Bando di ricerca Regione – Università 2013 In sintesi, i sei progetti

Modena, 16 dicembre 2013
Bando di ricerca Regione – Università 2013
In sintesi, i sei progetti premiati
Area 2 “Ricerca per il Governo Clinico”
1. Efficacia di un programma di prevenzione multifattoriale e personalizzata delle cadute
nell'anziano residente a domicilio in confronto al trattamento convenzionale: studio
randomizzato controllato
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Finanziamento: 334.400 euro
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Responsabile scientifico: dott. Fabio La Porta, medico, Medicina Riabilitativa, Ospedale
Sant’Agostino Estense di Baggiovara
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Curriculum: Nato a Palermo, classe 1968, Fabio La Porta si è laureato nella città siciliana nel
1994 e si è specializzato in Neurologia nel 1998. Dal 1998 al 2003 ha lavorato nel Regno Unito
dove ha sviluppato un interesse per la Neuro-Riabilitazione. Dal 2006 a oggi (salvo alcuni mesi
a cavallo tra il 2012-2013 trascorsi a Gravedona) lavora in Medicina Riabilitativa del NOCSAE
di Baggiovara. Vanta un Master di 2° livello in Neuropsicologia Clinica (2008; Università di
Padova) e sta attualmente frequentando il 3° anno del corso di dottorato in “Advanced
Sciences and Technologies in Rehabilitation Medicine and Sports” presso l'Università degli
Studi di Tor Vergata a Roma. Docente a contratto presso l’Università degli Studi di Ferrara
(2006-2012) e presso l’Università degli Studi di Modena Reggio-Emilia (dal 2008), è
attualmente Consigliere Direttivo della Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica
(SIAMOC). Vanta diverse pubblicazioni sul tema della Misurazione del funzionamento umano e
dell’equilibrio.
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Scheda progetto: Lo studio è mirato alla prevenzione delle cadute negli anziani residenti a
domicilio e sarà rivolto ad un campione di anziani delle province di Modena e Reggio Emilia,
includendo soggetti con Morbo di Parkinson ed ictus, spesso esclusi da questa tipologia
d'intervento. Un ulteriore elemento innovativo è l'arruolamento dei soggetti a rischio in fase
preclinica, quando cioè non hanno presentato ancora cadute pur essendo ad alto rischio. E'
previsto l'utilizzo di sensori inerziali indossabili per migliorare l'accuratezza diagnostica delle
procedure di screening per il rischio di caduta. È noto che il rischio di caduta nell'anziano
aumenta in funzione dell'età dal 35% al 50%, qualora all'età si aggiunga anche un'alterazione
dell'equilibrio dovuta a Malattia di Parkinson o esiti di ischemia cerebrale il rischio di caduta
aumenta ulteriormente fino al 70-80%. La prevenzione delle cadute negli anziani residenti a
domicilio è anche uno dei pilastri di un'azione su larga scala dell'Unione Europea, atta a
promuovere un stile di invecchiamento sano e attivo in Europa (European Innovation
Partnership on Active and Healthy Aging: EIP-AHA). Il presente studio concretizza alcuni degli
obiettivi del progetto PROFITER (PRevention Of Falls IniTiative in Emilia Romagna), elaborato,
tra gli altri, da alcuni dei Professionisti del gruppo di ricerca modenese nel contesto della
partecipazione della nostra Regione all'EIP-AHA.
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Collaborazioni: Collaboreranno al progetto il Dr. Franco Valzania (U.O di Neurologia,
NOCSAE Baggiovara), la Dr.ssa Chiara Mussi (U.O. di Geriatria, NOCSAE Baggiovara), la
Dr.ssa Monica Montanari (Dipartimento di Cure Primarie, AUSL di Modena), il Dr. Athos Borghi
e il Dr. Roberto Chiesa (U.O di Degenza post-acuzie, Azienda Ospedaliero Universitaria
Policlinico di Modena), il Dr. Francesco Lombardi (AUSL di Reggio Emilia), il Dr. Giulio Pioli e il
Dr. Claudio Tedeschi (ASMN-IRCCS-Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio
Emilia).
2. Studio di “comparative effectiveness” dei nuovi anticoagulanti orali rispetto agli
anticoagulanti anti-vitamina k nel contesto assistenziale della Regione Emilia-Romagna
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Finanziamento: 264.000 euro
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Responsabile scientifico: dott. Marco Marietta, medico dell’Ematologia, Policlinico di Modena
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Curriculum. Modenese, classe 1959, il dottor Marco Marietta si è laureato a Modena nel 1984
e si è specializzato in Ematologia sempre nel nostro ateneo. Dal 1996 lavora presso la
Struttura Complessa di Ematologia del Policlinico, dal 1998 è responsabile del Centro Emofilie
di Modena, inserito nella rete Hub and Spoke della Regione per l’assistenza dei pazienti con
malattie congenite dell’emostasi. Dal 2008 è responsabile della Struttura Semplice di Malattie
della Coagulazione del Policlinico che, tra l’altro, segue l’Ambulatorio Terapia Anticoagulante
Orale (TAO). Membro del gruppo “Coordinamento dei Centri per la Trombofilia” è responsabile
del progetto “Prevenzione del Trombo-Embolismo Venoso (TEV) in area chirurgica del
Policlinico.
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Scheda progetto: Lo studio di “efficacia comparativa” vuole valutare i nuovi farmaci
anticoagulanti orali (NAO, che inibiscono direttamente i fattori coagulanti) per la prevenzione
del tromboembolismo nei pazienti con fibrillazione atriale (FA). Su questi farmaci – alcuni
recentemente registrati in Italia (Dabigatran e Rivaroxaban) altri o di imminente registrazione
(Apixaban) – esistono studi registrativi di ampie dimensioni che, però, non possono essere
direttamente trasferiti alla popolazione della Regione Emilia-Romagna che ha caratteristiche
diverse dal “campione” utilizzato da questi studi. Il progetto quindi vuole acquisire dati di
comparative effectiveness, sia sull’efficacia sia sulla sicurezza dei NAO nel mondo reale, in
confronto con la famiglia di farmaci anticoagulanti attualmente utilizzati (AVK che inibiscono la
vitamina K che attiva in fattori della coagulazione) anche su aspetti della gestione pratica,
come le emergenze non chiariti dagli studi registrativi. Si tratta di uno studio di osservazionale
e di comparazione di efficacia tra NAO e AVK nei pazienti con FA in Emilia Romagna, che
valuti l’incidenza di eventi embolici, di emorragie maggiori e di emorragie intracraniche in base
all’utilizzo delle due famiglie di farmaci. Altro risultato atteso è la creazione di un Network
Regionale dei Centri prescrittori per migliorare la qualità del controllo della terapia con AVK.
3. La gestione del dolore in corso di travaglio di parto: utilizzo di sistemi di erogazione
peridurale intermittente per il miglioramento dell’outcome ostetrico e la riduzione del carico
assistenziale
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Finanziamento: 247.280 euro
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Responsabile scientifico: prof. Alberto Pasetto, Direttore Anestesia e Rianimazione 1,
Policlinico di Modena
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Curriculum: Originario di Bussolengo (VR), classe 1944 il prof. Alberto Pasetto si è laureato
nel 1970 presso l’Università degli studi di Padova (sede di Verona) dove si è specializzato in
Anestesia e Rianimazione nel 1973. Professore associato di Anestesiologia dal 1984, dal 1986
è divenuto Professore Ordinario. Dal 1999 è al Policlinico di Modena dove dirige la Scuola di
Specializzazione di Anestesia e Rianimazione e Dirige la Struttura Complessa di Anestesia e
Rianimazione 1. Ricopre diverse cariche in organismi scientifici tra le quali spiccano quella di
Past President dell’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD), Vice Presidente della
Società Italiana di Anestesia, Analgesia,Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI),
Presidente del Collegio dei Professori Ordinari di Anestesia e Rianimazione (CPOAR). Dal
31.12.2013 andrà in pensione, cessando dall’attività istituzionale, ma continuerà a seguire con
i collaboratori le ricerche in atto.
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Scheda progetto: L’inserimento della parto-analgesia nei Livelli Essenziali di Assistenza
(LEA) porterà ad un aumento di richieste materne visto che il 60% delle gestanti quantifica il
dolore del parto da severo a intollerabile. Lo studio si propone di verificare se l’utilizzo di presidi
automatizzati, pompe di infusione che somministrano boli di anestetico a intermittenza, in
alternativa alla tecnica manuale convenzionale, consenta di evitare l’atteso incremento dei parti
strumentali, pur mantenendo un livello di analgesia soddisfacente. La parto-analgesia, infatti,
che prevede sempre la presenza costante dell’anestesista in sala parto, comporta il ricorso al
taglio cesareo nel 16-30% dei casi. Altro obiettivo è valutare se, insieme alla qualità della
analgesia e alla riduzione degli eventi avversi, l’utilizzo di questi presidi consenta anche una
razionalizzazione del lavoro dell’anestesista. Lo studio, di 24 mesi, coinvolge un gruppo di 450
donne trattate col presidio automatizzato e un secondo gruppo di controllo, di altre 450 donne,
trattate con la tecnica manuale.
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Collaborazioni: Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione I AOU Policlinico di Modena,
Struttura Complessa Anestesia Ospedale Ramazzini di Carpi, Struttura Complessa di
Anestesia e Rianimazione AOU di Parma.
4. La Triplice Terapia dell’ECA HCV–positiva con Boceprevir e Telaprevir nella pratica
clinica reale
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Finanziamento: 264.000 euro
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Responsabile scientifico: Prof.ssa Erica Villa, Direttore Gastroenterologia Policlinico di
Modena
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Curriculum: Nata a Reggio Emilia, classe 1951, la professoressa Erica Villa si è laureata a
Modena nel 1975 e dal 1992 è Professore Associato di Gastroenterologia del nostro Ateneo.
Dal 2003 dirige la Struttura Complessa di Gastroenterologia del Policlinico e dal 2007 è
Direttore della scuola di Specializzazione di Gastroenterologia dall’Ateneo. Dal 2010 dirige il
Dipartimento ad Attività Integrata di Medicine, Medicina d’Urgenza e Specialità Mediche. Dal
2012 è “Expert Hepatologist” all’European Medicine Agency (EMA). I suoi campi principali di
ricerca sono la fisiopatologia epatica, la colestasi intra-epatca ricorrente benigna, le malattie
epatiche virali, la cirrosi e i meccanismi di scompenso, la carcinogenesis epatica e intestinale.
È autore o coautore di 105 pubblicazioni con un H-Index di 32.
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Scheda progetto: L’obiettivo primario dello studio è di mettere a punto un modello di
predizione della risposta sostenuta alle terapie antivirali nei pazienti affetti da epatite cronica in
modo da poter identificare al meglio i pazienti con bassa, intermedia ed alta probabilità di
risposta alle terapie. Altri obiettivi sono la verifica del livello di aderenza alla terapia (cioè la
misura in cui il comportamento di un paziente corrisponde alle raccomandazioni del proprio
medico curante) e la valutazione dell’entità degli effetti collaterali sull’effettuazione delle nuove
terapie antivirali. I pazienti coinvolti nello studio sono i soggetti affetti da epatite C in cui la cura
dell’infezione con la terapia antivirale permette di arrestare la progressione di malattia. Con i
nuovi farmaci a disposizione, la probabilità di guarigione arriva al 50-70% dei casi trattati. Il
progetto prevede la realizzazione di un network integrato tra i vari centri, con la creazione di un
database informatizzato nel quale saranno immessi in modo prospettico i dati epidemiologico –
virologico - clinici relativi a tutti i pazienti con epatite C trattati con le nuove terapie antivirali.
L’elaborazione statistica e l’analisi dei dati ottenuti permetteranno di verificare la possibilità di
predire la risposta alla terapia antivirale.
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Collaborazioni: Gastroenterologia, AOU Modena – Centro Coordinatore, Malattie Infettive,
AOU Modena, Patologia Clinica - Tossicologia e Diagnostica Avanzata, AUSL, Modena,
Malattie Infettive, AOU Parma, Malattie Infettive, ASMN Reggio Emilia, Medicina Interna, AOU
Sant’Orsola di Bologna.
Area 1 “Bando Giovani ricercatori “Alessandro Liberati”
1. Role of diaphragmatic ultrasound in prognosis and in respiratory evaluation in patient
with amyotrophic lateral sclerosis (EcoDiSLA) (Ruolo dell’ecografia diaframmatica nella
prognosi e nella valutazione respiratoria del paziente con Sclerosi Laterale Amiotrofica)
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Finanziamento: 90.000 euro
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Responsabile scientifico: dott. Riccardo Fantini, medico della S.C. di Malattie dell’Apparato
Respiratorio, Policlinico di Modena
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Curriculum: Nato a Reggio Emilia, classe 1983, il dottor Fantini si è laureato in Medicina e
Chirurgia nel 2008 presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia dove si è
Specializzato in Malattie dell’Apparato Respiratorio, sviluppando esperienza nell’ecografia
diaframmatica. Ha vinto il Premio “Antonino Mistretta” per giovani ricercatori della Società
Italiana di Medicina Respiratoria.
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Scheda progetto: Lo studio che coinvolgerà 50 pazienti vuole verificare il possibile ruolo
dell’ecografia diaframmatica come test diagnostico dell’insufficienza ventilatoria nei pazienti
affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). L’incidenza della SLA è, in media, di 2-3 casi
ogni 100.000 abitanti ogni anno e in provincia di Modena si contano 80-100 casi di SLA. La
principale causa di morte di questi pazienti è l’insufficienza respiratoria e, in generale, le
complicanze respiratorie. Per questo è importante monitorare la funzionalità dei muscoli
respiratori per poter valutare la necessità di iniziare i supporti ventilatori meccanici non invasivi
(NIV) o invasivi che possono migliorare non solo la sopravvivenza ma la qualità della vità. I test
sino ad oggi a disposizione sono la spirometria (che necessita della collaborazione del
paziente e una conservata mobilità della muscolatura), il test SNIP che dipende dalla
collaborazione del paziente, l’emogasanalisi arteriosa che riscontra la comparsa di
insufficienza respiratoria ma non fornisce informazioni preventive. Infine, lo studio del nervo
frenico che è molto complessa e invasiva. Lo studio parte quindi dai limiti delle attuali
metodiche per ricercare un test ideale che dovrebbe essere semplice, non invasivo, in grado di
riscontrare precocemente alterazioni della funzionalità ventilatoria quando ancora non siano
presenti segni di insufficienza respiratoria, ed eseguibile anche in assenza di collaborazione
del paziente.
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Collaborazioni: U.O. Neurologia, Dipartimento di Neuroscienze, Nuovo Ospedale Civile
S.Agostino-Estense di Modena
2. Investigation of human epileptic networks by fMRI based effective connectivity: a new
approach to identify the neuronal drivers of the pathological activity in surgically
remediable epilepsies (Studio dei network cortico-sottocorticali sottesi alle anomalie
epilettiche mediante analisi di connettivitá effettiva dei dati di risonanza magnetica
funzionale: un nuovo approccio per identificare il focus epilettogeno nelle epilessie focali
farmacoresistenti candidate alla chirurgia)
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Finanziamento: 162.000 euro
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Responsabile scientifico: dott.ssa Anna Elisabetta Vaudano, medico di Neurologia, Nuovo
Ospedale Civile S.Agostino-Estense di Modena
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Curriculum: Nata a La Spezia, classe 1978, la dottoressa Anna Elisabetta Vaudano si è
laureata nel 2002 a Torino e si è specializzata in Neurologia nel 2007 a Roma. Nel Giugno
2013 ha vinto il Premio “GianCarlo Muscas” per il miglior articolo scientifico pubblicato
nell'anno 2012 su riviste internazionali indicizzate da un ricercatore under 40. Dall’Ottobre del
2013 è membro della task-force internazionale (ILAE-International League Against Epilepsy)
delle Neuroimmagini in Epilessia. Nella sua attività di ricerca, Dr. Vaudano si è focalizzata
principalmente alle applicazioni delle neuroimmagini funzionali, in particolare della
coregistrazione EEG e fMRI in epilessia. Oggetto principale dei suoi studi sono gli algoritmi di
analisi di connettività a partire dai dati fMRI in pazienti con epilessia. Dall’Aprile 2012 ricopre la
Post-Doc position, presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, nell’ambito del
progetto di ricerca: “Localizzazione dei networks epilettogeni attraverso la co-registrazione
simultanea di EEG e risonanza magnetica funzionale (fMRI)”. Ha iniziato ad occuparsi di
Risonanza magnetica funzionale in ambito epilettologico nel corso degli studi Universitari per
poi perfezionare le proprie conoscenze presso il Department of Clinical and Experimental
Epilepsy, UCL, Londra. E' membro della commissione internazionale ILAE (International
League Against Epilepsy) per le neuroimmagini in Epilessia ha ricevuto riconoscimenti
nazionali ed internazionali ed è prima autrice e coautrice di diversi lavori pubblicati su riviste
internazionali.
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Scheda progetto: Studiare i network cerebrali che sottendono alla genesi delle anomalie
epilettiche in pazienti con epilessia parziale farmacoresistente mediante una nuova metodica di
analisi di connettività effettiva (chiamata Dynamc Causal Modelling-DCM) a partire dai dati di
Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI). Se validata con successo, questa metodica potrebbe
creare le basi per un approccio alternativo, rispetto allo studio elettroencefalografico
intracranico, per la localizzazione della zona cerebrale che genera le anomalie epilettiformi.
Per informazioni:
Antonio Pignatiello 347 5538247 [email protected]
Massimiliano Laviola
Gabriele Sorrentino 339.6720892 [email protected]