Cinema Caffè - Parrocchia San Nicolao della Flue

Cinema Caffè
Cinema Teatro Delfino
Delfino – 26 Gennaio 2009
MAMMA MIA!
Di Phyllida Lloyd Con Meryl Streep. Colin Firth, Pierce Brosnan, Stellan Skarsgard, (108 minuti)
L'inverosimiglianza è la forza del musical. Due si guardano negli occhi, davanti al cielo che rosseggia al tramonto, ed
ecco che si mettono a cantare. Ma dai, nessuno ci casca più.
Eppure… eppure con Mamma mia!, di Phyllida Lloyd, ci si casca, eccome! E il pubblico, per una volta, è
intergenerazionale. Babbioni come il sottoscritto che rivivono con il rock melodico degli Abba un pizzico dei loro
sogni di gioventù e pimpanti teenager presi da un ritmo che sembra non avere età. Dunque, ricapitoliamo:un'isola greca
che più greca non si può, cielo e mare, un alberghetto lassù tra i monti gestito da mamma e figlia che si sta per sposare.
Manca il papà: la mammina, in gioventù, si è concessa qualche libertà e alla figlia non ha mai voluto svelare l'identità
del genitore. Sicché ora è lei che, giunta a un passo dall'altare,sente il bisogno di svelare l'arcano, invitando alla sua
festa i tre "papabili". Tra una canzone e un balletto, con attori che sembrano divertirsi ancor più di noi (sopra tutti una
fenomenale Meryl Streep): uscirete leggeri leggeri, garantito, e occhio a canticchiare in metrò quel motivetto che vi
piace tanto.. (Luigi Paini – Il sole 24Ore)
All'inizio si pensa che ci sia troppo sole, sin troppo mare turchino riflesso negli occhi delle ragazze, troppo hippy style
anche nella regia, sbrodolona e disattenta, vintage come i pantaloni a zampa d'elefante, pericolosamente vicina a
videocLip dell'epoca degli Abba. Poi, travolti dalla versione cinematografica del supercult di Broadway, si comincia a
ballare sulla poltrona al ritmo della musica, rapiti soprattutto dall'eclettica bravura di Meryl Streep, cantante e ballerina
capace di non prendersi sul serio, e dai refrain del gruppo musicale più camp e kitsch del secolo (scorso).
Improvvisamente pare meravigliosa persino quell'isoletta fatata dell'Egeo, così posticcia, con la ragazza che sta per
andare in sposa ma scopre di avere almeno tre possibili padri grazie alla spensieratezza giovanile della mamma
femminista. Il divertimento, se ci si lascia andare e non si pensa troppo al cinema, è garantito e infarcito dl nostalgia
per le tutine in lurex e le zeppe che i protagonisti, ormai vecchietti, esibiscono nell'estroso finale. Perché la riuscita del
film, come usa adesso, è dovuta soprattutto alla bravura scanzonata e autoironica delle pantere grigie Streep, Julie
Walters, Pierce Brosnan, Cohn Firth, Stellan Skarsgàrd (Piera Detassis - Panorama )
All'inizio Mamma mia! sembra proprio un film fessacchiotto, con quello scenario da cartolina e tremendamente
pittoresco, le facezie da musical antidiluviano, le stucchevoli canzoncine. Poi, pur restando fedele alle convenzioni e
allo scenario di una fiaba musicale (e al musical di successo da cui il film è tratto, con le canzoni degli Abba) che per
statuto non brilla per verosimiglianza, il film pian piano cresce di spessore…… Da una parte la generazione dei
genitori convinta di aver cambiato il mondo e tutta fiera di un passato giovanile ribelle e anticonformista, dall'altra
quella dei figli che sono invece ingabbiati nelle regole sociali, rinunciatari, privi di grandi ambizioni. Per dire però che
le cose non stanno proprio così rozzamente, il film lo dice indagando nei risvolti delle rispettive motivazioni, scelte,
comportamenti, aspettative — della mamma e della figlia: la prima forse è semplicemente fuggita da ciò che rivendica
orgogliosamente di aver rifiutato, la seconda forse si sta accingendo a un passo che non è lei a volere ma sua madre —
sciogliendo infine il nodo in un colpo di scena che ribalta la situazione. E sullo stesso scenario da favola s'ìnsinua il
dubbio: non esistono luoghi felici per definizione, specialmente se sono rifugio dalle scelte adulte (la madre) o destino
subito (la figlia)…. (Paolo d’Agostini - Repubblica)
Festoso e allegro, saldamente radicato nel musical classico dove si ama, sorride e si ammicca, Mamma mia!, da anni hit
di Broadway, ha invertito la tendenza negativa del box office italiano, partendo alla grande. Merito dei 20 song degli
Abba che sono piacevolissimi e dell' estetica del carino in cui una ragazzina quasi sposa invita i suoi tre possibili padri
per scoprire quale sia quello vero (il teorema inverso a Filumena Marturano). Meryl Streep, accesa di luce propria,
festeggia nostalgie con le amichette stagionate riscoprendo il fascino dei sentimenti: e nessuno se ne andrà dall' isola
meravigliosa greca senza aver rifondato le ragioni del cuore. Poco più che sufficiente lo script, ma il ritmo registico di
Phyllida Lloyd appartiene alla tradizione e le coreografie con pinne, fucili ed occhiali danno tocco vacanziero al
formidabile cast. Tra la fantastica Meryl e i suoi mariti, anche un ex 007. voto 7,5 (Maurizio porro – Corriere della
Sera)
Brevi note a uso degli antipatizzanti. Se non siete dei fan compulsivi degli ABBA; se le zeppe e i vestiti luccicanti anni
70 non vi incantano; se la sola idea di un musical di Broadway trasportato su un'isoletta greca piena di indigeni
sorridenti e pittoreschi sullo sfondo, vi fa venire l'orticaria; se insomma non pensereste mai di andare a vedere Mamma
mia!, state in guardia. Durante il film potreste scoprirvi di colpo convertiti, o quantomeno trasportati per poco meno di
due ore in un mondo così assurdo e zuccherino da abbattere ogni resistenza a suon di canzoni dannatamente
orecchiabili (per giunta sottotitolate, cosa che non guasta) e abilmente cucite insieme da una trama più maliziosa di
quanto sembri…… Non era una scommessa vinta in partenza. Quando Meryl Streep corre a zig-zag incontro alle
amiche di gioventù appena sbarcate sull'isoletta vestita con cappellone di paglia, salopette jeans e scarpe da tennis, per
poi improvvisare insieme un balletto goliardico tutto urli e mossette, ad esempio, il termometro del kitsch sfonda
ampiamente il tetto del sopportabile. Ma pochi minuti dopo ecco Meryl ballare sui tetti la sua allegria e il suo sconcerto
sulle note di Mamma mia!, e qualcosa inizia a sciogliersi.
Il resto, se vi lasciate andare e pensate che perfino la rigidità e le giacche stiratissime di Pierce Brosnan facciano parte
del gioco, può esser preso come una godibilissima prova di professionismo (ogni membro del cast trae forza e simpatia
anche dai suoi difetti).. (Natalia Aspesi – La Repubblica)
…..Nel film, ambientato senza badare a spese in varie isole a comporre il quadro di una sola località da sogno, si canta
e si balla continuamente all' insegna del «chi vuol esser lieto sia». La pirotecnica e prolungata esplosione di gioia non
esclude, peraltro, qualche intermezzo assorto, qualche punta di malinconia e (come si è detto) qualche lacrimuccia. Il
perfetto amalgama per mandare a casa la gente soddisfatta. Ma la carta vincente è Meryl Streep: nella parte di Donna fa
di tutto per rassicurare le signore di mezza età che la vita comincia a (quasi) 60 anni. Considerata a ragione la grande
tragica di Hollywood intona con grazia le canzoni, affronta con estro miracolosamente acrobatico i numeri musicali e
domina dall' alto del suo carisma l' affollato cast che pur conta nomi di grido quali Pierce Brosnan, Colin Firth e Stellan
Skarsgard, oltre alla giovane Amanda Seyfried e alla stagionata Julie Walters (ma l' elenco dei menzionabili potrebbe
allungarsi). Tutti obbligati a cantare dal vivo, senza doppiatori, per ottenere un risultato magari non ineccepibile anche
dal punto di vista del ballo, ma insolito e fresco. Gira e rigira, però, si torna sempre alla scatenata e irresistibile Meryl.
Verrebbe da constatare che né Greta, né Marlene, né Marilyn hanno osato tanto; e la mattatrice si riserva una botta
segreta da par suo. Ovvero si concede l' estremo lusso, nel colmo della carnevalata mediterranea, di trasmettere qualche
emozione sincera……. (Tullio Kezich – Corriere della Sera)
E settimana prossima Lunedì 2 Febbraio
SI PUO’ FARE
Di Giulio Manfredonia Con Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Bebo Storti
Milano, primi anni '80. Nello è un sindacalista dalle idee troppo avanzate per il suo tempo. Ritenuto scomodo
all'interno del sindacato viene allontanato e "retrocesso" al ruolo di direttore della Cooperativa 180,
un'associazione di malati di mente liberati dalla legge Basaglia e impegnati in (inutili) attività assistenziali.
Trovandosi a stretto contatto con i suoi nuovi dipendenti e scovate in ognuno di loro delle potenzialità, decide di
umanizzarli coinvolgendoli in un lavoro di squadra. Andando contro lo scetticismo del medico psichiatra che li ha
in cura, Nello integra nel mercato i soci della Cooperativa con un'attività innovativa e produttiva…… La
sceneggiatura scritta a quattro mani insieme all'autore del soggetto Fabio Bonifacci non ha falle e permette agli
attori di immergersi nella condizione dei loro personaggi con grazia. Sebbene Claudio Bisio dia un'ottima prova
recitativa nei panni di Nello, Si può fare è il frutto di un lavoro collettivo che vede tutti gli interpreti (compreso il
regista) impegnati a ricreare un ambiente credibile nel quale far muovere a piccoli passi un ensemble di "matti"
talmente autentici da strappare un applauso.
ZONA PALCO
Ricordiamo che è in corso al Delfino il 1° Concorso Teatrale Nazionale di compagnie
amatoriali organizzato da l’Associazione Culturale La Lampada e dal Cinema Teatro
Delfino
Le prossime date e i prossimi titoli sono:
31 gennaio: Aspettando Godot di Samuel Beckett
presentato dall’Associazione Culturale Ronzinante di Olgiate Molgora(LC)
14 febbraio: L’Affarista Mercadet di Honorè de Balzac
Presentato da Compagnia GAD Città di Trento
VI ASPETTIAMO NUMEROSI