Notiziario Centro Numismatico Valdostano Associazione culturale fondata nel 1958 del Centro Numismatico Valdostano Anno III n. 8 settembre / dicembre 2007 Quadrimestrale di informazione e aggiornamento riservato ai soci del Centro Numismatico Valdostano _____________________ Via Monte Pasubio, 13 -11100 Aosta Tel. 0165/230450 E-mail: [email protected] - Presidente: E. Calchera, - Vice Presidente: G. Cazzadore, - Segretario: A. Masiero, - Consiglieri: F. Martini, B. Saudino Orlandoni, M. Truddaiu, P. Giacosa - Tesoriere: D. Lupi. - Probiviri: M. Bionaz, G. Fedi, G. Ronzani. - Comunicazioni ai Soci Appuntamenti - Incontri mensili Rimangono fisse le riunioni presso la nostra sede il primo e il terzo giovedì di ogni mese. - Attività Proseguono i preparativi per la mostra che celebrerà nel 2008 il 50° anniversario della fondazione del Centro Numismatico Valdostano. Chiunque voglia partecipare alla preparazione e all’allestimento della mostra con idee e materiale sarà il ben accetto. Le Notiziario del Centro Numismatico Valdostano riunioni del comitato organizzativo si svolgono ogni venerdì del mese, salvo eccezioni o festività. - Appuntamenti La cena degli auguri di Natale si svolgerà come di consueto sabato 15 dicembre 2007 presso l’Hotel Europe in Piazza Narbonne. In quella occasione verrà presentata una bozza del programma delle manifestazioni organizzate per il 50° anniversario del Centro Numismatico Valdostano. - Notizie I Borboni del regno di Napoli e del regno di Sicilia di Leon Ottoz Figura 2 (Cartina del Regno delle 2 Sicilie. XIX secolo) Figura 1 (Stemma del regno di Napoli) Figura 3 (Carlo di Borbone, piastra coniata a Napoli nel 1736 che commemora la nascita del regno di Napoli come regno autonomo dalla Spagna. La legenda DE SOCIO PRINCEPS indica appunto il passaggio dallo stato di alleato a quello di monarchia). 2 Anno III n. 8 Il regno di Sicilia fu legato alla Spagna sin dal 1282 e il regno di Napoli sin dal 1443. I due Carlo di Borbone. VII di Napoli e di Sicilia (1734-1759) regni erano governati dalla corona dell’Aragona prima e della Spagna poi e amministrati da dei vicerè scelti tra i cadetti della dinastia regnante. Nel 1700 Carlo II d’Asburgo re di Spagna morì senza discendenti. Nel suo testamento aveva nominato come suo successore Filippo di Borbone, nipote del re di Francia Luigi XIV. Questa nomina però scontentava i “cugini” Asburgo, imperatori del sacro romano impero, che aspiravano al trono. Si scatenò così la guerra di successione spagnola, che si concluse nel 1713 con la pace di Utrecht. I trattati di pace stabilirono che il trono di Spagna venisse assegnato a Filippo, che divenne così Filippo V re di Spagna, ma che tutti i possedimenti spagnoli in Europa passassero nelle mani di Carlo VI d’Asburgo imperatore d’Austria. Questi possedimenti erano il regno di Sicilia, il regno di Napoli, il ducato di Milano, i Paesi Bassi. Fino al 1713 si trovano delle monete di questi stati battute a nome di Filippo V. Il regno di Sicilia venne assegnato a Vittorio Amedeo di Savoia che nel 1721 lo scambiò con la Sardegna. Nel 1734, dopo la guerra di successione polacca, il regno di Sicilia e il regno di Napoli passarono dalle mani Figura 4 (Ritratto di Carlo di Borbone) di Carlo VI d’Asburgo a quelle di Carlo di Borbone. I regni di Sicilia e di Napoli quindi, pur essendo due stati diversi, erano governati dallo stesso re. Verranno uniti nel 1815 col congresso di Vienna, che sancirà la nascita del regno delle due Sicilie. Figura 5 (Carlo di Borbone, piastra da 120 grana coniata a Napoli 1752) Quinto figlio del re di Spagna Filippo V, ma primo nato dal suo matrimonio con Elisabetta Farnese, Carlo I nacque nel 1716. Per parte di madre ereditò la successione al ducato di Parma, e divenne anche gran principe ereditario di Toscana. Nel 1731 divenne Duca di Parma. Nel 1734 con la sconfitta dell’imperatore Carlo VI nella guerra di successione 3 Notiziario del Centro Numismatico Valdostano polacca, le truppe spagnole conquistarono i regni di Napoli e di Sicilia, ma anziché Ferdinando IV di Napoli (1759-1816), III di Sicilia (1759-1816), I delle due Sicilie annetterli sotto la stessa corona, Filippo V preferì cederli a suo figlio: Carlo I di Parma così (1816-1825) divenne re di Sicilia e di Napoli. La scelta di Filippo V di separare la corona di Spagna da quelle di Napoli e di Sicilia era dovuta al fatto che il suo regno era già troppo grande, inoltre il fatto che il re non fosse mai presente nello stato creava un malcontento nei sudditi che si sentivano trascurati. Figura 4 (Carlo di Borbone, oncia d’oro coniata a Palermo nel 1736) Figura 5 (Ritratto di Ferdinando I re delle due Sicilie) Il titolo di re gli fu riconosciuto con il trattato di Vienna nel 1738. In cambio del trono, però, Carlo di Borbone dovette cedere la Toscana e il Ducato di Parma all’Austria. Nel 1759 a causa della follia il re di Spagna Ferdinando VII fu dichiarato incapace di regnare, e il trono fu offerto a suo fratello Carlo di Borbone che quindi abdicò in favore del figlio e migrò in Spagna ad occupare il trono. Figura 8 (Ferdinando IV, Piastra da 120 grana coniata a Napoli nel 1796) 4 Anno III n. 8 Terzo figlio di Carlo di Borbone, Ferdinando IV salì al trono molto giovane e il suo governo fu gestito da un consiglio di nobili capeggiato dal marchese Tanucci e dal principe di San Nicandro. Quest’ultimo fu incaricato della sua educazione, ma trascurò del tutto questo compito in modo da avere un maggior controllo del potere. Infatti Ferdinando cresceva senza un’educazione, andando a caccia, parlando solo dialetto e disprezzando tutte le attività del governo, e affidando tutte le decisioni al Tanucci. La sua assenza di educazione gli faceva preferire la compagnia del popolo anziché della corte, pare infatti che si travestisse da pescatore per fuggire ai ricevimenti della corte per frequentare il porto e le taverne. Proprio per queste sue scappatelle fu definito “il re lazzarone”. Figura 6 (Repubblica Napoletana, piastra da 12 carlini del 1799 coniata a Napoli) Nel 1767 venne organizzato il suo matrimonio con Maria Carolina d’Asburgo, la quale approfittò subito del carattere del re per prendere le decisioni politiche principali: cacciò il La repubblica durò poco, e grazie all’intervento inglese, Ferdinando si riprese il regno di Tanucci dal governo e riuscì a spostare il regno dall’orbita spagnola a quella austriaca. Napoli. In quest’occasione non rispettò le condizioni della resa con i Francesi, Inoltre promosse un governo di tipo illuminista attuando molte riforme nel campo della macchiandosi la reputazione. Dopo le vittorie di Napoleone a Marengo ed a Siena scuola, religione ed economia. Nel 1796, a tre anni dalla decapitazione dei monarchi Ferdinando fu costretto ad accettare le condizioni poste dai Francesi, ma tentò un’alleanza francesi, Ferdinando e Maria Carolina si allearono con l’Austria per tentare di placare la dapprima con la Russia e poi con l’Austria. Stanco dell’infedeltà del Borbone, nel 1805 rivoluzione francese, e iniziarono una costosa opera di fortificazioni per proteggersi da Napoleone occupò il regno di Napoli e vi pose a capo suo fratello Giuseppe. un’invasione giacobina e dei severi controlli ad opera della polizia interna. Confidando Ferdinando fuggì in fretta in Sicilia abbandonando addirittura la famiglia a Napoli. In nell’alleata Austria, Ferdinando invase Roma occupata dai rivoluzionari, ma non solo fu Sicilia affidò il governo al figlio Francesco, ma il potere in realtà era nelle mani degli sconfitto dalla Francia, ma nel 1799 perse il regno di Napoli caduto nelle mani dei Inglesi e Ferdinando fu costretto a concedere una costituzione. Con la sconfitta di rivoluzionari che proclamarono la repubblica napoletana. Ferdinando fuggì vigliaccamente Napoleone e col congresso di Vienna gli venne restituito il regno di Napoli che col regno di in Sicilia dove si rifugiò a Palermo portando con sé la cassa dello stato e gli oggetti di Sicilia costituirà il regno delle due Sicilie. valore, abbandonando il popolo. 5 Notiziario del Centro Numismatico Valdostano Francesco I (1825-1830) Figura 7 (Ferdinando I, piastra da 120 grana coniata a Napoli nel 1818) Ferdinando ritirò la costituzione e fece un concordato con la Chiesa in cui proclamò la religione cattolica l’unica legale nel regno. Nel 1820 scoppiarono dei moti a Ferdinando dovette riconcedere una costituzione, che, una volta placati i moti grazie ad un intervento austriaco, si rimangiò. Figura 8 (Ritratto di Francesco I) Morì nel 1825 lasciando il trono al figlio Francesco I. Figura 9 (Francesco I, piastra da 120 grana coniata a Napoli nel 1825) Figlio di Ferdinando, Francesco I aveva già regnato come vicario del regno per 10 anni in Sicilia nel periodo napoleonico. Di carattere più liberale rispetto al padre, da re promosse molte riforme economiche ad esempio introducendo una fabbrica di panni che dava lavoro 6 Anno III n. 8 a migliaia di persone. Inoltre riuscì ad allontanare il contingente di soldati austriaci presente sin dal 1820. Nel 1828 dovette sedare la rivolta del Cilento, in cui i locali si sollevarono contro il monarca per ottenere istituzioni rappresentative. La rivolta fu sedata grazie all’impiego di truppe svizzere mercenarie. Morì nel 1830. Ferdinando II (1830-1859) Figura 11 (Ferdinando II, piastra da 120 grana coniata a Napoli nel 1859) Salito al trono nel 1830, Ferdinando sostituendo i ministri di suo padre e richiamando ministri murattiani sembrava essere un sovrano liberale: venne addirittura proposto dai risorgimentali come sovrano per realizzare l’unità d’Italia, proposta che egli rifiutò. Figura 10 (ritratto di Ferdinando II) Figura 12 ( progetto di bandiera per l’Italia unita dalla monarchia Borbonica) Egli fu un ottimo amministratore, favorì lo sviluppo tecnologico introducendo la prima ferrovia in Italia, favorì il commercio con trattati economici con varie potenze e incrementò 7 Notiziario del Centro Numismatico Valdostano la marina mercantile e in Sicilia cercò di abolire il sistema feudale che era ancora vigente. Francesco II (1859-1860) La sua parvenza di liberale risultò infondata: Ferdinando II era un sovrano assolutista che non sopportava intromissioni nelle sue decisioni. Ciò determinò un isolamento politico con le potenze estere e l’inimicizia dei sudditi, che esplose con i moti del 1848. Grazie all’intervento del Filangeri, che per domare la rivolta della Sicilia dovette ricorrere a cannoneggiare la città, Ferdinando riuscì a placare i moti, ma dovette concedere la costituzione. Per l’episodio Ferdinando ricevette il soprannome di re Bomba. Ci sono molte monete dell’epoca modificate con punzoni in modo da denigrare il sovrano. Morì nel 1859 colpito da una malattia che lo logorò per mesi. Figura 13 (Re Francesco II e sua moglie Maria Sofia di Baviera, sorella dell’imperatrice Sissi) Figura 14 (Francesco II, 10 tornesi del 1859 coniati a Napoli) 8 Anno III n. 8 Figlio di Ferdinando II, salì al trono nel 1859 e si trovò a fronteggiare numerosi problemi: residui dei cordoni d’unione tra i tondelli stessi, facendo un’analogia con altri tipi di primo fra tutti l’invasione della Sicilia da parte dei Mille capeggiati da Garibaldi. Di monetazioni. carattere indeciso, non seppe organizzare bene una difesa contro l’invasore, anche perché Questo sistema avrebbe in ogni modo permesso una produzione massiccia e con notevole molti dei suoi ufficiali lo tradirono facendosi corrompere dal nemico. risparmio di tempo, trattandosi di emissioni spicciole destinate alla numerosa popolazione Le forze borboniche non furono in grado di recuperare l’isola e di arrestare l’avanzata di di quella vasta area territoriale qual’era già la Russia dell’epoca. Garibaldi e nel 1860 fu costretto a ritirarsi a Gaeta, dove resistette ad un assedio di tre mesi. La Numismatica, quale scienza esatta e complessa, è sempre pronta però a smentire Andò in esilio a Roma, e dopo il 1870 a Parigi, dove morì nel 1894. qualsiasi supposizione e congettura. Infatti, da una casuale ricerca su Internet, sono venuto Interessante il fatto che esistono delle monete da 10 tornesi datate 1859, ma prive della a conoscenza che queste monetine erano prodotte tagliando piccoli segmenti di filo firma dell’incisore, che sarebbero state coniate a Roma e usate dai Borbonici in esilio per d’argento di diametro e lunghezza prestabiliti che poi venivano coniati a mano. Il risultato finanziare la resistenza nelle terre occupate dall’invasore sabaudo, resistenza che il neonato finale sono esemplari dalla particolare forma allungata, con queste due estremità derivanti regno d’Italia chiamò con disprezzo brigantaggio. dai tagli di questo filo, con il conio non sempre centrato e con parte delle leggende in Con questo capitolo si conclude la rassegna di tutti gli appartenenti alla famiglia di cirillico spesso fuori campo. Borbone che hanno coniato moneta. Per gli appassionati di questa monetazione, potrebbe essere motivo di una raccolta di stesse tipologie per completare così le leggende, un po’ come un puzzle, sempre che conoscano il - Curiosità - cirillico però! Tecnica di produzione dei denga d’argento russi di Alessandro Masiero Da sempre incuriosito dalla forma particolare dei denga russi d’argento, recentemente ho avuto l’occasione di acquistarne alcuni esemplari di sovrani e zecche diversi, in modo particolare di: Ivan IV Vassilijevitch detto il Terribile (1533-1547), Boris Godunov (15981605), Mikhail Fedorovich (1615-1645) e Pietro I il Grande (1682-1725). Per molto tempo mi sono chiesto del perché di quella forma a “goccia” e quindi, di come Fig. 1 (Denga di Pietro I il Grande; 1682-1725). venivano preparati i tondelli. Inizialmente pensavo che la loro produzione avvenisse per fusione in stampi a catena, per via delle due protuberanze che avevo interpretato come 9 Notiziario del Centro Numismatico Valdostano - Nuove acquisizioni della biblioteca Libri - Lecompte J. Monnaies et jetons des colonies françaises. Editions Gadoury 2007. Riviste - Cronaca Numismatica n. 195, 196, 197,198, 199, 200 - Panorama Numismatico n. 217, 218, 219, 220, 221 - Monete Antiche n. 32, 33, 34, 35 - Calendario degli eventi (Settembre - Dicembre 2007) Mercatini dell’usato - Borgo d’Ale. “Mercatino dell’antiquariato” (3°domenica di ogni mese). - Carmagnola. “Il mercatino” (2°domenica di ogni mese escluso agosto). - Casale Monferrato. “Mercatino dell’antiquariato” (2° domenica e sabato precedente escluso agosto). - Chieri. “Mercà d'la roba veja e antica” (1°sabato di ogni mese esclusi gennaio e agosto). - Moncalieri. “Rabadan an piassa” (1°domenica di ogni mese). - Montalto. “Mercatino sotto il Castello” (1° domenica di ottobre e la 4° domenica di novembre in contemporanea con la Sagra del Cavolo Verza). - Nizza Monferrato. “Mercatino dell’antiquariato” (3°domenica di ogni mese). - Rivoli. “Mercatino delle pulci” (3°domenica di ogni mese). - Santena. “Porta portese” (1°domenica di ogni mese). 10 - Torino. “Gran Balon” (2° domenica di ogni mese).