Marzo - centro missioni estere frati cappuccini

Marzo 2014
La Pulce
Giornalino di informazione e azione missionaria
EDITORIALE
AND THE OSCAR GOES TO…
La scorsa notte al Dolby theater di L.A si è svolta l'86esima cerimonia di consegna degli Academy awards.
Trattandosi dell
dell'evento
evento cinematografico più rilevante dell
dell'anno
anno, erano presenti tutte le celebrità che ci fanno
compagnia sul grande schermo, tuttavia accanto allo sfarzo dovuto all'occasione, non sono mancati pensieri
a tutte quelle vite spezzate, a quel sentimento di odio incondizionato che regna nell'animo umano. Due
ringraziamenti in particolare mi hanno fatto riflettere su quanto possa essere comune il pensiero di
fratellanza e carità anche con personalità a noi distanti anni luce; Jared Leto, statuetta di miglior attore non
protagonista, rivolge un pensiero al popolo ucraino in piena guerra civile, e al venezuela. Lupita nyong'o,
giovanissima attrice di colore, vincitrice del medesimo premio di Leto, fa riferimento alla propria estrazione
sociale mandando un augurio ai bambini di ogni paese, invitandoli a superare i propri limiti, i pregiudizi e
perseguire i propri sogni. È stata la cerimonia della realtà riletta in chiave cinematografica, tra le
candidat r anche
candidature
anch pellicole
p llicol che
ch riguardano
rig ardano da vicino la nostra associazione,
associa ion quali
q ali "12 anni schiavo",
schiavo" l'epopea
l' pop a
di un uomo afro-americano ridotto ingiustamente a schiavo che pur vivendo un inferno in terra, riuscirà a
mantenere la propria forza d'animo, "Captain Phillips" che racconta di un attacco dei tristemente conosciuti
pirati somali, i quali terrorizzano quotidianamente le coste del continente africano ed infine "Mandela: long
walk to freedom" che celebra l'omonimo mito. Per qquanto ppossa essere un mondo così lontano, anche i divi
di Hollywood ricordano la gente dimenticata, può essere considerato finto buonismo o semplicemente
parole a scopo di lucro, ma per una volta proviamo ad andare al di là dell'apparenza, credere nell'umanità
delle parole rivolte ai più deboli considerando esclusivamente l'uomo o la donna, dietro la figura patinata, dei
rotocalchi,del grande e piccolo schermo.
Edoardo Scaburri
[email protected]
Proverbi dal mondo…
“E vanno glili uomini
i i add ammirare
i
le
l vette
tt dei
d i monti,ti edd i grandi
di flutti
fl tti
del mare, ed il lungo corso dei fiumi, e l'immensità dell'Oceano, ed il
volgere degli astri... e si dimenticano di se medesimi.”
Sant'Agostino
ATTUALITA’
RUSSIA-UCRAINA: CONFLITTO IMMINENTE?
Si rischia la guerra tra Russia ed Ucraina? Quali sono le ragioni che hanno portato Vladimir Putin a
decidere per l’invasione della Crimea? Tutto inizia, ovviamente, con gli scontri di Kiev (capitale dell’Ucraina)
che hanno portato al rovesciamento il Presidente Viktor Yanukovich (amico di Putin) fuggito proprio in
Russia e all'insediamento di un nuovo governo, con il nuovo Presidente ad interim (per ora) Oleksandr
Turchynov braccio destro della leader dell’opposizione Yulia Tymoshenko scarcerata di recente.
L questione Crimea.
La
C
La Crimea è una penisola, appartenente all'Ucraina, posta sulla costa settentrionale del Mar Nero. Fu una
provincia della Federazione russa che russa si è sempre sentita. Fino a che, nel 1954, Krushev la regalò
all'Ucraina in occasione del trecentesimo anniversario del trattato di pace tra le due nazioni (leggenda
vuole che il presidente dell
dell'Urss
Urss fosse ubriaco quando prese questa decisione).
decisione) Una decisione che non è
mai piaciuta agli abitanti della Crimea, che si sentono russi. L'insofferenza della Crimea nei confronti del
governo che si è instaurato a Kiev ha portato Putin a prendere la decisione di invadere la repubblica
autonoma, con il beneplacito di una larga parte della popolazione. Un'invasione che non ha dovuto
p
le frontiere, dal momento che Putin ha utilizzato i quindicimila
q
uomini della base
nemmeno superare
navale russa di Sebastopoli (città Ucraina nel territorio della penisola di Crimea).
Rischio mondiale?
Secondo Yulia Tymoshenko, occupando la Crimea la Russia
non ha “dichiarato guerra” soltanto all'Ucraina, ma anche a
Usa e Gran Bretagna. La Tymoshenko ha ricordato infatti
come Washington e Londra abbiano sottoscritto insieme a
Mosca un accordo a garanzia dell'integrita' territoriale
ucraina in cambio della sua rinuncia agli armamenti
nucleari
l i e che
h Putin
P ti è perfettamente
f tt
t consapevole
l del
d l fatto
f tt
che, dichiarando guerra all’Ucraina, la dichiara, come
scritto sopra, agli Stati Uniti e al Regno Unito.
Al di la di questioni politiche e militari, ci auguriamo che il
buon senso e la diplomazia prevalgano.
prevalgano Uno scontro che
interesserebbe anche Europa e America potrebbe portare
gravi conseguenze su un mondo già provato da svariati
fattori negativi. Nulla è stato ancora intrapreso…. è anche
una nostra problematica, per il nostro futuro, per le nuove
generazioni…. per un Mondo migliore!
Cortesi Cristian
[email protected]
DAL MONDO…
ALTRO!
L’AFRICA E IL BOOM ECONOMICO
I pareri riguardo le prospettive di crescita dell’Africa Sub sahariana sono contrastanti. C’è chi
sottolinea
tt li una crescita
it del
d l PIL e un miglioramento
i li
t delle
d ll condizioni
di i i di vita
it (che
( h comunque
q non riguarda
i
d
tutti i paesi nello stesso modo), e chi invece evidenzia la fragilità del sistema e l’incapacità politica di
fare le riforme necessarie. Nonostante la crisi, il PIL della regione cresce di circa il 5% dal 2000, i
paesi senza petrolio hanno avuto in media una crescita del 4% tra il 1998 e il 2008. L’intera regione
attira
tti oggii 50 miliardi
ili di di dollari
d ll i l’anno.
l’
L povertà
La
tà media
di è in
i calo
l (di circa
i l’1% l’anno)
l’
) e tra
t il 2005 e il
2008 la popolazione che vive con meno di 1,25$ è calata dal 52% al 48%. Si vedono miglioramenti
anche per quanto riguarda l’educazione e la sanità: le iscrizioni alle scuole secondarie sono aumentate
del 50% e negli ultimi dieci anni l’aspettativa di vita è aumentata di circa il 10%. Diversi elementi positivi
quindi,
d ma nascosta
t dai
d dati
d t c’è una realtà
lt più complicata.
l t
Secondo i pessimisti la crescita è stata alimentata dalle
esportazioni, aumentate per il basso prezzo delle merci, ma
non può sostenersi a lungo senza riforme che gli stati non
sembrano in grado
d di
d fare.
f
I lt spesso non porta
Inoltre
t a una
riduzione della povertà (ciò è evidente in Burkina Faso, in
Mozambico, in Tanzania) e alcuni stati, come la Repubblica
Centrafrica e il Burundi, non riescono a crescere come gli
altri.
l Per
P quanto riguarda
d l’instabilità
l
l è vero che
h alcuni
l
scontri
sono finiti ma il caos politico resta enorme, tanto che circa un terzo dei paesi sub sahariani è coinvolto
in conflitti. Altri fattori da considerare sono la diffusissima corruzione, le infrastrutture decadenti e il
pessimo lavoro pubblico. Gli elementi che hanno spinto verso la crescita sono diversi, tra questi una
certa spinta verso la democrazia ha obbligato i politici a interessarsi minimamente ai bisogni della
popolazione, e un aumento della popolazione ha aumentato la forza lavoro. Un ruolo essenziale ha avuto
anche la tecnologia, in particolare la diffusione del cellulare. Gli africani sono un popolo
tradizionalmente rurale ma gli abitanti in città sono in continua crescita, stime dicono che nel 2033 la
maggioranza della popolazione sarà urbana. Tuttavia i collegamenti con il resto del mondo sono ancora
scarsi e c’è una incapacità politica di trasformare la crescita in progresso nella lotta alla povertà
(anche gli stati che sono cresciuti di più non hanno investito in welfare). La disuguaglianza permane e
le liberalizzazioni hanno spesso reso i ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Le imprese
devono affrontare infrastrutture pessime (che alzano il costo del trasporto), la diffusissima
corruzione e una matassa difficilmente scioglibile di leggi spesso fatte per interessi di gruppi politici.
Da considerare è anche la mancanza di acqua e elettricità. I governi fissano un prezzo minore di
DAL MONDO…
ALTRO!
L’AFRICA E IL BOOM ECONOMICO
quello di produzione, ma la distribuzione è affidata a società che chiedono sussidi statali e svolgono il
lavoro
l
a loro
l piacimento.
i i t Questo
Q t ha
h fatto
f tt sìì che
h dal
d l 2000 la
l percentuale
t l delle
d ll abitazioni
bit i i con accesso
all’acqua è diminuita in quasi tutti i centri urbani. La gran parte di africani lavora in fattorie o attività
famigliari dove l’educazione è bassa. Per questo più che creare posti di lavoro qualificato sarebbe
importante migliorare la capacità produttiva di queste attività, ma aumentare la capacità della forza
l
lavoro
è difficile.
diffi il L’Africa
L’Af i ha
h il più
iù basso
b
valore
l di capitale
it l umano all mondo
d e anche
h dove
d sii è investito
i
tit
si vedono pochi miglioramenti (nel Sud Africa, nonostante gli interventi sulla scuola, solo 2 ragazzi su 5
completa la scuola secondaria). Senza contare che le risorse spesso non arrivano dove sono state
assegnate (in Uganda solo il 13% dei fondi alle scuole primarie arriva a destinazione) e quando
succede
d i llavoratori
t i sono spesso assentiti e svolgono
l
servizi
i i di qualità
lità scadente
d t (i(in UUganda
d solo
l il 20%
del tempo di lezione viene usato per insegnare, in Tanzania solo l’11% dei professori ha le qualità per
esserlo). E per la sanità è ancora peggio (i medici pubblici del Senegal dedicano in media ai pazienti 39
minuti al giorno) .… Insomma è difficile essere ottimisti ma
d miglioramento
l
l crescita, la
l maggiore
segni di
ci sono, la
attenzione della politica alla popolazione, un migliore processo
di decisione politica, la tecnologia. In particolare i collegamenti
telefonici hanno notevolmente cambiato l’Africa: ora le notizie e
l informazioni
le
f
possono circolare
l velocemente,
l
è facile
f l capire
cosa pensano gli altri e l’aggregazione per le mobilitazioni
collettive ha meno costi. Gli stessi politici possono avere un
contatto più facile con la popolazione. Gli ostacoli sono molti e difficili ma non impossibili da superare.
La differenza tra l’essere
l
pessimisti o ottimisti sta nella
ll diversa fiducia sulla
ll possibilità
l di cambiamenti
politici. In ogni caso oggi si può dire che “Credere in un futuro migliore per l’Africa richiede un
generoso ottimismo, ma non un salto di fede”.
Finazzi Matteo
[email protected]
Tratto dall’articolo: Shantayanan, D. & Wolfang F. (2013). African’s Economic Boom. Foreign Affairs. (May-June 2013).
MISSIONE…
QUARESIMA IN AZIONE!
PUNTIAMO SU DIO!
Nella concretezza dei giorni per vivere la fede
“Ah si… quest’anno mi metto d’impegno, farò Quaresima! Mi metterò a regime alimentare, magari
con questa scusa butto giù qualche chilo di troppo, se potrò farò a meno del pc e se non farò
troppa
pp fatica rinuncerò a qquel vizio ddi cui non pposso fare a meno… non farò come lo scorso anno
che non sono durato nemmeno un paio di settimane, troppo lunghi 40 giorni…!”
La Quaresima è il tempo che ci aiuta a ricordare chi siamo, è un tempo d’impegno da vivere con
serietà Per alcuni questo tempo liturgico si vive come un occasione in cui si può fare una buona
serietà.
dieta e prendere così due piccioni con una fava; ma questo va bene solo se ciò ci fa perdere peso
(di certo non nella fisicità del termine) davanti a Dio ed a vivere il digiuno con valore spirituale che
porti ad alleggerire il fardello di pensieri e abbellire il cuore in questo tempo della nostra vita in cui
prevale la parola “crisi”
crisi . EE’ un periodo in cui,
cui noi giovani,
giovani stiamo sperimentando in modo duro gli
effetti della crisi economica, la mancanza di lavoro, le prospettive di un futuro incerto e che soffoca
a tratti la speranza e il desiderio di vedere realizzati i nostri sogni. E’ un tempo dove politicamente
và in scena ripetutamente la farsa carnevalesca e dove lo spettacolo o l’effetto ha più importanza
rispetto
tt ai problemi
l
d ll gente,
della
t alla
ll verità
t delle
d ll cose. Tutti
T tt noi poi, in fondo,
f d percepiamo un
appannamento sui valori, quelli che contano veramente, che fortificano e fanno crescere; viviamo
con difficoltà lo stare in mezzo alle persone, proviamo apatia nelle relazioni, abbiamo paura
dell’altro… Sono questi alcuni dei veri deserti della vita, che ci lasciano senza risposte, spaventati, in
attesa di un cambio di rotta e di un’urgente “resurrezione”. Occorre però saper accettare anche
queste tappe della vita e in questo tempo dobbiamo essere capaci di accogliere la Quaresima, senza
confinarla in semplici o faticose rinunce, ma lasciare spazio al silenzio e all’ascolto interiore
cercando di frenare un po’ la corsa del tempo e l’affollamento della mente e del cuore, disposto
troppo spesso a vendersi a buon mercato a ciò che offre il mondo. La Quaresima è di sua natura
un "tempo di conversione", un invito forte a riprendere in mano il timone della propria vita cristiana
per orientarla verso la Parola di Dio. “Puntare su Dio”. Sì, ecco la chiave, la strada, il vero impegno
qquaresimale: “Puntare su Dio” non su di noi e sulle nostre rinunce. La Quaresima allora và vissuta
come una possibilità per poter cambiare, per fare pulizia nella nostra vita, per ritrovare un cuore
puro. Vivere la grazia di sapienza per centrare la nostra vita su valori forti ed obiettivi alti, senza
lasciarsi ingannare da miraggi allettanti ma vuoti.
PUNTIAMO SU DIO!
MISSIONE…
QUARESIMA IN AZIONE!
Nella concretezza dei giorni per vivere la fede
“Camminiamo verso la Pasqua, assaporando il buon sapore di una vita donata cercando di
condividere il dono della fraternità che aiuta a superare le differenze e accompagna l’incontro con
chi è nuovo o viene dda lontano, con chi fa fatica, con chi soffre, con chi è solo. Scuotiamo ddi ddosso la
pigrizia, lasciamo che l’unica cosa che possa andare in crisi sia la nostra tranquillità, andiamo oltre
il nostro privato orticello e apriamoci ai problemi del mondo, fino ad assumere sulle nostre fragili
spalle il peso della fame nel mondo, il peso della miseria di molti popoli della terra, il peso della
violazione della giustizia e della frantumazione della pace fra le nazioni.
nazioni
S. Giovanni Crisostomo scriveva: "Vuoi onorare il Corpo di Cristo? Non tollerare che egli sia ignudo.
Dopo averlo onorato qui in Chiesa, non permettere che fuori muoia di freddo perché non ha di che
cosa vestirsi… Il Corpo di Cristo che sta sull'altare non ha bisogno di mantelli, ma di un cuore puro;
q ll che
quello
h sta
st fuori,
f ri invece,
inv ha
h bisogno
bis gn di cura".
r"
Viviamo la Quaresima nella preghiera, anche distante dai grandi eventi, con ‘i mezzi poveri’ e con
gesti semplici. Buon cammino di Quaresima!
TToigo AAndrea
d
[email protected]
ARTE…
NEL MONDO
LA RICERCA DELL’UOMO NELLA SCULTURA DI GIACOMETTI
Scultore celebre per le sue esili e filiformi figure umane, Alberto Giacometti nasce il 10 ottobre 1901 a
Borgonovo (Svizzera). Dopo aver frequentato la scuola d’arte e mestieri di Ginevra si trasferisce a
Parigi per seguire i corsi di scultura e successivamente a Roma per studiare i grandi maestri del
passato. Durante i suoi studi si appassiona all'opera di Tintoretto e di Giotto che gli ispirano l'idea di
realizzare un'arte primitiva. In questo periodo è forte il suo interesse nei confronti dell'antropologia, in
questo simile a molti suoi contemporanei, sperimentando in parte il metodo cubista. Giacometti nella
sua incessante ricerca non poteva trascurare il nascente Surrealismo, e infatti condivide con alcuni
suoi connazionali residenti nella capitale francese le simpatie per questo movimento. Dal 1927
comincia dunque ad esporre al Salon des Tuileries le sue prime sculture surrealiste. Il successo
finalmente bussa alla sua porta, dandogli l'occasione di entrare in un giro più prestigioso che gli
permette di venire a contatto con personalità straordinarie artistiche come Mirò e Picasso. Ma
Giacometti avverte anche l'esigenza di tornare sul tema della "rassomiglianza assoluta" e si concentra
nello studio della testa, partendo dallo sguardo, sede del pensiero. Cerca anche di disegnare figure
intere, nel tentativo di cogliere l'identità dei singoli esseri umani con un solo colpo d'occhio. I suoi lavori
tendono a portare alla luce l’essenza concettuale delle cose con forte funzionamento simbolico: le
figure umane sono allungate e con strutture lineari geometriche in una sorta di ingabbiatura ferrosa
che non rende identificabili i suoi personaggi, tipico dell’arte surrealista. Gli ultimi anni sono all'insegna
di un'attività frenetica e di un susseguirsi di grandi mostre in tutta Europa. Una sua scultura in
bronzo, "L'homme qui marche I" (L'uomo che cammina), è stata venduta all'inizio del mese di febbraio
2010 all'asta da Sotheby's per circa 75 milioni di euro: è il prezzo più alto mai pagato al mondo per
un'opera d'arte.
Prestifilippo Nancy
[email protected]
Curiosità dal mondo…
Un uomo di Londra ha attraversato l’Atlantico a remi per chiedere alla sua amata di sposarlo. Harry
Martin-Dreyer ha sfidato 3.000 miglia di oceano, tra onde, tempeste, squali e temperature tropicali,
assieme al compagno di viaggio Alex Brand. I due si sono cimentati nell’impresa dell’attraversamento
a remi per raccogliere fondi per la ricerca sulla leucemia (hanno raccolto circa 125 mila euro), ma
per Harry il viaggio aveva anche (e soprattutto) un altro significato speciale, dato dall’anello che
portava con sé in una bustina impermeabile. Il suo compagno di viaggio ha saputo dell’idea solo
quando erano già in mezzo all’oceano.
S,E. [email protected]
MUSICA…
NEL MONDO
THE FIVE STRING “BANJO”
Il banjo è un cordofono di origini africane, già popolare tra i neri americani durante la Guerra di
secessione americana nella sua versione a cinque corde e da allora largamente usato nella musica
tradizionale nordamericana. Alcuni studiosi fanno risalire le origini del banjo nella sua forma attuale
attorno alla prima metà dell'Ottocento, quando lo strumento assunse la sua forma attuale di cassa
armonica costruita come un tamburo, con un meccanismo per regolare la tensione della pelle (e non
più ricavata da una zucca essiccata con una pelle inchiodata), dotata di un manico con quattro corde
lunghe e una più corta, suonata dal pollice, usata come bordone acuto. Lo stesso nome "banjo"
potrebbe essere una corruzione di bandore o pandura, uno strumento musicale del tipo della chitarra,
oppure deriva da bania ,uno strumento primitivo similare. Il banjo a quattro corde ha goduto di una
grandissima popolarità nel jazz degli anni venti e trenta del secolo scorso grazie alla sua sonorità che
ne consentiva una maggiore udibilità rispetto alla chitarra, la quale pure fu il primo strumento usato a
New Orleans. Conosciuto già dal Presidente Thomas Jefferson, che addirittura gli dedicò una pagina
nel suo “ Notes on the State of Virginia “ del 1776, acquistò una crescente popolarità’ intorno al
1840. Fu la diffusione di un genere artistico a metà
tra musica e spettacolo interpretativo, The Minstrels, a
imporlo al grande pubblico per la sua facilità di
espressione e il suono assolutamente giocoso. E qui
entra in scena un personaggio fondamentale per la
storia della musica Americana: Stephen Foster,
considerato dai più come il vero padre della musica
Americana moderna. Il Banjo Americano assunse via
via caratteristiche sempre differenti, a seconda
dell’evoluzione della società e delle sue scelte artistico –
musicali: la cassa divenne di legno, particolarmente di
acero o di ebano, mentre il manico era di noce.
Le corde divennero metalliche ma fu mantenuta la pelle, possibilmente di capra o di
vitello. La tastiera non esisteva e fino a dopo la Guerra di Secessione del 1867 il Banjo ne fu privo.
Solo successivamente, intorno agli anni ’20, quando il Jazz lo adottò come strumento di espressione,
ggliene fu data una di ebano. Sul fenomeno delle 5 corde si pparla molto e con ppoca pprecisione. Si dice
che inizialmente le corde fossero 4 e che solo in seguito, intorno al 1830, venne aggiunta la famosa
quinta corda che dà rilievo e sostanza al suono del piccolo banjo: si tratta infatti di una particolarità
tipica di questo strumento, per cui accanto alla quarta corda, ma con una tonalità molto più alta
MUSICA…
NEL MONDO
THE FIVE STRING “BANJO”
venne apposta una corda solista, in grado da sola di oscurare col suo suono vibrante anche
strumenti musicali maggiormente complessi. Il banjo a 5 corde ( The five-string banjo) è comunque
invenzione nera e la sua paternità si fa risalire ancora ad uno schiavo delle piantagioni, un certo Joe
Sweeney, costruttore e suonatore di banjo, di cui spesso parlano le cronache locali.
Lo si descrive come un omone grosso ma dalle mani di
velluto e dalle incredibili capacità artigianali, che intagliava
il legno, lavorava l’argento e si recava spesso nelle
fattorie vicine pper aggiungere
gg g la famosa qquinta corda di
sua invenzione ai banjo degli estimatori del settore. Negli
anni ’30 l’interesse per il banjo si spense e tutti gli occhi
si spostarono verso gli stati del sudTexas, Louisiana e
p
lo swingg che si ppoteva suonare
Oklahoma, dove esplodeva
solo con vere orchestre. Per un po’il banjo rimase
relegato nel Texas, dove imperversava un fenomeno
musicale molto eterogeneo, la fusione dello stile Western
g ma ppoi venne spogliato
pg
della famosa qquinta
con lo Swing,
corda che ne aveva caratterizzato la fortuna al fine di
ottenere un suono più morbido, e infine soppiantato dal
pianoforte, dal contrabbasso e dall’esercito di fiati.
Toigo Diego
[email protected]
IL MONDO…
FUORI PORTA
IL MONDO FUORI PORTA
Cari amici e lettori, eccoci arrivati al secondo articolo della neonata rubrica “Il mondo...fuori porta”.
Nella prima uscita ho voluto parlarvi dell'iniziativa del “Mese della Pace” che si svolge ogni anno nel
Paese di Bolgare. Con l'articolo di oggi gioco sicuramente in casa, perché vi parlerò di alcune delle
iniziative che Punto di Fraternità Bergamo ha in cantiere e che si svolgeranno nel mese di Marzo. Nei
mesi appena trascorsi, la Repubblica Centro Africana è stata scossa dalla guerra civile; una guerra
giocata su un territorio già devastato dalla povertà e dalla fame. Le diverse fazioni si scontrano come
dei feroci giocatori di scacchi che muovono le proprie mosse verso l'avversario. La strategia è di
arrecare il danno maggiore, e per arrivare allo “scacco matto” non si esita a sacrificare qualche
pedina.... eppure quelle pedine hanno delle storie... Sono le storie di civili morti, dei bambini feriti e dei
villaggi depredati, incendiati, di missionari costretti alla fuga nella foresta...le storie della desolazione
che rimane dopo il passaggio dei Ribelli, che come cavallette fanno piazza pulita lasciando solo e
soltanto il NULLA. Anche la Missione Ngaoundaye, che noi sosteniamo è stata depredata, così come
tutte le Missioni vicine... Noi volontari conosciamo questa terribile storia, abbiamo letto le testimonianze
dei Frati e dei Laici che le hanno vissute...abbiamo visto le foto... Le foto, le testimonianze....le abbiamo
raccolte, abbiamo deciso che si deve sapere,che non si può lasciare che anche questa guerra
rimanga uno scontro fantasma e che le storie non vengano raccontate. Nasce così, guardando quelle
foto e leggendo quelle testimonianze, l'idea della Mostra Fotografica per far conoscere “L'Africa che
c'è, l'Africa che non vorremmo”. Sia ben chiaro, non si tratta di scatti di professionisti, dove gli
elementi sono ben equilibrati, i colori saggiamente disposti sullo sfondo e la luce studiata. Sono “istanti
rubati” dalle scene quotidiane, spesso immortalati con il telefonino, qualche volta un poco sgranate.
Eppure i soggetti ripresi, gli istanti fissati parlano da soli e raccontano la guerra.
La guerra....non la vogliamo spettacolizzare ma solo far
conoscere.
Il reportage fotografico “Vite Negate” sarà allestito nella Chiesa
del Buon Consiglio, gentilmente concessa dalla Parrocchia, a
Grumello del Monte e sarà aperta al pubblico dal 15 al 30
marzo 2014 tutte le sere e nel weekend anche durante gli
orari della messa.
Vi invito a venire, osservare e conoscere.
IL MONDO…
FUORI PORTA
IL MONDO FUORI PORTA
Nel mese appena iniziato prende avvio anche un'altra delle iniziative pensate da noi volontari di Punto
di Fraternità. Si tratta del progetto “Prendi il largo....”, un cammino rivolto ad un pubblico di giovani e
ragazzi come noi per affrontare, discutere e confrontarsi insieme, esporre i propri pensieri e
prendere così il largo salpando verso nuovi orizzonti. Il cammino prevede quattro incontri che si
svolgeranno un sabato sera di ogni mese, dalle 19:00 alle 22:00. Ogni serata prevede un momento
iniziale di cena condivisa e in un secondo momento verrà affrontato il tema proposto per la serata.
Per il primo incontro, previsto per il 22 marzo l'idea è di “prendere il largo” sul tema della
tossicodipendenza, grazie alla testimonianza di fede di un ragazzo ex tossicodipendente.
I successivi incontri si terranno il 12 aprile, il 10 maggio e il 14 giugno.
Anche per questa iniziativa non mi resta che invitarvi a venire, ascoltare, condividere e conoscere!
Rapis Elena
Elena Rapis [email protected]
LIBRO
IL CONTE DI MONTECRISTO di Alexandre Dumas
Il nome di questo capolavoro è noto a molti, tuttavia sono molti di meno coloro che lo
hanno letto. Più che una recensione questo è un invito a immergersi completamente nella
lettura di un romanzo che non deluderà le vostre aspettative. La trama è tanto avvincente
quanto intrecciata, sarebbe impossibile condensarla in due righe, quindi mi limito a
prendere un altra recensione che mi auguro sia uno stimolo alla lettura del libro.
“Classico. Questa semplice e spesso usurata parola descrive un romanzo che ha saputo
vincere la sfida del tempo, che continua a vendere copie, a stuzzicare la fantasia di
migliaia di lettori, rimanendo, nonostante siano trascorsi anche secoli dalla sua
pubblicazione, attuale, moderno e godibile. Tutte queste caratteristiche appartengono
appieno al "Conte di Montecristo", una delle più celebri opere di Dumas.”
Belotti Alessandro
[email protected]
FILM
AMISTAD (USA 1997)
Film
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l storia
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ll metà
tà del
d l 1800,
1800 che
h ha
h come
sfondo i tumulti dello schiavismo e delle lotte per l'abolizionismo. Un gruppo di schiavi
neri a bordo della nave “Amistad”, in rotta verso l'America, riesce a ribellarsi
all'equipaggio spagnolo e tenta di ritornare in Africa, ma viene fermato e catturato da
una nave americana. Il processo è tuttavia meno scontato di quello che sembra,
infatti si scopre che i neri non erano nati schiavi ma furono portati via dalla loro
p tri come uomini
patria
i i liberi,
lib ri quindi
q i di sii tratta
tr tt di ammutinamento
ti
t e assassinio
i i o di
rapimento? Il regista Steven Spielberg riesce a trasformare la vicenda in un
avvincente dramma giudiziario alla Grisham, dove grazie a un cast di grandi attori le
parole e i discorsi sono sapientemente pesati, mai banali e carichi di emozioni.
Belotti Alessandro
a belotti13@campus unimib it
[email protected]
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A questo numero hanno collaborato:
www.cmcapp.org
Edoardo Scaburri, Matteo Finazzi, Cristian Cortesi,
Andrea Toigo, Nancy Prestifilippo,
Elena rapis, Alessandro Belotti
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Foto: tratte dal web
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