con Le grandi Strade della Cultura GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO viaggio tra i tesori d’Italia 27-28 SETTEMBRE 2008 Basilica e Battistero di San Vittore, Arsago Seprio Basilica di San Vittore La torre campanaria La Basilica di San Vittore, la torre campanaria e il Battistero sono raccolti in una sorta di piccolo “campo dei miracoli” in stile romanico che si apre nei pressi di una importante via di comunicazione fra Milano e il Lago Maggiore. La chiesa fu costruita in un tempo imprecisato fra il IX e il XII secolo su un più antico edificio del V-VI secolo, del quale si possono ancora vedere dei frammenti all’esterno dell’abside, in una fascia decorativa in cotto e pietra a spina di pesce. Sia la Basilica che il Battistero sono opera dei maestri comacini – sapienti artefici e artigiani operanti in età longobarda, tra i secoli VII e IX, abilissimi nel taglio della pietra e del laterizio e attivi in diverse regioni europee –, anche se non si è certi che i due edifici siano stati costruiti nello stesso periodo, essendo lo stile unitario ma riferibile a mani diverse. In passato la chiesa, dichiarata monumento nazionale, ha subito molti restauri volti a restituirle le primitive forme romaniche. La torre campanaria, massiccia e imponente, fu costruita in pietra con materiale di riporto e conserva, a mezza altezza, una lapide votiva dedicata a Giove, collocata ad angolo nella lesena nordoccidentale. Presenta larghe lesene angolari e specchiature (motivi architettonici costituiti da riquadri rientranti) delimitate da cornici a dente di sega ed archetti. La cella campanaria originale, aperta da ampie bifore, fu murata nel 1872, quando le campane furono collocate sul terrazzo soprastante. MP Mirabilia s.r.l. - www.mpmirabilia.it La pianta della chiesa è di tipo basilicale, e cioè rettangolare e priva di transetto (navata trasversale alla chiesa che conferisce alla pianta la forma di una croce latina). La facciata è a salienti interrotti; all’altezza della lunetta del portale settecentesco si aprono dei fori quadrati, forse sedi delle travi di un porticato oggi scomparso. La muratura, con conci piccoli e irregolari ma accuratamente disposti, è alleggerita da monofore e da una fascia di archetti ciechi. La linea architettonica è, come nel Battistero e nel campanile coevo, pulita e immediata. L’interno è a tre navate, con altrettante absidi rivolte a Est. Le navate sono divise da una serie di pilastri alternati a colonne di reimpiego di origine romana; romani sono anche quasi tutti i capitelli. Il presbiterio è sensibilmente sopraelevato. L’interno ha perso l’intera decorazione originaria ed è stato intonacato di bianco nel secolo scorso. Basilica e Battistero di San Vittore Via Martignoni, 11 21010 - Arsago Seprio - VA Scheda a cura della Direzione Culturale del FAI Il Battistero Il Battistero dedicato a San Giovanni Evangelista risale alla metà del XII secolo ed è situato di fronte alla facciata della Basilica, molto vicino ad essa. Secondo la tradizione il Battistero fu edificato per volere di Arnolfo II di Arsalo, arcivescovo di Milano dal 998 al 1018. Ha forma ottagonale con due portali a tripla strombatura (svasatura obliqua ricavata nello spessore del muro) opposti tra loro ed è sormontato da una corta torre a sedici lati con tetto piramidale solcata da profondi archi ciechi. Al di sopra di questi archi corre una serie di archetti pensili. Tre bifore divise da colonnine si aprono su un livello superiore. La base è fatta da macigni squadrati. All’interno vi sono otto nicchie a pianta rettangolare o trapezoidale scavate nello spessore del muro, eccetto quella rivolta ad Est che è semicircolare e presenta un altare ricavato da un cinerario romano (contenitore per le ceneri di un defunto). Nelle nicchie attigue sulla destra sono conservate sette epigrafi romane (I-IV secolo) e un cippo miliare romano. Semicolonne affiancano le nicchie e si alzano fino al livello delle imposte, dove terminano con un capitello dal quale partono altre semicolonne che giungono sino al matroneo (galleria sopraelevata destinata alle donne), al quale si accede attraverso due scale ricavate anch’esse nello spessore del muro. I piccoli capitelli di queste colonne sono scolpiti con soggetti animali e vegetali. www.beniculturali.it numero verde 800 99 11 99 www.fondoambiente.it www.autostrade.it Le nicchie sono decorate al livello del matroneo da una cornice di archetti. Nella galleria, aperta verso l’interno da una serie di arcate, è stata utilizzata una notevole quantità di materiale di reimpiego. Facilmente riconoscibili sono un miliario e un’ara votiva usati come colonne. Al centro è conservata l’antica vasca per il battesimo, alla quale si accedeva scendendo tre gradini dei quali ne sono rimasti solo due. Il Battistero è coperto da una cupola a volta sferica di stile orientale. Una curiosità: sul lato orientale dell’edificio è presente una anomala finestra difficilmente visibile a causa del suo orientamento. Essa infatti non è stata tagliata perpendicolarmente al muro come d’uso, ma di sghembo con orientamento a Sud. Probabilmente venne orientata in tal modo per consentire la visione della stella del mattino nell’alba successiva alla notte di Pasqua, nel momento in cui anticamente venivano battezzati i catecumeni. con TE GIORNA EE EUROP EL D ONIO PATRIM e di Strad Le granultura della Ctra i tesori d’Italia viaggio 27-28 BRE SETTEM 2008 SC1/137 di LOMBARDIA LUOGH di Luca Frigerio Il battistero, la basilica, il campanile, e attorno un discreto spazio erboso, che lega e allo stesso tempo apparta dal borgo circostante. E mentre lo sguardo s’adagia sulle grosse pietre grigie, sfiorandone le asperità, ammirandone il taglio preciso, un’idea curiosa, divertente persino, ci conquista piano piano… La successione degli edifici religiosi, il loro allineamento, la loro unità stilistica e architettonica, il contesto in cui sono inseriti: sì, davvero questo di Arsago Seprio è un piccolo, delizioso Campo dei Miracoli. Pisa è lontana, per carità, e così i fasti e la ricchezza della potente repubblica marinara. Ma anche quest’angolo di terra varesotta ebbe in verità i suoi momenti di gloria nell’età medievale, situata com’è in posizione strategica lungo l’antica strada che collegava Milano al Lago Maggiore. A capo di una delle pievi primigenie della diocesi ambrosiana, Arsago mantenne per lungo tempo un ruolo importante nella provincia del Seprio, passando apparentemente senza scosse dal dominio romano a quello longobardo, dal rinnovamento carolingio alle lotte tra i Comuni lombardi. Il complesso basilicale di San Vittore sorse, così come ancora oggi l’ammiriamo, tra l’XI e il XII secolo, probabilmente per impulso di Arnolfo, che di Milano fu vescovo e signore tra il 998 e il 1018. Ma non è chiaro se la chiesa e il battistero furono concepiti contemporanea- La basilica di San Vittore e il battistero di San Giovanni. In alto, un capitello del battistero. In apertura, il complesso romanico di Arsago Seprio in una suggestiva panoramica dall’alto. Arsago Seprio il Battistero e 42 San Vittore 43 LUOGHI DI LOMBARDIA mente, o se la loro realizzazione avvenne in tempi diversi. Simile è infatti la sapienza costruttiva delle due strutture, seppur non identica: più “tradizionale” l’una, più compatta l’altra. Quel che colpisce, comunque, è il senso di unità, di dipendenza perfino, di un edificio con l’altro: basilica e battistero, ad una prima occhiata, paiono quasi un tutt’uno, senza interruzioni, senza spazi intermedi. Se ciò fu deciso per libera scelta o per una costrizione ambientale, oggi è difficile dirlo. Restano le suggestioni, che nell’allungarsi delle ombre al vespero sussurrano di una complicità fraterna, di una volontà di unire il più strettamente possibile riti e liturgie, catecumeni e fedeli, come in un abbraccio. Il battistero, dunque. Massiccio, essenziale, di una solidità senza tempo. La base fatta di squadrati macigni, imponente, quasi fosse un tempio ciclopico. E il vento scivola sugli spigoli vivi, taglienti, sulle pareti che sembrano levigate. Due porte, tre bifore e nessun’altra apertura, se non minuscole, occultate feritoie. Il tiburio, più in alto, s’anima invece d’archi profondi, di finestrelle sagomate, che danno slancio, che irradiano luce, ma che non sminuiscono in nulla la compostezza dell’insieme. L’interno è inaspettatamente accogliente. Ci si sente protetti, al sicuro. E ci si meraviglia di trovarvi un simile gioco volumetrico, fatto di nicchie, di arcate, di pieni e di vuoti. Un ambiente di armoniche proporzioni che soltanto il romanico più attento e maturo poteva 44 Notizie utili In queste pagine, alcune immagini del battistero: al centro, l’interno con una vista della volta; in basso a sinistra, uno scorcio del matroneo; qui sotto, l’esterno; qui sopra, un capitello raffigurante un animale mostruoso. In alto a sinistra, invece, una veduta dell’interno della basilica. Posto sulle ultime propaggini delle Prealpi varesine che degradano dolcemente verso la brughiera altomilanese, Arsago Seprio - distante 17 chilometri da Varese - è facilmente raggiungibile con l’autostrada Milano-Laghi (A 8), uscendo al casello di Besnate. La basilica di San Vittore e l’adiacente battistero di San Giovanni formano uno dei complessi romanici più importanti della nostra regione: la chiesa, svolgendo funzione parrocchiale, è aperta tutti i giorni, sia al mattino che al pomeriggio; il battistero, invece, è visitabile di norma al pomeriggio. In ogni caso, è bene contattare la parrocchia, telefonando al numero 0331.769500. sieme a Noè, dando origine a una nuova stirpe di uomini. E l’arte medievale fece dell’otto, e dei suoi multipli, il simbolo numerico prediletto. Ciò che qui è in basso, pesante, buio, si fa via via più leggero, più luminoso. Il matroneo è come una balconata sul cielo, che rinuncia a balaustre e parapetti per essere ancora più aperta ed aerea. E alla pianta ottagonale si sovrappone infine la circolarità della volta, tensione ideale alla perfezione divina: come il cammino di chi riceve il battesimo, che dopo l’immersione, purificato dall’originale peccato, rinasce alla luce. Anche la chiesa accanto, nonostante gli interventi ottocenteschi, rivela tutta la sua sacrale imponenza. Conci più piccoli e più irregolari compongono le mura di San Vittore, ma accuratamente disposti, incastrati l’uno sull’altro con paziente lavoro. Come nel battistero, non c’è spazio qui per fronzoli e inutili orpelli: la linea è pulita, immediata. Una fascia di archetti ciechi è l’unico motivo ornamentale presente, che si dipana elegante su tutto il perimetro dell’edificio: lavoro di fino, di maestranze capaci. ideare. Un luogo in cui tutto sparisce e si quieta, in cui nasce il desiderio di guardarsi dentro, in pace, in silenzio. Otto sono i lati di questo battistero varesino, secondo una consolidata, diffusa tradizione. Perché, fin dalle origini, questo fu un numero denso di significati per il credo cristiano: otto come sigillo della Nuova Alleanza, come realizzazione delle promesse espresse nell’Antico Testamento. L’“ottavo giorno” è quello della resurrezione di Cristo, osservò il padre Ambrogio: è il completamento della Creazione, il superamento del tempo dell’uomo, la nuova vita a cui il catecumeno è ammesso attraverso il battesimo. Otto sono le beatitudini evangeliche, ma otto sono anche quanti scamparono al diluvio in45 LUOGHI DI LOMBARDIA L’oratorio campestre dei Santi Cosma e Damiano, che sorge in posizione isolata fuori dall’abitato di Arsago Seprio: si tratta di uno dei più interessanti edifici romanici del territorio. Sotto, alcuni dei molti reperti trovati nella zona e conservati nel Civico museo archeologico. La planimetria è quella classica basilicale, di impronta ambrosiana, di una austerità esemplare: una navata centrale affiancata da due minori, tutte absidate e aperte a Oriente. Il presbiterio è sensibilmente sopraelevato, ma non c’è cripta, né transetto. E si respira ancora un’aria di solenne mistero, nonostante la scialba intonacatura del secolo scorso abbia purtroppo falsato l’equilibrata spazialità interiore, nascondendo il caldo impatto della pietra a vista. Originale, invece, è il partito dei sostegni, con l’alternarsi dei grossi pilastri e delle esili colonne, romane, quest’ultime, e reimpiegate con il gusto per le cose belle. Così come i capitelli fioriti, provenienti da antichi, scomparsi edifici. Forte e possente è anche il campanile, quasi una torre di guardia, baluardo di un’inespugnabile fortezza. Tanto solido e compatto che neppure le campane sembrano riuscite a trovare posto al suo interno: le vediamo infatti a cielo aperto, collocate curiosamente in cima al tetto. A ben guardare, tuttavia, il campanile non è diritto come un piombo: pende, leggermente, ma pende. E allora, davvero il piccolo “miracolo” pisano continua… ■ 46 Un territorio ricco di storia C ircondato da un territorio interessato da antichi insediamenti umani, con abitati neolitici e dell’età del bronzo, Arsago Seprio si affaccia alla storia con numerosi ritrovamenti archeologici, sicura traccia di un piccolo ma attivo centro in età romana, già interessato da una ragguardevole presenza gallica: tra i reperti conservati nel Civico Museo (viale Vanoni 20, tel. 0331.768222; aperto il sabato dalle ore 15 alle 18, la domenica anche al mattino) si segnalano in particolar modo corredi funebri di varie epoche e una interessantissima lastra con una grande spada e un’ascia bipenne scolpita in rilievo, forse la copertura della tomba di un guerriero franco. Nel V secolo, in età paleocristiana, Arsago acquista importanza divenendo capopieve. Del periodo longobardo rimane una significativa necropoli, tuttora visibile, e in età carolingia la presenza degli Arnolfi, famiglia d’origine teutonica, porterà al borgo prestigio e potenza. Il massimo splendore è comunque raggiunto nel XII secolo, come testimoniano i resti di edifici civili e, soprattutto, quelli religiosi. Della basilica di San Vittore e del battistero di San Giovanni si è parlato nel servizio qui a fianco. Resta da segnalare la chiesa di Santa Maria in Monticello, risalente probabilmente attorno al IX secolo e adibita forse dagli stessi Arnolfi come mausoleo di famiglia: pesantemente ristrutturata in età barocca, essa presenta tuttavia importanti lacerti di antichi affreschi che riecheggiano modi ottoniani. In un bosco ai margini dell’abitato, invece, sorge isolato l’oratorio dei Santi Cosma e Damiano: l’edificio, eretto nel XII secolo con le stesse caratteristiche della basilica di San Vittore, rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura romanica minore in Lombardia. È invece del Cinquecento la chiesa di San Rocco, oggi profondamente modificata nelle sue strutture e adibita ad abitazione privata, ma che per lungo tempo fu al centro di una diffusa devozione: ancora se ne può ammirare il piccolo campanile e parti delle mura.