campagna di misurazione dei campi elettrici e magnetici

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Relazione finale progetto art. 104
CAMPAGNA DI MISURAZIONE DEI CAMPI
ELETTRICI E MAGNETICI
al fine di valutare situazioni di potenziale rischio per i lavoratori e per la popolazione ed
individuare eventuali situazioni di incompatibilità elettromagnetica all’interno dei Campus
del Politecnico di Milano siti in Città Studi
Milano, maggio 2006
Servizio Prevenzione e Protezione
SOMMARIO
INTRODUZIONE........................................................................................................................................................ 3
Scopo del progetto ..................................................................................................................................................... 3
Fasi del progetto......................................................................................................................................................... 5
Tempistica.................................................................................................................................................................. 5
Personale .................................................................................................................................................................... 5
INDIVIDUAZIONE DELLE FONTI DI RISCHIO................................................................................................. 6
Linee di trasmissione e cabine elettriche ................................................................................................................... 6
Unità videoterminale.................................................................................................................................................. 7
Macchine utensili ..................................................................................................................................................... 11
Apparecchi di laboratorio......................................................................................................................................... 12
Elettrodomestici e altre apparecchiature elettriche di ufficio .................................................................................. 15
Varchi magnetici ...................................................................................................................................................... 16
Stazioni Radio Base ................................................................................................................................................. 17
Reti senza fili (Wi-Fi) .............................................................................................................................................. 18
RILIEVO STRUMENTALE .................................................................................................................................... 20
Strategia di misura ................................................................................................................................................... 20
Strumentazione utilizzata ........................................................................................................................................ 21
RIFERIMENTI NORMATIVI................................................................................................................................. 23
RISULTATI................................................................................................................................................................ 26
Analisi di dettaglio dei casi più interessanti............................................................................................................. 26
Presentazione integrale dei risultati ......................................................................................................................... 42
CONCLUSIONI ......................................................................................................................................................... 43
POSSIBILI SVILUPPI .............................................................................................................................................. 46
BIBLIOGRAFIA........................................................................................................................................................ 47
ELENCO DELLE LEGGI APPLICABILI............................................................................................................. 48
ALLEGATI
I – Schede rilievo
II – Registrazioni dati rilevati (solo CD rom)
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INTRODUZIONE
Scopo del progetto
Negli ultimi anni si è assistito ad un crescente interesse da parte dell’opinione pubblica e degli
organi di informazione riguardo alle problematiche inerenti l’emissioni di campo elettrico,
magnetico ed elettromagnetico da sorgenti quali elettrodotti, cabine di trasformazione, stazioni
radio base per la telefonia cellulare, monitor, ecc. La mancanza di dati scientifici accreditati sui
possibili effetti nocivi indotti sulla salute umana, in particolare in caso di esposizione prolungata
nel tempo (effetti cronici), la crescente diffusione di impianti in ambito militare, industriale e di
servizi di pubblica utilità, nonché una cattiva e parziale informazione da parte dei mass-media,
hanno determinato il diffondersi di un generale senso di disagio, quando non addirittura di
allarme, di fronte alla problematica elettromagnetica.
Nel febbraio 2001 è stata emanata la legge n. 36, “Legge quadro sulla protezione dalle
esposizioni a campi elettrici , magnetici ed elettromagnetici”, una legge da tempo richiesta ed
attesa non solo dagli enti pubblici ed amministrativi ma soprattutto dai comuni cittadini.
La legge quadro ha lo scopo di dettare dei principi fondamentali diretti a:
a) assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli
effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione (“La Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività [omissis]”);
b) promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare
misura di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione di cui all’articolo
174, paragrafo2, del trattato istitutivo dell’Unione Europea;
c) assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio, promuovere l’innovazione tecnologica e le
azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili.
L’articolo 3 è specificatamente dedicato, al fine di applicare correttamente la legge, alle
definizioni di esposizione, limite di esposizione, valore di attenzione e obbiettivi di qualità.
E’ importante mettere in evidenza la definizione di “obbiettivi di qualità”, cioè di valori di
campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico da conseguire nel breve, medio e lungo periodo
per tutelare la popolazione da eventuali rischi legati all’esposizione, obiettivi che possono essere
raggiunti anche utilizzando innovazioni tecnologiche. Questo comporta necessariamente
l’introduzione di misure che portino a ridurre l’esposizione della popolazione anche nel caso in
cui siano già rispettati i limiti e le misure di cautela definite nel decreto. L’obbiettivo di qualità è,
in altri termini, lo strumento che consente di realizzare il principio di minimizzazione delle
esposizioni indebite dei lavoratori e della popolazione in generale.
Gli effetti a lungo termine sono legati ad esposizioni prolungate, intendendo con questo sia una
parte significativa della giornata, sia una parte significativa di giorni nel mese e di mesi
nell’anno.
Gli ambienti di lavoro sono certamente luoghi di maggiore attenzione per quanto concerne una
potenziale esposizione prolungata. In particolare, i lavoratori esposti per ragioni “non
professionali” sono in tutto e per tutto assimilabili alla popolazione per quanto concerne la
normativa italiana. E’ utile, a tal fine, ricordare la definizione di lavoratori esposti per ragioni
professionali: “tutti coloro che, operando nel settore della costruzione, esercizio, manutenzione,
ecc. degli impianti, devono essere a conoscenza dei rischi legati all’esposizione ai campi
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elettromagnetici e sono periodicamente sottoposti a controlli sanitari in ottemperanza al D.Lgs.
626/94”.
Un tipico caso di lavoratori potenzialmente esposti per ragioni “non professionali” è costituito
dagli impiegati e da tutti coloro che svolgono mansioni di ufficio. In questi ambienti di lavoro
oltre alle sorgenti classificate come “interne” quali gli impianti elettrici e di illuminazione, si
possono trovare apparecchiature quali fotocopiatrici o personal computer con monitor a tubi
catodici, inoltre, se nei locali prospicienti sono situate cabine di trasformazione MT/BT, quadri
elettrici, cavi e sbarre BT allora può essere necessaria una misurazione per la valutazione campi
elettrici e magnetici.
Un ulteriore aspetto che si intende valutare con una campagna di misurazione dei campi elettrici
e magnetici è quello di individuare eventuali situazioni in cui possono insorgere fenomeni di
incompatibilità di apparecchi elettrici ed elettronici con i livelli di intensità dei campi presenti.
In base infatti al D.Lgs. 615/96 “Attuazione della direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 3
maggio 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla
compatibilità elettromagnetica, modificata ed integrata dalla direttiva 92/31/CEE del Consiglio
del 28 aprile 1992, dalla direttiva 93/68/CEE del Consiglio del 22 luglio 1993 e dalla direttiva
93/97/CEE del Consiglio del 29 ottobre 1993”, gli apparecchi debbono essere costruiti (art. 4) in
modo tale che:
a) i disturbi elettromagnetici da essi generati siano limitati ad un livello che permetta agli
apparecchi radio e di telecomunicazioni ed agli altri apparecchi di funzionare in modo conforme
alla loro destinazione;
b) essi abbiano un adeguato livello di immunità intrinseca contro i disturbi elettromagnetici che
permetta loro di funzionare in modo conforme alla loro destinazione.
L’esperienza dimostra che, in molti casi, livelli di campi elettromagnetici relativamente bassi se
confrontati con gli stessi livelli di qualità comportano il configurarsi di fenomeni di
incompatibilità elettromagnetica. La conoscenza dei livelli dei campi in aree destinate
all’installazione e all’impiego di apparecchiatura elettrica o elettronica diventa pertanto di grande
importanza per il Decisore ai fini dell’acquisto ed utilizzo di un’apparecchiatura idonea o
all’adeguamento strutturale dell’area.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, è stato effettuata una campagna di misurazione dei
campi elettrici e magnetici alle basse e alle alte frequenze, volta a valutare situazioni di
potenziale rischio per i lavoratori e per la popolazione, ad individuare e prevenire situazioni di
incompatibilità elettromagnetica di apparecchiature elettriche ed elettroniche nella rispettiva area
di impiego. La campagna di misurazione, inoltre, ha consentito, sviluppandosi prevalentemente
all’interno delle strutture di Ateneo, di fornire a tutto il personale coinvolto una migliore
comprensione del fenomeno e di promuovere la discussione, cercando di sopperire in parte alla
carenza nell’informazione e nella comunicazione che spesso si verifica relativamente a questa
tematica.
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Fasi del progetto
il progetto si sviluppato nelle seguenti fasi:
• indagine preliminare con studio delle fonti di campo
• elaborazione della strategia di misura
• esecuzione del rilievo strumentale
• elaborazioni dati
• stesura relazione finale
Tempistica
Il tempo per lo sviluppo complessivo del progetto è stato di 1500 ore. distribuite uniformemente
nell’arco di 57 settimane per un carico di lavoro complessivo previsto di circa 10 ore settimanali
per persona.
Il progetto è stato avviato il 1/3/05 e si è concluso il nel maggio 2006.
Personale
Il progetto è stato svolto dal gruppo di lavoro sui campi elettromagnetici del Servizio
Prevenzione e Protezione:
Bozzini Lorenzo – Servizio Prevenzione e Protezione – matr. 9911.
Corioni Claudio – Servizio Prevenzione e Protezione – matr. 9187.
Pirovano Claudio – Dip. Ing. Nucleare – matr. 6956.
Il progetto è stato sottoposto alla valutazione finale del prof. Marzio Marseguerra, supervisore
del progetto.
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INDIVIDUAZIONE DELLE FONTI DI RISCHIO
Dall’esame dei dati di letteratura in materia (atti di convegni di associazioni di settore che
operano nel campo dell’Igiene Industriale ecc.; pubblicazione enti di controllo come ASL,
ARPA, OMS ecc.; studi di produttori di apparecchi elettronici ed elettrici su emissioni e
compatibilità; casi di studio), e sulla base delle osservazioni presso le strutture di Ateneo durante
sopralluoghi con gli Addetti Locali alla Sicurezza, sono state identificate le principali fonti di
rischio di esposizione ai campi elettrici e magnetici presenti nei campus oggetto del progetto:
o Linee di trasmissione e cabine elettriche
o Unità videoterminale
o Macchine utensili
o Apparecchi di laboratorio
o Elettrodomestici e apparecchiature elettriche d’ufficio
o Varchi magnetici e altri apparecchi magnetici
o Stazioni Radio Base
o Reti senza fili (Wi-Fi)
Di seguito sono presentate le caratteristiche delle singole fonti di rischio
Linee di trasmissione e cabine elettriche
Caratteristiche delle emissioni elettromagnetiche:
Le condutture elettriche con elevata portata in corrente sono responsabili della generazione di
campi di induzione magnetica di una certa entità nelle immediate vicinanze delle stesse. I cavi di
trasmissione dell’energia elettrica posati nel terreno (ad almeno 1,5m) o situati nei “corridoi” di
servizio ai livelli interrati degli edifici, (caso Politecnico) sono più vicini alle persone che
transitano di quanto non lo siano le linee aeree ma essendo i conduttori molto ravvicinati tra loro,
il campo magnetico risultante esterno al suolo si riduce, inoltre è opportuno ricordare che sia il
campo elettrico che il campo magnetico decrescono rapidamente con la distanza. Nei quadri
elettrici di potenza, possono essere presenti apparecchiature elettroniche di potenza che possono
generare a loro volta campi elettromagnetici. Le linee di trasmissione dell’energia attraverso i
“montanti di alimentazione” e l’impianto di distribuzione raggiungono i locali dell’ edificio. Si
viene così a creare un campo generato dai cablaggi elettrici o campo di background, un campo
creato dalle sorgenti di illuminazione e un campo creato dalle apparecchiature elettriche. Le
esposizioni nelle condizioni esposte possono essere quindi molto variabili, anche se difficilmente
ci possono essere avvicinamenti ai limiti di esposizione di legge.
Le cabine elettriche di trasformazione o cabine secondarie possono essere inserite in aree
vicine ad edifici o in alcuni casi all'interno di edifici. Queste in generale producono nelle aree
confinanti dei valori di campo Elettrico e Magnetico inferiori ai limiti di legge. Nel caso
specifico di cabine di trasformazione media/bassa tensione (MT/bt), con collegamenti in cavo
interrato in ingresso ed in uscita, ad una distanza dalle pareti superiori a 50 cm si trovano in
genere valori di E < 20 V/m e di H < 5 μT. Poiché il trasporto di energia elettrica a causa di
vincoli tecnici viene effettuato in alta e media tensione, le cabine elettriche di trasformazione, ed
in particolare quelle MT/bt, sono impianti indispensabili per poter garantire in sicurezza la
fornitura di energia elettrica a bassa tensione (380 o 220 Volt), in attuazione agli obblighi
derivanti dalle leggi vigenti ai concessionari del servizio elettrico. Valori di campo magnetico
non trascurabili anche a notevole distanza dalla costruzione sono, invece, dovuti alla presenza di
cavi interrati, in particolare in uscita dalla cabina. Infatti, a causa del grande rapporto esistente
tra media tensione (23KV) e bassa tensione, la corrente associata a quest’ultima risulta sempre
abbastanza consistente. Questo fatto, unito alla bassa profondità di interramento, concorrono a
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far si che i campi magnetici generati lungo il percorso dei cavi risultino spesso maggiori di quelli
misurati sui confini delle cabine elettriche. Questo non avviene per il campo elettrico che viene
attenuato dal terreno stesso, dalle strutture in muratura e dalle griglie metalliche di alloggiamento
dei cavi.
Localizzazione della fonte al Politecnico:
Le cabine elettriche di trasformazione della tensione da 23 kV a 380/220 V sono ubicate in
diverse aree dei campus oggetto del rilievo.
Potenza installata cabine Polo Città Studi:
Campus Leonardo
Cabina 1
N° 3
Cabina 2
N° 2
Cabina 2
N° 1
Cabina 3
N° 3
Cabina 4
N° 3
Trasformatori
Trasformatori
Trasformatori
Trasformatori
Trasformatori
800 KVA
400 KVA
800 KVA
800 KVA
400 KVA
Resina
Olio
Resina
Resina
Olio
Pad Nord
Fisica
Fisica
Elettrotecnica
Pad Sud
Campus Bonardi
Cabina 5
N° 3
Cabina 6
N° 3
Trasformatori 800 KVA
Trasformatori 800 KVA
Resina
Resina
Ed 12
Ed 15
Campus Bassini
Cabina 7
N° 1
Cabina 8
N° 3
Trasformatore 400 KVA
Trasformatore 630 KVA
Olio
Resina
Elettronica
Ed centrale termica
Durante i sopralluoghi sono stati esaminate le aree presso le cabine presenti nei seguenti edifici:
ed. 2, educaffè, campus Leonardo; ed. 3, aule piano terra; ed. 19, Dip. Ing. Nucleare; ed. 9, aule
piano terra; ed. 15; ed. 12; Edificio Gran Sasso.
Figura 1 - Rilievo strume ntale all'esterno di una cabina elettrica del Politecnico
Unità videoterminale
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Caratteristiche delle emissioni elettromagnetiche:
L’intero spettro elettromagnetico è praticamente rappresentato nei campi elettrici e magnetici e
nella radiazione ottica prodotti dai videoterminali (VDT). La radiazione ottica emessa
comprende l'ultravioletto (UV) di grande lunghezza d'onda, il visibile e la radiazione infrarossa
(IR). La luce visibile forma l'immagine prodotta dal VDT. L' IR appare sotto forma di calore
dissipato dall'unità. Gli UV emessi dal tubo catodico sono di ordini di grandezza molto piccoli,
di gran lunga inferiori a quelli che entrano da una finestra in una giornata invernale.
Figura 2 - Linee di forza del campo elettrico prodotto dal VDT
L’immagine su un VDT è formata dalle emissioni di luce dei “fosfori” che rivestono
internamente lo schermo dopo che un fascio di elettroni prodotti dal CRT ha indotto in essi uno
“stato di eccitazione atomica”; poiché l’emissione dei fosfori non è permanente, è necessario che
il fascio di elettroni colpisca ripetutamente lo strato di fosfori con una frequenza tale da
consentire la stabilità dell’immagine percepita. Un opportuno circuito di deflessione si occupa di
guidare il fascio di elettroni sia orizzontalmente che verticalmente.
I campi elettrici e magnetici sono emessi in tre distinti intervalli di frequenza. Le bobine per la
deflessione orizzontale emettono, in misura predominante, campi caratterizzati da frequenze
comprese nell'intervallo 15-35 kHz. Campi a frequenza estremamente bassa (ELF) a 50 o 80 Hz
provengono dall'alimentazione, dai trasformatori e dalle bobine per la deflessione verticale,
mentre la frequenza di scansione orizzontale varia fa 15 kHz a oltre 100 kHz con tendenza ad
aumentare nei modelli più recenti.
Figura 3 - Linee di forza del campo magnetico prodotto dal VDT
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Sono anche presenti campi elettrici statici, in particolare in condizioni di bassi valori di umidità
ambientale, generati dall'accumulo di carica elettrica causato dagli elettroni che urtano lo
schermo. Suoni ad alta frequenza, o radiazione ultrasonica, che danno luogo ad un rumore dai
toni acuti, vengono inoltre emessi da diverse componenti dei VDT, per la maggior parte dai
circuiti di deflessione orizzontale.
All'interno dei monitor a tubo catodico (CRT = Cathodic Ray Tube) vengono prodotti raggi X di
energia molto bassa, ma il vetro dello schermo è abbastanza spesso da assorbirli completamente
prima della loro fuoriuscita dal VDT.
Livelli di esposizione a campi elettromagnetici
La letteratura internazionale riporta numerosissime misure effettuate sia intorno all’unità video
sia inotrno al posto di lavoro, considerato ad una distanza di 50-70 cm dallo schermo. Una
mappatura del campo elettromagnetico attorno al VDT dovrebbe essere effettuata secondo i
protocolli definito alla tabella seguente.
Figura 4 - Mappatura del campo magnetico di un VDT.
Le misurazioni da noi effettuate si sono limitate a rilevare i livelli di esposizione ai campi
elettromagnetici in prossimità dei VDT a CRT soltanto per la postazione da lavoro, nel punto di
massima esposizione e dietro il VDT.
Posizione
50 – 80 Hz
Postazione di lavoro 50-70 cm dallo
schermo
A 10 cm dal VDT vicino al
trasformatore di flyback
A 50 cm dal VDT posizione
posteriore
15 – 100 kHz
Posizione
Postazione di lavoro 50-70cm dallo
schermo
Campo elettrico (V/m) Campo magnetico (μT)
2,9
0,05
18,5
0,792
85,1
0,09
Campo elettromagnetico (V/m)
0,21
9
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A 10 cm dal VDT vicino al
trasformatore di flyback
5,62
A 50 cm dal VDT posizione
posteriore
0,39
Il punto di massima esposizione è quello in corrispondenza del “trasformatore di flyback” che è
generalmente posizionato lateralmente o posteriormente alla struttura di contenimento dell’unità
video ma che può essere posto anche in posizioni diverse.
I livelli di esposizione dipendono dal modello di VDT analizzati e soprattutto dal periodo di
produzione dello stesso. Si può affermare che i vecchi modelli hanno emissioni nettamente
superiori a quelli più recenti se caratterizzati dalla specifica “low emission”.
Il tipo di VDT da noi usato per le rivelazioni elettromagnetiche (postazione di lavoro presa a
“campione”, sita nel Lab. di Elettronica del Dip. Ing. Nucleare) ha caratteristiche del tutto
comparabili con quelli usati nella maggior parte degli uffici e dei laboratori del Politecnico e
nelle aule didattiche informatizzate.
Figura 5 - Misura del campo magnetico di un VDT
In particolare queste ultime sono caratterizzate da più file di VDT e di conseguenza l’operatore si
trova ad essere investito da esposizioni provenienti anche dalla parte posteriore delle altre unità
video. Le misurazioni effettuate in queste condizioni sono visibili nelle pagine seguenti. In tutti
questi casi i campi elettromagnetici e tutti gli altri tipi di radiazione emesse da una VDT a CRT
risultano alla postazione di lavoro “trascurabili” come previsto dalla circolare n° 102 del 7/8/95
riguardante le prime direttive per l’applicazione del D.Lgs.626/94. Specificatamente per le
VDT, tale circolare prescrive che “tutte le radiazioni, eccezion fatta per la parte visibile dello
spettro elettromagnetico, devono essere ridotti a livelli trascurabili dal punto di vista della tutela
della sicurezza e della salute dei lavoratori. Seguendo questa impostazione di carattere
“protezionistico”, va rilevato che il ricambio generazionale degli attuali VDT a CRT verrà
effettuato con monitor LCD (Liquid Crystal Display) display a cristalli liquidi o con tecnologia
al plasma, caratterizzate da bassissime emissioni elettromagnetiche, fino all’80% in meno.(La
bassa emissione elettromagnetica, l'assenza di sfarfallio e gli ingombri ridotti concorrono
all'adempimento delle normative riguardanti l'ergonomia e la sicurezza della postazione di lavoro
(626/94 art 3, 52, 58).
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Localizzazione della fonte al Politecnico:
Postazioni VDT sono presenti in tutti gli edifici oggetto del rilievo in: uffici, aule informatizzate,
laboratori.
Figura 6 – Misura del CEM in un’aula informatizzata del Politecnico
Macchine utensili
Caratteristiche delle emissioni elettromagnetiche:
Le macchine utensili (torni, frese, mole, trapani, saldatrici ecc) producono normalmente campi
elettrici di intensità direttamente proporzionale alla potenza elettrica dei motori che le
equipaggiano ed inversamente proporzionali alla distanza dagli stessi. A brevi distanze da tali
motori e dalle linee elettriche che li alimentano non ci sono generalmente problemi di
esposizione. E’ bene comunque fare sempre attenzione che la postazione di lavoro dell’operatore
non si trovi nelle immediate vicinanze dell’involucro dei motori e dei trasformatori elettrici. Le
saldatrici elettriche, specialmente quelle ad arco presentano livelli di emissione a breve distanza
di entità rilevante. A 50 cm di distanza dall’operatore si possono raggiungere valori di 20-30 μT.
Va ricordato che queste apparecchiature al Politecnico vengono usate in modo discontinuo e per
tempi ridotti. Macchine utensili di vecchia costruzione o in cattivo stato di manutenzione
presentano talvolta l’emissione di notevoli disturbi sulle linee elettriche da cui sono alimentati.
Questi disturbi vengono riversati su tutto l’impianto elettrico e possono raggiungere altre
apparecchiature alimentate dallo stesso impianto. Inoltre tali disturbi possono avere una certa
facilità ad irradiarsi nell’ambiente attraverso i cavi facenti parte dell’impianto elettrico,
generando interferenze di tipo irradiato. Solitamente, l’intensità di tali campi non è elevata dal
punto di vista dell’esposizione umana, se non a poche decine di centimetri di distanza dalle
apparecchiature che li generano.
Localizzazione della fonte al Politecnico:
Durante i sopralluoghi sono stati esaminate le macchine presso le officine presenti nei seguenti
edifici: ed. 5, Dip. Ing. Strutturale, ed. 6 Dip CMIC, ed. 7 Dip. Elettrotecnica, Ed. 8 Dip. Fisica,
ed. 2 Centrostampa, ed. 4, Dip. Idraulica (falegnameria), campus Leonardo; ed. 14 nave Dip.
Meccanica, campus Bonardi, Ed. 39 via Mancinelli
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Figura 7 - Misura del CEM di un tornio parallelo in un’officina del Politecnico
Apparecchi di laboratorio
Caratteristiche delle emissioni elettromagnetiche:
A questa categoria appartengono strumenti e macchine di vario tipo. I dispositivi più rilevanti dal
punto di vista dell’emissione di campi elettrici e magnetici sono:
• Agitatori magnetici
• Forni
• Cappe
• Microscopi elettronici
• Laser
• Apparecchiature scientifiche e di misura
Tutti gli apparecchi elettrici hanno in comune il principio di funzionamento: trasformano
l’energia elettrica in altre forme di energia più direttamente fruibile. Qualunque apparecchio che
funziona ad energia elettrica genera un campo elettrico ed un campo magnetico a bassa
frequenza ogni volta che è in funzione. Quando è spento si può rilevare solo un campo elettrico
generato dai conduttori inseriti nelle prese. I livelli di campo elettrico riscontrabili in punti molto
prossimi alla maggior parte delle apparecchiature che si trovano nei laboratori al Politecnico
sono in genere di poche decine di volt/metro. Quando l’apparecchio viene messo in funzione e
quindi circola corrente, si produce un campo magnetico che dipende esclusivamente
dall’intensità di corrente. Al contrario del campo elettrico, il campo magnetico risulta in molti
casi elevato, soprattutto negli apparecchi caratterizzati da un alto consumo di corrente e quindi
con elevata potenza come ad es. quelli per il riscaldamento ad aria, gli scalda acqua ad
immersione gli alimentatori ecc. ma anche taluni apparecchi che sfruttano il principio
dell’induzione magnetica per il loro funzionamento. Gli agitatori magnetici per esempio, sono
strumenti base di qualsiasi laboratorio di chimica e vengono utilizzati sostanzialmente per
mescolare efficacemente e intensamente un liquido con o senza controllo della temperatura.
tramite un motore che fa ruotare un magnete permanente. Le misurazioni del campo magnetico
effettuate in prossimità di questi dispositivi (10 cm) si sono rivelate più consistenti (10 μT)
rispetto ad altri strumenti. A seconda del modello e della tensione utilizzata uno stesso
apparecchio può emettere campi di intensità diversi. Le apparecchiature che si utilizzano nei
laboratori possono essere suddivise, in funzione del tipo di esposizione che producono, in due
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categorie: nella prima troviamo gli apparecchi fissi, che funzionano indipendentemente dalla
presenza dell’utilizzatore (forni, agitatori, generatori ecc) mentre nella seconda quelle
apparecchiature che per funzionare richiedono la presenza dell’operatore (cappe, microscopi
elettronici, laser, strumenti portatili, ecc). L’esposizione a queste ultime sorgenti interessa spesso
una parte specifica del corpo. I campi magnetici prodotti dalle apparecchiature elettriche, pur
essendo a volte più elevati di quelli che si trovano vicino ad una linea ad alta tensione, si
riducono rapidamente già a qualche decina di centimetri dalla sorgente.
Localizzazione della fonte al Politecnico:
Laboratori dipartimentali di ogni campus.
Figura 8 - Misura del CEM generato da agitatori magnetici
Figura 9 - Misura del CEM di un forno di laboratorio
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Figura 10 - Misura del CEM presso una cappa di laboratorio
Figura 11 - Misura del CEM generato da un microscopio elettronico
Figura 12 - Misura del CEM presso un apparato laser in un laboratorio
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Elettrodomestici e altre apparecchiature elettriche di ufficio
Caratteristiche delle emissioni elettromagnetiche:
A questa categoria appartengono grandi e piccoli elettrodomestici per uso di laboratorio o ufficio
e altre apparecchiature presenti in uffici, corridoi e aree ricreative, quali condizionatori, stufette,
macchine per il caffè, forni a microonde, fotocopiatrici, frigoriferi.
Le emissioni elettromagnetiche a bassa frequenza (50 Hz) generate da queste apparecchiature dal
punto di vista dell’esposizione umana, si possono limitare ai soli campi magnetici in quanto i
campi elettrici misurati sono risultati di bassa entità e da considerare trascurabili. Gli
elettrodomestici possono generare , nelle loro immediate vicinanze, campi di intensità superiore
di quelli prodotti dalle linee di trasmissione. A titolo di esempio, una stufetta elettrica a 3 cm di
distanza genera un campo magnetico di 100 μT, un condizionatore 30μT, una fotocopiatrice
20μT un distributore automatico di bevande 2,3 μT a 15 centimetri. Sono state riscontrate
delle differenze significative nell’intensità del campo prodotto da diversi modelli di uno stesso
apparecchio in prossimità della sorgente, mentre per distanze superiori a un metro tali differenze
tendono a scomparire. L’intensità del campo generato decresce rapidamente al crescere della
distanza dalla sorgente, raggiungendo valori inferiori a 0,1 μT alla distanza di un metro. Il
principio dei forni a microonde si basa sull’utilizzo di onde elettromagnetiche alla frequenza di
2450 MHz concentrate nel volume interno del forno stesso. Tali campi inducono nei tessuti
organici correnti elettriche (correnti vorticose indotte) che provocano il surriscaldamento dei
cibi. I forni a microonde sono dotati di interruttori di sicurezza che bloccano l’emissione quando
si apre lo sportello e di apposite schermature a rete metallica in modo da limitare l’esposizione. Il
problema correlato sono le possibili “perdite” di microonde dalle guarnizioni schermanti o dalle
schermature logorate causate dall’invecchiamento del forno stesso. Una norma accettata
internazionalmente stabilisce che, a 5 cm dal forno, la massima densità di potenza consentita sia
di 10W/m2. A distanza di 100cm la densità di potenza si riduce a < 0,1 W/m2
Localizzazione della fonte al Politecnico:
Uffici, laboratori e corridoi di passaggio
Figura 13 - Misura del CEM presso una area relax
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Figura 14 - Misura del CEM in una portineria con diverse apparecchiature elettriche in funzione
Varchi magnetici
Caratteristiche delle emissioni elettromagnetiche:
I Varchi Magnetici sono costituiti da un generatore di campo elettromagnetico, con frequenza
compresa tra 73/74 Hz (in alcuni casi 8,2MHz), e da un ricevitore collegato mediante una rete di
comunicazione ad una unità di elaborazione e di controllo. Questa unità estrae le informazioni
utili a determinare se una variazione del segnale ricevuto sia dovuta o meno al passaggio di un
apposito dispositivo applicato agli articoli in vendita o che non devono uscire dai locali
controllati (es. Biblioteca). Il valore del campo magnetico è massimo a contatto di una delle
pareti del varco magnetico, quella in corrispondenza della bobina a che si trova a circa 120cm
dal suolo. I valori misurati (80μT) superano le linee guida ICNIRP/98 che indicano un livello di
68,5μT. Risulta importante rilevare che si tratta di valori istantanei correlati a esposizioni
occasionali e a contatto con la sorgente.
Localizzazione della fonte al Politecnico:
Sala lettura, campus Leonardo; Biblioteca Dip. Matematica, campus Bonardi
Figura 15 - Rilievo del CEM generato da un varco magnetico
16
Servizio Prevenzione e Protezione
Stazioni Radio Base
Caratteristiche delle emissioni elettromagnetiche:
La telefonia cellulare è quella branca della telefonia pubblica il cui scopo è fornire un servizio
telefonico senza fili, che permetta agli utenti (dotati di appositi terminali) di essere individuati e
raggiunti ovunque si trovino e di fare o ricevere telefonate anche in movimento. La telefonia
cellulare funziona suddividendo il bacino d’utenza complessivo in celle territoriali (da cui il
nome), ognuna delle quali è equipaggiata da una stazione radio base fissa (detta BTS Base
Transceiver Station) che stabilisce la connessione tra i terminali e l’utente (cellulari) presenti nel
territorio della cella e la rete telefonica tradizionale. Attualmente in Italia sono attivi:
Denominazione
E-TACS
GSM
DCS
DECT
UMTS
Banda di frequenza
870-950MHz
880-960 MHz
1710-1880 MHz
1880-1900 MHz
1900-2170 MHz
Tipo
Cellulari “analogici”
Cellulari “digitali” europei
Cellulari “dual band”
Cordless
Cellulari “3G“
E’ possibile effettuare alcune considerazioni sulle BTS:
• Per ragioni di copertura della cella il lobo principale di emissione non può essere diretto
verso il basso
• Nelle zone immediatamente adiacenti all’antenna (verso il basso) il livello è nettamente
inferiore a 1,5V/m
• Dopo qualche decina di metri il livello di emissione è inferiore a 6 V/m anche nel lobo
principale. Naturalmente il limite di 6 V/m fissato dalla normativa vigente si riferisce al
contributo di tutte le sorgenti che irradiano il punto di misura (emittenti radio, TV); in
caso di superamento del limite tali sorgenti devono essere individuate con misure
selettive e, in funzione del rispettivo contributo all’inquinamento elettromagnetico, deve
essere diminuita la potenza emessa. Le persone sono esposte ai campi elettromagnetici
soprattutto durante l’impiego dei telefoni cellulari. All’antenna del telefonino e quindi
alla testa si misura un’esposizione variabile di circa 2-10 V/m in funzione del tipo di
antenna, del software impiegato e della fase di collegamento con la stazione radio base.
Le misurazioni da noi effettuate sono state eseguite all’interno dei locali del Politecnico e
all’esterno (cortili) con l’ausilio della strumentazione in larga banda e della strumentazione in
banda stretta.
Localizzazione della fonte al Politecnico:
La SRB più vicina ai locali del Politecnico è sita in piazza Leonardo da Vinci. Diverse misure
sono state condotte in piazza Leonardo e sul lastrico solare del Dipartimento di Elettronica e
Informazione.
17
Servizio Prevenzione e Protezione
Figura 16 - Rilievo del campo elettromagnetico della SRB di piazza Leonardo da Vinci
Reti senza fili (Wi-Fi)
Caratteristiche delle emissioni elettromagnetiche:
Le reti wireless si stanno sempre più diffondendo su vasta scala anche negli ambienti di lavoro.
In questi mesi al Politecnico di Milano sono state attivate diverse celle e molte altre ne verranno
messe fino a coprire l’intera area di competenza.
Una rete Wlan non raggiunge e probabilmente non raggiungerà mai le performance di un
network cablato (attualmente la velocità su cavo in rame sfiora il Gigabit, contro i 108 Mbps per
le reti senza fili), ma le reti wireless hanno diversi vantaggi da offrire:
• Eliminazione del cablaggio
• Riduzione dei costi associati alle infrastrutture.
• Riduzione dei costi associati alla manutenzione.
• Possibilità di collegare ambienti non adatti al cablaggio.
• Facilità nella realizzazione di reti temporanee.
• Mobilità
• Roaming: continuità di comunicazione anche spostandosi da un luogo all’altro.
• Estensione di Lan cablate: reti miste wireless- wired.
Lo standard per reti locali senza fili IEEE 802.11 (Wi-Fi) utilizzato al Politecnico opera nello
spettro di frequenze a 2,4 GHz, che è condiviso da altre tecnologie senza licenza come i telefoni
cordless e i forni a microonde (potenzialmente fonti di interferenze). Le architetture delle reti
wireless possono essere differenti a seconda della specifica necessità, solitamente quelle che
vediamo nel nostro ambiente di lavoro sono costituite da un accesso centrale AP (Access Point),
che comunica via radio con interfacce Wi-Fi quanti sono i PC da connettere. Un AP è poco più
di una ricetrasmittente radio compatibile con lo standard wireless desiderato; il suo unico scopo
è di agire da ponte tra il segmento di rete cablato e quello senza fili. La trasmissione in
radiofrequenza di un AP (2,4 GHz) può avvenire con diversi tipi di modulazione del segnale
(FHSS, DSSS e OFDM) ma la massima potenza trasmissibile è sempre di 1 watt. Le
comunicazioni tramite onde radio sono da sempre caratterizzate da problematiche peculiari quali
l’assegnazione del piano di frequenze per la trasmissione e la regolarizzazione, dal punto di vista
18
Servizio Prevenzione e Protezione
legislativo, delle norme da rispettare in termini di potenza emessa e regolarità degli impianti. Il
quadro regolamentare definito per l’utilizzo della tecnologia WI-Fi in ambito pubblico è dato dal
decreto Gasparri del 28 maggio 2003 che libera di fatto le bande a 2,4 GHz e 5 GHz utilizzate
dagli standard 802.11. Il regolamento impone una procedura di richiesta dell’autorizzazione
generale da parte di quei soggetti che intendano fornire connettività wireless locale in aree
pubbliche come locali aperti, stazioni ferroviarie, aeroporti, centri commerciali, località
turistiche. In applicazioni indoor non è necessaria nessuna autorizzazione.
Allo stato attuale gli Access Point installati al Politecnico di Milano stanno funzionando con
potenze basse, molto inferiori al limite max di 1 watt. Con la sonda EP330 da noi utilizzata per
le misure in alta frequenza abbiamo una lettura strumentale solo a pochi metri dall’AP. Si può
affermare che in queste condizioni i limiti imposti dalla legge attuale non verranno superati. La
stessa misura con risultati analoghi si è potuta ripetere in prossimità dell’antenna di un PC
portatile dotato di collegamento Wi-Fi attivo. Da un punto di vista “protezionistico” il discorso
rimane aperto in un prossimo futuro quando si avranno per esempio aule dedicate agli studenti o
biblioteche con decine di PC Wi-Fi connessi e in un contesto di differenti contributi a
radiofrequenza es. cellulari, stazioni radio base, radiocomandi cordless ecc.
Localizzazione della fonte al Politecnico:
Sono presente in diverse aree dei campus oggetto del rilievo. Durante i sopralluoghi sono stati
esaminati i sistemi presenti nei seguenti edifici: ed. 15, sede Area Sistemi Informatici, campus
Bonardi; ed. 11, aule piano terra; ed. 19, Dip. Ing. Nucleare; ed. 9, aule piano terra.
Figura 17 - Rilievo del CEM presso un'antenna a servizio di un rete wireless
19
Servizio Prevenzione e Protezione
RILIEVO STRUMENTALE
Il rilievo è stato effettuato, in 14 giornate, presso i campus Leonardo, Bonardi, Bassini,
Colombo, Mancinelli e Gran Sasso. Di seguito sono elencati gli edifici e le strutture interessate
nelle giornate di rilievo:
Mese
Giugno 2005
Luglio 2005
Campus
Bassini
Bassini
Bassini
Edifici
19
18
34
Settembre 2005
Ottobre 2005
Leonardo
Leonardo
Leonardo
Leonardo
3, 5
6
8
7, 9
Leonardo
4, 10
Leonardo
1, 2, 3
Leonardo
Bonardi
2, sala lettura
11, 12, 13
Bonardi
14,15, 36
Gran Sasso
Gran Sasso
Mancinelli
Bonardi
Leonardo
Colombo
Mancinelli
14, 37
Stazione carta
Colombo
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Strutture
Dip. Ing. Nucleare
Dip. Elettronica e Informazione
Dip. Architettura e Pianificazione
Dip. Progettazione Architettura
Dip. Bioingegneria
DIIAR
Dip. Ing. Strutturale
Dip. C.M.I.C.
Dip. Fisica
Dip. Elettrotecnica
DIIAR
Area Sistemi Informatici
DIIAR
Dip. Energetica
Amministrazione centrale
DIIAR
Area Logistica – Centrostampa
CEDAT
Dip. BEST
Dip. Architettura e Pianificazione
Area SBA
Area Sistemi Informatici
Area Servizi e Applicazioni Inf.
Dip. BEST
Dip. Meccanica
Amministrazione centrale
Dip. Architettura e Pianificazione
Dip. Bioingegneria
Dip. C.M.I.C.
Dip. Matematica
Presidenze di Facoltà
Dip. Ing. Gestionale
Strategia di misura
Le misure sono state svolte secondo le modalità previste dalle norme di buona tecnica
attualmente vigenti:
• CEI 211-6 (2001-01) “Guida per la misura e per la valutazione dei campi
elettromagnetici nell’intervallo di frequenza 0 Hz – 10 kHz, con riferimento
all’esposizione umana”.
• CEI 211-7 (2001-01) “Guida per la misura e per la valutazione dei campi
elettromagnetici nell’intervallo di frequenza 10 kHz – 300 GHz, con riferimento
all’esposizione umana”.
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Servizio Prevenzione e Protezione
Per la verifica dei livelli di campo in ambienti ed aree potenzialmente a rischio sono state
stabilite, sia a bassa sia ad alta frequenza, appropriate tecniche di misura tenendo conto:
• della tipologia e dell’eventuale molteplicità delle sorgenti, come individuate nel punto
“INDIVIDUAZIONE FONTI DI RISCHIO” della presente relazione
• delle caratteristiche del campo emesso dalle sorgenti (ampiezze, contenuto in frequenza,
polarizzazione)
• delle altre caratteristiche del campo nell’area di misura (variabilità spaziale e temporale)
All’inizio della caratterizzazione di un dato ambiente o condizione di esposizione è stata eseguita
un’indagine preliminare mediante misure “spot” per identificare i luoghi in cui i livelli di campo
elettrico e magnetico alla frequenza predominante sono più elevati, o comunque sono al di sopra
del livello di compatibilità elettromagnetica di alcuni apparecchi elettrici od elettronici o
dell’obbiettivo di qualità, stabilito dalla legislazione vigente. Laddove è stato possibile le misure
di campo elettrico e magnetico sono state eseguite preferibilmente nei periodi in cui le principali
sorgenti presenti operavano ai livelli più elevati delle loro correnti tipiche.
Strumentazione utilizzata
Misure a larga banda
Misure a larga banda in alta frequenza:
Misuratore di C.E.M. portatile tipo PMM 8053.
Il sistema consiste di sonde di campo elettromagnetico e di una unità di lettura compatta e
portatile corredata da un display LCD, quattro tasti funzionali (che permettono differenti azioni
ed impostazioni, in accordo con il menù selezionato), batterie ricaricabili interne, interfaccia
RS232 e cavi in fibra ottica.
Sonde usate e accessori:
• Electric Field Probe EP 330 campo di freq. 100KHz – 3GHz, portata 0,3 – 300V/m
• PMM TR – 02 A Cavalletto di sostegno
• PMM OR – Optical Repeater
• PMM 8053 – SW2 Interfaccia software di acquisizione dati e di presentazione grafica
Taratura degli strumenti: data ultima taratura 11/5/2004.
Incertezza di misura: ± 15%
Misure a larga banda in bassa frequenza:
Misuratore di C.E.M. portatile tipo PMM 8053:
Il sistema consiste di varie sonde di campo Elettrico e Magnetico e di una unità di lettura
compatta e portatile corredata da un display LCD, quattro tasti funzionali (che permettono
differenti azioni ed impostazioni, in accordo con il menù selezionato), batterie ricaricabili interne
e interfaccia RS232 e cavi a fibra ottica.
Sonde in uso e accessori:
• Electric and Magnetic Field Analyzer mod. EHP 50 campo di freq. 5Hz – 100Hz,
portata 0,1V/m 100KV/m
• PMM TR – 02 A Cavalletto di sostegno
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Servizio Prevenzione e Protezione
•
•
PMM OR – Optical Repeater
PMM 8053 – SW2 Interfaccia software di acquisizione dati e di presentazione grafica
Taratura degli strumenti: data ultima taratura 11/5/2004.
Incertezza di misura: ± 15%
Misure a banda stretta:
Il sistema consiste di un’antenna che si accoppia a radiofrequenza con la sorgente e di un
Analizzatore di Spettro come rilevatore delle singole componenti spettrali e delle relative
ampiezze.
Sonde e antenne utilizzate:
• Antenna Biconica mod. PCD8250 campo di freq. 80MHz – 2,5GHz portata 30/Vm
• TES1000 Elecrtic field sensor 100 kHz – 1 GHz
• Analizzatore di Spettro portatile Agilent mod. ESA – E4402 B Campo di freq. 9KHz –
3GHz, Risoluzione di banda da 1KHz a 5KHz.
• Cavo tipo PBA–33FOBAC–10.
Taratura degli strumenti: data ultima taratura 06/09/2001
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RIFERIMENTI NORMATIVI
L’ambito di applicazione della legge quadro del 22 febbraio 2001 n°36 è costituito dagli impianti
di radiodiffusione, telefonia mobile, elettrodotti ed in generale tutti i sistemi ed apparecchiature
(sia civili che militari) che possono comportare l’esposizione dei lavoratori e della popolazione
ai campi elettromagnetici. Le finalità che si prefigge la legge sono tre:
•
Tutelare la salute dei lavoratori e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a campi
elettrici, magnetici, elettromagnetici
•
Promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine
•
Assicurare la tutele dell’ambiente e del paesaggio promovendo le azioni di risanamento
volte a minimizzare l’intensità dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
L’innovazione più rilevante introdotta dalla legge quadro riguarda la previsione di tre
valori di emissione al fine di poter raggiungere una esposizione minima ai campi
elettromagnetici.
Ai sensi di legge si definiscono:
•
Limite di esposizione: è il valore limite dell’esposizione ai campi elettromagnetici che
non deve essere mai superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei
lavoratori per evitare effetti acuti;
•
Valore di attenzione: è il valore che riguarda gli effetti a lungo termine e non deve
essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze
prolungate;
•
Obiettivi di qualità: sono gli obiettivi da raggiungere per consentire una minimizzazione
dell’esposizione ai campi elettromagnetici e l’incentivazione per l’utilizzo delle migliori
tecnologie.
I limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità sono fissati dai seguenti
Decreti attuativi:
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003: Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della
popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz)
generati dagli elettrodotti. (GU n. 200 del 29-8-2003)
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003: Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della
popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a
frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz. (GU n. 199 del 28-8-2003)
Nel D.C.P.M. 8/7/03 – G.U. n 200 sono specificati i limiti di esposizione a campi elettrici e
magnetici alla frequenza di rete pari a 50 Hz sia nel caso generale che, in via cautelativa, per la
protezione da possibili effetti a lungo termine nelle aree gioco per l'infanzia, in ambienti
abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore
giornaliere. Il decreto abroga inoltre le precedenti disposizioni contenute dei decreti del
Presidente del Consiglio dei Ministri 23 aprile 1992 e 28 settembre 1995.
Riportiamo nel seguito il testo degli artt. 3 e 4 relativi a limiti di esposizione, valori di attenzione
e obiettivi di qualità:
23
Servizio Prevenzione e Protezione
Art. 3. Limiti di esposizione e valori di attenzione
1.
Nel caso di esposizione a campi elettrici e magnetici alla frequenza di 50 Hz generati da
elettrodotti, non deve essere superato il limite di esposizione di 100 µT per l'induzione magnetica
e 5 kV/m per il campo elettrico, intesi come valori efficaci.
2.
A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine,
eventualmente connessi con l'esposizione ai campi magnetici generati alla frequenza di rete (50
Hz), nelle aree gioco per l'infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi
adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, si assume per l'induzione
magnetica il valore di attenzione di 10 µT, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle
24 ore nelle normali condizioni di esercizio.
Art. 4. Obiettivi di qualità
1.
Nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree gioco per l'infanzia, di
ambienti abitativi, di ambienti scolastici e di luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro
ore e nella progettazione dei nuovi insediamenti e delle nuove aree di cui sopra in prossimità di
linee ed installazioni elettriche già presenti nel territorio, ai fini della progressiva
minimizzazione dell'esposizione ai campi elettrici e magnetici generati dagli elettrodotti operanti
alla frequenza di 50 Hz, è fissato l'obiettivo di qualità di 3 µT per il valore dell'induzione
magnetica, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni
di esercizio.
Nella seguente tabella sono riepilogate le soglie sopra richiamate:
Frequenza 50Hz
Campo Elettrico E
Campo Magnetico B
Limite di Esposizione
5kV/m
100 µT
Valori di Attenzione
10 µT
Obiettivi di Qualità
3 µT
Il D.C.P.M. 8/7/03 – G.U. n 199 stabilisce i limiti di esposizione e i valori di attenzione per la
prevenzione degli effetti a breve termine e dei possibili effetti a lungo termine nella popolazione
dovuti alla esposizione ai campi elettromagnetici generati da sorgenti fisse con frequenza
compresa tra 100 kHz e 300 GHz (cioè emesse in particolare da antenne di radio, televisione e
telefonia cellulare). Inoltre sono stabiliti limiti di protezione più bassi per le esposizioni ai campi
generati all'interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro
pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili,
esclusi i lastrici solari.
Riportiamo nel seguito il testo degli artt. 3 e 4 relativi a limiti di esposizione, valori di attenzione
e obiettivi di qualità:
Art. 3.
Limiti di esposizione e valori di attenzione
1.
Nel caso di esposizione a impianti che generano campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici con frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz, non devono essere superati i
limiti di esposizione di cui alla tabella 1 dell'allegato B, intesi come valori efficaci.
2.
A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine
eventualmente connessi con le esposizioni ai campi generati alle suddette frequenze all'interno
di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne,
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Servizio Prevenzione e Protezione
che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari,
si assumono i valori di attenzione indicati nella tabella 2 all'allegato B. I valori di cui ai commi
1 e 2 del presente articolo devono essere mediati su un'area equivalente alla sezione verticale
del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti.
Art. 4. Obiettivi di qualita'
Ai fini della progressiva minimizzazione della esposizione ai campi elettromagnetici, i valori di
immissione dei campi oggetto del presente decreto, calcolati o misurati all'aperto nelle aree
intensamente frequentate, non devono superare i valori indicati nella tabella 3 dell'allegato B.
Detti valori devono essere mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo umano
e su qualsiasi intervallo di sei minuti.
Per aree intensamente frequentate si intendono anche superfici edificate ovvero attrezzate
permanentemente per il soddisfacimento di bisogni sociali, sanitari e ricreativi.
Nell’ allegato B al decreto sono riportate le tabelle riepilogative sulle soglie individuate negli
articoli sopra richiamati:
Tabella 1 - Limiti di esposizione
Frequenza f
Densità
Intensità di campo Intensità di campo
Potenza
elettrico E (V/m)
Magnetico H (A/m)
(W/m2)
0,1 < f < 3 MHz
60
0,2
-
3 < f < 3000 MHz
20
0,05
1
3 < f < 300 GHz
40
0,01
4
di
D
Tabella 2 – Valori di attenzione
Frequenza f
Intensità di campo Intensità di campo Densità di Potenza D
elettrico E (V/m)
Magnetico H (A/m) (W/m2)
0,1 MHz < f < 300 GHz 6
0,016
0,10 (3
300GHz)
MHz
-
Tabella 3 – Obiettivi di qualità
Frequenza f
Intensità di campo Intensità di campo Densità di Potenza D
elettrico E (V/m)
Magnetico H (A/m) (W/m2)
0,1 MHz < f < 300 GHz 6
0,016
0,10 (3
300GHz)
MHz
-
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RISULTATI
Analisi di dettaglio dei casi più interessanti
Livelli di campo in luoghi di studio e lavoro in prossimità delle cabine elettriche e linee di
trasmissione
Di seguito vengono riportati i risultati dei rilievi effettuati in area prossime a cabine elettriche e
linee di trasmissione con livelli di campo magnetico più rilevanti.
Aula F.0.1
La misurazioni nell’aula F.0.1. sono state effettuate in diversi punti a diverse altezze dal
pavimento, al di sotto del quale si snodano i cavi di trasmissione energia elettrica entranti nella
cabina che serve il Dipartimento di Fisica.
Figura 18 - Rilievo del CEM presso l'aula F.0.1
I valori rilevati mostrano un’area più “calda” dei livelli di induzione magnetica nella zona
centrale dei seggi alla destra della cattedra generato dalla cabina elettrica nei locali sottostanti. In
quest’area i livelli di induzione raggiungono soglie fino alla metà degli obiettivi di qualità (1,47
μT).
Per condurre più attentamente un’analisi dei risultati del rilievo in quest’aula è opportuno tenere
conto dei reali consumi di potenza elettrica al momento della misura e nell’arco dell’anno. Per
quanto riguarda il primo aspetto costituisce un importante riferimento la lettura degli
amperometri nei quadri elettrici dell’area laser del Dipartimento di Fisica di 60 A su un massimo
di 160 A, raggiungibile in periodi di funzionamento contemporaneo di tutte le macchine
dipartimentali. In queste condizioni è possibile un superamento degli obiettivi di qualità. Questi
ultimi però, come illustrato nel capitolo “RIFERIMENTI NORMATIVI”, si riferiscono ad
un’esposizione continuativa superiore a 4 ore giornaliere per tutto l’arco dell’anno.
Considerando quindi una permanenza non costante degli studenti nell’arco dell’anno
(mediamente nell’anno molto al di sotto di 4 ore giornaliere in una stessa aula) ed un
funzionamento discontinuo delle macchine di laboratorio è da escludere una situazione di rischio
di esposizione a lungo termine a carico degli utenti dell’aula.
Una situazione del tutto analoga si presenta nell’aula CG.0.1 nell’edificio 9.
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Servizio Prevenzione e Protezione
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Figura 19 - Elaborazione GIS riportante le curve di induzione magnetica nell'aula F.0.1
Educaffè
L’educaffè è un esempio di come un intervento di modifica apportato alla cabina elettrica situata
al piano sottostante del locale, abbia migliorato i livelli di campo magnetico a frequenza di rete
presenti nell’ambiente di studio/ lavoro.
Nell’anno 2004 siamo stati chiamati dall’Area Tecnico Edilizia per effettuare un rilievo di
campo nell’aula ex-cinematografia scientifica che sarebbe poi diventata l’Educaffè. Da una
prima campagna di misura sono risultati livelli di campo magnetico superiori ai 3 μT, obiettivo
di qualità fissato dalla normativa. Sulla base di tale misure si è deciso di apportare alcune
migliorie durante i lavori di ristrutturazione della cabina elettrica sottostante. Le misure
effettuate nel 2005, dopo la ristrutturazione di tale locale, hanno dimostrato una diminuzione
dell’intensità dei valori di campo (nel punto più critico 1,22 μT), riportandoli entro i valori
previsti dalla normativa.
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Servizio Prevenzione e Protezione
Figura 20 - Rilievo del CEM presso l'Educaffè. Nel punto più critico il campo magnetico era di 1,22 μT.
Seminterrato edificio 34
Le misure sono state condotte nei locali immediatamente adiacenti alla cabina elettrica, sita al
piano seminterrato, a servizio dell’edificio 34, a distanze diverse dalle pareti di confine con la
cabina.
Figura 21 - Ingresso cabina elettrica edificio 34
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Servizio Prevenzione e Protezione
Figura 22 - Rilievo del CEM in aula EG.0.4
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Figura 23 - Elaborazione GIS riportante le curve di induzione magnetica nei locali adiacenti alla cabina
elettrica dell'edificio 34
Le letture strumentali e le elaborazioni mostrano un rapido decadimento dei valori di campo
magnetico generato dalla cabina elettrica nei locali circostanti con la distanza dalla cabina stessa.
I livelli di induzione magnetica all’interno dell’aula a circa 2 metri dalla parete di confine con la
cabina, e cioè in corrispondenza dei posti a sedere più “esposti”, si attestano su valore (0,46 μT)
di un ordine di grandezza inferiore all’obiettivo di qualità di legge.
Campi elettrici e magnetici generati da impianti elettrici negli edifici
Di seguito sono riportati esempi dell’influenza del campo magnetico che esercitano le linee di
distribuzione di corrente all’interno degli edifici.
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Servizio Prevenzione e Protezione
Ufficio 6, 2°p., edif.5
Un esempio interessante dell’influenza dei cavi montanti all’interno degli edifici è certamente
rappresentato dall’ufficio n° 6 al 2° piano dell’edificio 5 – campus Leonardo, sede del
Dipartimento di Ingegneria Strutturale. In questo locale sono state effettuate due misure: una in
prossimità della parete ed una seconda più distante dalla parete presso la postazione di lavoro al
videoterminale.
Figura 24 - Rilievo del CEM nel locale n°6, p.2, edificio 5
Il valore (1,976 μT) misurato in prossimità della parete è di poco inferiore all’obiettivo di qualità
di legge. In base alle misure spot effettuate all’interno dell’ufficio si osserva che il principale
contributo del campo magnetico è dato dal passaggio dei cavi elettrici montanti nel cavedio.
Allontanando la sonda e procedendo con la seconda misura più distante dal cavedio, in
prossimità della postazione videoterminale, il campo misurato decade (0,286 μT). Le
apparecchiature sebbene in funzione non incidono significativamente sul valore della misura.
Il rilievo in questo ufficio dimostra come sia possibile, anche in un locale che presenta una
sorgente di campo rilevante, eliminare ogni rischio per i lavoratori con il semplice accorgimento
di collocare la postazione di lavoro ad una distanza sufficiente dalla fonte stessa.
Edificio 4, campus Leonardo
L’edificio 4 presenta, per quanto riguarda l’emissione del campo magnetico generato
dall’impianto elettrico, valori superiori a tutti gli altri edifici del Politecnico. Le misure effettuate
negli uffici in questo edificio infatti presentano valori di induzione magnetica che vanno da 0,11
μT a 0,63 μT, contro medie comprese fra 0,03 e 0,06 μT degli altri edifici. Dati questi valori, si
presume che vi sia un cablaggio della tensione di rete vecchio e a “ragnatela” che influenza il
risultato della misura
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Servizio Prevenzione e Protezione
Figura 25 - L'ufficio n° 67, p. 1, edificio 4, privo di sorgenti di campo, presenta un valore di induzione
magnetica pari 0,44 μT.
Livelli di campo in officine meccaniche
Le officine meccaniche del Politecnico presentano caratteristiche simili fra di loro. In tutti i casi,
a macchine utensili in funzione, il valore del campo in prossimità della macchine, effettuando le
misure nella condizione di massima velocità di rotazione degli alberi, risulta spesso superiore
agli obiettivi di qualità (anche oltre i 30 μT per mole e smerigliatrici), ma alla distanza di un
metro circa dalla macchine si raggiunge un valore di fondo di un ordine di grandezza inferiore
all’obiettivo di qualità di legge.
Nella valutazione dell’esposizione al campo prolungata nel tempo è opportuno considerare che
di norma le macchine vengono utilizzate ad una velocità ridotta e per periodi di tempo limitati,
pertanto anche un valore di 30 μT non desta preoccupazioni. E’ però consigliabile in ogni caso
prevedere una procedura che definisca il rispetto di una distanza minima tra operatore e
macchina, compatibilmente con la conduzione in sicurezza della lavorazione che si deve
eseguire.
Figura 26 - Rilievo del CEM presso alcune smerigliatrici da banco in un'officina meccanica. I valori misurati
variano da 4 a 30 μT in prossimità della macchina ma scendono a 0,3 μT ad un metro di distanza
31
Servizio Prevenzione e Protezione
Livelli di campo in laboratori chimici
All’interno dei laboratori chimici in tutto l’Ateneo si rilevano valori talvolta superiori agli
obiettivi di qualità in prossimità di alcune tipologie di macchina (agitatori, magnetici, cappe,
muffole, ecc.). In questi casi, si osserva che a 50 cm dalla macchina il campo arriva in alcuni casi
a valori di 4 mT. In alcune delle postazioni di lavoro di laboratorio dove l’operatore opera anche
per alcune ore (sotto cappa con agitatori magnetici come nell’esempio della figura 27, o
operando su bagni termostatici come nell’esempio della figura 28) la situazione deve essere
approfondita o comunque devono essere messe in atto procedure per limitare l’esposizione
professionale.
Figura 27 - Agitatori magnetici in prossimità della postazione di lavoro (cappa) di laboratorio con valori di
campo magnetico misurati pari a 4 μT.
Figura 28 - Rilievo del CEM in prossimità della postazione di lavoro a circa 50 cm de un bagno termostatico.
Il campo misurato era pari a 2,57 μT.
Interazione di strumenti ad azione magnetica nelle biblioteche
In alcune biblioteche sono presenti strumenti ad azioni magnetiche funzionali alla gestione dei
prestiti e antitaccheggio. In corrispondenza di tali attrezzature e nelle postazioni limitrofe sono
state effettuate diverse misure che hanno evidenziato valori di campo rilevanti.
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Servizio Prevenzione e Protezione
Postazioni di lavoro presso le macchine smagnetizzatrici
Le macchine smagnetizzatrici per libri sono in funzione tutto il giorno e creano intorno a se un
campo magnetico di una certa entità, al di sopra degli obiettivi di qualità di legge, ma
circoscritto. Infatti i valori di induzione magnetica rilevati in corrispondenza delle macchine (a
50 cm circa) raggiungono anche i 8,5 μT, alla distanza di un metro, in prossimità della
postazione di lavoro, il campo scende al di sotto di 1 μT.
Poiché gli operatori lavorano per l’intera giornata in prossimità della macchina, è opportuno che
sia redatta una procedura operativa per limitare l’esposizione agli operatori mantenendo la
distanza fra operatore e macchina ad almeno 1 metro.
Figura 29 - Rilievo del CEM presso la macchina smagnetizzatrice in sala lettura (Campus Leonardo)
Postazioni di lavoro e/o studio presso i varchi magnetici
I varchi magnetici antitaccheggio presentano caratteristiche simili
smagnetizzatrici; la loro influenza si esercita tuttavia su un’area più elevata.
alle
macchine
Figura 30 - Rilievo del CEM in prossimità di un varco magnetico
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Servizio Prevenzione e Protezione
Considerando ad esempio Le misure del campo effettuate in prossimità della postazione a
videoterminale usata per la ricerca dei libri presso la Biblioteca “Mauro”, a 120 cm di altezza e
distanti 3m dai varchi magnetici posti all’uscita della biblioteca dal videoterminale, mostrano
valori fino a 6,5 μT, superiore all’obiettivo di qualità della legge.
Figura 31 - Rilievo del CEM nella postazione ricerca libri della biblioteca "Mauro". I valori di campo a 3
metri dai varchi magnetici raggiungono 6,5 μT.
Livelli di campo in locali ad alta concentrazione di apparecchiature elettroniche
Dalla campagna di misure si osserva in tutti i campus che i locali ad alta concentrazione di
computer, monitor a tubo catodico, quali aule informatizzate, sale server, sale controllo
videoconferenze il valore dell’induzione magnetica non raggiunge livelli significativi con
riferimento agli obiettivi di qualità di legge.
Figura 32 - Misura del CEM presso il laboratorio informatico del Dip. Progettazione dell'Architettura al
terzo piano dell'edif. 34. Il valore dell'induzione magnetica è pari 0,04 μT.
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Servizio Prevenzione e Protezione
Figura 33 - Misura del CEM presso la sala operativa (area Sistemi Informatici) del locale n°4, edif. 9. Il
valore di induzione magnetica è pari a 0,04 μT.
Figura 34 - Misura del CEM presso la zona "tele-conferenza" dell'aula T04. Il valore di induzione magnetica
è pari a 0,1 μT.
Misure in banda stretta per la valutazione del campo elettromagnetico di SRB e telefonia
cellulare
Le misure che seguono sono state effettuate presso il laboratorio di Elettronica del Dipartimento
di Ingegneria Nucleare ed in P.zza Leonardo da Vinci (ingresso principale del Politecnico).
Queste due zone sono state scelte conseguentemente a numerosi rilievi di campo
elettromagnetico effettuati in ambienti chiusi (uffici, laboratori, officine) di vari Dipartimenti,
nei quali la strumentazione ha sempre indicato un livello di campo piuttosto esiguo e
paragonabile. Il Laboratorio di Elettronica (Dip. Ing. Nucleare) è stato scelto quale locale
“campione” per la campagna di misura in quanto frequentato da lavoratori e studenti. In open
space è stata scelta piazza Leonardo perché inserita nella cella della Stazione Radio Base Tim
posta nelle immediate vicinanze.
Misure in ambiente chiuso presso il Lab. Elettronica del Dip. Ing. Nucleare
Per effettuare queste misure si è cercato di porsi in situazioni di traffico telefonico differenti al
fine di ottenere numerosi dati sperimentali che potessero essere confrontati con le situazioni
35
Servizio Prevenzione e Protezione
reali. Per ottenere un campo elevato si sono messi in comunicazione fra loro più cellulari, in
modo continuativo, durante tutto il tempo della misura e lungo i tre assi spaziali x,y,z. Si sono
alternate situazioni di sola ricezione (downlink) e situazioni di sola comunicazione (apertura di
più canali di uplink) con la SRB, utilizzando secondo i casi le funzioni di Max Hold o di
Averaging, modalità presenti sull’analizzatore di spettro da noi usato.
Figura 35 – Elaborazione disturbo–frequenza del traffico in banda GSM effettuata presso il Laboratorio di
Elettronica del Cesnef in modalità Maxhold
Il valore di 2.27 V/m, ottenuto dalla prima misura (Fig.35) è un valore piuttosto elevato anche se
ampiamente al di sotto del valore limite di 6 V/m stabilito dalla normativa vigente. Si noti che i
picchi che danno maggior contributo al campo sono quelli di comunicazione dei cellulari stessi, e
raggiungono il valore di 80 dBµV. E’ importante tenere presente che la misura è stata effettuata
in ambiente chiuso attivando nella modalità di chiamata diversi cellulari contemporaneamente e
che potrebbe essere influenzata da possibili fenomeni di riflessione.
36
Servizio Prevenzione e Protezione
Conoscendo le frequenze dei canali assegnati ai gestori della telefonia mobile (cfr. tabella
seguente) è possibile fare ulteriori considerazioni.
GSM
TIM
GSM
WIND
GSM
OMNITEL
DCS
UMTS
asimmetrico
UMTS
simmetrico
uplink
891.7 – 900.1 (903.1) MHz 8.4 (11.4) MHz
Canali da 9 a 50 (65)
downlink 933.7 – 945.1 (948.1) MHz
uplink
900.3 – 905.1 MHz
4.8 MHz
Canali da 52 a 75
downlink 945.3 – 950.1 MHz
uplink
905.3 (903.3) – 913.7 MHz 8.4 (10.4) MHz
Canali da 77 (67) a 118
downlink 950.3 (948.3) – 958.7 MHz
uplink
1710 ÷ 1785 MHz
downlink 1805 ÷ 1880 MHz
1900 ÷ 1920 e 2010 ÷ 2025
MHz
uplink
2110 ÷ 2170 MHz
downlink 1920 ÷ 1980 MHz
Facendo riferimento alla tabella è possibile risalire ai canali di uplink e downlink di ogni gestore,
per poi analizzare il singolo contributo al campo totale. Si noti come i canali di uplink di Omnitel
siano quelli che forniscono il contributo maggiore: questo è dovuto al fatto che sono stati
utilizzati due telefoni GSM 900 con gestore Omnitel ed uno solo con gestore Tim.
Sono ben visibili anche i canali di downlink dei vari gestori. Va rilevato che Tim ha avuto in
gestione un range di frequenze più ampio, rispetto alla concorrenza in quanto, al momento della
concessione delle licenze, era la società con il maggior numero di utenze. La banda di downlink
di Wind è più ridotta e sfrutta i canali degli altri gestori in “Roaming”, mentre trasmette in uplink
alle frequenze dei GSM 1800 (DCS).
I picchi di downlink sono visibilmente di intensità più bassa, in quanto la misura è stata
effettuata in un locale chiuso inserito in un edificio in muratura, con conseguente attenuazione
dell’intensità del campo elettromagnetico proveniente dalla SRB. Questa situazione verrà
ribaltata nel momento in cui verranno effettuati rilievi in campo aperto ma questo aspetto verrà
analizzato successivamente.
Il caso trattato è stato creato volutamente per analizzare una situazione di traffico particolare, in
situazioni di normalità si ottiene il seguente risultato (Fig. 36).
Il valore ottenuto di 0.127 V/m, è molto al di sotto del valore limite di 6 V/m ma rappresenta una
situazione reale riscontrabile nella quasi totalità delle misure effettuate in diversi locali del
Politecnico presi a campione.
37
Servizio Prevenzione e Protezione
Figura 36 - Picchi di downlink rilevati presso il Laboratorio di Elettronica del Cesnef con l'analizzatore di
spettro in banda GSM in Maxhold.
Per quanto concerne la banda a 1800 MHz, i valori di campo registrati sono risultati
ulteriormente più bassi. Come si può notare nella Fig. 37, lungo l’asse Z vi è assenza di campo,
mentre i picchi sugli altri assi sono stati ottenuti attivando una comunicazione da un cellulare
Wind.
Wind in ricezione si trova in roaming, mentre in trasmissione apre i canali nella banda a 1800
MHz. Non si sono riscontrati picchi relativi alle frequenze UMTS (1900 MHz- 2200 MHz),
probabilmente per l’occasionale utilizzo di questa banda da parte degli utenti in questa cella.
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Figura 37 - Elaborazione disturbo-frequenza del traffico in banda DCS effettuata presso il Laboratorio di
Elettronica del Cesnef in modalità Maxhold
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Servizio Prevenzione e Protezione
Misure effettuate in open space in piazza Leonardo da Vinci
Prima di effettuare la misura in banda stretta si è dovuto utilizzare il sistema di misurazione
portatile a larga banda per rintracciare nella cella della SRB Tim sita in Via Villani una zona di
buona copertura del segnale. La zona che rientrava pienamente nel cono di trasmissione
dell’antenna è risultata essere quella relativa all’ingresso principale del Politecnico.
La prima misura effettuata è stata quella di campo GSM 900 in modalità Maxhold.
Figura 38 - Elaborazione disturbo-frequenza del traffico GSM rilevato in piazza Leonardo da Vinci in
modalità Maxhold
Il valore di campo rientra nei valori medi che sono stati ottenuti nelle misure in locali chiusi, ma
le due tipologie di misura hanno caratteristiche differenti. Si può notare come i picchi di uplink
sia Omnitel che Tim, siano molto più bassi di quelli rilevati nei locali chiusi, mentre, al
contrario, i picchi di downlink risultano essere più elevati. Questo può essere spiegato facendo
riferimento alle modalità di funzionamento della telefonia mobile: in locali chiusi, per poter
stabilire una buona “comunicazione” con la SRB la potenza di trasmissione del segnale in
radiofrequenza risulta essere più elevata di quella che si può misurare in un ambiente aperto dove
non vi sono schermature od ostacoli che possano attenuare il segnale di collegamento.
Un secondo tipo di misure è stato effettuata nella banda a 1800 MHz (fig. 39). Come si può
notare, a differenza delle misure effettuate in locali chiusi, sono presenti nella banda di frequenza
considerata molti più canali di comunicazione. Un’altra nota interessante è la presenza di un
picco relativo alla banda UMTS terrestre.
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Servizio Prevenzione e Protezione
Figura 39 - Elaborazione frequenza-disturbo del traffico in banda UMTS rilevato in piazza Leonardo da
Vinci in modalità Maxhold
In definitiva, dalle misure effettuate si può affermare che i valori di campo elettromagnetico
misurati nei locali e negli spazi limitrofi all’area Politecnico sono sempre al di sotto del valore
limite di 6 V/m. imposto dalla normativa vigente. I valori di campo più consistenti si possono
avere in ambienti al chiuso, schermati o ai margini di una cella dove la comunicazione tra
portatile e SRB risulta essere più attenuata e nei casi in cui vi sia una concomitanza di chiamate
attive in uplink concentrate nello stesso luogo.
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Servizio Prevenzione e Protezione
Presentazione integrale dei risultati
In allegato I sono riportati i risultati dell’intera campagna di rilevazione dei campi elettrici e
magnetici nei campus della sede Città Studi. Essi sono organizzati per edificio e recano le
informazioni sul rilievo secondo il seguente schema:
• Informazioni di carattere generale sull’edificio e sull’esecuzione del rilievo
• Planimetria dei punti di misura
• Scheda di ogni punto di misura comprendente:
o Numerazione del punto di misura
o Numerazione del locale
o Destinazione d’uso del locale
o Presenza di sorgenti generatrici di campi elettrici e magnetici
o Fotografia del punto di misura
o Valore medio nel periodo di campionamento dell’induzione magnetica rilevato
HRMS
o Considerazioni sui valori di campo misurati
In allegato II (CD rom) sono riportate le registrazione strumentali relative ad ogni punto di
misura suddivise per giornata di misura.
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Servizio Prevenzione e Protezione
CONCLUSIONI
Sono state riscontrate alcune situazioni in cui il campo magnetico pur non superando i limiti di
legge è risultato essere significativo in rapporto agli obiettivi di qualità di legge imposti dalla
normativa vigente. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 luglio 2003 in via
cautelativa, per la protezione da possibili effetti a lungo termine nelle aree gioco per l'infanzia, in
ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro
ore giornaliere alla frequenza di 50 Hz, fissa l'obiettivo di qualità a 3 µT per il valore
dell'induzione magnetica, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle
normali condizioni di esercizio.
Nella tabella seguente sono stati evidenziati i luoghi più sensibili, per i quali si è ritenuto utile
dare indicazioni per limitare l’esposizione dei lavoratori:
Postazione
Sorgente
Valori rilevati
Valutazione
dell’esposizione
Intervento
proposto
Postazione
Sorgente
Valori rilevati
Valutazione
dell’esposizione
Intervento
proposto
Addetto prestito/ consultazione libri – sala lettura e biblioteca
“Mauro”
Smagnetizzatori (campo magnetico a frequenza di rete 50 Hz)
8,5 μT macchina – 1 μT postazione
Gli addetti operano sia in prossimità della macchina per effettuare la
smagnetizzazione dei libri, sia al videoterminale per le relative
registrazioni. I valori di induzione magnetica rilevati in corrispondenza
della smagnetizzatrice, a 50 cm circa raggiungono valori prossimi agli 8,5
μT. Alla distanza di un metro, in prossimità della postazione di lavoro, il
campo scende al di sotto di 1 μT.
Al fine di garantire il non superamento dell’obiettivo di qualità (3 μT) è
necessario che le postazioni degli operatori vengano mantenute ad una
distanza non inferiore ad un metro.
Consultazione libri – sala lettura e biblioteca “Mauro”
Varchi magnetici (campo magnetico a frequenza di rete 50 Hz)
6,5 μT a 3 metri dalla macchina
I varchi magnetici sono situati in corrispondenza delle uscite della
biblioteca e della sala lettura. Durante il rilievo una sola postazione a
videoterminale è stata interessata da un livello di campo superiore agli
obiettivi di qualità di legge, quella dedicata alla “ricerca titoli” situata a
circa 3m dai varchi. Il tempo di permanenza medio giornaliero degli utenti
della biblioteca in questa postazione è sicuramente inferiore alle 4 ore
giornaliere prescritte dalla legge. (vedi D.P.C.M. 8/07/03)
Al fine di garantire il non superamento dell’obiettivo di qualità è
necessario, in fase di progettazione, tenere conto dell’influenza del campo
generato dal varco. L’area di studio e di lavoro dovrà essere individuata al
seguito di una valutazione strumentale dell’intensità del campo magnetico
effettuata successivamente alla messa in esercizio dei varchi magnetici
stessi, in particolare per quanto riguarda la postazione di cui al punto
precedente, se ne propone l’allontanamento.
43
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Postazione
Sorgente
Valori rilevati
Valutazione
dell’esposizione
Intervento
proposto
Postazione
Sorgente
Valori rilevati
Valutazione
dell’esposizione
Intervento
proposto
Postazione
Sorgente
Valori rilevati
Valutazione
dell’esposizione
Intervento
proposto
Addetto macchine utensili – officine meccaniche dipartimentali
Motore macchine utensili (campo magnetico a frequenza di rete 50 Hz)
30 μT macchina – 0,3 μT a 1 metro
Le apparecchiature che hanno evidenziato un’ esposizione significativa
sono:
• tutte le macchine che utilizzano un’elevata intensità di corrente,
• le macchine dotate di un motore che ruota a velocità elevata
• e le saldatrici ad arco
L’utilizzo non continuativo di tali apparecchi e quindi un tempo di
permanenza nella zona ad elevato campo magnetico sempre breve nell’arco
della giornata lavorativa, fa si che l’esposizione dell’operatore risulti
comunque limitata.
Al fine di garantire la salvaguardia della salute degli operatori, tra le
procedure operative da attuare ai fini della sicurezza sul luogo di lavoro
(D.Lg. 626) si propone di tenere conto sia delle distanze da tenere tra
motore e operatore sia dei tempi di lavoro.
Tecnico laboratorio - Laboratori chimici dipartimentali
Agitatori magnetici (campo magnetico a frequenza di rete 50 Hz)
4 μT a 50 cm dalla macchina
Questo tipo di apparecchiatura è molto diffuso nei laboratori chimici,
funziona in maniera continuativa per lunghi periodi ed in genere è
posizionata sui tavoli da lavoro sia fuori che sotto cappa. In alcuni casi
l’operatore, per motivi particolari di lavoro, sosta anche per lunghi periodi
a qualche decina di cm. dall’agitatore.
Al fine di diminuire l’esposizione, è necessario collocare l’apparecchio ad
una distanza non inferiore ad un metro dalla postazione di lavoro
Postazioni di lavoro adiacenti a cavi montanti
Cavi montanti di distribuzione della energia elettrica (campo magnetico a
frequenza di rete 50 Hz)
2 μT nelle immediate vicinanze
L’obiettivo di qualità viene superato in alcuni casi solo a contatto con la
parete che contiene il cavedio. A poche decine di cm. i valori rientrano nei
limiti della normativa vigente.
In fase progettuale è opportuno evitare di posizionare postazioni di lavoro o
apparecchiature (al fine di garantirne il corretto funzionamento) in
prossimità di cavedi ove sono alloggiati i cavi montanti.
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Postazione
Sorgente
Valori rilevati
Valutazione
dell’esposizione
Intervento
proposto
Postazione
Sorgente
Valori rilevati
Valutazione
dell’esposizione
Intervento
proposto
Postazioni di lavoro e studio adiacenti a cabine elettriche
Trasformatori media/bassa tensione e cavi di trasmissione energia elettrica
(campo magnetico a frequenza di rete 50 Hz)
2 μT nei punti più esposti dei locali adiacenti
Al momento della misura, nei locali oggetto della rilevazione non è stato
superato l’obiettivo di qualità imposto dalla normativa vigente.
Nella situazione attuale non è necessario mettere in atto azioni correttive.
Risulta comunque consigliabile ripetere più volte la misura in diversi mesi
dell’anno per individuare i periodi di massimo assorbimento di potenza
degli impianti (ad esempio in estate dove si presume esserci il maggior
carico di corrente dovuto all’utilizzo dei condizionatori).
Postazioni di lavoro servite da rete con tecnologia Wi-Fi
Antenna Wi-Fi (campo elettromagnetico ad alta frequenza 2,4GHz)
8 V/m a pochi centimetri di distanza dall’antenna, 2 V/m a un metro, e 0,5
V/m negli uffici
Nei locali oggetto di rilievo non è superato l’obiettivo di qualità di 6 V/m
imposto dalla normativa vigente. Gli Access Point sono collocati ad altezza
superiore a 2 metri, mentre ogni P.C. ha un’antenna integrata. L’intensità
maggiore si ha a livello dell’Access Point
Nell’installazione degli Access Point è necessario mantenere altezze non
inferiori a 2 metri.
Oltre ad aver individuato le postazioni ove i lavoratori sono risultati maggiormente esposti e
situazioni nelle quali sarebbe meglio evitare di sistemare nuove postazioni di lavoro, gli
innegabili meriti del lavoro svolto per il progetto sono risultati essere l’informazione ai lavoratori
e l’individuazione di criteri generali di progettazione.
In diverse occasioni abbiamo riscontrato un elevato interesse da parte dei lavoratori dell’Ateneo
riguardo la problematica oggetto della nostra ricerca. In alcuni casi i lavoratori risultavano
particolarmente preoccupati per la vicinanza a probabili sorgenti di campi elettromagnetici. La
percezione del rischio da parte dei lavoratori, sebbene influenzata da componenti personali,
psicologiche, cognitive e da variabili socio culturali, nonché da una serie di altri fattori
“situazionali”, quali ad esempio l’esposizione personale e la sensibilità alla copertura delle
problematiche in questione da parte dei media, è stata da noi oggetto di attenta valutazione. I
risultati delle misure e le spiegazioni da parte del team che ha seguito il lavoro, spesso sono
serviti a tranquillizzare i lavoratori più sensibili ed a colmare l’interesse degli altri, mostrando
con una valutazione tecnica come venga, a volte, erroneamente percepita la presenza di
apparecchiature come potenziali sorgenti di campi elettrici e magnetici quali elevate fonti di
rischio.
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POSSIBILI SVILUPPI
La campagna di misura effettuata ha dimostrato la validità del progetto per l’alto numero di casi
interessanti esaminati e la relativa complessità delle caratteristiche elettromagnetiche, l’efficacia
dell’aspetto formativo e relazionale con i colleghi, le indicazioni di carattere operativo e
progettuale fornite per il miglioramento delle situazioni più critiche.
Per questo, anche in considerazione di realtà sensibilmente differenti presenti nei Campus
Durando e La Masa, si ritiene utile espandere il lavoro fatto anche per la sede di Bovisa.
Inoltre è opportuno considerare, nell’estensione del progetto, che durante l’ultimo anno il
sistema Wi-Fi si è largamente diffuso in tutto l’Ateneo, divenendo oggi uno dei sistemi di
comunicazione più utilizzato per studenti, docenti e, più recentemente, per il personale tecnico e
amministrativo. La concentrazione all’interno degli edifici di Ateneo di un numero sempre più
crescente di apparecchiature elettriche ed elettroniche e di dispositivi di trasmissione a
radiofrequenza, e la previsione di un loro costante incremento favorito dalle recenti scelte
tecnologiche, sommate ad un già cospicuo traffico di telefonia cellulare, impongono che i
responsabili delle strutture prestino la massima attenzione a detti problemi, al fine di dare alla
popolazione una corretta valutazione degli effetti che questi dispositivi inducono sulla salute.
Riteniamo che il servizio di monitoraggio intrapreso dal nostro Gruppo di Lavoro, con il
supporto delle Autorità Accademiche, possa portare, in sede di uno sviluppo futuro, alla
soluzione dei problemi richiamati, evitando inoltre contestazioni tecnicamente giustificabili.
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Servizio Prevenzione e Protezione
BIBLIOGRAFIA
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ELETTROMAGNETICI A RADIOFREQUENZA CON MODULAZIONE DIGITALE
Convegno Nazionale Radioprotezione operativa, Verona 2004
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LIVELLI DI CAMPO MAGNETICO GENERATO DA LINEE AD ALTA TENSIONE:
CONSEGUENZE SULLA STIMA DELL’ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE
Convegno Nazionale Radioprotezione operativa, Verona 2004
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CONOSCENZE E DELLA PROTEZIONE - Convegno Nazionale Radioprotezione
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PERCEZIONE, PROTEZIONE
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METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEL CAMPO ELETTRICO E
MAGNETICO IN CORRISPONDENZA DI AREE DESTINATE ALL’INFANZIA - 8°
Convegno Igiene Industriale Corvara 2002
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ELENCO DELLE LEGGI APPLICABILI
Decreto Legislativo 1 agosto 2003, n. 259: Codice delle comunicazioni elettroniche. (GU
n. 214 del 15-9-2003- Suppl. Ordinario n.150)
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003: Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualita' per la protezione della
popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz)
generati dagli elettrodotti. (GU n. 200 del 29-8-2003)
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003: Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualita' per la protezione della
popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a
frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz. (GU n. 199 del 28-8-2003)
Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003: Approvazione del Piano
sanitario nazionale 2003-2005. (GU n. 139 del 18-6-2003- Suppl. Ordinario n.95)
(Riferimenti a INQUINAMENTO, SICUREZZA SUL LAVORO, AMIANTO,
INQUINAMENTO ACUSTICO, ACQUA, ELETTROSMOG, RIFIUTI, MOBILITA'
SOSTENIBILE)
Decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 2003: Indizione del referendum
popolare per l'abrogazione della servitu' coattiva di elettrodotto. (GU n. 85 del 11-4-2003)
Decreto 29 gennaio 2003: Ministero delle Comunicazioni. Istituzione del catasto delle reti
radiomobili di comunicazione pubblica e degli archivi telematici in attuazione dell'art. 12,
comma 3, del decreto legislativo 4 settembre 2002, n. 198. (GU n. 57 del 10-3-2003)
Deliberazione 29 gennaio 2003: Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Approvazione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione
televisiva terrestre in tecnica digitale (PNAF-DVB). (Deliberazione n. 15/03/CONS). (GU
n. 43 del 21-2-2003)
Decreto Legislativo 4 settembre 2002, n.198: Disposizioni volte ad accelerare la
realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni strategiche per la modernizzazione e
lo sviluppo del Paese, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 21 dicembre 2001, n.
443. (GU n. 215 del 13-9-2002) (Abrogato con sentenza della Corte Costituzionale 1
ottobre 2003 Sentenza n. 303)
D.P.C.M. 28 marzo 2002: Modalita' di utilizzo dei proventi derivanti dalle licenze
UMTS, di cui all'art. 103 della legge 23 dicembre 2000, n. 388. (GU n. 137 del 13-6-2002)
Delib. Autorità garante comunic. 15 novembre 2001, n. 435: Approvazione del
regolamento relativo alla radiodiffusione terrestre in tecnica digitale. (G.U. n. 284 del
6.12.2001).
D. M. 11 giugno 2001: Riconoscimento di organismi competenti in materia di
compatibilità elettromagnetica (G.U. 18 luglio 2001, n. 165).
Legge 20 marzo 2001, n. 66: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge
23 gennaio 2001, n. 5, recante disposizioni urgenti per il differimento di termini in materia
di trasmissioni radiotelevisive analogiche e digitali, nonché per il risanamento di impianti
radiotelevisivi (pubblicata nella G.U. n. 70 del 24 marzo 2001).
Legge 22 febbraio 2001, n. 36: Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici (G.U., parte I, n. 55 del 7 marzo 2001).
DECRETO 10 settembre 1998, n. 381: Regolamento recante norme per la
determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana. (G.U.R.I. 3
novembre 1998, n. 257).
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Servizio Prevenzione e Protezione
Decreto Ministeriale 5 agosto 1998: Aggiornamento delle norme tecniche per la
progettazione, esecuzione ed esercizio delle linee elettriche aeree esterne (G.U. 8.09.1998,
n. 209).
Legge 1 luglio 1997, n. 189: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge
1° maggio 1997, n. 115, recante disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva
96/2/CE sulle comunicazioni mobili e personali. (Gazz. Uff., 1° luglio, n. 151).
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 aprile 1992: Limiti massimi di
esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50
Hz) negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno.(Gazz. Uff., 6 maggio, n. 104).
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