Di cosa si occupa la fisica Umberto Scotti di Uccio Dip. Di Fisica E. Pancini • Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? • Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? • Cos’è la Fisica Classica? • Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo • Spunti di discussione: Spazio e tempo (MC e MR) Il principio di causalità (MR e MQ) Il tempo psichico e il tempo fisico Il tempo tra fisica e filosofia • Dibattito aperto sulla questione didattica: di cosa parlare, e come, nelle classi di Liceo? 20 Aprile 2016 Corso di formazione docenti: La MQ nei Nuovi Licei Ettore Pancini (1915 –1981) Fisico e partigiano italiano. 11 Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? Se vogliamo comprendere la Natura, se vogliamo dominare il mondo fisico che ci circonda, allora dobbiamo usare tutte le idee, e non solo una piccola porzione di esse Paul Karl Feyerabend (1924-1994) 2 Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? Le scienze umane e quelle naturali offrono punti di vista complementari della realtà 3 Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? Scienze naturali Matematica Fisica,… Filosofia Epistemologia,… Scienze umanistiche Linguaggio,… Lo studio della natura Consideriamo lo studio della Natura, di cui si occupano le Scienze naturali, come la Fisica, la Chimica, la Biologia, ecc. Queste discipline non possono fare a meno della Filosofia, e in particolare dell’Epistemologia (e viceversa); ma hanno bisogno anche di un linguaggio, che sia naturale o formalizzato dalla matematica. Faccio notare che le frecce mostrano un segno di doppia implicazione. Per esempio, il materiale di studio dell’epistemologia viene proprio dalle scienze naturali; Copernico, Galileo, Darwin, Einstein hanno dato agli epistemologi gli elementi di cui ragionare. Così anche il linguaggio si arricchisce dei termini introdotti dagli scienziati e la matematica acquisisce nuovi problemi da risolvere. 4 Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? Scienze naturali Ingegneria Fisica,… Filosofia Etica,… Scienze umanistiche Politica,… Il progresso tecnologico Le scienze naturali promuovono il progresso scientifico e tecnologico, ma senza il confronto con l?etica, la Politica, l’Ingegneria, tutto ciò sarebbe inutile o anche dannoso. E d’altronde etica, politica, ingegneria si nutrono del progresso tecnologico. Basti pensare a cosa rappresenta per l’etica la procreazione artificiale, ecc. Per concludere, vorrei sottolineare ancora che questo è il mio modo di intendere lo studio della realtà, ma capita di incontrare persone che non la pensano così. Ho sentito per esempio citare dal filosofo Giovanni Reale (1931-2014) la filosofia come “Scienza del tutto, il contenitore delle altre discipline”, un concetto che non condivido. Nemmeno condivido la tradizione Crociana per la quale l’attività di pensiero debba avere come obbiettivo centrale le scienze umane, tradizione che continua a influenzare la scuola italiana. 5 Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? Dalla scienza non si otterrà mai (…) la morale. La scienza ci mette costantemente in relazione con qualcosa di più grande di noi (…) Questo spettacolo è per noi fonte di gioia, una gioia nella quale ci dimentichiamo di noi stessi, ed è per questo motivo che essa è moralmente sana. Henry Poincaré (1854-1912) ? A proposito della relazione tra Scienza ed Etica: questa dichiarazione di Henry Poincaré è condivisibile nella prima parte, certamente non nella seconda, considerando il ruolo avuto dalla Scienza nei conflitti mondiali e in tutta una serie di vicende drammatiche. Certamente non sarebbero d’accordo i filosofi di scuola hegeliana (come Croce), Heidegger, etc. 6 Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? 7 Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? La fisica descrive le proprietà e le relazioni tra grandezze fisiche Una grandezza fisica è un ente caratterizzato da una definizione operativa Grandezza fisica Misura Numero Esempio: la lunghezza è la grandezza che si misura col metro, ecc. Veniamo ora alla Fisica. In estrema sintesi, la fisica studia la Natura attraverso la caratterizzazione delle grandezze fisiche e delle relazioni che intercorrono tra di esse. Una grandezza fisica è un ente definito in modo operativo. Una definizione operativa è una ricetta che spiega in dettaglio come misurare la grandezza in oggetto e cioè, attraverso l’uso di uno strumento di misura, come associare alla grandezza fisica uno o più numeri. Così ad esempio la definizione di lunghezza è, più o meno, “La lunghezza è quella grandezza fisica che si misura col metro”, e poi seguono le istruzioni su come usare il metro. 88 Galileo Galilei (1564-1642) Ritratto di Galileo Galilei Justus Sustermans (1636) “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro (…), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto” Il Saggiatore, 1623 Da questa impostazione segue che per parlare delle grandezze fisiche si debbano usare i numeri, come per primo capì chiaramente Galileo. Interessante notare che Galileo parli di Filosofia, e non di Fisica, secondo l’uso classico del termine. 9 Cos’è la Fisica classica? Il confine tra “Fisica Classica” e “Fisica Moderna” è molto sfumato La dizione “Fisica Moderna” per indicare gli sviluppi del ‘900 è davvero inappropriata! non esiste un'unica chiara accezione di cosa si debba intendere per teoria classica! Albert Einstein (1879-1955) 10 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo La definizione operativa è un insieme di regole che permettono di associare alla grandezza un valore numerico, la misura Attenzione alle false definizioni! Il tempo assoluto, vero, matematico, in sé e per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, scorre uniformemente, e con altro nome è chiamato durata; quello relativo, apparente e volgare, è una misura (accurata oppure approssimativa) sensibile ed esterna della durata per mezzo del moto, che comunemente viene impiegata al posto del vero tempo: tali sono l’ora, il giorno, il mese, l’anno. Isaac Newton (1642-1727) Portrait by G. Kneller, 1689 11 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo La definizione operativa è un insieme di regole che permettono di associare alla grandezza un valore numerico, la misura Unità di misura, criterio di confronto e di somma S.I. 12 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Marco Vitruvio Pollione (80-70 a.C. – ?) De architectura (27 - 23 a.C.?) Architetto di C. Giulio Cesare • • • • Clessidre Torre dei Venti di Atene Orologi ad acqua Lumi ad olio, ecc. ecc. Torre di Atene (II secolo a.C.): un orologio scientifico • Meridiane • Clessidra ad acqua 13 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Gli orologi meccanici nascono nel medio evo • complessi ma poco precisi • basati sullo scappamento a foliot: il tic-tac è determinato dalla discesa di un peso collegato al meccanismo Orologio di Strasburgo, installato nel 1350 14 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo 1592 : Isocronismo del pendolo (Biografia di Viviani) Galileo Galilei (1564-1642) 15 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Orologio ad acqua “Quanto poi alla misura del tempo, si teneva una gran secchia piena d’acqua, attaccata in alto, la quale per un sottil cannellino, saldatogli nel fondo, versava un sottil filo d’acqua, che s’andava ricevendo con un piccol bicchiero per tutto ‘l tempo che la palla scendeva nel canale e nelle sue parti: le particelle poi dell’acqua, in tal guisa raccolte, s’andavano di volta in volta con esattissima bilancia pesando, dandoci le differenze e proporzioni de i pesi loro le differenze e proporzioni de i tempi; e questo con tal giustezza, che, come ho detto, tali operazioni, molte e molte volte replicate, già mai non differivano d’un notabil momento”. ∆t ~ 0.1 s 16 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Hans Christian Huygens (1629 – 1695) L’orologio a pendolo • Correzione per l’isocronismo • Misura dell’accelerazione di gravità a diverse latitudini 17 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Il mago degli orologi a molla H1: il primo orologio a molla di elevate prestazioni Nel suo secondo viaggio (1772) James Cook utilizza un orologio meccanico progettato da John Harrison per calcolare la longitudine. Harrison vince il “Longitude Prize” John Harrison (1693 – 1776 ) K4: l’orologio di Cook 18 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Il problema della longitudine Oggi: Io SO che quando vado a New York mi sposto di 6 fusi orari QUINDI regolo l’orologio Ieri: Io MI ACCORGO che il mio orologio anticipa di 6 ore (guardo a che ora sorge il sole) QUINDI capisco che mi sono mosso di 6 fusi orari 19 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo 1928 anni '60 1971 J. W. Horton e W. A. Morrison - Primo orologio al quarzo primi orologi portatili al quarzo primo orologio da polso con display digitale (a LED) Il “pendolo” è un cristallo di quarzo (SiO2), che vibra con un periodo uniforme Il primo orologio al quarzo 20 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo 21 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo 1949 1953 1967 Primo orologio atomico sperimentale (National Bureau of Standards, USA) Primo orologio al cesio (Louis Essen, National Physical Laboratory, GB) Definizione del secondo sulla base del tempo atomico Il “pendolo” è un atomo di Cesio, nel quale un elettrone vibra con un periodo uniforme 1953 Nature, 2008 22 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Riverbero di un’antenna Emissione stimolata 23 Errore in secondi per giorno DATA 24 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Il limite quantistico E = h ν → to = ∆E ∆t ≥ η h E ∆t = vita media dello stato eccitato Le definizioni operative dipendono dalle proprietà quantistiche della materia! 25 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Misurare brevi intervalli di tempo Foto a esposizione rapida ∆t ~ 0.01 s Eadweard Muybridge (1830 – 1904) 1878 26 er l as o ls pu ns Im ~ 20 ∆t Fotografia veloce oggi Fotocamera CCD veloce Esposizione ~ 2 ns bersaglio plasma Ablazione laser ostacolo 27 Il tempo più breve mai misurato Tevatron - Fermilab (Chicago ) E ~ 1.8 TeV Il quark TOP muore molto in fretta… ∆t ~ 10-24 s 28 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo L’orologio di Einstein ∆t = 2 ∆x c Le proprietà dello spazio-tempo dipendono da questa definizione operativa! c = cost contrazione delle lunghezze - dilatazione dei tempi Albert Einstein (1879-1955) 29 29 Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Misure di intervalli di tempo molto brevi: l’autocorrelazione Rivelatore non lineare: si ha un segnale intenso solo se i due impulsi si sovrappongono Come nell’orologio di Einstein, si riduce una misura di tempo a una misura di lunghezza 30 30 Spunti di discussione: spazio e tempo sono dimensioni “equivalenti”? Si possono scambiare gli assi x, y ; non si possono scambiare gli assi x, t Posso sempre cambiare verso all’asse x, ma nelle relazioni causali non posso cambiare verso all’asse t Esistono le leggi di conservazione nel tempo, non nello spazio! Albert Einstein (1879-1955) 31 31 Spunti di discussione: il principio di causalità O’ O può causare Ordine temporale non può causare 32 32 Spunti di discussione: il principio di causalità Forza di Coulomb x Azione e reazione Chi è la causa, chi l’effetto? t Scambio di un fotone virtuale che va… più veloce della luce! 33 Spunti di discussione: il tempo psichico e il tempo fisico t 34 Spunti di discussione: il tempo psichico e il tempo fisico Tra un anno e l’altro ho contato tante tacchette del mio orologio. Un anno è lunghissimo! Tra un anno e l’altro ho contato poche tacchette del mio orologio. Un anno è così breve! 35 Riassunto del primo incontro • Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? • Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? • Cos’è la Fisica Classica? • Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo • Spunti di discussione: Spazio e tempo (MC e MR) Il principio di causalità (MR e MQ) Il tempo psichico e il tempo fisico Il tempo tra fisica e filosofia • Dibattito aperto sulla questione didattica: di cosa parlare, e come, nelle classi di Liceo? 20 Aprile 2016 Corso di formazione docenti: La MQ nei Nuovi Licei Ettore Pancini (1915 –1981) Fisico e partigiano italiano. 36 36 Le domande aperte •Gli esperti di didattica per gli studenti di Liceo sono i Prof. Di Liceo. Che contributo ci si può aspettare dall’Università e, più in generale, dai corsi di formazione? •Il problema concreto della didattica è cosa insegnare o come insegnare? Nei corsi di formazione è più utile parlare di questioni tecniche o di metodologie didattiche? •In questi incontri dobbiamo affrontare il problema di come insegnare la MQ. Che risposte ci ha dato il primo incontro? •Le definizioni operative sono astratte e insoddisfacenti. O no? 37 Le risposte del primo incontro interdisciplinarietà • Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? Semplicità e tagli netti • Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? • Cos’è la Fisica Classica? Addio alla Fisica Classica • Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo Parlare di MQ attraverso le applicazioni tecnologiche 38 Riassunto del primo incontro • Che relazioni ci sono tra la Fisica e le altre discipline scientifiche e umanistiche? • Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? • Cos’è la Fisica Classica? • Un esempio di definizione operativa: intervalli di tempo • Spunti di discussione: Spazio e tempo (MC e MR) Il principio di causalità (MR e MQ) Il tempo psichico e il tempo fisico Il tempo tra fisica e filosofia • Dibattito aperto sulla questione didattica: di cosa parlare, e come, nelle classi di Liceo? 20 Aprile 2016 Corso di formazione docenti: La MQ nei Nuovi Licei Ettore Pancini (1915 –1981) Fisico e partigiano italiano. 39 39 Spunti di discussione: il tempo tra fisica e filosofia La definizione operativa è un insieme di regole che permettono di associare alla grandezza un valore numerico, la misura Non tutto ciò che esiste è una grandezza fisica! La filosofia, come la poesia, ha il compito di aprire nuovi orizzonti. Noi abitiamo sull'isola della descrittibilità logica e lì siamo sulla terraferma, abbiamo i piedi ben saldi, perché rispettiamo le regole del linguaggio, per dirla con Wittgenstein. Tuttavia, quest'isola è attorniata da un oceano immenso, liquido, instabile. E' l'oceano delle grandi questioni etiche, mistiche e religiose, in cui le regole del linguaggio non servono più Martin Heidegger (1889-1976) 40 Spunti di discussione: il tempo tra fisica e filosofia Una grandezza fisica è un ente caratterizzato da una definizione operativa …ma le definizioni operative sono soddisfacenti? Esempio: la definizione di Tempo Henry Bergson (1859-1941) Agostino da Ippona (354-430 d.C.) Pinturicchio Queste definizioni a volte possono sembrare un po’ insoddisfacenti. Per esempio, consideriamo la definizione di tempo in filosofia. 41 41 Spunti di discussione: il tempo tra fisica e filosofia Una grandezza fisica è un ente caratterizzato da una definizione operativa …ma le definizioni operative sono soddisfacenti? Esempio: la definizione di Tempo Che cos’è dunque il tempo? Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so. (…) Di quei due tempi, passato e futuro, che senso ha dire che esistono, se il passato non è più e il futuro non è ancora? E in quanto al presente, se fosse sempre presente e non si trasformasse nel passato, non sarebbe tempo, ma eternità. (…) Il tempo non mi pare dunque altro che una estensione, e sarebbe strano che non fosse estensione dell'animo stesso. Agostino da Ippona (354-430 d.C.) Pinturicchio Per Agostino d’Ippona, il tempo è un’estensione dell’anima. A me questo punto di vista sembra molto moderno e profondo, ma non ha a che vedere con la Fisica. 42 42 Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? Una grandezza fisica è un ente caratterizzato da una definizione operativa …ma le definizioni operative sono soddisfacenti? Esempio: la definizione di Tempo Il tempo è quella cosa che si misura con l’orologio! Albert Einstein (1879-1955) La definizione fisica è disarmante. Il tempo è la grandezza fisica che si misura con l’orologio! Einstein scrive a esempio in una nota dell’articolo originale sulla Relatività Ristretta: “Tempo” qui significa (…) “posizione delle lancette dell’orologio”. Nel corpo del testo precisa poi che questa è una definizione di tempo “locale”. Per confrontare le misure in posizioni diverse è necessario definire un orologio che funzioni in base alla propagazione della luce, e precisamente permetta di definire il tempo contando quante volte un impulso luminoso viene riflesso tra due specchi. La definizione operativa insomma non dice nulla dell’ontologia del tempo, ma ci dice come si misura, e tanto basta: su questa definizione Einstein costruì la Relatività ristretta. Un commento. Molti filosofi si sono occupati della natura ontologica, o sostrato, delle cose. La Fisica si dichiara apertamente disinteressata alla questione e i fisici, mediamente, lo sono altrettanto. Così, ad esempio, a un fisico risulta difficile capire il programma di Heideger (“riportare l’essere al centro della ricerca filosofica”), mentre risulta più facile seguire Russell (che si sforza di ridurre ogni ragionamento a una concatenazione di proposizioni, analizzando con attenzione che i termini contenuti siano definiti in modo operativo), o Fine (che propone di rinunciare alla pretesa di descrivere la natura delle cose, fermando l’attenzione sulle proprietà osservate.) 43 43 Spunti di discussione: il tempo tra fisica e filosofia Una grandezza fisica è un ente caratterizzato da una definizione operativa …ma le definizioni operative sono soddisfacenti? Esempio: la definizione di Tempo Henry Bergson (1859-1941) «del fenomeno di decorso noi sappiamo che è una continuità di mutamenti incessanti la quale forma un’unità indivisibile, non divisibile in tratti che possano stare a sé, e non separabile in fasi che possano stare a sé, in punti della continuità. Le porzioni che noi rileviamo per astrazione possono essere solo entro il tutto del decorso e così pure le fasi, i punti della continuità del decorso» (Durata e simultaneità, 1922) Bergson tentò di definire il tempo costruendo un ponte con la Fisica. La sua definizione è complicata al punto che forse l’ha capita solo lui, e forse nemmeno lui. 44 44 Spunti di discussione: il tempo tra fisica e filosofia Le definizioni operative non dicono nulla sull’ontologia delle grandezze fisiche. Inutile mettersi a ragionare con un fisico sulla natura del tempo! Henry Bergson (1859-1941) Albert Einstein (1879-1955) In Fisica parlare difficile significa non avere le idee chiare, e quando non si hanno le idee chiare si fanno un sacco di sbagli. 45 Spunti di discussione: il tempo tra fisica e filosofia Tempo ≠ Misura di un intervallo di tempo Il linguaggio delle Scienze Naturali è univoco e rigido. Tempo, energia, entropia, forza, attrazione, magnetismo… non hanno lo stesso significato in Fisica e nel linguaggio delle Scienze Umane. Attenzione! Henry Bergson (1859-1941) Albert Einstein (1879-1955) L’errore di Bergson, stringendo all’osso, è stato a mio modo di vedere quello di incorrere in un equivoco. Il Tempo cui Bergson pensava non ha nulla a che fare con le misure degli Intervalli di tempo, cui pensava Einstein. Qui è importante allora sottolineare che le Scienze naturali, per evitare gli equivoci, usino un linguaggio univoco e rigido, a differenza dei linguaggi naturali che sono equivoci e flessibili. Attenzione! Tanti termini che usiamo liberamente nella lingua corrente assumono in Fisica significati molto specifici e non dobbiamo commettere l’errore di assegnare ai termini della fisica gli attributi dei termini equivoci della lingua corrente. 46 Spunti di discussione: la rigidità delle definizioni operative Il ragionamento quantitativo Imparare in quali questioni è importante dare i numeri! Esempio: uno strumento contro il massimalismo BANANA! 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L’astrofisica, la MQ, ecc. ci mettono di fronte a limiti invalicabili. Cosa c’era prima del Big Bang? Che traiettoria segue un elettrone? 50 Di cosa si occupa la fisica Umberto Scotti di Uccio Dip. Di Fisica E. Pancini • Le metafore • Spunti di discussione: Come introdurre (tra mille dubbi) la MQ nei corsi di Fisica 27 Aprile 2016 Corso di formazione docenti: La MQ nei Nuovi Licei Ettore Pancini (1915 –1981) Fisico e partigiano italiano. 51 51 Le metafore René Magritte (1896-1967) Testa tra le nuvole Parliamo ora di metafore. La metafora è la figura retorica in cui si usano vocaboli in senso figurativo, come quando diciamo che uno ha la testa tra le nuvole per indicare che è distratto. Ma qui voglio parlare delle metafore in Fisica. 52 Le metafore Prendiamo un fotone e lo spediamo su un atomo… Ecco un esempio. “Prendiamo un fotone e lo spediamo su un atomo” è una metafora. In nessun caso saranno le nostre mani a piazzare un atomo qua e un fotone là; tra noi e loro c’è il “mondo di mezzo” dell’apparato sperimentale. Tipicamente si tratta di macchine complesse che hanno molte manopole di controllo e tanti display per mostrarci numeri e grafici, mappe e filmati. 53 Un esperimento in cui “prendiamo un fotone e lo spediamo su un atomo” Una macchina prepara Una macchina guarda Una macchina riporta In realtà noi prepariamo le particelle con una macchina, le interroghiamo con un’altra macchina e loro ci rispondono con un’altra macchina ancora. Stringendo il discorso all’osso, noi mettiamo dei numeri nelle prime macchine (per fissare la posizione delle manopole) e dalla terza macchina tiriamo fuori altri numeri (che leggiamo sui display). Tutto il resto fa parte della sovrastruttura logica, della narrazione che faremo per raccontare l’esperimento. 54 Le metafore CAPIRE cosa vuol dire “Un atomo assorbe un fotone”… usando le metafore Tuttavia, la narrazione è fondamentale per capire. Credo che per noi “capire” un esperimento significhi, più o meno, ricondurlo a una situazione che ci è familiare. Per esempio, potremmo descrivere l’interazione tra un fotone e un atomo dicendo che “un fotone urta un atomo e ne viene assorbito”, e queste parole ci sono familiari perché ci riportano alla mente cosa accade se un proiettile si conficca in un bersaglio, come accade nelle prove di balistica quando si spara sui sacchetti di sabbia. Diciamo così e ci sembra di aver capito, anche se un atomo non è un sacchetto di sabbia, e insomma diciamo di aver capito anche se stiamo usando i termini propri del mondo macroscopico (“macro”) per parlare del mondo microscopico (“micro”). Stiamo parlando per metafore. 55 Le metafore CAPIRE cosa vuol dire “Un atomo assorbe un fotone”… 8 x 6 = 48 8 + 6 = 14 per un fisico “duro e puro” Display 1: “14” Display 2: “48” Manopola 1: “8” Manopola 2: “6” Per un fisico però “capire” significa qualcosa di più. Un fisico pensa all’esperimento come a un vai e vieni di numeri, e ritiene che “capire l’esperimento” significhi essere in grado di stabilire relazioni matematiche tra questi numeri. “Se io metto la prima manopola su 6 e la seconda su 8, il primo display dà 48 e il secondo 14, e ho capito perché”. 56 Le metafore Ok… “Capire” significa avere una teoria che contenga relazioni matematiche. Ma come si riconosce una buona teoria? In Fisica, una teoria è un insieme di equazioni che legano tra loro le grandezze fisiche. Ma come si fa a riconoscere una buona teoria? 57 Le metafore Che problema c’è? Basta che funzioni! Galilei disse: “Provando e riprovando”. Intendeva dire che per dimostrare una teoria si deve verificare che funzioni in nuove situazioni sperimentali. Nel costruire nuove teorie, i fisici non si sono fatti scrupoli: se non c’erano ancora le regole matematiche necessarie, le hanno inventate, accontentandosi quando dal punto di vista del rigore astratto c’erano imperfezioni, al grido di “Basta che funzioni!”. Ha fatto così Newton, che ha inventato il calcolo infinitesimale e integrale prima che fosse chiarito il concetto di “numero reale”, e hanno fatto così tanti altri, come Dirac, Feynman, ecc. 58 Le metafore Mettiamo a confronto i due modi di “capire” con un esperimento fatto in casa come Fisico “duro e puro” h= 1 2 gt 2 t= 2h g h=1m perché Fisico “metaforico” La matita cade perché la Terra attira i corpi con la forza di gravità. t ≈ 0.4 s La forza di gravità è un’azione a distanza” Pensiamo a un piccolo esperimento domestico. Prendiamo una matita e la solleviamo sopra la testa, diciamo a un’altezza di un metro. Poi la lasciamo cadere. Sappiamo tutti quello che accade, ma proviamo a raccontarlo in due modi diversi. Il fisico duro e puro scrive le leggi di Newton, fa due conti e dice: “la matita ci mette circa 6 decimi di secondo ad arrivare a terra”. Ed ha ragione, ci mette 4 decimi di secondo. Però se gli chiediamo altri commenti, se gli chiediamo perché, non dice nemmeno una parola. Che noia! Parlando dello stesso esperimento, il fisico più incline alla metafora potrebbe dire: “questo esperimento dimostra che la Terra attira i corpi con la forza di gravità”. In effetti perfino Newton è stato metaforico, questa cosa l’ha detta lui per primo! E tutti furono contenti, perché l’idea che ogni matita sia tirata giù da una forza fa pensare a un qualunque oggetto tirato da una fune, è un’idea semplice. Riassumendo, il fisico duro e puro è di una noia mortale, il metaforico è più simpatico, fa analogie, presenta idee generali, anzi a volte le chiama universali. 59 Le metafore Bertrand Russell e il suo allievo Ludwig Wittgenstein svilupparono la logica formale e la teoria del linguaggio, che in qualche modo permettono il ricorso alle metafore. Il linguaggio è composto di proposizioni, cui può essere attribuito lo stato di “vero”, “falso” o “indecidibile”. Le proposizioni si combinano con le regole dell’algebra Booleana… Superficialmente, direi che la scienza è quel che sappiamo e la filosofia è quel che non sappiamo Bertrand Russell (1872-1970) Le metafore ci servono per capire. Alcune scuole di pensiero sono tolleranti, come è il caso di Russelle e di Wittgenstein, insieme a Carnap fondatori della Logica astratta. Nella Logica astratta, o proposizionale, le proposizioni sono affermazioni cui si può dare valore di vero o falso e su di esse si costruisce il linguaggio con l’algebra booleana. Le proposizioni, comunque, contengono elementi il cui significato è percepito in modo soggettivo e possono pur sempre essere metafore. 60 Le metafore Il Circolo di Vienna accoglie il pensiero neopositivista. Nei riguardi della scienza, il neopositivismo ha una posizione “dura e pura”. Addio alle metafore! Rudolf Carnap (1891-1970) La logica è l’ingrediente fondamentale della filosofia; eliminandola, resta solo una confusione di pseudo-problemi non scientifici Altre scuole di pensiero, come quella di Vienna, invece rinunciano del tutto alle metafore. 61 NOA: Natural Ontological Attitude. Concetto introdotto da Fine, secondo il quale sia il Realismo che l’anti-Realismo condividono l’idea che la realtà in qualche modo esista prima che noi la osserviamo. Questa posizione sarebbe dunque universale e “naturale”. https://en.wikipedia.org/wiki/Natural_Ontological_Attitude ESR: Epistemic Structural Realism. Concetto introdotto da Worrall, secondo il quale non dobbiamo curarci della realtà degli oggetti descritti dalla teoria, ma dobbiamo unicamente preoccuparci della solidità matematica e strutturale della teoria, che in qualche modo “sono” realtà. http://plato.stanford.edu/entries/structural-realism/ OSR: Ontic Structural Realism. Si sostiene che le cose in quanto tali sfuggano ai nostri sensi, e la loro natura ontologica è indeterminata o inesistente, mentre sono sensibili e reali le relazioni tra le cose. 62 Le metafore Il problema delle metafore: le interpretazioni cambiano! Ma per i “duri e puri” è tutto OK. La matita ci mette sempre 0.4 s a cadere a terra! La matita cade perché la Terra incurva lo spazio-tempo La matita cade perché tutti i corpi si attirano a causa della Gravitazione Universale Isaac Newton (1642-1727) Portrait by G. Kneller, 1689 Carnap non aveva tutti i torti! Purtroppo, le metafore vanno sistematicamente incontro a grossi guai, perché ogni descrizione dice delle cose ma ne confonde delle altre, è incompleta e in certi casi proprio insoddisfacente e prima o poi viene abbandonata. Anche la metafora della fune (che Newton chiamava azione a distanza) è stata sostituita da quella della geometria dello spazio-tempo, proposta da Einstein e Minkowsky. 63 Le metafore Principio di corrispondenza La matita di Newton e la matita di Einstein impiegano lo stesso tempo a toccare terra! Onde G 0.6s Un punto importante di questa storia è questo. Le metafore, cioè le descrizioni di un esperimento, possono cambiare, ma i risultati sperimentali no. Questa osservazione è così importante da costituire un principio fondamentale in Fisica, enunciato per la prima volta in forma esplicita da Bohr e ripreso in contesto diverso da Einstein. Il Principio di Corrispondenza dice: a volte dobbiamo costruire una nuova teoria per spiegare nuovi esperimenti. Ma quando la nuova teoria parla dei vecchi esperimenti, deve dare gli stessi valori numerici di quella vecchia. La matita di Newton e quella di Einstein ci mettono lo stesso tempo a toccare terra! Nota. Registro l’opposizione di Fayerabend a questo punto di vista. Fayerabend sostiene che non si parte dai fatti per costruire la teoria, ma si parte dalla teoria e poi si cercano i fatti che la teoria spiega. La conseguenza di questa posizione è ovviamente disastrosa: ogni teoria è buona, basta che funzioni una volta! Questa attitudine però fa parte, secondo me, della cattiva fisica. Il Principio di corrispondenza confura la meta-induzione pessimistica, secondo cui non si può fare affidamento sulla Scienza perché, si sostiene, le nuove scoperte cambiano continuamente la conoscenza del mondo e dunque nessun risultato parziale è affidabile. Non è così. Sosteneva qualcosa del genere anche Benedetto Croce. Secondo Croce, i concetti empirici sono pseudoconcetti, sono utili e concreti, ma privi di universalità, perché riferiti a una realtà sempre mutevole. Probabilmente Croce non ha letto Einstein e ha sottovalutato Galileo. L’anarchia epistemologica di Paul Fayerabend spinge alle estreme conseguenze il relativismo culturale. Fayerabend nega che le Scienze abbiano valore maggiore di qualunque altra forma di pensiero organizzato, come ad esempio il Mito. La base di questa negazione sarebbe la presunta inaffidabilità di ogni teoria, che in sintesi estrema soffrirebbe sempre del problema “oggi vale, domani cadrà”, oppure “in questo ambito vale, perché ha circoscritto artificialmente il proprio ambito, ma 64 Le metafore Un esperimento che non possiamo fare in casa sorgente rivelatore elettrone Un elettrone è emesso da una sorgente ed è raccolto da un rivelatore. Quando arriva, il rivelatore fa “click”. Proviamo ora a usare il trucco delle metafore per descrivere un esperimento che non possiamo fare in casa, perché occorre un apparato sperimentale complesso. Prendiamo un elettrone e lo mandiamo contro un rivelatore. Quando l’elettrone lo colpisce, il rivelatore fa click. Questo è un esperimento di Meccanica Quantistica. 65 Le metafore Un esperimento che non possiamo fare in casa sorgente rivelatore elettrone elettrone Werner Karl Heisemberg (1901-1976) Per Heisemberg l’elettrone non segue nessuna traiettoria Per scoprire che strada fa l’elettrone per andare da S a R dobbiamo fare delle misure, ma ogni misura perturba lo stato dell’elettrone e ne modifica la traiettoria. In definitiva, non possiamo sapere nulla sulla traiettoria e per quello che mi riguarda preferisco pensare che la traiettoria non esista, anzi che tra S e R non esista nemmeno l’elettrone! Sui risultati delle misure, cioè sui click, sono tutti d’accordo, ma sulla descrizione proprio no. Per Heisemberg, visto che non possiamo vedere dove passa l’elettrone senza perturbarlo, tanto vale dire che la traiettoria non esiste, o addirittura che l’elettrone stesso non esiste se non all’inizio e alla fine! 66 Le metafore Un esperimento che non possiamo fare in casa sorgente rivelatore elettrone elettrone Per la Scuola di Copenhagen l’elettrone si propaga come un’onda De Broglie ha ragione, la propagazione dell’elettrone è descritta da un’onda, ma quest’onda non è reale! L’onda descrive solo la probabilità che l’elettrone si trovi in qualche posto piuttosto che qualche altro. Niels Bohr (1885-1962) Per Bohr e per la Scuola di Copenhagen invece l’elettrone esiste, ma non possiamo sapere che traiettoria segua. Possiamo però stabilire che probabilità c’è che segua una certa traiettoria e per farlo usiamo la funzione d’onda, che descrive appunto le probabilità 67 Le metafore Un esperimento che non possiamo fare in casa sorgente sorgente ONDA David Bohm (1917-1982) rivelatore rivelatore Per Bohm l’elettrone si muove seguendo un’onda-pilota A mio modo di vedere, l’elettrone è insieme onda e particella. L’onda perturba lo spazio e la particella segue questa perturbazione. Non possiamo parlare di traiettorie perché l’onda non ha una traiettoria, ma è dispersa in tutto lo spazio. Per Bohm e De Broglie, l’elettrone è una cosa complicata fatta da una particella che insegue un’onda, detta onda pilota 68 Le metafore Un esperimento che non possiamo fare in casa sorgente Per Feynman l’elettrone segue tutte le possibili traiettorie rivelatore Richard Feynman (1918 – 1988 ) L’elettrone si muove da S a R seguendo allo stesso tempo tutte le possibili traiettorie, un po’ come fa un fascio di luce che passa per una lente e si ricombina sul piano focale. E infine per Feynman, l’elettrone non segue una sola traiettoria, ma le segue tutte insieme, un po’ come un fascio di raggi luminosi che vanno a fuoco in un punto dopo aver attraversato una lente. 69 Le metafore Per la Scuola di Copenhagen l’elettrone si propaga come un’onda Per Feynman l’elettrone segue tutte le possibili traiettorie Per Heisemberg l’elettrone non segue nessuna traiettoria Per Bohm l’elettrone si muove seguendo un’onda-pilota Chi ha ragione? Le descrizioni sono davvero molto diverse. Chi ha ragione? 70 Le metafore Per la Scuola di Copenhagen l’elettrone si propaga come un’onda Per Feynman l’elettrone segue tutte le possibili traiettorie Per Heisemberg l’elettrone non segue nessuna traiettoria Per Bohm l’elettrone si muove seguendo un’onda-pilota Chi ha ragione? Tutti! Dal punto di vista matematico, le teorie sono equivalenti (con qualche questione aperta su Bohm) Sorpresa, hanno ragione tutti! Il punto è che si può dimostrare che dal punto di vista matematico le diverse metafore portano alle stesse equazioni, salvo una piccola nota di prudenza per il caso di Bohm che è ancora un po’ controverso. 71 Meccanica Classica = Macro, Meccanica Quantistica = Micro. Giusto o sbagliato? Ok, le metafore della Meccanica quantistica sono difficili, ma in fondo riguardano solo le particelle elementari. Per fortuna le cose che abbiamo sott’occhio seguono la Meccanica Classica. Giusto? Ok, le metafore della Meccanica quantistica sono difficili, ma in fondo riguardano solo le particelle elementari. Per fortuna le cose che abbiamo sott’occhio seguono la Meccanica Classica. Giusto? 72 Meccanica Classica = Macro, Meccanica Quantistica = Micro. Giusto o sbagliato? Ok, le metafore della Meccanica quantistica sono difficili, ma in fondo riguardano solo le particelle elementari. Per fortuna le cose che abbiamo sott’occhio seguono la Meccanica Classica. Sbagliato! No, sbagliato! 73 Meccanica Classica = Macro, Meccanica Quantistica = Micro. Giusto o sbagliato? La materia è fatta di atomi e gli atomi seguono le leggi della Meccanica Quantistica. Tutte le proprietà della materia sono quantistiche! Forza elastica Attrito Coesione Adesione Reazioni vincolari Magnetismo Proprietà elettrostatiche Proprietà di trasporto elettrico Proprietà termiche Interazione radiazione-materia (colori…) Legami chimici, reazioni chimiche Transizioni di fase The mighty Ψ L’idea che la Meccanica Quantistica descriva il mondo del Micro e la Meccanica Classica il mondo del macro è completamente sbagliata. La materia è fatta di atomi e gli atomi seguono le leggi della Meccanica Quantistica. Tutte le proprietà della materia sono quantistiche! Qui c’è un piccolo elenco. 74 Meccanica Classica = Macro, Meccanica Quantistica = Micro. Giusto o sbagliato? Il paradosso della freccia In ogni “fotografia”, la freccia ci appare ferma in un certo posto Come fa la freccia a “stare qua” (essere qua) e poi a “non stare qua” (non essere qua)? L’essere è e non può non essere! Zenone di Elea 489-431 a.C. Una freccia appare in movimento ma, in realtà, è immobile. In ogni istante difatti essa occupa solo uno spazio che è pari a quello della sua lunghezza; e poiché il tempo in cui la freccia si muove è fatto di singoli istanti, essa sarà immobile in ognuno di essi. La cosa sorprendente è che serva la Meccanica Quantistica anche per spiegare il moto rettilineo uniforme. Zenone, ragionando in modo classico, non riusciva a spiegarsi come mai una freccia potesse muoversi. In termini moderni potremmo dire: quando facciamo delle fotografie, in ciascuna la freccia appare ferma in un certo posto. Come fa la freccia a “stare qua” (essere qua) e poi a “non stare più qua” (non essere qua)? Hegel capì che il problema è nel principio di non contraddizione. La Meccanica Quantistica conferma: la particella può essere e non essere allo stesso tempo! 75 Meccanica Classica = Macro, Meccanica Quantistica = Micro. Giusto o sbagliato? “La natura, così come oggi siamo in grado di capirla, si comporta in modo tale che risulta fondamentalmente impossibile prevedere esattamente cosa succederà in un dato esperimento. È una cosa orribile”. Richard Feynman, Sei pezzi facili (2000) Due bicchieri non si rompono mai allo stesso modo! Richard Feynman (1918 – 1988 ) Senza entrare nei dettagli, si può affermare che uno dei risultati fondamentali della Meccanica Quantistica è questo: è fondamentalmente impossibile prevedere esattamente cosa succederà in un dato esperimento. E questo non vale solo per il mondo micro: per esempio, due bicchieri non possono mai rompersi esattamente allo stesso modo! 76 Meccanica Classica = Macro, Meccanica Quantistica = Micro. Giusto o sbagliato? Morale Le cose di tutti i giorni, le cose “facili”, non sempre si possono spiegare con le metafore “facili”, perché dipendono dalle proprietà del mondo “micro”. Questo è un fatto un po’ inatteso e deve far riflettere. Per parlare delle cose “facili” ci servono le metafore “difficili” della meccanica quantistica. Ma quanti sono in grado di usarle, senza fare voli di fantasia e senza fare pasticci? Le cose di tutti i giorni, le cose “facili”, non sempre si possono spiegare con le metafore “facili”, perché dipendono dalle proprietà del mondo “micro”. Questo è un fatto un po’ inatteso e deve far riflettere. Per parlare delle cose “facili” ci servono le metafore “difficili” della meccanica quantistica. Ma quanti sono in grado di usarle, senza fare voli di fantasia e senza fare pasticci? 77 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica 78 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Problema Cosa possiamo “riconoscere e connettere” del mondo microscopico? 79 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Problema Cosa possiamo “riconoscere e connettere” del mondo microscopico? Proporre il percorso storico? NO • Nessuna altra parte della Fisica è spiegata su base storica. • Le descrizioni “storiche” sono storie inventate a “uso e consumo” e rendono cattivo servizio sia alla Fisica che alla Storia. • Si è obbligati a parlare di argomenti difficili. • Ciò non vuol dire che non sia importante citare alcuni personaggi e contestualizzare le loro scoperte. 80 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Problema Cosa possiamo “riconoscere e connettere” del mondo microscopico? Proporre il percorso storico? NO Raccontiamo ciò che sappiamo senza farla lunga! • ESISTONO atomi e molecole. • ESISTE il fotone. • ESISTE l’elettrone. • I livelli energetici SONO quantizzati. • ESISTONO i quark e i gluoni… 81 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Problema Cosa possiamo “riconoscere e connettere” del mondo microscopico? Proporre il percorso storico? NO Cercare somiglianze col mondo macroscopico? NI • Il comportamento onda / particella non ha analogo classico. • Alcuni modelli semiclassici però funzionano benissimo. L’importante è dire sempre “…e la MQ conferma questo risultato”. 82 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Problema Cosa possiamo “riconoscere e connettere” del mondo microscopico? Proporre il percorso storico? NO Cercare somiglianze col mondo macroscopico? NI Basarci sulla struttura matematica delle teorie? Troppo difficile. 83 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Parlare di MQ prima di conoscere la Fisica Classica? SI Mappe topografiche Distribuzioni di probabilità determinismo probabilità • Si può parlare di MQ praticamente dalla prima lezione di Fisica. • Visto che la MQ non si può “capire”, ci si può “abituare”! • Deve passare l’idea che esiste UNA SOLA FISICA! • Meglio alleggerire al massimo i programmi e salvare i concetti generali! • Tanta geometria e grafici, poca algebra e analisi! 84 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Parlare di MQ prima di conoscere la Fisica Classica? SI determinismo probabilità • Quasi sempre le misure quantistiche sono medie di “ensamble”: non lancio 100 volte una moneta, ma lancio 100 monete insieme. Queste misure funzionano perché tutti gli elettroni sono uguali tra di loro, ecc. • Si deve parlare subito di simmetrie in Fisica! 85 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Parlare di onde elastiche? SI • La MQ è stata scoperta da Pitagora! 86 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Usare la chimica? SI • I chimici introducono le basi della MQ in modo fenomenologico • In chimica si può interpretare l’orbitale in termini di densità di carica • Ragionare sempre in termini di “doppie fenditure” è autolesionismo! 87 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Usare la Meccanica? SI • I grafici U(x) sono alla base dell’interpretazione di quasi tutti i processi quantistici. 88 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Usare l’Ottica? SI • La Meccanica Ondulatoria è facile perché tutti amano le onde. • Ci sono ottimi filmati su youtube, ecc… VEDERE è fondamentale. 89 Spunti di discussione: Come introdurre la MQ nei corsi di Fisica Parlare della tecnica? SI • La MQ fa girare il Mondo! 90 Concludendo… •Ha senso costruire barriere tra le discipline che si occupano dell’Uomo e della Natura? NO •Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? La Fisica descrive il mondo con la matematica. •Le metafore servono per capire. •Meccanica Classica = Macro, Meccanica Quantistica = Micro? Sbagliato 91 Concludendo… •Ha senso costruire barriere tra le discipline che si occupano dell’Uomo e della Natura? NO •Cos’è la Fisica e di cosa si occupa? La Fisica descrive il mondo con la matematica. •Le metafore servono per capire. •Meccanica Classica = Macro, Meccanica Quantistica = Micro? Sbagliato Grazie per l’attenzione! 92