SILVANO GGM AMATI La pittura di Silvano GGM Amati è energetica, studiata, improvvisa, accelerata, sospesa e contemplativa. La conseguenza, nella visione dei suoi quadri, è una contrazione di spazio e tempo, un accento che si sposta dall’impressione all’effetto in una vertigine di corto circuiti che solo la pittura Informale più accentuata e concettuale riesce a intercettare. Un aumento di vibrazione emotiva e mentale che coinvolge tutto il suo campo individuale, in un movimento volutamente oscillante e libero, che si svolge in un arco tattile dilatato, dove è possibile uno sprint in avanti e il recupero di memorie pregresse, la sospensione contemplativa dell’evento e l’accelerazione delle energie. Le sue opere agiscono per categorie: NATURA, OPACITÀ, PERIFERICO, ODORE. Categorie che rimandano a un’armatura teorica approfondita negli anni, studi di psicanalisi, antropologia, filosofia cognitiva, estetica, semiotica e storia dell’arte pre e post duchampiana alla quale sono intensamente legati la ricerca e il codice poetico dell’artista. Copyright 2014 Silvano GGM Amati. All rights reserved. Works Natura 4 Odore 16 Opacità 26 Periferico 34 Essay About 40 42 Natura Una zona d’immersione, di panismo, d’immedesimazione, in cui l’opera ci accompagna non senza accogliere un groviglio di organismi che si toccano e si confondono, acentrici, resilienti, senza gerarchie prestabilite o differenze di genere, una battaglia contro l’entropia e un’altra visione, più profonda, certamente più ampia e universale. 4-5 Natura #01, 2014 acrilico su tela 92 x 120 cm Natura #02, 2014 acrilico su tela 92 x 120 cm 6-7 Natura #03, 2014 acrilico su tela 40 x 80 cm Natura #04, 2014 acrilico su tela 40 x 80 cm 8-9 Natura #05, 2014 acrilico su tela 30 x 60 cm Natura #06, 2014 acrilico su tela 30 x 50 cm 10 - 11 Natura #07, 2014 acrilico su tela 80 x 100 cm Natura #08, 2014 acrilico su tela 100 x 123 cm 12 - 13 Natura #09, 2014 acrilico su tela 92 x 125 cm Natura #10, 2014 acrilico su tela 92 x 125 cm 14 - 15 Odori Uno scorrere ininterrotto governato dal senso dell’olfatto come se l’opera potesse trasmettere anche in questa dimensione, intrecci di variazioni modulate all’interno di labirinti concettuali e curvature sinuose, essenze volatili, concentriche, ossessivamente decomposte e imbrigliate in una regnatela di bellezza ma anche di vergogna, sempre estatica e intensa. 16 - 17 Odori #01, 2014 acrilico su tela 95 x 123 cm Odori #02, 2014 acrilico su tela 90 x 120 cm 18 - 19 Odori #03, 2014 acrilico su tela 90 x 120 cm Odori #04, 2014 acrilico su tela 90 x 120 cm 20 - 21 Odori #05, 2014 acrilico su tela 70 x 50 cm Odori #06, 2014 acrilico su tela 80 x 40 cm 22 - 23 Odori #05, 2014 acrilico su tela 70 x 50 cm Odori #08, 2014 acrilico su tela 40 x 30 cm 24 - 25 Opacità Si tratta di scorgere le connessioni tra fluido e denso per una materia che cambia e affiora sotto altra forma e per un’opera che non anela a uno stato di trasparenza ma vaga nel fondo, dove si annida e germoglia la vita reale. Le campiture sono magmatici spaesamenti d’intenti e una costante mutazione errante senza pausa, senza comportamento stabile, a temperatura incostante e distonica. 26 - 27 Opacità #01, 2014 acrilico su tela 40 x 80 cm Opacità #02, 2014 acrilico su tela 40 x 50 cm 28 - 29 Opacità #03, 2014 acrilico su tela 95 x 150 cm Opacità #04, 2014 acrilico su tela 107 x 140 cm 30 - 31 Opacità #05, 2014 acrilico su tela 103 x 140 cm Opacità #06, 2014 acrilico su tela 107 x 140 cm 32 - 33 Periferico Stare ai margini, avvicinarsi al limite per indagare gli anfratti in cui l’umano e le sue strutture vagano da un punto a un altro punto, una traccia che si svolge in orizzontale e verticale senza geometrie prestabilite, nomadismo senza geografie, dislocazione clandestina, con narrazioni che si susseguono, soggetto che abita un luogo e ne sposa strutture, architetture, spirito. 34 - 35 Periferico #01, 2014 acrilico su tela 90 x 120 cm Periferico #02, 2014 acrilico su tela 90 x 120 cm 36 - 37 Periferico #03, 2014 acrilico su tela 93 x 125 cm Periferico #02, 2014 acrilico su tela 122 x 165 cm 38 - 39 Essay by Martina Cavallarin Quello di Silvano GGM Amati è un corpo a corpo, una lotta che richiede silenzio da una parte e intenso studio dall’altra, dualità in dialogo che sottintendono il senso della pittura, oggi. Nelle sue tele si stende incredibilmente soltanto una somiglianza tra l’immagine e il rappresentato, essendo questo solo una visione liquida o lavica o olfattiva, comunque percettiva, e ultra retinica che consente di entrare in una dimensione altra dalla realtà, nutrendosene ed esigendola. Silvano GGM Amati non abbisogna di consolazione nei suoi quadri. L’uomo, quando assente, lo è solo dal punto di vista del figurale (nel senso elaborato da Gilles Deleuze), ma si manifestano in modo crudo gli artifici e le sovrastrutture che ha prodotto. Il colore intercede nella narrazione e si addensa, eppure nell’apparente deriva l’atmosfera è calda, la materia stesa con gestualità asimmetrica e non si soffrono mancanze. Il chiaro e lo scuro, i bianchi della superficie grezza o fittamente e maniacalmente coperta che sono prospettive allargate e intercambiabili, ci parlano di un incessante passaggio di umanità, di zone affollate di rumori registrati durante lo scorrere di altri istanti, incrostazioni, impedimenti, squarci e prospettive. Come una deflagrazione sedimentata dolce ma forte, a tratti violenta, silenziosa, si erge un’architettura costituita da toni di nero, marrone, rosso, ruggine, opacità, squarci di energia che si srotolano sulla tela. Silvano GGM Amati è un costruttore contemporaneo di pittura dove questa, per continuare a trovare senso e significato, si avvale della commistione tra tecnica antica e ristrutturata visione del mondo. Lo scopo è dare vita ad ambienti, situazioni interiori, moti introspettivi e spazi capaci di stimolare spiazzanti similitudini rispetto ad un nostro modo di percorrere, vedere, addentare e odorare la realtà. Sollecitando, e al tempo stesso alterando, la percezione visiva e i passaggi mnemonici. Gli artisti contemporanei, quando espressionisti, intervallano tratti violenti a campiture estese e l’immaginario rimbalza tra il grottesco e la suggestione più profonda con una determinazione che è solitamente di proprietà di retaggi esclusivamente privati e indipendenti. 40 - 41 La realtà oggettiva diventa, sotto le loro mani, un corpo o un paesaggio che sono frutto di un sogno psichico tanto lontano da collocarsi in una zona ignota. Sta di fronte all’uomo il pittore e di fronte a se stesso con una necessità priva di qualifiche, ombreggiata da oppressione e perenne perdita di sollievo. Dalle tele è assente ogni elemento inessenziale anche laddove l’artista sembra compiacersi di un qualche orpello retorico che con il trascorrere dello studio e della ricerca va estremizzandosi in alcune zone di confine, volutamente perdute e depurate. Le forme sono tutto e niente e mentre lo sguardo si fa smanioso e impaziente l’esaltazione delle differenze tra i colori forti ci parlano di uno straniamento di confine, laggiù, dove la mente è più forte della verità. L’invadenza dei lavori prodotti, il loro eccesso, trasmettono una storia di pittura altamente concettuale, talmente allusiva e simbolica, dilatata e abnorme, da approntare uno spazio vero dove le presenze scorrono istantanee sotto i nostri occhi. Le immagini con cui ci sovrastano pretendono un’esclusiva che spaventa. E l’ipotesi è che annichiliscano anche il loro portatore, che l’artista rimanga nascosto sotto gli eventi che crea serrato tra il suo personalissimo itinerario lirico e la persuasione del suo sogno. In ogni rappresentazione trapelano le percezioni che accompagnano la vita d’artista e di essere umano consentendogli di recuperare, nel proprio atteggiamento fantastico, il rapporto ripetitivo e costante con il mondo esterno. Il segno sulla tela ripropone la cifra stilistica personale in completa evidenza, sia che si tratti di tracciare il profilo di una casa, di una montagna, di un bambino o di una donna. Freud dice che “gli istinti sono i nostri miti”. Per Silvano GGM Amati vale l’opera, il quadro, in cui l’istinto si esprime detenendo in sé tutte le interrogazioni e l’atto del vivere. Attraverso tale processo effimero l’opera rapporta e trasporta codici e micro-informazioni che moltiplicano funzioni, dimenticanze, dubbi. Si tratta di un lavoro basato su percorsi cosparsi d’incidenti e piccoli indizi che rendono il quadro e la tela con tutte le sue informazioni in esso compressa, un insieme di riferimenti che in modalità orizzontale e verticale attraversano spazi e tempi. Lo strumento principale di tale paradigma artistico si pone così di per sé come una dichiarazione di appartenenza e presenza, una composizione manuale che contiene in coscienza un’impronta classica e antica tradotta nella traiettoria distonica della pittura più indipendente e contemporanea oggi praticata. © Martina Cavallarin About Silvano GGM Amati nasce a San Martino Buonalbergo il 19 dicembre 1955. Vive e lavora all’interno della Tenuta della Musella, Corte del Drago, Verona. La Tenuta Musella è un immenso territorio di 340 ettari, uno dei complessi paesaggistici più belli e unitari della regione veneta. Luogo ricco di boschi, corsi d’acqua, vigneti, oliveti, antiche corti, chiesette, rustici e abitazioni coloniche, strade e sentieri, è una sorta di antico parco naturale completamente recintato in cui vivono incontaminate molte specie animali e piante rare. La Corte del Drago, in cui l’artista risiede da molti anni, risale ai primi del 1400, è debitamente conservata e dotata di tutti i servizi. In questo luogo l’applicazione alle arti diviene disciplina in armonia totale tra anima, corpo, spirito: la connessione tra le scienze abbraccia arte visiva, letteratura, scrittura e invita allo scambio, al dialogo, a lunghi pomeriggi e serate immersi nella riflessione, nell’ascolto e nella condivisione creativa. Da sempre legato alla pittura e alla sua pratica Silvano GGM Amati comincia qui a dipingere in età adolescenziale. Il suo percorso si svolge approfondendo gli studi di psicanalisi, antropologia, filosofia cognitiva, estetica, semiotica e storia dell’arte pre e post duchampiana. Si tratta di una sedimentazione teorica costruita attraverso riflessioni e investigazioni conoscitive che s’incrociano con l’indagine pittorica fino a che, con il sedimentare del tempo e dell’esercizio, Silvano GGM Amati antepone l’opera visiva alla parola scritta e parlata rivelando quindi i suoi dipinti al grande pubblico. 42 - 43