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MODULO
MODULO 1
“IL MARE COME ECOSISTEMA”
ECOSISTEMA”
____________________________________________________________
GUIDA DOCENTI
Mappa del modulo
Argomenti
La vita nell’ambiente marino: organismi, habitat ed ecosistemi.
Catene alimentari e reti trofiche: le relazioni trofiche tra gli organismi marini.
Cicli vitali.
Obiettivi
Comprendere le relazioni fra gli organismi e fra gli organismi e I loro ambienti.
Far riflettere gli alunni sul concetto di equilibrio ecologico e sulle relative implicazioni ambientali.
Sensibilizzare gli alunni al rispetto dell’ambiente marino.
Inserti
1. Plancton, necton e benthos
2. Dalle catene alimentari alle reti trofiche
3. I cicli vitali degli organismi
Materie
Biologia, ecologia, zoologia e botanica marina.
Schede didattiche
Tipologia
Titolo
Attività
ipologia
S - Sondaggio
1. “Un mare di vita”
Sondaggio in classe.
2. “Gli ambienti marini”
3. “Gli ambienti marini”
4. “Gli ambienti marini”
R - Ricerca
5. “Gli ambienti marini”
8. “Occhio alla bocca!”
Visita ad un Acquario.
11. “L’identikit”
6. “Dove vivono?”
7. “Le quattro carte”
E – Esperienza/elaborazione
9. “Una catena tira l’altra”
10. “Catene o reti?”
12. “La vita è un girotondo”
13. “Disegna un ecosistema”
14. “Costruisci la tua rete!”
V - Verifica
Verifica in classe.
15. “Inventa una storia”
Concetti base per comprendere i temi della Campagna Mr.Goodfish
Organismi e ambienti marini: gli “ingredienti” degli equilibri ecologici.
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Percorso didattico
Per poter sviluppare il progetto educativo
“Scegli
il
pesce
giusto”,
riteniamo
importante iniziare con la comprensione del
concetto di “ecosistema
ecosistema”,
ecosistema che può essere
descritto come l’insieme di tutti gli esseri
viventi che si trovano in un determinato
ambiente fisico-chimico e le relazioni
reciproche che intercorrono sia tra di essi che
tra essi e il loro ambiente. Ogni ecosistema,
inoltre, ha la capacità di mantenersi in
equilibrio dinamico nel tempo attraverso il
continuo scambio di materia e di energia.
E’ proprio attraverso la conoscenza di questi
aspetti che si costruiscono le basi per trattare
e comprendere i temi dei moduli successivi,
dedicati allo sfruttamento della risorse ittiche
ed ai relativi effetti sull’ecosistema marino.
Per parlare di ecosistema riteniamo, però,
opportuno introdurre il concetto di
adattamento.
adattamento
In un organismo ogni struttura e
comportamento assolvono ad un preciso
compito e sono stati “modellati” dai processi
evolutivi per rispondere nel modo più
efficace alle sollecitazioni ambientali.
Difficilmente possiamo immaginare una
tranquilla sopravvivenza per una vongola, per
esempio, in aperto oceano, oppure per un
pesce spada tra le pozze di scogliera.
Ogni organo di ciascun essere vivente
rappresenta, quindi, una precisa ed efficace
soluzione adattativa per assolvere alle diverse
funzioni vitali quali, per esempio, il
movimento, l’alimentazione e la riproduzione.
Sono proprio questi gli aspetti oggetto dello
studio sull’”ecosistema mare” di questo
primo modulo, indipendentemente dai
riferimenti correlati alla classificazione
sistematica dei diversi organismi.
Più precisamente, in questo modulo vengono
affrontati i seguenti argomenti:
- organismi marini e loro ambienti;
- catene e reti trofiche;
- cicli vitali degli organismi.
Certamente un limite di questo lavoro è
rappresentato dalla complessità di astrazione
richiesta, in qualche modo derivata dalla
difficoltà che si incontra nello studiare gli
organismi e gli ecosistemi marini in situ.
Per
questo
motivo
suggeriamo
lo
svolgimento di alcune attività di questo
modulo (in particolare le schede “R” ed “E”)
avvalendosi delle rappresentazioni in vasche
artificiali
presso
un
Acquario,
per
l’osservazione degli organismi e dei loro
ambienti di vita, tenendo in debita
considerazione il limite concettuale che la
modellizzazione delle vasche comporta, non
solo per i ragazzi, ma anche per gli adulti.
La visita di un grande Acquario pubblico
presenta, inoltre, il vantaggio di stimolare,
sviluppare e verificare le capacità di
osservazione e deduzione dei ragazzi.
Il lavoro ha inizio con la scheda S 1,
1 che
propone alcune domande di carattere
generale
per
ottenere
un
quadro
complessivo delle conoscenze pregresse e
sugli immaginari che gli studenti hanno
relativamente all’ambiente marino e agli
organismi che lo abitano.
Al tema “organismi
organismi marini
marini e loro ambienti”
ambienti
sono dedicate in particolare le schede R 22- 34-5 R e E 66-7. Al fine di trarre alcuni spunti
per impostare il lavoro su questo argomento,
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si suggerisce la lettura dell’inserto
inserto 1 dedicato
alle grandi categorie di animali marini
(plancton, necton e benthos) e agli ambienti
principali (pelagico e bentonico).
Le schede R 22-3-4-5 hanno lo scopo di aiutare
gli allievi a sviluppare in modo diretto,
attraverso l’osservazione e la ricerca, le
relazioni tra le caratteristiche fisiche dei
diversi ambienti marini e la forma, i
movimenti e il colore degli animali che li
popolano. Vengono considerati i principali
ambienti del Mar Mediterraneo: pelagico e
bentonico (costiero roccioso, costiero
sabbioso e le praterie di posidonia).
Si richiede pertanto agli studenti di osservare
tutte le componenti presenti in un ambiente
e di prestare particolare attenzione alla
collocazione precisa dei diversi animali e
vegetali,
o
degli
altri
componenti
dell’ambiente oggetto di studio.
Le
schede
E
6propongono
la
6- 7
rielaborazione ed un approfondimento di
quanto appreso nella scheda 2. L’esperienza
suggerita orienta l’attenzione degli studenti
sulle forme dei vari organismi utilizzate per lo
spostamento, con lo scopo di indurli a
formulare delle ipotesi sul tipo di movimento
adottato
e,
conseguentemente,
sull’ambiente di vita dei diversi animali.
La scheda V 13 permette, una volta tornati in
aula, attraverso la visualizzazione grafica dei
vari ecosistemi (e delle loro componenti
relative), la verifica della capacità di
apprendimento, della memoria e il livello di
astrazione degli allievi.
Agli alunni viene inoltre richiesto di ipotizzare
il ruolo che ogni elemento assume in un
determinato contesto, testando in questo
modo anche la loro capacità di deduzione.
Naturalmente, per completezza, vi invitiamo
ad assegnare la ricostruzione di tutti i tipi di
ambiente osservati e di stimolare infine il
confronto fra gli elaborati e il dibattito fra gli
studenti.
Prendiamo ora in considerazione il tema
“catene
catene e reti trofiche”,
trofiche al quale è dedicato
l’inserto
inserto 2.
Questo argomento ci consente il passaggio
dallo studio delle relazioni degli organismi
con il loro ambiente a quello delle relazioni
reciproche tra gli organismi stessi, dal punto
di vista trofico.
L’apprendimento di questi concetti
correlati all’ambiente di vita è importante
e basilare per poter affrontare il modulo
dedicato alle tecniche di pesca nei
diversi ambienti e, dunque, comprendere
come e dove vengono prelevate le
risorse ittiche che giungono sulle nostre
tavole.
Partendo dagli ambienti di vita degli
organismi si può anche accennare al
concetto di biodiversità,
biodiversità tenuto conto
che, in linea di massima, tanto minore è il
grado di biodiversità di un ambiente
tanto più quell’ambiente si trova in
cattivo stato di “salute”. Infatti, la
tendenza degli ambienti ad ospitare un
numero sempre minore di specie a causa
dell’introduzione di elementi inquinanti o
di azioni negative da parte dell’uomo, va
interpretata come un fenomeno di
degrado ambientale.
A tal fine viene in primo luogo affrontato,
nella scheda R 8,
8 il tema dell’alimentazione.
In questa scheda, come nelle precedenti, si
chiede all’alunno di focalizzare l’attenzione
sugli organismi nelle vasche, ed in particolar
modo sulla forma della bocca degli animali.
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Lo scopo di questo primo lavoro è,
evidentemente, quello di far cogliere ai
ragazzi le differenze tra i vari apparati boccali
e far emergere alcuni aspetti più specifici di
queste strutture.
Nelle schede E 9-10 si invita l’alunno ad
elaborare quanto appreso, per costruire
alcune semplici catene alimentari e reti
trofiche.
La prima parte della scheda si concentra su
alcune catene alimentari che gli alunni
dovranno completare con gli anelli mancanti,
mentre la seconda parte lascia liberi gli allievi
di scegliere un animale (che verrà collocato al
centro) e di creare intorno a questo la rete
alimentare di pertinenza. Gli alunni vengono
dunque portati per gradi ad elaborare il
concetto di rete trofica, attraverso l’analisi
critica dei rapporti reciproci fra gli organismi.
Naturalmente, non è detto che lo studente
individui correttamente gli elementi della
catena alimentare e/o della rete trofica: si
tratterà, dunque, di discutere gli errori e di
trarre le giuste conclusioni. In questo senso
potrebbe certamente risultare interessante
suscitare un dibattito in aula, in cui ogni
allievo motivi le proprie risposte, per
giungere alle giuste conclusioni evidenziando
i diversi punti di vista degli alunni: spesso,
nonostante la scelta comune di un animale
da parte di più allievi, risultano diversi gli
elementi della rete chiamati in causa da
ciascuno.
Infine, nella scheda T 14, chiediamo agli
allievi di costruire alcune reti trofiche di
ambienti costieri (rocciosi, sabbiosi, praterie
di posidonia ad esempio) e pelagici (suddivisi
fra i vari alunni), rendendo così possibile il
collegamento con lo studio dei diversi
ambienti marini. Seguirà quindi un confronto
“a squadre” per tipologia di ambiente, in cui
gli alunni di ogni squadra realizzeranno, a
partire
da
ogni
elaborato,
una
rappresentazione grafica che illustri nel modo
più completo possibile le relazioni trofiche tra
gli organismi dell’ambiente scelto.
L’ultimo argomento di questo modulo è
dedicato ai “cicli
cicli vitali degli organismi”.
organismi
Riteniamo tale argomento di particolare
importanza poiché è proprio il successo
riproduttivo ad assicurare la sopravvivenza di
ogni specie e dunque a mantenere vitali e in
equilibrio gli ecosistemi.
Lo studio delle reti trofiche ci fa
comprendere come ogni elemento abbia
il suo preciso ruolo, creando un
complesso sistema di relazioni con gli
altri. L’assimilazione di questo concetto è
di
fondamentale
importanza
per
affrontare temi quali la pesca e
l’acquacoltura e per poter comprenderne
pienamente
le
ripercussioni
sull’ecosistema mare.
Bisogna premettere che questo tema è assai
complesso e ci limiteremo ad affrontarlo
trasversalmente, per comprenderne gli
aspetti legati a stagionalità, ambienti,
migrazioni, raggiungimento dell’età adulta e
durata di vita.
vita
All’argomento è dedicato l’inserto 3,
3 in cui,
oltre ad una panoramica generale sul tema
della riproduzione, vengono presentati alcuni
esempi di cicli vitali. In particolar modo
vengono presentati i cicli vitali degli
organismi di una catena alimentare pelagica,
per ricollegarsi all’inserto 1 (l’insegnante può
naturalmente approfondire il discorso anche
su altri organismi).
Ciò permette di evidenziare quanto siano
intimamente legati fra loro i vari livelli trofici e
come, nelle varie fasi dei cicli vitali, alcuni
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organismi appartengano a diversi livelli
trofici.
Le schede R 11 e E 12,
12 affrontano in primo
luogo il tema della riproduzione come una
sorta di gioco: attraverso degli indizi legati
ad aspetti riproduttivi, gli alunni devono
scoprire alcuni organismi. Questo lavoro
stimola la capacità di osservazione e curiosità
e consente la comprensione degli argomenti
di base sulla riproduzione (dimorfismo
sessuale, fecondazione esterna e interna ecc),
per poi affrontare il concetto di ciclo vitale.
L’intento di queste ultime due schede è
quello di far riflettere gli alunni sui
differenti “tempi
tempi biologici
ci” degli
biologici
organismi, tempi che, in un contesto di
sfruttamento
delle
risorse
ittiche
(affrontato nei prossimi moduli), devono
essere necessariamente tenuti in grande
considerazione.
A conclusione dell’argomento si suggerisce
l’attività di verifica proposta nella scheda V
15 nella quale si richiede di scrivere un
racconto di un organismo a scelta, che
prenda spunto da quanto fino a qui appreso
e che dia, allo stesso tempo, sfogo alla
fantasia di ciascun studente.
Questo lavoro può dunque aiutarci a
ragionare in modo sistemico, cioè rilevando e
mettendo in relazione le componenti di un
ambiente,
senza
necessariamente
conoscerne “il nome ed il cognome”, ma
sapendo considerare ogni organismo sulla
base della funzione e del ruolo ecologico che
esso svolge nel sistema.
sistema In tal modo, l’allievo
individua
l’equilibrio
dinamico
dell’ecosistema, formulando ipotesi che sarà
sempre più in grado di trasferire ad altri
contesti.
Ormai dovrebbe risultare chiaro come
ambiente di vita,
alimentazione e
riproduzione siano strettamente correlati
ed imprescindibili per l’esistenza di ogni
animale.
Lo studio dell’ecosistema porta, dunque,
alla consapevolezza che in esso ogni
elemento ha un ruolo ben determinato e
che ciascun organismo è strettamente
legato alle altre componenti.
Così facendo vengono anche poste le basi
per il lavoro oggetto di approfondimenti nei
successivi moduli, considerando un ulteriore
e fondamentale elemento che
che interagisce
con l’ambiente: l’Uomo.
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 14
INSERTO
INSERTO 1
“PLANC
“PLANCTON, NEC
NECTON E BENTHOS”
In mare si riconoscono due grandi domini:
quello bentonico, rappresentato da tutti i
fondi
marini,
e
quello
pelagico,
comprendente la massa d’acqua sovrastante.
Gli organismi bentonici possono essere
classificati in base alle capacità di movimento
e al tipo di rapporto con il fondo. Il
complesso di organismi che vive all’interno
del substrato viene definito endofauna (se
riferito a specie animali) o endoflora (se
riferito a specie vegetali). Le specie che
vivono sulla superficie del substrato
costituiscono
l’epifauna
e
l’epiflora.
L’epifauna viene ancora divisa in sessile se
vive fissa sul fondo, sedentaria se è dotata di
scarse capacità di movimento, vagile se si
sposta strisciando o per mezzo di appendici.
Gli organismi pelagici vengono a loro volta
suddivisi in necton,
necton comprendente le specie
in grado di spostarsi attivamente, e plancton,
plancton
termine che raggruppa tutte le specie
trasportate passivamente dalle correnti
perché dotate di scarse o nulle capacità
natatorie.
Il necton è composto per la maggior parte da
quegli animali che hanno sviluppato
particolari adattamenti per il nuoto, più o
meno veloce a seconda che si tratti di specie
che vivono in mare aperto o in prossimità del
fondo.
La ricciola, è un pesce pelagico, ha una forma
idrodinamica, priva di scabrosità. La sua pinna caudale
è collegata al corpo da un robusto peduncolo che
permette manovre rapide e scattanti.
Un pesce dalla forma affusolata come l’acciuga, che usa
per i propri spostamenti principalmente la pinna
caudale, può essere adatto ad un ambiente spazioso,
che consente rapidi e ampi movimenti, come è il mare
aperto.
Le soluzioni adottate dai diversi gruppi di
organismi sono in alcuni casi così simili che
animali filogeneticamente molto distanti tra
loro tendono a presentare caratteristiche
morfologiche
analoghe
(convergenza
adattativa).
La pinna dorsale di squali e delfini è un chiaro esempio
di convergenza adattativa.
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 15
Il plancton è costituito da organismi vegetali
(fitoplancton) e animali (zooplancton). Nel
plancton troviamo specie allo stadio di uovo,
larva o adulto, le cui dimensioni possono
variare da meno di un millesimo di millimetro
fino a oltre un metro.
Gli animali dello zooplancton possono
condurre vita pelagica per tutta la loro
esistenza, oppure solo per una parte di
questa; per esempio, una specie può essere
planctonica durante lo stadio di uovo e di
larva o di individuo giovanile, e divenire
nectonica da adulta (es. acciuga).
Uno dei principali problemi che deve essere
affrontato dagli organismi planctonici è
quello relativo al galleggiamento. Le
soluzioni adottate sono diverse:
• la riduzione del peso specifico, ottenuta
grazie ad un’elevata quantità d’acqua nei
tessuti o con la presenza di gocce oleose o
gas;
• appendici espanse che hanno lo scopo di
rallentare l’affondamento;
• movimenti natatori atti a mantenere
l’assetto idrostatico.
• il risparmio energetico (scendendo in acque
più fredde lo zooplancton consuma meno
energie);
• l’allontanamento dai raggi ultravioletti;
• lo spostamento in acque superficiali diverse
da quelle originarie (le acque profonde
hanno velocità e direzione diverse rispetto
alle correnti superficiali).
Mentre il dominio pelagico è caratterizzato
da una certa omogeneità, quello bentonico
presenta una notevole varietà di aspetti in
funzione del tipo di substrato.
Si distinguono tre principali tipi di fondali:
- mobili
- rocciosi
Sono definiti “fondali
fondali mobili”
mobili tutti i fondali
costituiti da sedimenti non consolidati. Gli
organismi bentonici che vi abitano sono
fortemente
condizionati
e
adattati
all’instabilità del substrato e alla possibilità di
infossarvisi dentro. I popolamenti di questi
ambienti variano con il variare di diversi
fattori tra cui la profondità, la granulometria, i
tassi di sedimentazione, l’idrodinamismo e la
stabilità dei parametri fisico-chimici.
Tipici abitanti di tali fondali in generale sono i
pesci bentonici tipicamente piatti (rombi,
sogliole, razze, trigoni), stelle marine, ofiure,
cerianti, molluschi bivalvi e gasteropodi,
vermi marini e gamberetti.
Alcuni organismi planctonici, sia animali che vegetali,
sono caratterizzati da particolari appendici espanse in
grado di contrastare l’affondamento nella colonna
d’acqua.
Tra i principali fattori che provocano questi
spostamenti ricordiamo:
• la necessità di sfuggire a quei predatori che
utilizzano la vista durante la caccia;
La forma piatta e la colorazione del rombo richiamano
fortemente l’aspetto del fondale sabbioso; il particolare
tipo di mimetismo del rombo suggerisce come questo
sia un animale che tende a muoversi pochissimo.
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 16
Questi fondali, in prossimità della costa e fino
a dove penetra luce a sufficienza per i
vegetali, sono spesso caratterizzati dalla
presenza delle praterie di fanerogame marine
che, grazie ai loro apparati radicali, sono in
grado di ancorarsi al fondale incoerente
(differentemente dalle alghe). Ne sono un
esempio le praterie di fanerogame marine
costituite da Posidonia oceanica che formano
un vero e proprio ecosistema, che
discuteremo qui di seguito.
Le “praterie
praterie di Posidonia oceanica”
costituiscono un ecosistema molto ben
caratterizzato e uno degli ambienti più
produttivi ed estesi della fascia costiera del
Mar Mediterraneo. La Posidonia oceanica, è
bene precisare, non è un’alga, ma una pianta
superiore, dotata di radici, fusto (rizoma),
foglie, fiori e frutti (chiamati olive di mare).
Vive fino a 30-40 m di profondità e il
progenitore di questa pianta viveva sulla terra
emersa.
Le caratteristiche proprie della posidonia, la
sua dinamica di crescita e la grande quantità
di biomassa prodotta, rappresentano dei
fattori in grado di ospitare delle comunità
animali e vegetali molto diversificate. Si
osservano comunità epifite di alghe e briozoi
che colonizzano la superficie fogliare e i
rizomi della pianta, e comunità di animali
bentonici sessili, tra cui spugne, vermi marini,
molluschi bivalvi, e vagili, come crostacei,
stelle marine, oloturie, ricci di mare, molluschi
gasteropodi e molti pesci tra cui sparidi,
labridi e signatidi (pesci ago e cavallucci
marini).
Il cavalluccio marino ha assunto nel corso della sua
evoluzione una “posizione” verticale con conseguente
scomparsa delle pinne ventrali e caudale a favore di
una coda prensile, che usa per avvinghiarsi ai fasci
fogliari della posidonia. Si muove in avanti grazie alle
rapide vibrazioni della pinna dorsale, mentre la
vibrazione delle pettorali e i movimenti della coda
servono per gli spostamenti verticali.
Le praterie di posidonia vengono inoltre
utilizzate come aree di deposizione e nursery
(accrescimento delle forme giovanili) dalle
specie che la abitano o la frequentano.
Si può dire che il ruolo ecologico della
posidonia è paragonabile a quello dei boschi
e delle foreste sulla terra ferma.
I “fondali
fondali rocciosi”
rocciosi al contrario di quelli
mobili, sono consolidati. Gli organismi
bentonici che li popolano sono condizionati
dalla natura mineralogica e dalla presenza di
nicchie e anfratti in cui nascondersi. Anche in
questo caso i popolamenti variano con la
profondità,
l’idrodinamismo,
la
sedimentazione ed i parametri fisico-chimici
dell’ambiente.
Le comunità che si sviluppano sui fondi duri
sono, a differenza di quelle dei fondali mobili,
estremamente più complesse, in ragione dei
differenti microclimi che si vengono a creare
in uno spazio anche molto ridotto (ad
esempio nei lati opposti di uno stesso
scoglio).
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 17
In generale questi ambienti sono dominati
da alghe, animali sessili ed incrostanti come
coralli, anemoni, spugne, molluschi bivalvi e
gasteropodi, vermi, ricci di mare, granchi,
aragoste, gamberetti, a cui si aggiungono
pesci bentonici come cernie, castagnole,
scorfani, ghiozzi, bavose.
In particolare, all’aumentare della profondità,
e dunque con il diminuire della radiazione
luminosa, diminuiscono i popolamenti algali
a favore di quelli animali.
Un crostaceo bentonico come il granchio possiede una
serie di zampe articolate e a forma di artiglio; questi
organi, così conformati, sono adatti per spostarsi
camminando sul fondale.
Nei pesci di scogliera, come la castagnola, la forma del
corpo tende ad una morfologia generalmente ovale od
ellittica. La pinna caudale ben sviluppata, con raggi
morbidi, consente una spinta elastica e modulabile; le
pinne dorsali e laterali, generalmente molto sviluppate
(mentre le laterali sono ridotte nei grandi nuotatori),
permettono di compiere manovre precise, per infilarsi
in anguste spaccature e, in caso di fuga, a “zigzagare”
fra le rocce del fondo.
Bisogna infine precisare che struttura e
funzionamento
delle
comunità
bentoniche in generale non sono
ovviamente legate ai soli parametri
ambientali, ma anche a interazioni
biologiche fra gli organismi stessi.
Pertanto la distribuzione degli organismi
è legata ad una complessa rete di
relazioni, il cui equilibrio costituisce il
fulcro del funzionamento degli
ecosistemi nel loro complesso.
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 18
INSERTO
INSERTO 2
“DALLE CATENE ALIMENTARI ALLE RETI TROFICHE”
TROFICHE”
Tutti gli organismi hanno bisogno di energia
e materia per vivere.
Gli organismi autotrofi sono in grado di
utilizzare energia luminosa o energia chimica
di particolari composti inorganici e
trasformarla sotto forma di nuovi legami
chimici: essi trasformano, quindi, molecole
semplici e poco energetiche in molecole
complesse.
Animali, funghi e quasi tutti i batteri, invece,
sono eterotrofi.
eterotrofi Essi devono assimilare
complessi già di per sé energetici (zuccheri,
proteine, lipidi, ecc.).
Gli organismi autotrofi vengono pertanto
detti produttori,
produttori mentre gli eterotrofi sono i
consumatori.
consumatori
In una comunità, energia e materia vengono
trasferite dai produttori ai vari livelli di
consumatori. Si costituisce così una catena
alimentare, composta da differenti livelli
trofici (produttori, erbivori, carnivori di
diverso ordine).
Negli ecosistemi, un ruolo fondamentale
viene svolto dagli organismi decompositori e
detritivori.
I decompositori sono funghi e batteri, che
attaccano la materia organica morta o inerte
e la degradano completamente, sfruttandone
attraverso vari passaggi l’energia residua.
Questo processo è molto lento, soprattutto
per quelle sostanze resistenti e difficili da
digerire come lignina, cellulosa, scheletri di
animali, ecc. Per questo è determinante
l’azione dei detritivori, animali che si nutrono
della sostanza organica morta, rendendola
più facilmente accessibile all’azione dei
decompositori.
I detritivori, però, sono privi degli enzimi
necessari per digerire le sostanze resistenti: il
detrito, per loro, ha scarso valore nutritivo e
la maggiore fonte di energia deriva da funghi
e batteri che vengono ingeriti insieme al
detrito stesso. I detritivori dipendono dagli
apporti indiretti di sostanze nutrienti
provenienti dal sistema alla cui base si
trovano i produttori primari. Decompositori e
detritivori hanno a loro volta dei predatori
carnivori.
In una comunità avremo perciò due sistemi: il
sistema dei pascolatori ed il sistema dei
decompositori, collegati tra loro. Alla fine di
ogni ciclo la sostanza organica viene sempre
ridotta in molecole inorganiche semplici
(acqua, anidride carbonica, sali minerali), cioè
rimineralizzata.
Nella successione da un livello all’altro,
aumenta la mole, ma diminuisce il
numero degli individui delle diverse
specie.
Quantitativamente, per esempio, ci sono
più acciughe che tonni ed è importante
tener presente che l’abbondanza di una
specie
è
determinante
per
la
sopravvivenza di altre, anche se molto
distanti nella rete trofica.
L’energia ha, invece, un destino diverso:
mentre la materia viene riciclata tornando ai
produttori in forma inorganica, l’energia
viene gradualmente dissipata (per lo
svolgimento delle funzioni vitali quali
respirazione, riproduzione, produzione di
calore, ecc.) e diminuisce ad ogni passaggio,
risultando alla fine completamente dispersa.
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 19
Esistono, pertanto, un ciclo della materia, e
un flusso dell’energia (piramide energetica).
Alcune
proprietà
fisiche
dell’acqua
influiscono in misura determinante sulla
struttura trofica marina: l’acqua assorbe la
luce
facendone
diminuire
l’intensità
all’aumentare della profondità.
Poiché i vegetali hanno bisogno di una certa
intensità
luminosa
per
compiere
la
fotosintesi, essi possono vivere solo negli
strati più superficiali del mare. Nelle acque
limpide dei mari tropicali, la profondità
massima per la fotosintesi è intorno a 120/130
metri, ma può ridursi a pochi metri nelle
acque torbide costiere. Questa profondità
delimita lo strato eufotico, al di sotto del
quale c’è ancora luce sufficiente per vedere,
ma non per fotosintetizzare: lo strato
disfotico, che arriva a 500/800 metri. Infine,
troviamo lo strato afotico, perennemente
buio. Lo strato eufotico delle zone costiere,
dove crescono alghe e piante bentoniche
(ancorate sul fondo), costituisce un’esigua
percentuale se rapportato al volume totale
degli oceani.
La produzione primaria in mare è affidata,
quindi, essenzialmente alle alghe unicellulari
che vivono sospese nella colonna d’acqua,
cioè al fitoplancton, che produce più del 90%
della sostanza organica totale.
Schema sintetico di una catena trofica e
piramide energetica.
© Laurent AUDOUIN
squalo
tonno
sgombro
acciuga
zooplancton
fitoplancton
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 20
In generale possiamo dire che le catene
alimentari marine hanno più livelli trofici
che separano i produttori dai grandi
predatori,
predatori rispetto a quello che si verifica
sulla terraferma; i produttori primari
marini (le alghe unicellulari planctoniche)
hanno, infatti, dimensioni decisamente
inferiori rispetto a quelli terrestri, dando
opportunità di nutrimento a una grande
quantità di organismi, sia erbivori che
carnivori, anch’essi di dimensioni molto
ridotte.
La quantità di energia disponibile per i
grandi predatori è quindi estremamente
ridotta a causa dell’elevato numero di
livelli intermedi attraversati prima di
giungere al vertice della piramide.
I Cetacei Misticeti (le balene) e non solo, per
contro,
filtrano
enormi
quantità
di
zooplancton, riducendo drasticamente il
numero di passaggi nell’ambito della catena
alimentare; essi possono così ottimizzare al
massimo il trasferimento di energia dai
produttori fino al vertice della struttura
trofica.
Gli organismi planctonici vengono trasportati
dalle correnti marine e sono presenti nella
colonna d’acqua in concentrazioni variabili, a
seconda della stagione, del clima e della
disponibilità di nutrienti. Alcuni componenti
dello zooplancton sono in grado di compiere
migrazioni verticali di alcune centinai di metri,
andando in acque profonde durante il giorno
e risalendo durante la notte (migrazione
nictemerali).
Questo
dà,
tra
l’altro,
opportunità a grandi quantità di organismi di
spostarsi in masse d’acqua differenti e
distribuirsi in correnti con direzioni e intensità
variabili.
Il plancton è molto abbondante anche in
prossimità delle coste, dove è sfruttato dagli
animali sessili; è così che viene garantita la
possibilità di sopravvivenza anche per quegli
organismi che, vivendo fissi sul substrato, non
hanno la possibilità di spostarsi alla ricerca
del cibo.
Nell’analisi di una comunità reale, pertanto, i
rapporti trofici risultano ben più complessi
rispetto al modello della catena alimentare
pura e semplice. Per esempio, molti carnivori
marini sono detritivori opportunisti; diversi
predatori si cibano sia di erbivori che di
detritivori o di altri carnivori; i filtratori,
trattenendo indifferentemente batteri, alghe
unicellulari, piccoli organismi e particelle di
sostanza
organica,
si
collocano
potenzialmente in più livelli trofici.
Piuttosto che di semplici catene, perciò,
è più corretto parlare di reti trofiche,
trofiche
costituite da un complesso sistema di
interazioni.
In ogni ecosistema si instaura quindi un
delicato
equilibrio
dinamico
che
interessa tutte le popolazioni collegate
dalla rete trofica. Una variazione delle
caratteristiche ambientali può portare a
sostanziali
modificazioni
di
tutto
l’ecosistema. Finché le variazioni sono
limitate,
il
sistema
riesce
ad
ammortizzarle, ma oltre un certo limite si
possono
verificare
sconvolgimenti
irreversibili.
Parlando di reti trofiche, è necessario
pertanto considerare il problema
derivante dalle attività di pesca, quando
implicano il prelievo di individui di una
popolazione ittica che supera la capacità
di recupero della specie.
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 21
Ciò può causare un incremento del
numero delle prede naturali della
popolazione sovra sfruttata (che tende a
scomparire), e contemporaneamente un
calo notevole dei suoi predatori. Può
anche accadere che i predatori inizino a
cibarsi di altre specie, modificando così
gli equilibri di tutto l’ecosistema.
Per non andare incontro a conseguenze
irreversibili è necessario che il prelievo di
una specie venga regolamentato a priori,
determinando taglia minima e quantità
degli esemplari che possono essere
catturati, senza alterare l’equilibrio dei
sistemi naturali.
Conseguentemente devono essere istituite
adeguate
misure
di
tutela,
dando
tutela
fondamentale rilevanza ai controlli per il
rispetto di tali norme. Approfondiremo
meglio questi aspetti nei Moduli successivi
dedicati alla "risorsa mare".
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 22
INSERTO
INSERTO 3
“I CICLI VITALI DEGLI ORGANISMI”
ORGANISMI”
Una delle caratteristiche fondamentali degli
organismi viventi è la loro capacità di
aumentare numericamente, ovvero di
riprodursi. Questa caratteristica è presente
con modelli diversi a seconda dei gruppi (o
categorie sistematiche), modelli che si sono
perfezionati in milioni di anni di selezione
naturale, con la finalità di garantire alla specie
il miglior successo.
In questa sede affronteremo più in dettaglio
le strategie riproduttive del regno animale
mentre faremo solo alcuni a accenni a quelle
adottate dai vegetali.
Le strategie riproduttive del regno animale
possono esser raggruppate in 2 grandi
categorie: riproduzione sessuata (gamica) e
riproduzione asessuata (agamica).
La riproduzione sessuata è quella in cui il
nuovo organismo è generato da cellule dette
gameti (uova e spermatozoi), sia attraverso la
fusione fra i gameti maschili e femminili
(riproduzione anfigonica), sia a partire dalle
sole uova (riproduzione partenogenetica).
La riproduzione sessuata anfigonica si avvale
dei vantaggi offerti dal rimescolamento del
patrimonio genetico dei genitori, con il
risultato di mantenere alta la variabilità
genetica del nuovo nato; ciò rappresenta
generalmente un
vantaggio per la
conservazione della specie stessa in quanto
ne assicura una maggiore probabilità di
sopravvivenza. Talvolta, però, la grande
variabilità genetica non appare così
vantaggiosa per determinate condizioni
ambientali
che
possono
risultare
particolarmente severe.
Per
alcuni
organismi
ricorrono
alla
riproduzione
partenogenetica.
Questa
strategia genera, infatti, individui con un
patrimonio genetico meno vario (solo quello
della “madre”), ma particolarmente adatto a
tali condizioni ambientali difficili e molto
selettive. Questa strategia viene adottata, per
esempio, in alternanza alla riproduzione
anfigonica da alcuni Crostacei planctonici.
Discorso diverso è, invece, quello delle
specie che si riproducono per via asessuata,
asessuata
cioè senza la produzione di gameti.
Questo tipo di riproduzione si avvale della
capacità di alcuni organismi di generarne un
altro a partire da una porzione del loro corpo;
può essere sia accidentale che spontanea e,
come nel caso della gemmazione, da un solo
individuo ne possono nascere numerosi
(come in spugne, coralli e meduse).
La riproduzione asessuata è spesso praticata
da organismi perfettamente in grado di
riprodursi sessualmente.
Nella riproduzione sessuata, in funzione delle
abitudini di vita delle varie specie, si
osservano diverse tipologie di fecondazione,
deposizione e sviluppo delle uova e casi di
ermafroditismo.
Se consideriamo i pesci, per esempio,
possiamo dire che, di regola, hanno
fecondazione esterna delle uova. Gli squali e
le razze, invece, si riproducono per
fecondazione interna con vera e propria
copula fra i due sessi, così come fanno i
Crostacei Decapodi, anche loro dotati di
organi copulatori.
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 23
Nel caso della fecondazione esterna il
successo riproduttivo è affidato alla
deposizione
di
enormi
quantità
di
piccolissime uova (a titolo di esempio un
merluzzo può deporne fino a 9 milioni!), al
fine di aumentarne la probabilità di
fecondazione e di sopravvivenza della
generazione filiale.
Al contrario, nelle specie che presentano
fecondazione interna, o esterna con cure
parentali, il numero di uova si riduce
gradualmente (e la dimensione si fa più
grande) fino ad arrivare, nel caso degli squali
vivipari, ad una decina. In questi casi lo
sviluppo dell’embrione da “indiretto
indiretto”
indiretto (stadio
larvale con successiva metamorfosi) passa a
“diretto
diretto”
diretto (assenza di stadio larvale e giovani
simili agli adulti).
Ciò è in ragione della dimensione delle uova
e delle conseguenti disponibilità di riserve
nutritive
(lecitiche)
per
lo
sviluppo
dell’embrione.
Piccole uova, dispongono di ridotte quantità
di riserve lecitiche e danno quindi luogo a
piccole larve; al contrario, grandi uova
assicurano
all’embrione
una
maggior
quantità di nutrimento e dunque la possibilità
di svilupparsi maggiormente dando luogo a
piccoli, in alcuni casi, già simili agli adulti.
Anche i fenomeni di inversione sessuale
(ermafroditismo
ermafroditismo)
ermafroditismo hanno come obbiettivo la
realizzazione
del
miglior
successo
riproduttivo. Ne sono degli esempi i pesci
appartenenti alle famiglie degli sparidi (es.
orate), dei serranidi (es. cernie) e dei labridi
(es. donzelle). Nei casi di ermafroditismo gli
individui nascono di sesso femminile o
maschile e solo al raggiungimento di una
determinata taglia effettuano l’inversione
sessuale, diventando rispettivamente maschi
o femmine (ermafroditismo proteroginico o
proterandrico).
In generale, per molte specie esiste una
stagione riproduttiva durante la quale si
verificano condizioni più favorevoli allo
sviluppo delle uova e soprattutto alla
sopravvivenza dei nati.
Nelle acque marine delle fasce temperate i
processi riproduttivi sono regolati dal variare
della lunghezza del giorno (fotoperiodo) e
correlati alla temperatura.
Gli animali nectonici, grazie alla loro capacità
di movimento attivo, hanno la possibilità di
spostarsi verso gli ambienti più favorevoli alla
riproduzione; al contrario, gli organismi
bentonici sessili e planctonici, devono
attendere l’arrivo delle condizioni favorevoli
nel loro ambiente.
Così, per esempio, molti animali nectonici
come i pesci, le seppie, i calamari o alcuni
crostacei come la granseola tendono, di
norma in primavera, ad avvicinarsi alla costa
per riprodursi. Sotto costa, infatti, grazie
proprio alla maggiore disponibilità di
plancton
dovuta
alle
più
elevate
concentrazioni di nutrienti, la disponibilità di
nutrimento per i giovani nati è maggiore. In
prossimità
della
costa,
inoltre,
particolarmente in determinate stagioni, le
temperature dell’acqua sono mediamente
più elevate e più rapido è quindi lo sviluppo
dei
giovani,
che
pertanto
possono
raggiungere più rapidamente le dimensioni
di maggiori.
Questa capacità di spostamento (migrazione
migrazione)
migrazione
è particolarmente spiccata nelle specie quali
tonni, salmoni, anguille, cefali, spigole e
orate, che possono percorrere anche notevoli
distanze per raggiungere i siti di
riproduzione, in alcuni casi, addirittura
spostarsi dal mare nelle acque dolci o
viceversa.
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 24
Le anguille sono l’esempio più tipico di
specie catadrome, ovvero che dopo essere
nate in mare risalgono nelle acque dolci per
la fase di accrescimento e fanno ritorno al
mare per riprodursi. Anadrome sono invece
quelle specie come il salmone che, al
contrario, nascono nelle acque dolci, si
accrescono in mare e fanno ritorno alle acque
dolci per deporre le uova.
Diverse sono le forme di cure parentali
adottate.
adottate Alcune specie, come i ghiozzi, le
bavose, i calamari, i polpi e le seppie
depongono e accudiscono delle uova che si
fissano alle alghe o al fondale roccioso; in
altri casi, come per molti granchi, le uova
vengono portate attaccate all’addome fino
alla schiusa, evitandone in tal modo la
dispersione, oppure, nel caso dei Ciclidi,
Tordi e altri pesci deposte in nidi o custodite
in bocca.
Al fine di comprendere meglio il significato di
“ciclo vitale”, riportiamo qui di seguito, a
titolo di esempio, alcuni cicli di organismi
marini. In particolare riportiamo i cicli di vita
degli organismi illustrati nella catena
alimentare pelagica discussa nell’inserto 2.
Gli esempi di strategie riproduttive sono
tanti e testimoniano il fatto che non ce
n’è una vincente, ma che tutte lo sono in
un determinato momento del percorso
evolutivo delle specie. Questa diversità,
in quanto risultato del lungo processo di
evoluzione, è dunque anche frutto della
continua interazione tra gli organismi ed
il loro ambiente di vita.
Organismo:
Organismo diatomea, alga unicellulare
planctonica provvista di astuccio siliceo
formato da due gusci o teche, di cui quello
superiore è più grande e ricopre quello
inferiore.
Tipo
di riproduzione:
alternanza
di
riproduzione
riproduzione sessuata e asessuata.
Fecondazione:
Fecondazione esterna.
Stagione riproduttiva:
riproduttiva tutto l’anno con picchi
primaverili.
Ambiente riproduttivo:
riproduttivo pelagico.
Ciclo vitale:
vitale Riproduzione asessuata per
divisione trasversale della cellula e successiva
ricostituzione della teca più piccola.
Progressiva riduzione delle dimensioni delle
cellule bloccata dall’avvio di una riproduzione
sessuata che origina individui della
dimensione iniziale, dai quali riprende il ciclo.
Duranti i picchi riproduttivi possono
riprodursi fino a tre volte al giorno.
Durata di vita:
vita settimane.
Ruolo
ecologico:
rappresentano
una
ecologico
cospicua parte del fitoplancton. Le molecole
organiche prodotte da queste microscopiche
alghe sono una delle principali fonti di
nutrimento di larve di pesci e dello
zooplancton (rappresentano infatti una fonte
di cibo importante per gli animali marini
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 25
quanto lo sono le piante per gli ambienti
terrestri).
Organismo:
copepode,
crostaceo
Organismo
planctonico microspico.
Tipo di riproduzione:
riproduzione sessuata.
Fecondazione:
Fecondazione interna.
Sviluppo:
Sviluppo indiretto.
Stagione riproduttiva:
riproduttiva tutto l’anno con picchi
primaverili.
Ambiente riproduttivo:
riproduttivo pelagico.
Ciclo vitale:
vitale fecondazione tramite copula,
deposizione delle uova (o loro trasporto in
sacchi ovigeri), sviluppo indiretto con
susseguirsi di metamorfosi da uno stadio
larvale all’altro, raggiungimento della forma
adulta, accrescimento, raggiungimento della
maturità sessuale, riproduzione.
Durata di vita:
vita settimane.
Età maturità sessuale:
sessuale da alcuni mesi ad un
anno.
Ruolo
ecologico:
rappresentano
una
ecologico
cospicua
parte
dello
zooplancton.
Costituiscono un’importantissima fonte di
cibo per gli organismi che si nutrono di
zooplancton.
Organismo:
Organismo acciuga, pesce pelagico.
Tipo di riproduzione:
riproduzione sessuata.
Fecondazione:
Fecondazione esterna.
Sviluppo:
Sviluppo indiretto.
Stagione riproduttiva:
riproduttiva da aprile a novembre.
Ambiente riproduttivo:
riproduttivo acque costiere.
Ciclo vitale:
vitale Fecondazione esterna tramite
emissione di uova galleggianti (fino a 40.000
per femmina). Sviluppo indiretto, larve
lunghe circa 2 mm che conducono vita
gregaria. La fase larvale termina con la
metamorfosi che dà origine a individui simili
agli adulti, accrescimento, raggiungimento
della maturità sessuale, riproduzione.
Durata di vita:
vita Circa 3 anni.
Età maturità sessuale:
sessuale al termine del primo
anno di vita (lunghezza 9 cm).
Ruolo
ecologico:
ecologico
Fra
i
maggiori
rappresentanti
del
pesce
azzurro,
costituiscono un’importantissima fonte di
cibo per molti pesci.
Organismo:
Organismo sgombro, pesce pelagico.
Tipo di riproduzione:
riproduzione sessuata.
Fecondazione:
Fecondazione esterna.
Sviluppo:
Sviluppo indiretto.
Stagione riproduttiva:
riproduttiva da fine inverno a
primavera.
Ambiente riproduttivo:
riproduttivo acque costiere.
Ciclo vitale:
vitale fecondazione esterna tramite
emissione di uova galleggianti (800.000 per
femmina). Sviluppo indiretto, larve lunghe 4
mm che conducono vita gregaria. A seguito
della metamorfosi si ha l’accrescimento e il
raggiungimento
dell’età
adulta
con
Kit Educativo Campagna Mr.Goodfish - Modulo 1 - Pagina 26
conseguente
maturità
sessuale
e
riproduzione.
Durata di vita:
vita circa 15 anni, in relazione alla
specie.
Età maturità sessuale:
sessuale al termine del secondo
anno di vita (lunghezza 18 cm).
Ruolo ecologico:
ecologico importantissima fonte di
cibo per molti grandi predatori.
Organismo:
Organismo tonno, pesci pelagico
Tipo di riproduzione:
riproduzione sessuata.
Fecondazione:
Fecondazione esterna.
Sviluppo:
Sviluppo indiretto.
Stagione riproduttiva:
riproduttiva da metà maggio a
metà luglio.
Ambiente riproduttivo:
riproduttivo acque pelagiche.
Ciclo vitale:
vitale fecondazione esterna tramite
emissione di uova galleggianti (10 milioni di
uova per femmina). Sviluppo indiretto, larve
lunghe 4 mm che conducono vita gregaria. A
seguito
della
metamorfosi
si
ha
l’accrescimento e il raggiungimento dell’età
adulta con conseguente maturità sessuale e
riproduzione.
Durata di vita:
vita più di 30 anni.
Età maturità sessuale:
sessuale tra i 3 e 4 anni
(lunghezza 95 cm).
Ruolo ecologico:
ecologico importante elemento di
controllo sull’abbondanza pesce
Organismo:
Organismo squalo viviparo, pesce pelagico.
Tipo di riproduzione:
riproduzione sessuata.
Fecondazione:
Fecondazione interna.
Sviluppo:
Sviluppo diretto.
Stagione riproduttiva:
riproduttiva dalla tarda primavera
all’estate.
Ambiente riproduttivo:
riproduttivo acque pelagiche.
Ciclo vitale:
vitale fecondazione interna tramite
copula, sviluppo diretto nel ventre materno
(durata gestazione circa 9-12 mesi). Nascita di
circa
80
piccoli
simili
agli
adulti,
accrescimento,
raggiungimento
età
riproduttiva, riproduzione.
Durata di vita:
vita Da 20 a 40 anni circa a
seconda della specie.
Età maturità sessuale:
sessuale tra il quarto e sesto
anno di vita (lunghezza 250 cm).
Ruolo ecologico:
ecologico al vertice della rete trofica.
E’, infine, importante sottolineare che questa
analisi vuole far riflettere anche su come i vari
livelli trofici siano in stretta relazione anche
da un punto di vista riproduttivo.
Da quanto illustrato si può dunque
intuire la complessità delle modalità, dei
tempi e degli ambienti di riproduzione.
Ma certo è chiaro come la vita segua un
ben determinato ciclo, dalle fasi
delicatissime. Dalla fecondazione, alla
nascita, allo sviluppo ed accrescimento,
al raggiungimento della maturità
sessuale e alla riproduzione, è tutto un
susseguirsi di fenomeni ed equilibri dalla
cui conoscenza non si può prescindere
per un corretto e sapiente sfruttamento
delle
risorse
che
per
l’Uomo
rappresentano una fonte di cibo.
Scheda didattica S 1
“UN MARE DI VITA”
Rispondi alle seguenti domande.
Elenca i primi 5 organismi marini che ti vengono in mente
e, per ognuno, indica dove vive.
Organismo
Dove
Dove vive?
1……………………………………………….
………………………………………………..
………………………………………………..
2……………………………………………….
………………………………………………..
………………………………………………..
3……………………………………………….
………………………………………………..
………………………………………………..
4……………………………………………….
………………………………………………..
………………………………………………..
5……………………………………………….
………………………………………………..
………………………………………………..
Sapresti dire come si muovono questi organismi?
1……………………………………………………………………………………………………
2……………………………………………………………………………………………………
3……………………………………………………………………………………………………
4……………………………………………………………………………………………………
5……………………………………………………………………………………………………
Sapresti dire di che cosa si nutrono?
1……………………………………………………………………………………………………
2……………………………………………………………………………………………………
3……………………………………………………………………………………………………
4……………………………………………………………………………………………………
5……………………………………………………………………………………………………
Che differenza c’è tra un organismo animale e vegetale ?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Mod. 1
Scheda didattica R 2
“GLI AMBIENTI MARINI”
Dopo aver osservato gli organismi delle vasche,
guarda il disegno e inserisci quelli che popolano
l’ambiente rappresentato.
Come descriveresti, in breve, l’ambiente rappresentato?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Come si muovono gli organismi che vivono in questo
ambiente?
1…………………………………………………………………………………………………..
2…………………………………………………………………………………………………..
3…………………………………………………………………………………………………..
4…………………………………………………………………………………………………..
Sapresti descrivere forma e colorazione di questi organismi?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Mod. 1
Scheda didattica R 3
“GLI AMBIENTI MARINI”
Dopo aver osservato gli organismi delle vasche,
guarda il disegno e inserisci quelli che popolano
l’ambiente rappresentato.
Come descriveresti, in breve, l’ambiente rappresentato?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Come si muovono gli organismi che vivono in questo
ambiente?
1…………………………………………………………………………………………………..
2…………………………………………………………………………………………………..
3…………………………………………………………………………………………………..
4…………………………………………………………………………………………………..
Sapresti descrivere forma e colorazione di questi organismi?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Mod. 1
Scheda didattica R 4
“GLI AMBIENTI MARINI”
Dopo aver osservato gli organismi delle vasche,
guarda il disegno e inserisci quelli che popolano
l’ambiente rappresentato.
Come descriveresti, in breve, l’ambiente rappresentato?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Come si muovono gli organismi che vivono in questo
ambiente?
1…………………………………………………………………………………………………..
2…………………………………………………………………………………………………..
3…………………………………………………………………………………………………..
4…………………………………………………………………………………………………..
Sapresti descrivere forma e colorazione di questi organismi?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Mod. 1
Scheda didattica R 5
“GLI AMBIENTI MARINI”
Dopo aver osservato gli organismi delle vasche,
guarda il disegno e inserisci quelli che popolano
l’ambiente rappresentato.
Come descriveresti, in breve, l’ambiente rappresentato?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Come si muovono gli organismi che vivono in questo
ambiente?
1…………………………………………………………………………………………………..
2…………………………………………………………………………………………………..
3…………………………………………………………………………………………………..
4…………………………………………………………………………………………………..
Sapresti descrivere forma e colorazione di questi organismi?
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………….
Mod. 1
Scheda didattica E 6
“DOVE VIVONO?”
Per ciascun animale cerchia le parti del corpo che
servono al movimento. Prova poi a fare delle ipotesi
su come si muove e dove vive.
Dove vive?....…………
vive?....…………
Dove vive?....…………
vive?....…………
Dove vive?....…………
vive?....…………
…………………………
…………………………
…………………………
Come si muove? …….
…….
Come si muove? …….
…….
Come si muove? …….
…….
…………………………
…………………………
…………………………
Dove vive?....…………
vive?....…………
Dove vive?....…………
vive?....…………
Dove vive?....…………
vive?....…………
…………………………
…………………………
…………………………
Come si muove? …….
…….
Come si muove? …….
…….
Come si muove? …….
…….
…………………………
…………………………
…………………………
Dove vive?....…………
vive?....…………
Dove vive?....…………
vive?....…………
Dove vive?....…………
vive?....…………
…………………………
…………………………
…………………………
Come si muove? …….
…….
Come si muove? …….
…….
Come si muove? …….
…….
…………………………
…………………………
…………………………
Mod. 1
Scheda didattica E 7
“LE QUATTRO CARTE”
Osserva gli organismi e posizionali nella carta giusta.
Animali che vengono
trasportati dalle correnti
(PLANCTON)
Animali di mare aperto in
grado di spostarsi nella
direzione preferita
(NECTON)
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
Animali di fondo che si
spostano
(BENTHOS MOBILE)
Animali di fondo che vivono
attaccati ad un oggetto o al
fondale
(BENTHOS FISSO)
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
…………………………………
Mod. 1
Scheda didattica R 8
“OCCHIO ALLA BOCCA!”
Osserva i seguenti animali in vasca e disegna la
loro bocca. Per ognuno indica che cosa mangia.
GAMBERETTO
SQUALO
Che cosa mangia?……………
mangia?……………
Che cosa mangia?……………
mangia?…………….
…………….
………………………………….
………………………………….
…………………………………..
…………………………………..
GRANCHIO
POLPO
Che cosa mangia?……………
mangia?……………
Che cosa mangia?……………
mangia?…………….
…………….
………………………………….
………………………………….
…………………………………..
…………………………………..
TARTARUGA MARINA
RICCIOLA
Che cosa mangia?……………
mangia?……………
Che cosa mangia?……………
mangia?…………….
…………….
………………………………….
………………………………….
…………………………………..
…………………………………..
Mod. 1
Scheda didattica E 9
“UNA CATENA TIRA
L’ALTRA”
Dopo aver osservato in quali ambienti vivono gli
animali disegnati, inserisci nelle catene gli
elementi mancanti, qui elencati.
4
2
1
3
fitoplancton
zooplancton
…………………
ricciola
…………………
lumaca di mare
…………………
cernia
plancton
cozza
granchio
…………………
Mod. 1
Scheda didattica E 10
“CATENE O RETI?”
Rispondi alle seguenti domande sulla base delle
schede precedenti.
Che cosa succede se scompare il fitoplancton?
………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………
Che cosa succede se la popolazione di granchi aumenta
enormemente?
………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………
Che cosa succede se scompaiono i grandi predatori (es.
ricciola)?
ricciola)?
………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………
Ora scegli un animale e mettilo al centro dello schema. Collega poi
tutte le caselle con delle frecce, specificando “chi mangia chi” tra le
prede e i predatori dell’animale al centro. Alla fine ottieni una
una catena
o una rete?
Confronta il tuo schema con quelli dei tuoi compagni.
Mod. 1
Scheda didattica R 11
“L’IDENTIKIT”
Cerca nelle vasche e disegna un animale…
…in cui si può distinguere il maschio dalla femmina.
MASCHIO
…che depone le uova.
FEMMINA
…che partorisce.
Mod. 1
Scheda didattica E 12
“LA VITA E’ UN
GIROTONDO”
Rispondi alle seguenti domande.
Perché molti animali marini depongono enormi quantità
di uova che lasciano trasportare dalle correnti?
……………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………
Perché altri animali marini danno alla nascita pochi o
addirittura un solo piccolo?
……………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………
Posiziona nella corretta sequenza le seguenti fasi della vita.
Nascita
……
……
Crescita
AccoppiamentoAccoppiamentoriproduzione
Età adulta
……
……
Mod. 1
Scheda didattica V 13
“DISEGNA UN
ECOSISTEMA”
Costruisci, con un disegno, un ecosistema a piacere
(di mare aperto, costiero roccioso o sabbioso). Per
ogni elemento che inserisci, segna il nome accanto.
Ora prova ad individuare che ruolo svolge, nell’ecosistema, ciascun
ciascun
elemento che hai disegnato.
ELEMENTO
RUOLO
………………………………………
………………………………………
………………………………………
………………………………………
………………………………………
………………………………………
………………………………………
………………………………………
………………………………………
………………………………………
Mod. 1
Scheda didattica V 14
“COSTRUISCI LA TUA RETE!”
Prova a costruire una rete alimentare di uno degli
ecosistemi studiati.
Ecosistema ……………………………………………………………..
……………………………………………………………..
Confronta la rete che hai disegnato con quella dei tuoi
compagni che hanno scelto lo stesso ambiente
Mod. 1
Scheda didattica V 15
“INVENTA UNA STORIA”
Ora che hai scoperto molte cose sulla vita degli
organismi marini, scegline uno e scrivi un racconto sulla
sua vita. Puoi anche illustrarla con dei disegni!
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Ora leggi e illustra la tua storia ai tuoi compagni.
Mod. 1