del Monte Somma e splendidi cristalli di vesuvianite, alcuni rinvenuti dopo l’ultima eruzione del 1944. Tra i campioni esposti figurano anche meteoriti. Sono esposti anche minerali di grande formato. Una vetrina è dedicata ai minerali fluorescenti, che sotto l’azione della luce ultravioletta assumono colori sgargianti che vanno dal verde al giallo, dall’azzurro al viola. http://www.parcomurgia.it/index.asp li elementi geologici che maggiormente attirano la curiosità del visitatore sono rappresentati dagli amG massi rocciosi che «intrappolano» i gusci fossili e dalla suggestiva forra denominata Gravina di Matera. Essi registrano, nelle tappe fondamentali, l’evoluzione geologica dell’area ricadente nel Parco, che parte da circa 80 milioni di anni fa. Le rocce più rappresentative affioranti nel parco sono di origine sedimentaria, formatesi in ambiente marino. Alla fine del Pleistocene Inferiore (cioè a partire da circa un milione di anni fa), inizia una fase di sollevamento, che si protrae fino ai nostri giorni; si assiste, quindi, a una progressiva emersione della zona e all’instaurarsi di una serie di corsi d’acqua che, grazie alla loro capacità erosiva, si approfondiscono intagliando l’intera successione calcarea fino a raggiungere la loro attuale posizione. 7 MUSEO CIVICO DI MAGLIE http://www.maglie.cchnet.it/ 4 PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DI DIANO, VALLO DELLA LUCANIA http://www.cilentoediano.it/mypark.html forme di questa zona sono determinate dalla duplice natura geologica delle rocce che lo costituiscono: quella del flysch e quella delle rocce calcaree. I Le flysch si caratterizzano per la fitta stratificazione delle rocce, che talora assumono forme e colori particolari: i paesaggi che ne derivano si riconoscono per le morfologie spesso dolci e per la maggiore presenza arborea della macchia mediterranea. Nel secondo caso il paesaggio, modellato dalle forme carsiche e dall’asprezza di taluni versanti segnati da un’intensa tettonica, dalle grandi forre scavate da torrenti perennemente in piena, si presenta con un aspetto lunare reso brullo dalla «povertà» dei terreni. alle prime testimonianze di vita nel Salento, risalenti alla fine del Cretaceo, i temi ricostruttivi di D questo museo giungono fino alle soglie dell’Età del Ferro, percorrendo più di 65 milioni di anni. Riaffiorano ambienti naturali, faunistici e umani diversissimi: dalla barriera corallina circa 35 milioni di anni fa, agli ambienti di laguna interna ancora presenti nel Paleolitico medio; dalle faune tropicali che vissero insieme all’uomo di Neandertal, alle faune glaciali provenienti dall’Artico e dal Nord Europa che vissero con Homo sapiens durante l’ultimo acme della glaciazione würmiana. GLI EVENTUALI AGGIORNAMENTI DEGLI INDIRIZZI INTERNET QUI RIPORTATI SONO INDICATI SU IMPAROSULWEB.EU 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 302 302 In MAIUSCOLETTO i termini del glossario ai quali si fa rimando. Non sono definiti i nomi specifici delle rocce, dei singoli periodi geologici e dei pianeti. GLOSSARIO A abrasione azione di erosione sulle rocce esercitata dall’acqua e dai materiali che porta in sospensione, ad opera dei fiumi, delle onde del mare, dei ghiacciai. Origina forme tipiche nei paesaggi fluviali, marini, glaciali. acque dilavanti acque meteoriche non incanalate negli alvei dei fiumi che scorrono liberamente e disordinatamente sul suolo impermeabile. Originano tipiche forme di EROSIONE AREALE. acque sotterranee masse d’acqua presenti nel sottosuolo che occupano gli interstizi e i pori delle rocce. Scorrono lentamente verso il basso fino a incontrare uno strato impermeabile, sul quale si raccolgono a formare una FALDA FREATICA. acquifero serbatoio caratterizzato da strati di sedimenti entro i quali l’acqua scorre liberamente tra gli spazi vuoti presenti. alterazione lenta trasformazione chimica operata sulle rocce dai gas e dal vapore acqueo presenti nell’atmosfera. Le forme più comuni sono l’ossidazione e l’idrolisi. ambienti di sedimentazione regioni della superficie terrestre dove la sedimentazione è particolarmente consistente (ambienti continentali, costieri, marini). anfiteatro morenico complesso dei depositi morenici abbandonati da un antico ghiacciaio, disposti in modo organizzato, con un fronte arcuato e due ali rettilinee. anatessi parziale fusione delle rocce della crosta profonda, da cui deriva nuovo magma. anno luce (a.l.) unità di misura, non riconosciuta nel Sistema Internazionale ma diffusamente utilizzata in astronomia, corrispondente alla distanza percorsa dalla luce in un anno. Tale distanza equivale a circa 9500 miliardi di km (9,5 × 1015). anomalia di gravità differenza tra il valore reale di gravità misurato in un punto della superficie terrestre e quello teorico medio. anomalie magnetiche (dei fondali oceanici) andamento a bande lineari, simmetriche rispetto alla dorsale oceanica, con magnetizzazione dei minerali di ferro delle rocce basaltiche alternamente opposta, ora positiva ora negativa. Rappresentano la dimostrazione più evidente dell’espansione dei fondali oceanici. anticlinale piega degli strati rocciosi con la convessità rivolta verso l’alto; gli strati più antichi si trovano nel nucleo. area anticiclonica zona di alta pressione atmosferica, superiore a quella normale (1013 millibar), dovuta ad aria fredda e secca. area ciclonica zona di bassa pressione atmosferica dovuta ad aria calda e umida. argillificazione processo di degradazione meteorica dei silicati, in particolare dei feldspati, da cui si originano nuovi minerali, appartenenti alla famiglia delle argille. astenosfera zona del mantello parzialmente fusa, sottostante la LITOSFERA, da cui prendono origine i magmi più femici. L’attenuazione della velocità delle ONDE SISMICHE ne permette l’individuazione. atmosfera involucro di gas che avvolge la Terra, le cui caratteristiche attuali sono conseguenza dell’attività dei primordiali organismi viventi. attualismo teoria enunciata da Charles Lyell, secondo la quale sulla Terra agisco- no nel tempo presente le stesse forze che hanno agito nel passato. La teoria può essere riassunta dalla frase Il presente è la chiave del passato. australopiteco ominide antenato dell’uomo, evolutosi 3-4 milioni di anni fa, già con postura eretta e capace di utilizzare semplici strumenti come i ciottoli scheggiati. B bacino di sedimentazione zona di accumulo di sedimenti di materiale eroso, di notevole estensione, all’interno dei continenti o sul fondo degli oceani e dei mari, ai piedi della scarpata. Indicato anche come GEOSINCLINALE. bacino idrografico area delimitata dallo spartiacque, che raccoglie e convoglia le acque di scorrimento superficiale verso un corso d’acqua unico fino alla foce. base surge (od onda basale) nube di gas infuocati che si espandono dalla base dell’esplosione idromagmatica di un vulcano, con tale intensità da poter risalire un’altura. batolite grande massa rocciosa derivante da un magma raffreddatosi al di sotto della superficie terrestre. Un batolite può venire a giorno per EROSIONE o per sollevamento in seguito a un’OROGENESI. B.I.F. strati di rocce ferrifere formatesi quando l’atmosfera si arricchì di ossigeno per opera dei primi organismi fotosintetici, nel Precambriano. biocombustibili combustibili solidi, liquidi o gassosi derivati da BIOMASSE, direttamente o in seguito a processi di trasformazione. biocostruzione formazione di particolari sedimenti con parti dure di organismi viventi, soprattutto scheletri, gusci, scogliere. biodiversità variabilità biologica di geni, di specie, di habitat, di tutte le forme viventi e degli ecosistemi che occupano. bioenergia qualsiasi forma di energia ottenuta dai BIOCOMBUSTIBILI. biomassa materiale di origine biologica, vegetale o animale, contenente carbonio organico, da cui si può ricavare energia mediante processi termochimici o biochimici. biomi aree geografiche caratterizzate da un determinato clima e da una specifica associazione di piante e animali. Possono essere terrestri o marini. biosfera l’insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita. È strettamente collegata alle altre sfere della Terra (atmosfera, idrosfera, litosfera, criosfera). black smokers bocche idrotermali simili a camini situate sul fondo oceanico, vicino alle dorsali, da cui sgorgano getti di acqua surriscaldata, ricche di minerali, dove vivono particolari organismi estremofili che utilizzano reazioni chimiche per costruire la propria sostanza organica. Costituiscono un’OASI BIOLOGICA. bombardamento meteorico caduta di materiale spaziale, anche di grosse dimensioni, attirato per gravità dai pianeti, particolarmente intenso nei primi stadi della loro formazione. bradisismo periodico e lento abbassamento e innalzamento del suolo. Spesso è connesso con fenomeni vulcanici. C calanchi insieme di solchi originati dalle acque dilavanti su terreno argilloso e privo di copertura vegetale. caldera depressione circolare, originata in seguito a una violenta eruzione di tipo esplosivo, spesso riempita dalle acque del mare o di un lago. calore interno residuo del calore originario, conseguente all’impatto dei PLANETESIMI, accumulato durante le fasi iniziali della formazione della Terra, o dovuto al decadimento di elementi radioattivi presenti all’interno della Terra. camera magmatica area di accumulo del MAGMA situata a varie profondità nel sottosuolo, in corrispondenza di zone vulcaniche. campo gravitazionale zona di spazio intorno a un corpo dotato di massa, in cui altre masse risentono della sua attrazione. campo magnetico terrestre proprietà per la quale la Terra si comporta come un dipolo magnetico (una calamita) le cui linee di forza incontrano la superficie terrestre in corrispondenza dei poli magnetici, chiamati Nord e Sud per la relativa vicinanza ai rispettivi poli geografici. Si comporta come uno scudo nei confronti delle radiazioni cosmiche, dannose per gli organismi viventi. carbon fossile combustibile fossile derivante da piante vissute circa 300 milioni di anni fa in un clima caldo e umido e depositate alla loro morte in ambienti anaerobici che ne impedirono la decomposizione, permettendone la trasformazione in carbonio inorganico. Da esso si produce circa un quarto dell’elettricità di tutto il mondo. carsismo azione di modellamento del paesaggio operata dall’azione chimica di dissoluzione delle acque su rocce calcaree; è caratterizzato da forme tipiche (inghiottitoi, doline, grotte, campi carreggiati) che costituiscono il tipico paesaggio carsico. catastrofe del ferro fenomeno avvenuto all’origine della Terra secondo cui, a causa dell’aumento di temperatura dovuto al BOMBARDAMENTO METEORICO, gli strati più superficiali iniziarono a fondere e il ferro, più denso, sprofondò verso il centro del pianeta dove andò a costituire l’attuale nucleo. catastrofismo teoria, sostenuta in particolare da George Cuvier, secondo cui cambiamenti violenti e catastrofici hanno sconvolto più volte la Terra, cambiandone l’aspetto e modificando la vita, come testimoniano faune e flore fossili. cava affioramento roccioso oggetto di escavazione per l’estrazione di pietre con particolari proprietà. Si distinguono cave di inerti, di pietre ornamentali, di materiale per usi industriali. CCD (profondità di compensazione carbonatica) limite al di sotto del quale non si trovano depositi carbonatici in quanto le acque profonde acidule unitamente alle basse temperature e le alte pressioni, favoriscono la dissoluzione del carbonato di calcio cella convettiva (nell’astenosfera) movimento circolare di materia che trasferisce verso la superficie il calore interno, con un braccio caldo ascendente a livello delle DORSALI OCEANICHE e uno freddo discendente a livello delle FOSSE ABISSALI. cella elementare (di un minerale) la più piccola unità tridimensionale che conserva le stesse caratteristiche chimiche e fisiche del minerale. cicli biogeochimici scambi continui di materia tra i serbatoi di idrosfera, atmosfera, litosfera e biosfera riferiti a singoli elementi o composti. ciclo del supercontinente (o di Wilson) continua apertura e chiusura degli oceani, e conseguente movimento dei continenti, iniziato con la formazione della crosta terrestre. Pare avere una durata di circa 500 milioni di anni. ciclo delle rocce (o ciclo litogenetico) insieme di processi ciclici di cambiamenti (erosione e sedimentazione, magmatismo, metamorfismo) per cui ciascun tipo di roccia si può originare a partire dalle altre. ciclo litogenetico superficiale insieme dei processi che si svolgono sulla superficie terrestre (quali erosione, trasporto, sedimentazione, biocostruzione) e che portano alla formazione delle rocce sedimentarie. Il ciclo è messo in moto dall’energia del Sole. ciclo litogenetico profondo insieme dei processi che si svolgono nella crosta profonda e nel mantello superiore (anatessi, magmatismo, metamorfismo) e che portano alla formazione delle rocce magmatiche e metamorfiche. È messo in moto dall’energia interna della Terra. cicloni extratropicali sistemi di basse pressioni in continuo movimento tra i tropici e le medie latitudini, che condizionano fortemente il tempo meteorologico delle medie latitudini, apportando precipitazioni anche tempestose. cicloni tropicali (o uragani) sistemi temporaleschi di bassa pressione con movimento a spirale, di notevole intensità e persistenza. cintura di fuoco circumpacifica (o anello di fuoco) fascia ad alta concentrazione di VULCANI, localizzata lungo i margini continentali dell’oceano Pacifico. clima condizioni meteorologiche che persistono in una regione per decine di anni, che tendono a ripetersi stagionalmente. cometa corpo celeste roccioso di dimensioni limitate, coperto di polveri e ghiaccio, proveniente da una zona ai confini del Sistema Solare nota come nube di Oort. comportamento plastico capacità delle rocce di piegarsi sotto l’azione di intense pressioni e/o alte temperature. contrazionismo teoria secondo la quale il raffreddamento graduale della Terra ha portato alla contrazione della sua superficie provocando la formazione delle montagne. convezione trasferimento di energia termica accompagnato da un trasferimento di materia, proprio dei fluidi (liquidi e aeriformi). corrasione azione erosiva di smerigliatura operata dal VENTO sulle rocce, dovuta ai granuli che la corrente d’aria trasporta in sospensione. cratone area più antica e stabile di un continente. cratonizzazione accrescimento della crosta continentale a spese del mantello e della crosta oceanica durante il processo orogenetico. cristallizzazione frazionata (o differenziazione magmatica) meccanismo secondo il quale un magma, inizialmente femi- 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 303 303 co, può cambiare composizione e dare origine via via a magmi diversi, più sialici, e di conseguenza a rocce di diversa composizione. crioclastismo disgregazione meccanica in seguito a gelo e disgelo dell’acqua penetrata nei naturali interstizi della roccia. crisi di salinità del Mediterraneo parziale prosciugamento del mar Mediterraneo, avvenuto circa 7 milioni di anni fa, in conseguenza dell’innalzarsi della soglia di Gibilterra, con conseguente deposito della FORMAZIONE GESSOSO-SOLFIFERA. crosta involucro solido più esterno della Terra, costituito da materiali meno densi degli involucri più interni (MANTELLO e NUCLEO); è distinta in CROSTA CONTINENTALE e CROSTA OCEANICA. crosta continentale crosta terrestre a composizione granitica, più spessa, più leggera e più vecchia. crosta oceanica crosta terrestre a composizione basaltica, più sottile, più densa e più giovane. D datazione assoluta metodo che permette di stabilire l’età precisa di una roccia, basato sulla DATAZIONE RADIOMETRICA degli isotopi, o sulle VARVE o sulla DENDROCRONOLOGIA. datazione relativa metodo che permette di stabilire se una formazione rocciosa è più antica o più recente di un’altra, basato sulla presenza di fossili o su principi stratigrafici. datazione radiometrica misura del tempo passato, basata sul tempo di decadimento di alcuni isotopi radioattivi naturalmente presenti nelle rocce. degradazione meteorica processo operato dagli agenti atmosferici, distinto in alterazione chimica e disgregazione fisica, che porta alla formazione del materiale che andrà a costituire le rocce sedimentarie. dendrocronologia metodo di datazione assoluta basato sugli anelli di accrescimento degli alberi, diversi per colore e spessore tra estate e inverno. densità rapporto tra il peso di un oggetto e il peso di un ugual volume d’acqua. deriva dei continenti teoria enunciata da Alfred Wegener, secondo la quale i continenti, costituiti da materiale meno denso, possono frammentarsi in blocchi e andare alla deriva galleggiando sul mantello fluido. detrito di falda deposito a forma conica formato da blocchi di rocce di varia grandezza, cadute per gravità dalle pareti montuose. diagenesi insieme delle modificazioni fisiche e chimiche che portano i sedimenti incoerenti a trasformarsi in roccia. differenziazione gravitativa in conseguenza della CATASTROFE DEL FERRO, il materiale meno denso si spostò in superficie, si raffreddò e formò la crosta, mentre composti più densi si stratificarono in profondità secondo il peso specifico crescente, andando a costituire il mantello e il nucleo. differenziazione magmatica vedi CRISTALLIZZAZIONE FRAZIONATA. discontinuità sismica superficie di separazione tra materiali con differenti proprietà chimiche e fisiche, tali da modificare la velocità di propagazione delle onde sismiche. La discontinuità di Mohorovicić (o MOHO) indica il passaggio tra CROSTA e MANTELLO; la discontinuità di Gutenberg segna il passaggio tra mantello e NUCLEO; la discontinuità di Lehmann segna il passaggio tra nucleo esterno e nucleo interno. discordanza angolare in una successione sedimentaria, irregolarità nella giacitura degli strati: quelli posti più in basso appa- iono inclinati rispetto a quelli che si trovano superiormente, a causa di una temporanea interruzione della sedimentazione accompagnata da deformazioni tettoniche ed erosione subaerea. dissoluzione dei carbonati vedi CCD. dorsale oceanica lunga e stretta elevazione del fondo oceanico, con una spaccatura centrale detta rift valley, da cui fuoriesce lava basaltica che accresce la crosta oceanica. Le dorsali sono tagliate trasversalmente da fratture dette faglie trasformi. durezza proprietà di un minerale di resistere alla scalfittura, misurata dalla SCALA DI MOHS, in cui ognuno dei 10 minerali che la costituiscono può scalfire il minerale che lo precede nella scala, ma viene scalfito dal minerale che lo segue. E effetto serra riscaldamento della bassa TROPOSFERA dovuto al calore assorbito e nuovamente irradiato da alcuni gas presenti nell’ATMOSFERA definiti gas serra, quali anidride carbonica, protossido di azoto e vapore acqueo. eoni quattro grandi suddivisioni della storia della Terra i cui limiti sono segnati da importanti cambiamenti di carattere geologico e, soprattutto, biologico. epicentro punto della superficie terrestre situato sulla verticale dell’IPOCENTRO e dal quale si propagano le onde sismiche superficiali. ere geologiche divisioni del tempo geologico in intervalli basati su importanti cambiamenti che riguardano lo sviluppo della vita. Il passaggio da un’era a un’altra è spesso segnato da estinzioni di massa ed è stato determinato con una certa precisione con metodi radiometrici. erosione azione disgregatrice effettuata sulle ROCCE da agenti esogeni quali acque meteoriche, vento, onde del mare, ghiacciai. erosione areale azione disgregatrice effettuata dalle ACQUE DILAVANTI, su vaste aree. eruzione emissione di materiale da parte di un VULCANO, distinta in effusiva o esplosiva secondo il tipo di magma e le modalità di emissione dei gas. escursione termica diurna/annua differenza fra la temperatura massima e minima di un giorno o di un anno. estinzioni di massa crisi biologiche, dovute a cause tuttora incerte, con scomparsa di molte forme viventi, fino all’80%, che segnano il passaggio da un’ERA GEOLOGICA alla successiva. eutrofizzazione sovrabbondanza di sostanze nutritive nelle acque, in particolare di nitrati e fosfati, che provoca un eccessivo accrescimento di vegetali, soprattutto di alghe microscopiche. F facies metamorfica raggruppamento di rocce metamorfiche secondo il chimismo della roccia originaria (protolito) e i valori di pressione e temperatura in cui si sono formate. facies sedimentaria l’insieme delle caratteristiche di un sedimento o di una roccia, osservabili a occhio, che rivelano l’ambiente di deposizione (spessore e tipologia degli strati, grandezza e aspetto dei frammenti, tipo dei precipitati chimici, resti di organismi o della loro attività). faglia frattura della crosta terrestre lungo la quale si ha un movimento relativo delle due parti. Può essere normale, inversa, trascorrente, trasforme. falda freatica accumulo di acque sotterranee in corrispondenza di rocce imper- meabili, che possono circolare in profondità o emergere nei pozzi. fauna di Burgess fossili eccezionalmente ben conservati risalenti all’inizio del Cambriano, caratterizzati da una grande varietà di forme; alcuni sono simili a gruppi attualmente noti, altri hanno morfologie originali e uniche. fauna di Ediacara organismi dal corpo molle, con forme spesso simili a meduse, testimonianze fossili di antichi organismi pluricellulari risalenti a circa 600 milioni di anni fa, alla fine del Precambriano. feedback (o retroazione) processo in cui una variazione, a partire da uno stato di quiete o di equilibrio, in una certa direzione provoca eventi di risposta, opposti alla direzione del cambiamento in modo da riportare il sistema alle condizioni iniziali (feedback negativo) o nello stesso senso in modo da favorire la continuazione del cambiamento (feedback positivo). feldspati tettosilicati con cristalli dall’aspetto massiccio, biancastri o lattei, sviluppati nelle tre direzioni dello spazio; un tipico esempio è l’ortoclasio. fitoplancton insieme di organismi fotosintetici microscopici che si lasciano trasportare passivamente dalle onde e dalle correnti, insieme allo ZOOPLANCTON. fissismo insieme di teorie secondo le quali la crosta terrestre avrebbe una struttura essenzialmente statica e i continenti e gli oceani da sempre occuperebbero la medesima posizione. Ad esse si contrappongono le teorie mobiliste. flysch tipica alternanza di arenarie e argilliti franate dalla PIATTAFORMA CONTINENTALE e ridepositate ai piedi delle scarpate oceaniche secondo la granulometria. In Italia sono presenti flysch soprattutto nell’Appennino. formazione geologica (o formazione) gruppo di strati rocciosi che presentano una litologia comparabile o caratteristiche simili, derivanti da sedimentazione in ambienti similari. formazione gessoso-solfifera deposito di evaporiti (gesso, salgemma, anidrite) lungo tutto l’Appennino dal Piemonte alla Sicilia, conseguente al disseccamento del Mediterraneo alla fine del Cenozoico. fossa abissale (o fossa oceanica) depressione lunga e stretta sul fondo oceanico, lungo la quale una PLACCA LITOSFERICA oceanica scende nell’ASTENOSFERA per SUBDUZIONE. fossa tettonica (o rift valley) lunga e stretta depressione, collegata a una zona di distensione. Può trovarsi sui continenti come il rift africano, o lungo l’asse di una dorsale oceanica. fossile resto di un organismo animale o vegetale, o della sua attività, vissuto in epoche geologiche passate e conservatosi sino a oggi entro strati di ROCCE SEDIMENTARIE. fossile guida organismo ad ampia distribuzione geografica e tipico di un preciso periodo geologico, utile perciò per la DATAZIONE RELATIVA delle rocce. fronte d’aria luogo dove due masse d’aria con diverse proprietà di temperatura e umidità si incontrano; può essere caldo, freddo, occluso. fumaiolo bianco, fumaiolo nero forte getto di acqua calda e vapori ricchi di sali che fuoriesce dalle DORSALI OCEANICHE e precipita formando costruzioni scure o chiare, simili a ciminiere, attorno alle quali si sviluppano le OASI BIOLOGICHE. fumarola emissione ad alte temperature di vapore acqueo, anidride carbonica e gas di zolfo o altri minerali, tipica manifestazione secondaria del vulcanesimo, insieme a solfatare, geyser, soffioni. G galassie ammassi di miliardi di stelle legate fra loro da rapporti gravitazionali; possono assumere forme svariate (ellittiche, a spirale, globulari, irregolari). La galassia cui appartiene il Sistema Solare è a spirale ed è nota come Via Lattea. ganga materiali di scarto, privi di valore economico, mescolati al minerale utile, da cui devono essere separati con notevole costo, produzione di scorie e conseguente impatto ambientale. gas naturale (o metano) gas prodotto dalla decomposizione anaerobica di materiale organico, presente nei giacimenti petroliferi o in giacimenti propri, o in discariche di rifiuti e in ambiente di palude (gas di palude). gas idrati di metano composti cristallini solidi, simili al ghiaccio, che immagazzinano notevoli quantità di idrocarburi, in prevalenza metano. Si formano in condizioni di basse temperature (come nei terreni ghiacciati artici) e basse pressioni (in mare ai piedi delle scarpate). geosinclinale secondo l’idea di James Dwight Dana, che ne coniò il termine, depressione stretta e allungata, in cui si accumulano i sedimenti provenienti dall’erosione dei continenti e destinati a essere ripiegati e sollevati a formare una catena montuosa. geosutura linea di contatto tra due placche entrate in collisione, osservabile tra le rocce di una catena montuosa interna; in sua corrispondenza si verificano terremoti a ipocentro profondo. giacimento minerario concentrazione naturale di un minerale che è stata o potrà essere sfruttata con profitto economico. glaciazione periodo di espansione dei ghiacciai dovuto all’abbassamento delle temperature medie della Terra, probabilmente per motivi astronomici. Estese glaciazioni hanno caratterizzato il Neozoico a partire da circa 2 milioni di anni fa, alternate a periodi interglaciali. Gondwana supercontinente situato nell’emisfero meridionale, comprendente le attuali America del Sud, Africa, India e Antartide; fu originato dalla frattura di PANGEA, datata all’inizio del Mesozoico. gradiente geotermico incremento della temperatura della crosta relativamente costante (circa 3°C ogni 100 m), man mano che si procede in profondità. gradiente termico verticale diminuzione della temperatura dell’atmosfera ogni 100 metri di altezza. Nella troposfera è all’incirca di 0,6°C. grado metamorfico valori di temperatura e pressione entro cui si verifica il processo metamorfico, compresi tra circa 300 e 800°C, 0,1 e10 kbar. H humus aggregato di materia organica parzialmente decomposta presente nel SUOLO; ne determina la fertilità. I ignimbriti prodotti solidi ancora incandescenti depositati dalle nubi ardenti, che si compattano e coprono vaste aree. intensità (di un sisma) valutazione qualitativa degli effetti provocati da un terremoto, ricavata da dati soggettivi. Si misura con la SCALA M.C.S. (Mercalli-CancaniSieberg). inversioni di polarità fenomeno – scoperto grazie agli studi sul PALEOMAGNETISMO – per il quale la Terra ha più volte subìto l’inversione dell’orientamento del CAMPO MAGNETICO (ossia il cambiamento di verso delle sue linee di forza), man- 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 304 304 tenendo inalterata la direzionalità nordsud del campo. ipocentro punto posto nell’interno della Terra a una profondità massima di circa 660 km, sulla verticale dell’EPICENTRO, nel quale si verifica la rottura di masse rocciose, da cui si libera energia sotto forma di onde elastiche, all’origine di un TERREMOTO. isobare linee che uniscono tutti i punti a uguale PRESSIONE ATMOSFERICA. isostasia naturale tendenza a raggiungere un equilibrio tra la forza gravitazionale che attira verso il basso le masse rocciose della crosta e la spinta verso l’alto operata dai moti convettivi presenti nell’ASTENOSFERA sottostante. isoterme linee che uniscono punti aventi la stessa temperatura. K kimberlite roccia ibrida, costituita da un MAGMA derivato dalla fusione parziale della peridotite del mantello, in cui sono contenuti i diamanti. L lahar o colata di fango colata fluida di acqua, pietre e fango, dovuta a forti piogge su terreni in pendenza e instabili, a causa della loro origine vulcanica. latitudine distanza angolare di un punto della superficie terrestre dall’EQUATORE, cui è assegnata la latitudine zero. La latitudine massima è quella dei poli (rispettivamente 90° nord e 90° sud). Laurasia supercontinente che comprendeva tutte le attuali terre emerse settentrionali, proveniente, insieme a GONDWANA, dalla frattura di PANGEA, datata all’inizio del Mesozoico. lava MAGMA che fuoriesce sulla superficie terrestre perdendo i gas in esso disciolti e modificando in parte la propria composizione. lava a cuscini tipica conformazione rocciosa prodotta da eruzioni effusive sottomarine; è costituita da blocchi sacciformi, rivestiti di una crosta vetrosa formata dal brusco raffreddamento della lava a contatto con l’acqua. legge di gravitazione universale forza di attrazione che si esercita tra due corpi, direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. leggi di Keplero leggi empiriche (derivate dall’osservazione ripetuta) formulate da Johannes Keplero, che descrivono il movimento dei pianeti intorno al Sole. limite K/T sottile strato di argille, ricco di iridio, che segna il passaggio dagli strati della fine del Mesozoico, ricchi di fossili, agli strati dell’inizio del Cenozoico, che ne sono privi. litosfera involucro esterno e rigido della Terra, comprendente la CROSTA e la parte superiore solida del MANTELLO, fino all’ASTENOSFERA. loess deposito di limo e argilla operato dal vento al termine delle GLACIAZIONI, abbondante all’interno dei continenti o in ambienti interessati dall’avanzata dei ghiacciai. longitudine distanza angolare di un punto sulla superficie terrestre dal MERIDIANO fondamentale di riferimento, il meridiano di Greenwich, avente per convenzione longitudine zero. La massima longitudine è rappresentata dall’antimeridiano di Greenwich, posto a 180° dal meridiano zero. lucentezza (di un minerale) intensità con la quale la luce viene riflessa dalle facce di un cristallo. M macchie solari aree scure osservabili sulla superficie del Sole, con temperature inferiori di 1500°C rispetto alla fotosfera circostante e che per questo appaiono scure. magma miscela di materiale fuso e gas, comprendente SILICATI di vario tipo, proveniente dalla CROSTA profonda (magma crostale sialico) o dal MANTELLO (magma astenosferico femico). magnitudo classificazione dei TERREMOTI basata sull’ampiezza delle oscillazioni riportate dai sismogrammi. Indica l’energia effettivamente liberata nell’IPOCENTRO dalla frattura delle rocce. Si misura con la SCALA RICHTER. mantello involucro interno della Terra, compreso tra la CROSTA e il NUCLEO, in parte allo stato solido, costituito per lo più da silicati di magnesio e ferro. marea innalzamento e abbassamento periodico della superficie marina per azione dell’attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna e dal Sole. margine di placca confine tra le placche in cui è divisa la LITOSFERA. Può essere convergente, divergente, trascorrente, ciascun tipo è accompagnato da particolari fenomeni dinamici. masso erratico trasportato da un antico ghiacciaio e depositato poi al suo ritiro, è un grosso masso la cui litologia è differente rispetto alle rocce della zona in cui è venuto a trovarsi. materie prime tutti i materiali alla base della fabbricazione e produzione di altri beni, tramite opportune lavorazioni e processi industriali. metamorfismo trasformazioni subite da una ROCCIA per aumento della temperatura e della pressione, senza giungere alla sua fusione, ma tali da produrre variazioni nella composizione mineralogica, nella struttura e nella tessitura della roccia. Le rocce che ne derivano sono dette anche SCISTI CRISTALLINI. meteorologia scienza che studia i fenomeni fisici che avvengono giorno dopo giorno nella TROPOSFERA, responsabili della determinazione del TEMPO atmosferico. migrazione dei poli Spostamento apparente della posizione dei poli, conseguenza del reale movimento dei continenti e delle rocce che li costituiscono. minerale solido per lo più cristallino che si trova allo stato naturale nella crosta terrestre, con una specifica composizione chimica, definita e costante, e precise proprietà fisiche, costituito da un solo elemento o da un composto chimico. minerali indice minerali specifici che si formano a precisi valori di temperatura e di pressione, quindi a precise profondità durante il METAMORFISMO. minimo di Maunder prolungata diminuzione delle macchie solari associata a una forte diminuzione dell’attività magnetica del Sole. Moho DISCONTINUITÀ SISMICA che indica il limite tra la CROSTA e il MANTELLO. morena cumulo di detriti trasportati passivamente da un ghiacciaio. In base alla posizione rispetto al ghiacciaio si distinguono morene centrali, laterali, mediane, terminali. Quando il ghiacciaio fonde, i detriti inglobati in esso vengono depositati, originando i sedimenti morenici, spesso a forma di anfiteatro. N nebulosa immensa nube cosmica costituita in prevalenza da gas (idrogeno, elio e, in minor percentuale, acqua, metano, ammoniaca) e corpi solidi. Per contrazione e rotazione può originare sistemi planetari. nettunismo teoria, il cui massimo esponente fu il tedesco A. G. Werner, secondo cui l’acqua è responsabile di gran parte dei fenomeni geologici. noduli polimetallici concrezioni disseminate sui fondali oceanici, formati in prevalenza da ossidi di manganese e ferro, derivate da deposizione chimica. nube ardente materiale ad alta temperatura costituito da ceneri incandescenti, gas e vapore acqueo emesso durante le eruzioni esplosive e di tipo idromagmatico. nuclei di condensazione microscopici granuli di varia natura presenti nell’aria che favoriscono la condensazione del vapore acqueo in goccioline, tali da formare la nebbia e le nuvole. nucleo livello della Terra più profondo, più caldo e più denso, formato da una parte esterna, parzialmente allo stato fuso, e da una parte interna, che si comporta come un solido. nuvola (o nube) condensazione di vapore acqueo in minute goccioline a quote diverse, presente solo nella TROPOSFERA. Se la condensazione del vapore avviene al suolo si originano nebbia, rugiada, brina. O oasi biologica ecosistema indipendente dalla luce presente lungo le dorsali oceaniche (BLACK SMOKERS), costituito da batteri chemiosintetici, vermi tubolari giganti, crostacei e molluschi bivalvi. ofioliti insieme di rocce provenienti dalla CROSTA OCEANICA e dal MANTELLO, sollevate e sovrapposte alla CROSTA CONTINENTALE. onda sismica oscillazione elastica che si propaga nelle rocce a seguito di un TERREMOTO, dal punto di rottura (IPOCENTRO) fino alla superficie terrestre. Secondo la velocità e il tipo di oscillazione, si distinguono onde P, S e L. orizzonti del suolo successivi livelli del suolo; si distinguono in orizzonte A, superficiale, ricco di materia organica; B, prevalentemente minerale; C, a livello inferiore, costituito da frammenti alterati della roccia madre sottostante. orogenesi insieme dei processi di sollevamento della crosta terrestre che portano alla formazione di un OROGENO. Nel corso del Paleozoico e del Cenozoico si sono succeduti tre principali fasi orogenetiche: caledoniana, ercinica, alpino-himalayana. orogeno fascia corrugata a formare una catena montuosa in cui le rocce hanno subito intense deformazioni, collegate ai movimenti di avvicinamento reciproco delle PLACCHE LITOSFERICHE. Si distinguono orogeni di subduzione, in seguito alla collisione di una placca continentale e una oceanica (come le Ande), e orogeni di collisione, in seguito alla collisione di due placche continentali (come le Alpi). P paleoclimatologia scienza che ricostruisce l’andamento del CLIMA delle epoche passate attraverso l’utilizzo di dati paleontologici, quali pollini, anelli di crescita degli alberi, gusci e scheletri di animali, variazioni nel rapporto di particolari isotopi. paleomagnetismo magnetizzazione conservata in alcune rocce, grazie alla presenza di minerali sensibili che sono rimasti orientati rispetto alla direzione del campo magnetico terrestre presente al momento della formazione della roccia stessa. I dati ricavati dal paleomagnetismo dimostrano il movimento delle PLACCHE LITOSFERICHE e la formazione di nuova CROSTA a partire dalle DORSALI OCEANICHE, e informano sulle continue INVERSIONI DI POLARITÀ cui è soggetto il campo magnetico terrestre a intervalli irregolari variabili tra 100 000 e 10 milioni di anni. palinologia scienza che studia i pollini e le spore, attuali e fossili. Pangea supercontinente unico formatosi verso la fine del Paleozoico per ripetute collisioni tra lembi di crosta continentale, che nel Mesozoico si frammentò nei continenti attuali. Era circondato da un unico immenso oceano, Pantalassa. paragenesi composizione mineralogica di una roccia metamorfica che dipende dal chimismo della roccia da cui deriva e dalle condizioni di temperatura e pressione cui la roccia originaria è stata sottoposta. pedogenesi l’insieme di processi fisici, chimici, biologici che portano alla formazione del suolo a partire dalla roccia madre. permeabilità la capacità di un terreno di essere attraversato dai fluidi. PETM evento ipertermico del Cenozoico inferiore, con temperature più elevate rispetto ai periodi precedenti e successivi e con una concentrazione di CO2 molto elevata. pianeti celesti (o gassosi) pianeti di grandi dimensioni appartenenti al Sistema Solare, posti oltre l’orbita di Marte e formati prevalentemente da gas quali idrogeno ed elio; sono Giove, Saturno, Urano e Nettuno. pianeti terrestri (o rocciosi) i pianeti più vicini al Sole (Mercurio, Venere e Marte, oltre alla Terra), di composizione simile a quella del nostro pianeta. piano di subduzione (o piano di BenioffWadati) piano inclinato che corrisponde allo scorrimento di una PLACCA LITOSFERICA al di sotto di un’altra. È individuabile grazie alla disposizione regolare e allineata degli IPOCENTRI dei terremoti, particolarmente evidente presso gli archi insulari. pianura alluvionale superficie sub-orizzontale costituita da sedimenti incoerenti trasportati da un corso d’acqua. piattaforma continentale margine sommerso di un continente, a debole inclinazione, esteso fino a circa 200 m di profondità, delimitato esternamente dalla scarpata continentale, che lo collega ai fondali oceanici. piega deformazione di tipo plastico di una roccia che viene compressa senza subire rotture; tra i tipi più comuni di pieghe si riconoscono SINCLINALI e ANTICLINALI. piroclastite roccia costituita da materiali vulcanici di piccole dimensioni, cementati tra loro. placca litosferica grossa porzione di LITOSFERA che può essere formata da CROSTA continentale, od oceanica, o da entrambe, che si muove lentamente sull’ASTENOSFERA. planetesimi polveri e nuclei rocciosi di varia grandezza costituenti la nebulosa primordiale. Dalla loro aggregazione si sono formati i pianeti del Sistema Solare. plateau superficie piana coperta da lava fluida, basaltica, emessa da VULCANI A FESSURA. plutonismo teoria sostenuta in particolare da James Hutton, secondo cui il calore interno e il magmatismo sono responsabili della formazione delle rocce e delle grandi strutture geologiche. polimorfismo fenomeno secondo il quale alcuni minerali hanno la stessa composizione chimica ma strutture cristallografiche differenti (tipico esempio il diamante e la grafite). polo geografico ciascuno dei due punti ottenuti immaginando di intersecare l’asse di rotazione terrestre con la superficie del pianeta. polo magnetico ciascuno dei due punti di intersezione della superficie della Terra con l’asse del dipolo magnetico terrestre. 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 305 305 porosità i vuoti o pori presenti in una roccia in comunicazione tra loro, che possono contenere acqua libera, in grado di muoversi in profondità. pressione atmosferica peso che l’atmosfera esercita sull’unità di superficie. Corrisponde alla pressione esercitata da una colonnina di mercurio, alta 760 mm, con sezione di 1 cm2. Unità di misura è il pascal, ma largamente utilizzate sono l’atmosfera e il millibar. Si misura con il barometro. prisma orogenico (o prisma di accrezione) insieme caotico di materiali di diversa origine (sedimenti continentali, sedimenti e rocce del fondo oceanico, rocce del mantello) che si accumula nella fossa di subduzione, da cui si svilupperà una catena montuosa. prisma sedimentario accumulo di sedimenti lungo un margine passivo, che poi evolverà in un PRISMA OROGENICO. prodotti piroclastici materiali emessi durante un’ERUZIONE; in base alle dimensioni si distinguono bombe, lapilli, ceneri. protolito chimismo della roccia originaria da cui deriva una roccia metamorfica. punto caldo area di risalita di materiale magmatico dal mantello profondo, sotto forma di enormi pennacchi, stazionari per lunghi periodi, che generano in superficie intensa attività vulcanica effusiva. R radiazione solare quantità di energia emessa dal Sole attraverso lo spettro elettromagnetico. Di tutta l’energia che giunge sul nostro pianeta solo il 47% arriva al suolo (= radiazione effettiva) la parte restante viene assorbita dai gas dell’atmosfera, o riflessa dalle nuvole, dal terreno, dalla vegetazione. red beds (o «strati rossi») formazioni rocciose presenti sui continenti, di color ruggine, contenenti ferro ossidato, testimonianza della presenza di ossigeno nell’atmosfera primitiva. regime di un corso d’acqua variazione della portata di un fiume durante un anno. regime pedologico formazione e tipo di suolo dipendente dal clima. regime pluviometrico ripartizione stagionale delle precipitazioni in una regione, che influisce su vegetazione e clima. reticolo cristallino struttura tipica di un minerale, dovuta alla ripetizione nelle tre direzioni dello spazio della sua CELLA ELEMENTARE. ricostruzione paleogeografica studio delle sequenze stratigrafiche, cioè delle FACIES di un affioramento, che permette di riconoscere l’evoluzione nello spazio e nel tempo dell’ambiente di una zona. rift valley vedi FOSSA TETTONICA. riscaldamento globale incremento delle temperature medie sulla superficie della Terra, iniziato nel XX secolo. rischio sismico quantificazione degli effetti dannosi che un terremoto può produrre, nei confronti sia della popolazione, sia delle costruzioni, sia delle strutture socioeconomiche di una regione. rischio vulcanico rapporto tra la probabilità che avvenga un’eruzione (tenendo conto della sua tipologia) e i danni che essa può provocare. riserva vedi RISORSA POTENZIALE. risorgiva spontanea fuoriuscita di acque dolci dal sottosuolo dovuta alla presenza di strati impermeabili che interrompono la continuità di uno strato poroso raccordandosi con la superficie. risorsa potenziale (o riserva) risorse esistenti, che ancora non si conoscono o che pur note e individuate non sono utilizzate perché il loro sfruttamento è antieconomico. risorse rinnovabili risorse che possono essere ricostituite o riprodotte in un tempo sostenibile rispetto ai tempi dell’evoluzione umana. risorse non rinnovabili risorse formate in milioni o decine di milioni di anni nel corso delle ere geologiche, destinate a esaurirsi in tempi più o meno lunghi. rocce magmatiche (o ignee) rocce che si formano in seguito al raffreddamento di un MAGMA, all’interno della CROSTA terrestre (intrusive) o in superficie (effusive). rocce metamorfiche rocce che si formano per METAMORFISMO di altre rocce in seguito a mutate condizioni di temperatura e/o pressione. rocce sedimentarie rocce che si formano attraverso il processo di DIAGENESI per compattazione di SEDIMENTI incoerenti di varia natura clastica, organogena, chimica. roccia Aggregato di MINERALI che costituiscono la CROSTA terrestre. S salinità quantità di sali in soluzione in un litro di acqua. Nei mari è mediamente del 35‰ in peso. scala di Mohs metodo per misurare in modo empirico la DUREZZA di un MINERALE, comparata a quella di 10 minerali utilizzati come riferimento. scala M.C.S. (Mercalli-Càncani-Sieberg; o scala Mercalli) scala di valutazione dell’INTENSITÀ di un TERREMOTO in base ai danni provocati sui manufatti e sul paesaggio. scala Richter valutazione della MAGNITUDO di un TERREMOTO, cioè della quantità di energia effettivamente liberata dall’IPOCENTRO. scarpata zona che fa da raccordo tra la PIATTAFORMA CONTINENTALE e i fondali oceanici, limite tra la crosta continentale e la crosta oceanica. scisto cristallino roccia metamorfica in cui cristallinità e SCISTOSITÀ sono proprietà particolarmente evidenti. scistosità disposizione dei minerali, in particolare delle miche, secondo piani perpendicolari alla direzione prevalente delle pressioni cui sono sottoposti. sedimenti detriti di rocce o di materia organica o precipitati chimici, depostasi in ambiente continentale o marino. Grandi accumuli di sedimenti originano le ROCCE SEDIMENTARIE. sequenza stratigrafica successione verticale di FACIES SEDIMENTARIE di diverso aspetto, quindi di diversa origine. sfaldatura tendenza di un minerale a rompersi secondo precise superfici piane, definite piani di sfaldatura, corrispondenti a legami chimici più deboli. silicati i MINERALI di gran lunga più diffusi nelle rocce, caratterizzati da un’unità base di struttura, il tetraedro o gruppo silicatico [SiO4]4–, diversamente legato ad altri tetraedri; secondo la geometria del legame si distinguono in neso-, ino-, fillo-, tettosilicati. Secondo la composizione chimica si distinguono in sialici se il legame avviene con il potassio, il sodio, il calcio o l’alluminio, e femici, se il legame avviene con il ferro o il magnesio. sinclinale piega in cui la curvatura di strati rocciosi presenta la convessità orientata verso il basso; al nucleo sono presenti gli strati più recenti. sismografo strumento per registrare le scosse sismiche, costituito da una base ancorata al terreno e da una massa che si muove liberamente, indipendente dalla base, cui è collegato un apparato scrivente su un rullo di carta in movimento uniforme. solfatare manifestazioni postvulcaniche con emissioni di gas quali l’idrogeno solforato, il cui zolfo precipita in cristalli. stratigrafia disciplina geologica che si occupa dello studio della successione e delle relazioni tra strati di ROCCE SEDIMENTARIE. Permette la DATAZIONE RELATIVA delle rocce, attraverso i princìpi stratigrafici. stratovulcano vulcano a forma di cono, con pareti ripide, formate da strati di colate laviche alternate a scorie magmatiche incoerenti. Emette un magma sialico e assai viscoso. stromatoliti masse laminari o colonnari costituite da granuli di calcare e filamenti di alghe azzurre fotosintetiche, responsabili dell’arricchimento in ossigeno dell’atmosfera primordiale, viventi attualmente solo in Australia nella Shark Bay. subduzione movimento di sprofondamento di una porzione di crosta oceanica sotto una crosta continentale o sotto un’altra crosta oceanica di minore densità. Lo sprofondamento avviene lungo un piano inclinato detto di Benioff-Wadati e forma in superficie un avvallamento noto come FOSSA ABISSALE. subsidenza lento e progressivo sprofondamento in verticale del suolo di una vasta area, dovuto alla compattazione dei sedimenti. suolo pellicola di rivestimento della superficie terrestre, formata da una frazione organica prodotta dagli organismi viventi (decompositori, vegetali, animali) e da una frazione minerale. Si distingue in orizzonti. supercontinente riunione periodica di tutte le terre emerse in un’unica massa, secondo il CICLO DEL SUPERCONTINENTE (o di Wilson). Si hanno testimonianze di due supercontinenti, Rodinia e PANGEA, costituitisi rispettivamente 750 e 250 milioni di anni fa. suscettibilità magnetica proprietà di alcuni minerali di essere facilmente attratti da una calamita, come avviene per la magnetite. T tempo di dimezzamento (o di decadimento) intervallo di tempo necessario affinché la metà di una certa quantità di un elemento radioattivo progenitore si trasformi nell’elemento figlio stabile. Permette la DATAZIONE ASSOLUTA di una roccia. tempo meteorologico (o atmosferico) insieme delle condizioni fisiche (temperatura, pressione, umidità) della TROPOSFERA, in un dato momento e in un certo luogo. termoclastismo disgregazione meccanica della roccia in seguito a forti escursioni termiche diurne o stagionali che provocano continue dilatazioni e contrazioni. termovalorizzatore impianto di incenerimento dei rifiuti in cui il calore sviluppato è utilizzato per produrre vapore, che viene poi recuperato per la produzione di energia elettrica o utilizzato come vettore di calore negli impianti di teleriscaldamento. terrazzi marini successivi gradoni spianati lungo le coste, residuo di antiche piattaforme marine emerse a causa delle variazioni del livello del mare. terremoto movimento vibratorio, più o meno rapido e violento, della crosta terrestre, dovuto al brusco rilascio di energia, che si era progressivamente accumulata nell’interno della Terra. Tetide oceano che si aprì all’inizio del Mesozoico in seguito alla rottura del supercontinente PANGEA, esteso tra Europa e Africa. torbidite sedimenti terrigeni che si accumulano sul ciglio della scarpata e scivolano verso il basso a notevole velocità, per gravità o perché resi instabili da terremoti sottomarini. tornado perturbazione locale a forma di violento vortice d’aria, accompagnata da temporali particolarmente violenti, che si origina in corrispondenza di un centro di bassa pressione, per lo più un ciclone extratropicale. troposfera strato dell’ATMOSFERA a diretto contatto con la superficie terrestre, spesso circa 12 km, dove si manifestano i fenomeni atmosferici (pioggia, vento, nuvole ecc.), esteso fino a 10-12 km di altezza. tsunami onda alta anche qualche decina di metri che si propaga a velocità elevata, provocata da un maremoto, sisma il cui epicentro è localizzato sul fondale marino. U umidità quantità di vapore acqueo presente nell’atmosfera. Viene distinta in assoluta, che esprime la quantità in grammi di acqua presente in un metro cubo d’aria, e relativa, intesa come il rapporto tra la quantità di vapore presente in un volume d’aria e la quantità massima che vi potrebbe essere contenuta alla stessa temperatura. unità astronomica (U.A.) unità di misura non riconosciuta dal Sistema Internazionale ma largamente utilizzata in astronomia, corrispondente alla distanza media tra il Sole e la Terra; è pari a circa 150 milioni di km. V varve sottili strati in successione formati dai sedimenti trasportati dai ghiacciai e depositati con ritmo annuale nei mari o nei laghi. vulcano spaccatura della CROSTA terrestre attraverso la quale possono fuoriuscire LAVA, gas e vapori, prodotti piroclastici. vulcano a fessura (o lineare) vulcano tipico dei margini distensivi, con numerose bocche eruttive disposte lungo un allineamento che emette lava fluida, basaltica, che si espande ai lati della fenditura. vulcano a scudo vulcano di forma conica molto appiattita, con ampio cratere da cui fuoriesce un magma assai fluido, tipico dei PUNTI CALDI. Z zone endoreiche zone in cui i corsi d’acqua non si riversano in mare ma in zone chiuse, prive di comunicazione diretta o indiretta con il mare. zooplancton insieme di organismi consumatori microscopici che si lasciano trasportare passivamente dalle onde e dalle correnti, insieme al FITOPLANCTON. 3463_SZD_BZ3_APP_293_306 26-11-2011 14:27 Pagina 306 306 INDICE ANALITICO A acqua, ciclo dell’, 187, 198 acque – dilavanti, 53, 199, 201 – minerali, 216 – sotterranee, 201, 209 – superficiali, 99, 209 – termali, 70, 162 acquifero, 202, 203, 204, 209 agenti modellatori – endogeni, 136, 245 – esogeni, 52, 4, 136, 191, 245, 250 alluvioni, 217, 290 Alpi, 137-139, 142 alterazione chimica (per opera dell’aria), 31 altitudine, 266, 272, 275 alveo fluviale, 56, 200, 208 ambienti di sedimentazione, 56 e segg. ammoniti, 66, 69, 258, 259 anatessi, 34, 39, 78, 81 Ande, 110, 121, 132-133, 260 andesite, 43, 45, 132 anfiboli, 30, 31, 43 anfibolite, 81, 83, 132 anfiteatro morenico, 261, 287 anidride carbonica, 8-9 anomalie di gravità, 93 anomalie magnetiche, 104, 117 anticiclone delle Azzorre, 273 anticiclonica, zona/area, 272, 273 anticlinale, 61, 225 antracite, 224 Appennini, 141 e segg. ardesia, 82, 83 arenaria, 64 argilla, 53, 55, 65, 191, 202 argillificazione, 53, 63 argillite, 64, 65, 83 argilloscisti, 83, 255 asse di rotazione terrestre, 287 associazioni vegetali, 276, 277 astenosfera, 6, 16-17, 40, 100 asteroidi, 4, 8 atmosfera, 186-188 –, circolazione generale dell’, 275 –, composizione dell’, 4, 253 –, formazione dell’, 9 – primordiale, 8-9, 149, 194 attualismo, teoria dell’, 14, 68, 245, 252 azoto, 9, 41, 149 –, ciclo dell’, 189 e segg., 206, 207, 224, 236, 270 B bacino idrografico, 200 banchisa, 290 barometro, 273 barriera corallina, 28, 66, 72, 74, 193 basalto, 16, 40-48 base surge, 151 bassa marea (o riflusso), 56, 241 batoliti, 32, 39 e segg. batteri – azotofissatori, 189 – denitrificanti, 9, 189, 190 Benioff, Hugo, 117 Benioff, piano di (o Benioff-Wadati), 118, 119, 121, 171 B.I.F. (Banded Iron Formations), 194, 253 biocombustibili, 236, 237 biocostruzione, 34, 55, 58, 193 biodiversità, 207, 214, 254 bioenergia, 236 biomassa, 188, 236 e segg. biosfera, 186 black smokers, 195 bombe vulcaniche, 148, 149, 164 bradisismo, 161 brecce, 64, 72, 87 I numeri in neretto si riferiscono a trattazioni specifiche del lemma in oggetto. Burgess, fauna di, 255-256 bussola, 103 C calcare, 24, 53, 129 – a foraminiferi, 69, 113 – a lumachelle, 66 – a nummuliti, 66, 261 calcareniti, 64 calcescisto, 84, 86, 87, 140, 142 caldere, 147, 152, 155, 157, 160 e segg. calore interno della Terra, 32, 34, 79, 102 camera magmatica, 146-147 Campi Flegrei, 161 campo gravitazionale, 92, 93, 104, 105 campo magnetico terrestre, 92, 103 e segg. carbon fossile, 189, 224, 257 carbonato di calcio, 24, 31, 188 carbone, 214 e segg., 223, 236 carbonio, 284 –, ciclo del, 188, 286 carote di ghiaccio, 282 carsismo, 189, 193 Carso, 200, 201 carte della sismicità, 182 catastrofismo, 13, 15 catena montuosa costiera, 18, 118, 121 catena montuosa interna, 19, 121 cava, 220 CCD (profondità di compensazione dei carbonati), 58, 112 cella elementare, 25 celle convettive, 102, 114, 120, 123 ceneri vulcaniche, 46, 65, 113, 148 Cenozoico, 260 Cerere, 11 cicli biogeochimici, 187 ciclo – dell’acqua, 187, 193, 198, 210, 276 – delle rocce (o ciclo litogenetico), 34, 187, 193 – di Wilson (o del «supercontinente»), 124, 136, 252 – litogenetico (petrogenetico), 5, 34 – profondo, 34 – superficiale, 34 cicloni extratropicali, 268 cicloni tropicali, 270 ciclonica, area, 273 clima, 266 e segg. clivaggio, 82 colata lavica, 40 combustibili fossili, 223 combustione, 236 condensazione, 187, 273 conglomerato, 57, 64, 72, 131 conoide alluvionale (o conoide di deiezione), 56, 64 contrazionismo, 14, 15 corrasione, 57 correnti – marine e oceaniche, 241, 276 – di torbida, 58, 131, 226 cratonizzazione, 134 crioclastismo, 57 crisi di salinità del Mediterraneo, 73 cristalli, 25, 31, 35 cristallinità, 82 cristallizzazione frazionata, 40, 41 crosta – continentale 16, 41, 99-100 – oceanica, 16, 41, 99-100, 114, 123 – terrestre, 12, 15, 245 D Dana, James Dwight, 15 datazione – assoluta, 246 – relativa, 246, 248 – radiometrica, 246-247 decompositori, organismi, 189-191 decomposizione, 189, 206 deflusso sotterraneo, 187 deflusso superficiale, 187, 188, 198, 204 degradazione delle rocce, 53-54 degradazione meteorica, 53, 245 delta di un fiume, 207 dendrocronologia, 246, 248, 284 depositi alluvionali, 26, 203 deriva dei continenti, 108, 114 diagenesi, 33, 53, 55, 78, 80, 131, 193 diamante, 26 differenziazione magmatica, 40 discontinuità sismiche, 99 – di Gutenberg, 99, 101 – di Lehmann, 98, 101 – di Mohorovičić (Moho), 99, 100 discordanza angolare, 250 dissoluzione dei carbonati, 53 dolomia, 67, 74 dorsale oceanica, 18, 39, 40, 112, 114, 115, 120, 131 – medio-atlantica, 112, 163 dune, 64 durezza, 27 E Ediacara, fauna di, 254 edifici vulcanici, 146-147 effetto serra, 9, 189, 190, 193-195 elio, 3-5 emisferi Nord e Sud (della Terra), 276, 287 energia da biomasse, 236 energia solare, 187, 233, 238, 287 Eolie, isole, 47, 49, 161 eoni, 251-252 epicentro, 168, 175 equatore geomagnetico, 104 equinozi, precessione degli, 287 ere geologiche, 215, 251 erosione, 53, 193 – costiera, 56 – marina (o abrasione), 57 eruzioni vulcaniche, 150, 153, 187 escursione termica, 276 espansione dei fondali oceanici, 114-115, 118, 120 estinzioni di massa, 254 Etna, 46, 49, 153, 160, 165 eutrofizzazione, 190, 206-207 evaporazione, 28, 187, 198, 226 F facies metamorfica, 81 facies sedimentaria, 59 faglia, 168, – dell’Anatolia, 172 – di San Andreas, 133, 168, 172 – diretta o normale, 168 – inversa, 169 – trascorrente, 169 – trasforme, 19, 112, 122, 170 falda freatica, 202 falde di ricoprimento, 15, 129 fauna di Burgess, 255-256 fauna di Ediacara, 255 feldspati, 40 fillosilicati, 30-31 filone, 249 fitoplancton, 206 flysch, 72, 142 formazione geologica, 60 formazione gessoso-solfifera, 72, 141, 260 forza di gravità, 2, 105 forze endogene, 34, 49, 129 fossa oceanica, 18, 117, 121, 131 fossili, 62, 66-70, 257 – guida, 69, 250, 257, 261 fronte d’aria, 267 fulmini, 270 fumarole, 159 fusione nucleare, reazioni di, 5 G gabbri, 16, 41, 46 Gaia, ipotesi di, 186 galassie, 5 Galilei, Galileo, 2, 12 ganga, 217 gas idrati di metano, 229 gas serra, 223, 232, 252 geobarometri, 81 geomorfologia, 52 geosinclinali, teoria delle, 15 geotermometri, 81 gesso, 27, 29 geyser, 102, 159 ghiaccio, carote di, 282 giacimento minerario, 217 gigante rossa, stella, 5 Giove, 3-4 glaciazioni, 286-287 gneiss, 84, 142 Gondwana, 137, 255 gradiente geotermico, 38, 79, 102 grado metamorfico, 83-84, 139 granati, 31 Grand Canyon, 52 grandine, 270 granito, 16, 38, 42, 53 graptoliti, 257 gravità, forza di, 2, 105 Great Rift Valley, 120 greggio, 226 grisou, 224 grotte carsiche, 70 H Hess, Harry, 114-115 Himalaya, 134-136, 260 Holmes, Arthur, 110 Homo, 262 humus, 188-189, 191 Hutton, James, 6, 12-14, 38, 244 I iceberg, 105, 248 idrogeno, 3, 5, 9 idrosfera, 186, 198, 276 ignimbriti, 151 inosilicati, 30 inquinamento dell’aria, 206, 232 ipocentro, 168-169, 177 isosisme, 174 isostasia, 105 K kimberliti, 26 Köppen, Wladimir P., 276-277 Krakatoa, 152, 155 L laccoliti, 146 lapilli, 63, 148-149 latitudine, 275 Laurasia, 137, 257 lava, 146 – colate di, 40, 148 – a cuscino, 112, 148 – fontane di, 153 lignite, 224 limite K/T, 259 limo glaciale, 65 linea insubrica, 138-140 lingua glaciale, 56 litosfera, 16-18, 99-100, 115, 119 loess, 65