Rivista quadrimestrale della FENIARCO

n. 5
2001
Maggio-Agosto
Rivista quadrimestrale della FENIARCO
Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN”
Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali
Rivista quadrimestrale della FENIARCO
Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali
REALTÀ O FANTASCIENZA
3
di Aldo Cicconofri
Foto di copertina:
GUSTAV KLIMT
“La musica I”, 1895
I CORSARI...
pag. 3
4
di Alvaro Vatri, Giorgio Morandi
e Sandro Bergamo
LABORATORIO PERMANENTE
DI ELABORAZIONE CORALE
DI VITTORIO VENETO
6
di Stefano Da Ros
pag. 10
QUANDO CI GUARDANO,
COME CI VEDONO. LA CORALITÀ ITALIANA
VISTA DA MATIAZ SCEK
8
di Valentina Longo
CORSI E FORMAZIONI 10
di Puccio Pucci
pag. 14
IMPARA L’ARTE... 13
di Mauro Zuccate
CORSI&CORSI 14
di Valentina Longo e Lucia Vinzi
Direttore responsabile:
Sandro Bergamo
Comitato di redazione:
Giorgio Costantino
Aniello Del Gatto
Giorgio Morandi
Puccio Pucci
Alvaro Vatri
“COMPORRE PER CORO OGGI” 16
di Giovanni Bonato
pag. 16
di Cristina Ganzerla
PER UNA MUSICA UMANA: 19
L’ESPERIENZA DI AOSTA
Redazione:
via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
tel. 0434 876724
fax 0434 877554
e-mail: [email protected]
di Carlo Tommasi
RUBRICHE
Progetto grafico:
Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna
NOTIZIE DALLE REGIONI 20
DISCOGRAFIA 26
Stampa:
Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn)
Alvaro Vatri
pag. 26
Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c
- legge 662/96 dci “PN”
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del 25.01.2000 n° 460 Reg. periodici
Abbonamento annuale L. 15.000
C.C.P. 11139599 Feniarco - Via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
“IMPRESSIONI”, 18
GIORNALE DI BORDO DI UNA CORSISTA
MONDOCORO 27
Giorgio Morandi
37° CONCORSO NAZIONALE CORALE 30
TROFEI “CITTÀ DI VITTORIO VENETO”
editoriale
REALTÀ O FANTASCIENZA
DAL N. 31 DI CHORALITER
(GENNAIO – APRILE 2011 )
RIPORTIAMO L’INTERVISTA
AL PRESIDENTE DELLA FENIARCO.
cuzione di un repetorio se non se ne
conoscono le originali tecniche compositive, i criteri estetici dell’epoca in
cui è nato e la prassi esecutiva.
Cosa ne pensa, Presidente, dei
bruschi cambiamenti avvenuti nel
mondo corale negli ultimi dieci
anni?
Credo che questo decennio sia stato
veramente eccezionale per la coralità
italiana. Si è realizzato in questo breve arco di tempo ciò che progettavamo da molti anni.
Ma questo richiede chissà quanti
anni di studio!
Indubbiamente i Corsi, specie per i
Docenti, sembrano sempre brevi rispetto agli argomenti da affrontare,
ma otto anni, se ben utilizzati possono essere sufficienti. Gli studenti infatti, dopo il Corso inferiore di Composizione, affrontano un itinerario
specifico che comprende
- ANALISI E COMPOSIZIONE con lo
studio delle forme corali più importanti dal Medioevo alla Musica
contemporanea. I Docenti sono
coloro che prima insegnavano Musica corale, Armonia, Contrappunto e Composizione, utilizzati per
insegnare il periodo che amano e
conoscono meglio;
- VOCALITA’, in cui il Docente di
Canto cura la formazione vocale
dei futuri Direttori di Coro ed insegna loro anche la Didattica della
tecnica vocale da utilizzare sia con
i gruppi di adulti che di bambini;
- LETTURA DELLA PARTITURA intesa
sia come mezzo per affrontare lo
studio preliminare dei brani che
per sviluppare la tecnica strumentale del pianoforte o dell’organo;
- FONETICA del latino, del francese,
dell’inglese e del tedesco con approfondimento linguistico di almeno due di queste lingue;
- STORIA DELLA MUSICA con un particolare approfondimento delle
epoche e degli autori più rappresentativi della musica corale;
- GESTUALITA’ E CONCERTAZIONE
per maturare, di fronte ad una vera formazione corale e con la guida del Docente di Esercitazioni corali, l’esperienza adeguata per saper condurre un gruppo sia durante la prova che nelle esecuzioni;
- PEDAGOGIA MUSICALE onde saper affrontare con il giusto comportamento e con tecniche ade-
Qual è stato, secondo Lei, il momento o l’avvenimento decisivo
per giungere all’attuale situazione?
Non c’è stato un momento od un avvenimento scatenante ma un concatenarsi di azioni che hanno interagito
positivamente tra loro. Una svolta importante fu l’istituzione, in alcuni
Conservatori italiani, del Nuovo Corso
per Direttore di Coro, con un programma rinnovato, che rispondeva
alle esigenze della coralità italiana di
allora. A questo vanno poi aggiunti la
fondazione del Coro Giovanile Italiano che ormai ogni anno raccoglie giovani coristi provenienti da tutte le regioni italiane per svolgere una
tournée concertistica. Le Settimane
cantanti poi, che iniziarono nel 1998
con Alpe Adria Cantat a Jesolo, sono
ormai 3 o 4 ogni anno e sono distribuite in tutta la penisola.
A proposito del Corso per Direttore di Coro ci può illustrare gli attuali programmi?
Mentre precedentemente era solo il
Docente di Musica Corale e Direzione
di Coro a curare l’intera formazione
degli studenti, attualmente sono
coinvolti nell’insegnamento diversi
altri docenti e, oltre allo studio del
mottetto e del madrigale, che rimangono basilari, gli attuali direttori seguono anche Corsi semestrali relativi
alle forme della musica barocca, romantica e contemporanea.
Ma non sono troppi i periodi da
studiare?
E’ difficile affrontare lo studio e l’ese-
Segue a pag. 4
3
dossier
guate anche la direzione del coro
di bambini.
Passiamo ad un altro argomento.
Mi sembra consistente anche l’attività editoriale della Feniarco.
Lei pensi che il primo volume, delle
diverse collane che abbiamo attualmente, fu Melos, pubblicato nel 2001,
cui fecero seguito i Volumi per Cori di
bambini e per Cori giovanili. Proprio
quest’anno poi, completeremo la serie di volumi contenenti i Canti popolari di tutte le regioni italiane.
Tra tutte le attività della Feniarco
qual è stato il settore che ha dato
i risultati migliori?
Sicuramente la scuola perché ormai è
difficile trovarne una che non abbia
formato il coro. Inoltre dai volumi dedicati ai cori di bambini ed ai cori giovanili, corredati di CD con le esecuzioni dei brani, si è andato man mano
formando un repertorio comune in
tutta Italia che durante l’annuale Festival di cori scolastici permette ai
bambini ed ai ragazzi di cantare e di
far festa insieme.
L’attività editoriale mi pare che abbia avuto un grosso ritorno anche
sulla professione del compositore.
Indubbiamente la distribuzione capillare presso le scuole ed i cori dei nostri volumi ha permesso la diffusione
e l’esecuzione di un nuovo repertorio
italiano che, unito alla convenzione
con la Siae del 2001 ha permesso ai
compositori di poter ottenere qualche soddisfazione. Un notevole impulso ai giovani compositori è arrivato poi dall’istituzione del Corso di
composizione corale che si svolse per
la prima volta ad Aosta e che successivamente è passato attraverso altre
regioni italiane.
E i rapporti con gli organi istituzionali?
Beh debbo dire che anche qui qualche progresso è stato fatto. Al Ministero della Cultura c’è un certo apprezzamento per il nostro lavoro che
viene sostenuto con un contributo, sicuramente non adeguato, ma che in
ogni modo ci permette di fare molte
inizitive. A livello europeo abbiamo
acquisito una posizione di rilievo perché i Cori italiani si sono imposti recentemente in alcune importanti
competizioni internazionali, inoltre
diverse manifestazioni di Europa Cantat si svolgono in Italia e chissà che
proprio questa organizzazione, nello
spirito dell’alternanza, non ci chieda
di portare la propria sede in Italia.
4
ALDO CICCONOFRI
Vicepresidente della Feniarco
Docente di Esercitazioni corali
al Conservatorio G. Rossini di Pesaro
I CORSARI….
Aspettative e prospettive di allievi,
docenti e organizzatori di corsi corali.
Finita l’estate, iniziando un nuovo
ciclo annuale di lavoro, capita che,
facendo pulizia nella propria scrivania, fra le tante carte avviate al
macero un bel pacchetto sia rappresentato dalle molte proposte di
corsi e seminari cui siamo stati invitati nella passata stagione. E le vecchie carte che buttiamo s’incrociano con quelle nuove che il postino
ci recapita: con l’autunno iniziano
altri corsi, di durata annuale o pluriennale. Si può imparare a cantare
in riva al Garda, a comporre su in
montagna, a dirigere stando al mare, occuparsi di musica rinascimentale in una cittadina del centro Italia, di gregoriano in un monastero
del nord, di musica contemporanea
in una località balneare delle isole,
di gospel in una ex colonia elioterapica. La proposta è vastissima, e
già questo è uno scoglio da superare: tutti buoni? E come distinguere
la qualità? “E’ importante saper
leggere tra le righe spiega Andrea
Angelini, delegato provinciale per
Rimini dell’AERCO, direttore di coro, frequentatore e organizzatore
di corsi, ovvero recepire quali sono
gli obbiettivi dichiarati del corso
che si desidera intraprendere.
Eventuali “fronzoli” quali visite di
località, percorsi eno-gastronomici
suppletivi possono servire per mascherare un’appropriata valenza ed
interesse del seminario. La diffidenza verso proposte extramusicali
sembrerebbe generale. “Ho diffidato di quei corsi reclamizzati per
l’amenità del luogo” dichiara Paolo Fossati, direttore del coro Mastri Fini di Busto Arsizio. Che si ingannino le agenzie di viaggio, oppure nelle nostre interviste siamo
incappati in asceti della coralità?
L’informazione segue i più diversi
canali, senza che ci sia un filtro:
“L’informazione segue per lo più il
passa parola, dice Doriana di Ioia,
direttrice di coro di Roma. La creazione di un comitato di garanzia
potrebbe essere utile per evitare
sorprese, ma credo poco nella sua
fattibilità”. Per Paolo Mauri, direttore del Coro dell’Innominato di
Vercurago, “Solo l’esperienza diretta può farci conoscere quello
che i depliants informativi ci fanno
solo intravedere.
Il programma del corso è ovviamente la cosa che viene presa in
considerazione per prima. A conferma della varietà, e da questo
punto di vista della completezza,
delle proposte, nessuno degli intervistati lamenta l’assenza di questo
o quel tema: ce n’è per tutti i gusti
e i bisogni. I problemi riguardano
piuttosto il livello e l’impostazione.
“In molti casi, nota Doriana di
Ioia, si predilige l’aspetto teorico e
troppo poco spazio è riservato all’ascolto o alla pratica. Inoltre si dimentica che metodiche che risultano vincenti se adottate con musicisti esperti, possono non avere il
medesimo riscontro se attuate con
coristi non professionisti. Quindi alcuni corsi di perfezionamento andrebbero differenziati a seconda
che si tratti di direttori di cori dilettantistici o professionisti. Anche
per Francesco Tatangelo, direttore dell’Accademia Musicale di Sora,
“Sarebbe necessario fare più pratica. Troppo spesso si risolve tutto in
chiacchiere teoriche”.
Molti sottolineano le difficoltà che
nascono dall’incontro di livelli molto diversi, dall’amatore al professionista, tra i corsisti. Nota Paolo
Fossati che “raramente i docenti
fanno test introduttivi o verificano
la situazione del loro uditorio in
modo da adeguare o differenziare
l’intervento. Certo è cosa complessa, ma qualcosa si dovrebbe fare”.
Ma la preoccupazione di non centrare il livello non deve preoccupare solo nella direzione “verso il
basso”: “Ci sono corsi per amatori e
corsi ad un livello superiore, sottolinea Andrea Angelini; non trovo
giusto limitare il livello di essi all’amatorialità. Un amatore si può elevare frequentando un corso per
professionisti; il contrario no!”
dossier
Marco Rossi, poliedrico musicista milanese e docente al conservatorio di
Como, dove collabora all’organizzazione di incontri sulla coralità all’interno del conservatorio stesso, ricorda
come “si debba considerare che oggi
la coralità “amatoriale” si sta evolvendo verso una diversa idea di “coro”:
numero ridotto di cantori, richiesta di
una maggiore preparazione vocale,
capacità di lettura musicale, direttore
con una maggiore preparazione sui
diversi fronti…
I docenti, la loro preparazione e capacità di insegnamento sono l’altro
aspetto fondamentale nella valutazione di un corso. Spesso si ricorre a
nomi di grido, ma “la presenza di musicisti importanti non sempre è garanzia di un elevato livello qualitativo, dipende da come sono organizzati i lavori” dice Paolo Mauri. Riconosce
Marco Rossi che non sempre “la scelta di un docente ha motivazioni didattiche”. Spesso si usa il nome di prestigio per attirare “clienti”: denuncia
Mauro Zuccante, direttore di coro,
compositore e docente in molti corsi,
che “gli organizzatori, invece, a volte
preferiscono garantirsi il nome di prestigio e capita, allora, che si ritrovino
con un “docente-trombone”, il quale
da anni propone, qua e là, la “solita
minestra”. (vd. su questo stesso numero l’intervista completa). Ma il docente non basta: “E chiaro, dice Andrea Angelini, che il nome famoso fa
‘audience’, ovvero, in questo caso,
iscrizione garantita. E’ altresì vero che
da docenti di chiara fama ci si aspetta
un livello molto elevato. Anche il tempo però deve essere appropriato. Non
penso che si ottenga un grande giovamento dall’incontro con un maestro
di serie A per un tasso di tempo limitato a poche ore. In definitiva rifuggo
da quei corsi o stage limitati a un giorno o due a meno che non venga trattato un argomento ben specifico”. E
aggiunge: “Più il docente è famoso,
meno è il tempo che ha a disposizione”.
La durata del corso è ovviamente un
elemento fondamentale. Ovvietà in
due direzioni, perché se è pacifico che
più tempo contiene più cose e fatte
con più calma, cioè meglio, è evidente che corsi di lunga durata si scontrano con i normali ritmi di vita lavorativa e familiare. “Da giovane dichiara
Paolo Fossati ho potuto seguire anche un corso biennale con cadenza
mensile. Più avanti non mi è stato possibile, anche se mi sarebbe piaciuto.
Impegni di famiglia, motivi di lavoro,
mi hanno permesso di scegliere seminari brevi, 2/4 giorni”. Sulla stessa linea Michele Franzina direttore di
coro lombardo:“La formula del seminario estivo di una settimana è la soluzione ottimale per chi da settembre
a luglio è costantemente impegnato.
Concentrare le attività del corso in così pochi giorni durante le vacanze estive, sfruttando un periodo di riposo e
tranquillità, permette di utilizzare al
meglio questa opportunità senza penalizzare la propria professione”. Per
Valentina Longo, già direttrice del
coro Montasio di Trieste, “sono più
utili, per la formazione del lavoro, i
corsi che propongono repertori specifici e non troppo vasti, in maniera da
poter lavorare seriamente sui brani in
programma, possibilmente con un coro laboratorio. Purtroppo i corsi di pochi giorni non possono essere progressivi, sotto l’aspetto tecnico, in
quanto devono rispondere ad un target di fruitori disomogeneo: il risultato spesso è che si trascura lo sviluppo
della tecnica gestuale individuale.
Tuttavia trovo di difficile frequentazione i corsi più strutturati, di durata
annuale o più”.
Valutato tutto questo e scelto il corso
a propria misura, la domanda di fondo è: “Perché farlo?”. E’ uno studio
per formarsi e perfezionarsi, uno studio per mettere una pezza sulle pro-
prie carenze formative,
una vacanza intelligente, un’utile occasione di
scambio e conoscenza
tra direttori calabresi e
valdostani, una perdita
di tempo, uno stimolo,
un modo per far venire
grilli in testa…?
Spiega Marco Rossi che “un corso
può essere tutto e niente: formazione,
approfondimento culturale e forse anche vacanza “intelligente” se ben dotata di manifestazioni, eventi, cori laboratorio o possibilità di mettere in
pratica quanto appreso … Personalmente, pur non avendo molto tempo
da dedicare alla frequenza dei corsi, e
seguendo con molta difficoltà la stessa
locandina da me curata, ritengo che
un corso ben organizzato sia sempre
stimolante e produttivo.
Lo scambio di informazioni, di esperienze, di realtà corali, è fondamentale, sia per direttori che per cantori, soprattutto se una serie di proposte
“teoriche” sono affiancate dalla “pratica” corale, con un coro specifico, con
un coro laboratorio degli stessi corsisti”.
Domenico Innominato, direttore di
coro e docente al conservatorio di Como, parte da un’analisi delle insufficienze della preparazione di base del
direttore: “Il Conservatorio, culla
‘principale’ della formazione dell’aspirante direttore, non è (e non può essere) esaustivo. Dovrei aprire una lunga
parentesi… fino a qualche tempo fa il
corso ufficiale del conservatorio, Musica Corale e Direzione di Coro, aveva
un programma molto standardizzato
e si concentrava maggiormente sulla
‘Composizione’ per coro (quindi prettamente teorico, quantunque utile)
non sulla ‘Direzione e concertazione’.
Il novello direttore aveva modo di fare
pratica con il coro soltanto nel periodo
precedente al diploma (e il corso dura
4+3 anni!!!). Inoltre tutto il corso era
strutturato in modo che lo studente
fosse allievo di un solo insegnante
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5
dossier
LABORATORIO PERMANENTE DI ELABORAZIONE
CORALE DI VITTORIO VENETO
Momento formativo e occasione di stimolo al rinnovamento repertoriale
di Stefano Da Ros
Tra i vari fattori che contribuiscono a
far sì che un coro possa esprimersi a
buoni livelli c’è senza dubbio la validità artistica delle musiche proposte.
Molto spesso, infatti, constatiamo come una cattiva scelta repertoriale porti un complesso corale, sia pur in possesso di buone potenzialità, ad ottenere scarsi risultati o addirittura a fare
magre figure.
Per fortuna è in continua crescita il numero dei direttori preparati e consapevoli, in grado di operare scelte adeguate e quindi di proporre al proprio
coro partiture valide e, soprattutto,
con grado di difficoltà e tipo di espressività adeguati alle reali possibilità del
coro. Sta aumentando pure il numero
di giovani compositori che si dedicano
alla scrittura corale e molti nuovi lavori vedono la luce proprio grazie ad un
sodalizio coro-compositore, che se per
una compagine è un modo intelligente di rinnovare il repertorio e stimola-
re il pubblico con nuove proposte, per
il compositore, soprattutto se giovane,
costituisce una ulteriore occasione per
presentare nuovi lavori e verificare la
bontà del proprio operato.
Anche tra i cori con repertorio popolare si registra una certa vivacità, il desiderio di rinnovamento e di proporre il
canto popolare in modo nuovo, cercando di staccarsi, non senza fatica,
dagli stereotipi e dalle mode.
Soprattutto in questo ultimo ventennio - grazie anche alla preziosa opera
svolta da alcune associazioni regionali
corali attraverso concorsi, pubblicazioni, commissioni, concerti, convegni ed
altre lodevoli iniziative - il repertorio
delle melodie di tradizione orale elaborate per coro è andato via via crescendo in quantità e in qualità. Grazie
al costante impegno di un buon numero di validi compositori nel corso di
questi ultimi decenni si è costituito di
un vero e proprio filone musicale,
quello dell’elaborazione corale.
Proprio pensando a questo particolare ambito repertoriale, a Vittorio Veneto è stata avviata una iniziativa corsuale rivolta ai giovani compositori
che sui versanti della composizione ed
elaborazione corale non trovano in
Italia valide occasioni formative (non
ci soffermiamo neppure un istante sul
ruolo dei Conservatori di musica, sulla
inattualità dei programmi e sulla scarsa efficacia della scuola di Musica corale e direzione di coro...): l’Amministrazione Comunale e il Coro A.N.A.
di Vittorio Veneto, in collaborazione
con la rivista La Cartellina e l’A.S.A.C.,
nell’ambito del Concorso nazionale
corale “Trofei Città di Vittorio Veneto”, hanno istituito un “Laboratorio
permanente di elaborazione corale”
rivolto a compositori, direttori di coro, studenti di composizione e di musica corale, nonché a tutti coloro che
sono interessati alla composizione co-
Rago, direttore del Gruppo Vocale
Ronde di Roma: “L’unica competenza
aggiunta, dopo i corsi, è stata quella di
aver conosciuto, a volte, brani che non
conoscevo prima”.
Quello dell’utilità di un corso, da misurarsi in risultati raggiunti, è infatti
questione molto dibattuta. Può un’attività comunque di dimensioni contenute, spesso episodica, frammentata,
occasionale, formare ciò che non è stato formato dalla scuola? E i contenuti
dei corsi stessi, sono adeguati alle necessità della coralità amatoriale? I più
puntano in effetti sul valore di ‘provocazione’ del corso. “E’ come gettare
un sasso nello stagno e vedere cosa
succede, dice Paolo Mauri; Se frequentato come una messa in discussione delle proprie conoscenze sicuramente porterà dei risultati”. Decisamente ottimista Doriana di Iorio: “Di
ritorno dal corso di aggiornamento, il
coro si dimostra generalmente interes-
sato a discutere dei contenuti con il direttore. Soprattutto i coristi desiderano sapere se si è rinvenuto materiale
utile per ampliare il proprio repertorio
e se ci sono possibilità di contatto e di
scambio con altri cori, sia in Italia che
all’estero”. Più problematico Paolo
Fossati, che punta alla verifica immediata dei risultati: secondo lui “serve
maggior spazio per la verifica all’inizio
e al termine del corso. Chi partecipa
deve rendersi conto dei suoi punti deboli, avere un’indicazione di quali siano i suoi difetti, le lacune cui porre rimedio e capire se sta impiegando bene il suo tempo. Spesso il corsista torna a casa lieto dell’esperienza fatta,
entusiasta delle capacità dei docenti
incontrati, ma senza indicazioni per il
suo futuro”. Quanto all’aderenza dei
programmi alle esigenze della coralità
amatoriale, l’opinione di Francesco
Tatangelo è che “Anche se alcune
metodologie non sono facilmente ap-
Seguito da pag. 5
I CORSARI...
(massimo due), ricevendo così una formazione alquanto ‘unilaterale’, quando andava bene. Già questo era un valido motivo per frequentare corsi
esterni: incompletezza e unilateralità
dell’insegnamento. Ora per fortuna le
cose stanno cambiando e il Conservatorio si sta lentamente strutturando
come l’Università (sto parlando della
‘mia’ scuola, Como): l’allievo può scegliere da un’ampia rosa di materia, sia
teoriche che pratiche, tenute ciascuna
da autentici ‘esperti’, può costruirsi il
suo piano di studi e di esami in relazione alla sua disponibilità di tempo e
alle sue aspirazioni. Altro aspetto da
non sottovalutare è il confronto, più
ampio, con altre realtà, docenti e discenti. Ricordo volentieri le lunghe (e
talvolta animate) discussioni che facevamo (fra studenti e con i maestri), finite le giornate di studio e di lavoro
pratico”. Si stacca dagli altri, per il suo
pessimismo, il giudizio di Giovanni
6
za didattica che si è rivelata nuova anche per loro.
Dopo una prima fase dedicata alle
problematiche della trascrizione dell’esito orale (dal controllo delle fonti
alla verifica dei testi, dalla comparazione con altre melodie alle scelte metriche, ritmiche e tonali) ogni corsista è
stato indirizzato e seguito in un proprio lavoro elaborativo che, in non pochi casi, si è rivelato di buona fattura.
Ci sono stati momenti di confronto su
approcci analitici, metodologie compositive, linguaggi e tecniche di elaborazione; sono state prese in esame sia
le melodie di tradizione orale proposte dai docenti, sia quelle raccolte dagli stessi corsisti. Non sono mancate discussioni riguardanti la prosodia dei
testi di tradizione orale e sono state
dibattute anche questioni di natura
acustica, psicologica, storico-sociale;
inoltre si sono prese in esame le problematiche stilistiche concernenti la
scelta di un linguaggio compositivo
consono alle qualità del tema trattato.
Nello spirito della bottega, gli incontri
si sono svolti all’insegna della massima
flessibilità, con momenti di studio e lavoro collettivo alternati ad interventi
individualizzati che hanno permesso
ad ogni corsista di impegnarsi nel la-
voro compositivo assistito, allo scopo
di realizzare almeno una elaborazione
corale o gettare le basi di un brano
che sarebbe poi stato completato a casa e ripresentato all’incontro successivo. A partire dal numero di luglio-agosto 2001 La Cartellina pubblica i lavori
più meritevoli, allo scopo di promuovere questi giovani autori (ventenni e
trentenni) e di favorire la diffusione
presso i cori di nuove musiche.
Ci auguriamo che questa iniziativa - insieme al corso residenziale dedicato alla composizione corale avviato nel luglio
scorso
ad
Aosta
dalla
FE.N.I.A.R.CO. - possa continuare a godere dell’attenzione dei giovani compositori, che hanno il diritto-dovere di
formarsi e il compito di contribuire a
rinnovare e svecchiare il repertorio. In
questa operazione (non escludendo la
collaborazione di altri istituti o associazioni affinché qualche workshop si
possa tenere anche in altre sedi) la
Città di Vittorio Veneto e il Coro
A.N.A. continueranno, nel limite del
possibile, a fare la loro parte, anche
per onorare l’indimenticabile Efrem
Casagrande, che tanto amò il canto corale, soprattutto quello popolare, e
che con generoso fervore profuse alla
coralità italiana energie ed ingegno.
plicabili alla nostra realtà è comunque
importante conoscere tutte le tecniche
e le metodologie”, mentre per Mauro
Zuccante “per insegnare 10 bisogna
sapere 100” e quindi benvengano per
il direttore corsi di ogni genere.
Ma come sono i corsi visti dall’altra
parte, da quella, cioè, di chi li organizza? Il ristretto campione di interviste
non ci consente di trarre conclusioni:
le risposte sono spesso divergenti, riflettendo evidentemente la situazione
particolare e personale di ogni singolo
intervistato e della situazione in cui
opera. Se infatti Andrea Angelini è
dell’opinione, per quanto concerne
l’aspetto finanziario, che i corsi debbano “essere il più possibile autofinanziati, perché è utopistico pensare
sponsor privati disposti ad investire
nella formazione di soggetti esperti in
musica corale”, al contrario Vito Lenoci, per un decennio responsabile
della delegazione di Sondrio dell’USCI
Lombardia, per la quale ha organizzato diversi corsi, “le difficoltà non sorgono per problemi finanziari o per
mancanza di spazi, perché coinvolgendo gli enti pubblici il problema viene
facilmente superato. E’ chiaro che
quando ci si presenta a questi Enti, si
deve avere in mano un programma valido e dettagliato, con finalità proprie
dell’associazione. E’ necessario quindi
avere dei validi collaboratori (Commissione Artistica) che ti possano dare
quei suggerimenti idonei per approntare un programma completo e, ove
fosse possibile, coinvolgere scuole di
musica”.
Non sembra essere un problema quello degli spazi (Monasteri, abbazie,
scuole chiuse in estate, ne traggono
sempre un gran beneficio economico,
sottolinea Andrea Angelini), semmai
quello pubblicitario: non difficile per
Angelini, “purché si abbia dimestichezza con le nuove tecnologie, ormai
indispensabili”, è invece centrale per
Stefano Da Ros, che organizza i Laboratori di Elaborazione Corale di Vittorio Veneto: “Un’azione pubblicitaria
comporta dei costi che non sempre
l’ente organizzatore è in grado di so-
stenere; tuttavia bisogna tener presente che una iniziativa, anche di alto
livello, se non viene adeguatamente
pubblicizzata rischia di fallire in partenza. Tutti d’accordo comunque che
la migliore pubblicità è la qualità del
corso stesso, in primis dei docenti.
Difficile invece la collaborazione, soprattutto con le realtà scolastiche istituzionali, i conservatori. “Nota dolente secondo Angelini, perché qui spesso regna una gelosia per cui ognuno
coltiva il proprio orticello”.
Pessimista anche Stefano Da Ros:
“Raramente i progetti presentati vengono presi in considerazione: taluni
docenti valutano le proposte con un
po’ di sufficienza, proprio perché,
giunte dall’esterno e non formulate
da loro, le vivono come azioni di disturbo”.
dossier
rale su tema popolare.
Il Laboratorio si articola in tre incontri
distribuiti nel corso dell’anno (tre fine
settimana con dodici ore di lavoro ciascuno) ai quali sono stati invitati noti
compositori italiani che mettono a disposizione dei discenti le loro esperienze. Finora si sono svolti tre workshop tenuti ogni volta da due docenti:
Paolo Bon e Pavle Merkù (dicembre
2000), Paolo Bon e Mauro Zuccante
(marzo 2001), Armando Franceschini e
Pavle Merkù (maggio 2001). La presenza, in ogni tornata, di un docente già
collaudato e di uno nuovo aveva lo
scopo di favorire la continuità del laboratorio e, allo stesso tempo, di consentire ai corsisti di venire a contatto
con esperienze personali diverse.
Provenienti dal Triveneto e dalla Lombardia, vi hanno partecipato (gratuitamente) una decina di giovani musicisti;
per alcuni di loro i workshop vittoriesi
sono stati la prima occasione di lavoro
guidato, per altri, già attivi sul fronte
della composizione corale, il laboratorio ha rappresentato un ulteriore momento creativo, sotto l’occhio vigile
dei docenti, i quali non hanno nascosto la loro soddisfazione, mista a curiosità, nell’essere guida e al tempo
stesso co-protagonisti di una esperien-
Interviste raccolte da Alvaro Vatri,
Giorgio Morandi e Sandro Bergamo
sintesi delle interviste
a cura di Sandro Bergamo
7
dossier
QUANDO CI GUARDANO, COME CI VEDONO. LA
I n t e r v i s t a a c u r a d i Va l e n t i n a L o n g o
Matijaz Scek è stato per 10 anni il Direttore dei Ljubljanski Madrigalisti, coro da camera di Ljubljana
(Slovenia) e nel corso del loro sodalizio hanno raggiunto molteplici prestigiosi traguardi, molti in Slovenia, molti anche all’estero. Basti ricordare, fra i tanti, le registrazioni per la RTV Slovenija delle musiche di Antonio Tarsia
nella ricorrenza del suo bicentenario nel 1996 o le diverse riprese dei mottetti di Jacobus Gallus, le affermazioni al
concorso “Naša Pesem” di Maribor (Slo) sia nelle edizioni nazionali che in quelle internazionali, le varie tournèe
all’estero, la partecipazione, sempre con ottimi piazzamenti, ai più importanti concorsi europei.
Sotto la sua guida il coro ha notevolmente ampliato il suo repertorio, arricchendolo di molte partiture di autori
contemporanei, a volte addirittura scritte espressamente per loro.
Incontro il M° Scek al concerto conclusivo della sua collaborazione con i Ljubljanski Madrigalisti ad Aquileia, in occasione del progetto Cori Europei promosso dal Coro Polifonico di Ruda in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia. Il programma della serata prevede una messa di J. G. Rheinberger per coro virile e piccola orchestra
di fiati eseguita dal coro italiano e la Missa Brevis di V. Miskinis per coro misto e organo nell’esecuzione del coro
sloveno. A conclusione della serata il Magnificat di Arvo Pärt per coro misto a cori riuniti.
A fine serata, madido di sudore per l’impegno e per il caldo torrido di fine luglio, mi concede un po’ del suo tempo per parlare di cori e corsi.
Maestro, vogliamo parlare un po’
della coralità italiana? Vorrei sapere da lei, che opera prevalentemente all’estero, che impressione
ne ha….
Mi guarda un po’ perplesso, come
se valutasse per un attimo una risposta diplomatica con cui eludere la sostanza della domanda, poi
si fa coraggio e mi risponde.
“Io credo, e di conseguenza così
lavoro con i miei cori, che un coro
debba essere considerato come
una piccola orchestra d’archi. Fatta salva l’intonazione, sempre rigorosamente naturale, ogni sezione è come una fila di strumenti ad arco, con il suo colore e le
sue caratteristiche peculiari, che
vanno fuse e fatte lavorare insieme alle altre. Trovo, non sempre
ma neppure troppo raramente,
che la cultura operistica abbia lasciato in Italia un modo diverso di
intendere il canto corale, un modo di trattare la voce e l’insieme
che tende ad esaltare una vocalità ed una lettura del repertorio
troppo “solistica”. Ma si tratta
soltanto della mia opinione, di
una sensazione generale senza riferimenti a fatti specifici.”
8
E’ possibile che questa sia un po’
l’impressione che per anni i nostri
cori hanno dato all’estero, ma
credo che negli ultimi tempi, da
quando anche da noi la tradizione corale si è di nuovo consolidata, abbiamo anche esportato degli ottimi risultati sia in campo
amatoriale che in campo semiprofessionale, soprattutto nell’ambito del repertorio rinascimentale e barocco, non trova?
“Certo, ma è proprio a proposito
di tradizione corale che credo ci
sia la più profonda differenza fra
le nostre culture. Da noi si canta a
più voci anche davanti ad un bicchiere di vino, senza essere coristi
a fine prova a bere il bicchiere
della staffa: ed è già un modo di
fare e di essere coro. Non credo, o
per lo meno non ho mai avuto
modo di verificarlo, che sia lo
stesso in Italia. La conservazione
del repertorio popolare spontaneo a più voci è parte integrante
del nostro modo di stare assieme,
da qui anche il fare coro con competenze musicali maggiori non lascia mai spazio eccessivo all’individualità, o meglio all’individualismo…”
renza che mi viene in mente confrontando le nostre due realtà è
che da noi, nella maggioranza dei
casi, a parità di coristi-amatori, i
Direttori sono dei professionisti. E
per professionismo non intendo
solamente il fatto di avere una
preparazione professionale all’attività di Direttore, ma anche e soprattutto un trattamento economico professionale da parte del
coro nei confronti del suo Direttore. Questo permette al Direttore
una maggior serenità nel suo lavoro, la certezza di vedere riconosciute le sue competenze e, in un
certo senso, la sua autorità in campo musicale, nonché gli concede
di occuparsi a tempo pieno del
suo lavoro, che non è poco. Io, ad
esempio, sono un libero professionista ed il mio stipendio, non tutto ma in buona parte, proviene
dall’attività di Direttore. E’ sicuramente una fonte di serenità!”
Pensa che queste differenze dipendano anche o soprattutto dai
Direttori di Coro e dalla loro formazione?
Parliamo allora della formazione
dei Direttori. Al di là dei corsi istituzionali presso Accademie o Conservatori, qual è la sua opinione
relativamente ai corsi di Direzione
che vengono organizzati dalle varie Associazioni?
“La prima e più importante diffe-
“Io credo che più che della qualità
dossier
CORALITÀ ITALIANA VISTA DA MATIAZ SCEK
dei corsi sia importante parlare
della qualità dei docenti. Il docente conta infatti nella misura in cui
si tratta, nel nostro campo, innanzitutto di una trasmissione diretta
di competenze, che quindi supera
il valore prettamente didattico
per trasformarsi, nel “discente”,
in esperienza. Non credo ci siano
formule che rendono un corso migliore di un altro, ma docenti che
riescono o meno ad entrare in sintonia con i corsisti.”
Quale sarebbe comunque, a suo
avviso, la formula migliore per un
corso di Direzione Corale?
“Credo che uno dei modi migliori
di lavorare, quando un direttore
ha già un suo coro, sia quello del
seminario di un paio di giorni con
la partecipazione di tutto il coro.
Questo permette al docente di lavorare contemporaneamente sul
repertorio, sull’analisi e sul gesto
con il “discente” e di fare immediatamente pratica con il coro.
Inoltre il coro stesso aumenta le
sue potenzialità nel confronto
con un altro direttore. Per ammortizzare i costi di una simile
operazione si può
aprire il seminario
anche ad altri allievi, ma mai in
numero eccessivo,
perché andrebbe
a scapito del lavoro individuale e
troppe mani diverse potrebbero
finire con non trovare adeguata risposta nel coro disorientato.”
stato ospite a Stoccolma per una
settimana.
Ho assistito alle prove di diversi
gruppi corali, da quelli di livello
non eccezionale fino ai migliori
ed ho imparato moltissimo, sia
sotto l’aspetto musicale che strettamente organizzativo della prova e del coro stesso.
Penso che Eric Ericson sia stato un
grandissimo caposcuola e che meriterebbe maggior attenzione e
risonanza.”
Passiamo ora a parlare dei corsi
per coristi, che si occupano soprattutto di vocalità: sono utili?
“Di corsi per coristi intesi in questo senso non ho grande esperienza.
Trovo piuttosto molto positive
per i coristi esperienze come il Coro Europeo o il Coro Mondiale.
Sono momenti forti che aiutano
ad approfondire la formazione,
servono da stimolo e permettono
di confrontare mille modi diversi
di fare coro. I miei coristi ne sono
sempre ritornati entusiasti e cari-
chi di partiture: anche questo ha
un valore da non sottovalutare
per la circolazione ed il rinnovamento dei repertori.”
Un’ultima domanda: quali sono le
cose fondamentali da trasmettere ad un direttore che decida di
affrontare un corso per verificare
la propria preparazione e per
confrontarsi con altri?
“Credo che al di là degli aspetti
tecnici del mestiere, sia importante sforzarsi di conquistare la capacità di trasmettere motivazioni, di
dare spazio alla comunicazione
all’interno del gruppo e fra il direttore e il gruppo, sia a livello
gestuale durante la direzione
quanto a livello personale. Il modello del direttore dovrebbe essere quello del “coordinatore”, non
del “comandante”.
Infine promuovere ad ogni livello
la curiosità, per nuovi metodi,
nuovi repertori, nuovi autori. Sperimentare, in una parola, per rimanere vitali.”
Qual è il suo ideale di coralità?
“Confesso di ammirare molto e di
trarre ispirazione
dalla coralità baltico-scandinava.
Ho avuto la fortuna, nel corso
della mia formazione, di essere
Un momento del corso di Aosta.
9
dossier
CORSI E FORMAZIONE
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Riflessioni e proposte su alcune esperienze di corsualità
di Puccio Pucci
Nel predisporre un panorama delle
attività corsuali che vengono organizzate nell’ambito dell’associazionismo corale che fa capo alla
Feniarco, era innanzi tutto importante ottenere dalle oltre 20 Associazioni regionali che operano in
Italia, le notizie più aggiornate su
quello che è ritenuto forse il più
importante supporto strutturale
che l’associazionismo può offrire
alla attività corale di tipo amatoriale.
Una prova evidente di ciò risulta
dalla lettura degli statuti delle Associazioni: infatti tra le prime indicazioni degli scopi e delle attività
definite nei propri atti costitutivi
viene spessissimo inserita quale
primaria l’attività corsuale, rivolta
a direttori e coristi, con l’obiettivo
di operare per elevare il livello artistico degli associati, fornendo
opportuni strumenti di sussidio
tecnici, didattici ed organizzativi,
atti a realizzare le finalità prefissate.
Possiamo dire che in linea generale il contributo d’informazione che
abbiamo richiesto alle Regioni non
è stato pari alle aspettative e ha
senz’altro impedito di fornire un
quadro generale esaustivo di
quanto avviene in questo settore
in Italia; e ciò rammarica ancor più,
in quanto sappiamo che questo
problema è sentito ed affrontato
assai seriamente da molte Associazioni regionali, con iniziative di
buon livello e con la partecipazione di docenti di grande valore.
Le notizie dunque che cercheremo
di offrire in larga sintesi all’attenzione dei lettori trarranno le proprie fonti informative da quanto
viene realizzato in Trentino, in
Friuli, in Calabria, in Molise ed in
Emilia Romagna. Un ringraziamento va anche alla Federazione di
Bolzano ed alla Associazione
abruzzese per la collaborazione
prestata. Infine non andrà dimenticata l’attività istituzionale della
Feniarco che ha investito nella corsualità notevoli energie e grande
impegno economico.
Prima di analizzare la tipologia generale dei corsi che peraltro possono presentare denominatori comuni in molte regioni, vogliamo presentare l’esperienza tipica della
Emilia Romagna che già dal 1975
organizzò un ciclo pluriennale di
incontri per Direttori di Coro a Bologna. Questa iniziativa suscitò l’attenzione della neonata Regione.
Da queste esperienze, ma purtroppo con i tempi propri della politica,
nacquero alcune proposte che condussero ad un disegno di legge regionale, per destinare alla coralità
contributi finalizzati alla promozioni di attività, la principale delle
quali era quella della organizzazione di corsi musicali. La legge regionale, approvata alla unanimità nel
1992, fu inizialmente gestita dall’Assessorato alla Formazione. Il testo definiva che “ l’intervento della
Regione era diretto in particolare
ad incentivare la conoscenza e la
pratica musicale e tutte le attività
di educazione e di corsi musicali,
promuovendo iniziative di formazione e aggiornamento dei docenti
e corsi per direttori di coro…” La
legge impegnava l’AERCO a presentare ogni anno un progetto tecnico
finanziario delle attività corsuali
che dovevano svolgersi in tutte le
provincie emiliano romagnole interessate. Tale legge, con le opportune varianti, è ora gestita dall’Assessorato alle attività Culturali e permette l’ottenimento del contributo
finanziario della Regione, previa
documentazione tecnica ed amministrativa, sottoposta annualmente
al revisore dei conti regionale. Potrebbe essere questo un esempio
da non sottovalutare.
Per venire ora alla specificità dei
corsi rilevati dalla nostra indagine
osserveremo che la loro tipologia si
differenzia in alcuni aspetti rapportabili a quatto modalità principali:
•
Corsi per direttori o coristi
aspiranti direttori: essi generalmente prevedono un ciclo di
10-12 incontri spesso a livello residenziale, realizzati con caden-
za settimanale; ma in alcuni casi
il ciclo didattico ricopre l’intera
annualità. Sono in ogni caso diretti da docenti provenienti dalla stessa regione organizzatrice;
ma spesso si avvalgono anche
delle esperienze di esperti, noti
in campo nazionale od internazionale per la loro specifica preparazione. Le materie trattate
partono dai presupposti principali della direzione corale e cioè
la gestualità, la tecnica della direzione corale, la lettura e l’interpretazione delle partiture, la
scelta del repertorio e la vocalità. Si notano alcune diversificazioni quando il corso è rivolto alla coralità che si occupa di polifonia, per la quale viene identificato anche un preciso elemento musicale di studio, quale la
scelta di uno specifico di repertorio: il canto gregoriano, la polifonia del 500-600, le musiche
corali di un singolo autore ad
esempio i lieder, le musiche del
periodo romantico o la musica
contemporanea. Per la coralità
di ispirazione popolare l’attenzione è particolarmente rivolta
all’approfondimento della conoscenza musicale ed alla ricerca
della fusione e della intonazione. In questi corsi è sempre previsto il supporto di un “coro laboratorio” che a volte viene formato in loco dagli stessi allievi e
che collabora con i docenti per la
sperimentazione di quanto illustrato e da essi proposto.
•
Corsi per coristi che si svolgono presso un singolo coro:
questo modulo corsuale trova un
buon terreno di presenza in
Trentino ed in Emilia Romagna
ed è rivolto sostanzialmente verso i cori di nuova formazione
per contribuire a migliorare ed
approfondire le tecniche relative
alla alfabetizzazione musicale,
alla vocalità, al ritmo, ai timbri
ed alla dizione. Sono le stesse
Associazioni Regionali che provvedono a coordinare e finanziare questi corsi anche su specifica
dossier
indicazione dei cori; a volte può
anche essere richiesto allo stesso
coro un contributo diretto per la
realizzazione della iniziativa corsuale.
•
Corsi didattico-tematici e tecnici: nelle regioni che hanno
aderito alla nostra inchiesta,
vengono realizzati ogni anno alcuni programmi didattici a tema
che propongono lo studio e l’approfondimento di un determinato repertorio. Possiamo citare i
Seminari di gregoriano dell’Abbazia di Rosazzo in Friuli, affidati alla direzione del M° Albarosa,
i Corsi di polifonia che l’Associazione calabrese annualmente organizza a Tropea o il Seminario
laboratorio di vocalità corale che
si svolge a Campobasso a cura
dell’Associazione del Molise. Tra i
temi oggetto di studio non di rado si trovano anche elementi del
tutto nuovi che suscitano un crescente interesse presso maestri e
coristi. Ricorderemo alcuni seminari di preparazione al canto
che individuano tematiche come
“voce e consapevolezza corporea” e laboratori dedicati esclusivamente alla tecnica vocale, analizzata come studio della fisiologia e all’individuazione sinergica
voce-orecchio. Dobbiamo sottolineare comunque che tali materie
vengono sempre trattate, anche
se in modo più contenuto, in alcune lezioni dei corsi per direttori già citati. Da ultimo in Emilia
Romagna hanno preso avvio interessantissimi corsi dedicati all’apprendimento delle tecniche
per la scrittura musicale a mezzo
computer. Musicisti esperti nel
settore hanno svolto cicli didattici, per i quali si è trovato anche
l’utilizzo di strutture scolastiche,
opportunamente attrezzate all’uopo. In questa fascia di corsi
possiamo inserire alcuni incontri
di tipo corsuale organizzati anche a livello interregionale, che
hanno dibattuto problemi non
squisitamente musicali, ma che
comunque vanno ad incidere sulla vita della coralità: molto importanti quelli dedicati allo studio ed alla analisi di problemi fiscali ed amministrativi realizzati
dopo la messa a regime della legge 398/92, che ha esteso il regime forfetario anche all’associazionismo corale.
•
Corsi per cori di voci bianche.
Una grandissima attenzione è
poi rivolta dalle Associazioni interpellate allo svolgimento di iniziative rivolte alla corsualità per
cori a voci bianche. Le materie
trattate investono le problematiche di chi si occupa della didattica rivolta ai bambini e quindi
spaziano dagli aspetti pedagogici, alla identificazione dei materiali sonori, al rapporto giococanto, all’analisi storica della
evoluzione di questo tipo di coralità, alla scelta del repertorio,
alle esercitazioni corali.
In genere tutti questi corsi non comportano particolari impegni economici da parte dei partecipanti, fatta
eccezione di quelli organizzati in
modo autonomo da associazioni
musicali, da cori o di quelli nei quali si registra la presenza di un cast di
docenti di risonanza internazionale.
Alcune Associazioni regionali svolgono anche una importante attività
per così dire di tipo istituzionale,
realizzando corsi per Docenti di
educazione musicale nella scuola
dell’obbligo. Un impegno che richiede una grande professionalità.
E’ questo un aspetto della corsualità
che sicuramente qualifica in modo
sostanziale l’associazionismo amatoriale e può contribuire all’ottenimento di importanti finanziamenti.
Ad esempio gli allievi che partecipano al corso organizzato in Trentino
ricevono un riconoscimento speciale
dall’IPRASE, l’Istituto provinciale di
ricerche e sperimentazioni educative. Accade così anche al Corso che si
svolge ogni anno a Ravenna, che ha
da tempo ottenuto il riconoscimento da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.
Anche la Feniarco organizza alcune
importanti attività corsuali che di
inseriscono nel quadro degli interventi annuali a sostegno delle attività corali proposte dalla Commissione Artistica e successivamente
approvate dalla Assemblea. Si tratta
della Settimana internazionale di
Canto Corale Alpe Adria, in programma ogni anno a Jesolo in settembre, che oltre ad offrire a circa
300 coristi uno straordinario momento di incontro e socializzazione,
propone alcuni ateliers tematici, diretti da valentissimi musicisti. Occasione quindi di studio e di aggiornamento per i partecipanti. Va inoltre ricordato il corso-laboratorio di
composizione corale che si è svolto
nell’agosto scorso ad Aosta, diretto
dai maestri Bonato, Scattolin e Zuccante. Si è trattato di un evento di
grandissima importanza, che ha
permesso ad un folto numero di
maestri di approfondire la tecniche
compositive, rapportandole alla
realtà corale italiana.
Questo il quadro della corsualità
come si presenta a consuntivo della
nostra indagine.
Come si diceva in premessa, l’analisi
risulta sicuramente priva del contributo di quanto viene realizzato in
alcune regioni, che ci risultano essere invece assai attive in questa fascia di interventi, ma dalle quali non
abbiamo ottenuto la richiesta documentazione.
E’ interessante ora fare una verifica
sulla rispondenza e qualità di quanto proposto attraverso alcuni giudizi espressi da partecipanti a corsi o
direttori di coro. Per questo abbiamo realizzato una inchiesta, che ovviamente non ha un valore assoluto, ma che pur sempre rappresenta
un test sufficientemente significativo.
Ad esempio sul problema qualitativo dei corsi, cioè se sono tutti di un
buon indirizzo culturale, o hanno
invece carattere prevalentemente
commerciale, o sono impostati su
situazioni in cui predomina il risvolSegue a pag. 12
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dossier
Seguito da pag. 11
12
CORSI E FORMAZIONE
to turistico, in generale è stata riscontrata una decisa prevalenza di
giudizi positivi sulla qualità offerta.
La preferenza rimane comunque
verso i corsi che hanno un contenuto numero di partecipanti. Vengono ritenute di assoluto valore commerciale solo alcune iniziative organizzate all’estero dove risulta preminente l’aspetto turistico.
Da più parti si fa presente che l’apporto di studiosi o docenti stranieri
non sempre giustifica la qualità del
corso. La scelta di nomi importanti
o di docenti stranieri rimane a volte
più un problema di immagine che
di contenuto. La presenza di docenti autoctoni, preparati e assai più vicini alla realtà corale italiana è ritenuta in alcuni casi più importante.
Generalmente si ritiene adeguato il
livello dei docenti, dei repertori,
delle metodologie e delle tecniche
proposte e viene considerato molto
buono anche il livello tecnico dei
corsi. Del resto gli allievi dichiarano
di analizzare preventivamente le
metodologie ed i contenuti oggetto del corso; per cui la partecipazione è spesso adeguata al budget culturale proposto.
Se da una parte l’attività corsuale
rivolta preferibilmente a coristi deve essere svolta in concomitanza
con quella del coro, per i corsi più
avanzati si considera più opportuna
l’effettuazione degli stessi durante
il periodo estivo. Viene anche avanzata l’ipotesi della ripetitività in cicli programmati anche a indirizzo
residenziale. E’ da più parti anche
sottolineata l’importanza che l’associazionismo regionale possa intervenire per i corsi a pagamento
con opportune borse di studio.
A parte quanto ognuno può ricavare da una partecipazione ad un corso musicale dal punto di vista dei
rapporti umani, è davvero interessante verificare che, tolte rarissime
eccezioni, tutti ritengono di aver
acquisito elementi importanti per
perfezionare la propria professionalità con l’assunzione di nuove conoscenze che si sono dimostrate subito spendibili per impostare l’attività del proprio coro in modo più
qualificato. La sensazione generale
è anche quella che il coro percepisce in modo positivo l’esperienza
acquisita dal Maestro.
A conclusione di questa analisi si
può anche fornire una essenziale
mappa progettuale per l’organizzazione di corsi musicali. E’ chiaro che
chi propone l’attività, sia esso coro
od associazione, debba innanzi tutto operare una analisi preliminare
al fine di predisporre progetti di iniziative che si ritiene possano essere
necessarie e gradite e delle quali sia
garantito il successo. Ciò premesso è
importante affidare la direzione artistica ad elementi di provata professionalità, senza ricercare il nome
eclatante, ma piuttosto con docenti
che conoscano bene le realtà e le
esigenze territoriali, rapportando
quanto si intende realizzare anche
con il possibile bacino di utenza.
Scuole, istituti, sedi di cori, di associazioni, centri culturali sono tutte
le possibili ubicazioni in cui realizzare i corsi. E’ altresì chiaro che sarà
opportuno predisporre di locali sufficientemente silenziosi, completi di
strutture necessarie allo svolgimento di attività musicali: lavagne luminose, un pianoforte o pianola, possibilità di utilizzare un’attrezzatura
audiovisiva per l’ascolto o la regi-
strazione. E’ chiaro che sarà importantissimo attivare sinergie che possano supportare economicamente
queste attività, al fine di ottenere la
copertura finanziaria per i previsti
rimborsi ai docenti e per le spese organizzative. Difficilmente si potrà
attingere dal settore privato, più interessato magari alle attività di
spettacolo che a quelle formative.
Quindi i principali referenti potranno essere le amministrazioni pubbliche, gli Assessorati alla cultura, verso i quali è importante svolgere una
attenta attività di promozione e
dalle quali è possibile ottenere contributi presentando progetti seri e
documentati. Per alcuni settori non
dovranno essere sottovalutati i
coinvolgimenti di scuole e/o conservatori.
Occorre a conclusione ricordare che
è comunque sempre vincente la
qualità del prodotto proposto per
cui il vero riferimento rimane quello della professionalità che, anche
se non a breve termine, riesce sempre ad emergere ed ad affermarsi.
LABORATORIO PERMANENTE DI ELABORAZIONE CORALE
VITTORIO VENETO, 10 E 11 NOVEMBRE 2001
GIANMARTINO DURIGHELLO
E ARMANDO FRANCESCHINI
I DOCENTI DEL QUARTO WORKSHOP
Sabato 10 e domenica 11 novembre 2001 si terrà a Vittorio Veneto il quarto appuntamento del Laboratorio permanente di elaborazione corale, iniziativa corsuale promossa dal Coro A.N.A. e dal Comune di Vittorio Veneto, d’intesa con
l’A.S.A.C., in collaborazione con “La Cartellina” e nell’ambito del Concorso nazionale corale “Trofei Città di Vittorio Veneto”.
Il workshop sarà condotto dai compositori Gianmartino Durighello e Armando
Franceschini.
Al laboratorio - ideato e coordinato da Stefano Da Ros - possono accedere compositori, direttori di coro, insegnanti di educazione musicale, studenti di composizione e di musica corale, nonché tutti coloro che sono interessati alla composizione corale su tema popolare. Non è richiesto il possesso di un titolo di studio
musicale specifico e la frequenza è gratuita.
Si prevedono momenti di studio e lavoro collettivo, ma sarà dato molto spazio
agli interventi individualizzati, nell’intento di permettere ad ogni corsista di impegnarsi nel lavoro compositivo assistito, al fine di realizzare una o più elaborazioni corali, nonché di presentare e discutere suoi precedenti lavori. Le migliori
opere prodotte verranno segnalate alla rivista “La Cartellina” per la loro pubblicazione.
Sede del Corso: Centro artigianale “Le Filande”, via della Seta, Vittorio Veneto
(località S. Giacomo, presso la sede del Coro A.N.A.). Orari: Sabato ore 9,30-13,00
e 15,30-18,30, Domenica 9,30-12,30 e 15,00-18,00. Per informazioni ed iscrizioni (entro il 3 novembre): tel. 0438.560256 - 348.5117761 - [email protected]
Intervista a Mauro Zuccante
Mauro Zuccante, direttore di coro veronese,
vive l’esperienza corale da molteplici punti vista: quello, appunto,
di direttore, ma anche di compositore, di organizzatore di corsi,
di docente. La sua è una visione completa (anche di allievo,
ovviamente in altri tempi), e le risposte date ai nostri quesiti
ci sembra meritino di essere riportate integralmente.
Può tracciare, in base alla sua
esperienza, un quadro qualitativo dei corsi? (Sono tutti ad indirizzo culturale, vi sono proposte
di carattere prevalentemente
commerciale, situazioni in cui
predomina il risvolto turistico…)
Ricordo uno scambio di battute
contenuto in un film di qualche anno fa, in cui uno dei protagonisti
precisava la differenza tra il turista
e il viaggiatore. Egli sosteneva, all’incirca, che il turista è colui che,
non appena giunge in una nuova
località, pensa immediatamente al
momento in cui ritornerà a casa a
raccontare agli amici che cosa ha visto di nuovo; mentre il viaggiatore
è colui che, giunto nella nuova località, dubita se mai tornerà a casa.
Definirei, perciò, “corsi turistici”
quelli che abbagliano i partecipanti con promesse miracolose di cure
che ti rigenerano in un lampo.
Mentre chiamerei, invece, “corsi
per viaggiatori” quelli che pongono delle problematiche, sollevano
una crisi nel singolo partecipante e
indicano la percorrenza di lunghe
ed “alte” vie, di cui si intravede a
malapena la meta.
Il livello dei docenti è sempre
adeguato? La scelta di nomi importanti o di docenti stranieri è
sempre giustificata da esigenze
didattiche?
Lo è quando il docente ha effettivamente qualche cosa di valido da
“vendere”. Gli organizzatori, invece, a volte preferiscono garantirsi il
nome di prestigio e capita, allora,
che si ritrovino con un “docentetrombone”, il quale da anni propone, qua e là, la “solita minestra”.
Ho assistito personalmente ad
identiche lezioni tenute dallo stesso illustre maestro in occasioni e
luoghi diversi: non solo i concetti e
le parole, ma addirittura le battute
di spirito, intercalate per alleggerire il discorso, erano le medesime.
Non nutro pregiudizi nei confronti
dei docenti stranieri, purché la loro
presenza sia dettata da motivazioni
che vadano oltre l’ingenua debolezza italica per l’esterofilia. Anzi,
ben vengano i maestri che provengono da nazioni in cui esiste una
solida scuola di canto corale. Essi
sono portatori di un atteggiamento di cui gli italiani (che notoriamente perseguono l’arte dell’arrangiarsi e del far da sé) difettano.
Tale atteggiamento consiste nel
fatto che al di là del singolo, esistono metodologie, tecniche, criteri di
base e patrimoni culturali comuni
da salvaguardare, condivisi da chi
insegna il canto e la musica ai bambini fino a chi è preposto all’allestimento di una grande produzione
sinfonico-corale.
I contenuti dei corsi corrispondono effettivamente alle esigenze e al livello della coralità
amatoriale italiana o propongono contenuti (repertori, metodologie, tecniche) che presuppongono un livello più avanzato?
Per insegnare “10” bisogna possedere “1000”. Non tema, dunque, il
direttore di coro, che aspira a migliorare le proprie capacità, frequentare corsi che mirano ad un’alta qualificazione professionale. Anche se in seguito il suo compito sarà
quello di spiegare l’”ABC” a cantori di modeste pretese, lo saprà fare
molto meglio di colui che conosce
soltanto l’”ABC”.
Corsi annuali o pluriennali con
seminari a cadenza mensile o bimestrale, seminari estivi di una
settimana-dieci giorni: formule
diverse, entrambe giustificate
da diverse esigenze, utenze,
metodologie, scopi o no?
Tra le formule elencate manca
quella della “bottega”. L’esperienza mi ha condotto a considerare
che la frequenza di molti corsi, stage e seminari, non garantisce reali
opportunità di approfondimento;
anzi, si corre il rischio di disperdere
la propria curiosità all’inseguimento di mille, fumose e inconcludenti
ricette formative. Personalmente,
ho sempre preferito concentrarmi
nel conseguimento di pochi, ma
concreti obiettivi di apprendistato,
adottando l’antica prassi dell’istruzione “a bottega”. La bottega è
quel luogo dove si pratica l’arte e
non dove si parla d’arte; dove si instaura una sorta di “simbiosi” con il
maestro e non dove si assiste ad
una lezione; dove si gode dell’opportunità di collaborare alla produzione e non dove si ammira un prodotto finito; dove si cresce gradualmente, ma inesorabilmente e non
dove si attende passivamente la
chance di un exploit effimero e
transitorio che ti viene, prima o
poi, offerta dal maestro magnanimo. La cosa migliore insomma è di
mettersi a frequentare le prove e i
concerti di un direttore di coro
esperto e già affermato che sappia
impersonare un modello di alto
profilo, forte e consolidato.
dossier
IMPARA L’ARTE…
Quando il direttore torna da
un corso, il coro se ne accorge?
Nel caso in cui se ne accorga subito,
è un guaio! Se il direttore mette in
atto, ex abrupto, radicali cambiamenti nel repertorio, nella metodologia didattica, nel linguaggio di
comunicazione, c’è da temere che
sia convinto di essere stato “folgorato sulla via di Damasco”. Ma…
mica tutti sono destinati alla santità! Ciò che si apprende di nuovo
in un corso, va messo da parte, filtrato, lasciato decantare a lungo e
calato gradualmente e prudentemente nella realtà in cui ci troviamo ad operare. Alla fine rimarrà
quello che effettivamente serve alla nostra esperienza. Il coro si accorgerà, quindi, del cambiamento
nel tempo.
E quando torna il corista, il direttore percepisce un cambiamento?
In genere sì. Il cantore volonteroso,
che ha frequentato un corso, se è
persona equilibrata, torna comunicando al gruppo nuovo entusiasmo; se invece non lo è, assume
l’atteggiamento irrequieto e presuntuoso di chi ha avuto l’alto privilegio di cantare il “Messiah” o il
“Deutsche Requiem” ed ora si ritrova nei ranghi di un complesso
Segue a pag. 14
13
dossier
Seguito da pag. 13
IMPARA L’ARTE...
che, a malapena, riesce ad intonare un corale semplice.
Al corso si impara qualcosa e
qualcosa di spendibile subito?
Non credo nei miracoli, né conosco
docenti che possiedano la bacchetta magica in grado di trasformare
con un tocco un “cane” in un musicista di razza. Il profilo della propria personalità artistica si delinea
principalmente con gli studi compiuti e le esperienze vissute in età
giovanile.
Non vorrei sembrare troppo categorico, ma penso che oltre i 25-30
anni di età sia molto più difficile
intraprendere avventure formative
in grado di lasciare il segno.
Non nego, però, che i corsi offrano
ai partecipanti di ogni età stimoli
di aggiornamento e perfezionamento e occasioni per confrontarsi
con le esperienze altrui e per allacciare contatti di scambio e collaborazione.
Insomma, i corsi a cosa servono? Uno studio per formarsi e perfezionarsi, uno
studio per mettere una pezza sulle proprie carenze formative, una vacanza intelligente, un’utile occasione di
scambio e conoscenza tra direttori calabresi e valdostani, una perdita di tempo,
uno stimolo, un modo per
far venire grilli in testa…
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Concluderei con un’altra citazione
cinematografica. Chi si accinge a
frequentare un corso con lo spirito
della “vacanza intelligente”, rischia di ritrovarsi nello stato di Alberto Sordi e consorte.
Essi, al termine di un estenuante
tour programmato, scandito dalle
visite ai musei d’arte contemporanea e dall’ascolto di concerti di
musica colta, si sono rafforzati nell’idea che la loro condizione ideale
rimane quella di genuini “fruttaroli” di borgata.
Le occasioni di studio e perfezionamento non vanno perciò vissute
come esperienze destinate a riempire il tempo libero, ma, piuttosto,
come conquiste di importanti traguardi intermedi, che concorrono
a delineare con coerenza un percorso formativo, che si è iniziato
precedentemente e che non finisce
con i “saluti e baci” dell’immancabile cerimonia di fine corso.
CORSI&CORSI
A c u r a d i Va l e n t i n a L o n g o e L u c i a Vi n z i
Il panorama dei corsi di direzione corale in Italia è molto variegato: a fianco dei corsi istituzionali di Musica Corale e Direzione di Coro dei Conservatori e
degli Istituti Pareggiati, ci sono
moltissime iniziative locali ed a
più ampio respiro che intendono supplire alle necessità di
quanti non hanno potuto frequentare i suddetti corsi istituzionali oppure hanno semplicemente esigenze diverse.
Una prima divisione si può operare fra corsi a lungo termine
(da uno a più anni, normalmente a cadenza quindicinale o
mensile, con le lezioni che si
svolgono nei fine-settimana, in
maniera da permettere a tutti di
poterli frequentare) e corsi di
pochi giorni. I primi sono spesso
organizzati da enti di formazione, in grado di garantire una segreteria sempre attiva ed una
struttura di sostegno; gli altri
tendono ad essere iniziative
(purtroppo non sempre continuative) di singole Associazioni
che rispondono in primo luogo
a loro esigenze specifiche.
Altre caratteristiche da evidenziare sono la non progressività
dei corsi stessi, a meno che non
siano strutturati in più livelli,
ma questo implica necessariamente la continuità dell’iniziativa; la generalità delle informazioni di base, dovuta sempre al
fatto che non esiste un presupposto di standard minimo del
corsista; spesso anche la non
specificità del repertorio o più in
generale degli argomenti trattati, dovuta sempre alla mancanza
di uno standard di partenza.
Detto questo, abbiamo effettuato una cernita dei vari corsi
esistenti che vuole essere semplicemente una serie di esempi
delle varie opportunità offerte,
non certo un elenco esaustivo
delle iniziative presenti in Italia.
Corsi a lungo termine:
Centro Europeo
di Formazione Corale.
“Molino Diedo”
Via Brenta 13
36050 Bolzano Vicentino (Vi)
Direzione artistica: Alessandro
Amisich, Maurizio Camarda.
Proposte: Master & Accademia –
accademie biennali di approfondimento in Direzione e Canto
Gregoriano; Corsi annuali di base; Moduli di approfondimento
su argomenti specifici.
Accademia musicale Pescarese
Via dei Peligni 152
65127 Pescara
Corso di formazione e perfezionamento per direttori di coro e
coristi articolato in 10 incontri.
Docente: A. Cericola
www.arsmusica.it
Pontificio Istituto
di Musica Sacra
Direzione di Coro:
Baccalaureato - 4 anni
Licenza - 1 anno
Magistero – 1 anno
Corso europeo di formazione
per Direttori di Coro di Musica
Sacra.
Associazione S. Michele
Arcangelo
c/o Convento di San Francesco
Strada San Francesco
05039 Stroncone (Terni)
Corso di Formazione per Direttori di Coro nelle Scuole
Laboratorio biennale
Conservatorio Statale di Musica
Istituto Superiore
di Studi Musicali “G.B. Martini”
Piazza Rossigni 2
40126 Bologna
Accademia Musicale dei Cantori
gregoriani
Cremona
[email protected]
Corsi di breve durata
(nella maggior parte dei casi
estivi):
Accademia Musicale
“Jacopo Napoli”
Cava de’ Tirreni – Salerno
Fra le varie Master Classes del
Portogruaro Campus/
Fondazione Musicale S. Cecilia
Laboratorio Estivo di Monodia Liturgica e Pratica Corale “Roberto
Goitre”
Pordenone c/o Seminario diocesano
Via Seminario 34/a
30026 Portogruaro (Venezia)
Alpe Adria Cantat
Settimana Internazionale di Canto
Corale
Diversi atelier su periodi e tematiche musicali.
Alpe Adria Cantat
Via Castellana 44
30174 Venezia Mestre
[email protected]
Corsi ad argomento specifico:
CANTO GREGORIANO
Associazione S. Michele Arcangelo
c/o Convento di San Francesco
Strada San Francesco
05039 Stroncone (Terni)
www.cantusgregorianus.com
U.S.C.I. – Friuli Venezia Giulia
Università degli studi di Udine
Seminari Internazionali di Canto
Gregoriano
c/o Abbazia di Rosazzo (Udine)
Segreteria:
U.S.C.I. – Friuli Venezia Giulia
Via Altan 39
33078 S. Vito al Tagliamento (Pordenone)
Istituto Comunale di Musica Antica
Stanislao Corsero di Pamparato
12087 Pamparato – Cuneo
[email protected]
Associazione Internazionale
di Studi di Canto Gregoriano
Cremona
Corsi estivi a più livelli
Fine settimana durante l’anno di
approfondimento
Informazioni:
ASCGrEL
Via Battaglione 58
26100 Cremona
I suoni e i luoghi del Barocco
Corsi internazionali di musica antica – canto
Manforte di San Giorgio (Me)
L’Offerta Musicale
Via Santa Marta 147
98123 Messina
[email protected]
Il suono della Parola
Milano
Corso di canto gregoriano a diversi
livelli
[email protected]
Corsi di musica antica
Urbino
Canto medievale e rinascimentale
Musica vocale rinascimentale
FIMA
Via Col di Lana, 7
CP 6159 Roma
[email protected]
attività dell’associazione
mese di Luglio: Direzione di Coro
www.jacoponapoli.it
VOCI BIANCHE E CORI GIOVANILI
Dirigere il coro di Voci Bianche
3° Corso di aggiornamento ed approfondimento sulla coralità infantile e giovanile.
Segreteria organizzativa:
F.I.M.A
Via Col di Lana 7
00195 Roma
www.fima-online.org
MUSICA ANTICA
Corsi di musica antica
Pamparato
Vocale e strumentale
Corsi di diversi argomenti inerenti a
problematiche anche molto specifiche sono organizzati dalle Associazioni Corali Regionalei e Provinciali
Ultima curiosità, a proposito della
F.I.M.A. (Fondazione Italiana per la
Musica Antica):
durante il Festival di Musica Antica
di Urbino, fra i corsi complementari
pomeridiani, ci sono, da segnalare
a coristi interessati, quelli di Coro e
di Contrappunto alla Mente…
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notizie dall’associazione
"COMPORRE PER CORO OGGI"
16
Aosta 23/29 Luglio 2001
di Giovanni Bonato
Non vi è dubbio che "COMPORRE
PER CORO OGGI" sia stata (e sarà)
una iniziativa intelligente e ampiamente meritoria, che la
FE.N.I.A.R.CO. ha voluto intraprendere per sensibilizzare, stimolare
ed incrementare la creatività per
un nuovo repertorio corale contemporaneo. Penso non sia azzardato dire che questa iniziativa si
colloca coraggiosamente in un panorama musicale nazionale, dove
abbondano workshops, seminari,
corsi di varia natura, tutti legati
però alla creazione di musica strumentale. Coraggiosa, dicevo, per il
suo legittimo tentativo di scrollarsi di dosso un'aura di dilettantismo ed amatorialità, che da sempre in Italia ruota attorno ad ogni
attività corale (creazione ed esecuzione), generando spesso immotivati pregiudizi negativi, che danneggiano il coro contemporaneo e
per lo più lo escludono dalle programmazioni dei grossi circuiti
concertistici nazionali. Sicuramente tale amara realtà è da imputarsi maggiormente al fatto che - ad
eccezione di alcuni gruppi vocali
dalle qualità straordinarie - i nostri
cori sono ancora molto impreparati ad affrontare certe partiture e
molti direttori, quand'anche interessati a nuove proposte, non hanno una sufficiente conoscenza tecnica e culturale per capire e trasmettere al proprio strumento il
messaggio contenuto. Manca fondamentalmente professionalità da
parte di chi esegue. In situazioni
simili è ovvio e naturale che chi
compone si disaffezioni nei confronti di una produzione musicale
che altrove (paesi nord-europei in
testa) gode di una sua importanza, di un suo particolare prestigio,
di qualità tecniche e vocali invidiabili, nonché reali e consistenti supporti governativi. All'editoria,
quella delle grosse case editrici, intendiamoci, quella che influisce
sulle scelte artistiche nelle maggiori e più prestigiose istituzioni
concertistiche, va contestata la
mancanza d'interesse nella diffusione di nuovi repertori, giustificata da parte sua con l'assenza di un
significativo mercato! D'altra parte è doveroso anche rilevare come
i Grandi della composizione contemporanea, soprattutto nazionale, solo rarissimamente si siano voluti cimentare a produrre brani dai
connotati tecnico-vocali poco difficoltosi e che non richiedano necessariamente prestazioni di autentici gruppi professionisti specialisti, pressoché assenti purtroppo nel nostro Paese. Inoltre c'è da
ricordare il disagio con cui molti
compositori italiani (giovani e di
talento) vivono in modo alquanto
frustrante questa situazione e si
vedano costretti (complice a volte
la loro misconoscenza dello strumento "coro") a rivolgersi all'estero per ottenere performances professionali e soddisfazioni. Manca,
in definitiva, un livello intermedio;
una fase che "elevi" mediamente
le qualità tecniche, espressive e
vocali dell'esecuzione corale e, per
così dire, "abbassi" - con l'umiltà e
la curiosità di voler indagare, di
voler seriamente approfondire le
infinite, se non addirittura semplicemente sorprendenti risorse della
vocalità corale - certe prese di posizione di chi intende creare dei lavori che contengano un linguaggio autenticamente attuale ed innovativo. Seppur frettolose e certamente assai poco esaurienti queste riflessioni personali mi hanno
indotto di buon grado ad accetta-
re la proposta che già più di un anno fa la FENIARCO mi ha rivolto.
Mi ha lusingato ed onorato il fatto
di essere stato prescelto per dare
un contributo personale, anche
come docente, all'incremento di
una creatività più "consapevole"
delle risorse tecniche a disposizione, in linea con le proprie esigenze estetiche. Quella di un corso di
composizione corale contemporanea suddiviso in tre "botteghe"
interagenti, assieme agli altri docenti Mauro Zuccante (bottega di
elaborazione), Pierpaolo Scattolin
(bottega di sperimentazione) si è
rivelata a mio avviso una proposta
interessante, che, mi auspico, in
futuro possa dare risultati significativi. Per quanto riguarda la bottega di composizione originale, in
cui sono stato docente, ho concentrato la mia attenzione su di un
aspetto fondamentale nella produzione contemporanea, soprattutto a partire dalla Scuola di
Darmstadt; l'applicazione consapevole della fonetica. La fonetica
intesa come punto di partenza per
un diverso tipo di vocalità e, nel
contempo, di approccio all'elemento più importante e caratterizzante per la fonazione del coro,
ferma restando la possibilità di
utilizzare i fonemi puri e semplici
in luogo di un testo di senso compiuto. Per molti dei corsisti questa
indagine, seppur alquanto som-
maria per i motivi cui accennerò
più avanti, si è rivelata di notevole
interesse; si sono aperti nuovi
mondi e nuove possibilità di creare suono. Confesso - e penso di poter interpretare anche l'opinione
dei miei colleghi - il mio scetticismo, quando all'inizio mi sono
chiesto quali fossero le aspettative
dei corsisti. Sebbene qualcuno dei
partecipanti abbia dovuto sottoporsi ad una sorta di terapia d'urto, l'argomento "fonetica" ha attratto ed incuriosito talmente, che
ogni partecipante si è voluto cimentare con procedimenti di sonorizzazione di fonemi, sui quali
fino ad allora si era sorvolato o
che erano stati completamente
ignorati dal loro modo di intendere la coralità.
Devo ammettere che la sinergia
con le altre due botteghe, e soprattutto con quella della sperimentazione dal vivo, ha sviluppato e, ove possibile, completato
questo intento, focalizzando sui
vari problemi tecnico-pratici via
via che potevano verificarsi. Se da
un lato il Maestro Zuccante ed io ci
siamo avvalsi anche di ascolti che
meglio potessero fornire preziose
indicazioni sulle potenzialità del
coro, dall'altro c'è stato un sensibile contatto con la realizzazione
pratica nella bottega di sperimentazione, dove il Maestro Scattolin
seguiva e consigliava con grande
perizia. La provata esperienza di
Scattolin ha permesso, tramite il
coro-guida messo a disposizione
dall'ARCOVA (che ha dato prova
di squisita ospitalità, soprattutto
tramite la disponibilità del Presidente ARCOVA Angelo Filippini,
del Vicepresidente Efisio Blanc e
del Maestro Maurizio Longo), di
concertare due dei brani prodotti
(uno per la bottega di composizione originale e uno per quella dell'elaborazione) e di porli in programma nel concerto di fine corso
nella Chiesa della Collegiata di
Sant'Orso ad Aosta.
Vista l'accoglienza con cui il pubblico ha manifestato il proprio
gradimento nei confronti dei due
pezzi eseguiti, c'è un po' di rammarico per non aver potuto presentarne degli altri.
Purtroppo tempi di lavorazione,
l'impossibilità di avere un gruppo
vocale a disposizione per tutto
l'intero periodo del corso non
hanno potuto dare questa soddisfazione ad ogni corsista, che,
quasi accettando una sfida con il
tempo e sottoponendosi con impegno e fatica ai ritmi imposti dai
corsi, ha portato a termine un proprio brano.
La promessa da parte della FENIARCO di realizzare nel corso dei
prossimi mesi tutte le partiture
sarà un'utile prova dello sforzo
profuso dai corsisti ed un'ulteriore
notizie dall’associazione
Foto della pagina
precedente il gruppo
dei corsisti ad Aosta;
a lato, un momento
del corso.
occasione per riflettere su quanto
si è appreso. Certo, "COMPORRE
PER CORO OGGI" è ovviamente
un'iniziativa che ha larghi margini
di miglioramento.
Come dicevo poc'anzi, è fondamentale la presenza costante di
un gruppo, vocale, seppur limitato, con cui i compositori, guidati
dal docente, possano vedere realizzate le loro idee e possano sperimentare nuove soluzioni foniche. E' forse questo l'aspetto peculiare del corso: l'estrema utilità di
poter confrontare nell'immediato
l'elaborazione teorica con l'applicazione pratica, coinvolgendo il
compositore direttamente in fase
di concertazione e realizzazione.
E' chiaro che per poter giungere a
risultati più soddisfacenti, se non
addirittura lusinghieri, c'è bisogno
di selezionare con maggior rigore
i partecipanti, onde meglio indirizzare e focalizzare le sperimentazioni, mirando magari a particolari problematiche.
Si è notato anche che, per poter
rendere ottimale il rapporto di lavoro tra docenti e corsisti, il numero dei partecipanti non deve superare le 7/8 unità per bottega, come
si è verificato in questo primo appuntamento, in cui fra l'altro l'affiatamento e la costruttiva collaborazione fra i docenti hanno contribuito non poco alla serenità dell'ambiente in cui si è lavorato.
"COMPORRE PER CORO OGGI", secondo me, va visto come un utilissimo punto di incontro per compositori attratti particolarmente
dal coro, una valida chance che la
FENIARCO ha offerto fuori dall'ambito accademico dei Conservatori, in cui non di rado ancor oggi
- purtroppo non sono solo io a
constatarlo - certe argomentazioni
non vengono neanche sfiorate nel
corso di svariati anni di studio.
L'auspicio quindi è che "COMPORRE PER CORO OGGI" possa avere
un seguito, magari con appuntamenti annuali, in modo che, almeno in queste fasi iniziali, si possano
infondere stimoli ravvicinati e più
efficaci per un autentico rinnovamento del repertorio corale.
17
notizie dall’associazione
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“IMPRESSIONI”,
GIORNALE DI BORDO DI UNA CORSISTA
di Cristina Ganzerla
Il corso “comporre per coro oggi”, si è svolto ad Aosta dal 23 al
29 luglio tenuto dai Maestri Giovanni Bonato, Pier Paolo Scattolin e Mauro Zuccante, che hanno
curato rispettivamente i laboratori di composizione, sperimentazione ed elaborazione.
Al termine dei lavori, su invito
della Feniarco, descrivo con piacere la mia esperienza.
Il corso è stato di grande interesse, per aver affrontato il tema
della composizione corale contemporanea, curandone anche
l’aspetto esecutivo.
Dopo la presentazione del corso,
in una sede davvero confortevole quale l‘Istituto Musicale, il
gruppo dei partecipanti si è diviso in base alle esigenze d’interesse personale, e si sono formati due gruppi di lavoro: composizione ed elaborazione.
Io ho scelto di far parte del gruppo di composizione tenuto dal
maestro Bonato: per due giorni
il lavoro è stato intenso, allo scopo di arrivare alla creazione di
un prodotto finito, per poi consentire il passaggio alla fase successiva, l’esecuzione da parte del
Coro Laboratorio, presente per
tre ore al giorno dal secondo
giorno fino alla fine del corso.
Devo sottolineare la pazienza
davvero lodevole dei coristi,
nonché la loro preparazione,
molti di loro erano direttori di
coro, che guidati dal Maestro
Scattolin, in pochi giorni hanno
preparato il concerto finale, con
l’esecuzione di brani classici più
due scelti tra quelli composti dai
corsisti. lo ho scelto di unirmi al
coro, sia perché mi piace molto
cantare, sia perché stando “dall’altra parte” si vivono gli inevitabili problemi esecutivi e, a forza di far coro, quando si passa a
comporre, diventa un processo
automatico pensare alla realizzazione della propria musica.
Un particolare molto positivo del
corso è stato l’elasticità e la disponibilità dei docenti anche a
lezioni individuali, che ci hanno
consentito di passare da un
gruppo all’altro in base alle nostre necessità, insomma lezioni
aperte, che ci hanno permesso di
conoscere tutte e tre le discipline. Come ho sopra citato, io ho
seguito soprattutto composizione e sperimentazione, anche se
nei tempi che “avanzavano”
(davvero pochi), ho seguito anche le lezioni di elaborazione di
brani per coro del Maestro Zuccante, che mi ha davvero colpita
per la sua creatività e la sua maestria in questa pratica.
Gli ultimi giorni ci siamo concentrati sull’esecuzione di tutti i nostri lavori: il Coro Laboratorio ne
ha provati solo alcuni e, dal momento che il tempo non era tanto, noi corsisti ci siamo cimentati
nell’esecuzione delle nostre composizioni, concertate dal Maestro
Scattolin; è stato un lavoro d’importanza fondamentale, trasformarci in coristi è stato positivo, ci
siamo resi conto in prima persona dei tantissimi “parametri” che
un compositore deve considerare
per scrivere musica (ovvero arte
eseguibile), il tutto svolto in un
clima di grande umiltà e serenità.
Il concerto di sabato 28 luglio, alla bellissima Collegiata di S. Orso,
ha chiuso ufficialmente il corso,
la serata ha visto protagonisti
due cori: il Coro Laboratorio del
corso diretto dal Maestro Scattolin, e la Corale di Valgrisenche,
diretta dal Maestro Maurizio
Longo.
Il repertorio è stato davvero piacevole; accanto ai brani classici il
“nostro” coro ha eseguito Berceuse Bretonne di Manuel Filisetti e Petra Cantat di Carlo Berlese,
i due brani scelti fra quelli composti dai corsisti, inoltre io ho
avuto l’occasione di dirigere
“Dieu, qu’il la fait bon regarder”
di Debussy: è stato un momento
importante, e devo aggiungere
molto emozionante.
Ma il corso si è concluso solo ufficialmente; il Presidente della Feniarco, il Sig. Fornasier che ci ha
onorato della sua presenza l’ultimo giorno, ci ha comunicato che
tutte le nostre composizioni saranno registrate quest’inverno,
grazie alla collaborazione di due
cori: uno Valdostano e il Coro Euridice di Bologna e le partiture
saranno successivamente raccolte
in un fascicolo; questa notizia ha
fatto felice tutti, e ringrazio fin
da ora tutte le persone che si
prodigheranno per realizzare
questo “fuori programma”. Da
non dimenticare la gita organizzata a metà corso, la Valle d’ Aosta è davvero bellissima e gli organizzatori hanno pensato bene
di concederci un intero giorno di
pausa.
Questo corso si è rivelato davvero stimolante, e mi piace l’idea
che non sia finito; mi ha particolarmente colpito questo profondo amore per la pratica e la diffusione della musica corale, avvertibile nell’aria sin dall’inizio,
particolare che non ho colto in
nessun altro corso.
Un ringraziamento davvero sentito all’associazione Aerco di Bologna che mi ha concesso una
consistente borsa di studio, e alla Feniarco, che ha dato un rimborso a tutti i partecipanti. Insomma è stata proprio una bella
esperienza, e anche il rapporto
che si è creato con i colleghi di
corso è stato positivo, il livello di
preparazione era piuttosto alto,
e molti di loro erano direttori di
coro da diversi anni; questo ha
consentito un proficuo scambio,
sia di materiale che di opinioni.
Tutto è stato bellissimo, un solo
neo: è stato troppo, troppo
breve.
d i C a r l o To m m a s i
Scrivere per coro oggi è un problema
che investe ambiti fra loro anche molto diversi; in queste sue numerose
connessioni, esso può tradursi in una
riflessione molto ampia sulla nuova
musica, sui suoi esecutori, sul suo pubblico, sui molteplici fattori umani che
essa investe e riguarda. In questo senso il problema di “come” scrivere per
coro assurge ad un suo ruolo direi emblematico della composizione tout
court.
Nella giusta ricerca di una scrittura corale che sia adatta ai tempi, c’è in particolare un aspetto che può rischiare
di essere trascurato: la fruibilità di ciò
che si scrive. Un coro raramente è formato da professionisti ed in ogni caso
è composto di esseri umani, i quali
eseguiranno sempre più volentieri un
pezzo che “si lascia cantare” ad uno
difficile da apprendere, anche se il valore estetico è pari o magari superiore. Occorre dunque cercare una mediazione fra qualità, modernità e fruibilità, e questa è la sfida che i compositori di musica corale della nostra
epoca devono saper cogliere.
Con questo spirito e queste finalità si
è svolto il nostro appuntamento ad
Aosta dal 23 al 29 luglio. La formula
del “corso residenziale per compositori” è stata a mio parere molto indovinata perchè ha contenuto e riassunto
al suo interno diversi aspetti: quello
lavorativo e produttivo, quello di apprendimento, quello conviviale, infine
un aspetto che si potrebbe definire
scherzosamente “vacanziero”: si lavora sì, ma anche ci si diverte e si respira
il clima salubre della montagna.
Nella cornice di questa bellissima
città, giustamente definita la “Roma
delle Alpi”, eravamo ospiti in un albergo dotato di tutti i comfort (e di
una buonissima cucina a base di specialità locali!) e di una squisita cortesia; lo stesso si può dire dell’Istituto
presso il quale si svolgevano le nostre
lezioni, nel quale avevamo tutto lo
spazio per fare lezione e per lavorare,
sia in gruppo che singolarmente, oltre
ad essere assistiti da un personale
qualificato e ad avere addirittura un
coro–laboratorio a disposizione, cosa
non da poco. Voglio porre in rilievo
l’importanza del fatto di poter scrivere e poi direttamente verificare sul
posto la resa vocale del proprio lavoro: ciò non poteva non avere un ruolo
basilare all’interno di un corso, nel
quale il momento teorico e quello
pratico – applicativo andavano di pari
passo. Se in questo contesto il concerto finale (ne parlo anche se, dovendo
tornare a casa un giorno prima per
motivi di studio, non ho potuto essere
presente) rappresentava umanamente il culmine dell’esperienza del corso,
il suo fulcro è consistito invece proprio nella possibilità, impensabile di
norma, di avere una verifica immediata della propria scrittura. Questo fine
è stato da tutti perseguito con grande
tenacia: addirittura, nei momenti in
cui il coro-laboratorio non era disponibile, per venire incontro alle nostre
reciproche esigenze abbiamo formato
noi stessi un coro improvvisato (l’irrefrenabile entusiasmo che scaturiva da
questi momenti a metà fra il lavorativo e il conviviale proseguiva poi anche
di sera in albergo, portandoci a sfogliare le pagine della raccolta “Melos” appena ricevuta in dotazione, alla ricerca di possibili nuove concertazioni, alcune per la verità un po’ ironiche).
Ho apprezzato molto il fatto che il
corso fosse organizzato secondo il
principio della bottega, dove si lavora
insieme e il maestro rimane sempre a
disposizione degli apprendisti seguendo il loro lavoro; si tratta di una
dimensione della creazione musicale
che rimanda ad altri tempi e che ritengo vada recuperata (anche perchè
contrasta la naturale tendenza al solipsismo dei compositori!).
Fra la “bottega di composizione” del
M° Bonato e la “bottega di elaborazione” del M° Zuccante ho scelto la
seconda (la cosa migliore sarebbe stata frequentarle entrambe, ma a tutti i
corsisti è stata imposta una scelta per
giusti motivi di maggior concentrazione e produttività) all’interno della
quale, dopo un momento preliminare
di ascolto e analisi di partiture, siamo
passati al lavoro scegliendo del materiale popolare all’interno di varie raccolte; in omaggio al luogo ospite, è
stata data la precedenza a canti popolari valdostani. Il filo conduttore
era quello della ninna-nanna: un genere che, apparentemente calmo e
tranquillo, rivela spesso tematiche sociali che si colorano di piccola o grande tragedia; e il compositore può, legittimamente, scegliere di mettere
più o meno in evidenza questo lato
inquietante senza pericolo di trasgredire l’intima natura di questo genere
popolare.
Le nostre elaborazioni sono state molto diverse le une dalle altre dal punto
di vista stilistico, ma tutte permeate di
questa preziosa riflessione che tiene
in grande considerazione l’analisi testuale, e interessate anche, pur se di
rimando, dai giochi di sillabe e fonemi
come sintassi alternativa generatrice
di sensazioni secondo l’insegnamento
del M° Bonato; ciò vale a dimostrare
come ci sia stato comunque, fra le due
botteghe, un certo interscambio. Molto interessante è stato anche partecipare alla “bottega di sperimentazione” nella quale, come già avevo anticipato, avveniva la concertazione dei
brani; il M° Scattolin ha fornito ad
ognuno di noi dei validissimi consigli
riguardo alla direzione, incoraggiando quelli di noi che avevano già esperienze in questo campo a cimentarsi
sotto la sua guida; ho apprezzato
molto i suoi esercizi vocali con il corolaboratorio, che ci hanno resi maggiormente consapevoli delle potenzialità dello “strumento-coro”, e anche le sue minuziose analisi di brani
corali storici. Il corso così, pur essendo
dedicato soprattutto alla composizione, ha finito per essere di grande arricchimento anche dal punto di vista
della direzione.
Complessivamente si è trattato per
me di un’esperienza veramente completa sia musicalmente che umanamente: ho imparato tante cose nuove,
mi sono sentito a mio agio, ho conosciuto tanti altri compositori provenienti da ogni parte d’Italia e i miei
orizzonti si sono, inevitabilmente, allargati. Ringrazio vivamente tutti gli
organizzatori per avermi offerto tanto, e spero di poter essere presente alla prossima edizione.
notizie dall’associazione
PER UNA MUSICA UMANA:
L’ESPERIENZA DI AOSTA
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notizie dalle regioni
Associazione Cori dell’Abruzzo
via C. di Rienzo, 82 67030 Introdacqua (AQ)
Presidente: Pasquale Colangelo
L’Associazione Cori dell’Abruzzo si trova ancora impegnata nei confronti degli Organi Regionali perché si
vada alla definizione di un provvedimento che, considerando il ruolo culturale e sociale dei Cori nella Comunità Regionale, attribuisca ai Cori stessi e alle loro
Associazioni delle provvidenze finanziarie essenziali
per poter continuare a svolgere il ruolo anzidetto.
In effetti la mancanza di un minimo di risorse economiche condiziona in modo molto forte la funzionalità
dell’Associazione che, di fatto, deve reggersi sull’apporto e sul supporto di pochi coraggiosi.
Pur in tale quadro, sta continuando la programmazione associativa che, a breve, ha previsto il 20° meeting dei cori presso il Santuario di S. Gabriele in Isola
di Gran Sasso (TE).
Il raduno si terrà il 28 ottobre p.v., prevedendo al
mattino la partecipazione di tutti i cori (circa 600 cantori) alla Santa Messa e, nel pomeriggio, un concerto
di musica sacra nel quale ciascun coro eseguirà un
brano libero. È inoltre, in fase di studio un progetto
di costituzione di una biblioteca informatica dei Cori
d’Abruzzo, attraverso la quale sia possibile reperire
celermente spartiti di brani musicali, profili d’autore,
notizie su manifestazioni e incontri musicali ecc.
È infine in preparazione la consueta Rassegna di Cori
d’Abruzzo (folcloristici e polifonici). Ma di essa parleremo, più in dettaglio, nel prossimo resoconto.
nato i Delegati che andranno a far parte di diritto del
Consiglio Direttivo dell’Associazione. Tranne alcune
eccezioni, sono stati riconfermati i Delegati uscenti
ed il nuovo Direttivo celebrerà la prima riunione operativa nella seconda metà di settembre. Una notizia
importante è poi quella che l’AERCO ha trasferito i
locali di lavoro in una nuova sede, molto più elegante e spaziosa che condivide con una associazione di
volontariato che si occupa dei problemi di coloro che
subiscono gravi lesioni a seguito di incidenti stradali.
Essa è ubicata a 200 metri dalla stazione ferroviaria e
dispone anche di una ampia sala per riunioni completa di 20 posti. Il nuovo indirizzo è ora: AERCO via
Amendola, 13 40121 Bologna.
Restano invariati il numero di telefono-fax
051.248.753 e l’orario di lavoro lunedì-venerdì ore
9.30-12.30; il giovedì ore 15-18.
Dallo scorso giugno i rapporti con la Regione Emilia
Romagna che sin ad ora avvenivano attraverso l’Assessorato alla Formazione Professionale, Scuola, Università, sono stati trasferiti all’Assessorato alla Cultura. L’incontro con il nuovo Assessore ha confermato
l’ottimo rapporto esistente con l’istituzione: tra l’altro sono state già create le migliori premesse per lo
svolgimento della seconda edizione del Rassegna Internazionale Città di Bologna e per la XII° edizione di
Incontri Corali a Bologna, che si svolgeranno nel corso della prossima primavera. Elemento determinante
rimane comunque la constatazione dell’importanza
che la Regione da alla nostra progettualità sui corsi
formativi e di aggiornamento.
Organizzazione Cori Calabria
c/o Parrocchia S. Sperato - 89133 Reggio Calabria
Presidente: Giorgio Costantino.
aerco
Associazione Emiliano Romagnola Cori
via Amendola, 13 – 40121 BOLOGNA
Presidente: Pierpaolo Scattolin
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Dopo la celebrazione nella primavera scorsa dell’Assemblea che ha riconfermato alla Presidenza ed alla
Segreteria rispettivamente il M°. Pier Paolo Scattolin
e Puccio Pucci, si sono svolte, come stabilito da Statuto, le assemblee dei cori provinciali, che hanno nomi-
Nell’incantevole cornice dell’Ostello della Gioventù che
sorge sulle colline di Tropea in località S. Angelo di Drapia, si è svolto dal 26 al 30 agosto 2001 l’XI Corso Residenziale di Direzione e Vocalità Corale promosso dalla
Organizzazione Cori Calabria- Feniarco.
Il Presidente della O.C.C. ha sottolineato con soddisfazione il buon esito del corso, che ha visto settantaquattro presenze provenienti, in maggior parte, dalla Calabria e dalla Sicilia.
Ben strutturato anche il programma del Corso che ha
previsto, nell’arco della giornata, momenti specifici di lezioni teoriche e pratiche riguardanti la gestualità e la
tecnica della direzione, la vocalità corale e la prassi esecutiva, la concertazione e la direzione dei brani che quest’anno sono stati scelti dal repertorio sacro e profano
del cinque e seicento, con particolare attenzione agli autori calabresi del periodo: Martoretta, Scorpione e Tortamano.
A disposizione dei corsisti, assai interessati alle lezioni
dei docenti, il coro laboratorio formato dagli allievi del
Corso sperimentale di Vocalità Corale del Conservatorio
REGOLAMENTO
Art. 1 - Organizzazione - L’O.C.C.- L’Organizzazione Cori Calabria - FENIARCO, organizza la Sesta Rassegna di canti natalizi e
indice la Quinta edizione del Concorso di Composizione corale di
canti natalizi calabresi inediti e la Quarta edizione di Elaborazione corale di canti natalizi calabresi tradizionali su testo in vernacolo di tradizione orale.
Art. 2 - Finalità - Obiettivo del concorso è quello di stimolare
la produzione di musica corale calabrese e la conservazione delle tradizioni musicali orali legate alle festività natalizie.
Art. 3 - Concorrenti - Al concorso possono partecipare compositori italiani e stranieri, senza limiti di età. Ogni concorrente potrà presentare una sola composizione e/o una sola elaborazione.
Art. 4 - Modalità d’iscrizione - Per poter partecipare, ogni
concorrente dovrà inviare sette copie della partitura; le partiture, pena l’esclusione, dovranno essere assolutamente anonime
ed in ognuna di esse dovrà essere riportato un motto.
Alle partiture si dovrà allegare una busta chiusa (sulla quale dovrà apparire lo stesso motto delle partiture) contenente all’interno:
1) Domanda d’iscrizione con Nome, Cognome, data e luogo di
nascita, comune e provincia di residenza, indirizzo, numero telefonico, eventuale indirizzo di posta elettronica;
2) Dichiarazione firmata attestante che la composizione e/o l’e-
laborazione sono inedite e libere da qualsiasi vincolo;
3) Una fotografia firmata sul retro;
4) Curriculum vitae;
5) Indicazione del coro (OBBLIGATORIA) che eseguirà il brano,
qualora esso rientri tra quelli scelti dalla Giuria per il concerto di
premiazione. La consegna del premio è condizionata alla esecuzione del brano, sotto comminatoria di decadenza;
Il plico dovrà pervenire al seguente indirizzo:
O.C.C. - Organizzazione Cori Calabria
c/o Parrocchia S. Sperato
Via Modena, 84 - 89133 Reggio Calabria
entro e non oltre il 15 novembre 2000. Farà fede il timbro postale.
Art. 5 - Composizioni - Le composizioni e le elaborazioni, pur
essendo libere e senza obbligo né divieto di accompagnamento
strumentale, dovranno contenere elementi caratteristici della
musica natalizia calabrese. La Giuria, nel valutare i lavori, potrà
tenere nella dovuta considerazione questa prerogativa.
Per il Concorso di elaborazione corale di canti calabresi di tradizione orale, i compositori potranno richiedere testi e musiche alla Segreteria del Concorso inviando apposita richiesta e allegando busta con indirizzo già affrancata.
Non possono essere presentate, e comunque non verranno prese in considerazione, composizioni e/o elaborazioni già proposte
nelle precedenti edizioni, anche se inedite.
notizie dalle regioni
“F. Cilea” di Reggio Calabria unico nel suo genere in Italia. Walter Marzilli, ormai da sei anni presente a S. Angelo, è riuscito come sempre a coinvolgere il numeroso
gruppo di allievi nell’obiettivo di formare, in modo spontaneo, una compagine che, pur provenendo da diverse
formazioni corali, ha raggiunto un amalgama e un livello di esecuzione encomiabili.
Jan Luaszewski direttore del prestigioso Polski Chor Kameralny “Schola Cantorum Gedanensis” ha riversato nel
gruppo dei corsisti direttori tutta la sua ragguardevole
esperienza; il noto sopranista Steven Woodbory ha intrattenuto allievi e docenti in una performance di brani
rinascimentali suscitando entusiastici applausi. Don Giorgio Costantino, artefice principale dello stage, ha coronato l’opera con interessanti conversazioni di musicologia liturgica.
Il 10 settembre, nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria, il VI appuntamento con la Rassegna Internazionale
di Canti Mariani “Madonna della Consolazione. Dopo i
cori greci e polacchi, questa edizione vede la presenza di
cori provenienti dal Nord America, saranno presenti anche gruppi corali della Calabria e della Sicilia che, oltre a
presentare brani di libera scelta di ispirazione mariana,
insieme canteranno il mottetto appositamente composto
per la manifestazione Salve Mater Consolationis di Giorgio Costantino e il Magnificat di Fiorenzo Brigadoi. La
manifestazione sarà preceduta dalla celebrazione dei Vespri solenni, presieduti dall’Arcivescovo Metropolita
Mons. Vittorio Mondello, alla quale prenderanno parte
in canto tutti i cori presenti. Tutti i cori partecipanti riceveranno una artistica targa con medaglia d’oro massiccio
raffigurante la Madonna della Consolazione.
I cori calabresi iscritti alla OCC saranno rimborsati d’ogni
spesa di viaggio, previa produzione di fattura intestata
alla OCC; i cori esteri e fuori regione distanti più di 400
km, saranno ospitati gratuitamente in strutture alberghiere: i cori esteri per quattro giorni, i cori italiani distanti da 400 a 800 km per due giorni, quelli oltre gli 800
km per tre giorni, a tutti sarà offerta la cena del 10 settembre 2001. La OCC dopo una breve pausa autunnale si
prepara all’ultimo appuntamento del 2001 con la Sesta
Rassegna Nazionale di canti natalizi calabresi e con il V
Concorso di composizione ed elaborazione corale di canti natalizi di tradizione orale.
Art. 6 - Giuria - La Giuria sarà formata da docenti di conservatorio, musicisti di chiara fama, e dal presidente dell’ O.C.C. e/o suo
delegato.
Il giudizio della Giuria è insindacabile ed inappellabile. I nomi
dei giurati verranno resi noti in occasione del concerto di premiazione.
Art. 7 - Premiazione - Il concerto di premiazione si terrà in
Reggio Calabria, presso la Basilica Cattedrale il 30 dicembre
2000. Nel concerto saranno eseguiti i brani che la Giuria riterrà
idonei.
Art. 8 -
Premi - Sono previsti i seguenti premi:
1° Premio del Concorso di Composizione:
£. 500.000 e Targa 1° classificato
1° Premio del Concorso di Elaborazione:
£. 500.000 e Targa 1° classificato
Due premi di L. 500.0000 ciascuno per la migliore esecuzione
della composizione e della elaborazione in concorso ai cori che
partecipano alla Rassegna.
Tutti i concorrenti invitati al concerto finale riceveranno una targa di partecipazione al Concorso.
La Giuria potrà assegnare i premi ex aequo o decidere di non assegnarli, a suo insindacabile ed inappellabile giudizio.
Art. 9 - Annullamento - L’Organizzazione si riserva di annullare
il Concorso per cause, indipendenti dalla sua volontà, che dovessero impedirne il regolare svolgimento.
Art. 10 - Restituzione - I concorrenti potranno richiedere la restituzione (a loro spese) di n° 6 copie degli elaborati. Una copia
resterà infatti custodita nell’archivio dell’Organizzazione.
Art. 11 - Registrazioni e pubblicazioni - L’OCC sin d’ora si riserva di effettuare a proprie spese eventuali registrazioni e/o pubblicazioni dei canti eseguiti e/o presentati, nonché di diffonderli
con qualsiasi mezzo; nulla sarà dovuto, in via permanente, ai concorrenti e ai cori partecipanti in conseguenza di tali iniziative.
Art. 12 - Rimborsi - Ai Cori partecipanti iscritti alla OCC saranno rimborsate le spese di viaggio previa emissione di fattura intestata alla OCC.
Art. 13 - Ospitalità - Ai cori provenienti da fuori regione verranno offerti la cena e il pernottamento.
Art. 14 - Regolamento - La domanda di partecipazione al concorso implica la totale ed incondizionata accettazione del presente regolamento; per ogni controversia, foro competente è
quello di Reggio Calabria.
Internet: www.ciaoweb.net/occ/
E-mail: [email protected]
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notizie dalle regioni
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Unione Società Corali Friuli Venezia Giulia
Via Altan, 39 – 33078 SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN)
Presidente: Sante Fornasier.
A.CO.L. - ASSOCIAZIONE CORI LIGURI
Via Cuneo, 16 - 16032 CAMOGLI (GE)
Presidente: Mauro Ottobrini
L’Abbazia di Rosazzo ha ospitato il 17 e 18 marzo e il 21 e
22 aprile la seconda edizione degli Incontri Gregoriani
iniziati lo scorso anno a completamento dei corsi estivi.
L’argomento è stato, per il primo incontro I versetti degli
introiti e, per il secondo, I versetti dei responsori dell’Ufficio. Le lezioni, tenute dal professor Antonino Albarosa
dell’Università di Udine, hanno visto la partecipazione di
un buon gruppo di appassionati studiosi di canto gregoriano provenienti da tutta la regione, i più, presenze costanti alle iniziative sul Gregoriano organizzate dall’USCI
FVG. Il fitto programma di lavoro ha visto lo studio analitico degli schemi della salmodia ornata dei versetti, degli
introiti e dei responsori, seguito da esercitazioni pratiche.
Gli Incontri Gregoriani si confermano come un’opportunità importantissima che l’USCI FVG offre ai musicisti della regione durante i quali è possibile la documentazione
sui continui sviluppi della ricerca che in questo campo è in
continua evoluzione. Nella settimana dal 16 al 22 luglio
l’Abbazia ha ospitato anche la VII edizione dei Seminari
Internazionali di Canto Gregoriano diretti sempre dal professor Albarosa. Cantori, direttori di coro e musicisti provenienti dal Friuli, dalla Valle d’Aosta e dalla Lombardia
hanno frequentato, suddivisi in due classi, le lezioni dei
docenti Bruna Caruso (1° e 2° corso cumulati) e Alexander
Schweitzer (3°corso). Insieme hanno partecipato alle lezioni di liturgia (don Giuseppe Peressotti) di vocalità (Paolo Loss) e alle esercitazioni d’assieme. A causa della improvvisa assenza del professor Albarosa per un lutto familiare le esercitazioni sono state curate dai docenti dei
due corsi. Mercoledì 18 luglio la Schola Gregoriana “Piergiorgio Righele” di Pescara – formazione femminile diretta da Tito Molisani – ha eseguito i canti della Messa della
notte e del giorno di Natale. Il lavoro della settimana è
culminato sabato 22 luglio nella celebrazione dei primi
Vespri della domenica.
La 20° Rassegna regionale è stata quest’anno ospitata dalla provincia di Pordenone, a Cordenons. Nella prima serata, il 26 maggio, dedicata alla musica di ispirazione popolare il concerto si è tenuto presso l’Auditorium del Centro
culturale Aldo Moro. Filo conduttore è stato il canto popolare inteso come sorta di grande libro della storia di
una terra e, di conseguenza come patrimonio da conservare gelosamente. Hanno partecipato la “Cappella musicale Albino Perosa” di Mortegliano (Ud), il coro femminile “Danica” di San Michele del Carso (Go), il Gruppo vocale “Voci della tradizione” di Trieste e, come coro ospite
il coro “Cima Vezzena” di Barco di Levico Terme (Tn).
La seconda serata, dedicata alla musica sacra si è svolta il
27 maggio nel Duomo di S. Maria Maggiore sempre a Cordenons. Tre i cori invitati: il Gruppo Vocale “Città di San
Vito (Pn), il coro “Renato Portelli” di Mariano del Friuli
(Go), e la Società Corale Santa Maria Maggiore di Trieste.
Il dato più evidente della serata è stata la serietà e la varietà dell’impostazione dei programmi sempre dettati da
un’idea che guida la scelta dei brani presentati.
28° FESTIVAL NAZIONALE
DELLA POLIFONIA E DEL FOLCLORE
Convegno Ligure delle Corali
Bilancio di successo per partecipazione e livello musicale
nelle proposte dei 74 gruppi corali intervenuti.
Da più di cinque lustri il cav. Mauro Ottobrini, presidente A.CO.L. e direttore della Schola Cantorum Mons. G.B.
Trofello di Camogli, raduna migliaia di persone unite sia
dalla comune passione per il canto corale di ogni genere
sia dalla confortante convinzione di trasmettere agli altri una immensa cultura musicale più o meno conosciuta
ma spesso trascurata dai grandi “media” di comunicazione sociale. Questa, in sintesi, la definizione di una manifestazione che anno dopo anno si è ingrandita sempre
più: dalle nove corali della Liguria del lontano 1 giugno
1974 raccolte all’ombra del suggestivo Santuario della
Madonna del Boschetto, a Camogli, in occasione di una
messa giubilare, si è passati a cori provenienti non solo dall’Italia ma da tutto il mondo.
Su questo palcoscenico “ideale” che viene approntato
da un collaudato coordinamento logistico, circa tremila
coristi si alternano dunque ogni anno interpretando un
vastissimo repertorio che spazia dal canto di montagna
alla polifonia sacra antica e moderna, dal folk tradizionale regionale ed internazionale al madrigale, al country
ed il jazz, dagli spirituals al canto lirico.
Quest’anno particolarmente, ad ogni appuntamento, sono state poste all’attenzione del pubblico tematiche musicali differenti per genere e periodo tramite una appropriata presentazione, elaborata in sede di ricerca dagli
alunni del Liceo Statale “G. Marconi - F. Delpino” di
Chiavari - che da tre anni collaborano alla stesura del
festival, avendo inserito a pieno titolo nel programma di
formazione scolastica lo studio della musica, con particolare riferimento allo sviluppo del canto corale, dalle
sue origini al panorama contemporaneo
Si è dunque conclusa questa impegnativa 28ª edizione i
cui suoi 21 appuntamenti a partire dal 26 maggio l’hanno vista ospite in 12 località dell’arco ligure e precisamente a S. Margherita Ligure, Rapallo , Isola del Cantone, Uscio, Chiavari, Tiglieto, Genova Nervi), Recco, Albenga, Imperia, Mallare e La Spezia con la partecipazione, veramente calorosa, di 74 compagini corali liguri, toscane, emiliane, venete, piemontesi, marchigiane, friulane e lombarde, interpreti di 411 brani di canto corale di
310 autori di ogni genere e tempo, per un totale di circa
30 ore di ascolto.
A coronamento di ogni serata inoltre vi è stata la dedica
particolare a S.E. Mons. Alberto Maria Carreggio, Vescovo di Chiavari, al M° Don Luigi Porro, al M° Giuseppe Mario Faveto, al Prof. Casimiro Gobbi Frattini, al M° Fabrizio Ghiglione, al compianto rev. Don
L’esistenza e la natura stessa della manifestazione si
muovono di pari passo con l’evolversi del settore della
CORALITA’ LIGURE, che attualmente vede sul nostro scenario regionale la presenza di circa 225 complessi vocali, contro i 50 di vent’anni fa, rigorosamente appartenenti al mondo della amatorialità, cioè costituiti da persone di ogni età che vi dedicano con passione il tempo libero.
Appare quindi subito evidente che molti dei complessi
corali sorti in Liguria abbiano avuto in qualche modo
uno sprono ed un incitamento da questa grande e costante iniziativa, diventando così per tutti un punto solido di riferimento andando in tal senso a riempire quella
grande lacuna culturale causata da una inesistente politica di educazione musicale pubblica di cui patisce l’intera nazione e che vede tristemente l’Italia relegata agli
ultimi posti se comparata con i suoi partners dell’Unione
Europea.
A lavori conclusi, terminata la parentesi estiva, l’A.CO.L.
sarà nuovamente impegnata nella organizzazione del
secondo appuntamento ligure con il Canto Polifonico,
questa volta in ottobre e dedicato alle compagni straniere: si tratta dell’INTERNATIONAL SONG MEETING ,
giunto alla sua 25ª edizione, che vedrà la partecipazione
di due valenti gruppi vocali europei e che vedrà la conclusione dei lavori della seconda annuale Assemblea
Nazionale FENIARCO, cui l’A.CO.L. avrà l’onore di offrire ospitalità.
A.R.CO.M.
Associazione Regionale Cori Marchigiani
Via G. Galilei, 5 - 63025 Montegiorgio (AP)
Presidente: Sedulio Brazzini
Per i prossimi mesi l’A.R.CO.M. prevede le seguenti iniziative:
notizie dalle regioni
Piero Benvenuto, rettore del Santuario di N.S. del
Boschetto di Camogli, al M° Giuseppe Rebella, al
M° Paolo Petralia, a S.E. Mons Giacomo Barabino, al
M° Gianni Acciai, al M° Franco Sciaccaluga ed al M°
Agostino Dodero a chi cioè, nel corso di questi ultimi
vent’anni non si è risparmiato nel profondere energia e
vigore per la salvaguardia e lo sviluppo di quell’immenso patrimonio artistico che è il CANTO CORALE.
Attività formativa: corsi di aggiornamento:
luogo: MACERATA – Seminario Vescovile
data: 10 e 11 novembre 2001
argomento: “La formazione vocale del coro: vocalità applicata ai diversi stili musicali”
docente: Mº Walter Marzilli
luogo: MACERATA: Seminario Vescovile
data: 6 e 7 ottobre 2001
argomento: “Educazione del coro di bambini: didattica,
vocalità, repertorio”
docente: Mº Nicola Conci
Attività concertistica:
1) “PICENINCORO”:
Rassegna corale ideata dall’A.R.CO.M., con i contributi dell’Amm. Prov.le di A.P., riservata ai cori della
Prov. di Ascoli Piceno (31) che si realizza in 12 concerti dal 27 maggio a 6 gennaio 2002.
Già eseguiti: Palmiano (27.5.2001) e Magliano di Tenna (22.07.2001). Gli altri si realizzeranno in: Maltignano (28.10.2001) – Fermo – Ponzano di Fermo – Castorano – Offida – Roccafluvione - Lapedona – Ripatransone – Montedinove (dal 1 al 6.01.2002)
2) “CORINSIEME”:
Rassegna corale ideata dall’A.R.CO.M. per i cori della
Prov. di Ancona che si realizzerà in alcune località
della provincia anconetana nel periodo autunnale.
A.R.CO.PU. Associazione Regionale Cori Pugliesi
Via Margherita di Savoia , 13
72029 VILLA CASTELLI (BR)
Presidente: Pierfranco Semeraro
Da poche settimane l’ARCOPU è entrata nelle case di
tutti i suoi coristi per mezzo di “ARCOPU news”: un
giornale che ormai è diventato un’appuntamento quadrimestrale. La nuova veste grafica e l’attenzione dedicata dalla redazione al giornale sono garanzia di crescita costante.
A novembre, probabilmente domenica 17, si svolgerà a
Cisternino (BR) la seconda Assemblea Ordinaria dei Soci, presso l’Aula Consiliare dello stesso comune.
A Dicembre, ad Ostuni (BR) si svolgerà la terza edizione di “Corinfesta”, la rassegna corale regionale alla
quale prenderanno parte i cori ARCOPU con una prima
parte dedicata a singole esibizioni ed una seconda parte dedicata all’esecuzione di un repertorio comune.
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notizie dalle regioni
ASSOCIAZIONE "CORI DEL MOLISE"
Via Appennini, 86023 MONTAGANO (CB)
Presidente: Guido Messore
L’Associazione A.CO.M. ha organizzato, in collaborazione con l’Ufficio Liturgico Diocesano di Campobasso, un
Seminario-Laboratorio di Vocalità Corale con l’intento
di offrire ai corsisti un sicuro punto di riferimento per
muoversi all’interno della complessa problematica della
pratica della vocalità corale e del metodo di concertazione di musiche corali dei vari periodi storici.
Al seminario hanno partecipato circa cento corsisti, tra
direttori di coro e coristi che hanno concorso insieme alla formazione del coro laboratorio. La durata del corso
è stata di 14 ore complessive, articolate in quattro in-
ASSOCIAZIONE CORI PIEMONTESI
Via Monte Mucrone, 3 - 13090 BIELLA
Presidente: Sandro Coda Luchina
“CANTINCORO”
Primo corso di insegnamento del canto corale nelle scuole elementari 2° ciclo. Iniziato a gennaio 2001 e terminato nel maggio dello stesso anno, con la partecipazione di
1500 bambini e ben 20 saggi a fine corso. Totalmente
gratuito, con il coinvolgimento delle province di Biella e
Torino, ha avuto un successo insperato, tanto convincente che l’Associazione Cori Piemontesi ha deliberato di
continuare anche per l’anno 2001-02.
A chiusura iscrizioni i bambini che frequenteranno il sopracitato corso saranno ben 3100, con dispense, basi musicali e docenti fornite dall’ ACP, in collaborazione con il
Progetto Musica di Biella.
Obiettivo finale anno 2001-02 la costituzione con selezioni delle voci del Coro di Voci Bianche dell’ACP.
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6° CONCORSO REGIONALE DI CANTO CORALE
Si terrà ad Alba domenica 23 settembre 2001 e vedrà la
partecipazione di ben 13 cori regionali. Le categorie saranno le seguenti:
- CAT. A: canti su testo in una qualsiasi forma linguistica
del Piemonte;
- CAT. B: canti in lingua italiana e nei vari dialetti, incluse le lingue straniere, con esclusione del piemontese;
- CAT. C: canto polifonico composto anteriormente al
1900
- CAT. D: canto polifonico composto nel XX secolo.
La giuria sarà composta da tre componenti la Commissio-
contri (uno al mese), secondo il seguente calendario: sabato 17 marzo, sabato 21 aprile, sabato 19 maggio, sabato 9 giugno. Gli incontri si sono tenuti presso l’auditorium “S. Pietro Celestino” della Curia Arcivescovile di
Campobasso. Docente del corso è stato il M° Walter
Marzilli, direttore di coro e docente di Direzione Corale
presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. Al
termine del Seminario è stato rilasciato ai corsisti un attestato di partecipazione traducibile in credito formativo per gli allievi delle Scuole Superiori.
La massiccia e assidua partecipazione dei coristi, entusiasti delle lezioni svolte dal docente, fanno pensare ad
una riproposta della formula sperimentata.
Il 26 maggio si è svolta a Campobasso, nella chiesa “Mater Ecclesiae”, la Rassegna Corale Regionale “Voci di Primavera”, giunta alla 7ª edizione, che si rinnova ogni anno in una sede diversa del territorio regionale.
La manifestazione ha visto sfilare sul podio 7 cori, di cui
due di voci bianche (Associazione “Piccolo Coro di S.
Alfonso de’ Liguori” di Colletorto e Coro di Voci Bianche
“Coeli Lilia” di Campobasso). Non è mancata la presenza di musiche verdiane, in omaggio al grande operista
italiano, nel centenario della morte.
La manifestazione si è conclusa con l’esecuzione, a cori
riuniti, del notissimo “Va’ pensiero” diretto dal M° Michele Gennarelli.
ne Artistica ACP e dai Direttori dei Cori partecipanti al
concorso.
CORSO REGIONALE PER DIRETTORI DI CORO
E CORISTI ANNO 2001-02
Possono partecipare:
- Direttori aspiranti o effettivi di formazioni vocali e cori di qualsiasi genere musicale.
- Coristi che desiderino approfondire le proprie conoscenze.
- Strumentisti che intendono avvicinarsi con competenza
alla direzione di coro.
- Animatori musicali in parrocchie o realtà religiose.
- Insegnanti di scuola materna elementare o altro grado
che intendono approfondire le questioni inerenti la didattica musicale e l’uso della voce parlata e cantata.
I corsi saranno istituiti: a carattere provinciale, non potranno essere attivati se non con un numero di allievi
adeguato; in caso contrario si provvederà, ove possibile,
all’accorpamento tra province.
Sono previsti due livelli o aree:
AREA 1) di base: per la conoscenza adeguata della lettura e teoria musicale, per l’approccio alle tecniche di fonazione cantata e parlata, per l’acquisizione di una metodologia didattica comune ed idonea allo scopo prefissato.
AREA 2) di perfezionamento: alla direzione corale, all’analisi ed alle conoscenze armoniche, alla conoscenza
dell’uso della voce e all’approfondimento delle metodologie didattiche specifiche.
Si precisa che non è possibile frequentare l’Area 2 senza
avere la conoscenza di tutti i punti dell’Area 1.
Si è riunita a Lentini (SR) la Commissione giudicatrice del 1° Concorso di elaborazione corale polifonica di canti popolari “Alberto Favara” denominato “Terra e mare di Sicilia”, indetto ed organizzato
dall’Associazione Regionale Cori Siciliani (ARS CORI), presieduta dal presidente Franco Rapisarda.
La commissione - composta dai Professori: M° Eugenio Arena (Messina), Direttore di Coro, già titolare della Cattedra di Esercitazioni corali al Conservatorio di Messina, Vice Presidente della Federazione Nazionale italiana Associazioni Regionali Corali (FENIARCO); Paolo Emilio Carapezza (Palermo)
Musicologo, Direttore dell’Istituto di Storia della
Musica dell’Università di Palermo, M° Francesco
Martini (Mantova), Compositore e Direttore di coro, già titolare della Cattedra di Lettura della partitura al Conservatorio di Mantova - ha avuto un
compito abbastanza arduo nel giudicare le composizioni pervenute sia per la quantità (ben cinquanta composizioni presentate da quarantatrè Autori)
che per la qualità delle stesse.
Il primo premio di £. 2.500.000 è andato alla com-
posizione “Li fra’ diavoli”di Giorgio Pressato (Padova).
Il secondo premio di £. 1.500.000 è stato assegnato
ex aequo alle composizioni: “Catania” di Guido Podestà (Roma), “A la Pitìnisa” di Piero Hertel (Vittuone - Milano), “Liggenna d’u friscalettu” di Angelo Mazza (Malgrate-Lecco).
Il terzo premio di £. 1.000.000 è stato assegnato ex
aequo alle composizioni: “Catania” di Carlo Deflorian (Tesero-Trento) e “Liggenna d’u’ friscalettu” di
Giuseppe Cappotto (CUNEO).
Sono stati inoltre assegnati due “premi speciali” ad
altrettante composizioni di Giuseppe Mignemi
(Fiumefreddo - Catania) e Luigi Andreatta (Trento).
A conferma dell’alto livello del Concorso la Giuria
ha inoltre ritenuto di segnalare quattro composizioni: una di Pasquale Amico (Maresso di Missaglia
-Lecco), una di Eriberto Paulmichi (Bolzano), una di
Guido Podestà (Roma), ed una di Mauro Zuccante
(Costalunga Brognoligo - Verona).
notizie dalle regioni
ARS "CORI SICILIA"
Via Mons. La Rosa, 1 - 96016 LENTINI (SR)
Presidente: Franco Rapisarda
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rubriche
26
DISCOGRAFIA
d i A l v a r o Va t r i
“Per i passati 47 anni il Festival
Corale ha annunciato l’inizio
dell’estate a Cork. Il primo
weekend di maggio può significare solo due cose per la
gente del posto: musica corale
e ciliegi in fiore nel South
Mall”.
Questa immagine di fiori e
musica è il suggestivo biglietto
da visita con cui il Festival Corale Internazionale di Cork, in Irlanda, presenta la
sua discografia che esamineremo nella nostra rubrica. Ci sembra doveroso focalizzare l’attenzione
su questa manifestazione perché quest’anno è rimasta vittima dell’epidemia di afta epizootica che
ha colpito le isole britanniche. Si sarebbe dovuto
tenere, infatti, dal 3 al 6 maggio, ma è stato annullato per l’epidemia che ha costretto a decretare
una sorta di quarantena per la cittadina. I danni sono enormi: solo in termini economici (hotel, ristoranti, locali) si calcola una perdita di milioni di sterline. Ma soprattutto sul piano del “movimento corale” in generale è stato un duro colpo. Infatti ha
coinvolto circa 5000 coristi, di cui 800 provenienti
dall’estero Austria, Bielorussia, Belgio, Canada,
Estonia, Germania, Italia, Lituania, Polonia, Svezia
e Yugoslavia, che avevano “investito” il loro lavoro
(a volte pluriennale) nel prepararsi al Concorso. Ma
non sarà certo tempo sprecato e auguriamo a Cork
e alla sua splendida sala
(la City Hall, 1000 posti,
acusticamente tra le migliori di Irlanda) di poter
prestissimo offrire di
nuovo il suo palcoscenico
ai migliori cori del mondo, a gruppi di ballo folk
come pure alle migliaia
di cantori irlandesi di tutte le età che lo frequentano. Fondato nel 1954 per dare impulso allo sviluppo della musica corale in Irlanda, il Festival intende
portare all’attenzione e all’apprezzamento del
pubblico la musica corale contemporanea. A tal fine accanto alla competizione vera e propria viene
organizzato, dal 1962, il Seminario di Musica Corale Contemporanea (con il supporto del Dipartimento di Musica dell’Università di Cork) su iniziativa di Aloys Fleischmann, professore di Musica presso l’Università di Cork dal 1934 al 1980, a cui è intestato il trofeo internazionale. Al centro dei lavori del seminario una composizione nuova che ogni
anno il Festival commissiona a
compositori nazionali e internazionali e che viene eseguita
in prima al Festival da un corolaboratorio. Un ricco ventaglio
di esibizioni fanno poi corona
alla competizione principale,
offrendo in tal modo alla popolazione e ai numerosi visitatori che vi si recano proprio
per il Festival la possibilità di
immergersi totalmente nella realtà della musica
corale.
Il festival ha pubblicato 5 CD antologici delle edizioni dal 1994 al 1998, contenenti in media 20 brani esemplificativi della ricca tipologia di generi,
formazioni, stili con prevalenza di composizioni
contemporanee. Spiace che il valore di tale produzione non vada al di là della “documentazione-ricordo” della manifestazione. Infatti nel CD e nella
copertina vengono riportati solo il titolo, gli autori (senza nessuna indicazione cronologica e di nazionalità), il nome del coro che esegue e quello del
direttore (anche in questo caso senza altra indicazione).
Non c’è libretto o altro strumento a corredo del disco. Una limitazione davvero grave che vanifica
gran parte dell’utilità che tutta la coralità potrebbe trarre sotto questa forma da una manifestazione tanto ricca di stimoli musicali. Nel sito internet
del Festival si ha una riprova della varietà repertoriale offerta: vi si possono trovare elencati, infatti,
tutti gli oltre 100 brani contenuti nelle 5 compilation, ma con le stesse gravi omissioni a cui abbiamo
fatto cenno sopra, e l’elenco delle composizioni
originali commissionate ed utilizzate nei seminari
annessi al festival, anch’esse senza altro dettaglio
che la data di composizione.
Peccato!
L’indirizzo internet è:
www.corkchoral.ie/index.htm
Chi volesse avere informazioni o fare ordinazioni
per posta può scrivere all’indirizzo:
Cork International Choral Festival, P.O. Box 68,
Cork, Ireland. Tel. 021 308308 fax 021 308309
Curiosità, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri
A
CURA DI
BEN
GIORGIO MORANDI
RITROVATI AMICI CANTORI/LETTORI, E PERDONATE LA PRESUNZIONE DELL’AVER VOLUTO “TRA-
DURRE” IL BREVE BRANO PROPOSTO A FIANCO. CIÒ È DOVUTO AL FATTO CHE LA MIA PICCOLA MENTE HA CREDUTO DI COGLIERVI UNA BELLEZZA DI FORMA (LETTERARIO-ESPOSITIVA CHE NON SO CONSERVARE NELLA MIA TRADUZIONE) E SOPRATTUTTO DI CONTENUTO “CORALE” E (ANCOR DI PIÙ) “UMANO” CHE MI HA FATTO DESIDERARE DI PROVARE A COMUNICARVELA PRIMA DELLA CONSUETA RAPSODIA DI NOTIZIE INTERNAZIONALI.
ANCHE QUESTA VOLTA LA FONTE PRINCIPALE DI NOTIZIE INTERNA“INTERNATIONAL CORAL BULLETIN” (VOL. XX, N. 3 - APRIL 2001). CONFERMATA È ANCHE LA DISPONIBILITÀ ([email protected]) A FORNIRE TESTI INTEGRALI DI ARTICOLI CHE VI FOSSERO DI QUALCHE INTERESSE. ED ORA ANDIAMO A COMINCIARE!
MAN MANO IL 2001 AVANZA, IL VECCHIO LASCIA SPAZIO AL NUOVO, E COME IL PENSIERO E LE IDEE
SI EVOLVONO, COSÌ LE INIZIATIVE DA UNA IDEA INIZIALE SI SVILUPPANO E PRENDONO FORMA DEFINITIVA. COSÌ È AVVENUTO ANCHE AL “SYMPOSIUM DI MUSICA CORALE DELL’ASIA E DEL SUD PACIFICO” CHE AVRÀ LUOGO A SINGAPORE DAL 13 AL 17 LUGLIO PROSSIMO. I DETTAGLI SONO OGGETTO
DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA LA FUNZIONE DI APRIRE LA RIVISTA E DI INTRODURRE IL DOSSIER TUTTO DEDICATO ALLA MUSICA CORALE ASIATICA.
ZIONALI È
DOSSIER MUSICA CORALE IN ASIA
erché abbiamo cura dei cantori? Dove risiede
la forza del canto? Forse deriva dal fatto
puro e semplice che nel mondo si canta.
Le note, le scale, le corde vocali, le melodie, le armonie,
gli arrangiamenti, le sinfonie, i ragas, le opere cinesi,
il jazz, il blues: che queste cose possano esistere,
che noi possiamo aver scoperto i magici intervalli
e le distanze che creano un povero insieme di note,
contenibili in un palmo di mano, dal quale possiamo
costruire le nostre cattedrali di suono, è un mistero
alchemico quanto la matematica, il vino o l’amore.
Forse gli uccelli ce l’hanno insegnato. Forse no.
Forse siamo semplicemente delle creature alla ricerca
di esaltazione. Non ne abbiamo molta.
Le nostre vite non sono ciò che meritiamo; esse sono,
siamo d’accordo, dolorosamente deficienti in molti modi.
I canti le trasformano in qualcosa di diverso.
Il canto ci mostra un mondo che merita
di essere desiderato, ci mostra noi stessi come dovremmo
essere, se fossimo meritevoli del mondo.
Cinque misteri costituiscono la chiave dell’invisibile:
l’atto dell’amore, e la nascita di un bambino,
e la contemplazione dell’Arte, e l’essere alla presenza
della morte o del disastro,
e ascoltare la voce umana elevata nel canto.
Queste sono le occasioni che abbiamo quando i catenacci
dell’universo si aprono e ci permettono di vedere
uno sprazzo di ciò che nascondono:
un lampo dell’ineffabile.
La gloria scoppia su di noi in quelle ore:
la gloria oscura dei terremoti, la meraviglia scivolosa
della nuova vita, la radiosità del canto.
Musica, amore, vita, morte…”
Buon spazio è dato alla musica corale delle Filippine con i due articoli:
“Musica Corale nelle Filippine” di Andrea Veneracion, famoso Fondatore e “spirito motore” dell’altrettanto ben conosciuto ed apprezzato anche in Italia “Philippine Madrigal Singers”. Dopo una breve interessante storia della musica corale nella sua terra il Prof. Andrea Veneracion
conclude dicendo: “Io credo fermamente che l’attività corale in tutte le comunità rafforza la fibra spirituale della popolazione (cantori e pubblico), e che con un programma di canto ben sviluppato l’inafferrabile PACE che stiamo cercando
non può essere lontana”.
“Philippine Madrigal Singers: Reaching beyong choral Excellence” (me la caverò suggerendo ai pochi lettori che ne avessero bisogno: “… in cammino oltre l’eccellenza corale”) di Candy Patricia Cauilan (già membro del “Philippine Madrigal
Singer, ora addetta alle relazioni internazionali del Gruppo, vive a Venezia, lavora per l’ASAC Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali del Veneto).
Coadiuvata da Alfred John De Veyra, la Signora Cauilan presenta dettagliatamente il “fenomeno” o la “Scuola” che ruota
attorno a quello che ai più è noto come semplice - pur bravissimo e famosissimo - “Coro dei Madrigalisti Filippini”. Attività educativa (Metodo Montessori), scuola, concorsi, festival, attività di beneficenza , affari, rapporti con il Governo,
scambi, preparazione vocale, opportunità di concerti, visione del futuro: sono alcuni dei numerosi titoli dei paragrafi che
danno, in un unico articolo, una visione complessiva della multivalente grande ed importante Associazione.
L’area cinese è presentata attraverso un primo articolo su “La musica Popolare nella provincia di Guizhou” del Dir. di Coro Sun Yinting; un secondo articolo dal titolo “Musica Corale in Taiwan” di Dirk DuHei; ed un terzo articolo su “Incontro
della Musica corale Taiwanese e Tedesca”. La partecipazione del Coro “Via Nova” di Monaco a un Festival Corale Internazionale a Taiwan crea l’occasione per presentare i rapporti tra un Direttore di coro occidentale ed uno orientale, i
rapporti fra la musica dei due diversi sistemi e fa auspicare al Giornalista Tim Koeritz che nel nostro occidente ci si avvicini sempre più e con maggior entusiasmo alla musica orientale, così da poter al più presto uscire dalla nostra vita corale eurocentrica a sostegno di un vero scambio fra culture diverse.
Il Dossier sulla Musica corale in Asia si conclude con la presentazione della “JCA Associazione Corale Giapponese” nell’articolo “Cori in Giappone” del Vice Presidente IFCM Yozo Sato, pure Presidente Onorario della stessa JCA, e con un testo di Simon Tipping (fra l’altro Direttore di coro e fondatore del Coro Nazionale Giovanile della nuova Zelanda”) “Dietro le quinte: ruolo della gestione e dell’amministrazione del TOWER Coro Giovanile della Nuova Zelanda”: un interessante articolo (quest’ultimo) che mostra l’esperienza di gestione e amministrazione moderna di una grande associazione.
Certamente valida anche per le esperienze corali italiane la conclusione dell’articolo: “Il fattore più importante per il
successo di un Coro sta nella capacità del direttore artistico di ispirare lealtà, impegno e fiducia fra Amministrazione e
Cantori.
Quando un Direttore dimostra queste qualità, si otterrà come risultato un rapporto sano e in simbiosi - gli artisti hanno
bisogno degli amministratori e gli amministratori hanno bisogno degli artisti”.
rubriche
MONDOCORO
P
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CORO MONDIALE DEI GIOVANI
Una dettagliata relazione presenta entusiasticamente il lavoro della sessione invernale del “Coro Mondiale dei Giovani”, dalla preparazione a Namur in Belgio ai dieci giorni trascorsi in Sudafrica, dando cinque concerti Jazz, vivendo una gran quantità di incontri e sperimentando una doppia scoperta sul carro del Coro Mondiale dei Giovani.
La sessione estiva 2001 del Coro Mondiale dei Giovani si realizzerà fra il 19 Luglio ed il 14 Agosto in Venezuela e Florida sotto la direzione di Felipe Izcaray (Venezuela) e di Anton Armstrong (Usa). I commenti sulla nuova esperienza… sul prossimo numero di CHORALiter.
REPERTORIO: SONORITÀ DA SOGNO - SONORITA’ SPAZIALI
Werner Pfaff, direttore di “Studio Vocale Karlsruhe”, professionista di livello internazionale come direttore Ospite
di grandi Cori, responsabile di Ateliers e Stages nonché membro di giurie internazionali, presenta quattro opere contemporanee da lui stesso già eseguite con il suo Coro presentandole con il titolo “(T)RAUM-KLANGE”.
Sono opere destinate a un coro da camera a voci miste di buon livello e che mi danno l’occasione di presentare una
proposta di programma per concerto unitario. Queste quattro opere sono legate fra loro in più modi. L’entusiasmo
con cui il pubblico le ha recepite è ragione sufficiente per raccomandare a tutti la ripresa di questo programma:
Anne Boyd (nata nel 1946) “As I crossed a bridge of dreams” (1975) - durata 10’30”, per 3 Cori misti a 4 voci - edizioni Faber music, Londra, 1977, N° 0 571 50529 5
Einojuhani Rautavaara (nato nel 1928) “Kathedralen” (1983) - durata 17’; per coro misto (SAB diviso fino a 8 volte; T
diviso fino a 4 volte - Edizioni Fazer, Helsinki, 1955, Chorus Sarja Series 129.
Stephen Leek (nato nel 1959): “Great Southern Spirits” (1994) per coro misto - durata 24’; Wirinji, Mulga, Kondalilla,
ururu - edizioni Morton Music, PO Box 1652, Toowong QLD 4066, Australia.
Roland Moser (1955): “The Wheel” (1998) - durata: a piacere, la nostra versione da concerto circa 10’ - Un canone con
6 canti opzionali in sei lingue. Edizione: non ancora pubblicato, può essere richiesto direttamente al compositore:
Roland Moser - hegenheimermattweg 6 - CH-4123 Allschwill, Svizzera - Tel. +41.61.481 90 42; Fax. +41.61.482 19 00 E.mail:
[email protected] .
Dopo questa presentazione lo spazio non permette la traduzione del lungo testo che si articola nei seguenti paragrafi: A proposito dell’estetica e dell’idea del programma; I Compositori (4 distinti brevi capitoli); I canti (4 distinte
presentazioni); Grado di difficoltà e consigli pratici (4 indicazioni autonome).
Concludo confermando la disponibilità a fornire la fotocopia dell’articolo (originale in Tedesco; copie in Francese,
Inglese o Spagnolo) a chi ne fosse interessato.
L’ANGOLO DEL MELÓMANE
Presentando un’incisione dell’inglese Orlando Consort ci parla questa volta di Josquin Deprez con una selezione significativa di mottetti che coprono l’insieme della carriera del “principe dei musicisti”. “Sfortunatamente l’interpretazione non porta nulla di nuovo su ciò che già si conosce... anche se l’esecuzione è apprezzabile in fatto di rigore
e precisione, fusione dei timbri e ricerca sonora...”. (Archiv 463 473-2).
Incontriamo poi un’incisione delle 5 Cantate che Bach compose nel primo anno di attività a Lipsia (BWV 25, 59, 64,
69a e 77).
“...I solisti non sono sempre irreprensibili, ma la prestazione dell’insieme conferma il fatto che Masaaki Suzuki (direttore del Bach Collegium del Giappone) è oggi probabilmente il Direttore più avvincente nell’esecuzione del Bach
sacro in compagnia di Harnoncourt e di Herrewege” (BIS 1041).
Le scoperte continuano con un album che celebra con una certa originalità l’anno anniversario di Giuseppe Verdi.
Questa Registrazione, diretta da Riccardo Chailly, infatti, intende farci apprezzare l’opera sacra del compositore italiano, al di là - naturalmente - dei grandi classici che sono il “Requiem” ed i “Quattro Pezzi sacri”. In questo CD troviamo un “Laudate Pueri”, un “Qui Tollis” e due “Tantum ergo” che sono altrettante pagine di giovinezza ancora fortemente marcate dal modello rossiniano, ma anche una “Messa Solenne” del 1835, già più solidamente strutturata,
un “Libera me” scritto nel 1869 in memoria di Rossini (prima di riprenderlo in forma modificata nel “Requiem”) ed
infine, due pezzi che appartengono, invece, all’ultimo periodo creativo di Verdi: una “Ave Maria” ed un “Pater noster”.
L’interpretazione dei solisti, del coro e dell’orchestra di Milano si rivela perfettamente idonea, tanto sa esprimere
tutta la gamma dei sentimenti... pagine finalmente molto seducenti (Decca 467 280-2).
28
La rivista si chiude con sei pagine zeppe delle indicazioni base di oltre 130 “Festivals - Workshops - Competitions”.
(Come già in passato… sempre disponibili in fotocopia per chiunque desiderasse consultarle).
(“Ravanare” verbo dialettale che ben potrebbe sostituire efficacemente l’abusato e scialbo “navigare”).
L’attenzione di “Mondocoro” cade decisamente su un sito che già più volte era … apparso, ma che ora ritiene degno
di particolare esplicita segnalazione. Il prodotto, made in America, si chiama… cliccando su http://cpdl.snaptel.com/,
un sito voluto e gestito da Mr. Raphael Ornes con la collaborazione di persone, molte già attive, altre invitate ad esserlo fin dalla prima riga della presentazione. CPDL è la sigla che lo identifica e che sta per Choral Public Domain Library (velocemente tradotto in Libreria Corale di Pubblico Dominio). Dal sito si possono scaricare gratuitamente più
di 2500 partiture corali di un repertorio molto diversificato. Un comodo motore di ricerca interno permette di trovare rapidamente ciò che si cerca introducendo diversi parametri.
Di ogni brano si trova una versione in formato .pdf (Acrobat Rider), file MIDI, versione Finale o altro impaginatore musicale.
L’archivio che è costituito da moderne edizioni di musica di dominio pubblico ha come “…Scopo primario quello di ottenere tre risultati:
- Rendere disponibile una grande quantità di musica che diversamente non sarebbe né pubblicata né eseguita;
- Rendere disponibile musica di dominio pubblico a costi ridotti o nulli, permettendo così di girare risorse finanziarie all’acquisto di partiture nuove;
- Creare un archivio che sia liberamente revisionabile, permettendo tutti quei cambiamenti che le esigenze di studio
e di esecuzione possono suggerire in ogni momento…
…Su autorizzazione CPDL tutta la musica di questo sito può essere liberamente scaricata, distribuita, riprodotta, eseguita e registrata”.
Non c’è che dire! E’ un sito particolarmente interessante, quindi, per chiunque si occupi di cori e affini.
rubriche
“RAVANANDO NELLA RICCA SOFFITTA MUSICORALE TELEMATICA”
***
NON DIMENTICARE!
9 Dicembre 2001
XI GIORNATA
MONDIALE
DEL CANTO CORALE
Partecipare? Sì! Perché? Per dimostrare
che la musica, arte divina, è più della pura
ricerca di bellezza fondata sulla perfezione
formale e interpretativa, e serve per esaltare i valori della solidarietà, della pace e
della comprensione. La voce di tutti i cori
del mondo, nella stessa giornata, avrà più
forza nel processo per la pace nel mondo.
Per parteciparvi basta organizzare un concerto con il proprio coro, un Festival, un
seminario Corale, una Giornata della Musica e dell’Amicizia o qualsiasi altra iniziativa in cui il cantare insieme è l’elemento
principale.
Nel Programma potrebbe essere inserito
uno dei brani scritti per l’occasione e potrebbe essere introdotto con la lettura del
messaggio scritto per l’occasione.
Per dettagli:
Giorgio Morandi, [email protected]
oppure: Zenaida Vasquez,
[email protected]
Fax. 0058.212.5646923
Ultima segnalazione:
Federico, Segretario di una delle nostre Associazioni Corali Regionali mi scrive: “…considerazione un po’ amara per ciò che concerne l’uso di internet nel nostro mondo: siamo quasi completamente fuori
dal mondo e con fatica si riesce ad avere notizie a forza di “navigare”: non vedo, cioè, una certa collaborazione tra associazioni e federazione, tanto che non abbiamo una banca dati nazionale per ciò che
concerne: iniziative, concorsi, rassegne, richieste di scambi, informazioni fiscali, enpals, siae e quant’altro possa interessare il mondo corale. A forza di “navigare” ho trovato qualcosa…
…Per tutti questi argomenti non sarebbe opportuno creare un sito di
portata nazionale di più immediata e facile consultazione e che faccia anche da banca dati per mille altre informazioni?
Le sottolineature sono mie. Ho già espresso brevemente in forma privata la mia sintonia completa su queste “esigenze” manifestate da Federico. Ritengo utile riproporre qui “il problema” che secondo me si
potrebbe così sintetizzare: troppi siti, troppi tentativi parziali, nessun
coordinamento, raro collegamento fra gli stessi, poca organizzazione… Ci vuole troppo tempo per trovare ciò che interessa…
Mi chiedo: oltre a me e Federico… il mondo corale Italiano in generale sente questa esigenza?
E’ possibile dare una risposta organica?
Se la risposta fosse “sì” necessiterebbero ovviamente “risorse” che
vanno ben oltre la disponibilità “volontaria” di una/due/tre persone.
Si possono trovare queste risorse?
Corro, corro con la mente… Qualcuno… la Fed (e non è la Federal Reserve!) forse sta già pensando anche a questo? O la vogliamo spingere a pensarci? O, forse, non tocca a lei?
Questa segnalazione ha il solo scopo di sollecitare indicazioni e - perché no? - offerte di disponibilità a lavorare in questa direzione. Grazie per l’attenzione e per ogni parola che vorrete inviare sull’argomento ([email protected] ).
… a presto!
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rubriche
37° CONCORSO NAZIONALE CORALE
TROFEI «CITTÀ DI VITTORIO VENETO»
Vi t t o r i o Ve n e t o , 2 5 e 2 6 m a g g i o 2 0 0 2
Art. 1 - Il 37° Concorso nazionale di canto corale per l’assegnazione dei Trofei «Città di
Vittorio Veneto» avrà luogo a Vittorio Veneto nei giorni 25 e 26 maggio 2002.
PARTECIPAZIONE
Art. 2 - Il concorso è riservato a complessi corali amatoriali. Tale qualifica non riguarda i
direttori né gli eventuali strumentisti richiesti dal programma.
Il concorso si articola in tre categorie:
Categoria A
Cori con repertorio polifonico
Categoria B
Cori con repertorio popolare
Categoria C
Cori di bambini
(di ambo i sessi nati dopo il 31. 12.1986)
Ciascuna categoria si articola in due sezioni:
Sezione 1 - esecuzione in concorso (con
graduatoria e premi)
Sezione 2 - audizione fuori concorso (con
suggerimenti tecnico-artistici da parte della
commissione giudicatrice e facoltà di accesso
alla sezione 1).
Art. 3 - Il numero degli esecutori di ciascun
complesso corale, escluso il direttore, deve
essere non inferiore a 12 e non superiore a
40, pena l’esclusione. La rispondenza ai limiti stabiliti sarà verificata prima dell’inizio dell’esecuzione.
Art. 4 - Ciascun complesso corale potrà iscriversi anche a più di una categoria purché siano rispettate le modalità previste per ciascuna di esse.
30
ISCRIZIONE E DOCUMENTI
Art. 5 - Le domande di iscrizione dovranno
essere indirizzate alla segreteria del «37°
Concorso Nazionale Corale» – Comune di
Vittorio Veneto – Piazza del Popolo 14 –
31029 Vittorio Veneto (TV), e pervenire entro le ore 12.00 del 12 marzo 2002.
L’iscrizione al concorso comporta il versamento della tassa di L. 100.000 (non rimborsabile) a mezzo vaglia postale (indicando la
causale) o assegno circolare intestato a: Comune di Vittorio Veneto.
È richiesta la seguente documentazione:
a) domanda di iscrizione (il modulo può essere richiesto alla segreteria del concorso);
b) breve curriculum del coro e del direttore
con particolare riferimento agli ultimi cinque anni;
c) (solo per la cat. C) elenco nominativo dei
componenti il coro e rispettiva data di nascita; tale documento dovrà essere sottoscritto, sotto la propria personale responsabilità, dal presidente o dal segretario
oppure dal direttore del coro. I cantori dovranno presentarsi al concorso muniti di
un documento di riconoscimento;
d) (solo per la cat. B) attestazione che un brano di libera scelta presentato dal coro è
stato composto o elaborato non prima del
1997;
e) n. 6 copie delle partiture dei brani, chiaramente leggibili, in formato A4 con indicazione della durata di ciascun brano;
f) registrazione di buona qualità, su nastro
magnetico o CD, di almeno tre brani eseguiti dal coro, di cui almeno uno tra quelli indicati nel programma presentato;
g) ricevuta di versamento di L. 100.000 per
ogni singola iscrizione.
AMMISSIONE
Art. 6 - La commissione artistica ammetterà i
cori alle competizioni in base ai seguenti
punti:
a) valutazione del programma;
b) ascolto della documentazione sonora;
c) esame del curriculum del coro e del direttore.
La documentazione inviata verrà acquisita
dall’archivio della segreteria del concorso.
CALENDARIO DELLE PROVE
Art. 7 - Date e sedi delle prove, nonché l’orario e l’ordine di esecuzione dei brani scelti
dalla commissione artistica, saranno comunicati per lettera entro il 10 aprile 2002. Qualora un coro non fosse presente all’orario
previsto dall’ordine di esecuzione potrà eseguire la prova entro un’ora dalla prima chiamata, purché i motivi del ritardo siano ritenuti validi dall’ente organizzatore.
PROGRAMMI CATEGORIA A
(repertorio polifonico)
Art. 8 - I cori iscritti alla categoria A (sezioni
1 e 2) dovranno presentare un programma
della durata di almeno 20 minuti comprendente brani di stile ed epoca diversi. Non sono ammessi accompagnamenti strumentali,
ad eccezione di un solo strumento qualora
sia previsto dall’autore; l’organizzazione
metterà a disposizione il pianoforte. La commissione artistica sceglierà i brani da eseguire per una durata complessiva di circa 15 minuti (pause comprese); il programma di esecuzione verrà comunicato ai cori ammessi
entro il 10 aprile 2002.
Sezione 1 (esecuzione in concorso)
Il coro che risulterà vincitore del primo premio nella categoria A - sezione 1 potrà concorrere all’assegnazione del 10° Gran Premio
«Efrem Casagrande» qualora il programma
presentato comprenda uno dei seguenti brani:
voci miste
- B. BETTINELLI, L’attesa (La Cartellina n. 132)
- B. FURGERI, Per lo soave tempo (La Cartellina n. 131)
- B. PRADAL, Le Mulet se vantant de sa
généalogie (Ed. Fed. Cori del Trentino)
voci maschili
- M. CRESTANI, Lugebat autem Iudam (I Qua-
derni de La Cartellina)
- P. MERKÙ, Nuvoli (Ed. Pizzicato)
- M. ZUCCANTE, Soir (manoscritto)
voci femminili
- O. DIPIAZZA, Ave regina coelorum (La Cartellina n. 130)
- S. FILIPPI, Ave maris stella (manoscritto)
- A. MAZZA, La feuille (La Cartellina n. 122)
Sezione 2 (audizione fuori concorso)
I cori iscritti alla categoria A - sezione 2, al
termine dell’esecuzione, avranno un colloquio con la commissione giudicatrice, la quale fornirà loro osservazioni e suggerimenti di
carattere tecnico-artistico. In tale sede i cori
che lo desidereranno avranno facoltà di decidere la partecipazione alla competizione
prevista per la categoria A - sezione 1, seguendone le relative norme.
PROGRAMMI CATEGORIA B (repertorio
popolare)
Art. 9 - I cori iscritti alla categoria B (sezioni
1 e 2) dovranno presentare un programma
della durata di almeno 20 minuti comprendente un brano composto o elaborato non
prima del 1997. Le elaborazioni devono essere basate su melodie popolari della tradizione orale italiana e/o di etnie di confine. Tra i
brani di libera scelta è ammessa una composizione d’autore. È consentito l’impiego di
voci soliste e di strumenti della tradizione
popolare. Non è invece permesso l’uso di
strumenti elettronici e di basi musicali registrate. La commissione artistica sceglierà i
brani da eseguire per una durata complessiva di circa 15 minuti (pause comprese); il programma di esecuzione verrà comunicato ai
cori ammessi entro il 10 aprile 2002.
Sezione 1 (esecuzione in concorso)
Il coro che risulterà vincitore del primo premio potrà concorrere all’assegnazione del
10° Gran Premio «Efrem Casagrande» qualora il programma presentato comprenda uno
dei seguenti brani:
voci miste
- A. SANNA, Ninnia (Ed. I Cantori della Resurrezione)
- D. ZANETTOVICH, E dove vastu... (Ed. Pizzicato)
- D. STELLA, Celestina (La Cartellina n. 135)
voci maschili
- H. PAULMICHL, S’oscura il ciel (Ed. Fed. Cori
Trentino)
- A. MAZZA, L’avvelenato (La Cartellina n.
128)
- B. ZANOLINI, L’altra sera (La Cartellina n.
130)
voci femminili
- E. CAMOLETTO, Invito alla danza (manoscritto)
- S. DA ROS, Quaranta giorni (manoscritto)
- T. ZARDINI, Quel de Giazza (Ed. Ass. Gruppi
Corali - Verona)
Sezione 2 (audizione fuori concorso)
I cori iscritti alla categoria B - sezione 2, al
termine dell’esecuzione, avranno un colloquio con la commissione giudicatrice, la quale fornirà loro osservazioni e suggerimenti di
carattere tecnico-artistico. In tale sede i cori
che lo desidereranno avranno facoltà di decidere la partecipazione alla competizione
prevista per la categoria B - sezione 1, seguendone le relative norme.
PROGRAMMI CATEGORIA C
(cori di bambini)
Art. 10 - I cori iscritti alla categoria C (sezioni
1 e 2) dovranno presentare un programma libero della durata di almeno 20 minuti comprendente brani originali (non trascrizioni),
anche con accompagnamento di pianoforte
e/o di altri strumenti (sono esclusi strumenti
elettronici e basi musicali registrate); l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. La commissione artistica sceglierà i
brani da eseguire per una durata complessiva di circa 15 minuti (pause comprese); il programma di esecuzione verrà comunicato ai
cori ammessi entro il 10 aprile 2002.
Sezione 1 (esecuzione in concorso)
Il coro che risulterà vincitore del primo premio potrà concorrere all’assegnazione del
10° Gran Premio «Efrem Casagrande».
Sezione 2 (audizione fuori concorso)
I cori iscritti alla categoria C - sezione 2 (fuori concorso) al termine del programma presentato avranno un colloquio con la commissione giudicatrice, la quale fornirà loro osservazioni e suggerimenti di carattere tecnico-artistico. In tale sede i cori che lo desidereranno avranno facoltà di decidere la partecipazione alla competizione prevista per la
categoria C - sezione 1.
COMMISSIONE GIUDICATRICE
Art. 11 - La commissione giudicatrice del concorso sarà nominata dal Sindaco di Vittorio
Veneto su indicazione della commissione artistica. Il giudizio della commissione giudicatrice è insindacabile e inappellabile.
CLASSIFICHE - VALUTAZIONI FINALI (A1,
B1, C1)
Art. 12 - Al termine delle audizioni delle categorie A1, B1 e C1 potranno essere fissati
eventuali riascolti supplementari. La commissione giudicatrice formulerà un giudizio tenendo conto dei seguenti parametri: intonazione, qualità vocale, musicalità e interpretazione. I giudizi, che concorreranno a formare la valutazione globale della commissione
giudicatrice su ciascun coro, verranno successivamente inviati ai direttori dei cori.
La classifica dei cori partecipanti verrà stilata
sulla base del punteggio medio conseguito,
espresso in decimi. I risultati ufficiali saranno
resi noti al termine delle audizioni di ciascuna categoria. Successivamente i direttori potranno avere un colloquio con la commissione giudicatrice per una valutazione più approfondita della prova offerta.
Art. 13 - I vincitori dei Trofei «Città di Vittorio Veneto» nelle categorie A1 e B1 in regola con gli artt. 8 e 9 del presente regolamento e il vincitore dei Trofeo «Città di Vittorio
Veneto» nella categoria C1 parteciperanno
di diritto alla competizione per l’assegnazio-
ne del Gran Premio «Efrem Casagrande». Al
concerto finale di tale manifestazione la
commissione giudicatrice potrà ammettere,
fuori concorso, anche altri cori meritevoli.
RIMBORSI
Art. 14 - Ai primi 10 complessi corali ammessi alle competizioni delle categorie A1, B1 e
C1 provenienti da località distanti più di 200
Km. da Vittorio Veneto, tra cui almeno i primi 3 per la cat. C1, verrà riconosciuto un rimborso spese viaggio di L. 500.000 (Euro 258);
farà fede il timbro di arrivo. La distanza fra
la località di provenienza del gruppo corale
e Vittorio Veneto verrà calcolata per la via
più breve, ad insindacabile giudizio dell’ente
organizzatore. Ai complessi corali verrà riconosciuto un solo rimborso spese viaggio, anche se partecipanti a più categorie.
PREMI
Art. 15 - Ognuna delle categorie A1, B1 e C1
prevede i seguenti premi (al lordo delle ritenute di legge):
- al 1° classificato L. 2.500.000 (Euro 1291)
- al 2° classificato L. 1.200.000 (Euro 620)
- al 3° classificato L. 600.000 (Euro 310)
In caso di assegnazione di premi ex-aequo
l’importo verrà suddiviso. I cori invitati al
concerto finale (domenica 26 maggio, ore
17) avranno diritto a ritirare il premio in denaro solo dopo la loro esibizione. Ai cori secondi e terzi classificati, se ammessi al concerto finale, verrà riconosciuto un ulteriore
rimborso di L. 500.000 (Euro 258). È facoltà
dei cori premiati esibire regolare giustificazione delle spese sostenute per la partecipazione al Concorso (viaggio e/o soggiorno) fino alla concorrenza dell’ammontare del premio; la somma corrispondente al rimborso
non sarà soggetta a ritenuta.
Art. 16 - Al coro primo classificato di ciascuna categoria verrà assegnato il Trofeo «Città
di Vittorio Veneto» e il diploma di classifica;
al direttore del coro una targa offerta dall’A.S.A.C.. Ai cori classificati al 2° e 3° posto
verrà assegnata una targa.
Art. 17 - Al direttore di coro, anche non classificato, che avrà dimostrato particolari doti
interpretative verrà assegnato un premio
(buono acquisto) di L. 500.000 (Euro 258) offerto dal Coro A.N.A. e dalla Sezione A.N.A.
di Vittorio Veneto in memoria del maestro
Efrem Casagrande.
Art. 18 - Al coro veneto iscritto all’Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali –
Veneto (A.S.A.C.) ritenuto migliore dalla
commissione giudicatrice verrà assegnato un
premio (buono acquisto) di L. 500.000 (Euro
258) offerto dall’Associazione stes-sa, purché
abbia ottenuto un punteggio medio superiore a 7/10.
Art. 19 - In ognuna delle categorie A1, B1 e
C1 verrà assegnato un premio di L. 500.000
(Euro 258) al coro trevigiano ritenuto migliore dalla commissione giudicatrice, purché abbia ottenuto un punteggio medio superiore
a 7/10.
Art. 21 - La commissione giudicatrice potrà
assegnare premi speciali ai cori che avranno
presentato programmi di rilevante valore artistico e/o che avranno ottenuto il punteggio
massimo nell’esecuzione di uno dei brani
suggeriti dal regolamento (articoli 8 e 9).
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 22 - I complessi corali rinunciano sin d’ora a qualsiasi compenso per l’eventuale registrazione o per trasmissioni effettuate da Enti radiotelevisivi pubblici o privati.
Art. 23 - L’Ente organizzatore si riserva di apportare eventuali modifiche al presente regolamento o di revocare il Concorso per cause di forza maggiore.
***
10° GRAN PREMIO
«EFREM CASAGRANDE»
Art. I - Il Gran Premio «Efrem Casagrande»,
istituito in memoria del musicista vittoriese
per anni animatore e direttore artistico del
concorso, si svolgerà nell’ambito del concerto dei cori premiati (domenica 26 maggio
2002, ore 17).
Vi parteciperanno di diritto i cori che nelle
competizioni del concorso (art. 2) abbiano
conquistato il Trofeo «Città di Vittorio Veneto» edizione 2002 (per le categorie A1 e B1 i
programmi dovranno essere in regola con
quanto previsto dagli artt. 8 e 9 del regolamento del concorso). Il programma di esecuzione verrà concordato con la commissione
artistica.
Art. II - Potranno partecipare, inoltre, non
più di tre cori che abbiano conseguito il primo premio in concorsi nazionali di canto corale (Vittorio Veneto escluso) effettuati nell’anno solare 2001. L’iscrizione al Gran Premio «Efrem Casagrande» esclude quella alle
altre competizioni del concorso. Le domande
di iscrizione dovranno essere inviate, utilizzando l’apposita scheda (che può essere richiesta alla segreteria del concorso), con le
modalità ed entro i termini stabiliti dagli articoli 3 e 5 del bando di concorso.
Art. III - I cori di cui all’art. II dovranno presentare un programma di tre brani (più due
di riserva) della stessa tipologia vocale con la
quale sono risultati vincitori. Agli stessi verranno riconosciuti i rimborsi (viaggio o viaggio e pasto) secondo le norme stabilite dal
regolamento del concorso. L’ammissione avverrà a insindacabile giudizio della commissione artistica.
Art. IV - Al vincitore verranno assegnati un
originale e pregiato trofeo e un premio di L.
2.500.000 (Euro 1291) offerti dalla
FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali).
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Commissione artistica: Giovanni Acciai,
Stefano Da Ros, Paolo Merkú, Mario Mora,
Dino Stella.
Coordinamento artistico: Stefano Da Ros
Segreteria organizzativa: Ufficio Cultura
del Comune di Vittorio Veneto – Piazza del
Popolo n. 14 – 31029 VITTORIO VENETO (TV)
tel. 0438-569.310 – fax. 0438-53966 – [email protected]
La manifestazione è realizzata con il contributo e la collaborazione della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, della Regione del Veneto, della Provincia di Treviso, della
FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali), dell’A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività Corali), della Sezione A.N.A. e del Coro A.N.A.
di Vittorio Veneto.
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