Miko Magistro interpreta Pirandello `Pensaci Giacomino` in scena al

VI
SPETTACOLO
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L
a novella, che fa parte della
raccolta La giara (1927)
pubblicata inizialmente nel
1910 sul «Corriere della
Sera» e rielaborata per il teatro (prima in siciliano, poi in italiano), verrà portata in scena al Brancati giovedì 3
marzo alle ore 21 con la regia di Giuseppe
Romani. Sul palco due mattatori, Tuccio
Musumeci e Miko Magistro, per dare vita
a una commedia che è un esempio di
come lo stile di Luigi Pirandello punti a
una rappresentazione della realtà non più
concepibile in senso deterministico.
Affascinato dalla scena sin dall’adolescenza, Luigi Pirandello vi approda da
protagonista solo nel 1915, sulla soglia
dei cinquant’anni, nella sua prima stagione teatrale, quella dialettale, dopo l’insuccesso di Se non così (divenuta poi La ragione degli altri).
Nascevano così, una dopo l’altra, in un
fervore creativo straordinario, sul crinale
del primo conflitto mondiale, Pensaci,
Giacuminu!, ’A birritta cu ’i ciancianeddi,
Liolà, ’A giarra, tutte in dialetto e di matrice narrativa. La prosa pirandelliana,
d’altronde, inesauribile serbatoio fanta-
11 MARZO 2016
La commedia del premio Nobel sarà in scena al Teatro della Città fino al 20 marzo con la regia di Giuseppe Romani
Miko Magistro interpreta Pirandello
‘Pensaci Giacomino’ in scena al Brancati
Miko Magistro; in basso Luigi Pirandello
stico, intriso della lacerante tensione
dell’umorismo, era disponibile al trasloco
teatrale per la vistosa dialogicità che l’attraversava.
Pensaci, Giacuminu! è la prima commedia scritta, agli inizi del 1916 appositamente per Musco, tratta dalla novella
omonima che, al suo apparire sul “Corriere della Sera” del 23 febbraio 1910, suscitò le “ire” di “timorati lettori”.
Con un generoso quanto compromissorio stravolgimento di ruoli, la paradossale soluzione triadica del vecchio, bonario professor Toti scardina la consuetudine
maritale borghese; il suo sottile desiderio
di vendetta a danno delle istituzioni
rivela l’irrisarcibile amarezza di una
stanca e frustrata senilità, una straniata filosofia che si traduce in caparbia rivolta
quando investe la pudibondagine borghese e l’opinione comune con Platone “più
oscura della conoscenza, più luminosa
dell’ignoranza”.
Definita “audacissima” dall’autore,
Pensaci, Giacuminu! fu accolta dalla
critica favorevolmente.
Il mondo borghese-impiegatizio di
Pensaci, Giacuminu!, ’A birritta cu ’i
ciancianeddi, Ccu ’i nguanti gialli, attraverso l’uso di codici espressivi diversi (un
dialetto che ora si offre alla contaminazione della lingua e ora si chiude nella gelosa custodia della propria intimità), ma-
nifesta un segreto bisogno di promozione
sociale, di credibilità culturale che,
venuto meno l’interno dinamismo dialettico, si smorza nella versione in lingua.
Sul palco insieme a Magistro e Musumeci ci saranno anche Margherita Mignemi, Raniera Ragonesi,Olivia Spigarelli,
Riccardo Maria Tarci, Agostino Zumbo,
Roberta Andronico, Luca Iacono e il piccolo Federico D'Agosta. Le musiche
sono di Matteo Musumeci i costumi
delle sorelle Rinaldi.
Lo spettacolo sarà in scena al teatro
Brancati di via Sabotino 4 a Catania fino
al 20 marzo. Gli orari degli spettacoli sono
le 21 o le 17.30 a seconda dei giorni. Info
e biglietti al botteghino.
Presentato il catalogo “Segni Agathae”
Catania - Presentato, nella Galleria
d’Arte Moderna della Ciminiere, il catalogo dell’esposizione “Segni Agathae”
a cura di Giovanna Cassese e Ornella
Fazzina. La mostra dedicata alla Santa
Patrona della Città, rimasta aperta alla
Ciminiere per oltre un mese, ha conseguito un lusinghiero successo di pubblico. Molto apprezzate le numerose opere
esposte, frutto dell’ingegno di allievi di
Scuole Grafiche appartenenti a numerose Accademie italiane, insieme con
opere di artisti italiani e stranieri. Per
quest’ultima peculiarità la Città Metropolitana di Catania ha favorito l’iniziativa. Il Catalogo, illustrato a colori, documenta la validità del progetto di Liborio Curione con il chiaro intento
Segni Agathae - Piccari, Lentini, Bianco, Di Nuovo
Il cast di Pensaci Giacomino
“Breve storia del resto del mondo” è il titolo della personale curata da Laura Barreca che offre uno spaccato della realtà storica contemporanea
Le opere di Pietro Ruffo in mostra a Palazzo Valle
Catania - “La mostra, allestita in uno dei più
affascinanti spazi museali in Sicilia, propone uno
spaccato della realtà storica contemporanea, attraverso gli occhi e la sensibilità di un artista dalla
spiccata personalità”. È questa l’opinione del prof.
Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo, che
aggiunge: “La forza di Ruffo consiste nell’utilizzare tutti gli elementi base propri della sua formazione di architetto - il progetto, la carta, il disegno - per dar voce, con opere anche tridimensionali, ai grandi temi della storia universale, come
la libertà e la dignità dell’essere umano costantemente minacciate dalle insidie del mondo di
oggi”.
La Fondazione Puglisi Cosentino e la Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo annunciano così l’apertura, dal 3 aprile al 10 luglio, a
Catania, nella sede della Fondazione Puglisi
Cosentino, di “Breve storia del resto del mondo”,
l’ampia personale di Pietro Ruffo, a cura di Laura
Barreca. Una mostra che riunisce una spettacolare
sequenza di opere di grandi dimensioni realizzate
dall’artista romano dal 2005 ai giorni nostri.
Essa va a comporre una sorta di viaggio
visivo sul concetto universale di libertà o dei principi liberali nella storia politica dei continenti, at-
traverso i temi della colonizzazione, delle divisioni
culturali, sociali, religiose da cui scaturiscono antichi e irrisolti conflitti tra i popoli del mondo.
Conosciuto per le sue grandi mappe delle nazioni, su cui schiere di libellule intagliate a
mano e fermate con migliaia di spilli rappresentano l’idea della libertà, Pietro Ruffo concepisce
un percorso espositivo che guida il visitatore al
riconoscimento di alcuni “padri-ispiratori” del pen-
siero liberale e costituzionale: tra loro il politologo
inglese Isaiah Berlin, cui l’artista dedica nel 2010
la serie di grandi ritratti I sei traditori della libertà,
in mostra a Catania.
Ma anche poeti come il libanese Khalil Gibran,
cui è dedicata l’opera Liberty House (2011): una
piccola costruzione architettonica che vuole affermare il concetto che si è davvero liberi solo se
il desiderio di ricercare la libertà diventa pratica
d’internazionalizzare il tema del martirio
di Agata, strettamente legato all’identità
del capoluogo etneo. Lo scopo è stato
raggiunto, dimostrando quanto l’argomento sia una fonte ancora attiva d’ispirazione vista la rassegna di opere in
esposizione e la sorprendente varietà di
tecniche utilizzate.
Sono intervenuti il commissario
straordinario della Città Metropolitana
di Catania Maria Costanza Lentini, il
sindaco di Catania Enzo Bianco, il
presidente e il direttore dell’Accademia
di Belle Arti di Catania Santo Di Nuovo
e Virgilio Piccari insieme il Maestro
Santo Di Nuovo, i docenti Gianni
Latino e Daniela Costa e numerosi allievi dell’Accademia catanese.
quotidiana e interiore.
Attualissima traduzione artistica di una condizione geopolitica internazionale, la mostra si offre
come riflessione più ampia sulle questioni da cui
sono originate le più recenti e disastrose piaghe
sociali: dal colonialismo, alla primavera araba, dal
fondamentalismo islamico alle rivolte per i diritti
dei lavoratori in Sud Africa.
Ad apertura e chiusura della mostra, l’opera The
Colours of Cultural Map (2015) commissionata
da Luciano Benetton per il progetto Imago
Mundi, un grande atlante dei paesi del mondo e
delle differenze che uniscono i popoli; e SPADSVII, commissionato dalla Galleria nazionale d'arte Moderna di Roma, un biplano di dimensioni
reali realizzato interamente in legno e carta.
La mostra verrà allestita a Palazzo Puglisi Cosentino di via V. Emanuele II n. 122 a Catania.
L'inaugurazione è prevista per il 3 aprile e
rimarrà aperta fino al 10 luglio con questo calendario: da martedì a domenica ore 10-13 e 1619.30. Il sabato l'apertura verrà protratta fino alle
21.30. Ingresso € 8, ridotto € 5, martedì e venerdì
ingresso € 3.
Suoni e immagini del quotidiano e uno scambio di videoarte musicale con il pubblico contraddistingueranno l'evento al Quirinetta
Irene Grandi e Pastis insieme per uno spettacolo-laboratorio
A metà tra spettacolo ed evento, tra
laboratorio e concerto, i Pastis e Irene
Grandi propongono Lungoviaggio uno spettacolo-laboratorio interattivo tra
suoni e immagini del quotidiano.
Il progetto - una creazione dei Pastis
(al secolo i fratelli Marco e Saverio Lanza) e Irene Grandi - arriva a Roma al
Quirinetta Caffè Concerto il prossimo
21 marzo.
Lungoviaggio è evento/laboratorio
nell’ambito della videoarte musicale,
dove le immagini del quotidiano, i
suoni e i rumori della più varia umanità,
i volti degli spettatori, le parole e la musica, si fondono in un'unica performance interattiva.
Lo spettacolo avrà un prologo di carattere sperimentale: gli spettatori che
vorranno approfondire il linguaggio
della performance potranno partecipare
al laboratorio, che si terrà lo stesso giorno dello spettacolo a partire dalle ore
17.00 sempre al Quirinetta. In questa occasione sarà allestito uno speciale set fotografico condotto dagli artisti che, interagendo con i partecipanti, li renderanno protagonisti attivi. Dal laboratorio
nascerà così un mondo di immagini,
voci e suoni che saranno materia prima
per la realizzazione di uno speciale video/performance, successivamente reso
disponibile tramite i canali social degli
stessi artisti.
Con l’aiuto del pubblico si svilupperà
un percorso che culminerà nello spettacolo serale, con la grande voce di Irene, gli strumenti di lavoro dei Pastis e
le proiezioni video: una simbiosi tra chitarre, pianoforte, macchina fotografica,
canto. La musica prenderà forma dall’interazione viva con quel che accade,
in cui “un occhio vede e l’altro sente”
(sottotitolo fisso delle attività artistiche
dei Pastis). Sarà una reinterpretazione
in tempo reale che si avvarrà anche delle
riprese sul pubblico per farsi musica.
Uno spettacolo atipico in cui le immagini “si suoneranno e si canteranno”,
una sorta di “fotoconcerto” dove ogni
opera messa in scena rappresenterà un
viaggio , concorrendo così a delineare
il tema portante voluto dagli artisti e da
cui nasce il titolo “Lungoviaggio”.
Quello del viaggio è un tema da sempre molto caro ad Irene, appassionata
viaggiatrice, che in molti suoi album ha
proposto l'argomento in modo originale
(basti pensare al suo famoso singolo
“Prima di partire per un lungo viaggio”
scritto per lei da Vasco Rossi). Altrettanto per i Pastis, perché da sempre costitutivo della loro poetica che apre una
finestra sul mondo ricca di stupore,
emozione e senso dell'umorismo, che
denota un'autentica simpatia per l'umanità e la leggerezza di chi sa scrutare per
pura curiosità.
La regia di Vincenzo Seminara ha regalato al pubblico due ore di equivoci e risate con la piece di Jacobello
Gran successo della commedia “Casa Campagna”
Ancora una volta la compagnia teatrale “C.G.S. Giuseppe Macri” ha riscosso un nuovo successo con la messa
in scena della brillante commedia
“Casa Campagna”. Due atti di F. Jacobello con al regia del bravo Vincenzo
Seminara la commedia è stata presentata nei locali del teatro dell’Istituto Salesiano “Sacro Cuore” di Barriera a Catania. Ottima l'affluenza di pubblica felice e divertito nel seguire, con entusiasmo, le varie fasi della commedia che
si sono svolte nelle due ore di spetta-
colo. Il testo ha proposto con lieve ironia alcune delle figure tipiche della
commedie di tutti i tempi arricchite tuttavia di connotati che le trasformano in
personaggi di quotidiana riconoscibilità
e di straordinaria attualità.
S’incontrano così una moglie spendacciona, due giovani continuamente
ostacolati nel coronamento del loro sogno d’amore, grande interpretazione
della giovane attrice Agata Gemmellaro
(la figli a Luisa) e del bravo Umberto
Guarnaccia (il fidanzato di Luisa,
Nini’), una portinaia ciarliera ed invadente interpretata da Daniela Cosentino
(Donna Carmela), un figlio ozioso interprete Simone di Nicosia (Roberto-figlio), un politico solo apparentemente
perbenista ma moralmente corrotto- interpretato da Paolo Galeano (On.Dino
Trutal).
Nei panni del povero ragioniere
Vincenzo Campagna, un impareggiabile
Angelo Calabretta che, con la sua
verve irresistibile, ha dato vita al personaggio del frustratissimo capo fami-
glia alle prese con una modesta condizione economica a fronte delle ingenti
richieste di denaro avanzate di continuo
dalla moglie Serenella (ottima interpretazione di Dalida Belfiore) e da due figli
universitari, Luisa (Agata Gemmellaro),
e Roberto (Simone Nicosia) ed una intraprendente portinaia che tutto vede e
niente sa (Daniela Cosentino). E, infine,
ecco la trama: parla delle nostre debolezze, dei piccoli e grandi problemi di
tutti i giorni Casa Campagna, commedia brillante, con la leggerezza e il garbo
della buona satira di costume e la
schietta semplicità dal nostro dialetto
questo lavoro mette a nudo le manchevolezze, i desideri reconditi e le magagne della società moderna attraverso le
vicende di una tipica famiglia medioborghese che casualmente va a vivere
in affitto in quella che è stata in passato
la casa di una donna di facili costumi.
La scoperta di questo spiacevole e
poco onorevole antecedente costituisce
solo il punto di partenza per una serie
di equivoci a catena che hanno condotto
inevitabilmente al più classico dei lieti
fini. Tutto il cast ha dimostrato molto
impegno e tanta professionalità nel
loro lavoro svolto sul palcoscenico. Lo
staff che ha diretto la commedia,- direttore di scena- Paolo Galeano, scenografie: Andrea Pellegrino, tecnico- lucie e
audio- Alessio Papale, costumi a cura
del C.G.S. Giuseppe Macri. Il prossimo
spettacolo sarà “E vinni u jornu” scritto
e diretto da Lia Marcellino, andrà in
scena il 16 e il 17 aprile.
Gino Fazzio