RELAZIONE TECNICO-FINANZIARIA AL PROGRAMMA DELLE

Comune di
PEGOGNAGA
RELAZIONE TECNICO-FINANZIARIA
AL PROGRAMMA DELLE
OPERE PUBBLICHE
(triennio 2011 - 2013)
Comune di PEGOGNAGA
RELAZIONE TECNICO - FINANZIARIA AL PROGRAMMA DELLE OPERE PUBBLICHE
PER IL TRIENNIO 2011 - 2013
INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
Pag.
Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente
La pianificazione degli investimenti
Il responsabile unico del procedimento
La strategia nelle decisioni d'investimento
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
Le risorse reperibili
Il programma triennale delle opere pubbliche
L'elenco annuale
Contenuto delle singole opere pubbliche
Analisi del contenuto tecnico e finanziario delle singole opere
Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (BIOGAS)
Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali
Riqualificazione delle aree verdi comunali
Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento
Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine
Realizzazione polo energetico al servizio degli edifici pubblici e opere di arredo finalizzate alla
produzione di energia elettrica fotovoltaica
Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elementare Vittorino Da feltre
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente
La pianificazione degli investimenti
La legge sui lavori pubblici ha introdotto taluni adempimenti che si caratterizzano, come in molti altri casi, nella
produzione di taluni modelli ufficiali che sono allegati al bilancio di previsione. Si tratta di un numero limitato di prospetti
che costituiscono l’applicazione pratica delle prescrizioni previste dal “Codice dei contratti pubblici” (D.Lgs. n.163/06), e
in particolare modo di quella parte della legge dove è prescritto che “..le amministrazioni aggiudicatrici sono tenuti ad
adottare il programma triennale e gli elenchi annuali dei lavori sulla base degli schemi tipo, che sono definiti con decreto
del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e sono pubblicati sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture e
trasporti (..) e per estremi sul sito informatico presso l’Osservatorio" (D.Lgs.163/06, art.128/11). Oltre a ciò, "..i
programmi triennali e gli aggiornamenti annuali, fatta eccezione per quelli predisposti dagli enti e da amministrazioni
locali e loro associazioni e consorzi, sono altresì trasmessi al CIPE, per la verifica della loro compatibilità con i
documenti programmatori vigenti" (D.Lgs.163/06, art.128/12).
I vincoli prescritti dalla norma, e in particolare modo quelli che regolano gli interventi di importo superiore alla soglia
minima (100.000,00 euro), sono particolarmente rigidi e complessi. Il legislatore, infatti, con questa serie di vincoli ha
cercato di conferire alla programmazione dei lavori pubblici un significato che la mettesse al riparo dalle pesanti critiche
che nel passato avevano fatto chiamare questo processo con l’appellativo non molto ambito di “libro dei sogni”. Questo
sforzo, seppure destinato ad aumentare il necessario grado di omogeneità e integrazione tra la programmazione
finanziaria delle spese in conto capitale (Titolo II delle uscite) e quella tecnica ed operativa delle opere pubbliche,
presenta però il grosso limite rappresentato dalla compilazione di una serie di tabelle ministeriali obbligatorie, e di
difficile lettura.
Se il risultato deve consistere nell’aumento del grado di affidabilità e di pubblicità nella programmazione degli interventi
in conto capitale, lo strumento “tabellare” non può essere sufficiente né adeguato. Questo è il motivo per cui la presente
Relazione tecnico - finanziaria accompagna il Programma triennale delle opere pubbliche specificandone il reale
contenuto anche in modo descrittivo: vincoli ministeriali e necessaria chiarezza espositiva vengono così ad integrarsi in
modo equilibrato e soddisfacente.
Mentre i modelli ministeriali tendono a raggruppare gli investimenti in prospetti cumulativi e dal forte contenuto sintetico,
i dati esposti nella presente Relazione sono spesso strutturati in modo tale da esaltare gli aspetti conoscitivi di ogni
singola opera, intendendosi per tale l’investimento provvisto di un’adeguata stima della spesa, dotato di specifiche fonti
di finanziamento, corredato dall’indicazione delle eventuali problematiche tecniche o burocratiche che ostacolano la
rapida realizzazione dell’opera, ed infine accompagnato dall’individuazione della tempistica con cui l’ente si prefigge di
arrivare alla concreta ultimazione dell’investimento. Qualora le condizioni operative lo consiglino, la singola opera è
inoltre accompagnata dalla descrizione delle motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a privilegiare la
realizzazione dell’intervento nei tempi e modalità indicate nel documento di programmazione.
Con l’evoluzione progressiva delle tecniche di conduzione degli enti locali, le decisioni assunte in materia di opere
pubbliche sono sempre più spesso precedute da attente valutazioni che analizzano il grado di utilità dell’investimento e
l’impatto che queste decisioni hanno sul bilancio del Comune. La manifestazione di volontà dell’ente attuata con le
decisioni di programmazione non può essere dissociata dalla presenza incisiva di un secondo requisito, che è la visione
realistica delle scelte, e cioè l’aggancio del desiderio di realizzare gli interventi d’investimento con la reale possibilità
tecnica e disponibilità finanziaria di metterli concretamente in atto. Questa è la differenza fondamentale tra un libro dei
sogni ed un moderno approccio alla programmazione ragionata.
La norma prescrive, infatti, che "..l'attività di realizzazione dei lavori di cui al presente codice di singolo importo superiore
a 100.000 euro si svolge sulla base di un programma triennale e di suoi aggiornamenti annuali che le amministrazioni
aggiudicatrici predispongono e approvano, nel rispetto dei documenti programmatori, già previsti dalla normativa
vigente, e della normativa urbanistica, unitamente all'elenco dei lavori da realizzare nell'anno stesso" (D.Lgs.163/06,
art.128/1).
I documenti formali su cui sono esposti i risultati del processo di scelta, pur essendo duplici (il programma triennale e
l’elenco annuale) non costituiscono niente altro che la rappresentazione delle medesime scelte espressa però su due
distinti livelli. Anche se i tempi di approvazione dell’elenco annuale precedono le normali scadenze di bilancio, è
significativo notare che ogni decisione in tema di investimento è assunta prendendo atto dell’indispensabile valutazione
sugli effetti indotti dall’espansione degli interventi in conto capitale sui futuri equilibri generali di bilancio.
Programmazione tecnica e pianificazione finanziaria, infatti, interagiscono pesantemente nel breve e nel medio periodo.
Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente
1
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente
Il responsabile unico del procedimento
Il responsabile del servizio, sia esso un dirigente o un dipendente di diverso livello professionale, è la figura centrale
attorno alla quale ruota l’aspetto operativo della gestione, e con esso, l’azione che tende a trasformare gli obiettivi
programmati dall’amministrazione in altrettanti risultati. Quando l’assetto organizzativo dell’ente è sufficientemente
vasto, sorge spesso l’esigenza di specificare, in modo separato, le prerogative di chi detiene i compiti di direzione
tecnica da chi gestisce invece le competenze di tipo operativo. Anche nel campo degli interventi in conto capitale,
pertanto, la legge ha recepito questa realtà organizzativa prevedendo che “..per ogni singolo intervento da realizzarsi
mediante un contratto pubblico, le amministrazioni aggiudicatrici nominano, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241,
un responsabile del procedimento, unico per le fasi della progettazione, dell’affidamento, dell’esecuzione"
(D.Lgs.163/06, art.10/1).
Come precisa la norma, il responsabile unico del procedimento ha una competenza operativa esclusiva nel campo della
progettazione, dell'affidamento e dell'esecuzione dei lavori pubblici, e non certo nella scelta delle opere da realizzare o
nell’individuazione della priorità degli interventi che spetta all’Amministrazione. Venendo alle competenze previste dalla
disciplina generale, "..il Responsabile del procedimento (..):
a) formula proposte e fornisce dati e informazioni al fine della predisposizione del programma triennale dei lavori
pubblici e dei relativi aggiornamenti annuali, nonché al fine della predisposizione di ogni altro atto di programmazione di
contratti pubblici di servizi e di forniture, e della predisposizione dell’avviso di preinformazione;
b) cura, in ciascuna fase di attuazione degli interventi, il controllo sui livelli di prestazione, di qualità e di prezzo
determinati in coerenza alla copertura finanziaria e ai tempi di realizzazione dei programmi;
c) cura il corretto e razionale svolgimento delle procedure;
d) segnala eventuali disfunzioni, impedimenti, ritardi nell’attuazione degli interventi;
e) accerta la libera disponibilità di aree e immobili necessari;
f) fornisce all’amministrazione aggiudicatrice i dati e le informazioni relativi alle principali fasi di svolgimento
dell’attuazione dell’intervento, necessari per l’attività di coordinamento, indirizzo e controllo di sua competenza;
g) propone all’amministrazione aggiudicatrice la conclusione di un accordo di programma, ai sensi delle norme vigenti,
quando si rende necessaria l’azione integrata e coordinata di diverse amministrazioni;
h) propone l’indizione, o, ove competente, indice la conferenza di servizi (..), quando sia necessario o utile per
l’acquisizione di intese, pareri, concessioni, autorizzazioni, permessi, licenze, nulla osta, assensi, comunque
denominati" (D.Lgs.163/06, art.10/3).
È importante notare come la norma distingua le competenze del responsabile unico del procedimento, di natura tecnica
ed operativa, da quelle dell’Amministrazione, che è definita come attività di coordinamento, di indirizzo e di controllo. La
scelta delle opere da realizzare, della loro collocazione temporale e il controllo sul rispetto di queste direttive,
naturalmente, spetta al Sindaco e all’organo esecutivo che si avvalgono, per lo svolgimento di queste attribuzioni, del
supporto del nucleo di valutazione e del controllo interno di gestione. Venendo infine ai soggetti ai quali il Sindaco può
attribuire la titolarità di questa funzione, la legge prescrive che "..il responsabile del procedimento deve possedere titolo
di studio e competenza adeguati in relazione ai compiti per cui è nominato. Per i lavori e i servizi attinenti all’ingegneria
e all’architettura deve essere un tecnico. Per le amministrazioni aggiudicatrici deve essere un dipendente di ruolo"
(D.Lgs.163/06, art.10/5).
Qualora l'organico dell'ente "..presenti carenze accertate o in esso non sia compreso nessun soggetto in possesso della
specifica professionalità necessaria per lo svolgimento dei compiti propri del responsabile del procedimento, secondo
quanto attestato dal dirigente competente, i compiti di supporto all’attività del responsabile del procedimento possono
essere affidati, con le procedure previste dal presente codice per l’affidamento di incarichi di servizi, ai soggetti aventi le
specifiche competenze di carattere tecnico, economico – finanziario, amministrativo, organizzativo, e legale, che
abbiano stipulato adeguata polizza assicurativa a copertura dei rischi professionali" (D.Lgs.163/06, art.10/7).
La legge individua due distinte figure: il responsabile unico del procedimento e il dirigente competente alla formazione
del programma. Si tratta di professionalità che si possono ritrovare solo nei comuni di non piccola dimensione; negli altri
enti, infatti, è molto probabile che il responsabile del procedimento corrisponda con il dirigente, o per meglio dire, che il
responsabile del servizio tecnico sia l’unico titolare dei procedimenti e anche competente nella formazione del
programma. Ritroviamo questa figura quando il legislatore prescrive che "..le prestazioni relative alla progettazione
preliminare, definitiva ed esecutiva di lavori, nonché alla direzione dei lavori e agli incarichi di supporto
tecnico-amministrativo alle attività del responsabile del procedimento e del dirigente competente alla formazione del
programma triennale dei lavori pubblici sono espletate (..) dagli uffici tecnici delle stazioni appaltanti (..), dagli uffici
consortili di progettazione e di direzione dei lavori (..), dagli organismi di altre pubbliche amministrazioni (..), da liberi
professionisti singoli od associati (..), dalle società di professionisti (..), dalle società di ingegneria (..), da
raggruppamenti temporanei costituiti dai soggetti (..), da consorzi stabili di società di professionisti e di società di
ingegneria (..)" (D.Lgs.163/06, art.90/1).
L’articolo di legge riafferma quindi la possibilità per il Comune di affiancare il personale tecnico proprio - dirigenziale o
direttivo - con professionisti singoli od associati, soggetti che sono pertanto esterni all'ente.
Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente
2
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente
La strategia nelle decisioni d'investimento
Per un ente locale, l’impatto delle scelte d’investimento sugli equilibri di bilancio diventa delicato se la loro espansione è
finanziata con il ricorso al credito oneroso (indebitamento). Il Comune, infatti, a differenza del privato non ha la
possibilità di finanziare il rimborso del nuovo debito con le maggiori entrate prodotte dai servizi erogati con la nuova
opera. La politica economico/finanziaria dell’azienda privata, invece, dovendo garantire un livello di redditività del
capitale investito, condiziona sempre le scelte degli interventi in C/capitale. Si verifica, pertanto, un diretto legame tra
l'attivazione di un nuovo investimento e l'impatto che questo avrà sull'equilibrio economico e finanziario dell'impresa.
Ogni investimento, specialmente se finanziato con il ricorso al credito, ha un suo costo diretto e indiretto. Da un lato,
ottenere finanziamenti con la contrazione di prestiti, mutui o l'emissione di obbligazioni, accentua il peso degli oneri
finanziari sul C/economico: il bilancio dovrà sopportare ulteriori costi rappresentati dai maggiori interessi dovuti all'ente
finanziatore. L'effetto indotto dall'acquisizione di queste risorse non si limita alla maggiore incidenza degli oneri
finanziari sul totale dei ricavi, perché anche il rimborso delle quote capitali del nuovo prestito si ripercuotono sugli
equilibri finanziari. Al momento della scadenza delle rate del mutuo, infatti, l'impresa dovrà possedere una disponibilità
di contanti tale da consentirne la regolare evasione. Se quest’ultima circostanza non si verifica, l'impresa dovrà
contrarre ulteriori prestiti a breve (ricorso al fido) per pagare la rata in scadenza (capitale e interesse). È evidente che
questo ricorso al debito per pagare un debito ha un costo ancora superiore e incide, a sua volta, sul C/economico.
All'interno di quest'ultimo, infatti, aumenterà ulteriormente il peso degli interessi sull'intero fatturato.
Queste premesse sono importanti per comprendere che l'azienda privata ricorre al finanziamento esterno oneroso,
credito quindi non a fondo perduto, solo se i benefici prodotti dai nuovi investimenti sono tali da autofinanziare il
rimborso del prestito, e cioè il pagamento dei maggiori interessi passivi ed il progressivo rimborso della quota capitale. I
maggiori ricavi (o i minori costi) che derivano dall'utilizzo produttivo dei nuovi investimenti (impianti, attrezzature, ecc.)
devono quindi essere di dimensioni tali da compensare almeno i costi degli interessi prodotti dal maggiore
indebitamento e il rimborso del capitale. In caso contrario, l'azienda perde progressivamente sia la capacità di produrre
reddito che l'autonomia gestionale: dovrà, infatti, dipendere dal sistema bancario e inoltre, il ricorso massiccio ai mezzi
di terzi, riporterà il conto economico in perdita erodendo, in modo lento ma progressivo, il valore del patrimonio netto
aziendale.
Il riferimento al comportamento dell'impresa privata costituisce la premessa necessaria per comprendere quali siano i
fattori economico/finanziari che un amministratore di un ente locale deve considerare prima di individuare la fattibilità
tecnica dell'investimento desiderato, per individuare così l’ottimale fonte di finanziamento. A differenza dell'impresa
privata, infatti, l'investimento operato dal Comune è sempre, salvo rarissime eccezioni, un investimento
economicamente improduttivo. Asfaltare una strada, costruire un nuovo asilo o acquistare un automezzo non produce
mai per l'ente alcuna significativa fonte di ulteriore reddito. Questo è il motivo per cui le quote interessi e le quote
capitale di rimborso dei prestiti scadenti nell'esercizio sono collocate all'interno del bilancio corrente. In altri termini,
l'intera rata del prestito in scadenza, che ha finanziato un investimento non produttivo di reddito, è totalmente coperta
con le entrate correnti dell'ente: i tributi (Titolo 1/E), i trasferimenti in conto gestione (Titolo 2/E) e le entrate
extra-tributarie (Titolo 3/E).
Il Comune, quando decide di espandere gli investimenti ricorrendo ai mutui passivi, ha già preventivato che
l’ammortamento del nuovo prestito (capitale e interesse) sarà coperto ricorrendo ad ulteriori entrate (aumento della
pressione fiscale) o contraendo le spese correnti (razionalizzazione della spesa). È il principio di costruzione del bilancio
in pareggio finanziario che impone il mantenimento costante dell'equilibrio tra le entrate e le uscite correnti. La scelta
della fonte di finanziamento, per l'ente pubblico come per l'impresa privata, è quindi un aspetto decisivo della gestione
degli investimenti. Se, come prima accennato, le errate politiche di finanziamento possono portare l'impresa privata a
dipendere pesantemente dal sistema creditizio, e qualora la situazione non sia tempestivamente risanata al successivo
fallimento, anche nel pubblico la dinamica dei movimenti finanziari non varia. Seguendo la stessa logica economica,
infatti, le medesime situazioni portano l'ente locale ad avere una maggiore rigidità di bilancio e, qualora la situazione
degeneri, a trovarsi nell'impossibilità di onorare i propri debiti, entrando progressivamente in una fase che condurrà alla
dichiarazione formale di dissesto.
Queste considerazioni rivalutano l'importanza della visione strategica delle finanze comunali. Le scelte di politica
finanziaria intraprese dall'amministrazione, riportate in atti di grande rilevanza come il Programma triennale delle opere
pubbliche, devono quindi possedere due importanti requisiti: avere la capacità di formare un adeguato consenso politico
e sociale ed essere, allo stesso tempo, il frutto di una visione d'insieme strategicamente efficace ed economicamente
valida.
Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente
3
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
Le risorse reperibili
Il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 9 giugno 2005, con oggetto "Procedura e schemi-tipo per la
redazione e la pubblicazione del programma triennale, dei suoi aggiornamenti annuali e dell'elenco annuale dei lavori
pubblici, ai sensi dell'articolo 14, comma 11, della legge 11 febbraio 1994, n. 109 e successive modificazioni ed
integrazioni", ha approvato i modelli obbligatori che costituiscono gli elementi formali del Programma triennale delle
opere pubbliche soggetto all'approvazione preventiva della Giunta, prima (schema), e del Consiglio consiglio comunale,
poi (programma definitivo).
Da un punto di vista puramente formale, il modello ufficiale consiste in quattro distinte tabelle denominate: Quadro delle
risorse disponibili (scheda 1), Articolazione della copertura finanziaria (scheda 2), Elenco degli immobili da trasferire
(scheda 2b) ed Elenco annuale (scheda 3).
Il processo che porta all’approvazione dei documenti tecnici da parte degli organi deliberativi dell’ente è alquanto lungo,
con la conseguenza che le scelte delineate dal legislatore male si combinano con i tempi ed i modi di approvazione del
bilancio di previsione e della relazione previsionale e programmatica. L’intervallo di tempo che va dall’approvazione
della bozza di programma triennale da parte della Giunta e l’inserimento di questi atti all’ordine del giorno del Consiglio
comunale che li approva, infatti, è particolarmente ampio. Al riguardo, la norma prescrive che “..lo schema di
programma triennale e i suoi aggiornamenti annuali sono resi pubblici, prima della loro approvazione, mediante
affissione nella sede delle amministrazioni aggiudicatrici per almeno sessanta giorni consecutivi ed eventualmente
mediante pubblicazione sul profilo di committente della stazione appaltante" (D.Lgs.163/06, art.128/2).
Il primo ostacolo che l’ente deve superare per individuare quali siano le opere da inserire nel programma triennale, ma
soprattutto nell’elenco annuale, è la ricerca delle risorse finanziarie reperibili in tempi e modalità ragionevolmente
realistiche. Attraverso una ricognizione delle disponibilità finanziarie nel triennio, l’amministrazione determina la
capacità di spesa ed il budget da destinare alla realizzazione di opere pubbliche, definendo così l’entità delle somme da
iscrivere nel bilancio pluriennale ed annuale necessarie al perseguimento di questi obiettivi. In particolare, secondo le
prescrizioni di legge, la ricognizione deve distinguere le risorse secondo le seguenti categorie:
1) Entrate aventi destinazione vincolata per legge, oppure disponibili in base a contributi in conto capitale dello Stato,
delle regioni o di altri enti pubblici;
2) Mutui passivi;
3) Apporti di capitali privati, con l’individuazione delle opere suscettibili di gestione economica e previa verifica della
possibilità di fare ricorso all’affidamento in concessione di costruzione e gestione o a procedure di project financing;
4) Trasferimenti all’appaltatore della proprietà degli immobili;
5) Stanziamenti di bilancio, intesi come risorse di parte corrente destinate agli investimenti;
6) Altre disponibilità finanziarie.
Le risorse che si intendono reperire nel triennio 2011-2013 in sintesi
Arco temporale di validità del programma
Tipologie risorse
Disponibilità
finanziaria 2011
Entrate aventi destinazione vincolata per legge
Entrate acquisite mediante contrazione di mutuo
Entrate acquisite mediante apporti di capitali privati
Trasferimento di immobili ex art.19, c.5-ter L.n.109/94
Stanziamenti di bilancio
Altro
Totali
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
Disponibilità
finanziaria 2012
Disponibilità
finanziaria 2013
2.344.000,00
0,00
0,00
0,00
0,00
650.000,00
5.723.900,00
2.000.000,00
0,00
0,00
0,00
0,00
192.500,00
330.000,00
50.000,00
365.000,00
150.000,00
600.000,00
8.625.400,00
2.480.000,00
1.300.000,00
4
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
Comune di PEGOGNAGA
5
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
Il programma triennale delle opere pubbliche
Lo strumento di pianificazione delle opere pubbliche adottato dagli enti locali è il programma triennale, deliberato
formalmente dalla giunta e poi sottoposto, solo in un secondo tempo, all’analisi del consiglio comunale. Infatti, prescrive
la norma che “..l'attività di realizzazione dei lavori di cui al presente codice di singolo importo superiore a 100.000 euro
si svolge sulla base di un programma triennale e di suoi aggiornamenti annuali che le amministrazioni aggiudicatrici
predispongono e approvano, nel rispetto dei documenti programmatori, già previsti dalla normativa vigente, e della
normativa urbanistica, unitamente all'elenco dei lavori da realizzare nell'anno stesso" (D.Lgs.163/06, art.128/1). La
presenza di un limite minimo (100.000 euro) per l'adozione obbligatoria dello strumento formale di programmazione
delle opere dipende dall’esigenza, molto sentita dal legislatore, di non appesantire l’attività amministrativa dei piccoli
comuni che attuano necessariamente una politica di investimento incentrata su interventi che di solito assumono
dimensioni contenute.
La legge non si limita a definire i criteri che l’ente deve seguire per raggiungere lo scopo, e cioè una ponderata
pianificazione delle scelte d’investimento, ma si estende fino a individuare i modelli obbligatori che impongono una
rappresentazione formale delle scelte politiche. Con questa premessa, la norma prescrive che "..le amministrazioni
aggiudicatrici sono tenute ad adottare il programma triennale e gli elenchi annuali dei lavori sulla base degli schemi tipo,
che sono definiti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e sono pubblicati sul sito informatico del
Ministero delle infrastrutture e trasporti (..) e per estremi sul sito informatico presso l’Osservatorio" (D.Lgs.163/06,
art.128/11).
Secondo le previsioni di legge, “..il programma triennale costituisce momento attuativo di studi di fattibilità e di
identificazione e quantificazione dei propri bisogni che le amministrazioni aggiudicatrici predispongono nell'esercizio
delle loro autonome competenze e, quando esplicitamente previsto, di concerto con altri soggetti, in conformità agli
obiettivi assunti come prioritari (..)" (D.Lgs.163/06, art.128/2). Sono quattro, quindi, le caratteristiche che individuano il
programma triennale: la presenza di uno studio di fattibilità, la quantificazione dei propri bisogni d’investimento,
l’inserimento nel piano quantomeno degli interventi previsti di importo unitario superiore ai 100.000 euro, ed infine la
definizione del grado di priorità negli obiettivi da conseguire. Per quanto riguarda l’identificazione e la quantificazione
delle proprie necessità d’investimento, "..gli studi individuano i lavori strumentali al soddisfacimento dei predetti bisogni
(..)" (D.Lgs.163/06, art.128/2). Si tratta, in sostanza, della ricognizione generale sulle esigenze della collettività in tema
di opere pubbliche che è propedeutica alla stesura del progetto preliminare. Solo un'opera che supera questo primo
studio di carattere socio-ambientale, e che quindi dimostra di essere il mezzo attraverso il quale una reale necessità
viene ad essere soddisfatta, acquisisce pieno titolo per diventare oggetto dell’ulteriore studio tecnico che trova l’esatta
collocazione nella prima fase della progettazione: quella preliminare. Spostando l’attenzione alla fattibilità
dell’intervento, “..gli studi (..) indicano le caratteristiche funzionali, tecniche, gestionali ed economico - finanziarie degli
stessi e contengono l'analisi dello stato di fatto di ogni intervento nelle sue eventuali componenti storico - artistiche,
architettoniche, paesaggistiche, e nelle sue componenti di sostenibilità ambientale, socio - economiche, amministrative
e tecniche" (D.Lgs.163/06, art.128/2).
Siamo quindi in presenza di elementi che appartengono alla competenza del responsabile dei lavori pubblici
(caratteristiche tecniche), a quella del titolare del servizio cui l’opera finita sarà destinata (caratteristiche gestionali) ed a
quella del responsabile di ragioneria (caratteristiche economico-finanziarie). Per quanto riguarda la sequenza temporale
con cui l’ente affronterà il finanziamento e la successiva realizzazione delle opere ”..il programma triennale deve
prevedere un ordine di priorità. Nell'ambito di tale ordine sono da ritenere comunque prioritari i lavori di manutenzione,
di recupero del patrimonio esistente, di completamento dei lavori già iniziati, i progetti esecutivi approvati, nonché gli
interventi per i quali ricorra la possibilità di finanziamento con capitale privato maggioritario" (D.Lgs.163/06, art.128/3).
Il programma triennale delle opere pubbliche 2011-2013 in sintesi
Descrizione dell'intervento
(Bilancio opera)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili
(BIOGAS)
Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi
pubblici ciclopedonali
Riqualificazione delle aree verdi comunali
Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento
Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine
Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi
pubblici ciclopedonali
Realizzazione polo energetico al servizio degli edifici pubblici e opere di
arredo finalizzate alla produzione di energia elettrica fotovoltaica
Riqualificazione delle aree verdi comunali
Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine
Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elementare Vittorino Da
feltre
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
Arco temporale di validità del programma
Anno 2011
Anno 2012
Anno 2013
8.067.900,00
0,00
0,00
197.500,00
0,00
0,00
120.000,00
90.000,00
150.000,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
150.000,00
0,00
0,00
2.000.000,00
0,00
0,00
0,00
80.000,00
250.000,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1.100.000,00
6
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Il programma triennale delle opere pubbliche 2011-2013 in sintesi
Arco temporale di validità del programma
Descrizione dell'intervento
(Bilancio opera)
Anno 2011
Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi
pubblici ciclopedonali
12 Riqualificazione delle aree verdi comunali
11
Totale
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
Anno 2012
Anno 2013
0,00
0,00
150.000,00
0,00
0,00
50.000,00
8.625.400,00
2.480.000,00
1.300.000,00
7
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
L'elenco annuale
Le opere pubbliche previste nel primo anno della programmazione confluiscono nell’elenco annuale, ma la decisione di
attivare un investimento non è la condizione sufficiente per iscrivere l’intervento nel programma immediato di
attuazione. Quest’ultima scelta deve essere, infatti, preceduta dall’approvazione di un altro documento tecnico: il
progetto preliminare, oppure, per gli interventi di minore importanza, studio di fattibilità. Difatti, "..l'inclusione di un lavoro
nell'elenco annuale è subordinata, per i lavori di importo inferiore a 1.000.000 di euro, alla previa approvazione di uno
studio di fattibilità e, per i lavori di importo pari o superiore a 1.000.000 di euro, alla previa approvazione della
progettazione preliminare, redatta ai sensi dell’articolo 93, salvo che per i lavori di manutenzione, per i quali è sufficiente
l'indicazione degli interventi accompagnata dalla stima sommaria dei costi " (D.Lgs.163/06, art.128/6).
Proprio in considerazione del fatto che gli interventi previsti nel primo anno in cui si articola il programma triennale sono
quelli di più immediata attuazione, la normativa richiede l'indicazione dell’esatta fonte di finanziamento dell’opera,
un'entrata che è pertanto contestualmente inserita negli stanziamenti del bilancio di previsione del medesimo esercizio.
In conseguenza di ciò, "..l'elenco annuale predisposto dalle amministrazioni aggiudicatrici deve essere approvato
unitamente al bilancio preventivo, di cui costituisce parte integrante, e deve contenere l'indicazione dei mezzi finanziari
stanziati sullo stato di previsione o sul proprio bilancio, ovvero disponibili in base a contributi o risorse dello Stato, delle
regioni a statuto ordinario o di altri enti pubblici, già stanziati nei rispettivi stati di previsione o bilanci (..)" (D.Lgs.163/06,
art.128/9). Non è superfluo, comunque, porre l’accento sulla circostanza che i finanziamenti di questi interventi, qualora
siano dipendenti da decisioni di enti pubblici esterni, subiscono le modalità e soprattutto i tempi di approvazione dei
rispettivi organi di governo. Spesso questi enti approvano i propri documenti di programmazione di gran lunga in ritardo
rispetto al comune, con la conseguenza che l’iscrizione in bilancio della specifica fonte di finanziamento può essere, in
questi casi, suscettibile di successivo perfezionamento.
La legge pone dei limiti alla possibilità di manovra dell’ente. In particolare, "..un lavoro non inserito nell'elenco annuale
può essere realizzato solo sulla base di un autonomo piano finanziario che non utilizzi risorse già previste tra i mezzi
finanziari dell'amministrazione al momento della formazione dell'elenco, fatta eccezione per le risorse resesi disponibili a
seguito di ribassi d'asta o di economie (..)" (D.Lgs.163/06, art.128/9). Si tratta di prescrizioni molto restrittive in parte
mitigate dalla successiva norma la quale, dopo avere ricordato la necessità del puntuale rispetto della sequenza di
attivazione del singolo intervento decisa dall’ente (ordine di priorità), dispone che "..le amministrazioni aggiudicatrici nel
dare attuazione ai lavori previsti dal programma triennale devono rispettare le priorità ivi indicate. Sono fatti salvi gli
interventi imposti da eventi imprevedibili o calamitosi, nonché le modifiche dipendenti da sopravvenute disposizioni di
legge o regolamentari ovvero da altri atti amministrativi adottati a livello statale o regionale" (D.Lgs.163/06, art.128/5).
L’elenco annuale, pertanto, sarà soggetto nel corso dell’esercizio ad eventuali perfezionamenti proprio in virtù del
verificarsi di simili circostanze.
Un’ultima norma, infine, introduce un ulteriore freno al margine di manovra prescrivendo che "..i lavori non ricompresi
nell'elenco annuale o non ricadenti nelle ipotesi di cui al comma 5, secondo periodo, non possono ricevere alcuna forma
di finanziamento da parte di pubbliche amministrazioni" (D.Lgs.163/06, art.128/10). Il Comune, pertanto, potrà chiedere
ad un altro ente pubblico l’immediato finanziamento di un’opera non inserita nel primo anno dell’attuale programma
triennale solo dopo aver aggiornato il corrispondente elenco annuale.
L’elenco annuale delle opere pubbliche 2011 in sintesi
Descrizione dell'intervento
Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (BIOGAS)
Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali
Riqualificazione delle aree verdi comunali
Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento
Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine
Responsabile del procedimento
Tartari Diego architetto
Tartari Diego architetto
Tartari Diego architetto
Tartari Diego architetto
Tartari Diego architetto
8.067.900,00
197.500,00
120.000,00
90.000,00
150.000,00
Totale
Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi
Importo
intervento
(in Euro)
8.625.400,00
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Contenuto delle singole opere pubbliche
Analisi del contenuto tecnico e finanziario delle singole opere
La programmazione delle opere pubbliche, e con essa la pianificazione degli interventi dell’elenco annuale, è attuata
seguendo un percorso vincolante stabilito espressamente dal legislatore e si avvale, nella sua pratica attuazione, di una
serie di modelli espressamente approvati dal competente ministero. Si tratta, pertanto, di un procedimento che implica
una corretta gestione delle formalità e dei procedimenti amministrativi obbligatori.
La norma, infatti, stabilisce che "..le amministrazioni aggiudicatrici sono tenute ad adottare il programma triennale e gli
elenchi annuali dei lavori sulla base degli schemi tipo, che sono definiti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei
trasporti (..)" (D.Lgs.163/06, art.128/11). La modulistica ufficiale può pertanto essere ampliata ma non sostituita, ed è
per questo che la presente Relazione integra i dati espressi nel documento ufficiale per renderlo di più agevole
comprensione.
Il legislatore ha inoltre pianificato i tempi di deliberazione di questi importanti elaborati, assegnando al Comune una
serie di scadenze che, pur non essendo di carattere perentorio, interagiscono direttamente con i tempi di approvazione
del bilancio di previsione e ne condizionano la tempestiva approvazione. In virtù di ciò, "..lo schema di programma e di
aggiornamento sono redatti entro il 30 settembre di ogni anno e, prima della loro pubblicazione, sono adottati entro il 15
ottobre di ogni anno dall'organo competente secondo i rispettivi ordinamenti” (D.M. 9 giugno 2005, art.1/2).
Mentre il 30 settembre è la scadenza entro la quale l’apparato tecnico del Comune deve essere in grado, previo
l’assenso degli amministratori, di produrre la bozza del programma triennale, il successivo 15 ottobre è la data
ordinatoria entro la quale la giunta è tenuta ad approvare gli schemi. In questo modo, l’organo esecutivo attribuisce a
questi elaborati non definitivi un sufficiente grado di ufficialità e da questo termine può avere inizio la successiva fase di
pubblicazione dei modelli, dove chiunque vi abbia interesse può promuovere nei confronti dell’ente le proprie istanze
migliorative. Infatti, “..lo schema di programma triennale e i suoi aggiornamenti annuali sono resi pubblici, prima della
loro approvazione, mediante affissione nella sede delle amministrazioni aggiudicatrici per almeno sessanta giorni
consecutivi ed eventualmente mediante pubblicazione sul profilo di committente della stazione appaltante"
(D.Lgs.163/06, art.128/2).
Il lungo periodo di pubblicazione dello schema di programma triennale condiziona l’approvazione del bilancio di
previsione dell’ente, dato che le eventuali modifiche apportate dall’organo esecutivo a questa prima bozza di
programma devono essere immediatamente recepite dal principale strumento di programmazione dell’attività finanziaria
del Comune. Trascorso questo adempimento pubblicitario ed eventualmente aggiornata la prima bozza del programma
triennale e dell’elenco annuale, i consigli comunali “..approvano i medesimi documenti unitamente al bilancio preventivo
di cui costituiscono parte integrante (…)" (D.M. 9 giugno 2005, art.1/3).
La fase successiva interessa esclusivamente l’organo centrale e le proprie strutture di monitoraggio settoriale. La
necessità di acquisire le informazioni provenienti dall’intero universo degli enti locali e di elaborarne il contenuto, infatti,
è all’origine di una successiva prescrizione la quale stabilisce che "..il programma triennale e gli elenchi annuali dei
lavori (..) sono pubblicati sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture e trasporti (..) e per estremi sul sito
informatico presso l’Osservatorio" (D.Lgs.163/06, art.128/11).
Prendendo spunto dall’esigenza di andare oltre alla semplice rappresentazione dei prospetti obbligatori del Programma
triennale delle opere pubbliche, la Relazione si svilupperà nelle pagine successive riportando, per ogni investimento
pianificato, tutti gli elementi che ne costituiscono le peculiari caratteristiche, come le fonti di finanziamento, i dati
eventualmente presenti nell’elenco annuale, le problematiche che l’ente dovrà superare per realizzare l’opera, la
tempistica della sua realizzazione, ed infine le eventuali note e commenti che accompagnano il singolo investimento.
Contenuto delle singole opere pubbliche
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Bilancio opera
(importi in Euro)
Denominazione opera:
Responsabile del procedimento:
Cod. interv. amministrazione:
Tipologia intervento:
Categoria di opere:
Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (BIOGAS)
Tartari Diego architetto
01 - Nuova costruzione
A03 06 - Produzione e distribuzione di energia elettrica
- Finanziamenti FINANZIAMENTI
Capitolo
Articolo
0
851
ESERCIZIO
Denominazione
2011
Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili
(BIOGAS)
Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili
1
(BIOGAS)
0
TOTALE INVESTIMENTO
2012
2013
5.723.900,00
0,00
0,00
2.344.000,00
0,00
0,00
8.067.900,00
0,00
0,00
- Elenco annuale Importo intervento:
Finalità:
Priorità:
Stato progettazione:
Conformità:
8.067.900,00
Qualità ambientale
1
Studio di fattibilità
Urbanistica:
Sì
Ambientale:
Sì
Tempi di esecuzione:
Inizio lavori:
3 / 2011
Fine lavori:
4 / 2012
Responsabile del procedimento:
Tartari Diego architetto
- Apporto di capitale privato Anno
Importo opera
Capitale privato
2011
8.067.900,00
2012
0,00
0,00
2013
0,00
0,00
Contenuto delle singole opere pubbliche
Tipologia
5.723.900,00 Concessione di costruzione e gestione
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Premessa
La forte vocazione agro-zootecnica dell’area interessata, e l’elevato carico azotato
proveniente dagli effluenti di allevamento in area classificata come “vulnerabile”
all’inquinamento da nitrati, ha portato l’Amministrazione Comunale ad orientare la
propria scelta in una direzione finalizzata ad affrontare in modo razionale ed
economicamente sostenibile, la gestione territoriale dell’utilizzo agronomico dei liquami
zootecnici nel pegognaghese. Tale scelta si pone in una ottica di garantire nel territorio il
mantenimento e lo sviluppo il più possibile ordinato e sostenibile del settore agricolo e
zootecnico, settore peraltro basato su produzioni DOP di grande qualità e di prestigio
internazionale come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma.
Da questo assunto discende la decisione di prevedere la Realizzazione di una Centrale
Termoelettrica Alimentata a Biogas Prodotto da Liquami Zootecnici e Biomasse Vegetali
associata ad un Impianto per la Separazione, Essiccazione e Delocalizzazione della frazione
solida del digestato, con gestione interaziandale nell’utilizzo agronomico dei liquami trattati.
Descrizione del Progetto
Dimensionamento
Il progetto prevede la realizzazione di:
- Un impianto per la produzione di biogas mediante digestione anaerobica di
potenza elettrica pari a 1MWh;
- Un impianto di essiccazione della frazione solida del digestato;
- Un impianto interaziendale per l’utilizzo agronomico dei liquami trattati.
Conferimenti
Reflui zootecnici
I liquami zootecnici verranno conferiti da tre aziende situate nel raggio di 2,00 Km dalla
sede dell’impianto.
Le aziende interessate sono due cooperative di lavorazione del latte con annesso
allevamento suinicolo ad una azienda privata.
Nell’impianto verranno valorizzate le deiezioni di circa 15.500 suini di cui 14.000 da
ingrasso e 1.500 scrofe per un totale di circa 75.000 ton/anno di reflui.
Matrici agricole
L’impianto verrà inoltre alimentato da silo mais e sorgo insilato, reperito in aziende che
operano nella zona dove verrà realizzato l’impianto.
Al fine di raggiungere la potenza elettrica in progetto, si stima che saranno necessarie circa
8.500 ton/anno di silo mais e circa 8.000 ton/anno di sorgo.
Per la fornitura di tali quantitativi saranno impiegati circa 150 ha di terreno.
Considerato che il territorio ha destinato a colture cerealicolo foraggiere oltre 1.400 ha di
terreno, tali matrici verranno facilmente reperite in loco.
Configurazione delle strutture
Impianto biogas
L’impianto sarà costituito da:
- linea di fermentazione:
· n° 2 fermentatori circolari da m 26 di diametro h m 6 per un volume di m3
3.186;
· n° 1 postfermentatore circolare a m 30 di diametro h m 6 per un volume di
m3 4.241;
Contenuto delle singole opere pubbliche
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
·
-
-
n° 2 vasche di raccolta digestato di forma circolari da m 30 di diametro h m
6 per un volume di m3 4.241.
· n° 1 alimentatore per caricamento matrici solide;
· n° 1 prevasaca con pompa dotata di misuratore per il caricamento del
liquame
linea pompaggio e condutture;
· linea di pompaggio interna all’impianto;
· condutture interne all’impianto per la captazione ed il convogliamento del
biogas;
· condutture interne all’impianto per la captazione ed il convogliamento del
calore.
sistema di controllo:
· Sistema computerizzato di controllo dell’impianto.
cogeneratore:
· n° 1 cogeneratore Jenbacher 1.064 kW.
· n° 1 torcia
infrastrutture:
· n° 4 platee per lo stoccaggio degli insilati da m 17,5 x m 70 h m 4;
· n° 1 pesa a terra;
· n° 1 cabina elettrica;
· n° 1 trasformatore;
· piazzali e viabilità interna.
Impianto di separazione meccanica ed essiccazione della frazione solida del digestato
L’impianto di essiccazione sarà composto da:
- separatore a vite senza fine;
- essiccatoio;
- sistema di comando;
- unità di miscelazione;
- contenitore con sistema di pesa e miscelatore per immissione substrato;
- coclea per prelevamento sostanze solide;
- sistema di aerazione completo di:
· n° 4 ventilatori;
· sistema di controllo della temperatura;
· scambiatore termico;
· canali circolazione aria.
- sistema di purificazione aria;
Strutture accessorie
- capannone necessario per l’allocazione dell’impianto di essiccazione;
- tettoia e platea necessaria per la lavorazione e stoccaggio del prodotto essiccato
integrata con il capannone.
Impianto interaziendale per l’utilizzo agronomico dei liquami trattati.
L’impianto è corredato da un rete di tubi sotterranei cha ha la funzione di collegare le tre
aziende che conferiscono il liquame all’impianto e per il trasferimento del digestato alle
aree dove verranno effettuati gli spandimenti.
L’impianto sarà costituito da:
- linea di pompaggio esterna di collegamento tra l’impianto ed i siti delle aziende
conferenti i liquami;
Contenuto delle singole opere pubbliche
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
- linea di pompaggio della frazione liquida del digestato versi i siti dove verrà
attuata lo spandimento.
- stazione di pompaggio dall’impianto ai punti di irrigazione e/o spandimento;
- stazione di collegamento dalla linea di spandimento dell’impianto alla linea di
irrigazione realizzata dal Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po;
- gestione degli spandimenti mediante l’utilizzo di unità elettroniche a
microprocessore, da installare sul punto di erogazione dell’acqua, che comanderà
l’apertura e la chiusura dell’idrovalvola mediante l’utilizzo di un badge
personalizzato per ogni utente e che consentirà la memorizzazione delle operazioni
effettuate da ogni singolo utente.
Analisi di Coerenza
Contenuto Innovativo
Il grado di innovazione contenuto attiene a diversi livelli sia della sfera tecnica che di
quella gestionale.
Dal punto di vista gestionale l’innovazione di maggior rilievo è riconducibile al fatto che
per la prima volta, nella storia di questo territorio, aziende di estrazione diversa si
consorziano nel conferimento del loro refluo ad una struttura pubblica. Tale gestione
consortile viene peraltro auspicata nelle linee di indirizzo previste con il decreto
ministeriale del 07 aprile 2006 n.209, con preciso riferimento alla problematica di gestione
dei nitrati nelle zone vulnerabili e richiamato all’art. 16 del Programma di Azione
deliberato dalla regione Lombardia in data 02-08-2007 con provvedimento n. VIII /005215.
Va evidenziato che grazie al supporto del Consorzio di Bonifica dell’Agro Mantovano
Reggiano verrà realizzata e resa fruibile una struttura di irrigazione in tubo che potrà
essere utilizzata anche per la pratica dello spandimento ad uso agronomico degli effluenti
di allevamento, con possibilità di effettuare una fertirrigazione vera e propria e/o
distribuzioni effettuate in copertura con l’ausilio di sistemi ombelicali e attrezzature atte a
minimizzare le emissioni gassose in atmosfera e a migliorare l’incorporazione della massa
liquida nel terreno.
Tale opportunità, in ambiti pedologici caratterizzati da alta componente argillosa in cui
risulta problematica l’entrata in campo dei tradizionali carribotte nel periodo primaverile,
consentirebbe apporti di nutrienti alle colture con criteri di massima efficienza e una reale
riduzione dell’apporto da concimi chimici.
Questa ottimizzazione nella gestione comprensoriale degli effluenti di allevamento,
gestione nella quale l’ente pubblico svolge dunque una parte attiva, potrà tradursi in un
più efficace coinvolgimento delle aziende cerealicole prive di bestiame che, tramite la
stipula di contratti volontari di valorizzazione dell’effluente (vedi art. 16 del Programma
di azione della regione Lombardia), potranno fruire di questa struttura messa a
disposizione da parte del Consorzio di Bonifica che consente nello stesso tempo una
maggiore efficienza sia nella pratica irrigua sia in quella di spandimento ad uso
agronomico degli effluenti di allevamento.
Per quanto riguarda invece la sfera tecnica va segnalato che l’impianto interaziendale
prevede in testa la digestione anaerobica per sfruttare al meglio il potenziale energetico
dei liquami e delle eventuali altre biomasse aggiunte (produzione di biogas). Dopo la
digestione anaerobica (che consente il recupero di energia rinnovabile, la stabilizzazione e
la deodorizzazione dei liquami, ma non la riduzione dei nutrienti) i liquami vengono
sottoposti ad un trattamento di separazione solido/liquido: la frazione solida del digestato
Contenuto delle singole opere pubbliche
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
viene sottoposta ad essiccazione, e il prodotto granulare ottenuto viene delocalizzato per
l’utilizzo agronomico. La frazione liquida viene gestita ad uso agronomico utilizzando la
rete tubata fissa, secondo i già descritti criteri di buona pratica agricola e massima
efficienza nel rilascio dei nutrienti.
Un elemento di particolare innovazione tecnica è l’utilizzo di unità elettroniche nei punti
di erogazione idrica che, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica, consentirà di
monitorare gli utilizzi idrici in output dell’impianto, oltre eventualmente agli spandimenti
degli effluenti.
Replicabilità
Il progetto risulta altamente replicabile in tutte le aree con alta concentrazione zootecnica e
disponibilità di sistemi di irrigazione simili a quelli individuati dal progetto.
Si ritiene che il grado di esportabilità sia, già oggi, estremamente elevato ed in futuro lo
potrà essere ancora di più nella misura in cui i consorzi di bonifica orienteranno le loro
scelte nella direzione di fornire l’acqua per l’irrigazione in tubo.
Impatto ambientale
L’impatto ambientale a seguito della realizzazione dell’impianto risulta estremamente
ridotto.
In primo luogo va evidenziato che lo spandimento dei reflui conferiti all’impianto oggi
avviene prevalentemente mediante utilizzo di botte con conseguente consumo di gasolio
nella misura di oltre 90.000 litri anno , aggravio del carico di traffico sulla rete viaria locale
e conseguente deterioramento della stessa anche in considerazione del fatto che oggi si
utilizzano mezzi di notevole portata e che vanno a gravare su una viabilità che non è stata
pensata e realizzata per mezzi di questa taglia.
Dalla realizzazione dell’impianto abbiamo una notevole riduzione dei veicoli su strada
calcolabili in 7.470 autobotti anno.
Riduzione emissioni
Con la realizzazione dell’impianto si ottiene una consistente riduzione delle emissioni:
- si riducono le emissioni di CO2 in atmosfera (gas serra), in misura maggiore dato il
completo riutilizzo dell’energia termica prodotta in cogenerazione;
- si riducono in generale le emissioni causa di problemi olfattivi, infatti le fasi
maggiormente odorigene sono gestite in reattore chiuso e le arie “esauste” sono
rappresentate dal biogas (utilizzato e non immesso in atmosfera);
- l’aria prodotta nell’impianto di essicazione a valle viene appositamente trattata per
mezzo di filtri a nido d’ape che, con l’ausilio di appositi reagenti, consentono una
rimozione della polvere, zolfo e ammoniaca.
Delocalizzazione delle eccedenze azotate da effluenti di allevamento
Il trattamento di separazione del solido dal liquido effettuato sul digestato, con tecnica
meccanica di separazione delle frazioni solide grossolane tramite vagliatura e con ipotesi
di efficienza massima, secondo i dati riportati in tab. 3 dell’Allegato 3 alla DGR n.
VIII/005215 , consente una partizione % dell’N netto al campo nelle frazioni solide
separate pari al 13% dell’azoto totale.
Tali frazioni solide separate sono oggetto di un trattamento successivo di essiccazione che
consente una valorizzazione del prodotto in uscita che potrà trovare una utile collocazione
in ambiti territoriali esterni.
Valenza Strategica
Contenuto delle singole opere pubbliche
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Il territorio potrà trarre un notevole beneficio dalla realizzazione del progetto, in
particolare si ritiene che la forte connessione tra utilizzo di risorse energetiche, le
deiezioni, e l’utilizzo agronomico del digestato con sistema interaziendale fisso realizzato
con il supporto del Consorzio di Bonifica, sono i due elementi che forniscono al progetto
una valenza strategica di grande rilievo.
La gestione comprensoriale degli effluenti di allevamento consentirà infatti un reale
recupero di efficienza nel loro utilizzo agronomico, che dovrà tendenzialmente soddisfare
per questa via il 100% del fabbisogno azotato delle colture ( che nel pegognaghese viene
stimato sull’ordine di circa 220 kg di azoto per ettaro di SAU).
Considerato che il carico medio di azoto da effluenti di allevamento si aggira intorno ai
250 kg N/ha di SAU comunale, si valuta che le eccedenze ammontino a circa il 12%
dell’azoto complessivamente prodotto dal sistema zootecnico locale.
Il previsto sistema di separazione della parte solida dalla parte liquida progettato a valle
dell’impianto di digestione anaerobica, che consente una partizione % dell’azoto al campo
pari al 13% nella frazione solida, consentirebbe dunque una utile delocalizzazione delle
eccedenze verso ambiti esterni a minor pressione zootecnica.
In definitiva l’impianto in progetto, nel rispetto del Codice di buona pratica agricola e
dunque in una logica di massima efficienza nella gestione consortile degli spandimenti
agronomici, consente al sistema agricolo e zootecnico locale di essere in equilibrio rispetto
ai fabbisogni azotati relativi al sistema colturale in atto, con riduzione dei rischi di rilascio
dei nutrienti in falda e nel rispetto dei requisiti previsti dal nuovo Programma di Azione
lombardo che attua la Direttiva Nitrati.
Occupazione del suolo
Per la realizzazione dell’impianto si prevede di occupare una superficie di circa 21.000 m2.
Filiera
L’apporto, al progetto, di diverse aziende situate in diverse fasi produttive costituisce la
imprescindibile realizzazione di una filiera dedicata che consenta da un lato lo fornitura
dei diversi effluenti e dall’altro l’utilizzo organizzato ed organico del digestato.
Sistema di controllo
Il progetto sarà dotato un sistema di controllo che verificherà in modo costante e
continuativo:
- il processo di digestione anaerobica in ordine ad efficacia ed efficienza produttiva;
- il flusso del conferimento delle matrici sia di origine animale si di origine vegetale
in ordine a:
- quantitativi;
· livello qualitativo degli effluenti conferiti.
· la gestione del processo di essiccazione e delocalizzazione della parte solida del
digestato in ordine a:
- valori qualitativi del prodotto;
· tipologie di utilizzi possibili.
· la gestione del piano comprensoriale di utilizzo agronomico del digestato in ordine
a:
- quantitativi;
· tempistiche;
· utilizzatori.
Contenuto delle singole opere pubbliche
15
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Risultati Energetici Attesi
I risultati attesi riguardano principalmente la produzione di energia elettrica da immettere
in rete.
Con il dimensionamento in progetto e con le tecnologie adottate si prevede di poter
produrre circa 7.900.000 kWh da immettere in rete.
Operando la cogenerazione con motore endotermico, il processo oltre all’energia elettrica
produce anche energia termica la quale, in quota parte, viene utilizzate per riscaldare i
fermentatori, la quota eccedente viene completamente assorbita dall’impianto di
essiccazione.
Denitrificazione
Alla luce degli incontri effettuati con le imprese zootecniche interessate a partecipare al
progetto, le quali hanno manifestato un forte interesse alla riduzione dei nitrati contenuti
nelle deiezioni suine, tematica che per altro risulta di interesse per tutto il sistema
zootecnico lombardo, e tenendo in considerazione l’esigenza di voler ridurre l’incidenza
dell’utilizzo di biomasse di origine vegetale destinabili al food, si è provveduto ad
apportare al progetto alcune implementazioni che, mantenendone invariata la struttura
portante ne implementano l’efficacia rispetto alle tematiche sopra enunciate.
Struttura Progettuale
La struttura progettuale rimane confermata, rispetto alla versione originale si è previsto
l’inserimento di un Impianto per la Riduzione dei Nitrati.
Schema di Processo
Lo schema di processo prevede l’inserimento di un impianto per la riduzione dei nitrati
contenuti negli effluenti da allevamento mediante una tecnologia di nitrificazione
denitrificazione con liberazione dell’azoto elementare in aria. Tale fase è preceduta da una
separazione meccanica del cruschello e una successiva separazione dei solidi sospesi
tramite flottazione.
Stoccaggio Vegetali
Liquame
Stoccaggio fanghi Delocalizzazione
Arrivo
Sollevamento
Essicazione fanghi
Separazione meccanica
Separazione
Digestione Anaerobica
Equalizzazione
Flottazione
Cogenerazione
Energia
elettrica
acqua
calda
Denitrificazione
Nitrificazione - Denitrificazione
Contenuto delle singole opere pubbliche
16
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Decantazione
Stoccaggio
Utilizzo Agronomico
Rete
Azienda A
Azienda B
Azienda C
Bilancio matrici necessarie per la produzione di 1 MWe
Bilancio degli Effluenti di origine Animale in Ingresso
Liquame Suino (dati ultimo PUA)
Allevamento
Tipologia
Latteria Vo
Pellegrina
San Francesco
Totali
Ciclo chiuso
Scrofaia
Ingrasso
Capi n.
Peso Kg
6.700
3.000
7.900
465.00
430.000
510.000
Liquame m3
25.000
17.800
27.000
69.800
Kg N
50.202
35.742
54.216
140.160
Bilancio Matrici di origine Vegetale in Ingresso
Matrici Vegetali da coltivazioni dedicate e non
Tipologia
Periodo
Ha
Quantitativi Ton.
Trinciato di Mais
Estate
170
10.220
Erbaio di graminacee
Primavera
170
5.110
Erba da sfalcio
Primavera Estate
0,00
2.500
Totali
17.100
Si precisa che l’inserimento della componente Erbaio di graminacee prodotta in secondo
raccolto e l’utilizzo di erba da sfalcio di provenienza no food, consente la riduzione delle
superfici a coltivazione dedicata da circa 300 ha inizialmente previsti a circa 170 ha.
Bilancio dell’Azoto di origine zootecnica a seguito di trattamento nitro
denitro
Premessa
L’impianto di trattamento biologico di nitrificazione denitrificazione consente un
abbattimento del 90% della frazione ammoniacale dell’azoto totale presente nel liquame
suinicolo.
Considerato che almeno il 75% dell’azoto totale presente nei liquami suinicoli è sotto
forma ammoniacale, si ipotizza una eliminazione complessiva pari al 70% dell’azoto
totale.
Elementi
fertilizzanti
Contenuto delle singole opere pubbliche
Liquami in entrata
Fanghi biologici
sedimentati (30% del
volume)
Parte liquida negli
stoccaggi (70% del
volume)
17
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Volume (in m3
anno)
N (in kg/anno)
54.750
16.425
38.725
140.160
35.040
7.008
Il totale derivante dalla somma dell’azoto presente nei fanghi biologici e nella parte
liquida pari a 42.048 kg, corrispondente al 30% dell’azoto totale in ingresso, verrà
destinato all’utilizzo agronomico a scopo fertilizzante.
Analisi dei costi di gestione della fase di flottazione e della fase di nitro
denitro
Flottazione
Descrizione
Prodotti di sintesi
Costo personale
TOTALE
u.m.
valore
Prezzo €
h/gg
1
20,00
u.m.
Kwh/anno
h/anno
kg
valore
421.356
400
20
Prezzo €
0,12
20,00
20
correttivo
Totale €
84.000,00
7.300,00
91.300,00
correttivo
Totale €
50.563,00
8.000,00
400,00
58.760,00
Fase Biologica Nitro Denitro
Descrizione
Consumi Elettrici
Costo personale
Costo dei materiali
TOTALE
Valore dell'Investimento
Impianto biogas
€
1.720.000,00
€
100.000,00
€
120.000,00
€
850.000,00
€
520.000,00
€
3.310.000,00
€
965.000,00
€
984.000,00
Linea di fermentazione
Linea di pomaggio e condutture
Sistema di Controllo
Cogeneratore
Infrastrutture
Impinato di Essicazione
€
695.000,00
€
270.000,00
Linea di essicazione
Strutture accessorie
Impianto Riduzione Nitrati
Contenuto delle singole opere pubbliche
18
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
€
62.000,00
€
850.000,00
€
72.000,00
Flottazione
Impianto Nitro denitro
Collegamenti idraulici
Impianto Liquami
Linea liquami
Linea fertirrigazione
Stazione di pompaggio
Sistema elettronico fertirrigazione
€
€
€
€
€
€
900.000,00
€
320.000,00
150.000,00
480.000,00
120.000,00
150.000,00
Altri Costi
Predisposizione cantiere
Sistemazione area
€
70.000,00
250.000,00
TOTALE LAVORI
Somme a Disposizione
Spese Tecniche
Acquisto area
Imprevisti e varie
€
€
€
€
€
€
6.479.000,00
€
891.000,00
€
697.900,00
250.000,00
407.000,00
234.000,00
Iva
Lavori
Spese tecniche
€
697.900,00
647.900,00
50.000,00
La realizzazione dell'opera avverrà mediante un appalto di concessione di costruzione e
gestione dell'impianto, pertanto la ditta aggiudicataria dovrà provvedere al finanziamento
della quota non coperta da finanziamento regionale anche attraverso l'applicazione di una
eventuale tariffa a carico dei conferitori di liquame.
Contenuto delle singole opere pubbliche
19
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Bilancio opera
(importi in Euro)
Denominazione opera:
Responsabile del procedimento:
Cod. interv. amministrazione:
Tipologia intervento:
Categoria di opere:
Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali
Tartari Diego architetto
07 - Manutenzione straordinaria
A01 01 - Stradali
- Finanziamenti FINANZIAMENTI
Capitolo
Articolo
800
880
ESERCIZIO
Denominazione
2011
Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi
pubblici ciclopedonali
Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi
0
pubblici ciclopedonali
1
TOTALE INVESTIMENTO
2012
2013
22.500,00
0,00
0,00
175.000,00
150.000,00
150.000,00
197.500,00
150.000,00
150.000,00
- Elenco annuale Importo intervento:
Finalità:
Priorità:
Stato progettazione:
Conformità:
197.500,00
Conservazione del patrimonio
1
Stima dei costi
Urbanistica:
Sì
Ambientale:
Sì
Tempi di esecuzione:
Inizio lavori:
2 / 2011
Fine lavori:
4 / 2012
Responsabile del procedimento:
Tartari Diego architetto
Contenuto delle singole opere pubbliche
20
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
1 – PREMESSA
L’intervento proposto interessa tratti di strade interne ed esterni ai centri abitati.
Il progetto si inquadra nell’ottica di proseguire l’intervento di risanamento delle strade
comunali iniziato nel 1993 che a rotazione interessa tutte le principali arterie viarie.
A lato degli interventi manutentivi si sfrutterà l'apertura dei cantieri al fine di meglio
integrare e migliorare anche i percorsi ciclopedonali del centro abitato.
Si fa presente che il progetto potrà essere realizzato anche in due o più stralci funzionali a
seconda delle necessità e disponibilità dell’Amministrazione.
2 – UBICAZIONE
I lavori in progetto andranno indicativamente ad interessare le seguenti vie all’esterno del
centro abitato:
strada Risarino
Strada Facalina
Strada valle suore
e la seguente via all’interno del centro abitato:
Via Flli Cervi
Via Marzabotto
Via Gina Bianchi
Via Marconi
Strada Mantovana
L’elenco di cui sopra potrebbe subire modifiche ed integrazioni in ragione alle effettive
condizioni delle strade rilevate al momento della progettazione stante che è
particolarmente difficile prevedere le esigenze manutetive delle sedi stradali da oggi al
2011.
3 – L’INTERVENTO
L’intervento diretto sui tronchi stradali di cui al punto 2 prevede, sui tratti maggiormente
danneggiati dagli agenti atmosferici e dall’uso, il completo risanamento del fondo stradale
mediante formazione del cassonetto in ghiaia naturale ben costipato e livellato atto alla
formazione del nuovo manto stradale. Nei tratti meno danneggiati dove sono presenti solo
piccoli avvallamenti, si prevede di intervenire mediante la posa di bynder di diverso
spessore al fine di ridare la originale sagoma alla strada; sui restanti tratti è previsto il solo
rifacimento del manto d’usura.
Contenuto delle singole opere pubbliche
21
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Sui tratti di strade interessati dall’intervento si procederà inoltre alla sistemazione delle
banchine laterali mediante riporto di materiale inerte.
E’ da notare che il progetto prevede per i tratti stradali da riasfaltare, il rifacimento
completo della segnaletica orizzontale al fine di garantire maggiore sicurezza viaria.
Nelle arterie principali interne al centro abitato quali viale San Lorenzo si valuterà durante
l'intervento la posa della rete acquedottistica sulla base del progetto preliminare in nostro
possesso.
4 – IMPORTO DELL’OPERA
L’importo complessivo dei lavori sarà di € 500.000,00. Trattandosi di manutenzione
straordinaria il progetto potrà anche essere suddiviso in diversi stralci legati in particolar
modo al tipo di finanziamento e al flusso delle entrate.
Contenuto delle singole opere pubbliche
22
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Bilancio opera
(importi in Euro)
Denominazione opera:
Responsabile del procedimento:
Cod. interv. amministrazione:
Tipologia intervento:
Categoria di opere:
Riqualificazione delle aree verdi comunali
Tartari Diego architetto
09 - Ampliamento
A02 11 - Opere di protezione dell'ambiente
- Finanziamenti FINANZIAMENTI
Capitolo
Articolo
800
880
ESERCIZIO
Denominazione
2011
0 Riqualificazione delle aree verdi comunali
1 Riqualificazione delle aree verdi comunali
TOTALE INVESTIMENTO
2012
2013
100.000,00
20.000,00
0,00
80.000,00
0,00
50.000,00
120.000,00
80.000,00
50.000,00
- Elenco annuale Importo intervento:
Finalità:
Priorità:
Stato progettazione:
Conformità:
120.000,00
Conservazione del patrimonio
3
Progetto preliminare
Urbanistica:
Sì
Ambientale:
Sì
Tempi di esecuzione:
Inizio lavori:
3 / 2011
Fine lavori:
4 / 2012
Responsabile del procedimento:
Tartari Diego architetto
Contenuto delle singole opere pubbliche
23
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
PROGETTO DI RIQUALICAZIONE DELLE VIE E AREE VERDI DEL
COMUNE DI PEGOGNAGA
Con la consegna dei progetti relativi ad alcune vie ed aree verdi dei quartieri Pasottina,
Stazione e frazione di Polesine (seconda fase) termina il progetto di riqualificazione
delle vie ed aree verdi del Comune di Pegognaga. L’indagine ha coinvolto 13 vie, 1
parcheggio e 5 aree verdi. I dati riepilogativi sotto elencati mostrano che le vie più
bisognose di intervento appartengono al quartiere Bagna, il quale da solo assorbe circa
la metà dei costi totali. Le piante presenti in questo quartiere (aceri, prunus e robinie)
sono quelle più compromesse sia a causa di errate potature sia per la difficoltà di
adattamento alle condizioni pedoclimatiche. Va comunque considerata anche la
longevità delle specie, piante come prunus, robinie, aceri americani (acer negundo),
paulonie e catalpe hanno, in condizioni naturali, un’aspettativa di vita di circa 25-50
anni, per cui la scarsa vitalità che parecchi esemplari denotano non è sempre dovuta a
errori gestionali o cause antropiche ma alla naturale senescenza della pianta.
QUADRO RIEPILOGATIVO DETTAGLIATO DEGLI INTERVENTI E DEI COSTI
A. QUARTIERE CENTRO
via
Belfiore M.
Garibaldi G.
Specie
presente
N
°
Specie
sostitutiva
N°
Scala di
priorità*
Acero n.
Acero n.
14
18
Frassino a.
Acero
platanoide
Pioppo b.
Acero c.
Arbusti:
Buddleia
Carpino b.
Corniolo
Pioppo b.
Gelso
Albero di giuda
Arbusti:
calicanto
corniolo
forsizia
lillà
spirea
viburno
veigelia
16
19
3
3
€ 10.061
€ 13.457
1
3
4
€ 5.103
4
€ 8.096
3
€ 15.992
Belfiore M. (area Acero p.
verde)
Gingko b.
cipressi
Garibaldi
(area verde)
Montegrappa
3
1
2
G. varie
Frassino o.
TOTALI
10
48
Parrozia
6
11
3
4
2
3
8
8
4
8
10
8
8
11
59
Spesa
totale
€ 52.709
Piante
74
Arbusti
* LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON
URGENTE;
Contenuto delle singole opere pubbliche
24
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
B. QUARTIERE BAGNA
via
Specie
presente
N°
Specie
sostitutiva
N°
Scala di
priorità*
Curiel
Rosselli
Libertà
Bianchi
Parcheggio
via De Nicola
( a r e a
piscine)
Prunus p.
Robinia p.
Acero p.
Acero p.
Robinia p.
32
30
42
39
43
Pero da fiore
Acero camp.
Frassino a.
Carpino bianco
Sofora
Arbusti:
ibisco
Lillà
Melograno
51
46
55
72
23
1
1
2
2
1
TOTALI
186
Spesa
totale
€
€
€
€
€
34.386
30.909
32.074
47.792
25.111
8
10
8
247
€ 170.272
Piante
26
Arbusti
* LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON
URGENTE;
C. QUARTIERE STAZIONE
via
Marconi
Sacca
verde)
Specie
presente
Catalpa
Paulonia
Tiglio
(area Noci
Sauro
Acero n.
TOTALI
N°
14
32
1
2
44
93
Specie
sostitutiva
Acero c.
Tiglio
Robinia
Arbusti:
Deuzia
Sanguinella
Spirea
Viburno
Frassino a.
Olmo
N°
Scala di
priorità*
15
42
2
€ 38.313
8
4
€ 6.112
3
€ 36.721
12
8
8
8
56
4
125
Spesa
totale
€ 81.146
Piante
36
Arbusti
* LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON
URGENTE;
Contenuto delle singole opere pubbliche
25
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
D. QUARTIERE PASOTTINA
via
Specie
presente
N°
Berlinguer
(area verde)
Da Vinci
(area verde)
Einstein
Galilei
Volta
Ginkgo
Bagolaro
Acero p.
TOTALI
15
10
3
28
Specie
sostitutiva
N°
Scala di
priorità*
Ippocastano
Quercia f.
Arbusti:
Albero delle
nebbie
Deuzia
Lillà
Kerria
Spirea
Ciliegio da fiore
Ginkgo
Pero da fiore
Sofora
Arbusti:
Abelia
Buddleia
Cornus
Filadelfo
Forsizia
Melograno
Veigelia
6
3
4
€ 6.791
4
€ 9.745
4
3
4
€ 11.420
€ 8.233
€ 3.824
Ibisco
Pero da fiore
Prunus pissardi
Spesa
totale
5
4
10
4
4
3
2
3
4
4
10
10
10
10
5
10
20
11
8
60
€ 40.013
Piante
80
Arbusti
* LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON
URGENTE;
Contenuto delle singole opere pubbliche
26
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
E. FRAZIONE POLESINE
via
Piazza
Mazzini
–Strada
Mantovana
Specie
presente
Prunus p.
TOTALI
N°
14
Specie
sostitutiva
Pero da fiore
14
N°
Scala di
priorità*
21
2
Spesa
totale
€ 14.178
21
€ 14.178
*LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON
URGENTE;
TOTALI (A + B + C + D + E)
358.318
€
QUADRO RIEPILOGATIVO TOTALE RELATIVO ALLE SPECIE ARBOREE
PRESENTI E SOSTITUTIVE ED ALLE SPECIE ARBUSTIVE
A. SPECIE ARBOREE
SPECIE PRESENTE
Acero negundo
Acero platanoide
Acero pseudoplatano
Bagolaro
Catalpa
Cipressi
Frassino
Ginkgo
Noce
Paulonia
Prunus ‘Pissardii’
Robinia
Tiglio
TOTALI
N°
76
39
48
10
14
2
10
16
2
32
46
73
1
369
SPECIE SOSTITUTIVA
Acero campestre
Acero platanoide
Albero di Giuda
Ciliegio da fiore
Carpino
Frassino
Gelso
Ginkgo
Ibisco
Ippocastano
Olmo
Parrozia
Pero da fiore
Pioppo
Prunus ‘Pissardii’
Quercia
Robinia
Sofora
Tiglio
N°
64
19
3
3
72
127
2
2
20
6
4
11
86
5
8
3
8
27
42
512
B. SPECIE ARBUSTIVE
Abelia
Albero delle nebbie
Buddleia
Contenuto delle singole opere pubbliche
4
5
16
27
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Calicanto
Carpino
Cornus (corniolo, alba, sanguinella)
Deuzia
Filadelfo
Forsizia
Ibisco
Kerria
Lillà
Melograno
Spirea
Veigelia
Viburno
TOTALE
Contenuto delle singole opere pubbliche
8
11
29
16
10
14
8
4
22
13
22
18
16
216
28
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
VIA CURIEL
·
STATO ATTUALE
In questa via sono presenti 32 soggetti arborei di Prunus cerasifera ‘Pissardi’ d’età di circa 30 anni.
Le condizioni fisiologiche alquanto precarie di queste piante, sono rese manifeste dallo scarso
vigore vegetativo delle chiome, dalla scarsa crescita dei ricacci annuali, dalla presenza di numerosi
rami con cimali secchi o di intere branche completamente disseccate. Inoltre sui fusti si trovano
gibbosità ed ipertrofie dovute presumibilmente a virus o batteri, nonché estese carie, necrosi
longitudinali e scortecciamenti . Le condizioni fitosanitarie sono state senza dubbio aggravate dalle
drastiche operazioni di potatura (capitozzature) compiute in passato. I grossi tagli non cicatrizzati
hanno permesso l’insediamento di funghi patogeni (Phellinus spp.), agenti di carie bianca (foto 1)
che degradano i tessuti legnosi indebolendo ulteriormente la struttura della chioma. Il substrato di
coltivazione della banchina, larga circa 3,5 m, come spesso capita in ambiente urbano, è fortemente
compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con
indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante.
·
STATO DI PROGETTO
In base:
1. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
2. alla larghezza utile della banchina (3,5 metri);
3. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali;
4. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva il Pero da fiore (Pyrus calleryana ‘Chanticleer’);
albero di terza grandezza, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, con appariscente fioritura
primaverile e fogliame giallo-rosso, particolarmente decorativo nell’autunno. Tale scelta, oltre che
per l’aspetto ornamentale, è stata dettata da motivazioni di carattere agronomico – colturali quali:
· notevole rusticità ed adattabilità;
· dimensioni contenute e portamento compatto della chioma che non necessita di potature e
quindi di manutenzione.
E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 7 metri che permette la piantagione di 51
soggetti arborei di pero da fiore. Tale sesto è, tuttavia, indicativo poiché, a causa dei vari ostacoli e
servitù, come passi carrai, lampioni e tombini attualmente presenti nelle banchine, che sono stati
rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie, non sempre sarà possibile
rispettare la simmetria dell’impianto. Si utilizzeranno piante a “pronto effetto” con circonferenza
del fusto di cm 18-20.
Si ritiene inoltre necessario, visti gli spazi esigui che in vari casi impongono di reimpiantare sullo
stesso sito, procedere dopo l’abbattimento dei Prunus, con l’eliminazione dei ceppi mediante
fresatura o carotatura e l’asportazione del materiali di risulta.
Pero da fiore (Pyrus Calleryana ‘Chanticleer’)
Contenuto delle singole opere pubbliche
29
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Caratteristiche principali
· PORTAMENTO
Albero di terza grandezza (8-12 metri di altezza e 6
metri di larghezza in ambiente ottimale). La chioma,
moderatamente fitta, ha una forma conica - ovale
stretta, dai contorni regolari. Il fusto presenta, negli
esemplari vecchi, una corteccia ruvida, di colore
grigiastro – marron, che si desquama in piccole
placche.
· FOGLIA
Fogliame deciduo con foglie semplici, ovali con
margine ondulato. Le foglie sono verdi lucenti in
estate, gialle – rossastre in autunno.
· FIORE
Fioritura abbondante in aprile - maggio, con fiori
bianchi (diametro 2 cm.) portati a gruppi di 6 – 12
da numerosi mazzetti (ombrelle).
· FRUTTO
I frutti, rotondi ( diametro 1 cm.), di colore marron,
raramente sono prodotti.
· CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, a crescita rapida, si adatta a tutti i
terreni prediligendo quelli neutri o leggermente
calcarei, ben drenati. Ama esposizioni in pieno sole.
Tollera bene gli ambienti urbani inquinati, resiste
ottimamente alla siccità e al vento. Apparato
radicale profondo che lo rende molto stabile.
· ESIGENZE ECOLOGICHE
E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO
Specie ornamentale di pregio, per la sua fioritura
abbondante in primavera ed il suo portamento
piramidale. Necessita di apporti idrici nei primi anni
d’impianto.
Pianta idonea ad essere impiegata sia singolarmente
sia in gruppo. Oltre che in parchi o aree verdi, si
presta bene per la realizzazione di viali stradali,
parcheggi, viali in zone residenziali, dove gli spazi
orizzontali sono limitati.
· RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente, non sono segnalate su
esemplari adulti patologie significative. Poco
VIA ROSSELLI
Contenuto delle singole opere pubbliche
30
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
·
Comune di PEGOGNAGA
STATO ATTUALE
In questa via sono presenti 34 soggetti arborei di robinia (Robinia pseudoacacia) di età di circa 30
anni.
Le condizioni fisiologiche alquanto precarie di queste piante, sono rese manifeste dallo scarso
vigore vegetativo delle chiome, dalla presenza di numerosi rami con cimali secchi o di intere
branche completamente disseccate. Anche la forma delle chiome, sbilanciate ed irregolari, a causa
di potature eseguite in passato, lascia a desiderare (foto 1). Sono presenti, inoltre, varie piante
inclinate; i motivi che causano l’inclinazione di una pianta sono diversi, generalmente, sono
riconducibili o ad un’eccessiva fittezza dell’impianto, che porta l’albero a crescere alla ricerca della
luce, o ad una distribuzione non omogenea dei carichi della parte aerea, o, causa tra le più frequenti,
a scavi successivi all’impianto che avrebbero danneggiato o asportato parte dell’apparato radicale.
In tutti i casi sarebbe necessario effettuare operazioni di potatura per riequilibrare le chiome. Tale
operazione di recupero, viste le condizioni generali dei soggetti, non è giustificabile tecnicamente ed
economicamente. Dal punto di vista fitosanitario si evidenziano sui fusti gibbosità ed ipertrofie
dovute presumibilmente a virus o batteri, nonché estese carie, necrosi longitudinali e
scortecciamenti (foto 2); su due soggetti arborei sono presenti, a livello della zona basale, vistose
formazioni di funghi patogeni (Perenniporia spp.) (foto 3) agenti di carie del legno, in grado di
provocare l’indebolimento strutturale della pianta ed il conseguente cedimento. Le operazioni di
potatura eseguite in passato, hanno contribuito a peggiorare lo stato fitosanitario, infatti sui grossi
tagli non cicatrizzati si sono insediati funghi patogeni (Phellinus spp.), agenti di carie bianca (foto
4) che provocano il degrado dei tessuti legnosi indebolendo così ulteriormente la struttura della
chioma. Il substrato di coltivazione della banchina, larga circa 3,5 m, come spesso capita in
ambiente urbano, è fortemente compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale
per gli apparati radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante.
·
STATO DI PROGETTO
In base:
5. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
6. alla larghezza utile della banchina (3,5 metri);
7. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali;
8. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva l’Acero campestre (Acer campestre ‘Elsrijk’);
albero di terza grandezza, appartenente alla famiglia delle aceraceae, senza particolari pregi
ornamentali se non il colore del fogliame, verde scuro in estate e giallo in autunno. La scelta di
questa specie è motivata essenzialmente dalle seguenti ragioni di ordine agronomico - colturale:
· notevole rusticità ed adattabilità;
· dimensioni contenute e portamento compatto della chioma che non necessita di potature e
quindi di manutenzione.
E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 6 metri, che ha permesso la piantagione di 46
aceri, con circonferenza del fusto di cm 18-20. Tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a
causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini attualmente presenti nelle
banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie. Per i
motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, per cui le piante
saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare .
Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei ceppi mediante
fresatura o carotatura, in modo che non costituiscano intralcio alla circolazione.
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Acero campestre (Acer campestre ‘Elsrijk’)
Caratteristiche principali
· DIMENSIONI E PORTAMENTO
Pianta di terza grandezza. In ambiente ottimale può
raggiungere un altezza di 12 metri e un diametro di 5
metri, la chioma, fitta e compatta, ha forma ovale.
· FOGLIA
Fogliame deciduo costituito da foglie palmate a 3-5
lobi rotondeggianti con margine liscio. L’apparato
fogliare presenta una colorazione verde scuro durante
la fase vegetativa e diventa giallo in autunno.
· FIORE
I fiori sono di colore verde – giallo e appaiono in
primavera. Non hanno valore ornamentale.
·
FRUTTO
I frutti sono piccole disamare di colore verde-marron
con ali aperte a 180° gradi. Come i fiori sono poco
appariscenti per cui non hanno valore ornamentale.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Specie rustica, possiede un apparato radicale molto
ramificato in grado di tollerare svariati tipi di terreno,
la siccità e anche una moderata salinità. E’ un albero
che cresce lentamente, ha una buona resistenza
meccanica alle rotture, vive in posizioni sia soleggiate
che in mezzombra. Tollera le alte temperature e le
gelate.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE E
CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
La caratteristica peculiare di questa varietà è
rappresentata dalla chioma compatta e fitta, di forma
ovale che la rende resistente ai venti ed adatta a spazi
angusti e a vie strette. Utilizzabile per viali alberati,
aree residenziali, piccoli giardini e parchi, quest’albero
cresce in maniera soddisfacente in aree urbane dove
l’inquinamento, lo scarso drenaggio, il costipamento
del terreno e la mancanza d’acqua sono situazioni
frequenti.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente a tutti i parassiti, tranne che
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32
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Comune di PEGOGNAGA
VIA LIBERTA’
·
STATO ATTUALE
In questa via sono presenti 42 soggetti arborei di acero di monte (Acer Pseudoplatanus) di età di
circa 25-30 anni.
Le condizioni fisiologiche alquanto precarie di queste piante, sono rese manifeste dallo scarso
vigore vegetativo delle chiome, dalla presenza di rami o branche completamente disseccate. Dal
punto di vista fitosanitario si notano sul lato del fusto rivolto a sud, estese necrosi longitudinali e
scortecciamenti, causate probabilmente dall’irraggiamento solare (foto 1). Sui tessuti morti di
alcune piante si può notare la presenza di schizophyllum commune (foto 2) fungo risultato in
qualche raro caso, nocivo alla salute umana in quanto, attraverso la via nasale, è in grado di
insediarsi in vari distretti anatomici e provocare patologie, generalmente a carico dell’apparato
respiratorio. Questa specie è poco adatta a realizzare viali nel nostro clima, in quanto molto
sensibile alle temperature elevate e poco resistente alla siccità. Abbisogna d’irrigazione costante nei
primi tre anni dall’impianto se si vuole ottenere un buon accrescimento del fusto. La notevole
disparità di sviluppo degli esemplari in questione, fa pensare che gli apporti idrici siano stati
insufficienti. Il substrato di coltivazione della banchina, larga circa m 3,8, come spesso capita in
ambiente urbano, è fortemente compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale
per gli apparati radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante.
·
STATO DI PROGETTO
In base:
9. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
10. alla larghezza utile della banchina ;
11. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali;
12. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva il Frassino a foglie strette (Fraxinus angustifolia);
albero di seconda grandezza, appartenente alla famiglia delle oleaceae, dall’elegante forma delle
foglie e moderata fittezza della chioma. La scelta di questa specie è motivata essenzialmente dalle
seguenti ragioni di ordine agronomico - colturale:
· notevole rusticità ed adattabilità;
E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 8 metri e la messa a dimora di 55 soggetti
arborei a “pronto effetto” con circonferenza del fusto di 18-20 cm; tale sesto d’impianto è indicativo
e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini
attualmente presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati
nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria
dell’impianto, quindi le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una
crescita regolare. Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei
ceppi mediante fresatura o carotatura e all’asporto del materiale di risulta.
Frassino a foglie strette – (Fraxinus angustifolia)
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Comune di PEGOGNAGA
Caratteristiche principali
· DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di seconda grandezza, con chioma globosa
allungata, dai contorni regolari. La chioma è poco fitta
e permette il passaggio di una quantità di luce,
sufficiente per lo sviluppo di piante o arbusti nello
spazio sottostante.
Il tronco è eretto, lungo e
ramificato in alto. La corteccia è scura e rugosa nelle
parti vecchie, chiara e liscia sui rami giovani.
· FOGLIA
Foglie caduche, composte imparipennate, costituite di
foglioline di forma ovale con i margini dentati. La
pagina superiore è verde scuro, quella inferiore è verde
chiaro. Le gemme sono nere e vellutate.
· FIORE
Fioritura poco appariscente con fiori bianco giallastri,
riuniti in infiorescenze (racemi ascellari) che
compaiono in marzo - aprile, prima dell’emissione
delle foglioline.
· FRUTTO
I frutti, raggruppati in pannocchie di molti elementi,
sono costituiti da un solo seme dotato di lunghe ali
membranacee (samara). Alla comparsa sono di colore
verde chiaro per arrivare, in autunno, ad una
colorazione marron scuro.
· CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta molto rustica, caratterizzato da una veloce
rapidità di sviluppo. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno
preferendo quelli profondi, fertili e ben drenati. Resiste
bene al gelo, al vento, all’inquinamento atmosferico, ai
terreni salini e alla siccità, moderatamente al ristagno
idrico. Predilige posizioni in pieno sole. L’apparato
radicale è molto robusto, fittonante, con notevole
sviluppo orizzontale delle radici laterali che rendono
l’esemplare particolarmente stabile.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE
E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO
Data la sua notevole adattabilità ai suoli, la resistenza
all’inquinamento e la scarsa necessità di potature,
questa specie è idonea ad essere impiegata per
alberature stradali, parcheggi, vie residenziali di aree
urbane, purché si dispongano di spazi adeguati.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
VIA BIANCHI
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·
Comune di PEGOGNAGA
STATO ATTUALE
In questa via sono presenti 39 soggetti arborei d’acero riccio (Acer Pseudoplatanus) d’età di circa
25-30 anni.
Le condizioni vegetative delle piante di via Bianchi sono del tutto analoghe a quelle di via Libertà.
Le problematiche sono le stesse: scarsa vigoria, notevole disparità di sviluppo, estese necrosi e
scortecciature sul fusto (foto 1) e seccumi della chioma (foto 2). Questa specie, sensibile alle
temperature elevate ed alla siccità, se non è oggetto di cure nei primi anni d’impianto, è poco adatta
al nostro clima, specialmente, quando è utilizzata su viali dove le condizioni pedologiche e
climatiche sono spesso estreme; suoli compatti, asfittici, forte radiazione solare, mancanza d’acqua
sono situazioni normali in ambiente urbano.
Sui tessuti morti d’alcune piante si può notare la presenza di schizophyllum commune
(foto 2) fungo risultato in qualche raro caso, nocivo alla salute umana in quanto, attraverso
la via nasale, è in grado di insediarsi in vari distretti anatomici e provocare patologie,
generalmente a carico dell’apparato respiratorio. Il substrato di coltivazione della
banchina, larga circa m 3,5, come spesso capita in ambiente urbano, è molto compattato,
asfittico, privo d’elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con indubbi
risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante.
·
STATO DI PROGETTO
In base:
13. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
14. alla larghezza utile della banchina (3,5 metri);
15. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali;
16. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva il Carpino bianco (Carpinus betulus) albero di
seconda grandezza, appartenente alla famiglia delle betulaceae, senza particolari pregi ornamentali
se non per la forma elegante della chioma e la persistenza del fogliame secco sulla pianta durante il
periodo invernale. La scelta di questa specie è dettata essenzialmente dalle seguenti ragioni di
ordine agronomico - colturale:
· notevole rusticità ed adattabilità;
· chioma fitta, adatta a spazi limitati, raramente necessita di potature, che comunque tollera
discretamente.
E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 6 metri, che ha permesso la piantagione di 72
soggetti; tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come
passi carrai, lampioni e tombini attualmente presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso
dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile
rispettare la simmetria dell’impianto, per questo le piante saranno collocate nei siti ritenuti
maggiormente idonei per una crescita regolare.
Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei ceppi mediante
fresatura.
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Comune di PEGOGNAGA
Carpino bianco (Carpinus betulus)
Caratteristiche principali
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di seconda grandezza, che può, in ambiente ottimale,
raggiungere altezze elevate (anche 25 metri) ed una
larghezza di m 12, con chioma fitta, ovale-allungata.
Caratteristico il tronco, di colore grigio scuro, che risulta
spesso contorto, con rigonfiamenti a spirale.
·
FOGLIA
Foglie decidue, a lamina ellittica, alterne, ovato-oblunghe,
doppiamente seghettate. La pagina superiore è verde scuro e
glabra mentre quella inferiore è più chiara e pubescente; in
autunno assume una bella colorazione giallo arancio. Le
foglie rimangono secche sui rami per tutto l’inverno.
·
FIORE
Fioritura non ornamentale; pianta monoica ha fiori maschili
riuniti in lunghi amenti giallastri portati sui rami dell’anno
precedente, mentre quelli femminili sono riuniti in spighe
verdi e portati dai rami dell’anno. Compaiono
contemporaneamente alle foglie
·
FRUTTO
Infruttescenze giallo-verdastre, poi marron, pendule, formate
da brattee membranose trilobate. Ognuna porta una piccola
noce
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta caratterizzata da un’estrema rusticità (resiste a
temperature minime oltre i – 15°) e da una media rapidità
d’accrescimento; resiste al vento, alle gelate, alle nebbie, al
clima siccitoso, al sole e all’inquinamento atmosferico.
Preferisce il sole o la mezz’ombra. Si adatta in generale ad
ogni tipo di terreno purché non salino. L’apparato radicale
profondo e sviluppato, costituito prevalentemente da una
fitta trama di radici di medie dimensioni, assicura alla pianta
un ottimo ancoraggio anche in terreni poco consistenti o
scoscesi.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE
E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
Impiegato, per la bella conformazione della chioma, come
esemplare singolo per viali, parchi, piccoli giardini. Molto
apprezzato anche in siepi (sia frangivento che di confine) o
nella forma piramidale. Sopporta bene le potature e
l’allevamento a siepe formale
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
AREA PARCHEGGIO VIA DE NICOLA (ZONA PISCINA)
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
·
Comune di PEGOGNAGA
STATO ATTUALE
In questa via sono presenti 43 soggetti arborei di robinia (Robinia pseudoacacia) di età di circa 30
anni. Le condizioni vegetative e fitosanitarie sono alquanto precarie. Su oltre la metà degli
esemplari sono presenti numerosi rami con cimali secchi o intere branche completamente disseccate
(Foto 1). Si evidenziano, inoltre, gibbosità ed ipertrofie a livello del fusto, estese carie, necrosi
longitudinali, scortecciamenti e cavità interne (foto 2 - 3). Le operazioni di potatura eseguite in
passato, hanno contribuito a peggiorare lo stato fitosanitario, infatti sui grossi tagli non cicatrizzati
si sono insediati funghi patogeni (Phellinus spp.), agenti di carie bianca (foto 4) che provocano il
degrado dei tessuti legnosi indebolendo così ulteriormente la struttura della chioma.
In questo caso il substrato di coltivazione della banchina, non è compattato come nelle altre aree o
vie poiché non interessato direttamente dal parcheggio degli autoveicoli, tuttavia gli spazi a
disposizione delle radici sono esigui (le banchine su cui sono attualmente insediate le piante, tranne
per quelle situate in prossimità delle abitazioni, sono larghe circa m 1,8).
·
STATO DI PROGETTO
In base:
17. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
18. agli spazi utili delle banchine ;
19. alle caratteristiche ornamentali;
20. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
si è ritenuto formulare la seguente proposta progettuale:
a) piantare un'unica specie arborea (Sofora), in numero inferiore agli esemplari presenti;
b) piantare alcune specie arbustive (lillà, melograno e ibisco).
Tale scelta è motivata da 2 esigenze che sono:
· la necessità di non infittire eccessivamente l’area in questione. Questo per esaltare sia le
caratteristiche ornamentali delle specie arboree ed arbustive scelte, sia per ottenere uno
sviluppo vegetativo equilibrato di tutti i soggetti, specialmente della sofora che ama
esposizioni in pieno sole, pena il disseccamento dei rami in ombra.
· Abbellire l’area con macchie di colore ed effetti cromatici dovute alle fioriture.
Per quanto riguarda la sistemazione si è pensato di collocare la specie arborea sui lati esterni e nella
zona centrale dell’area. Tra le due fasce d’arboree saranno inseriti gli arbusti, maggiormente in
grado di sfruttare quegli spazi di terreno, troppo esigui per lo sviluppo di un albero.
Nell’area in questione si consiglia di procedere, dopo gli abbattimenti delle piante, alla fresatura in
profondità dei ceppi (almeno a 50 cm), all’asportazione del materiale di risulta ed al riporto di buon
terreno di coltivo. Tale scelta, economicamente più onerosa rispetto alla semplice fresatura, è
motivata dal fatto che gli spazi a disposizione degli apparati radicali dei nuovi soggetti arborei e
arbustivi sono molto limitati, per cui per creare le migliori condizioni possibili per l’attecchimento e
lo sviluppo delle future piante si ritiene necessario rinnovare il substrato di coltivazione.
SPECIE ARBOREA
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Comune di PEGOGNAGA
Come detto prima, la specie arborea sostitutiva scelta è la sofora (Sophora japonica), albero di
seconda grandezza, appartenente alla famiglia delle Leguminosae. Pianta di notevolissimo pregio
per il fogliame ornamentale, che ricorda quello della robinia, l'attraente fioritura e l'eleganza del
portamento. La scelta di questa specie è motivata essenzialmente, oltre che dalla valenza
ornamentale, anche dalla notevole rusticità. Nell’area si prevede di piantare 23 soggetti arborei a
‘pronto effetto’ con circonferenza del fusto di cm 18-20, ad una distanza minima di 7 metri.
Sofora (Sophora japonica) - caratteristiche principali
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· DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di medie dimensioni dalla chioma moderatamente fitta, arrotondata (globosa), dai contorni regolari.
Il tronco è eretto, densamente ramificato, con ramuli non spinosi, presenta una corteccia di colore
grigiastro-marron. Sensibile al vento per la debolezza del legno.
· FOGLIA
Foglie caduche, a lamina composta, formata da 9-15 foglioline ovali, lucide, di colore verde scuro lucente
sulla pagina superiore; prima di cadere divengono gialle.
· FIORE
Fioritura ornamentale con fiori bianco crema riuniti in infiorescenze (racemi penduli lunghi 15-25 cm) che
fioriscono in luglio-agosto. La fioritura avviene in esemplari che abbiano aggiunto almeno il decimo anno
d’età.
· FRUTTO
Baccelli verdi lunghi circa 8 cm. contenenti i semi, che spesso rimangono sulla pianta a lungo. Sono
vistosamente strozzati tra un seme e l’altro
· CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta molto rustica, di media velocità di accrescimento, si adatta a qualunque tipo di terreno purché ben
drenato. Sensibile al ristagno idrico. Resistente al clima siccitoso, al sole e all’inquinamento atmosferico.
Preferisce esposizioni soleggiate. Apparato radicale di media profondità, ramificato ed espanso.
· ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO
Pianta d’elevato valore ornamentale, utilizzata sia in gruppo sia isolata. Riesce a svilupparsi in ambiente
urbano dove suoli compatti, siccità, spazi ridotti sono condizioni normali. Adatta per parcheggi o alberature
stradali anche in zone costiere.
· RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente. Attacchi occasionali di afidi o acari non compromettono lo sviluppo della pianta.
·
NOTE COLTURALI
Se correttamente posizionata gli esemplari maturi non richiedono potature ma interventi mirati a eliminare
il seccume.
SPECIE ARBUSTIVE
Le specie arbustive proposte sono 3: ibisco (Hibiscus syriacus), lillà (Syringa vulgaris’Madame Lemoine’),
melograno da fiore (Punica granatum’Pleniflora’). La valutazione delle specie ha tenuto del tipo e periodo di
fioritura e delle caratteristiche agronomiche e colturali che elencheremo in seguito. In dettaglio il numero
d’arbusti da piantare è il seguente:
·
·
·
8 soggetti arbustivi di ibisco a fiore viola-blu (Hibiscus syriacus ‘Blue bird’);
10 soggetti arbustivi di lillà a fiore bianco (Syringa vulgaris ‘Madame Lemoine’);
8 soggetti arbustivi di melograno da fiore (Punica granatum’Pleniflora’).
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39
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Comune di PEGOGNAGA
Ibisco (Hibiscus syriacus ’Blue bird’) – caratteristiche principali
Bellissima pianta appartenente alla famiglia
delle Malvaceae, grandemente ornamentale.
Presenta un fusto eretto con una chioma di
forma ovata che può raggiungere i 3 m
d’altezza. Le foglie, verdi lucide, hanno una
forma palmata con tre lobi. I fiori di colore
violetto-blu con gola rossa sono portati sia
all’estremità dei rami sia all’ascella. Sono
formati da 5 petali ovali, aperti, saldati alla
base. Gli stami, numerosi, sono uniti in una
colonnina bianca. Il periodo di fioritura va
da luglio a settembre. Pianta molto rustica
che si adatta a tutti i terreni, purché ben
drenati. La velocità di crescita è media,
sopporta molto bene la siccità e
l’inquinamento atmosferico, moderatamente
la salinità del terreno e il ristagno idrico. Si
utilizza prevalentemente in parchi, giardini e
per rivestimento di scarpate stradali.
Preferisce esposizioni soleggiate, ma si
adatta anche alla mezz’ombra.
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Comune di PEGOGNAGA
Lillà (Syringa vulgaris’Madame Lemoine’) – caratteristiche principali
Arbusto di grandi dimensioni, con fusto eretto
che può raggiungere i 5 metri. Foglie opposte,
cuoriformi – acuminate di colore verde lucente.
Varietà a fiori doppi, profumati di colore bianco
portati in pannocchie piramidali sia all’estremità
sia all’ascella dei rami. Fioritura avviene in
aprile – maggio. Pianta rustica che si adatta a
diversi tipi di terreno purché ben drenati. Cresce
lentamente e preferisce posizioni soleggiate.
Adatta ad essere utilizzata da sola o in gruppo
per parchi, giardini e su banchine stradali.
Melograno da fiore (Punica granatum’Pleniflora’) – caratteristiche principali
Pianta arbustiva di grandi dimensioni con
chioma dal portamento eretto che può
raggiungere i 5 metri. Il fusto, spesso tortuoso,
presenta una corteccia cenerognolo-gialliccia che
si stacca a sfoglie. Le foglie, opposte, di colore
verde lucente sono oblunghe-lanceolate,
vagamente ondulate. Questa varietà porta fiori
grandi, doppi di colore rosso vivo che
compaiono in estate (luglio-agosto). Pianta
rustica, a velocità media di crescita, preferisce
posizioni soleggiate. Adatta per essere utilizzata
in parchi e giardini.
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41
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VIA MARTIRI DI BELFIORE (TRATTO DA VIA ROMA A VIA GARIBALDI)
·
STATO ATTUALE
In questo tratto sono presenti 14 soggetti arborei di acero negundo (Acer negundo) di età di circa 30
anni.
Le condizioni vegetative delle piante sono mediocri, la vigoria è sufficiente. Dal punto di vista
fitosanitario si evidenziano su un paio di soggetti delle vistose ferite a livello della parte basale del
fusto (foto 1 e 2). In alcuni casi si notano a livello delle branche, in corrispondenza di grossi tagli,
delle cavità e legno interessato da fenomeni di degrado (foto 3). Tali difetti rendono, col passare del
tempo, la pianta suscettibile a cedimenti strutturali. Vista anche l’età degli esemplari si può
prevedere la loro sostituzione nel giro di qualche anno.
Il substrato di coltivazione della banchina, larga circa 2,5 m, come spesso capita in ambiente
urbano, è compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati
radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante.
·
STATO DI PROGETTO
In base:
21. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
22. alla larghezza utile della banchina ;
23. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali;
24. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva il frassino a foglie strette (Fraxinus angustifolia)
albero di seconda grandezza,, appartenente alla famiglia delle oleaceae, dall’elegante forma delle
foglie e moderata fittezza della chioma. La scelta di questa specie è dettata, oltre che da ragioni
d’ordine agronomico – colturale quali buona rusticità ed adattabilità, anche dalla presenza di
soggetti della stessa specie nel secondo tratto della via in questione.
E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 7 metri e la messa a dimora di 16 soggetti
arborei a “pronto effetto” con circonferenza del fusto di cm. 18-20. Tale sesto d’impianto è
indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini
attualmente presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati
nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria
dell’impianto, per cui le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una
crescita regolare. Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei
ceppi mediante fresatura o carotatura e all’asporto del materiale di risulta, per evitare che questi
possano essere d’intralcio ai pedoni.
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Comune di PEGOGNAGA
Frassino a foglie strette – (Fraxinus angustifolia)
Caratteristiche principali
· DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di seconda grandezza, con chioma globosa
allungata, dai contorni regolari. La chioma è poco fitta
e permette il passaggio di una quantità di luce,
sufficiente per lo sviluppo di piante o arbusti nello
spazio sottostante.
Il tronco è eretto, lungo e
ramificato in alto. La corteccia è scura e rugosa nelle
parti vecchie, chiara e liscia sui rami giovani.
· FOGLIA
Foglie caduche, composte imparipennate, costituite di
foglioline di forma ovale con i margini dentati. La
pagina superiore è verde scuro, quella inferiore è verde
chiaro. Le gemme sono nere e vellutate.
· FIORE
Fioritura poco appariscente con fiori bianco giallastri,
riuniti in infiorescenze (racemi ascellari), che
compaiono in marzo - aprile, prima dell’emissione
delle foglioline.
· FRUTTO
I frutti, raggruppati in pannocchie di molti elementi,
sono costituiti da un solo seme dotato di lunghe ali
membranacee (samara). Alla comparsa sono di colore
verde chiaro per arrivare, in autunno, ad una
colorazione marron scuro.
· CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta molto rustica, caratterizzata da una veloce
rapidità di sviluppo. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno
preferendo quelli profondi, fertili e ben drenati. Resiste
bene al gelo, al vento, all’inquinamento atmosferico, ai
terreni salini e alla siccità, moderatamente al ristagno
idrico. Predilige posizioni in pieno sole. L’apparato
radicale è molto robusto, fittonante, con notevole
sviluppo orizzontale delle radici laterali che rendono
l’esemplare particolarmente stabile.
· ESIGENZE ECOLOGICHE
E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO
Data la sua notevole adattabilità ai suoli, la resistenza
all’inquinamento e la scarsa necessità di potature,
questa specie è idonea ad essere impiegata per
alberature stradali, parcheggi, vie residenziali d’aree
urbane, purché si dispongano di spazi adeguati.
· RESISTENZA ALLE MALATTIE
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VIA GARIBALDI
(TRATTO DA VIA G. MARCONI A VIA N. SAURO)
·
STATO ATTUALE
In questo tratto sono presenti 18 soggetti arborei di acero negundo (Acer negundo) di età di circa 30
anni.
Le condizioni vegetative delle piante sono mediocri, la vigoria è sufficiente, visto anche la
situazione fitosanitaria degli esemplari, che descriveremo di seguito, si può prevedere la loro
sostituzione nel giro di breve tempo.
A differenza degli aceri di via Martiri di Belfiore abbiamo maggiori problemi dal punto di vista
fitosanitario. Queste problematiche sono state causate principalmente, da un’errata collocazione
delle piante sulla banchina. Essendo state piantate molto vicino ai fabbricati (circa 1,5 m), per
evitare che i rami interferissero con le abitazioni, si è dovuto ricorrere ad operazioni di potatura
anche notevoli sul lato in questione, col risultato di sbilanciare la chioma e la stessa pianta verso la
strada (foto 1) e provocare grosse ferite, sede preferita dai funghi cariogeni (Phellinus spp.) (foto 2),
da cui sono iniziati fenomeni di degrado del legno (foto 3-4-5) che rendono le piante suscettibili a
cedimenti e schianti. Ad aggravare le condizioni fitosanitarie concorre anche, la presenza di
gibbosità e ipertrofie sul fusto (foto 6) dovute presumibilmente ad infezioni batteriche o virali,
causate da urti accidentali e favorite dalle condizioni poco ospitali del substrato di coltivazione della
banchina, larga circa 4,5 m, che come spesso capita in ambiente urbano, è fortemente compattato,
asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con indubbi risvolti
negativi per lo sviluppo regolare delle piante.
·
STATO DI PROGETTO
In questo tratto di via le proposte progettuali possono essere varie, grazie all’ampia banchina, che
permetterebbe la messa a dimora anche di piante di prima grandezza, ideale, in tal caso, sarebbe il
platano acerifolia, già presente sul lato opposto della via. Tuttavia, a causa della riqualificazione
dell’area ex magazzini, che prevede la loro demolizione e la costruzione di unità abitative e centro
commerciale , si è preferito pensare all’inserimento di una specie di seconda grandezza , come
l’acero platanoide (Acer platanoides) che somiglia ai platani presenti. Pianta, appartenente alla
famiglia delle Aceraceae, senza particolari pregi ornamentali. Il sesto d’impianto prevede una
distanza minima tra i soggetti arborei di 7 metri, tale distanza permette la collocazione di 19 piante.
Anche in questo caso si utilizzeranno piante a ‘pronto effetto’ di circonferenza del fusto di cm
18-20.
La scelta di questa specie è dettata essenzialmente dalla seguente ragione d’ordine agronomico colturale:
· notevole rusticità ed adattabilità.
Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei ceppi mediante
fresatura.
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Acero platanoide (Acer platanoides)
Caratteristiche principali
· DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di seconda grandezza che, in ambiente
ottimale, può raggiungere i 25 metri di altezza e
10-15 metri di larghezza della chioma. Quest’ultima
si presenta fitta, con forma arrotondata ed espansa.
· FOGLIA
Specie decidua con foglie palmate a 5 lobi con 1-3
denti appuntiti. Il colore è verde scuro in estate e
giallo intenso in autunno. E’ tipica l’emissione di
linfa dal picciolo in seguito al distacco della foglia.
· FIORE
Fioritura
non
ornamentale
con
fiori
giallognolo-verdastri, riuniti in infiorescenze erette,
che compaiono in aprile-maggio prima delle foglie.
· FRUTTO
Disamare di colore giallo-bruno, lunghe 3-4 cm. con
ali molto divaricate quasi orizzontali e punte rivolte
verso l’alto. Non hanno valore ornamentale.
· CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta a velocità di crescita media, molto rustica.
Adattabile alla maggior parte dei terreni, eccetto
quelli torbosi o scarsamente drenati. Ha un’ottima
resistenza all’inquinamento, alla salinità del suolo,
alle gelate ed al vento, tollera discretamente la
siccità. E’ adatta ad essere impiegata in pieno sole e
a mezz’ombra.
· ESIGENZE ECOLOGICHE E
CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
L’alta adattabilità di questa specie la rende idonea a
svariati utilizzi sia come esemplare isolato, sia in
gruppi sia in filari. Si può utilizzare in parcheggi, in
viali stradali, in giardini di aree residenziali o in
parchi. Questa specie riesce a crescere bene in aree
urbane dove sono frequenti l’inquinamento, lo
scarso drenaggio, il costipamento del terreno e la
mancanza d’acqua
· RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente ritenuta resistente, l’unica malattia
alla quale è suscettibile è la verticillosi.
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
AREA VERDE BELFIORE
· STATO ATTUALE
Area verde piuttosto “spoglia”. Si trovano 3 esemplari d’acero di monte (Acer pseudoplatanus), 1
ginkgo (Ginkgo biloba) e 2 cipressi dell’Arizona (Cupressus arizonica ‘Glauca’). Le condizioni del
terreno si presentano discrete, non vi sono avvallamenti o dossi significativi, e data la scarsa
fruibilità non si sono verificati fenomeni di compattamento o costipamento significativi. Come in
altre vie si evidenziano su due aceri delle lesioni corticali dovute a scottature (foto 1). Tali lesioni
ne pregiudicano lo sviluppo vegetativo rendendo necessaria la loro sostituzione. Situazione analoga
anche per il ginkgo dove si nota una vistosa ferita da decespugliatore al colletto (foto 2). I cipressi
sono in condizioni vegetative discrete, tuttavia sono situati in una posizione poco adatta essendo
cresciuti in pratica contro la recinzione.
·
STATO DI PROGETTO
Nella fase d’elaborazione del progetto, si propone di sostituire le piante che presentano difetti
strutturali e utilizzare arbusti a fiore per creare macchie di colore. In dettaglio le soluzioni
progettuali sono:
25. l’eliminazione delle piante danneggiate o situate in posizioni inadatte;
26. la piantagione di pochi soggetti arborei (4) per non infittire eccessivamente l’area;
27. la piantagione alcune specie arbustive da utilizzare sia come schermo di copertura che per
creare macchie di colore.
Nella scelta e collocazione delle specie arboree ed arbustive si è tenuto conto non solo delle loro
caratteristiche ecologiche, ornamentali e agronomiche, che elencheremo di seguito, ma anche di
quelle gestionali, in modo da eliminare o quantomeno ridurre i costi delle operazioni di
manutenzione. Le specie scelte rispondono, in ogni modo, a requisiti di rusticità ed adattabilità alle
condizioni pedoclimatiche dell’area in questione.
SPECIE ARBOREE
·
n° 3 soggetti arborei di acero campestre (Acer campestre ‘Elsrijk’).
Pianta di terza grandezza appartenente alla famiglia delle Aceraceae, che non possiede
particolari caratteristiche ornamentali, apprezzata per il portamento compatto della chioma.
· n° 1 soggetto arboreo di pioppo bianco (Populus alba)
Pianta autoctona di prima grandezza appartenente alla famiglia delle Salicaceae
dall’inconfondibile effetto decorativo dovuto al colore del fogliame
Per quanto riguarda la sistemazione si è pensato di piantare di fronte all’entrata di via Martiri di
Belfiore, ad una distanza di circa 15 m, i 3 aceri campestri a formare un gruppo. Sotto gli aceri,
sistemati a circa 5 metri tra loro, saranno posizionate due panchine. L’unico esemplare di pioppo
sarà invece piantato nella zona centrale, più larga, dell’area in oggetto, ad una distanza dai confini di
circa 7 metri. Per contenere i costi sono state scelte piante con circ. del fusto di 14-16 cm.
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Comune di PEGOGNAGA
Acero campestre (Acer campestre ‘Elsrijk’) – caratteristiche principali
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Pianta di terza grandezza, presenta una chioma, fitta e
compatta di forma ovale.
·
FOGLIA
Foglie decidue palmate a 3-5 lobi rotondeggianti con
margine liscio, verdi scuro in estate, gialle in autunno.
·
FIORE
I fiori, verdi – giallognoli, non hanno valore ornamentale.
·
FRUTTO
Piccole disamare di colore marron con ali aperte a 180°.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Specie rustica, in grado di tollerare svariati tipi di terreno, la
siccità, il caldo, le gelate e anche una moderata salinità. E’
un albero che cresce lentamente, ha una buona resistenza
meccanica alle rotture, vive in posizioni sia soleggiate che in
mezzombra.
·
CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
La caratteristica peculiare di questa varietà è rappresentata
dalla chioma ovale compatta e fitta, che la rende resistente ai
venti ed adatta a spazi angusti e a vie strette. Utilizzabile per
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Comune di PEGOGNAGA
Pioppo bianco (Populus alba) – caratteristiche principali
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di grandi dimensioni (prima grandezza)
ha una chioma, moderatamente fitta, di forma
arrotondata – ovale con contorni irregolari. Il
fusto presenta, inizialmente, una corteccia
ornamentale, liscia, biancastra, sottile,
facilmente danneggiabile, che in seguito
diventa grigia, solcata longitudinalmente.
·
FOGLIA
Fogliame deciduo con foglie semplici,
piuttosto grandi, lobate con 3 – 5 lobi più o
meno pronunciati. Le foglie presentano un
colore verde scuro sulla pagina superiore,
mentre quella inferiore è ricoperta da un feltro
bianco; quando il vento muove le foglie si
creano effetti e riflessi molto decorativi.
·
FIORE
Pianta dioica, fiori maschili in amenti
cilindrici, inizialmente rossastri poi
gialli;fiori femminili anch' essi in amenti, ma
più brevi. Fioritura prima della fogliazione.
·
FRUTTO
Capsule glabre in amenti pendenti dai rami che
in primavera liberano semi piumosi trasportati
dal vento.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, a crescita rapida, si adatta a tutti
i terreni prediligendo quelli ben drenati. Ama
esposizioni in pieno sole. Tollera abbastanza
bene gli ambienti urbani inquinati, buona
resistenza alla salinità, meno alla siccità ed al
vento per la fragilità del legno. Apparato
radicale piuttosto superficiale ed ampio, in
grado di sollevare marciapiedi o strutture
simili.
·
CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
Pianta utilizzabile in ampi parchi, giardini e
zone ruderali. In annate siccitose è
consigliabile intervenire con irrigazioni per
evitare la perdita d’apparato fogliare.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Sensibile a cancri del legno (evitare
potature eccessive e grossi tagli per non
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SPECIE ARBUSTIVE
·
n° 6 soggetti arbustivi di buddleia (Buddleia davidii)
Arbusto della famiglia delle Loganiaceae, la cui caratteristica principale è l’abbondante
fioritura estiva.
· n°11 soggetti arbustivi di carpino bianco (Carpinus betulus)
pianta della famiglia delle Betulaceae, senza particolari pregi ornamentali. Utilizzata per
l’estrema rusticità sia come albero sia come siepe, in grado di sopportare qualsiasi potatura.
· n° 3 soggetti arbustivi di corniolo (Cornus mas)
Pianta autoctona appartenente alla famiglia delle Cornaceae importante dal punto ecologico
per la produzione di bacche appetite dalla fauna selvatica. Fioritura primaverile prima della
comparsa delle foglie.
Per quanto riguarda il sito e la distanza d’impianto, i cornioli saranno piantati in prossimità
dell’entrata di via Martiri di Belfiore a 1,5 m tra loro. Per la buddleia invece si propone la messa a
dimora nella zona terminale dell’area, sempre in gruppo ad una distanza di 1, 7 metri. Il carpino
bianco è stato scelto, invece, con finalità di copertura della costruzione Enel. Gli undici cespugli,
infatti, saranno piantati attorno alla suddetta costruzione, ad una distanza tra di loro di 1 metro.
Per contenere i costi si utilizzeranno arbusti in zolla d’altezza non superiore al metro, tranne che per
il carpino bianco che sarà in vaso di diametro 24, alto cm 130-150.
Buddleia (Buddleia davidii) – caratteristiche principali
Arbusto rustico di rapido accrescimento che
può raggiungere i 2 m di altezza e 1,5 m di
diametro. Non ha particolare esigenze di
terreno, preferisce esposizioni in pieno sole.
Le foglie sono lanceolate e con margine
seghettato. La chioma ha una forma rotonda. I
fiori rosa – violaceo, profumati, sono portati
all’estremità apicale in lunghe spighe,
contribuendo ad ottenere un notevole effetto
decorativo. Periodo della fioritura luglio –
settembre. Molto resistente alle malattie, si
può utilizzare in giardini, parchi a gruppi o
isolata.
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Carpino bianco (Carpinus betulus) – caratteristiche principali
Pianta caratterizzata da un’estrema rusticità
(resiste a temperature minime oltre i – 15°) e
da una media rapidità d’accrescimento; resiste
al vento, alle gelate, al clima siccitoso, al sole
e all’inquinamento atmosferico. Preferisce il
sole o la mezz’ombra. Si adatta in generale ad
ogni tipo di terreno purché non salino. Foglie
decidue,
a
lamina
ellittica,
alterne,
ovato-oblunghe, doppiamente seghettate. La
pagina superiore è verde scuro e glabra mentre
quella inferiore è più chiara e pubescente. In
autunno le foglie assumono una bella
colorazione gialla- arancio e rimangono
secche, sui rami per tutto l’inverno, per questo
motivo questa pianta è molto apprezzata in
siepi (sia frangivento che di confine). Resiste
alle malattie. Sopporta bene le potature e
Corniolo (Cornus mas) – caratteristiche principali
Pianta molto rustica a crescita medio-lenta,
predilige terreni fertili, pur adattandosi a
diverse situazioni. Preferisce esposizioni
soleggiate, ma riesce a svilupparsi bene anche
in mezz’ombra. Le foglie di forma ovale,
acuminate sono, in estate, di colore verde
sulla pagina superiore, più chiaro su quella
inferiore, rosse in autunno. Può raggiungere un
altezza di 4 m ed una larghezza di 3 m.
Sopporta bene la siccità ed il ristagno idrico,
discretamente l’inquinamento atmosferico. I
fiori simili a piumini, di colore giallo,
appaiono nel periodo di fine inverno – inizio
primavera, prima della comparsa delle foglie. I
frutti, commestibili, di colore rosso, simili a
piccole ciliegie compaiono in estate. Molto
resistente alle malattie. Utilizzabile in piccoli
giardini, parchi, siepi, rivestimento di scarpate
sia stradali che in zone ruderali.
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AREA VERDE GARIBALDI
·
STATO ATTUALE
L’area verde Garibaldi, compresa tra il cavalcavia autostradale ed il canale Po’ Vecchio, possiede
una buona sistemazione del terreno in quanto pianeggiante, senza avvallamenti o dossi, e una
discreta condizione del manto erboso, poiché sottoposto regolarmente a sfalci periodici Sono
presenti varie specie arbustive come acero campestre, sambuco, nocciolo e sanguinella situate ai
margini della scarpata stradale, mentre sull’argine o al suo interno sono cresciute alcune piante
come pioppi o salici. La superficie centrale dell’area è libera e permette, quindi, diverse possibilità
progettuali.
·
STATO DI PROGETTO
Nella fase d’elaborazione del progetto, i criteri adottati per la scelta delle specie arboree ed arbustive
sono stati dettati non solo dalle loro caratteristiche ecologiche, ornamentali e agronomiche ma anche
gestionali, in modo da eliminare o quantomeno ridurre i costi delle operazioni di manutenzione. Tali
criteri hanno portato a prevedere:
28. la piantagione di pochi soggetti arborei (9) per meglio valorizzarne le peculiarità
ornamentali e non infittire eccessivamente l’area. Gli alberi saranno collocati,
principalmente, tra la ciclabile e la scarpata stradale e, comunque, lontano dall’argine del
canale per non intralciare le periodiche operazioni di manutenzione eseguite dal Consorzio
di Bonifica.
29. la piantagione di numerose specie arbustive, distribuite principalmente a ridosso della
scarpata stradale, scelte in base al tipo e periodo di fioritura per creare macchie di colore.
Le specie scelte, di cui in seguito saranno elencate in maniera dettagliata le caratteristiche,
rispondono in ogni modo a requisiti di rusticità ed adattabilità alle condizioni pedoclimatiche
dell’area in questione.
SPECIE ARBOREE
·
n° 2 soggetti arborei di gelso comune (Morus nigra).
Pianta di terza grandezza appartenente alla famiglia delle Moraceae scelta per il colore verde
brillante delle foglie di forma cuoriforme e per la produzione di frutti (drupe) eduli con
succo vinoso di sapore dolce-acidulo, apprezzati anche dalla fauna selvatica;
· n° 4 soggetti arborei di pioppo bianco (Populus alba)
Pianta autoctona di prima grandezza appartenete alla famiglia delle Salicaceae
dall’inconfondibile effetto decorativo dovuto al colore del fogliame;
· n° 3 soggetti arborei di albero di giuda (Cercis canadensis ‘Forest Pansy’)
Pianta di terza grandezza appartenente alla famiglia delle Leguminosae apprezzata sia per
l’imponente fioritura con fiori rosa - rossi che compaiono prima della fogliazione sia per il
particolare colore delle foglie (rosso - rosato).
Per quanto riguarda la disposizione, si propone di piantare i gelsi nella zona adiacente l’uscita della
ciclabile dal sottopasso stradale; i pioppi nella zona centrale dell’area, più larga, tra la ciclabile e il
cavalcavia stradale e gli alberi di giuda nel tratto finale in prossimità dell’uscita in via Foscolo. E’
stata prevista una distanza tra le piante di 10 metri per i pioppi e 5-6 metri per le altre specie.
Per contenere i costi sono state scelte piante con circonferenza del fusto di cm 14-16.
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Gelso comune (Morus nigra)
Caratteristiche principali
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di medie dimensioni (terza grandezza) con fusto corto e dalla chioma globosa ed
espansa con contorni irregolari, che raggiunge anche i 9 metri di diametro.
·
FOGLIA
Fogliame deciduo con foglie grandi di forma variabile, in genere obovata. La pagine
superiore è di colore verde lucido, mentre quella inferiore è verde opaco.
·
FIORE
Fioritura non ornamentale in aprile–maggio.
·
FRUTTO
I frutti sono ornamentali e commestibili, di colore rosso scuro a maturazione e fruttificano
in luglio-agosto; la loro cascola può, tuttavia, creare sporcizia su marciapiedi o su veicoli.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta molto rustica, a crescita veloce, si adatta a tutti i terreni prediligendo quelli fertili e
ben drenati. Ama esposizioni in pieno sole e climi temperati. Tollera abbastanza bene
l’inquinamento, sensibile al vento e ai terreni con fenomeni di ristagno idrico prolungato.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
Ideale per parchi o aree verdi, sconsigliato il suo utilizzo per viali o parcheggi.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
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Pioppo bianco (Populus alba)- Caratteristiche principali
· DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di grandi dimensioni (prima grandezza)
ha una chioma, moderatamente fitta, di forma
arrotondata – ovale con contorni irregolari. Il
fusto presenta, inizialmente, una corteccia
ornamentale, liscia, biancastra, sottile,
facilmente danneggiabile, che in seguito
diventa grigia, solcata longitudinalmente.
· FOGLIA
Fogliame deciduo con foglie semplici,
piuttosto grandi, lobate con 3 – 5 lobi più o
meno pronunciati. Le foglie presentano un
colore verde scuro sulla pagina superiore,
mentre quella inferiore è ricoperta da un feltro
bianco; quando il vento muove le foglie si
creano effetti e riflessi molto decorativi.
· FIORE
Fiori dioici, non ornamentali, in amenti
cilindrici.
· FRUTTO
Capsule glabre in amenti pendenti dai rami che
in primavera liberano semi piumosi trasportati
dal vento
·
C A R A T T E R I S T I C H E
PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, a crescita rapida, si adatta a tutti
i terreni prediligendo quelli ben drenati. Ama
esposizioni in pieno sole. Tollera abbastanza
bene gli ambienti urbani inquinati, buona
resistenza alla salinità, meno alla siccità ed al
vento per la fragilità del legno. L’apparato
radicale è piuttosto superficiale ed ampio, in
grado di sollevare marciapiedi o strutture
simili.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE E
CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
Pianta utilizzabile in ampi parchi, giardini e
zone ruderali. In annate siccitose è
consigliabile intervenire con irrigazioni per
evitare la perdita di apparato fogliare.
·
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RESISTENZA ALLE MALATTIE
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Albero di Giuda (Cercis canadensis’Forest pansy’)
Caratteristiche principali
· DIMENSIONI E PORTAMENTO
Questa piccola pianta (terza grandezza) ha una chioma di forma rotonda dai contorni
irregolari, moderatamente fitta. La corteccia è grigia e leggermente solcata, negli esemplari
vecchi può desquamarsi in piccole placche.
· FOGLIA
Foglia, molto ornamentale, larga, appuntita, di forma cuoriforme, inizialmente di colore verde
diventa in seguito rossa.
· FIORE
Fioritura molto decorativa con fiori rosa - rossi, che compaiono in aprile - maggio (prima
dell’emissione delle foglie) sui rami più vecchi, branche e tronco.
· FRUTTO
I frutti sono baccelli di colore marron, molto numerosi, appiattiti e pendenti, che rimangono
sulla pianta fino alla primavera successiva
· CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta che resiste discretamente al freddo, alla siccità e all’inquinamento. Predilige terreni
sciolti, calcarei, ma tollera anche terreni argillosi purché ben drenati. Apparato radicale
ampio e di media profondità. Cresce bene in pieno sole. Velocità di crescita media. Sensibile
al vento.
· ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
Le dimensioni contenute e la resistenza all’inquinamento la rendono utilizzabile in vari siti:
viali stradali, parcheggi, in forma isolata o in gruppo in piccoli giardini e nei parchi.
Apprezzata per l’imponente fioritura. Non ha bisogno di particolari potature.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
SPECIE ARBUSTIVE
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Comune di PEGOGNAGA
Le specie arbustive proposte sono 7 (calicanto, corniolo, forsizia, lillà, spirea, viburno e vigelia),
scelte in base al periodo, tipo e colore della fioritura. Come gia detto in precedenza sono state
considerate anche le esigenze ecologiche, agronomiche e manutentive che hanno portato a favorire
quelle specie di sicura riuscita, intesa come capacità di attecchimento e sviluppo.
Per comodità progettuali le specie arbustive sono state divise in due gruppi, denominati modulo 1
(M1) e modulo 2 (M2). Al modulo 1 appartengono le specie a maggior sviluppo vegetativo (lillà,
calicanto e corniolo), al modulo 2 quelle a sviluppo medio (forsizia, viburno e vigelia). La spirea
sarà utilizzata in gruppi per creare macchie in prossimità della ciclabile. Per quanto riguarda il sito
d’impianto, si propone per tutte, tranne la spirea, la messa a dimora a ridosso della scarpata stradale.
E’ stata prevista una distanza tra le piante di 2 m per le specie a maggior sviluppo (modulo 1) e 1,5
m per quelle a sviluppo minore (modulo 2 e spirea). La sequenza delle specie all’interno dei moduli
è così definita:
·
MODULO 1 (M1)
2 lillà – 2 calicanti – 2 cornioli;
·
MODULO 2 (M2)
1 forsizia - 2 viburni – 2 veigelie.
Sono stati previsti la messa a dimora di 4 moduli 1 e 4 moduli 2.
In dettaglio il numero dei soggetti da piantare sono i seguenti:
·
n° 8 soggetti arbustivi di calicanto d’inverno (Calycanthus praecox)
Arbusto della famiglia delle Calycanthaceae, la cui caratteristica principale è l’abbondante e
profumata fioritura invernale, quando la pianta è ancora completamente spoglia.
· n° 8 soggetti arbustivi di corniolo (Cornus mas)
Pianta autoctona appartenente alla famiglia delle Cornaceae importante dal punto ecologico
per la produzione di drupe, con fioritura primaverile prima della comparsa delle foglie.
· n° 4 soggetti arbustivi di forsizia (Forsythia intermedia ‘Linwood)
Arbusto della famiglia delle Oleaceae, di grande effetto per l’abbondante e vivace fioritura
primaverile.
· n° 8 soggetti arbustivi di lillà (Syringa vulgaris)
Arbusto della famiglia delle Oleaceae, vigoroso, rustico apprezzato per i numerosi fiori
portati in pannocchie piramidali all’estremità dei rami.
· n° 10 soggetti arbustivi di spirea (Spiraea bumalda ‘Anthony Waterer’)
Arbusto della famiglia delle Rosaceae, molto apprezzato per le caratteristiche decorative
· n° 8 soggetti arbustivi di viburno (Viburnum opulus)
Pianta autoctona della famiglia delle Caprifoliaceae, fioritura molto ornamentale in maggio
(da qui il nome pallon di maggio). Come il corniolo ha importante valenza ecologica per la
produzione di frutti (bacche) utilizzate come alimento dalla fauna selvatica.
· n° 8 soggetti arbustivi di veigelia (Weigelia florida ‘Variegata’)
Arbusto appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae, si adatta a tutti i terreni con fioritura
molto ornamentale ad inizio estate.
Per contenere i costi si prevede di utilizzare piante in zolla di altezza non superiore al metro.
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Calicanto d’inverno (Calycanthus praecox) - Caratteristiche principali
Arbusto rustico, di facile adattabilità, può
raggiungere un altezza di 2 – 4 metri. La
corteccia è bruna e rugosa mentre le foglie,
di forma oblunga – lanceolata, sono verdi
scuro sulla pagine superiore e verdi chiaro
su quella inferiore. Il Calicanto inizia a
fiorire in pieno inverno, a volte già da
gennaio. I fiori, lunghi circa 2 cm, molto
profumati, che compaiono isolati o riuniti a
coppie sui rami nudi, sono privi di corolla
e petali. Sono di colore biancastro – giallo
chiaro esternamente e bruni al centro.
Preferisce posizioni soleggiate o in
mezz'ombra.
Corniolo (Cornus mas) - caratteristiche principali
Pianta molto rustica a crescita medio-lenta,
predilige terreni fertili, pur adattandosi a
diverse situazioni. Preferisce esposizioni
soleggiate, ma riesce a svilupparsi bene
anche in mezz’ombra. Le foglie di forma
ovale, acuminate, sono, in estate, di colore
verde sulla pagina superiore, più chiaro su
quella inferiore, rosse in autunno. Può
raggiungere un altezza di 4 metri ed una
larghezza di 3 metri. Sopporta bene la
siccità ed il ristagno idrico, discretamente
l’inquinamento atmosferico. I fiori simili a
piumini, di colore giallo, appaiono nel
periodo di fine inverno – inizio primavera,
prima della comparsa delle foglie. I frutti,
commestibili, di colore rosso, simili a
piccole ciliegie compaiono in estate. Molto
resistente alle malattie. Utilizzabile in
piccoli giardini, parchi, siepi, come
rivestimento di scarpate sia stradali che in
zone ruderali.
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Forsizia (Forsythia intermedia ‘Linwood’) - Caratteristiche principali
Arbusti di media altezza (2 metri) molto rustici, in
grado di adattarsi a tutti i terreni. La velocità di
crescita è media, preferisce posizioni soleggiate. E’ in
grado di sopportare la siccità e l’inquinamento ma è
sensibile al ristagno idrico. Le foglie sono di forma
ovato-oblunga con margine seghettato, di colore verde
sulla pagina superiore e pallide su quella inferiore. I
fiori gialli con qualche sfumatura rossastra compaiono
in marzo-aprile. I frutti, non decorativi, sono piccole
capsule rugose. Molto resistente alle malattie, trova
svariati utilizzi: come esemplare isolato o a gruppi in
piccoli giardini e parchi, come siepe, come
rivestimento di scarpate stradali.
Lillà (Syringa vulgaris) - Caratteristiche principali
Arbusto di grandi dimensioni, con fusto
eretto che può raggiungere i 5 metri.
Foglie opposte, cuoriformi – acuminate
di colore verde lucente. Fiori numerosi,
profumati di colore viola –ceruleo portati
in pannocchie piramidali all’estremità dei
rami. Fioritura in aprile – maggio.
Preferisce posizioni soleggiate.
Spirea (Spiraea bumalda ‘Anthony Waterer’) - Caratteristiche
principali
Piccolo arbusto cespuglioso (altezza massima 1
metro),
resiste
bene
alla
siccità
e
all’inquinamento, meno al ristagno idrico.
Cresce velocemente e preferisce posizioni
soleggiate. Le foglie hanno una forma
ovata-lanceolata con i margini seghettati, di
colore rosato appena spuntate diventano poi
verde scuro. Abbondante fioritura estiva con
fiori rosa-lillà-rossastri, portati su grandi
pannocchie terminali ed ascellari. E’ una delle
varietà più decorative e rustiche, utilizzata in
Viburno palla di neve (Viburnum opulus) - Caratteristiche principali
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Arbusto autoctono che può raggiungere i 3
metri d’altezza, molto rustico, resiste
discretamente alla siccità, al ristagno idrico
ed all’inquinamento. Si adatta ad
esposizioni in pieno sole e mezz’ombra. La
velocità di crescita è media. Foglie opposte,
lobate di colore verde scuro. I fiori bianchi
sono portati sulle cime di forma
ombrelliforme. I frutti sono bacche di forma
globosa, rosse a maturazione. Utilizzata in
piccoli giardini, parchi, come siepe per
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VIA MONTEGRAPPA
·
STATO ATTUALE
In questa via (TAV. 3 A) sono presenti 10 soggetti arborei di orniello (Fraxinus ornus) di età di
circa 30 anni. Le condizioni vegetative delle piante sono stentate (foto 1), visibili dalla
presenza di rami secchi (foto 2) e dalla scarsa crescita dei ricacci annuali. Sul totale degli
esemplari da una sommaria indagine visiva si nota che solo 2 piante sono in buone condizioni,
6 mostrano una notevole presenza di secco all’interno della chioma e 2 hanno vigoria scarsa.
La precaria situazione vegetativa dell’80% degli esemplari consiglia una loro sostituzione. Dal
punto di vista fitosanitario non si sono evidenziate particolari problematiche. La presenza di
seccume all’interno della chioma è indice di scarsa funzionalità dell’apparato radicale su cui,
probabilmente, potrebbero avere influito negativamente i recenti lavori di sistemazione della
banchina stradale. Tali lavori hanno comportato il rifacimento della banchina con la posa dei
sottoservizi ed in superficie di masselli grigliati autobloccanti in cemento.
·
STATO DI PROGETTO
In base:
30. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
31. alla larghezza utile della banchina (circa 3 m) ;
32. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali;
33. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
si propongono due soluzioni progettuali alternative utilizzando le seguenti specie (TAV. 3 P):
1). Acero tridente (Acer buergerianum), albero di terza grandezza, molto decorativo sia per
la fioritura sia per la forma e colorazione autunnale del fogliame.
2). Parrozia (Parrotia persica), albero di terza grandezza, appartenente alla famiglia delle
Hamamelidaceae, di notevole effetto ornamentale per i fiori e le diverse tonalità di colorazione
delle foglie. Diversi esemplari di questa specie sono già presenti sia all’inizio di Via
Montegrappa sia in Via Trieste, perpendicolare alla medesima.
La scelta di queste specie è dettata, oltre che dall’indubbio effetto ornamentale, anche da
ragioni di ordine agronomico – colturale quali:
· notevole rusticità ed adattabilità;
· chioma fitta e poco espansa, adatta a spazi limitati,
Dai sopralluoghi si sono evidenziati spazi adeguati, in aggiunta a quelli lasciati vuoti dalle
piante attualmente presenti, per poter piantare nuovi esemplari. Per realizzare la
piantumazione completa della via è necessario, però, aprire 12 tornelli, chiuderne alcuni di
quelli vecchi (5), in altri 6 casi è possibile il riutilizzo degli stessi previo allargamento. Nella
sottostante tabella 1, riferita allo stato di progetto (TAV. 3 P) sono evidenziati in modo
dettagliato i nuovi tornelli da realizzare e quelli da chiudere.
E’ stata prevista la piantumazione di 18 soggetti arborei ad una distanza minima tra le piante
di 7 metri; tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e
servitù, come passi carrai, lampioni e tombini presenti sulle banchine, che sono stati rilevati
nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà
sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, per cui le piante saranno collocate nei
siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare.
Si ritiene inoltre necessario, dato che in alcuni casi l’impianto avviene nel medesimo sito,
procedere dopo l’eliminazione dei ceppi, alla disinfezione della buca e alla sostituzione del
terreno. Benché tali pratiche agronomiche determinino un aumento dei costi, sono necessarie
per creare un miglior substrato di sviluppo degli apparati radicali, e quindi per garantire un
migliore attecchimento ed accrescimento dei nuovi soggetti arborei.
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Tab. 1 – Dettaglio dei lavori sui tornelli
CARATTERISTICHE DELLE SPECIE ARBOREE PROPOSTE
Acero tridente (Acer buergerianum)
·
ORIGINE Cina
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero dalla chioma moderatamente fitta, dai contorni irregolari,
inizialmente di forma ovale tende in seguito ad allargarsi,
diventando arrotondata. Può raggiungere 9 metri di diametro e
15 metri di altezza. Il tronco presenta una corteccia di colore
marron chiaro, liscia, che col passare degli anni si sfoglia.
·
FOGLIA
Le foglie decidue, opposte, palmate, trilobate sono di colore
verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore.
Molto ornamentale la colorazione autunnale del fogliame con una
gamma di tonalità che vanno dal rosso, all’arancione e al giallo.
·
FIORE
Fioritura ornamentale con piccoli fiori gialli – verdastri riuniti in
grappoli eretti che compaiono in primavera.
·
FRUTTO
Samare con ali parallele e dritte, spesso sovrapposte tra loro,
portano due piccoli semi. Inizialmente verdi diventano in seguito
marron.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, a media velocità di accrescimento, resiste bene
alle gelate, all’inquinamento atmosferico ed al vento, meno al
ristagno idrico ed alla siccità. Si adatta a vari tipi di terreno,
inclusi i suoli calcarei e compatti, purchè ben drenati. Apparato
radicale espanso e superficiale.
·
ESIGENZE
ECOLOGICHE
E
CARATTERISTICHE
D’UTILIZZO
Pianta decorativa, possiede caratteristiche colturali, dimensioni e
forma che la rendono idonea a svariati utilizzi quali aree verdi,
parchi, parcheggi, vie stradali e residenziali, specialmente in
quelle situazioni dove gli spazi a disposizione sono esigui. Tollera
le potature.
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Parrozia (Parrotia persica)
·
ORIGINE
Asia
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di medie dimensioni (6-12 metri di altezza e 6-10 metri
di larghezza). La chioma, moderatamente fitta, ha una forma
arrotondata, espansa dai contorni regolari. Il fusto presenta
una corteccia liscia, sottile e per questo facilmente
danneggiabile, che si desquama col tempo conferendo alla
pianta notevole valore ornamentale anche in inverno.
·
FOGLIA
Fogliame deciduo con foglie semplici, piuttosto grandi, di
forma obovata con margine ondulato. La straordinaria
colorazione delle foglie è il motivo per cui questa pianta è
coltivata. Le giovani foglie sono dapprima rossastre, poi
diventano in estate verde scuro e in autunno alla caduta
passano dal giallo intenso, all’arancio al rosso scarlatto.
·
FIORE
Fiori ornamentali con stami cremisi che
primavera sui rami prima della fogliazione.
compaiono
in
·
FRUTTO
I frutti, duri, di colore marron e forma irregolare, sono prodotti
in scarse quantità.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, a crescita lenta, si adatta a tutti i terreni
prediligendo quelli leggermente acidi e ben drenati. Ama
esposizioni in pieno sole o mezzombra. Tollera abbastanza
bene gli ambienti urbani inquinati, resiste ottimamente alla
siccità e al vento. Non tollera condizioni di ristagno idrico
prolungato. Non richiede particolari cure, gli esemplari di
Parrotia tendono a trovare gran parte dei nutrienti e acqua nel
terreno, poiché le loro radici si diramano anche per decine di
metri.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI
UTILIZZO
Le caratteristiche ornamentali, pedoclimatiche e la pressoché
totale assenza di patologie rendono idonea questa specie ad
essere impiegata sia singolarmente sia in gruppo. Ideale per
parchi o aree verdi, si presta bene per la realizzazione di viali
stradali, parcheggi, viali in zone residenziali.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente, non sono segnalate su esemplari
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VIA MARCONI
·
STATO ATTUALE
In questa via (TAV. 4 A) sono presenti 32 paulonie, 14 catalpe e un tiglio. La scelta di
utilizzare paulonie e catalpe era, probabilmente stata determinata dalla somiglianza della
morfologia della foglia; dove la banchina era larga sono state poste le paulonie, piante di
seconda grandezza e dove gli spazi erano minori le catalpe, piante di terza grandezza. Le
condizioni vegetative delle paulonie sono mediocri e una buona parte degli esemplari
evidenziano problemi che in futuro possono comprometterne la stabilità. In particolare ad
un’indagine visiva sommaria i difetti più frequenti sono l’inclinazione del fusto (15 soggetti), la
presenza di secco (6 soggetti), la chioma sbilanciata (6 soggetti) a causa delle potature
effettuate per non interferire con i fili Enel.
Tipico di questa specie è la presenza di grosse radici superficiali che possono danneggiare
manufatti e banchine ed interferire con le operazioni di sfalcio. Inoltre le continue lesioni e
ferite che i tosaerba hanno provocato, rappresentano altrettanti punti d’ingresso per infezioni
fungine in grado compromettere la funzionalità dell’apparato radicale. Altro problema della
paulonia è la notevole massa di foglie e semi, quest’ultimi duri e difficilmente marcescibili, che
devono essere raccolti in autunno.
Le catalpe sono quelle che si trovano in condizioni vegetative peggiori. Oltre la meta presenta
vari difetti, i più frequenti dei quali sono: fusto inclinato (5 soggetti), chioma sbilanciata (3
soggetti), ferite al colletto (1 soggetto), morta in piedi (2 soggetti). Quasi tutti gli esemplari
hanno scarsa vigoria. Anche questa specie produce abbondante lettiera dovuta, principalmente
ai lunghi baccelli che contengono i semi, per il resto risulta maggiormente adatta della
precedente all’utilizzo urbano.
Il substrato di coltivazione della banchina, ove attualmente sono insediate le paulonie, è
probabilmente il migliore di quelli finora esaminati. La presenza di un cordolo che impedisce il
parcheggio degli autoveicoli e di conseguenza un eccessivo compattamento del suolo, la
larghezza della banchina stessa (circa 4,5 m) e l’inerbimento dell’intera superficie sono
elementi che fanno presumere di avere a disposizione un terreno con caratteristiche chimiche e
fisiche sufficienti al regolare sviluppo degli apparati radicali, cosa che spesso in ambiente
urbano non accade dato che i suoli sono quasi sempre asfittici e privi di elementi nutritivi.
Discorso inverso per l’area dove trovano le catalpe, qui il terreno si presenta compattato con
una larghezza della banchina di 3,5 m circa.
·
STATO DI PROGETTO
In base:
1. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
2. alla larghezza utile delle banchine ;
3. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali;
4. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
Si formulano le seguenti proposte progettuali (TAV. 4 P):
· tigli, olmi o platani in sostituzione delle paulonie e del tiglio;
· acero campestre o carpino bianco piramidale al posto delle catalpe.
Questo tipo di scelta, oltre che da ragioni d’ordine agronomico – colturale quali buona rusticità
ed adattabilità, è stata dettata dagli ampi spazi a disposizione (banchina Paulonie) che
permettono l’utilizzo di piante dalle dimensioni importanti.
In dettaglio:
per il tiglio la scelta si è orientata verso la specie Tilia cordata ‘Greenspire’, albero di
seconda grandezza, caratterizzato dall’assenza di polloni al colletto;
per quanto riguarda l’olmo si consiglia la specie Ulmus Resista ‘Sapporo Autumn gold’ in
quanto è quella che resiste maggiormente alla grafiosi (Ceratocistys ulmi), patologia fungina
comparsa in Italia negli anni 20, responsabile della scomparsa della quasi totalità degli olmi
campestri (Ulmus minor) maggiormente recettivi;
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per il platano è stata scelta una specie coperta da brevetto: PLATANOR® ‘Vallis Clausa’ la
cui particolarità è la resistenza al cancro colorato (Ceratocystis fimbriata), malattia
particolarmente grave per la quale è stato emesso il Decreto di lotta obbligatoria su tutto il
territorio nazionale. Analogamente a quanto detto per l'olmo, la soluzione è rappresentata
dall’utilizzo di specie o varietà resistenti, dato che non vi sono strumenti efficaci di controllo
chimico. Va tuttavia detto che le reali possibilità di utilizzo di questa particolare specie sono
molto limitate, a causa dell’alto costo della pianta (almeno il doppio rispetto al platano
comune):
per l’acero campestre è stata scelta la varietà Acer campestre ‘Elsrijk’* a portamento
compatto;
per il carpino bianco si propone la varietà Carpinus betulus ‘Fastigiata’*.
E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 8 metri e la messa a dimora di 57
soggetti arborei a ‘pronto effetto’ con circonferenza del fusto di cm. 18-20 (42 tigli o olmi o
platani e 15 aceri campestri o carpini bianchi). Tale sesto d’impianto è indicativo e non
vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini, evidenziati
nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria
dell’impianto, perciò le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una
crescita regolare. Si ritiene inoltre necessario procedere all’eliminazione dei ceppi, all’asporto
del materiale di risulta ed alla sostituzione del terreno. Benché tali pratiche agronomiche
determinino un aumento dei costi, sono necessarie, oltre a eliminare possibili ostacoli per i
pedoni, a creare un miglior substrato di sviluppo degli apparati radicali, e quindi per garantire
un migliore attecchimento ed accrescimento dei nuovi soggetti arborei.
* E’ stato fatto un unico computo per queste due specie perché i costi delle piante sono
pressochè uguali.
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CARATTERISTICHE DELLE SPECIE ARBOREE PROPOSTE
Olmo – (Ulmus Resista® ‘Sapporo Autumn gold’)
·
ORIGINE
America Settentrionale, 1950 (selezione giapponese di
E. Smalley . Probabile ibrido di U. japonica con un altro
olmo asiatico, selezionato per l’elevata resistenza alla
grafiosi.)
·
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero dalla chioma fitta a forma di vaso che può
raggiungere i 5 - 6 metri di diametro e i 12 - 15 metri
di altezza. Il tronco presenta una corteccia di colore
grigio - argento, liscia, che col passare degli anni
diventa grigio – nerastra solcata da fessure. Buona
resistenza al vento.
·
FOGLIA
Le foglie decidue di forma ovale, appuntite, alterne e
con i margini doppiamente dentati, sono, talvolta, di
colore rossastro al germogliamento, mentre diventano
verde scuro brillante in estate. Caratteristica di questa
specie è la colorazione autunnale giallo – oro delle
foglie.
·
FIORE
Fioritura non ornamentale con fiori di colore rosso –
porpora riuniti in fitti grappoli che compaiono prima
delle foglie in marzo.
·
FRUTTO
Piccoli semi di forma rotonda o ellittica, riuniti in
infruttescenze, muniti di membrane alari di circa 2 cm;
inizialmente verdi diventano in seguito marrone con
l’essiccazione.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, a rapido accrescimento, resiste bene alle
gelate, all’inquinamento e al ristagno idrico meno alla
siccità. Si adatta a vari tipi di terreno, inclusi i suoli
calcarei e compatti, prediligendo quelli umidi, fertili e
sciolti. Apparato radicale espanso. Cresce in pieno sole
o mezz’ombra.
·
ESIGENZE
ECOLOGICHE
E
CARATTERISTICHE D’UTILIZZO
Specie utilizzata per parchi, parcheggi, vie stradali o
residenziali, aree industriali.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente. Questa specie è resistente
alla grafiosi.
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Platano (PLATANOR® ‘Vallis Clausa’)
·
ORIGINE
Francia, 2000. Ibrido fra Platanus occidentalis e
Platanus orientalis.
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero dalla chioma arrotondata (globosa) a
maturità e con portamento piramidale nei giovani
esemplari. Il tronco è eretto, massiccio, presto
diviso in grossi rami. Caratteristica è la corteccia,
brunastra e ruvida, che si stacca in placche
lasciando scoperta la nuova scorza di colore
grigio chiaro.
·
FOGLIA
Foglie decidue a lamina semplice, palmato lobate,
alterne, con 5 (3-7) lobi; larghe anche 15-20 cm.
Di colore verde scuro la pagina superiore, più
chiara quella inferiore
·
FIORE
Fioritura non ornamentale con fiori verde-rosso,
riuniti in infiorescenze (capolini pendenti), che
fioriscono ad aprile-maggio.
·
FRUTTO
I frutti sono tondeggianti, di colore marrone e
portati in numero di 2-4 sullo stesso peduncolo; a
maturazione liberano molti semi
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Grande albero, rustico, di rapida velocità di
crescita, facilmente adattabile, indifferente alle
caratteristiche del terreno che predilige acido o
neutro ben drenato e profondo. Resiste
all’inquinamento atmosferico, alle gelate, alla
siccità Predilige le esposizioni in pieno sole, ma si
sviluppa bene in qualsiasi condizione. Sensibile al
ristagno idrico. Apparato radicale profondo con le
radici principali che si approfondiscono nel
terreno, mentre le radici più sottili si espandono
orizzontalmente.
·
ESIGENZE
ECOLOGICHE
E
CARATTERISTICHE D’UTILIZZO
Isolato o in gruppo ha trovato un notevole
impiego nelle alberature stradali. Da sottolineare
le nuove forme di allevamento in vivaio: a
spalliera e a tetto.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Resistente al cancro colorato, poco sensibile alle
patologie tipiche della specie.
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Tiglio selvatico – (Tilia cordata ‘Greenspire’)
·
ORIGINE
Stati Uniti, 1961
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di medie dimensioni (altezza massima m
15 – 20, larghezza massima m 10). Tronco
diritto; chioma fitta, di forma piramidale in età
giovanile per poi divenire ovale in età adulta.
·
FOGLIA
Le foglie, più piccole della specie, sono decidue a
lamina semplice, alterne, cuoriformi, intere alla
base e seghettate nel resto. La pagina superiore
è verde lucida e la inferiore glauca
·
FIORE
Abbondante fioritura ornamentale in giugno luglio con fiori profumati, giallo verdastri riuniti in
infiorescenze.
·
FRUTTO
Carceruli di forma arrotondata - ovale, con
pericarpo leggero, ricoperto da una fine peluria.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, di rapida velocità di crescita. Si
adatta a tutti i suoli, anche compatti, purchè poco
salini. Poco sensibile all’inquinamento, alle gelate,
alla siccità ed al ristagno idrico, purchè
quest’ultimo si protragga per brevi periodi.
Cresce bene sia in posizioni soleggiate che in
mezz’ombra. Apparato radicale profondo con le
radici principali che si approfondiscono nel
terreno, mentre le radici più sottili si espandono
orizzontalmente, senza creare problemi a
manufatti o banchine.
·
ESIGENZE
ECOLOGICHE
E
CARATTERISTICHE D’UTILIZZO
Impiegato sia come esemplare isolato sia in
gruppi o in filari. Si presta ad essere utilizzato per
alberature stradali, per parcheggi e parchi. Non
sviluppa, contrariamente a altre specie di tigli,
polloni basali. Questa pianta riesce a svilupparsi
in ambiente urbano dove suoli compatti, siccità,
spazi ridotti sono condizioni normali.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente. Spesso, in seguito a
potature mal eseguite, si verificano fenomeni di
carie del legno e attacchi, sulla pianta già
sofferente, di insetti xilofagi. Di minore
importanza sono invece gli eventuali attacchi di
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Acero campestre - (Acer campestre ‘Elsrijk’)
·
ORIGINE
Olanda, 1953
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Pianta di terza grandezza. In ambiente ottimale può
raggiungere un altezza di 12 metri e un diametro di 5
metri, la chioma, fitta e compatta, ha forma ovale.
·
FOGLIA
Fogliame deciduo costituito da foglie palmate a 3-5
lobi rotondeggianti con margine liscio. L’apparato
fogliare presenta una colorazione verde scuro
durante la fase vegetativa e diventa giallo in
autunno.
·
FIORE
I fiori sono di colore verde – giallo e appaiono in
primavera. Non hanno valore ornamentale.
·
FRUTTO
I frutti sono piccole disamare di colore verde-marron
con ali aperte a 180° gradi. Come i fiori sono poco
appariscenti per cui non hanno valore ornamentale.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Specie rustica, possiede un apparato radicale molto
ramificato in grado di tollerare svariati tipi di terreno,
la siccità e anche una moderata salinità. E’ un albero
che cresce lentamente, ha una buona resistenza
meccanica alle rotture, vive in posizioni sia soleggiate
che in mezzombra. Tollera le alte temperature e le
gelate.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE E
CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
La caratteristica peculiare di questa varietà è
rappresentata dalla chioma compatta e fitta, di forma
ovale che la rende resistente ai venti ed adatta a
spazi angusti e a vie strette. Utilizzabile per viali
alberati, aree residenziali, piccoli giardini e parchi,
quest’albero cresce in maniera soddisfacente in aree
urbane dove l’inquinamento, lo scarso drenaggio, il
costipamento del terreno e la mancanza d’acqua sono
situazioni frequenti.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente a tutti i parassiti, tranne che
alla verticillosi.
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AREA VERDE DI STRADA SACCA
·
STATO ATTUALE
L’area verde di Strada Sacca (TAV. 8 – 1/8 - 2), compresa tra la Via medesima e la linea
ferroviaria (Ferrovie Emilia Romagna), occupa una superficie di circa 900 mq, lunga m 70 m e
larga m 12. L’asse principale ha orientamento Est – Ovest. Il terreno presenta una superficie
irregolare ed è leggermente più basso rispetto al manto stradale. Il cotico erboso spontaneo,
regolarmente sfalciato, è in discrete condizioni vegetative, anche se in alcune zone prevalgono
diversi tipi d’infestanti sia dicotiledoni sia graminacee. L’area, escludendo 2 esemplari mediocri
di noce comune (Juglans regia) presenti a ridosso della strada, è in gran parte completamente
libera tranne che in una piccola zona limitrofa alla casa cantoniera (circa 200 mq) dove sono
state messe a dimora delle piccole piante arboree, alte 50 – 60 cm, scadenti sia come forma
sia come vigoria vegetativa.
·
STATO DI PROGETTO
La presenza della ferrovia, con i conseguenti vincoli, la non fruibilità dell’area da parte delle
persone e la particolare forma della medesima (lunga e stretta) hanno orientato le scelte
progettuali a privilegiare gli aspetti agronomico – colturali e gestionali delle specie arboree ed
arbustive utilizzate più che quelli ornamentali
Tali criteri hanno portato a prevedere:
1. la piantagione di soggetti arborei in filare a fianco della carreggiata stradale;
2. la realizzazione di una siepe mista a ridosso della scarpata ferroviaria.
I vincoli presenti e la conformazione dell’area hanno portato ad elaborare due soluzioni
progettuali alternative, dove non cambiano il numero di esemplari ed il sesto d’impianto ma
solamente le specie arboree utilizzate, in tal modo la differenza tra le due proposte è
unicamente di tipo economico.
·
PROPOSTA 1
Nella proposta n° 1 (TAV 8 - 1) sono utilizzate 8 robinie (Robinia pseudoacacia ‘Frisia’) in
filare a 3 m dal manto stradale ed una distanza minima d’impianto di 8 m. Gli arbusti messi a
dimora sono 36 appartenenti alle specie Deutzia scabra, Spiraea x Van Houttei, Cornus
sanguinea e Viburnum lantana. È previsto il loro posizionamento a ridosso della scarpata
ferroviaria a gruppi di 4, in modo da lasciare corridoi di circa m 3,5 per eventuali manutenzioni
della ferrovia. La distanza d’impianto è di m 1,5.
·
PROPOSTA 2
Nella proposta n° 2 (TAV 8 – 2) saranno utilizzati 8 aceri campestri (Acer campestre) e 36
arbusti appartenenti alle specie Abelia grandiflora, Cotinus coggigrya, Crataegus
monogyna e Forsythia x intermedia. Il posizionamento e le distanze di impianto di alberi ed
arbusti sono analoghi a quanto illustrato nella proposta precedente.
Per contenere i costi sono state scelte, in entrambe le proposte, piante arboree con
circonferenza del fusto di cm 16-18.
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CARATTERISTICHE DELLE SPECIE ARBOREE PROPOSTE
Acero campestre (Acer campestre)
·
ORIGINE Europa, Asia
· DIMENSIONI E PORTAMENTO
Pianta di terza grandezza. In ambiente ottimale
può raggiungere un altezza di 12 metri e un
diametro di 8 metri, la chioma, fitta, ha forma
ovale globosa ed espansa
· FOGLIA
Fogliame deciduo costituito da foglie palmate a
3-5 lobi rotondeggianti con margine liscio.
L’apparato fogliare presenta una colorazione
verde scuro durante la fase vegetativa e diventa
giallo in autunno.
· FIORE
I fiori sono di colore verde – giallo e appaiono in
primavera. Non hanno valore ornamentale.
·
FRUTTO
I frutti sono piccole disamare di colore
verde-marron con ali aperte a 180° gradi. Come
i fiori sono poco appariscenti per cui non hanno
valore ornamentale.
·
C A R A T T E R I S T I C H E
PEDOCLIMATICHE
Specie rustica, possiede un apparato radicale
molto ramificato in grado di tollerare svariati tipi
di terreno, la siccità e anche una moderata
salinità. E’ un albero che cresce lentamente, ha
una buona resistenza meccanica alle rotture,
vive in posizioni sia soleggiate che in
mezzombra. Tollera le alte temperature, le
gelate e le potature.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE E
CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
Specie largamente diffusa, utilizzabile per viali
alberati, aree residenziali, piccoli giardini e
parchi.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente a tutti i parassiti,
tranne che alla verticillosi.
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Robinia (Robinia pseuodoacacia ‘Frisia)
·
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ORIGINE America settentrionale
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero dalla chioma poco fitta, di forma
ovale dai contorni irregolari, a crescita
veloce.
Può
raggiungere
un’altezza
massima di 15 metri ed una larghezza di
10.
·
FOGLIA
·
FIORE
Fioritura ornamentale in maggio - giugno
con fiori bianchi, simili a piselli, profumati,
riuniti in grappoli lunghi cm 10 – 15.
·
FRUTTO
I frutti sono baccelli bruno – nerastri che
contengono semi reniformi. Rimangono
sulla pianta per tutto l’inverno.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta molto rustica che si adatta a tutti i
terreni, purchè ben drenati. Tollera molto
bene la siccità e la salinità, bene il ristagno
idrico,
le
gelate
e
l’inquinamento
atmosferico. Cresce sia in pieno sole sia in
mezzombra. L’apparato radicale è piuttosto
superficiale in grado di danneggiare
marciapiedi e di ostacolare le operazioni di
sfalcio.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE E
CARATTERISTICHE DI UTILIZZO
E’ adatta ad essere utilizzata in parchi,
aree verdi, giardini, per il consolidamento
di scarpate come esemplare singolo o a
gruppi. Non si presta alla realizzazione di
viali alberati in ambiente urbano.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Mediamente resistente, sensibile ad alcune
patologie quali cancri, maculature fogliari,
verticillosi e minatori fogliari.
Le foglie, decidue, alterne, sono composte da
13 – 14 foglioline di forma ovale – oblunga.
Sono di colore giallo vivo in primavera, in
estate questa colorazione vira al verde per poi
tornare gialla in autunno.
71
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
CARATTERISTICHE DELLE SPECIE ARBUSTIVE PROPOSTE
Abelia (Abelia x grandiflora)
Arbusto sempreverde, ibrido tra due specie di
Abelia originarie dell’Asia Centrale, è stato
introdotto in Italia a metà dell’800. Chioma
arrotondata con rami arcuati che portano foglioline
lucide, ovate, lunghe fino a 5 cm, verde scuro sulla
pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. In
autunno assumono una colorazione bronzea –
rossastra. Le cime ascellari e le pannocchie apicali
con fiori bianchi sfumati di rosa compaiono da metà
estate all’autunno. I fiori, tubolari e con calici rosa
da 2 a 5 lobi, emanano un lieve profumo. Specie
vigorosa, abbastanza rustica perché teme i forti
geli, si adatta a diversi terreni purchè ben drenati,
ha una buona resistenza alla siccità ed
all’inquinamento atmosferico, predilige posizioni
soleggiate. Per il tipo di sviluppo e la conformazione
della chioma si presta alla creazione di siepe libere
o macchie. Generalmente non presenta patologie
Albero della nebbia (Cotinus coggigrya)
Piccolo
albero,
utilizzato
generalmente come arbusto. Può
raggiungere
un’altezza
e
larghezza di 3 – 4 m. La chioma
arrotondata, fitta, dai contorni
regolari è formata da foglie
alterne, obovate, dal colore verde
– glauco, più chiare sulla pagina
inferiore. L’effetto ornamentale è
dato dalla fioritura. I numerosi ,
piccoli fiori giallo – verdognoli
compaiono
in
maggio,
in
pannocchie
lasse.
Dopo
la
fioritura i peduncoli fiorali si
allungano e si rivestono di peli
finissimi
formando
così
le
nebulose
infiorescenze,
responsabili
del
nome
della
pianta, che si conservano per un
lungo periodo. Pianta rustica a
lento accrescimento, si adatta a
tutti i terreni purchè ben drenati,
possiede un’ottima resistenza alla
siccità,
meno
alla
salinità.
Predilige esposizioni in pieno sole,
posizioni
ombreggiate
determinano
uno
sviluppo
asimmetrico
della
chioma.
Generalmente
non
presenta
patologie.
Contenuto delle singole opere pubbliche
72
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Biancospino (Crataegus monogyna)
Arbusto deciduo, dalla chioma
arrotondata, molto diffuso per le
caratteristiche ornamentali e
l’elevata
rusticità.
I
rami,
spinosi, portano foglie di forma
ovata o romboidali, con 3 – 7
lobi profondi, lucide, di colore
verde
scuro
sulla
pagina
superiore, più chiaro su quella
inferiore.
Alla
fine
della
primavera la pianta produce
fiori bianchi profumati riuniti in
corimbi; da questi in seguiti si
sviluppano i frutti sferici od
ovoidali di colore rosso. Specie
vigorosa che si adatta a
qualsiasi terreno, possiede alta
resistenza
alla
siccità
ed
all’inquinamento.
Preferisce
posizioni
soleggiate
o
parzialmente ombreggiate. Si
presta per la costituzione di
siepi libere.
Deuzia (Deutzia scabra)
Arbusto dalla forma eretta, alto circa 1,5 m. le foglie sono piccole, opposte, ovali – acute con i
margini seghettati, rugose, verdi sulla pagina superiore, più chiare su quella inferiore. I fiori,
lunghi circa 2 cm, di colore bianco – crema, leggermente campanulati sono riuniti in
pannocchiette tirsiformi di circa 10 – 15 cm. Fioritura da aprile a giugno. Pianta rustica, si adatta
a tutti i terreni, non richiede particolari cure colturali.
Contenuto delle singole opere pubbliche
73
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Forsizia (Forsythia x intermedia ‘Linwood’)
Arbusto a foglia caduca di media altezza (2 metri)
molto rustico, in grado di adattarsi a tutti i
terreni. La velocità di crescita è media, preferisce
posizioni soleggiate. E’ in grado di sopportare la
siccità e l’inquinamento ma è sensibile al ristagno
idrico. Le foglie sono di forma ovato-oblunga con
margine seghettato, di colore verde sulla pagina
superiore e pallide su quella inferiore. I fiori gialli
con qualche sfumatura rossastra compaiono in
marzo-aprile. I frutti, non decorativi, sono piccole
capsule rugose. Molto resistente alle malattie,
trova svariati utilizzi: come esemplare isolato o a
gruppi in piccoli giardini e parchi, come siepe,
come rivestimento di scarpate stradali.
Lantana (Viburnum lantana)
Arbusto di origini europee, vigoroso, deciduo, a portamento eretto. Le foglie sono largamente
ovate, finemente dentate, grigio – verdi, lunghe fino a cm 12, spesso tendenti al rosso in
autunno. In primavera spuntano piccoli fiori tubolari bianchi portati su cime a forma di cupola
bassa, larghe fino a cm 10. I frutti sono oblungo – ovoidali, inizialmente rossi in seguito
diventano neri. Rustica, poco esigente in fatto di terreno purchè ben drenato. Resiste alla siccità
ed all’inquinamento.
Cresce sia in pieno sole sia in mezz’ombra. Utilizzato per siepi libere in parchi, giardini o per
rivestimento di scarpate stradali.
Contenuto delle singole opere pubbliche
74
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Sanguinella (Cornus sanguinea)
Pianta autoctona, decidua, a portamento eretto. Le foglie, verdi, sono opposte, ellittiche, lunghe
fino a 10 cm, leggermente pubescenti su entrambe le superfici. Il margine è ondulato e sono
dotate di nervature ben evidenti che si esauriscono in un apice acuminato. In autunno diventano
rossastre. I fiori bianchi compaiono in estate, riuniti in corimbi di 5 cm a cui fanno seguito i
frutti sferici, di colore blu – nero. I rami, flessuosi, in inverno assumono una colorazione verde –
rossastra. Specie molto rustica, spontaneamente diffusa, si adatta a tutti i terreni prediligendo
quelli sciolti. Cresce in pieno sole e mezz’ombra.
Spirea (Spiraea Van Houttei)
Fusto arbustivo, cespuglioso, alto circa 1,5 m con ramificazioni e germogli numerosi dalla base,
inizialmente eretti e decombenti in seguito. Foglie alterne, ovato – oblunghe, irregolarmente
dentate – lobate, verdi sulla pagina superiore, più chiare su quella inferiore. Fiori bianchi in
corimbi ombrelliformi, emisferici piuttosto piccoli, ma che rivestono per intero i rami. Fiorisce
abbondantemente in marzo – aprile. Pianta molto rustica e diffusa, richiede poche cure colturali.
Utilizzata come esemplare singolo, a gruppi, per siepi libere.
Contenuto delle singole opere pubbliche
75
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
VIA N. SAURO (PRIMO TRATTO TRA VIA GARIBALDI E VIA VIOLA
CAMATTE)
·
STATO ATTUALE
In questo tratto (TAV. 2 A) sono presenti 44 esemplari di Acero americano (Acer negundo).
L’utilizzo di questa specie per alberature stradali è oggi assai limitato. I motivi sono legati ad
una serie di difetti così riassumibili: alta sensibilità alle malattie (afidi, oidio, verticillosi), legno
molto debole soggetto a rotture, scarsa capacità di cicatrizzazione delle ferite, breve ciclo
vitale, apparato radicale superficiale in grado di sollevare marciapiede e manufatti. I motivi che
in passato motivavano la scelta di questa specie erano essenzialmente due: crescita molto
rapida e capacità di sopravvivere in condizione estreme. Attualmente se ne consiglia l’impiego
per il recupero di aree verdi marginali o ruderali.
Le condizioni vegetative e fitosanitarie sono piuttosto mediocri. Le chiome si presentano in
parte defogliate (foto 1) a causa della massiccie infestazioni di metcalfa (foto 2), insetto che si
nutre della linfa e produce delle secrezioni zuccherine (melata) (foto 3), le quali, imbrattando
le foglie, ne ostruiscono gli stomi, danneggiandone irreparabilmente la funzionalità vegetativa.
Si riscontrano inoltre infezioni fungine di mal bianco (foto 3).
Dal punto di vista strutturale, ad un’indagine visiva sommaria si riscontrano diversi difetti tra
cui i più frequenti sono la presenza di cavità sul fusto e/o sulle branche (foto 4) (10 soggetti),
la presenza di secco (foto 5) (12 soggetti), l’inclinazione del fusto (4 soggetti), la chioma
sbilanciata (5 soggetti) e presenza di funghi parassiti (3 soggetti).
Nonostante questi aceri siano in condizioni complessivamente migliori di quelli di Via Garibaldi,
perché sottoposti ad interventi cesori meno intensi, vanno comunque sostituiti nel medio
periodo per evitare il rischio di cedimenti, soprattutto, a livello delle branche. Si sottolinea che
la causa principale dei difetti strutturali riscontrati è dovuta, come spesso avviene, alle
drastiche operazioni di potatura effettuate in passato; dove sono stati fatti grossi tagli, la
pianta non è riuscita a cicatrizzare e il legno ha subito un progressivo deterioramento,
accelerato dall’insediamento di funghi parassiti, per cui la branca è poi seccata (foto 6) o si
sono formate le grosse cavità di cui detto precedentemente.
Le banchine su cui sono radicate le piante sono differenti: quella del lato est (lato nuova
lottizzazione) presenta una larghezza di circa m 3,5 ed è inerbita; in alcuni punti si nota un
forte compattamento del terreno dovuto al parcheggio di autoveicoli; la banchina del lato
opposto (lato ristorante ‘Novecento’) invece è stata risistemata circa 10 anni fa. Tali lavori
hanno comportato, oltre al rifacimento dei sottoservizi, la realizzazione di un marciapiede,
largo circa m 1,6 a ridosso dei muri di confine, mentre nello spazio rimanente, largo circa m
2,2, sono stati posati in superficie masselli grigliati autobloccanti in cemento. Le piante si
trovano quindi in tornelli senza cordolo di circa 0,70 mq di area.
·
STATO DI PROGETTO
In base:
1. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano,
relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati;
2. alla larghezza utile delle banchine ;
3. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali;
1. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate;
2. alle caratteristiche dei siti d’impianto;
si propongono due soluzioni progettuali alternative utilizzando le seguenti specie (TAV. 2 P):
1). Frassino a foglie strette (Fraxinus angustifolia ‘Raywood’). Pianta di seconda
grandezza, appartenente alla famiglia delle Oleaceae. Questa varietà come caratteristiche
colturali assomiglia alla specie (Fraxinus angustifolia) tranne che per la colorazione autunnale
del fogliame rosso – arancio, molto decorativa e per la forma ovale della chioma.
2). Acero tridente (Acer buergerianum), pianta di terza grandezza, molto ornamentale e
rustica.
Contenuto delle singole opere pubbliche
76
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Nella scelta delle due specie si è tenuto conto anche del sito d’impianto: la presenza di un
centro commerciale e di numerose unità abitative fa prevedere una intensa circolazione di
auto, furgoni ed autocarri, per cui le piante devono possedere una chioma eretta non troppo
espansa, per non interferire con il traffico stradale.
Per quanto riguarda la banchina ovest (lato ristorante ‘Novecento’), risistemata di
recente, si prevede di ripiantare negli stessi tornelli ora occupati dagli aceri. La distanza
d’impianto è di circa m 7,5, sufficienti ad uno sviluppo regolare delle piante.
Dai sopralluoghi si sono evidenziati spazi adeguati, in aggiunta a quelli lasciati vuoti dalle
piante attualmente presenti, per poter piantare nuovi esemplari, per cui è necessario aprire
altri tornelli (4) in modo da realizzare la piantumazione completa di questo lato della via. Nella
sottostante tabella 1, riferita allo stato di progetto (TAV. 2 P) sono evidenziati in modo
dettagliato i nuovi tornelli da realizzare. Per quelli esistenti è sufficiente provvedere ad un
leggero allargamento.
La scelta dei siti e distanze d’impianto relativa alla banchina est (lato nuova lottizzazione),
la quale dovrà essere completamente rifatta con nuovi sottoservizi, passi carrai ed
illuminazione pubblica, è stata eseguita sulla base delle planimetrie fornite dalla Ditta
costruttrice. In questo caso la proposta progettuale è indicativa per la possibilità di eventuali
modifiche apportate in corso d’opera.
In totale si calcola la messa a dimora di 56 soggetti arborei a ‘pronto effetto’ con circonferenza
del fusto di cm 18-20, ad una distanza minima di m 7.
Tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come
lampioni e tombini presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed
evidenziati nelle planimetrie, di conseguenza non sarà sempre possibile rispettare la simmetria
dell’impianto, perciò le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una
crescita regolare.
Dato che si tratta di reimpiantare nello stesso sito (banchina ovest), è necessario eliminare,
quanto più possibile, l’ apparato radicale delle piante abbattute, disinfettare la buca e sostituire
il terreno. Benché tali pratiche agronomiche determinino un aumento dei costi, sono necessarie
per creare un miglior substrato di sviluppo degli apparati radicali, e quindi per garantire un
migliore attecchimento ed accrescimento dei nuovi soggetti arborei.
Tab 1 –Banchina ovest. Realizzazione nuovi tornelli
Contenuto delle singole opere pubbliche
77
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
CARATTERISTICHE DELLE SPECIE SPECIE ARBOREE PROPOSTE
Frassino - (Fraxinus angustifolia ‘Raywood’)
·
ORIGINE Australia,1927
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero di seconda grandezza, con chioma eretta, di forma ovale, dai contorni regolari. La chioma è poco fitta e
permette il passaggio di una quantità di luce, sufficiente per lo sviluppo di piante o arbusti nello spazio
sottostante. Il tronco è eretto, lungo e ramificato in alto. La corteccia è scura e rugosa nelle parti vecchie, chiara e
liscia sui rami giovani.
·
FOGLIA
Foglie caduche, composte imparipennate, costituite di foglioline di forma ovale con i margini dentati. La pagina
superiore è verde scuro, quella inferiore è verde chiaro. In autunno assumono una colorazione rosso – porpora
molto attraente.
·
FIORE
Fioritura poco appariscente con fiori bianco giallastri, riuniti in infiorescenze (racemi ascellari) che compaiono in
marzo - aprile, prima dell’emissione delle foglioline.
·
FRUTTO
Questa varietà non produce frutti.
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta molto rustica, caratterizzato da una veloce rapidità di sviluppo. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno
preferendo quelli profondi, fertili e ben drenati. Resiste bene al gelo, al vento, all’inquinamento atmosferico, alla
siccità ed a occasionali fenomeni di ristagno idrico. Predilige posizioni in pieno sole. L’apparato radicale è molto
robusto, fittonante, con notevole sviluppo orizzontale delle radici laterali che rendono l’esemplare particolarmente
stabile.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE
E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO
Data la sua notevole adattabilità ai suoli, la resistenza all’inquinamento e la scarsa necessità di potature, questa
specie è idonea ad essere impiegata per alberature stradali, parcheggi, vie residenziali di aree urbane.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Non sono segnalate gravi patologie su esemplari adulti.
Contenuto delle singole opere pubbliche
78
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Acero tridente - (Acer buergerianum)
·
ORIGINE Cina
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, a media velocità di accrescimento, resiste bene alle
gelate, all’inquinamento atmosferico ed al vento, meno al ristagno
idrico ed alla siccità. Si adatta a vari tipi di terreno, inclusi i suoli
calcarei e compatti, purchè ben drenati. Apparato radicale espanso e
superficiale.
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero dalla chioma moderatamente fitta, dai contorni irregolari,
inizialmente di forma ovale tende in seguito ad allargarsi, diventando
arrotondata. Può raggiungere 9 metri di diametro e 15 metri di
altezza. Il tronco presenta una corteccia di colore marron chiaro,
liscia, che col passare degli anni si sfoglia.
·
FOGLIA
Le foglie decidue, opposte, palmate, trilobate sono di colore verde
scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. Molto
ornamentale la colorazione autunnale del fogliame con una gamma di
tonalità che vanno dal rosso, all’arancione e al giallo.
·
FIORE
Fioritura ornamentale con piccoli fiori gialli – verdastri riuniti in
grappoli eretti che compaiono in primavera.
·
FRUTTO
Samare con ali parallele e dritte, spesso sovrapposte tra loro,
portano due piccoli semi. Inizialmente verdi diventano in seguito
marron.
·
ESIGENZE
ECOLOGICHE
E
CARATTERISTICHE
D’UTILIZZO
Pianta rustica e decorativa, attualmente poco impiegata, possiede,
tuttavia, caratteristiche colturali, dimensioni e forma che la rendono
idonea a svariati utilizzi quali aree verdi, parchi, parcheggi, vie
stradali e residenziali, specialmente in quelle situazioni dove gli spazi
a disposizione sono esigui. Tollera le potature.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Se non si considera la verticillosi, patologia comune a tutti gli aceri,
si può ritenere una pianta resistente.
·
NOTE COLTURALI
Specie di terza grandezza. Il sesto d’impianto consigliato prevede
una distanza minima di 6 metri garantendo una superficie minima di
Contenuto delle singole opere pubbliche
79
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
VIA N. SAURO (SECONDO TRATTO TRA VIA VIOLA CAMATTE E LA STAZIONE
FERROVIARIA)
·
STATO ATTUALE
In questo tratto (TAV. 2 A) sono presenti 11 esemplari di Olmo (Ulmus laevis e U. minor) in
discrete condizioni vegetative. L’utilizzo di questa specie per alberature stradali è oggi assai
limitato. I motivi sono legati ad una serie di difetti così riassumibili: sensibile alla grafiosi,
malattia fungina responsabile della perdita quasi totale degli olmi dalle zone agricole, legno
debole soggetto a rotture, apparato radicale superficiale in grado di sollevare marciapiedi e
manufatti. I motivi che in passato motivavano la scelta di questa specie erano essenzialmente
due: crescita molto rapida e buona adattabilità a diverse condizioni pedoclimatiche.
Attualmente se ne consiglia l’impiego come esemplare singolo per parchi o per il recupero di
aree verdi marginali o ruderali.
·
STATO DI PROGETTO
Si propone in questo caso (TAV. 2 P) la reintegrazione degli esemplari mancanti. Si utilizzerà
l’olmo (Ulmus Resista® ‘Sapporo Autumn Gold’), specie più contenuta come dimensioni,
rispetto agli esemplari presenti, e resistente alla grafiosi. Si prevede la messa a dimora di 4
soggetti arborei a pronto effetto di circonferenza 18-20, per quanto riguarda i siti d’impianto si
rimanda alle planimetrie in allegato.
Durante il sopralluogo si è notata la presenza di un ceppo, da eliminare in quanto troppo vicino
a una nuova pianta.
Contenuto delle singole opere pubbliche
80
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
CARATTERISTICHE DELLA SPECIE ARBOREA PROPOSTA
Olmo – (Ulmus Resista® ‘Sapporo Autumn Gold’)
·
ORIGINE
America Settentrionale, 1950 (selezione giapponese di E.
Smalley . Probabile ibrido di U. japonica con un altro olmo
asiatico, selezionato per l’elevata resistenza alla grafiosi.)
·
·
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE
Pianta rustica, a rapido accrescimento, resiste bene alle
gelate, all’inquinamento e al ristagno idrico meno alla siccità.
Si adatta a vari tipi di terreno, inclusi i suoli calcarei e
compatti, prediligendo quelli umidi, fertili e sciolti. Apparato
radicale espanso. Cresce in pieno sole o mezz’ombra.
·
DIMENSIONI E PORTAMENTO
Albero dalla chioma fitta a forma di vaso che può raggiungere
i 5 - 6 metri di diametro e i 12 - 15 metri di altezza. Il
tronco presenta una corteccia di colore grigio - argento,
liscia, che col passare degli anni diventa grigio – nerastra
solcata da fessure. Buona resistenza al vento.
·
FOGLIA
Le foglie decidue di forma ovale, appuntite, alterne e con i
margini doppiamente dentati, sono, talvolta, di colore
rossastro al germogliamento, mentre diventano verde scuro
brillante in estate. Caratteristica di questa specie è la
colorazione autunnale giallo – oro delle foglie.
·
FIORE
Fioritura non ornamentale con fiori di colore rosso – porpora
riuniti in fitti grappoli che compaiono prima delle foglie in
marzo.
·
FRUTTO
Piccoli semi di forma rotonda o ellittica, riuniti in
infruttescenze, muniti di membrane alari di circa 2 cm;
inizialmente verdi diventano in seguito marrone con
l’essiccazione.
·
ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE
D’UTILIZZO
Specie utilizzata per parchi, parcheggi, vie stradali o
residenziali, aree industriali.
·
RESISTENZA ALLE MALATTIE
Generalmente resistente. Questa specie è resistente alla
grafiosi.
·
NOTE COLTURALI
Specie di seconda grandezza ( a maturità non supera i 20
metri). Il sesto d’impianto consigliato prevede una distanza
minima di 6 metri garantendo una superficie minima di 9 mq.
Contenuto delle singole opere pubbliche
81
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Bilancio opera
(importi in Euro)
Denominazione opera:
Responsabile del procedimento:
Cod. interv. amministrazione:
Tipologia intervento:
Categoria di opere:
Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento
Tartari Diego architetto
09 - Ampliamento
A05 12 - Sport e spettacolo
- Finanziamenti FINANZIAMENTI
Capitolo
Articolo
800
ESERCIZIO
Denominazione
2011
0 Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento
TOTALE INVESTIMENTO
2012
2013
90.000,00
0,00
0,00
90.000,00
0,00
0,00
- Elenco annuale Importo intervento:
Finalità:
Priorità:
Stato progettazione:
Conformità:
90.000,00
Miglioramento e incremento di servizio
2
Stima dei costi
Urbanistica:
Sì
Ambientale:
Sì
Tempi di esecuzione:
Inizio lavori:
4 / 2011
Fine lavori:
2 / 2012
Responsabile del procedimento:
Tartari Diego architetto
Contenuto delle singole opere pubbliche
82
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Bilancio opera
(importi in Euro)
Denominazione opera:
Responsabile del procedimento:
Cod. interv. amministrazione:
Tipologia intervento:
Categoria di opere:
Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine
Tartari Diego architetto
01 - Nuova costruzione
A05 12 - Sport e spettacolo
- Finanziamenti FINANZIAMENTI
Capitolo
Articolo
800
931
ESERCIZIO
Denominazione
2011
2012
2013
1 Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine
1 Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine
150.000,00
0,00
250.000,00
0,00
0,00
0,00
TOTALE INVESTIMENTO
150.000,00
250.000,00
0,00
- Elenco annuale Importo intervento:
Finalità:
Priorità:
Stato progettazione:
Conformità:
150.000,00
Miglioramento e incremento di servizio
3
Studio di fattibilità
Urbanistica:
Sì
Ambientale:
Sì
Tempi di esecuzione:
Inizio lavori:
3 / 2011
Fine lavori:
4 / 2014
Responsabile del procedimento:
Tartari Diego architetto
Contenuto delle singole opere pubbliche
83
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Va considerato che, in seguito all’intervento di riqualificazione del centro urbano della
frazione di Polesine e le numerose iniziative promosse dal Comitato Feste, si rafforza la
vocazione della frazione ad essere il luogo deputato allo svolgimento di iniziative ludico
ricreative come si verifica in occasione di sagre e manifestazioni simili, appare pertanto
più opportuno rivedere complessivamente la riorganizzazione degli spazi pubblici presenti
in loco.
Si dovrà pensare ad una adeguata urbanizzazione dell'area retrostante le ex scuole, già di
proprietà comunale, e alla realizzazione di un nuovo complesso edilizio atto a contenere
servizi accessori, quali cucine, depositi e bagni, ma anche servizi di utilità pubblica gestiti
eventualmente da privati come bar o sportelli bancari.
Si propongono quindi i seguenti interventi di sistemazione:
·
creare una area parcheggi ;
·
piantumare una parte della zona, in modo tale da valorizzare l'ambiente;
·
predisporre un adeguato sistema di illuminazione;
·
pavimentare tutta la nuova area con un materiale lapideo (marmo o porfido);
·
installare dei dispositivi a scomparsa per l’erogazione di energia elettrica ed acqua
per tutte le manifestazioni che si intenderanno svolgere;
·
installazione di un arredo urbano;
·
realizzare una serie di edifici atti a divenire opportuni contenitori di servizi;
Per l’intervento di riqualificazione si prevede una spesa complessiva di € 1.400.000,00.
Contenuto delle singole opere pubbliche
84
Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
Bilancio opera
(importi in Euro)
Denominazione opera:
Realizzazione polo energetico al servizio degli edifici pubblici e opere di arredo finalizzate alla produzione di energia
elettrica fotovoltaica
Responsabile del procedimento: Tartari Diego architetto
Cod. interv. amministrazione:
Tipologia intervento:
01 - Nuova costruzione
Categoria di opere:
A03 16 - Produzione e distribuzione di energia non elettrica
- Finanziamenti FINANZIAMENTI
Capitolo
Articolo
0
0
ESERCIZIO
Denominazione
2011
2012
2013
Realizzazione polo energetico al servizio degli edifici pubblici e opere di
arredo finalizzate alla produzione di energia elettrica fotovoltaica
0,00
2.000.000,00
0,00
TOTALE INVESTIMENTO
0,00
2.000.000,00
0,00
- Apporto di capitale privato Anno
Importo opera
2011
0,00
2012
2.000.000,00
2013
0,00
Contenuto delle singole opere pubbliche
Capitale privato
Tipologia
0,00
2.000.000,00 Finanza di progetto
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Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013
Comune di PEGOGNAGA
RELAZIONE PRELIMINARE
L’idea di un POLO ENERGETICO URBANO e di teleriscaldamento per gli edifici
comunali, prima ancora di affrontare il vaglio delle analisi tecniche o economiche, parte
con il vantaggio non trascurabile di almeno tre circostanze molto favorevoli.
La prima è senza dubbio la disposizione ottimale delle possibili utenze, constatabile alla
prima osservazione della pianta della città, da cui emerge che la maggior parte degli
edifici urbani di proprietà comunale, quasi tutti quelli della prima parte della scheda, sono
concentrati in un’area del centro di appena 400 x 200 m., e che la Piscina, il Bocciodromo
sono a loro volta contenute in un’area di appena 150 x 100 m. distante non più di
cinquecento metri dalla prima.
La seconda circostanza favorevole è l’occasione irripetibile della ristrutturazione di Piazza
Vittorio Veneto e di alcune strade urbane.
Va da sé che tali ristrutturazioni consentono di minimizzare i costi di posa delle condutture
eliminando in pratica le spese di scavo delle trincee e di copertura del PEU per renderlo
ambientalmente compatibile e praticamente invisibile.
La terza circostanza favorevole è la grande disponibilità di spazio per il PEU a margine del
parco Florida, proprio vicino al centro, in posizione baricentrica rispetto alle due zone di
utenza e, cosa non affatto trascurabile, in un’area già di proprietà comunale.
L’idea stessa del Polo Energetico non sarebbe una novità assoluta a Pegognaga, perché
esistono ben tre precedenti nel panorama impiantistico comunale in cui la stessa centrale
termica è in comune con almeno due edifici, realizzando di fatto un embrione rudimentale
di Polo Energetico e di Teleriscaldamento.
In sostanza ora si tratterebbe di concentrare tutte le centrali urbane comunali in una sola,
sostituendo alle caldaie dei piccoli scambiatori a piastre e collegandoli alle caldaie del
PEU attraverso una rete di teleriscaldamento.
Gli scambiatori sono autoregolati in loco e sono dotati di contatore di energia termica,
pertantogli impianti satelliti non solo son separati idrulicamente come prima, così da non
interferire reciprocamente in caso di guasti, ma come prima sono completamente
autonomi dal punto di vista della termoregolazione e dei tempi di funzionamento.
In pratica da un solo punto all’interno di ogni edificio sarà possibile effettuare la gestione
del riscaldamento.
Volendo poi ripartire le spese in modo molto preciso sarà possibile installare, anche in
futuro, dei contaenergia per ogni utenza.
La rete di teleriscaldamento è realizzata con tubi di tipo preisolato per posa diretta nel
terreno, con dispositivo di segnalazione e localizzazione perdite con la precisione di un
metro.
Proprio grazie alla modesta estensione della rete, per il trasporto del calore si può usare
acqua a temperatura ordinaria, evitando le complicazioni dell’acqua surriscaldata, ad
esempio il conduttore patentato e consentendo anche l’eventuale riutilizzo di alcune delle
caldaie esistenti, quelle più grandi e più recenti.
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L’occasione è propizia anche per unificare la distribuzione dell’acqua potabile agli edifici
comunali collegandoli con una rete di tubi in polietilene per posa diretta nel terreno nella
stessa trincea della rete di teleriscaldamento, sempre a partire dal PEU.
Una siffatta struttura presenterebbe alcuni significativi vantaggi che si possono così
sintetizzare:
1. Aumento della sicurezza degli edifici grazie all’eliminazione di tutti i fuochi e del gas
all’interno degli stessi, tutti ad elevato rischio in caso d’incendio o di scoppio, sia
per l’elevato affollamento sia per il valore storico artistico sia per la funzione sociale
e di servizio pubblico primario come nel caso del Municipio.
2. Riordino architettonico e riqualificazione degli edifici con l’eliminazione delle
sovrastrutture che ospitano gran parte delle attuali centrali, frutto di superfettazioni
che deturpano gli edifici e gli spazi circostanti, proprio quelli del centro cittadino.
Infatti gli scambiatori e le pompe, che insieme formano le “sottocentrali” degli
impianti satelliti, occupano pochissimo spazio e non hanno vincoli di sicurezza
perciò possono essere collocati all’interno degli edifici in un qualsiasi vano.
3. Aumento dell’affidabilità degli impianti e della continuità del servizio perché i
componenti
fondamentali e più vulnerabili, come le caldaie, i bruciatori e le pompe dei pozzi,
sono in grado di soccorrersi a vicenda automaticamente in caso di avaria, peraltro è
assai improbabile che l’avaria colpisca più di un componente per volta.
Questa funzione sarebbe essenziale per la rete idrica qualora essa alimentasse le
reti idranti antincendio dei singoli edifici che peraltro, se affidate ciascuna all’unica
pompa del proprio pozzo, non offrirebbero un eccelso grado di sicurezza.
4. Riduzione e semplificazione della manutenzione perché concentrate praticamente
in un solo punto, il chè oltre a ridurre le spese di gestione concorre anche al punto
precedente riducendo i tempi di riparazione dei guasti.
5. Riduzione dei costi dell’energia termica e semplificazione della contabilizzazione
poiché il gas metano consumato per il riscaldamento di tutti gli edifici viene misurato
dall’unico contatore del PEU: un solo contatore un solo contratto con il fornitore.
La riduzione dei costi è dovuta in parte alla riduzione tariffaria risultante dal
passaggio ad una fascia di consumo più elevata ed in parte all’aumento del redimento
dei generatori,soprattutto nelle mezze stagioni quando ne bastano pochi a massimo
regime in luogo dei tanti attuali a regime ridotto.
Tuttavia le dispersioni della rete di teleriscaldamento ed il costo del pompaggio
erodono ivantaggi iniziali fino a spostare il bilancio in passivo se non vengono gestiti
con sufficiente attenzione.
6. Concentrazione in un punto solo delle emissioni inquinanti dei gas di combustione
di una parte significativa di tutti gli impianti del centro storico, con maggiore
capacità di dispersione e con la possibilità di controlli più frequenti e di eventuali
trattementi di depurazione, cioè a dire meno inquinamento e migliore qualità della
vita.
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7. Riduzione del numero dei pozzi nel caso della rete idrica comune, potendosi
abbandonare quelli più piccoli, quelli meno affidabili perché meno profondi o più
degradati e quelli più lontani dal PEU.
Questo non solo ridurrà il consumo di energia per il sollevamento dell’acqua ed il
costo per la manutenzione e per i controlli sanitari ma consentirà anche di sanare
alcune inopportune commistioni fra utenze pubbliche e private.
Inoltre la costituzione di una centrale idrica darà la possibilità di effettuare in un solo
punto i controlli sanitari ed eventualmente dei trattamenti correttivi o preventivi.
8. Possibilità di impiegare fonti di energia alternative più economiche e più
ecocompatibili dei combustibili fossili o di usare semplicemente combustibili diversi
dal metano in caso di emergenza.
Oltre al riscaldamento, che naturalmente la farà da padrone, si potrà procedere con
impianti di cogenerazione per poter produrre contemporaneamente calore ed energia
elettrica, integrate eventualmente con pannelli solari, impianto geotermico e pannelli
fotovoltaici.
L'insieme di queste fonti oltre ai vantaggi suddetti potrà portare anche a sostanziali
risparmi tali che si presume di procedere alla realizzazione dell'impianto mediante
Concessione di costruzione e gestione dell'impianto, ipotizzando che il gestore, grazie
ai risparmi che si potranno ottenere, possa procedere alla realizzazione dell'impianto a
proprio carico senza maggiori oneri a carico dell'amministrazione comunale.
Il costo presunto dell'intervento sarà di € 2.000.000,00 finanziato mediante canoni che
verranno pagati al gestore pari alle somme attualmente stanziate per i consumi e per
le manutenzioni degli impianti esistenti.
A tutto ciò l'Amministrazione si propone anche di realizzare su alcune aree nell’ambito
territoriale del Comune di Pegognaga, una rete di impianti fotovoltaici, installati su
pensiline protettive per ricovero veicoli in aree di parcheggio pubblico, al fine di produrre
energia elettrica da immettere nella rete elettrica nazionale secondo le disposizioni del
Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 19 febbraio 2007 e delle relative
delibere attuative emanate dall'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas.
Per impianto o sistema solare fotovoltaico (o impianto fotovoltaico) si intende un impianto
di produzione di energia elettrica mediante conversione diretta della radiazione solare,
tramite l'effetto fotovoltaico; esso è composto principalmente da un insieme di moduli
fotovoltaici, uno o più gruppi di conversione (inverter) della corrente continua in corrente
alternata, quadri generali e di campo, trasformatori e altri componenti elettrici minori.
Tale energia verrà prodotta attraverso l’installazione di moduli fotovoltaici su aree site
nell’ambito territoriale del Comune di Pegognaga.
I due impianti di produzione energetica saranno contraddistinti da una omogeneità
estetica e dimensionali, prevedendo il posizionamento per ogni impianto di 32 pensiline e
posizionando su di esse una struttura metallica di sostegno dei pannelli fotovoltaici, gli
stessi pannelli (modello tipo solibro SL1-85), le relative connessioni elettriche (inverter) e
gli altri dispositivi necessari.
Le pensiline saranno collocate nelle aree parcheggio, come da tavole progettuali allegate,
mantenendo invariato il numero di posti auto disponibili, nell’area parcheggio piscine la
piantumazione esistente sarà opportunamente ricollocate in altro ambito da definire.
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Comune di PEGOGNAGA
Entrambi i luoghi scelti risultano efficacemente orientati ma soprattutto hanno nelle
vicinanze la presenza di una cabina elettrica della rete nazionale energetica.
Il sistema così pensato e composto permetterà di ricavare una potenza nominale di picco
complessiva, per ogni singolo impianto, pari a circa 97.92 KWp, che in funzione di un
irraggiamento medio annuo da circa 1150 kwh/KWp anno.
Nella progettazione si è quindi tenuto conto della massima efficienza da raggiungere con
l’intervento e del basso impatto visivo dell’intervento al fine di produrre una potenza
complessiva pari a circa 225.216 kwh anno, per un costo presunto dell'opera pari a €
1.1727.438/00.
Ambientalmente il progetto eviterà l’immissione in atmosfera di circa 70.000 kg di CO2
annui, pari circa alla produzione di CO2 di 14.000 auto o alla produzione annua di CO2
di circa 35 abitazioni.
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Comune di PEGOGNAGA
Bilancio opera
(importi in Euro)
Denominazione opera:
Responsabile del procedimento:
Cod. interv. amministrazione:
Tipologia intervento:
Categoria di opere:
Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elementare Vittorino Da feltre
Tartari Diego architetto
01 - Nuova costruzione
A05 08 - Edilizia sociale e scolastica
- Finanziamenti FINANZIAMENTI
Capitolo
800
918
Articolo
ESERCIZIO
Denominazione
2011
Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elemtare Vittorino Da
feltre
Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elemtare Vittorino Da
1
feltre
1
TOTALE INVESTIMENTO
Contenuto delle singole opere pubbliche
2012
2013
0,00
0,00
450.000,00
0,00
0,00
650.000,00
0,00
0,00
1.100.000,00
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Comune di PEGOGNAGA
AMPLIAMENTO SUOLA ELEMENTARE VITTORINO DA FELTRE
L’intervento edilizio in progetto riguarda l’ampliamento dell’edificio della scuola elementare
Vittorino da Feltre situata in Pegognaga in via Roma e censita catastalmente al Fg 27
mapp. 115, su un lotto che ha una superficie complessiva di 3.863 mq.
La destinazione urbanistica della zona, prevista dal vigente PRG, è quella per
“Attrezzature per l’istruzione”.
L’ampliamento avverrà in prosecuzione dell’ala destra dell’edificio esistente, nella zona
retrostante, verso l’area edificata, in modo da ricavare quattro nuove aule, un nuovo
blocco di servizi igienici, salvaguardando nel contempo le uscite di sicurezza e creando un
percorso interno di collegamento tra la struttura principale ed il blocco mensa nonché la
palestra.
- Tutti i locali risultano correttamente aero- illuminati;
- In ampliamento verrà realizzato anche un nuovo blocco di servizi igienici;
- Altri servizi igienici vengono ricavati all’interno dello spazio occupato attualmente
dall’atelier: anche qui è prevista una nursery;
- Si prevede di sistemare anche la zona esterna migliorando l’aspetto complessivo
delle spazio verde;
- Nelle aree per il gioco all’aperto, è prevista la realizzazione di pavimentazioni
antitrauma in gomma.
MATERIALI UTILIZZATI
L’ampliamento sarà realizzato con materiali tradizionali, nel pieno rispetto della
normativa sul risparmio energetico, e precisamente:
- Fondazioni continue in calcestruzzo armato
- Muratura in laterizio termoisolante intonacata con intonaco di calce
- Solai in laterizio e pannelli in calcestruzzo precompresso
- Copertura piana termoisolata e impermeabilizzata con membrana in PVC
- Controsoffitti fonoassorbenti in gesso
- La copertura potrà essere utilizzata come base per pannelli fotovoltaici o solari
termici
Contenuto delle singole opere pubbliche
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RISPETTO DELLE NORME DI SICUREZZA ANTINCENDIO
L’accesso all’area consente l’intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco:
i cancelli e gli spazi di manovra rispondono alle misure minime previste dal Decreto 26
agosto 1992.
I materiali utilizzati nell’edificio sono di classe 1, nella misura massima del 50 % della
superficie totale, nei corridoi e negli atrii, mentre negli altri locali sono di classe 0.
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