Marzo 2014 La Pulce Giornalino di informazione e azione missionaria EDITORIALE AND THE OSCAR GOES TO… La scorsa notte al Dolby theater di L.A si è svolta l'86esima cerimonia di consegna degli Academy awards. Trattandosi dell dell'evento evento cinematografico più rilevante dell dell'anno anno, erano presenti tutte le celebrità che ci fanno compagnia sul grande schermo, tuttavia accanto allo sfarzo dovuto all'occasione, non sono mancati pensieri a tutte quelle vite spezzate, a quel sentimento di odio incondizionato che regna nell'animo umano. Due ringraziamenti in particolare mi hanno fatto riflettere su quanto possa essere comune il pensiero di fratellanza e carità anche con personalità a noi distanti anni luce; Jared Leto, statuetta di miglior attore non protagonista, rivolge un pensiero al popolo ucraino in piena guerra civile, e al venezuela. Lupita nyong'o, giovanissima attrice di colore, vincitrice del medesimo premio di Leto, fa riferimento alla propria estrazione sociale mandando un augurio ai bambini di ogni paese, invitandoli a superare i propri limiti, i pregiudizi e perseguire i propri sogni. È stata la cerimonia della realtà riletta in chiave cinematografica, tra le candidat r anche candidature anch pellicole p llicol che ch riguardano rig ardano da vicino la nostra associazione, associa ion quali q ali "12 anni schiavo", schiavo" l'epopea l' pop a di un uomo afro-americano ridotto ingiustamente a schiavo che pur vivendo un inferno in terra, riuscirà a mantenere la propria forza d'animo, "Captain Phillips" che racconta di un attacco dei tristemente conosciuti pirati somali, i quali terrorizzano quotidianamente le coste del continente africano ed infine "Mandela: long walk to freedom" che celebra l'omonimo mito. Per qquanto ppossa essere un mondo così lontano, anche i divi di Hollywood ricordano la gente dimenticata, può essere considerato finto buonismo o semplicemente parole a scopo di lucro, ma per una volta proviamo ad andare al di là dell'apparenza, credere nell'umanità delle parole rivolte ai più deboli considerando esclusivamente l'uomo o la donna, dietro la figura patinata, dei rotocalchi,del grande e piccolo schermo. Edoardo Scaburri [email protected] Proverbi dal mondo… “E vanno glili uomini i i add ammirare i le l vette tt dei d i monti,ti edd i grandi di flutti fl tti del mare, ed il lungo corso dei fiumi, e l'immensità dell'Oceano, ed il volgere degli astri... e si dimenticano di se medesimi.” Sant'Agostino ATTUALITA’ RUSSIA-UCRAINA: CONFLITTO IMMINENTE? Si rischia la guerra tra Russia ed Ucraina? Quali sono le ragioni che hanno portato Vladimir Putin a decidere per l’invasione della Crimea? Tutto inizia, ovviamente, con gli scontri di Kiev (capitale dell’Ucraina) che hanno portato al rovesciamento il Presidente Viktor Yanukovich (amico di Putin) fuggito proprio in Russia e all'insediamento di un nuovo governo, con il nuovo Presidente ad interim (per ora) Oleksandr Turchynov braccio destro della leader dell’opposizione Yulia Tymoshenko scarcerata di recente. L questione Crimea. La C La Crimea è una penisola, appartenente all'Ucraina, posta sulla costa settentrionale del Mar Nero. Fu una provincia della Federazione russa che russa si è sempre sentita. Fino a che, nel 1954, Krushev la regalò all'Ucraina in occasione del trecentesimo anniversario del trattato di pace tra le due nazioni (leggenda vuole che il presidente dell dell'Urss Urss fosse ubriaco quando prese questa decisione). decisione) Una decisione che non è mai piaciuta agli abitanti della Crimea, che si sentono russi. L'insofferenza della Crimea nei confronti del governo che si è instaurato a Kiev ha portato Putin a prendere la decisione di invadere la repubblica autonoma, con il beneplacito di una larga parte della popolazione. Un'invasione che non ha dovuto p le frontiere, dal momento che Putin ha utilizzato i quindicimila q uomini della base nemmeno superare navale russa di Sebastopoli (città Ucraina nel territorio della penisola di Crimea). Rischio mondiale? Secondo Yulia Tymoshenko, occupando la Crimea la Russia non ha “dichiarato guerra” soltanto all'Ucraina, ma anche a Usa e Gran Bretagna. La Tymoshenko ha ricordato infatti come Washington e Londra abbiano sottoscritto insieme a Mosca un accordo a garanzia dell'integrita' territoriale ucraina in cambio della sua rinuncia agli armamenti nucleari l i e che h Putin P ti è perfettamente f tt t consapevole l del d l fatto f tt che, dichiarando guerra all’Ucraina, la dichiara, come scritto sopra, agli Stati Uniti e al Regno Unito. Al di la di questioni politiche e militari, ci auguriamo che il buon senso e la diplomazia prevalgano. prevalgano Uno scontro che interesserebbe anche Europa e America potrebbe portare gravi conseguenze su un mondo già provato da svariati fattori negativi. Nulla è stato ancora intrapreso…. è anche una nostra problematica, per il nostro futuro, per le nuove generazioni…. per un Mondo migliore! Cortesi Cristian [email protected] DAL MONDO… ALTRO! L’AFRICA E IL BOOM ECONOMICO I pareri riguardo le prospettive di crescita dell’Africa Sub sahariana sono contrastanti. C’è chi sottolinea tt li una crescita it del d l PIL e un miglioramento i li t delle d ll condizioni di i i di vita it (che ( h comunque q non riguarda i d tutti i paesi nello stesso modo), e chi invece evidenzia la fragilità del sistema e l’incapacità politica di fare le riforme necessarie. Nonostante la crisi, il PIL della regione cresce di circa il 5% dal 2000, i paesi senza petrolio hanno avuto in media una crescita del 4% tra il 1998 e il 2008. L’intera regione attira tti oggii 50 miliardi ili di di dollari d ll i l’anno. l’ L povertà La tà media di è in i calo l (di circa i l’1% l’anno) l’ ) e tra t il 2005 e il 2008 la popolazione che vive con meno di 1,25$ è calata dal 52% al 48%. Si vedono miglioramenti anche per quanto riguarda l’educazione e la sanità: le iscrizioni alle scuole secondarie sono aumentate del 50% e negli ultimi dieci anni l’aspettativa di vita è aumentata di circa il 10%. Diversi elementi positivi quindi, d ma nascosta t dai d dati d t c’è una realtà lt più complicata. l t Secondo i pessimisti la crescita è stata alimentata dalle esportazioni, aumentate per il basso prezzo delle merci, ma non può sostenersi a lungo senza riforme che gli stati non sembrano in grado d di d fare. f I lt spesso non porta Inoltre t a una riduzione della povertà (ciò è evidente in Burkina Faso, in Mozambico, in Tanzania) e alcuni stati, come la Repubblica Centrafrica e il Burundi, non riescono a crescere come gli altri. l Per P quanto riguarda d l’instabilità l l è vero che h alcuni l scontri sono finiti ma il caos politico resta enorme, tanto che circa un terzo dei paesi sub sahariani è coinvolto in conflitti. Altri fattori da considerare sono la diffusissima corruzione, le infrastrutture decadenti e il pessimo lavoro pubblico. Gli elementi che hanno spinto verso la crescita sono diversi, tra questi una certa spinta verso la democrazia ha obbligato i politici a interessarsi minimamente ai bisogni della popolazione, e un aumento della popolazione ha aumentato la forza lavoro. Un ruolo essenziale ha avuto anche la tecnologia, in particolare la diffusione del cellulare. Gli africani sono un popolo tradizionalmente rurale ma gli abitanti in città sono in continua crescita, stime dicono che nel 2033 la maggioranza della popolazione sarà urbana. Tuttavia i collegamenti con il resto del mondo sono ancora scarsi e c’è una incapacità politica di trasformare la crescita in progresso nella lotta alla povertà (anche gli stati che sono cresciuti di più non hanno investito in welfare). La disuguaglianza permane e le liberalizzazioni hanno spesso reso i ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Le imprese devono affrontare infrastrutture pessime (che alzano il costo del trasporto), la diffusissima corruzione e una matassa difficilmente scioglibile di leggi spesso fatte per interessi di gruppi politici. Da considerare è anche la mancanza di acqua e elettricità. I governi fissano un prezzo minore di DAL MONDO… ALTRO! L’AFRICA E IL BOOM ECONOMICO quello di produzione, ma la distribuzione è affidata a società che chiedono sussidi statali e svolgono il lavoro l a loro l piacimento. i i t Questo Q t ha h fatto f tt sìì che h dal d l 2000 la l percentuale t l delle d ll abitazioni bit i i con accesso all’acqua è diminuita in quasi tutti i centri urbani. La gran parte di africani lavora in fattorie o attività famigliari dove l’educazione è bassa. Per questo più che creare posti di lavoro qualificato sarebbe importante migliorare la capacità produttiva di queste attività, ma aumentare la capacità della forza l lavoro è difficile. diffi il L’Africa L’Af i ha h il più iù basso b valore l di capitale it l umano all mondo d e anche h dove d sii è investito i tit si vedono pochi miglioramenti (nel Sud Africa, nonostante gli interventi sulla scuola, solo 2 ragazzi su 5 completa la scuola secondaria). Senza contare che le risorse spesso non arrivano dove sono state assegnate (in Uganda solo il 13% dei fondi alle scuole primarie arriva a destinazione) e quando succede d i llavoratori t i sono spesso assentiti e svolgono l servizi i i di qualità lità scadente d t (i(in UUganda d solo l il 20% del tempo di lezione viene usato per insegnare, in Tanzania solo l’11% dei professori ha le qualità per esserlo). E per la sanità è ancora peggio (i medici pubblici del Senegal dedicano in media ai pazienti 39 minuti al giorno) .… Insomma è difficile essere ottimisti ma d miglioramento l l crescita, la l maggiore segni di ci sono, la attenzione della politica alla popolazione, un migliore processo di decisione politica, la tecnologia. In particolare i collegamenti telefonici hanno notevolmente cambiato l’Africa: ora le notizie e l informazioni le f possono circolare l velocemente, l è facile f l capire cosa pensano gli altri e l’aggregazione per le mobilitazioni collettive ha meno costi. Gli stessi politici possono avere un contatto più facile con la popolazione. Gli ostacoli sono molti e difficili ma non impossibili da superare. La differenza tra l’essere l pessimisti o ottimisti sta nella ll diversa fiducia sulla ll possibilità l di cambiamenti politici. In ogni caso oggi si può dire che “Credere in un futuro migliore per l’Africa richiede un generoso ottimismo, ma non un salto di fede”. Finazzi Matteo [email protected] Tratto dall’articolo: Shantayanan, D. & Wolfang F. (2013). African’s Economic Boom. Foreign Affairs. (May-June 2013). MISSIONE… QUARESIMA IN AZIONE! PUNTIAMO SU DIO! Nella concretezza dei giorni per vivere la fede “Ah si… quest’anno mi metto d’impegno, farò Quaresima! Mi metterò a regime alimentare, magari con questa scusa butto giù qualche chilo di troppo, se potrò farò a meno del pc e se non farò troppa pp fatica rinuncerò a qquel vizio ddi cui non pposso fare a meno… non farò come lo scorso anno che non sono durato nemmeno un paio di settimane, troppo lunghi 40 giorni…!” La Quaresima è il tempo che ci aiuta a ricordare chi siamo, è un tempo d’impegno da vivere con serietà Per alcuni questo tempo liturgico si vive come un occasione in cui si può fare una buona serietà. dieta e prendere così due piccioni con una fava; ma questo va bene solo se ciò ci fa perdere peso (di certo non nella fisicità del termine) davanti a Dio ed a vivere il digiuno con valore spirituale che porti ad alleggerire il fardello di pensieri e abbellire il cuore in questo tempo della nostra vita in cui prevale la parola “crisi” crisi . EE’ un periodo in cui, cui noi giovani, giovani stiamo sperimentando in modo duro gli effetti della crisi economica, la mancanza di lavoro, le prospettive di un futuro incerto e che soffoca a tratti la speranza e il desiderio di vedere realizzati i nostri sogni. E’ un tempo dove politicamente và in scena ripetutamente la farsa carnevalesca e dove lo spettacolo o l’effetto ha più importanza rispetto tt ai problemi l d ll gente, della t alla ll verità t delle d ll cose. Tutti T tt noi poi, in fondo, f d percepiamo un appannamento sui valori, quelli che contano veramente, che fortificano e fanno crescere; viviamo con difficoltà lo stare in mezzo alle persone, proviamo apatia nelle relazioni, abbiamo paura dell’altro… Sono questi alcuni dei veri deserti della vita, che ci lasciano senza risposte, spaventati, in attesa di un cambio di rotta e di un’urgente “resurrezione”. Occorre però saper accettare anche queste tappe della vita e in questo tempo dobbiamo essere capaci di accogliere la Quaresima, senza confinarla in semplici o faticose rinunce, ma lasciare spazio al silenzio e all’ascolto interiore cercando di frenare un po’ la corsa del tempo e l’affollamento della mente e del cuore, disposto troppo spesso a vendersi a buon mercato a ciò che offre il mondo. La Quaresima è di sua natura un "tempo di conversione", un invito forte a riprendere in mano il timone della propria vita cristiana per orientarla verso la Parola di Dio. “Puntare su Dio”. Sì, ecco la chiave, la strada, il vero impegno qquaresimale: “Puntare su Dio” non su di noi e sulle nostre rinunce. La Quaresima allora và vissuta come una possibilità per poter cambiare, per fare pulizia nella nostra vita, per ritrovare un cuore puro. Vivere la grazia di sapienza per centrare la nostra vita su valori forti ed obiettivi alti, senza lasciarsi ingannare da miraggi allettanti ma vuoti. PUNTIAMO SU DIO! MISSIONE… QUARESIMA IN AZIONE! Nella concretezza dei giorni per vivere la fede “Camminiamo verso la Pasqua, assaporando il buon sapore di una vita donata cercando di condividere il dono della fraternità che aiuta a superare le differenze e accompagna l’incontro con chi è nuovo o viene dda lontano, con chi fa fatica, con chi soffre, con chi è solo. Scuotiamo ddi ddosso la pigrizia, lasciamo che l’unica cosa che possa andare in crisi sia la nostra tranquillità, andiamo oltre il nostro privato orticello e apriamoci ai problemi del mondo, fino ad assumere sulle nostre fragili spalle il peso della fame nel mondo, il peso della miseria di molti popoli della terra, il peso della violazione della giustizia e della frantumazione della pace fra le nazioni. nazioni S. Giovanni Crisostomo scriveva: "Vuoi onorare il Corpo di Cristo? Non tollerare che egli sia ignudo. Dopo averlo onorato qui in Chiesa, non permettere che fuori muoia di freddo perché non ha di che cosa vestirsi… Il Corpo di Cristo che sta sull'altare non ha bisogno di mantelli, ma di un cuore puro; q ll che quello h sta st fuori, f ri invece, inv ha h bisogno bis gn di cura". r" Viviamo la Quaresima nella preghiera, anche distante dai grandi eventi, con ‘i mezzi poveri’ e con gesti semplici. Buon cammino di Quaresima! TToigo AAndrea d [email protected] ARTE… NEL MONDO LA RICERCA DELL’UOMO NELLA SCULTURA DI GIACOMETTI Scultore celebre per le sue esili e filiformi figure umane, Alberto Giacometti nasce il 10 ottobre 1901 a Borgonovo (Svizzera). Dopo aver frequentato la scuola d’arte e mestieri di Ginevra si trasferisce a Parigi per seguire i corsi di scultura e successivamente a Roma per studiare i grandi maestri del passato. Durante i suoi studi si appassiona all'opera di Tintoretto e di Giotto che gli ispirano l'idea di realizzare un'arte primitiva. In questo periodo è forte il suo interesse nei confronti dell'antropologia, in questo simile a molti suoi contemporanei, sperimentando in parte il metodo cubista. Giacometti nella sua incessante ricerca non poteva trascurare il nascente Surrealismo, e infatti condivide con alcuni suoi connazionali residenti nella capitale francese le simpatie per questo movimento. Dal 1927 comincia dunque ad esporre al Salon des Tuileries le sue prime sculture surrealiste. Il successo finalmente bussa alla sua porta, dandogli l'occasione di entrare in un giro più prestigioso che gli permette di venire a contatto con personalità straordinarie artistiche come Mirò e Picasso. Ma Giacometti avverte anche l'esigenza di tornare sul tema della "rassomiglianza assoluta" e si concentra nello studio della testa, partendo dallo sguardo, sede del pensiero. Cerca anche di disegnare figure intere, nel tentativo di cogliere l'identità dei singoli esseri umani con un solo colpo d'occhio. I suoi lavori tendono a portare alla luce l’essenza concettuale delle cose con forte funzionamento simbolico: le figure umane sono allungate e con strutture lineari geometriche in una sorta di ingabbiatura ferrosa che non rende identificabili i suoi personaggi, tipico dell’arte surrealista. Gli ultimi anni sono all'insegna di un'attività frenetica e di un susseguirsi di grandi mostre in tutta Europa. Una sua scultura in bronzo, "L'homme qui marche I" (L'uomo che cammina), è stata venduta all'inizio del mese di febbraio 2010 all'asta da Sotheby's per circa 75 milioni di euro: è il prezzo più alto mai pagato al mondo per un'opera d'arte. Prestifilippo Nancy [email protected] Curiosità dal mondo… Un uomo di Londra ha attraversato l’Atlantico a remi per chiedere alla sua amata di sposarlo. Harry Martin-Dreyer ha sfidato 3.000 miglia di oceano, tra onde, tempeste, squali e temperature tropicali, assieme al compagno di viaggio Alex Brand. I due si sono cimentati nell’impresa dell’attraversamento a remi per raccogliere fondi per la ricerca sulla leucemia (hanno raccolto circa 125 mila euro), ma per Harry il viaggio aveva anche (e soprattutto) un altro significato speciale, dato dall’anello che portava con sé in una bustina impermeabile. Il suo compagno di viaggio ha saputo dell’idea solo quando erano già in mezzo all’oceano. S,E. [email protected] MUSICA… NEL MONDO THE FIVE STRING “BANJO” Il banjo è un cordofono di origini africane, già popolare tra i neri americani durante la Guerra di secessione americana nella sua versione a cinque corde e da allora largamente usato nella musica tradizionale nordamericana. Alcuni studiosi fanno risalire le origini del banjo nella sua forma attuale attorno alla prima metà dell'Ottocento, quando lo strumento assunse la sua forma attuale di cassa armonica costruita come un tamburo, con un meccanismo per regolare la tensione della pelle (e non più ricavata da una zucca essiccata con una pelle inchiodata), dotata di un manico con quattro corde lunghe e una più corta, suonata dal pollice, usata come bordone acuto. Lo stesso nome "banjo" potrebbe essere una corruzione di bandore o pandura, uno strumento musicale del tipo della chitarra, oppure deriva da bania ,uno strumento primitivo similare. Il banjo a quattro corde ha goduto di una grandissima popolarità nel jazz degli anni venti e trenta del secolo scorso grazie alla sua sonorità che ne consentiva una maggiore udibilità rispetto alla chitarra, la quale pure fu il primo strumento usato a New Orleans. Conosciuto già dal Presidente Thomas Jefferson, che addirittura gli dedicò una pagina nel suo “ Notes on the State of Virginia “ del 1776, acquistò una crescente popolarità’ intorno al 1840. Fu la diffusione di un genere artistico a metà tra musica e spettacolo interpretativo, The Minstrels, a imporlo al grande pubblico per la sua facilità di espressione e il suono assolutamente giocoso. E qui entra in scena un personaggio fondamentale per la storia della musica Americana: Stephen Foster, considerato dai più come il vero padre della musica Americana moderna. Il Banjo Americano assunse via via caratteristiche sempre differenti, a seconda dell’evoluzione della società e delle sue scelte artistico – musicali: la cassa divenne di legno, particolarmente di acero o di ebano, mentre il manico era di noce. Le corde divennero metalliche ma fu mantenuta la pelle, possibilmente di capra o di vitello. La tastiera non esisteva e fino a dopo la Guerra di Secessione del 1867 il Banjo ne fu privo. Solo successivamente, intorno agli anni ’20, quando il Jazz lo adottò come strumento di espressione, ggliene fu data una di ebano. Sul fenomeno delle 5 corde si pparla molto e con ppoca pprecisione. Si dice che inizialmente le corde fossero 4 e che solo in seguito, intorno al 1830, venne aggiunta la famosa quinta corda che dà rilievo e sostanza al suono del piccolo banjo: si tratta infatti di una particolarità tipica di questo strumento, per cui accanto alla quarta corda, ma con una tonalità molto più alta MUSICA… NEL MONDO THE FIVE STRING “BANJO” venne apposta una corda solista, in grado da sola di oscurare col suo suono vibrante anche strumenti musicali maggiormente complessi. Il banjo a 5 corde ( The five-string banjo) è comunque invenzione nera e la sua paternità si fa risalire ancora ad uno schiavo delle piantagioni, un certo Joe Sweeney, costruttore e suonatore di banjo, di cui spesso parlano le cronache locali. Lo si descrive come un omone grosso ma dalle mani di velluto e dalle incredibili capacità artigianali, che intagliava il legno, lavorava l’argento e si recava spesso nelle fattorie vicine pper aggiungere gg g la famosa qquinta corda di sua invenzione ai banjo degli estimatori del settore. Negli anni ’30 l’interesse per il banjo si spense e tutti gli occhi si spostarono verso gli stati del sudTexas, Louisiana e p lo swingg che si ppoteva suonare Oklahoma, dove esplodeva solo con vere orchestre. Per un po’il banjo rimase relegato nel Texas, dove imperversava un fenomeno musicale molto eterogeneo, la fusione dello stile Western g ma ppoi venne spogliato pg della famosa qquinta con lo Swing, corda che ne aveva caratterizzato la fortuna al fine di ottenere un suono più morbido, e infine soppiantato dal pianoforte, dal contrabbasso e dall’esercito di fiati. Toigo Diego [email protected] IL MONDO… FUORI PORTA IL MONDO FUORI PORTA Cari amici e lettori, eccoci arrivati al secondo articolo della neonata rubrica “Il mondo...fuori porta”. Nella prima uscita ho voluto parlarvi dell'iniziativa del “Mese della Pace” che si svolge ogni anno nel Paese di Bolgare. Con l'articolo di oggi gioco sicuramente in casa, perché vi parlerò di alcune delle iniziative che Punto di Fraternità Bergamo ha in cantiere e che si svolgeranno nel mese di Marzo. Nei mesi appena trascorsi, la Repubblica Centro Africana è stata scossa dalla guerra civile; una guerra giocata su un territorio già devastato dalla povertà e dalla fame. Le diverse fazioni si scontrano come dei feroci giocatori di scacchi che muovono le proprie mosse verso l'avversario. La strategia è di arrecare il danno maggiore, e per arrivare allo “scacco matto” non si esita a sacrificare qualche pedina.... eppure quelle pedine hanno delle storie... Sono le storie di civili morti, dei bambini feriti e dei villaggi depredati, incendiati, di missionari costretti alla fuga nella foresta...le storie della desolazione che rimane dopo il passaggio dei Ribelli, che come cavallette fanno piazza pulita lasciando solo e soltanto il NULLA. Anche la Missione Ngaoundaye, che noi sosteniamo è stata depredata, così come tutte le Missioni vicine... Noi volontari conosciamo questa terribile storia, abbiamo letto le testimonianze dei Frati e dei Laici che le hanno vissute...abbiamo visto le foto... Le foto, le testimonianze....le abbiamo raccolte, abbiamo deciso che si deve sapere,che non si può lasciare che anche questa guerra rimanga uno scontro fantasma e che le storie non vengano raccontate. Nasce così, guardando quelle foto e leggendo quelle testimonianze, l'idea della Mostra Fotografica per far conoscere “L'Africa che c'è, l'Africa che non vorremmo”. Sia ben chiaro, non si tratta di scatti di professionisti, dove gli elementi sono ben equilibrati, i colori saggiamente disposti sullo sfondo e la luce studiata. Sono “istanti rubati” dalle scene quotidiane, spesso immortalati con il telefonino, qualche volta un poco sgranate. Eppure i soggetti ripresi, gli istanti fissati parlano da soli e raccontano la guerra. La guerra....non la vogliamo spettacolizzare ma solo far conoscere. Il reportage fotografico “Vite Negate” sarà allestito nella Chiesa del Buon Consiglio, gentilmente concessa dalla Parrocchia, a Grumello del Monte e sarà aperta al pubblico dal 15 al 30 marzo 2014 tutte le sere e nel weekend anche durante gli orari della messa. Vi invito a venire, osservare e conoscere. IL MONDO… FUORI PORTA IL MONDO FUORI PORTA Nel mese appena iniziato prende avvio anche un'altra delle iniziative pensate da noi volontari di Punto di Fraternità. Si tratta del progetto “Prendi il largo....”, un cammino rivolto ad un pubblico di giovani e ragazzi come noi per affrontare, discutere e confrontarsi insieme, esporre i propri pensieri e prendere così il largo salpando verso nuovi orizzonti. Il cammino prevede quattro incontri che si svolgeranno un sabato sera di ogni mese, dalle 19:00 alle 22:00. Ogni serata prevede un momento iniziale di cena condivisa e in un secondo momento verrà affrontato il tema proposto per la serata. Per il primo incontro, previsto per il 22 marzo l'idea è di “prendere il largo” sul tema della tossicodipendenza, grazie alla testimonianza di fede di un ragazzo ex tossicodipendente. I successivi incontri si terranno il 12 aprile, il 10 maggio e il 14 giugno. Anche per questa iniziativa non mi resta che invitarvi a venire, ascoltare, condividere e conoscere! Rapis Elena Elena Rapis [email protected] LIBRO IL CONTE DI MONTECRISTO di Alexandre Dumas Il nome di questo capolavoro è noto a molti, tuttavia sono molti di meno coloro che lo hanno letto. Più che una recensione questo è un invito a immergersi completamente nella lettura di un romanzo che non deluderà le vostre aspettative. La trama è tanto avvincente quanto intrecciata, sarebbe impossibile condensarla in due righe, quindi mi limito a prendere un altra recensione che mi auguro sia uno stimolo alla lettura del libro. “Classico. Questa semplice e spesso usurata parola descrive un romanzo che ha saputo vincere la sfida del tempo, che continua a vendere copie, a stuzzicare la fantasia di migliaia di lettori, rimanendo, nonostante siano trascorsi anche secoli dalla sua pubblicazione, attuale, moderno e godibile. Tutte queste caratteristiche appartengono appieno al "Conte di Montecristo", una delle più celebri opere di Dumas.” Belotti Alessandro [email protected] FILM AMISTAD (USA 1997) Film Fil che h tratta t tt la l storia t i realmente l t accaduta d t nella ll metà tà del d l 1800, 1800 che h ha h come sfondo i tumulti dello schiavismo e delle lotte per l'abolizionismo. Un gruppo di schiavi neri a bordo della nave “Amistad”, in rotta verso l'America, riesce a ribellarsi all'equipaggio spagnolo e tenta di ritornare in Africa, ma viene fermato e catturato da una nave americana. Il processo è tuttavia meno scontato di quello che sembra, infatti si scopre che i neri non erano nati schiavi ma furono portati via dalla loro p tri come uomini patria i i liberi, lib ri quindi q i di sii tratta tr tt di ammutinamento ti t e assassinio i i o di rapimento? Il regista Steven Spielberg riesce a trasformare la vicenda in un avvincente dramma giudiziario alla Grisham, dove grazie a un cast di grandi attori le parole e i discorsi sono sapientemente pesati, mai banali e carichi di emozioni. Belotti Alessandro a belotti13@campus unimib it [email protected] Aiutaci a diffondere questo mensile! A questo numero hanno collaborato: www.cmcapp.org Edoardo Scaburri, Matteo Finazzi, Cristian Cortesi, Andrea Toigo, Nancy Prestifilippo, Elena rapis, Alessandro Belotti Facebook : Punto di Fraternità Bergamo Foto: tratte dal web [email protected]