Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 92/04 del 22 settembre 2004, San Maurizio
Rassegna stampa
Ebreo responsabile di un attentato… anti-semita
La polizia francese ha fermata un ebreo di 52 anni in relazione all’incendio doloso del 22 agosto di un
centro sociale ebraico a Parigi. Il fermo segna un’imbarazzante svolta nelle indagini, giacchè sulle
prime tutti gli elementi portavano alla pista anti-semitica. L’uomo fermato è stato identificato come
Raphael B., già guardiano del centro sociale. Questi avrebbe agito spinto dal rancore perché temeva
di essere licenziato. Il sospettato è stato definito una persona “mentalmente instabile”. Gli inquirenti
hanno trovato nella sua casa le chiavi del centro e alcuni pennarelli che potrebbero essere stati
utilizzati per imbrattare i muri con quelle scritte anti-semitiche che hanno sviato le indagini.
(Da La Stampa del 31 agosto 2004)
Le perplessità di padre Benjamin
“Perplessità” su chi vi sia dietro il rapimento dei due giornalisti [francesi] è stata espresso da padre
Jean-Marie Benjamin, ex funzionario Onu, profondo conoscitore del mondo arabo. “La situazione” –
ha detto Benjamin – è talmente ingarbugliata e ci sono tantissime forze che agiscono e interagiscono
nel territorio, che risulta difficile capire che ci sia dietro a questa a questa”. Il sacerdote avanza due
ipotesi sul sequestro: “O sono stati rapinati da un gruppo islamico o della guerriglia irachena e in
questo caso saranno rilasciati, oppure se dietro ci sono stati ‘mandanti’ verranno uccisi”. “Nel caso
dei due ostaggi francesi – precisa ancora Benjamin – non si sa chi c’è il rapimento: non ci sono volti,
solo una sigla e un video, ma di queste sigle se ne possono inventare centinaia”.
(Da La Stampa del 2 settembre 2004)
Ebrei allergici ai crocifissi
Giallo per una croce cristiana, anzi due, “nascoste” sul palco della Convention repubblicana. I due
simboli del cristiano sono apparsi su una serie di foto scattante al Madison Square Garden grazie a
un gioco di luci che ha evidenziato la particolare lavorazione del legno del podio, dietro cui da tre
giorni si alterano gli oratori. Gli avversari hanno subito gridato alla “persuasione occulta” e il
quotidiano New York Sun, vicino agli ambienti ebraici di New York, ha scritto che il “partito
repubblicano è prigioniero della destra religiosa”. “I repubblicani sono eccezionali scenografi. Ritengo
che tutto quello che appare sul podio sia stato prima accuratamente considerato”, ha detto Mark
Bennett, un portavoce dei democratici. “E’ molto strano, sconcertante”, ha commentato il presidente
della Organizzazione Sionista d’America Morton Klein. I repubblicani hanno preso la cosa a ridere:
una domanda sulle croci fatta al briefing quotidiano della convention non è stata presa neppure in
considerazione. (…)
(Da la Padania del 2 settembre 2004)
Anche in DVD, il film "La Passione di Cristo" batte tutti i record
Martedì 31 agosto è stato il primo giorno in cui il film "la Passione di Cristo" è stato distribuito in
formato DVD. Ebbene, a metà giornata erano già 2,4 milioni le copie di DVD vendute. Sebbene del
DVD siano state prodotte 15 milioni di copie, molte grandi catene di vendita hanno già fatto nuove
ordinazioni. Innumerevoli gli acquisti superiori alle 50 copie da parte di Congregazioni religiose e
gruppi di fedeli. Secondo quanto riportato da Avvenire (2 settembre 2004), la casa di distribuzione
Fox ha dichiarato che "se il successo del film è stato senza precedenti allo stesso modo lo diventerà
quello del DVD". Il record di vendite in DVD appartiene al cartone animato "Alla ricerca di Nemo" con
22 milioni di copie.
(Da Agenzia Zenit del 2 settembre 2004)
Il patriarca cattolico caldeo di Baghdah accusa anche Israele per la guerra in Iraq
“…I nostri bambini gridano, i nostri giovani, le nostre giovani gridano, i nostri vecchi, i nostri malati
gridano. Basta! Basta con la guerra. Siamo stanchi della guerra. Da più di cinquant’anni la guerra. E
poi chiediamoci: perché la guerra? Non c’è nessuna ragione. Non c’è per noi, se non l’interesse del
petrolio e forse di Israele…” (Shlemon Warduni, vescovo cattolico caldeo di Baghdad)
(da La Stampa del 7 settembre 2004)
Ratzinger contro l’entrata della Turchia in Europa
(…) In una recente intervista al quotidiano francese Le Figaro, parlando dell’entrata di Ankara nella
Comunità europea, Ratzinger affermava: “L'Europa è un continente culturale e non geografico. È la
sua cultura che le dona un’identità comune. In questo senso, la Turchia ha sempre rappresentato nel
corso della storia un altro continente, in permanente contrasto con l'Europa”. Ratzinger denunciava
inoltre l’errore di omologare i due continenti per meri interessi commerciali. “La scomparsa della
cultura in favore di benefici economici significherebbe una perdita di ricchezza”. (…)
(Da AsiaNews dell’8 settembre 2004)
I vescovi cattolici della Malesia: che la legge islamica non diventi la legge dello stato
Da diversi mesi si discute in Malaysia di un caso di violazione della libertà religiosa. Shamala, una
non cristiana madre di due figli, ha chiesto giustizia alla Corte suprema perchè i suoi due figli sono
stati convertiti con la forza all’Islam senza il suo consenso e senza che lei ne sapesse nulla. Ma la
Corte non ha voluto nemmeno sentirla giudicandosi “incompetente” sulla materia e rimandando la
cosa alla Corte federale della Sharia (Majlis Agama Islâm Wilayah Persekutuan). I legali della donna
si sono opposti: secondo loro la Corte della Sharià non ha giurisdizione sulla donna perché essa non
è musulmana. Così Shamana è stata lasciata sola, il suo caso in sospeso, a causa di un conflitto fra
due sistemi giuridici. In Malaysia operano due sistemi: uno federale e civile regolato dalla
Costituzione federale; l’altro di tipo giuridico religioso che dovrebbe essere competente solo per i
musulmani. Nel caso di Shamala, la Corte suprema si astiene dal giudicare; la Corte della Sharia
darebbe senz’altro ragione al marito che, in quanto musulmano, ha fatto convertire i figli all’Islam.
Proprio per questo i vescovi cattolici, insieme ad organizzazioni non governative, hanno preso a
cuore il caso di Shamala. In un documento pubblicato di recente hanno fatto notare che, nel caso di
matrimoni misti tra musulmani ed appartenenti ad altre religioni, si verificano problemi per la parte
più debole, cioè quella non musulmana. Le difficoltà vengono dal fatto che la parte non musulmana,
pur difesa in teoria dalle leggi dello stato, per gli aspetti religiosi viene a essere giudicata da una
Corte che privilegia di fatto la parte musulmana a discapito dell’altra.
La Malaysia è una monarchia costituzionale di tipo federale. L’Islam è considerata la religione della
Federazione, ma le altre religioni (cristianesimo, buddismo, induismo, sikkismo, taoismo,
sciamanesimo, religioni tradizionali animiste), possono essere praticate. (…) L’impegno dei vescovi
va più in là del caso specifico della madre non musulmana: esso investe la stessa concezione dello
stato. “Quando è stata fondata la Malaya [il nome della Malaysia al tempo dell’indipendenza –
ndr].., vi fu un contratto sociale tra le comunità delle differenti razze e religioni, custodito nella
nostra Costituzione”. In essa si precisa che “mentre l’Islam è la religione della nazione, la Malaysia è
uno stato secolare che garantisce la libertà di religione”. Proprio per questo i vescovi sottolineano
che la legge islamica non può diventare una legge dello stato: “[affermare] che l’Islam è la religione
della Federazione non vuol dire estendere l’applicazione della Sharia alla sfera della legge pubblica...
Noi rigettiamo ogni regolamento o dichiarazione governativa [che definisca] la Malaysia uno Stato
Islamico, o un paese in cui tale descrizione implichi l’uso della Sharia nella legge pubblica e nei
regolamenti governativi”. (...)
(Da AsiaNews del 9 settembre 2004)
Rimini: i nostalgici di Togliatti
Via Palmiro Togliatti si può fare. La presa di posizione è firmata direttamente dal sindaco Alberto
Ravaioli ieri sera in Consiglio comunale in risposta a una specifica richiesta del capogruppo del
Partito della Rifondazione Comunista Pierpaolo Gambuti. Ha detto il primo cittadino: “Credo sia una
proposta che possa essere accettata”, sarà quindi girata all’apposita commissione. Ricordiamo che il
tema ha spaccato la sinistra riminese, in particolare Rifondazione con l’assessore Vittorio Buldrini
decisamente sulla strada del no (per via delle “purghe”) e Gambutti su quella del si. (…)
(Da il Corriere di Rimini del 10 settembre 2004)
Olanda e l’eutanasia per i bambini
Olanda sempre all’avanguardia: nel male. Dopo i vecchi, tocca ai bimbi esser oggetto di assassinio.
L’eutanasia applicata ai ragazzi sotto i dodici anni procura orrore. E ancor di più, sgomento. Ma la
decisione non cade come un fulmine. È il risultato di decenni di scelleratezze, è la conseguenza - tanto
per cambiare - di una Chiesa espropriata dalla Storia. Nel parlamento dell’Aja le voci d’opposizione
appartengono ai protestanti. I cattolici, zitti zitti, acconsentono. Servi di un radicalismo massone prono
alla barbarie. Già, i cattolici d’Olanda. Con la Chiesa locale votati all’estinzione. Nella terra dei mulini a
vento fu pubblicato il primo catechismo post-Vaticano II. Il quale negava l’esistenza degli Angeli,
contestava l’infallibilità del Papa, ambiguamente definiva la verginità della Madonna. Nella bolgia di
quegli anni, l’ex sant’Uffizio intervenne dopo mesi, apportando al testo modifiche più sfuggenti che
convincenti. A Roma regnava Paolo VI, emblema di un’epoca travagliata e scriteriata. Che solo all’alba
della morte forse capì quale sciagura fosse stato il concilione. Negli anni Sessanta, la contestazione
ecclesiale toccò in Olanda punte parossistiche. Azzerando prima ogni autorità gerarchica e poi
estinguendo la fede genuina di un popolo orante. In Vaticano capirono tardi il disastro. Credettero di
rimediare inviando nel Paese dei tulipani proconsoli senza tatto o pietà. Nemmeno il grande Willebrand
riuscì a migliorare una situazione in coma. Nacquero, qua e là, gruppi autogestiti di praticanti, che
trasformarono la Messa in un’assemblea parlamentare. Come sovente capita, i vescovi non seppero
reagire. Paralizzati da remore ignobili per dei consacrati. Timorosi di dispiacere al mondo. Visitate le
chiese nei Paesi Bassi: per curiosità. Non vi troverete in esse confessionali, l’arredamento ispira un
anelito lutero-calvinista. La frequenza all’Eucaristia sfiora il cinque per cento (dei battezzati). (…)
All’ultimo concilio i prelati olandesi furono soprannominati i “campioni del modernismo“. Fosse stato
per loro, i cattolici avrebbero accettato il divorzio, giustificato l’aborto in alcuni casi, approvato
largamente l’eutanasia. Ecco, l’eutanasia. Praticata fin dall’antichità. I greci la chiamavano “buona
morte“. O - nella versione più sofisticata - “la morte dolce“. Cosa ci sia di gradevole nello spirare, solo i
sofisti lo intuiscono. Apparentati, in questo, ad alcuni spezzoni di stoici. Socrate bevve la cicuta in un
supremo atto d’autodistruzione. Con un gesto cancellò anni di sapienza. Nell’opulenta Olanda la teoria
del godimento si scontra con la pratica della vita. E risponde alla sfida, abdicando. Non ha supporti
ideologici per giustificare duri approcci. Oltre l’effimero, il nulla. Dinanzi al sacrificio trema, di fronte al
dolore tentenna. Cerca ogni possibile scappatoia. Ma cade rovinosamente nel baratro. Sarebbe
attrezzata per lenire patimenti notevoli. Ha un’organizzazione sanitaria di prim’ordine. Difetta però
d’anima. Il suo cuore è solo carnale. Un vecchio si sente inutile? Uccidiamolo. Ad un ragazzo si
prospetta un futuro difficile? Sopprimiamolo. Il resto è retorica. Un corollario di grettezze farisaiche che
l’Apocalisse classifica come vomitevoli. Ritorna l’incubo di Sparta. E questa volta ammantato di
ipocrisia e putredine. (…)
(Da la Padania del 10 settembre 2004)
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