Comune di PEGOGNAGA RELAZIONE TECNICO-FINANZIARIA AL PROGRAMMA DELLE OPERE PUBBLICHE (triennio 2011 - 2013) Comune di PEGOGNAGA RELAZIONE TECNICO - FINANZIARIA AL PROGRAMMA DELLE OPERE PUBBLICHE PER IL TRIENNIO 2011 - 2013 INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI Pag. Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente La pianificazione degli investimenti Il responsabile unico del procedimento La strategia nelle decisioni d'investimento Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi Le risorse reperibili Il programma triennale delle opere pubbliche L'elenco annuale Contenuto delle singole opere pubbliche Analisi del contenuto tecnico e finanziario delle singole opere Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (BIOGAS) Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali Riqualificazione delle aree verdi comunali Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine Realizzazione polo energetico al servizio degli edifici pubblici e opere di arredo finalizzate alla produzione di energia elettrica fotovoltaica Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elementare Vittorino Da feltre 1 2 3 4 6 8 9 10 11 20 21 23 24 82 83 84 85 86 90 91 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente La pianificazione degli investimenti La legge sui lavori pubblici ha introdotto taluni adempimenti che si caratterizzano, come in molti altri casi, nella produzione di taluni modelli ufficiali che sono allegati al bilancio di previsione. Si tratta di un numero limitato di prospetti che costituiscono l’applicazione pratica delle prescrizioni previste dal “Codice dei contratti pubblici” (D.Lgs. n.163/06), e in particolare modo di quella parte della legge dove è prescritto che “..le amministrazioni aggiudicatrici sono tenuti ad adottare il programma triennale e gli elenchi annuali dei lavori sulla base degli schemi tipo, che sono definiti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e sono pubblicati sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture e trasporti (..) e per estremi sul sito informatico presso l’Osservatorio" (D.Lgs.163/06, art.128/11). Oltre a ciò, "..i programmi triennali e gli aggiornamenti annuali, fatta eccezione per quelli predisposti dagli enti e da amministrazioni locali e loro associazioni e consorzi, sono altresì trasmessi al CIPE, per la verifica della loro compatibilità con i documenti programmatori vigenti" (D.Lgs.163/06, art.128/12). I vincoli prescritti dalla norma, e in particolare modo quelli che regolano gli interventi di importo superiore alla soglia minima (100.000,00 euro), sono particolarmente rigidi e complessi. Il legislatore, infatti, con questa serie di vincoli ha cercato di conferire alla programmazione dei lavori pubblici un significato che la mettesse al riparo dalle pesanti critiche che nel passato avevano fatto chiamare questo processo con l’appellativo non molto ambito di “libro dei sogni”. Questo sforzo, seppure destinato ad aumentare il necessario grado di omogeneità e integrazione tra la programmazione finanziaria delle spese in conto capitale (Titolo II delle uscite) e quella tecnica ed operativa delle opere pubbliche, presenta però il grosso limite rappresentato dalla compilazione di una serie di tabelle ministeriali obbligatorie, e di difficile lettura. Se il risultato deve consistere nell’aumento del grado di affidabilità e di pubblicità nella programmazione degli interventi in conto capitale, lo strumento “tabellare” non può essere sufficiente né adeguato. Questo è il motivo per cui la presente Relazione tecnico - finanziaria accompagna il Programma triennale delle opere pubbliche specificandone il reale contenuto anche in modo descrittivo: vincoli ministeriali e necessaria chiarezza espositiva vengono così ad integrarsi in modo equilibrato e soddisfacente. Mentre i modelli ministeriali tendono a raggruppare gli investimenti in prospetti cumulativi e dal forte contenuto sintetico, i dati esposti nella presente Relazione sono spesso strutturati in modo tale da esaltare gli aspetti conoscitivi di ogni singola opera, intendendosi per tale l’investimento provvisto di un’adeguata stima della spesa, dotato di specifiche fonti di finanziamento, corredato dall’indicazione delle eventuali problematiche tecniche o burocratiche che ostacolano la rapida realizzazione dell’opera, ed infine accompagnato dall’individuazione della tempistica con cui l’ente si prefigge di arrivare alla concreta ultimazione dell’investimento. Qualora le condizioni operative lo consiglino, la singola opera è inoltre accompagnata dalla descrizione delle motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a privilegiare la realizzazione dell’intervento nei tempi e modalità indicate nel documento di programmazione. Con l’evoluzione progressiva delle tecniche di conduzione degli enti locali, le decisioni assunte in materia di opere pubbliche sono sempre più spesso precedute da attente valutazioni che analizzano il grado di utilità dell’investimento e l’impatto che queste decisioni hanno sul bilancio del Comune. La manifestazione di volontà dell’ente attuata con le decisioni di programmazione non può essere dissociata dalla presenza incisiva di un secondo requisito, che è la visione realistica delle scelte, e cioè l’aggancio del desiderio di realizzare gli interventi d’investimento con la reale possibilità tecnica e disponibilità finanziaria di metterli concretamente in atto. Questa è la differenza fondamentale tra un libro dei sogni ed un moderno approccio alla programmazione ragionata. La norma prescrive, infatti, che "..l'attività di realizzazione dei lavori di cui al presente codice di singolo importo superiore a 100.000 euro si svolge sulla base di un programma triennale e di suoi aggiornamenti annuali che le amministrazioni aggiudicatrici predispongono e approvano, nel rispetto dei documenti programmatori, già previsti dalla normativa vigente, e della normativa urbanistica, unitamente all'elenco dei lavori da realizzare nell'anno stesso" (D.Lgs.163/06, art.128/1). I documenti formali su cui sono esposti i risultati del processo di scelta, pur essendo duplici (il programma triennale e l’elenco annuale) non costituiscono niente altro che la rappresentazione delle medesime scelte espressa però su due distinti livelli. Anche se i tempi di approvazione dell’elenco annuale precedono le normali scadenze di bilancio, è significativo notare che ogni decisione in tema di investimento è assunta prendendo atto dell’indispensabile valutazione sugli effetti indotti dall’espansione degli interventi in conto capitale sui futuri equilibri generali di bilancio. Programmazione tecnica e pianificazione finanziaria, infatti, interagiscono pesantemente nel breve e nel medio periodo. Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente 1 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente Il responsabile unico del procedimento Il responsabile del servizio, sia esso un dirigente o un dipendente di diverso livello professionale, è la figura centrale attorno alla quale ruota l’aspetto operativo della gestione, e con esso, l’azione che tende a trasformare gli obiettivi programmati dall’amministrazione in altrettanti risultati. Quando l’assetto organizzativo dell’ente è sufficientemente vasto, sorge spesso l’esigenza di specificare, in modo separato, le prerogative di chi detiene i compiti di direzione tecnica da chi gestisce invece le competenze di tipo operativo. Anche nel campo degli interventi in conto capitale, pertanto, la legge ha recepito questa realtà organizzativa prevedendo che “..per ogni singolo intervento da realizzarsi mediante un contratto pubblico, le amministrazioni aggiudicatrici nominano, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, un responsabile del procedimento, unico per le fasi della progettazione, dell’affidamento, dell’esecuzione" (D.Lgs.163/06, art.10/1). Come precisa la norma, il responsabile unico del procedimento ha una competenza operativa esclusiva nel campo della progettazione, dell'affidamento e dell'esecuzione dei lavori pubblici, e non certo nella scelta delle opere da realizzare o nell’individuazione della priorità degli interventi che spetta all’Amministrazione. Venendo alle competenze previste dalla disciplina generale, "..il Responsabile del procedimento (..): a) formula proposte e fornisce dati e informazioni al fine della predisposizione del programma triennale dei lavori pubblici e dei relativi aggiornamenti annuali, nonché al fine della predisposizione di ogni altro atto di programmazione di contratti pubblici di servizi e di forniture, e della predisposizione dell’avviso di preinformazione; b) cura, in ciascuna fase di attuazione degli interventi, il controllo sui livelli di prestazione, di qualità e di prezzo determinati in coerenza alla copertura finanziaria e ai tempi di realizzazione dei programmi; c) cura il corretto e razionale svolgimento delle procedure; d) segnala eventuali disfunzioni, impedimenti, ritardi nell’attuazione degli interventi; e) accerta la libera disponibilità di aree e immobili necessari; f) fornisce all’amministrazione aggiudicatrice i dati e le informazioni relativi alle principali fasi di svolgimento dell’attuazione dell’intervento, necessari per l’attività di coordinamento, indirizzo e controllo di sua competenza; g) propone all’amministrazione aggiudicatrice la conclusione di un accordo di programma, ai sensi delle norme vigenti, quando si rende necessaria l’azione integrata e coordinata di diverse amministrazioni; h) propone l’indizione, o, ove competente, indice la conferenza di servizi (..), quando sia necessario o utile per l’acquisizione di intese, pareri, concessioni, autorizzazioni, permessi, licenze, nulla osta, assensi, comunque denominati" (D.Lgs.163/06, art.10/3). È importante notare come la norma distingua le competenze del responsabile unico del procedimento, di natura tecnica ed operativa, da quelle dell’Amministrazione, che è definita come attività di coordinamento, di indirizzo e di controllo. La scelta delle opere da realizzare, della loro collocazione temporale e il controllo sul rispetto di queste direttive, naturalmente, spetta al Sindaco e all’organo esecutivo che si avvalgono, per lo svolgimento di queste attribuzioni, del supporto del nucleo di valutazione e del controllo interno di gestione. Venendo infine ai soggetti ai quali il Sindaco può attribuire la titolarità di questa funzione, la legge prescrive che "..il responsabile del procedimento deve possedere titolo di studio e competenza adeguati in relazione ai compiti per cui è nominato. Per i lavori e i servizi attinenti all’ingegneria e all’architettura deve essere un tecnico. Per le amministrazioni aggiudicatrici deve essere un dipendente di ruolo" (D.Lgs.163/06, art.10/5). Qualora l'organico dell'ente "..presenti carenze accertate o in esso non sia compreso nessun soggetto in possesso della specifica professionalità necessaria per lo svolgimento dei compiti propri del responsabile del procedimento, secondo quanto attestato dal dirigente competente, i compiti di supporto all’attività del responsabile del procedimento possono essere affidati, con le procedure previste dal presente codice per l’affidamento di incarichi di servizi, ai soggetti aventi le specifiche competenze di carattere tecnico, economico – finanziario, amministrativo, organizzativo, e legale, che abbiano stipulato adeguata polizza assicurativa a copertura dei rischi professionali" (D.Lgs.163/06, art.10/7). La legge individua due distinte figure: il responsabile unico del procedimento e il dirigente competente alla formazione del programma. Si tratta di professionalità che si possono ritrovare solo nei comuni di non piccola dimensione; negli altri enti, infatti, è molto probabile che il responsabile del procedimento corrisponda con il dirigente, o per meglio dire, che il responsabile del servizio tecnico sia l’unico titolare dei procedimenti e anche competente nella formazione del programma. Ritroviamo questa figura quando il legislatore prescrive che "..le prestazioni relative alla progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva di lavori, nonché alla direzione dei lavori e agli incarichi di supporto tecnico-amministrativo alle attività del responsabile del procedimento e del dirigente competente alla formazione del programma triennale dei lavori pubblici sono espletate (..) dagli uffici tecnici delle stazioni appaltanti (..), dagli uffici consortili di progettazione e di direzione dei lavori (..), dagli organismi di altre pubbliche amministrazioni (..), da liberi professionisti singoli od associati (..), dalle società di professionisti (..), dalle società di ingegneria (..), da raggruppamenti temporanei costituiti dai soggetti (..), da consorzi stabili di società di professionisti e di società di ingegneria (..)" (D.Lgs.163/06, art.90/1). L’articolo di legge riafferma quindi la possibilità per il Comune di affiancare il personale tecnico proprio - dirigenziale o direttivo - con professionisti singoli od associati, soggetti che sono pertanto esterni all'ente. Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente 2 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente La strategia nelle decisioni d'investimento Per un ente locale, l’impatto delle scelte d’investimento sugli equilibri di bilancio diventa delicato se la loro espansione è finanziata con il ricorso al credito oneroso (indebitamento). Il Comune, infatti, a differenza del privato non ha la possibilità di finanziare il rimborso del nuovo debito con le maggiori entrate prodotte dai servizi erogati con la nuova opera. La politica economico/finanziaria dell’azienda privata, invece, dovendo garantire un livello di redditività del capitale investito, condiziona sempre le scelte degli interventi in C/capitale. Si verifica, pertanto, un diretto legame tra l'attivazione di un nuovo investimento e l'impatto che questo avrà sull'equilibrio economico e finanziario dell'impresa. Ogni investimento, specialmente se finanziato con il ricorso al credito, ha un suo costo diretto e indiretto. Da un lato, ottenere finanziamenti con la contrazione di prestiti, mutui o l'emissione di obbligazioni, accentua il peso degli oneri finanziari sul C/economico: il bilancio dovrà sopportare ulteriori costi rappresentati dai maggiori interessi dovuti all'ente finanziatore. L'effetto indotto dall'acquisizione di queste risorse non si limita alla maggiore incidenza degli oneri finanziari sul totale dei ricavi, perché anche il rimborso delle quote capitali del nuovo prestito si ripercuotono sugli equilibri finanziari. Al momento della scadenza delle rate del mutuo, infatti, l'impresa dovrà possedere una disponibilità di contanti tale da consentirne la regolare evasione. Se quest’ultima circostanza non si verifica, l'impresa dovrà contrarre ulteriori prestiti a breve (ricorso al fido) per pagare la rata in scadenza (capitale e interesse). È evidente che questo ricorso al debito per pagare un debito ha un costo ancora superiore e incide, a sua volta, sul C/economico. All'interno di quest'ultimo, infatti, aumenterà ulteriormente il peso degli interessi sull'intero fatturato. Queste premesse sono importanti per comprendere che l'azienda privata ricorre al finanziamento esterno oneroso, credito quindi non a fondo perduto, solo se i benefici prodotti dai nuovi investimenti sono tali da autofinanziare il rimborso del prestito, e cioè il pagamento dei maggiori interessi passivi ed il progressivo rimborso della quota capitale. I maggiori ricavi (o i minori costi) che derivano dall'utilizzo produttivo dei nuovi investimenti (impianti, attrezzature, ecc.) devono quindi essere di dimensioni tali da compensare almeno i costi degli interessi prodotti dal maggiore indebitamento e il rimborso del capitale. In caso contrario, l'azienda perde progressivamente sia la capacità di produrre reddito che l'autonomia gestionale: dovrà, infatti, dipendere dal sistema bancario e inoltre, il ricorso massiccio ai mezzi di terzi, riporterà il conto economico in perdita erodendo, in modo lento ma progressivo, il valore del patrimonio netto aziendale. Il riferimento al comportamento dell'impresa privata costituisce la premessa necessaria per comprendere quali siano i fattori economico/finanziari che un amministratore di un ente locale deve considerare prima di individuare la fattibilità tecnica dell'investimento desiderato, per individuare così l’ottimale fonte di finanziamento. A differenza dell'impresa privata, infatti, l'investimento operato dal Comune è sempre, salvo rarissime eccezioni, un investimento economicamente improduttivo. Asfaltare una strada, costruire un nuovo asilo o acquistare un automezzo non produce mai per l'ente alcuna significativa fonte di ulteriore reddito. Questo è il motivo per cui le quote interessi e le quote capitale di rimborso dei prestiti scadenti nell'esercizio sono collocate all'interno del bilancio corrente. In altri termini, l'intera rata del prestito in scadenza, che ha finanziato un investimento non produttivo di reddito, è totalmente coperta con le entrate correnti dell'ente: i tributi (Titolo 1/E), i trasferimenti in conto gestione (Titolo 2/E) e le entrate extra-tributarie (Titolo 3/E). Il Comune, quando decide di espandere gli investimenti ricorrendo ai mutui passivi, ha già preventivato che l’ammortamento del nuovo prestito (capitale e interesse) sarà coperto ricorrendo ad ulteriori entrate (aumento della pressione fiscale) o contraendo le spese correnti (razionalizzazione della spesa). È il principio di costruzione del bilancio in pareggio finanziario che impone il mantenimento costante dell'equilibrio tra le entrate e le uscite correnti. La scelta della fonte di finanziamento, per l'ente pubblico come per l'impresa privata, è quindi un aspetto decisivo della gestione degli investimenti. Se, come prima accennato, le errate politiche di finanziamento possono portare l'impresa privata a dipendere pesantemente dal sistema creditizio, e qualora la situazione non sia tempestivamente risanata al successivo fallimento, anche nel pubblico la dinamica dei movimenti finanziari non varia. Seguendo la stessa logica economica, infatti, le medesime situazioni portano l'ente locale ad avere una maggiore rigidità di bilancio e, qualora la situazione degeneri, a trovarsi nell'impossibilità di onorare i propri debiti, entrando progressivamente in una fase che condurrà alla dichiarazione formale di dissesto. Queste considerazioni rivalutano l'importanza della visione strategica delle finanze comunali. Le scelte di politica finanziaria intraprese dall'amministrazione, riportate in atti di grande rilevanza come il Programma triennale delle opere pubbliche, devono quindi possedere due importanti requisiti: avere la capacità di formare un adeguato consenso politico e sociale ed essere, allo stesso tempo, il frutto di una visione d'insieme strategicamente efficace ed economicamente valida. Programmazione delle opere pubbliche e legislazione vigente 3 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi Le risorse reperibili Il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 9 giugno 2005, con oggetto "Procedura e schemi-tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale, dei suoi aggiornamenti annuali e dell'elenco annuale dei lavori pubblici, ai sensi dell'articolo 14, comma 11, della legge 11 febbraio 1994, n. 109 e successive modificazioni ed integrazioni", ha approvato i modelli obbligatori che costituiscono gli elementi formali del Programma triennale delle opere pubbliche soggetto all'approvazione preventiva della Giunta, prima (schema), e del Consiglio consiglio comunale, poi (programma definitivo). Da un punto di vista puramente formale, il modello ufficiale consiste in quattro distinte tabelle denominate: Quadro delle risorse disponibili (scheda 1), Articolazione della copertura finanziaria (scheda 2), Elenco degli immobili da trasferire (scheda 2b) ed Elenco annuale (scheda 3). Il processo che porta all’approvazione dei documenti tecnici da parte degli organi deliberativi dell’ente è alquanto lungo, con la conseguenza che le scelte delineate dal legislatore male si combinano con i tempi ed i modi di approvazione del bilancio di previsione e della relazione previsionale e programmatica. L’intervallo di tempo che va dall’approvazione della bozza di programma triennale da parte della Giunta e l’inserimento di questi atti all’ordine del giorno del Consiglio comunale che li approva, infatti, è particolarmente ampio. Al riguardo, la norma prescrive che “..lo schema di programma triennale e i suoi aggiornamenti annuali sono resi pubblici, prima della loro approvazione, mediante affissione nella sede delle amministrazioni aggiudicatrici per almeno sessanta giorni consecutivi ed eventualmente mediante pubblicazione sul profilo di committente della stazione appaltante" (D.Lgs.163/06, art.128/2). Il primo ostacolo che l’ente deve superare per individuare quali siano le opere da inserire nel programma triennale, ma soprattutto nell’elenco annuale, è la ricerca delle risorse finanziarie reperibili in tempi e modalità ragionevolmente realistiche. Attraverso una ricognizione delle disponibilità finanziarie nel triennio, l’amministrazione determina la capacità di spesa ed il budget da destinare alla realizzazione di opere pubbliche, definendo così l’entità delle somme da iscrivere nel bilancio pluriennale ed annuale necessarie al perseguimento di questi obiettivi. In particolare, secondo le prescrizioni di legge, la ricognizione deve distinguere le risorse secondo le seguenti categorie: 1) Entrate aventi destinazione vincolata per legge, oppure disponibili in base a contributi in conto capitale dello Stato, delle regioni o di altri enti pubblici; 2) Mutui passivi; 3) Apporti di capitali privati, con l’individuazione delle opere suscettibili di gestione economica e previa verifica della possibilità di fare ricorso all’affidamento in concessione di costruzione e gestione o a procedure di project financing; 4) Trasferimenti all’appaltatore della proprietà degli immobili; 5) Stanziamenti di bilancio, intesi come risorse di parte corrente destinate agli investimenti; 6) Altre disponibilità finanziarie. Le risorse che si intendono reperire nel triennio 2011-2013 in sintesi Arco temporale di validità del programma Tipologie risorse Disponibilità finanziaria 2011 Entrate aventi destinazione vincolata per legge Entrate acquisite mediante contrazione di mutuo Entrate acquisite mediante apporti di capitali privati Trasferimento di immobili ex art.19, c.5-ter L.n.109/94 Stanziamenti di bilancio Altro Totali Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi Disponibilità finanziaria 2012 Disponibilità finanziaria 2013 2.344.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 650.000,00 5.723.900,00 2.000.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 192.500,00 330.000,00 50.000,00 365.000,00 150.000,00 600.000,00 8.625.400,00 2.480.000,00 1.300.000,00 4 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi Comune di PEGOGNAGA 5 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi Il programma triennale delle opere pubbliche Lo strumento di pianificazione delle opere pubbliche adottato dagli enti locali è il programma triennale, deliberato formalmente dalla giunta e poi sottoposto, solo in un secondo tempo, all’analisi del consiglio comunale. Infatti, prescrive la norma che “..l'attività di realizzazione dei lavori di cui al presente codice di singolo importo superiore a 100.000 euro si svolge sulla base di un programma triennale e di suoi aggiornamenti annuali che le amministrazioni aggiudicatrici predispongono e approvano, nel rispetto dei documenti programmatori, già previsti dalla normativa vigente, e della normativa urbanistica, unitamente all'elenco dei lavori da realizzare nell'anno stesso" (D.Lgs.163/06, art.128/1). La presenza di un limite minimo (100.000 euro) per l'adozione obbligatoria dello strumento formale di programmazione delle opere dipende dall’esigenza, molto sentita dal legislatore, di non appesantire l’attività amministrativa dei piccoli comuni che attuano necessariamente una politica di investimento incentrata su interventi che di solito assumono dimensioni contenute. La legge non si limita a definire i criteri che l’ente deve seguire per raggiungere lo scopo, e cioè una ponderata pianificazione delle scelte d’investimento, ma si estende fino a individuare i modelli obbligatori che impongono una rappresentazione formale delle scelte politiche. Con questa premessa, la norma prescrive che "..le amministrazioni aggiudicatrici sono tenute ad adottare il programma triennale e gli elenchi annuali dei lavori sulla base degli schemi tipo, che sono definiti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e sono pubblicati sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture e trasporti (..) e per estremi sul sito informatico presso l’Osservatorio" (D.Lgs.163/06, art.128/11). Secondo le previsioni di legge, “..il programma triennale costituisce momento attuativo di studi di fattibilità e di identificazione e quantificazione dei propri bisogni che le amministrazioni aggiudicatrici predispongono nell'esercizio delle loro autonome competenze e, quando esplicitamente previsto, di concerto con altri soggetti, in conformità agli obiettivi assunti come prioritari (..)" (D.Lgs.163/06, art.128/2). Sono quattro, quindi, le caratteristiche che individuano il programma triennale: la presenza di uno studio di fattibilità, la quantificazione dei propri bisogni d’investimento, l’inserimento nel piano quantomeno degli interventi previsti di importo unitario superiore ai 100.000 euro, ed infine la definizione del grado di priorità negli obiettivi da conseguire. Per quanto riguarda l’identificazione e la quantificazione delle proprie necessità d’investimento, "..gli studi individuano i lavori strumentali al soddisfacimento dei predetti bisogni (..)" (D.Lgs.163/06, art.128/2). Si tratta, in sostanza, della ricognizione generale sulle esigenze della collettività in tema di opere pubbliche che è propedeutica alla stesura del progetto preliminare. Solo un'opera che supera questo primo studio di carattere socio-ambientale, e che quindi dimostra di essere il mezzo attraverso il quale una reale necessità viene ad essere soddisfatta, acquisisce pieno titolo per diventare oggetto dell’ulteriore studio tecnico che trova l’esatta collocazione nella prima fase della progettazione: quella preliminare. Spostando l’attenzione alla fattibilità dell’intervento, “..gli studi (..) indicano le caratteristiche funzionali, tecniche, gestionali ed economico - finanziarie degli stessi e contengono l'analisi dello stato di fatto di ogni intervento nelle sue eventuali componenti storico - artistiche, architettoniche, paesaggistiche, e nelle sue componenti di sostenibilità ambientale, socio - economiche, amministrative e tecniche" (D.Lgs.163/06, art.128/2). Siamo quindi in presenza di elementi che appartengono alla competenza del responsabile dei lavori pubblici (caratteristiche tecniche), a quella del titolare del servizio cui l’opera finita sarà destinata (caratteristiche gestionali) ed a quella del responsabile di ragioneria (caratteristiche economico-finanziarie). Per quanto riguarda la sequenza temporale con cui l’ente affronterà il finanziamento e la successiva realizzazione delle opere ”..il programma triennale deve prevedere un ordine di priorità. Nell'ambito di tale ordine sono da ritenere comunque prioritari i lavori di manutenzione, di recupero del patrimonio esistente, di completamento dei lavori già iniziati, i progetti esecutivi approvati, nonché gli interventi per i quali ricorra la possibilità di finanziamento con capitale privato maggioritario" (D.Lgs.163/06, art.128/3). Il programma triennale delle opere pubbliche 2011-2013 in sintesi Descrizione dell'intervento (Bilancio opera) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (BIOGAS) Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali Riqualificazione delle aree verdi comunali Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali Realizzazione polo energetico al servizio degli edifici pubblici e opere di arredo finalizzate alla produzione di energia elettrica fotovoltaica Riqualificazione delle aree verdi comunali Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elementare Vittorino Da feltre Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi Arco temporale di validità del programma Anno 2011 Anno 2012 Anno 2013 8.067.900,00 0,00 0,00 197.500,00 0,00 0,00 120.000,00 90.000,00 150.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 150.000,00 0,00 0,00 2.000.000,00 0,00 0,00 0,00 80.000,00 250.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.100.000,00 6 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Il programma triennale delle opere pubbliche 2011-2013 in sintesi Arco temporale di validità del programma Descrizione dell'intervento (Bilancio opera) Anno 2011 Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali 12 Riqualificazione delle aree verdi comunali 11 Totale Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi Anno 2012 Anno 2013 0,00 0,00 150.000,00 0,00 0,00 50.000,00 8.625.400,00 2.480.000,00 1.300.000,00 7 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi L'elenco annuale Le opere pubbliche previste nel primo anno della programmazione confluiscono nell’elenco annuale, ma la decisione di attivare un investimento non è la condizione sufficiente per iscrivere l’intervento nel programma immediato di attuazione. Quest’ultima scelta deve essere, infatti, preceduta dall’approvazione di un altro documento tecnico: il progetto preliminare, oppure, per gli interventi di minore importanza, studio di fattibilità. Difatti, "..l'inclusione di un lavoro nell'elenco annuale è subordinata, per i lavori di importo inferiore a 1.000.000 di euro, alla previa approvazione di uno studio di fattibilità e, per i lavori di importo pari o superiore a 1.000.000 di euro, alla previa approvazione della progettazione preliminare, redatta ai sensi dell’articolo 93, salvo che per i lavori di manutenzione, per i quali è sufficiente l'indicazione degli interventi accompagnata dalla stima sommaria dei costi " (D.Lgs.163/06, art.128/6). Proprio in considerazione del fatto che gli interventi previsti nel primo anno in cui si articola il programma triennale sono quelli di più immediata attuazione, la normativa richiede l'indicazione dell’esatta fonte di finanziamento dell’opera, un'entrata che è pertanto contestualmente inserita negli stanziamenti del bilancio di previsione del medesimo esercizio. In conseguenza di ciò, "..l'elenco annuale predisposto dalle amministrazioni aggiudicatrici deve essere approvato unitamente al bilancio preventivo, di cui costituisce parte integrante, e deve contenere l'indicazione dei mezzi finanziari stanziati sullo stato di previsione o sul proprio bilancio, ovvero disponibili in base a contributi o risorse dello Stato, delle regioni a statuto ordinario o di altri enti pubblici, già stanziati nei rispettivi stati di previsione o bilanci (..)" (D.Lgs.163/06, art.128/9). Non è superfluo, comunque, porre l’accento sulla circostanza che i finanziamenti di questi interventi, qualora siano dipendenti da decisioni di enti pubblici esterni, subiscono le modalità e soprattutto i tempi di approvazione dei rispettivi organi di governo. Spesso questi enti approvano i propri documenti di programmazione di gran lunga in ritardo rispetto al comune, con la conseguenza che l’iscrizione in bilancio della specifica fonte di finanziamento può essere, in questi casi, suscettibile di successivo perfezionamento. La legge pone dei limiti alla possibilità di manovra dell’ente. In particolare, "..un lavoro non inserito nell'elenco annuale può essere realizzato solo sulla base di un autonomo piano finanziario che non utilizzi risorse già previste tra i mezzi finanziari dell'amministrazione al momento della formazione dell'elenco, fatta eccezione per le risorse resesi disponibili a seguito di ribassi d'asta o di economie (..)" (D.Lgs.163/06, art.128/9). Si tratta di prescrizioni molto restrittive in parte mitigate dalla successiva norma la quale, dopo avere ricordato la necessità del puntuale rispetto della sequenza di attivazione del singolo intervento decisa dall’ente (ordine di priorità), dispone che "..le amministrazioni aggiudicatrici nel dare attuazione ai lavori previsti dal programma triennale devono rispettare le priorità ivi indicate. Sono fatti salvi gli interventi imposti da eventi imprevedibili o calamitosi, nonché le modifiche dipendenti da sopravvenute disposizioni di legge o regolamentari ovvero da altri atti amministrativi adottati a livello statale o regionale" (D.Lgs.163/06, art.128/5). L’elenco annuale, pertanto, sarà soggetto nel corso dell’esercizio ad eventuali perfezionamenti proprio in virtù del verificarsi di simili circostanze. Un’ultima norma, infine, introduce un ulteriore freno al margine di manovra prescrivendo che "..i lavori non ricompresi nell'elenco annuale o non ricadenti nelle ipotesi di cui al comma 5, secondo periodo, non possono ricevere alcuna forma di finanziamento da parte di pubbliche amministrazioni" (D.Lgs.163/06, art.128/10). Il Comune, pertanto, potrà chiedere ad un altro ente pubblico l’immediato finanziamento di un’opera non inserita nel primo anno dell’attuale programma triennale solo dopo aver aggiornato il corrispondente elenco annuale. L’elenco annuale delle opere pubbliche 2011 in sintesi Descrizione dell'intervento Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (BIOGAS) Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali Riqualificazione delle aree verdi comunali Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine Responsabile del procedimento Tartari Diego architetto Tartari Diego architetto Tartari Diego architetto Tartari Diego architetto Tartari Diego architetto 8.067.900,00 197.500,00 120.000,00 90.000,00 150.000,00 Totale Pianificazione delle scelte d'investimento in sintesi Importo intervento (in Euro) 8.625.400,00 8 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Contenuto delle singole opere pubbliche Analisi del contenuto tecnico e finanziario delle singole opere La programmazione delle opere pubbliche, e con essa la pianificazione degli interventi dell’elenco annuale, è attuata seguendo un percorso vincolante stabilito espressamente dal legislatore e si avvale, nella sua pratica attuazione, di una serie di modelli espressamente approvati dal competente ministero. Si tratta, pertanto, di un procedimento che implica una corretta gestione delle formalità e dei procedimenti amministrativi obbligatori. La norma, infatti, stabilisce che "..le amministrazioni aggiudicatrici sono tenute ad adottare il programma triennale e gli elenchi annuali dei lavori sulla base degli schemi tipo, che sono definiti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (..)" (D.Lgs.163/06, art.128/11). La modulistica ufficiale può pertanto essere ampliata ma non sostituita, ed è per questo che la presente Relazione integra i dati espressi nel documento ufficiale per renderlo di più agevole comprensione. Il legislatore ha inoltre pianificato i tempi di deliberazione di questi importanti elaborati, assegnando al Comune una serie di scadenze che, pur non essendo di carattere perentorio, interagiscono direttamente con i tempi di approvazione del bilancio di previsione e ne condizionano la tempestiva approvazione. In virtù di ciò, "..lo schema di programma e di aggiornamento sono redatti entro il 30 settembre di ogni anno e, prima della loro pubblicazione, sono adottati entro il 15 ottobre di ogni anno dall'organo competente secondo i rispettivi ordinamenti” (D.M. 9 giugno 2005, art.1/2). Mentre il 30 settembre è la scadenza entro la quale l’apparato tecnico del Comune deve essere in grado, previo l’assenso degli amministratori, di produrre la bozza del programma triennale, il successivo 15 ottobre è la data ordinatoria entro la quale la giunta è tenuta ad approvare gli schemi. In questo modo, l’organo esecutivo attribuisce a questi elaborati non definitivi un sufficiente grado di ufficialità e da questo termine può avere inizio la successiva fase di pubblicazione dei modelli, dove chiunque vi abbia interesse può promuovere nei confronti dell’ente le proprie istanze migliorative. Infatti, “..lo schema di programma triennale e i suoi aggiornamenti annuali sono resi pubblici, prima della loro approvazione, mediante affissione nella sede delle amministrazioni aggiudicatrici per almeno sessanta giorni consecutivi ed eventualmente mediante pubblicazione sul profilo di committente della stazione appaltante" (D.Lgs.163/06, art.128/2). Il lungo periodo di pubblicazione dello schema di programma triennale condiziona l’approvazione del bilancio di previsione dell’ente, dato che le eventuali modifiche apportate dall’organo esecutivo a questa prima bozza di programma devono essere immediatamente recepite dal principale strumento di programmazione dell’attività finanziaria del Comune. Trascorso questo adempimento pubblicitario ed eventualmente aggiornata la prima bozza del programma triennale e dell’elenco annuale, i consigli comunali “..approvano i medesimi documenti unitamente al bilancio preventivo di cui costituiscono parte integrante (…)" (D.M. 9 giugno 2005, art.1/3). La fase successiva interessa esclusivamente l’organo centrale e le proprie strutture di monitoraggio settoriale. La necessità di acquisire le informazioni provenienti dall’intero universo degli enti locali e di elaborarne il contenuto, infatti, è all’origine di una successiva prescrizione la quale stabilisce che "..il programma triennale e gli elenchi annuali dei lavori (..) sono pubblicati sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture e trasporti (..) e per estremi sul sito informatico presso l’Osservatorio" (D.Lgs.163/06, art.128/11). Prendendo spunto dall’esigenza di andare oltre alla semplice rappresentazione dei prospetti obbligatori del Programma triennale delle opere pubbliche, la Relazione si svilupperà nelle pagine successive riportando, per ogni investimento pianificato, tutti gli elementi che ne costituiscono le peculiari caratteristiche, come le fonti di finanziamento, i dati eventualmente presenti nell’elenco annuale, le problematiche che l’ente dovrà superare per realizzare l’opera, la tempistica della sua realizzazione, ed infine le eventuali note e commenti che accompagnano il singolo investimento. Contenuto delle singole opere pubbliche 9 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Bilancio opera (importi in Euro) Denominazione opera: Responsabile del procedimento: Cod. interv. amministrazione: Tipologia intervento: Categoria di opere: Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (BIOGAS) Tartari Diego architetto 01 - Nuova costruzione A03 06 - Produzione e distribuzione di energia elettrica - Finanziamenti FINANZIAMENTI Capitolo Articolo 0 851 ESERCIZIO Denominazione 2011 Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili (BIOGAS) Costruzione impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili 1 (BIOGAS) 0 TOTALE INVESTIMENTO 2012 2013 5.723.900,00 0,00 0,00 2.344.000,00 0,00 0,00 8.067.900,00 0,00 0,00 - Elenco annuale Importo intervento: Finalità: Priorità: Stato progettazione: Conformità: 8.067.900,00 Qualità ambientale 1 Studio di fattibilità Urbanistica: Sì Ambientale: Sì Tempi di esecuzione: Inizio lavori: 3 / 2011 Fine lavori: 4 / 2012 Responsabile del procedimento: Tartari Diego architetto - Apporto di capitale privato Anno Importo opera Capitale privato 2011 8.067.900,00 2012 0,00 0,00 2013 0,00 0,00 Contenuto delle singole opere pubbliche Tipologia 5.723.900,00 Concessione di costruzione e gestione 10 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Premessa La forte vocazione agro-zootecnica dell’area interessata, e l’elevato carico azotato proveniente dagli effluenti di allevamento in area classificata come “vulnerabile” all’inquinamento da nitrati, ha portato l’Amministrazione Comunale ad orientare la propria scelta in una direzione finalizzata ad affrontare in modo razionale ed economicamente sostenibile, la gestione territoriale dell’utilizzo agronomico dei liquami zootecnici nel pegognaghese. Tale scelta si pone in una ottica di garantire nel territorio il mantenimento e lo sviluppo il più possibile ordinato e sostenibile del settore agricolo e zootecnico, settore peraltro basato su produzioni DOP di grande qualità e di prestigio internazionale come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Da questo assunto discende la decisione di prevedere la Realizzazione di una Centrale Termoelettrica Alimentata a Biogas Prodotto da Liquami Zootecnici e Biomasse Vegetali associata ad un Impianto per la Separazione, Essiccazione e Delocalizzazione della frazione solida del digestato, con gestione interaziandale nell’utilizzo agronomico dei liquami trattati. Descrizione del Progetto Dimensionamento Il progetto prevede la realizzazione di: - Un impianto per la produzione di biogas mediante digestione anaerobica di potenza elettrica pari a 1MWh; - Un impianto di essiccazione della frazione solida del digestato; - Un impianto interaziendale per l’utilizzo agronomico dei liquami trattati. Conferimenti Reflui zootecnici I liquami zootecnici verranno conferiti da tre aziende situate nel raggio di 2,00 Km dalla sede dell’impianto. Le aziende interessate sono due cooperative di lavorazione del latte con annesso allevamento suinicolo ad una azienda privata. Nell’impianto verranno valorizzate le deiezioni di circa 15.500 suini di cui 14.000 da ingrasso e 1.500 scrofe per un totale di circa 75.000 ton/anno di reflui. Matrici agricole L’impianto verrà inoltre alimentato da silo mais e sorgo insilato, reperito in aziende che operano nella zona dove verrà realizzato l’impianto. Al fine di raggiungere la potenza elettrica in progetto, si stima che saranno necessarie circa 8.500 ton/anno di silo mais e circa 8.000 ton/anno di sorgo. Per la fornitura di tali quantitativi saranno impiegati circa 150 ha di terreno. Considerato che il territorio ha destinato a colture cerealicolo foraggiere oltre 1.400 ha di terreno, tali matrici verranno facilmente reperite in loco. Configurazione delle strutture Impianto biogas L’impianto sarà costituito da: - linea di fermentazione: · n° 2 fermentatori circolari da m 26 di diametro h m 6 per un volume di m3 3.186; · n° 1 postfermentatore circolare a m 30 di diametro h m 6 per un volume di m3 4.241; Contenuto delle singole opere pubbliche 11 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA · - - n° 2 vasche di raccolta digestato di forma circolari da m 30 di diametro h m 6 per un volume di m3 4.241. · n° 1 alimentatore per caricamento matrici solide; · n° 1 prevasaca con pompa dotata di misuratore per il caricamento del liquame linea pompaggio e condutture; · linea di pompaggio interna all’impianto; · condutture interne all’impianto per la captazione ed il convogliamento del biogas; · condutture interne all’impianto per la captazione ed il convogliamento del calore. sistema di controllo: · Sistema computerizzato di controllo dell’impianto. cogeneratore: · n° 1 cogeneratore Jenbacher 1.064 kW. · n° 1 torcia infrastrutture: · n° 4 platee per lo stoccaggio degli insilati da m 17,5 x m 70 h m 4; · n° 1 pesa a terra; · n° 1 cabina elettrica; · n° 1 trasformatore; · piazzali e viabilità interna. Impianto di separazione meccanica ed essiccazione della frazione solida del digestato L’impianto di essiccazione sarà composto da: - separatore a vite senza fine; - essiccatoio; - sistema di comando; - unità di miscelazione; - contenitore con sistema di pesa e miscelatore per immissione substrato; - coclea per prelevamento sostanze solide; - sistema di aerazione completo di: · n° 4 ventilatori; · sistema di controllo della temperatura; · scambiatore termico; · canali circolazione aria. - sistema di purificazione aria; Strutture accessorie - capannone necessario per l’allocazione dell’impianto di essiccazione; - tettoia e platea necessaria per la lavorazione e stoccaggio del prodotto essiccato integrata con il capannone. Impianto interaziendale per l’utilizzo agronomico dei liquami trattati. L’impianto è corredato da un rete di tubi sotterranei cha ha la funzione di collegare le tre aziende che conferiscono il liquame all’impianto e per il trasferimento del digestato alle aree dove verranno effettuati gli spandimenti. L’impianto sarà costituito da: - linea di pompaggio esterna di collegamento tra l’impianto ed i siti delle aziende conferenti i liquami; Contenuto delle singole opere pubbliche 12 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA - linea di pompaggio della frazione liquida del digestato versi i siti dove verrà attuata lo spandimento. - stazione di pompaggio dall’impianto ai punti di irrigazione e/o spandimento; - stazione di collegamento dalla linea di spandimento dell’impianto alla linea di irrigazione realizzata dal Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po; - gestione degli spandimenti mediante l’utilizzo di unità elettroniche a microprocessore, da installare sul punto di erogazione dell’acqua, che comanderà l’apertura e la chiusura dell’idrovalvola mediante l’utilizzo di un badge personalizzato per ogni utente e che consentirà la memorizzazione delle operazioni effettuate da ogni singolo utente. Analisi di Coerenza Contenuto Innovativo Il grado di innovazione contenuto attiene a diversi livelli sia della sfera tecnica che di quella gestionale. Dal punto di vista gestionale l’innovazione di maggior rilievo è riconducibile al fatto che per la prima volta, nella storia di questo territorio, aziende di estrazione diversa si consorziano nel conferimento del loro refluo ad una struttura pubblica. Tale gestione consortile viene peraltro auspicata nelle linee di indirizzo previste con il decreto ministeriale del 07 aprile 2006 n.209, con preciso riferimento alla problematica di gestione dei nitrati nelle zone vulnerabili e richiamato all’art. 16 del Programma di Azione deliberato dalla regione Lombardia in data 02-08-2007 con provvedimento n. VIII /005215. Va evidenziato che grazie al supporto del Consorzio di Bonifica dell’Agro Mantovano Reggiano verrà realizzata e resa fruibile una struttura di irrigazione in tubo che potrà essere utilizzata anche per la pratica dello spandimento ad uso agronomico degli effluenti di allevamento, con possibilità di effettuare una fertirrigazione vera e propria e/o distribuzioni effettuate in copertura con l’ausilio di sistemi ombelicali e attrezzature atte a minimizzare le emissioni gassose in atmosfera e a migliorare l’incorporazione della massa liquida nel terreno. Tale opportunità, in ambiti pedologici caratterizzati da alta componente argillosa in cui risulta problematica l’entrata in campo dei tradizionali carribotte nel periodo primaverile, consentirebbe apporti di nutrienti alle colture con criteri di massima efficienza e una reale riduzione dell’apporto da concimi chimici. Questa ottimizzazione nella gestione comprensoriale degli effluenti di allevamento, gestione nella quale l’ente pubblico svolge dunque una parte attiva, potrà tradursi in un più efficace coinvolgimento delle aziende cerealicole prive di bestiame che, tramite la stipula di contratti volontari di valorizzazione dell’effluente (vedi art. 16 del Programma di azione della regione Lombardia), potranno fruire di questa struttura messa a disposizione da parte del Consorzio di Bonifica che consente nello stesso tempo una maggiore efficienza sia nella pratica irrigua sia in quella di spandimento ad uso agronomico degli effluenti di allevamento. Per quanto riguarda invece la sfera tecnica va segnalato che l’impianto interaziendale prevede in testa la digestione anaerobica per sfruttare al meglio il potenziale energetico dei liquami e delle eventuali altre biomasse aggiunte (produzione di biogas). Dopo la digestione anaerobica (che consente il recupero di energia rinnovabile, la stabilizzazione e la deodorizzazione dei liquami, ma non la riduzione dei nutrienti) i liquami vengono sottoposti ad un trattamento di separazione solido/liquido: la frazione solida del digestato Contenuto delle singole opere pubbliche 13 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA viene sottoposta ad essiccazione, e il prodotto granulare ottenuto viene delocalizzato per l’utilizzo agronomico. La frazione liquida viene gestita ad uso agronomico utilizzando la rete tubata fissa, secondo i già descritti criteri di buona pratica agricola e massima efficienza nel rilascio dei nutrienti. Un elemento di particolare innovazione tecnica è l’utilizzo di unità elettroniche nei punti di erogazione idrica che, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica, consentirà di monitorare gli utilizzi idrici in output dell’impianto, oltre eventualmente agli spandimenti degli effluenti. Replicabilità Il progetto risulta altamente replicabile in tutte le aree con alta concentrazione zootecnica e disponibilità di sistemi di irrigazione simili a quelli individuati dal progetto. Si ritiene che il grado di esportabilità sia, già oggi, estremamente elevato ed in futuro lo potrà essere ancora di più nella misura in cui i consorzi di bonifica orienteranno le loro scelte nella direzione di fornire l’acqua per l’irrigazione in tubo. Impatto ambientale L’impatto ambientale a seguito della realizzazione dell’impianto risulta estremamente ridotto. In primo luogo va evidenziato che lo spandimento dei reflui conferiti all’impianto oggi avviene prevalentemente mediante utilizzo di botte con conseguente consumo di gasolio nella misura di oltre 90.000 litri anno , aggravio del carico di traffico sulla rete viaria locale e conseguente deterioramento della stessa anche in considerazione del fatto che oggi si utilizzano mezzi di notevole portata e che vanno a gravare su una viabilità che non è stata pensata e realizzata per mezzi di questa taglia. Dalla realizzazione dell’impianto abbiamo una notevole riduzione dei veicoli su strada calcolabili in 7.470 autobotti anno. Riduzione emissioni Con la realizzazione dell’impianto si ottiene una consistente riduzione delle emissioni: - si riducono le emissioni di CO2 in atmosfera (gas serra), in misura maggiore dato il completo riutilizzo dell’energia termica prodotta in cogenerazione; - si riducono in generale le emissioni causa di problemi olfattivi, infatti le fasi maggiormente odorigene sono gestite in reattore chiuso e le arie “esauste” sono rappresentate dal biogas (utilizzato e non immesso in atmosfera); - l’aria prodotta nell’impianto di essicazione a valle viene appositamente trattata per mezzo di filtri a nido d’ape che, con l’ausilio di appositi reagenti, consentono una rimozione della polvere, zolfo e ammoniaca. Delocalizzazione delle eccedenze azotate da effluenti di allevamento Il trattamento di separazione del solido dal liquido effettuato sul digestato, con tecnica meccanica di separazione delle frazioni solide grossolane tramite vagliatura e con ipotesi di efficienza massima, secondo i dati riportati in tab. 3 dell’Allegato 3 alla DGR n. VIII/005215 , consente una partizione % dell’N netto al campo nelle frazioni solide separate pari al 13% dell’azoto totale. Tali frazioni solide separate sono oggetto di un trattamento successivo di essiccazione che consente una valorizzazione del prodotto in uscita che potrà trovare una utile collocazione in ambiti territoriali esterni. Valenza Strategica Contenuto delle singole opere pubbliche 14 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Il territorio potrà trarre un notevole beneficio dalla realizzazione del progetto, in particolare si ritiene che la forte connessione tra utilizzo di risorse energetiche, le deiezioni, e l’utilizzo agronomico del digestato con sistema interaziendale fisso realizzato con il supporto del Consorzio di Bonifica, sono i due elementi che forniscono al progetto una valenza strategica di grande rilievo. La gestione comprensoriale degli effluenti di allevamento consentirà infatti un reale recupero di efficienza nel loro utilizzo agronomico, che dovrà tendenzialmente soddisfare per questa via il 100% del fabbisogno azotato delle colture ( che nel pegognaghese viene stimato sull’ordine di circa 220 kg di azoto per ettaro di SAU). Considerato che il carico medio di azoto da effluenti di allevamento si aggira intorno ai 250 kg N/ha di SAU comunale, si valuta che le eccedenze ammontino a circa il 12% dell’azoto complessivamente prodotto dal sistema zootecnico locale. Il previsto sistema di separazione della parte solida dalla parte liquida progettato a valle dell’impianto di digestione anaerobica, che consente una partizione % dell’azoto al campo pari al 13% nella frazione solida, consentirebbe dunque una utile delocalizzazione delle eccedenze verso ambiti esterni a minor pressione zootecnica. In definitiva l’impianto in progetto, nel rispetto del Codice di buona pratica agricola e dunque in una logica di massima efficienza nella gestione consortile degli spandimenti agronomici, consente al sistema agricolo e zootecnico locale di essere in equilibrio rispetto ai fabbisogni azotati relativi al sistema colturale in atto, con riduzione dei rischi di rilascio dei nutrienti in falda e nel rispetto dei requisiti previsti dal nuovo Programma di Azione lombardo che attua la Direttiva Nitrati. Occupazione del suolo Per la realizzazione dell’impianto si prevede di occupare una superficie di circa 21.000 m2. Filiera L’apporto, al progetto, di diverse aziende situate in diverse fasi produttive costituisce la imprescindibile realizzazione di una filiera dedicata che consenta da un lato lo fornitura dei diversi effluenti e dall’altro l’utilizzo organizzato ed organico del digestato. Sistema di controllo Il progetto sarà dotato un sistema di controllo che verificherà in modo costante e continuativo: - il processo di digestione anaerobica in ordine ad efficacia ed efficienza produttiva; - il flusso del conferimento delle matrici sia di origine animale si di origine vegetale in ordine a: - quantitativi; · livello qualitativo degli effluenti conferiti. · la gestione del processo di essiccazione e delocalizzazione della parte solida del digestato in ordine a: - valori qualitativi del prodotto; · tipologie di utilizzi possibili. · la gestione del piano comprensoriale di utilizzo agronomico del digestato in ordine a: - quantitativi; · tempistiche; · utilizzatori. Contenuto delle singole opere pubbliche 15 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Risultati Energetici Attesi I risultati attesi riguardano principalmente la produzione di energia elettrica da immettere in rete. Con il dimensionamento in progetto e con le tecnologie adottate si prevede di poter produrre circa 7.900.000 kWh da immettere in rete. Operando la cogenerazione con motore endotermico, il processo oltre all’energia elettrica produce anche energia termica la quale, in quota parte, viene utilizzate per riscaldare i fermentatori, la quota eccedente viene completamente assorbita dall’impianto di essiccazione. Denitrificazione Alla luce degli incontri effettuati con le imprese zootecniche interessate a partecipare al progetto, le quali hanno manifestato un forte interesse alla riduzione dei nitrati contenuti nelle deiezioni suine, tematica che per altro risulta di interesse per tutto il sistema zootecnico lombardo, e tenendo in considerazione l’esigenza di voler ridurre l’incidenza dell’utilizzo di biomasse di origine vegetale destinabili al food, si è provveduto ad apportare al progetto alcune implementazioni che, mantenendone invariata la struttura portante ne implementano l’efficacia rispetto alle tematiche sopra enunciate. Struttura Progettuale La struttura progettuale rimane confermata, rispetto alla versione originale si è previsto l’inserimento di un Impianto per la Riduzione dei Nitrati. Schema di Processo Lo schema di processo prevede l’inserimento di un impianto per la riduzione dei nitrati contenuti negli effluenti da allevamento mediante una tecnologia di nitrificazione denitrificazione con liberazione dell’azoto elementare in aria. Tale fase è preceduta da una separazione meccanica del cruschello e una successiva separazione dei solidi sospesi tramite flottazione. Stoccaggio Vegetali Liquame Stoccaggio fanghi Delocalizzazione Arrivo Sollevamento Essicazione fanghi Separazione meccanica Separazione Digestione Anaerobica Equalizzazione Flottazione Cogenerazione Energia elettrica acqua calda Denitrificazione Nitrificazione - Denitrificazione Contenuto delle singole opere pubbliche 16 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Decantazione Stoccaggio Utilizzo Agronomico Rete Azienda A Azienda B Azienda C Bilancio matrici necessarie per la produzione di 1 MWe Bilancio degli Effluenti di origine Animale in Ingresso Liquame Suino (dati ultimo PUA) Allevamento Tipologia Latteria Vo Pellegrina San Francesco Totali Ciclo chiuso Scrofaia Ingrasso Capi n. Peso Kg 6.700 3.000 7.900 465.00 430.000 510.000 Liquame m3 25.000 17.800 27.000 69.800 Kg N 50.202 35.742 54.216 140.160 Bilancio Matrici di origine Vegetale in Ingresso Matrici Vegetali da coltivazioni dedicate e non Tipologia Periodo Ha Quantitativi Ton. Trinciato di Mais Estate 170 10.220 Erbaio di graminacee Primavera 170 5.110 Erba da sfalcio Primavera Estate 0,00 2.500 Totali 17.100 Si precisa che l’inserimento della componente Erbaio di graminacee prodotta in secondo raccolto e l’utilizzo di erba da sfalcio di provenienza no food, consente la riduzione delle superfici a coltivazione dedicata da circa 300 ha inizialmente previsti a circa 170 ha. Bilancio dell’Azoto di origine zootecnica a seguito di trattamento nitro denitro Premessa L’impianto di trattamento biologico di nitrificazione denitrificazione consente un abbattimento del 90% della frazione ammoniacale dell’azoto totale presente nel liquame suinicolo. Considerato che almeno il 75% dell’azoto totale presente nei liquami suinicoli è sotto forma ammoniacale, si ipotizza una eliminazione complessiva pari al 70% dell’azoto totale. Elementi fertilizzanti Contenuto delle singole opere pubbliche Liquami in entrata Fanghi biologici sedimentati (30% del volume) Parte liquida negli stoccaggi (70% del volume) 17 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Volume (in m3 anno) N (in kg/anno) 54.750 16.425 38.725 140.160 35.040 7.008 Il totale derivante dalla somma dell’azoto presente nei fanghi biologici e nella parte liquida pari a 42.048 kg, corrispondente al 30% dell’azoto totale in ingresso, verrà destinato all’utilizzo agronomico a scopo fertilizzante. Analisi dei costi di gestione della fase di flottazione e della fase di nitro denitro Flottazione Descrizione Prodotti di sintesi Costo personale TOTALE u.m. valore Prezzo € h/gg 1 20,00 u.m. Kwh/anno h/anno kg valore 421.356 400 20 Prezzo € 0,12 20,00 20 correttivo Totale € 84.000,00 7.300,00 91.300,00 correttivo Totale € 50.563,00 8.000,00 400,00 58.760,00 Fase Biologica Nitro Denitro Descrizione Consumi Elettrici Costo personale Costo dei materiali TOTALE Valore dell'Investimento Impianto biogas € 1.720.000,00 € 100.000,00 € 120.000,00 € 850.000,00 € 520.000,00 € 3.310.000,00 € 965.000,00 € 984.000,00 Linea di fermentazione Linea di pomaggio e condutture Sistema di Controllo Cogeneratore Infrastrutture Impinato di Essicazione € 695.000,00 € 270.000,00 Linea di essicazione Strutture accessorie Impianto Riduzione Nitrati Contenuto delle singole opere pubbliche 18 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA € 62.000,00 € 850.000,00 € 72.000,00 Flottazione Impianto Nitro denitro Collegamenti idraulici Impianto Liquami Linea liquami Linea fertirrigazione Stazione di pompaggio Sistema elettronico fertirrigazione € € € € € € 900.000,00 € 320.000,00 150.000,00 480.000,00 120.000,00 150.000,00 Altri Costi Predisposizione cantiere Sistemazione area € 70.000,00 250.000,00 TOTALE LAVORI Somme a Disposizione Spese Tecniche Acquisto area Imprevisti e varie € € € € € € 6.479.000,00 € 891.000,00 € 697.900,00 250.000,00 407.000,00 234.000,00 Iva Lavori Spese tecniche € 697.900,00 647.900,00 50.000,00 La realizzazione dell'opera avverrà mediante un appalto di concessione di costruzione e gestione dell'impianto, pertanto la ditta aggiudicataria dovrà provvedere al finanziamento della quota non coperta da finanziamento regionale anche attraverso l'applicazione di una eventuale tariffa a carico dei conferitori di liquame. Contenuto delle singole opere pubbliche 19 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Bilancio opera (importi in Euro) Denominazione opera: Responsabile del procedimento: Cod. interv. amministrazione: Tipologia intervento: Categoria di opere: Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali Tartari Diego architetto 07 - Manutenzione straordinaria A01 01 - Stradali - Finanziamenti FINANZIAMENTI Capitolo Articolo 800 880 ESERCIZIO Denominazione 2011 Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi pubblici ciclopedonali Manutenzione straordinaria sedi stradali e messa in sicurezza percorsi 0 pubblici ciclopedonali 1 TOTALE INVESTIMENTO 2012 2013 22.500,00 0,00 0,00 175.000,00 150.000,00 150.000,00 197.500,00 150.000,00 150.000,00 - Elenco annuale Importo intervento: Finalità: Priorità: Stato progettazione: Conformità: 197.500,00 Conservazione del patrimonio 1 Stima dei costi Urbanistica: Sì Ambientale: Sì Tempi di esecuzione: Inizio lavori: 2 / 2011 Fine lavori: 4 / 2012 Responsabile del procedimento: Tartari Diego architetto Contenuto delle singole opere pubbliche 20 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA 1 – PREMESSA L’intervento proposto interessa tratti di strade interne ed esterni ai centri abitati. Il progetto si inquadra nell’ottica di proseguire l’intervento di risanamento delle strade comunali iniziato nel 1993 che a rotazione interessa tutte le principali arterie viarie. A lato degli interventi manutentivi si sfrutterà l'apertura dei cantieri al fine di meglio integrare e migliorare anche i percorsi ciclopedonali del centro abitato. Si fa presente che il progetto potrà essere realizzato anche in due o più stralci funzionali a seconda delle necessità e disponibilità dell’Amministrazione. 2 – UBICAZIONE I lavori in progetto andranno indicativamente ad interessare le seguenti vie all’esterno del centro abitato: strada Risarino Strada Facalina Strada valle suore e la seguente via all’interno del centro abitato: Via Flli Cervi Via Marzabotto Via Gina Bianchi Via Marconi Strada Mantovana L’elenco di cui sopra potrebbe subire modifiche ed integrazioni in ragione alle effettive condizioni delle strade rilevate al momento della progettazione stante che è particolarmente difficile prevedere le esigenze manutetive delle sedi stradali da oggi al 2011. 3 – L’INTERVENTO L’intervento diretto sui tronchi stradali di cui al punto 2 prevede, sui tratti maggiormente danneggiati dagli agenti atmosferici e dall’uso, il completo risanamento del fondo stradale mediante formazione del cassonetto in ghiaia naturale ben costipato e livellato atto alla formazione del nuovo manto stradale. Nei tratti meno danneggiati dove sono presenti solo piccoli avvallamenti, si prevede di intervenire mediante la posa di bynder di diverso spessore al fine di ridare la originale sagoma alla strada; sui restanti tratti è previsto il solo rifacimento del manto d’usura. Contenuto delle singole opere pubbliche 21 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Sui tratti di strade interessati dall’intervento si procederà inoltre alla sistemazione delle banchine laterali mediante riporto di materiale inerte. E’ da notare che il progetto prevede per i tratti stradali da riasfaltare, il rifacimento completo della segnaletica orizzontale al fine di garantire maggiore sicurezza viaria. Nelle arterie principali interne al centro abitato quali viale San Lorenzo si valuterà durante l'intervento la posa della rete acquedottistica sulla base del progetto preliminare in nostro possesso. 4 – IMPORTO DELL’OPERA L’importo complessivo dei lavori sarà di € 500.000,00. Trattandosi di manutenzione straordinaria il progetto potrà anche essere suddiviso in diversi stralci legati in particolar modo al tipo di finanziamento e al flusso delle entrate. Contenuto delle singole opere pubbliche 22 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Bilancio opera (importi in Euro) Denominazione opera: Responsabile del procedimento: Cod. interv. amministrazione: Tipologia intervento: Categoria di opere: Riqualificazione delle aree verdi comunali Tartari Diego architetto 09 - Ampliamento A02 11 - Opere di protezione dell'ambiente - Finanziamenti FINANZIAMENTI Capitolo Articolo 800 880 ESERCIZIO Denominazione 2011 0 Riqualificazione delle aree verdi comunali 1 Riqualificazione delle aree verdi comunali TOTALE INVESTIMENTO 2012 2013 100.000,00 20.000,00 0,00 80.000,00 0,00 50.000,00 120.000,00 80.000,00 50.000,00 - Elenco annuale Importo intervento: Finalità: Priorità: Stato progettazione: Conformità: 120.000,00 Conservazione del patrimonio 3 Progetto preliminare Urbanistica: Sì Ambientale: Sì Tempi di esecuzione: Inizio lavori: 3 / 2011 Fine lavori: 4 / 2012 Responsabile del procedimento: Tartari Diego architetto Contenuto delle singole opere pubbliche 23 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA PROGETTO DI RIQUALICAZIONE DELLE VIE E AREE VERDI DEL COMUNE DI PEGOGNAGA Con la consegna dei progetti relativi ad alcune vie ed aree verdi dei quartieri Pasottina, Stazione e frazione di Polesine (seconda fase) termina il progetto di riqualificazione delle vie ed aree verdi del Comune di Pegognaga. L’indagine ha coinvolto 13 vie, 1 parcheggio e 5 aree verdi. I dati riepilogativi sotto elencati mostrano che le vie più bisognose di intervento appartengono al quartiere Bagna, il quale da solo assorbe circa la metà dei costi totali. Le piante presenti in questo quartiere (aceri, prunus e robinie) sono quelle più compromesse sia a causa di errate potature sia per la difficoltà di adattamento alle condizioni pedoclimatiche. Va comunque considerata anche la longevità delle specie, piante come prunus, robinie, aceri americani (acer negundo), paulonie e catalpe hanno, in condizioni naturali, un’aspettativa di vita di circa 25-50 anni, per cui la scarsa vitalità che parecchi esemplari denotano non è sempre dovuta a errori gestionali o cause antropiche ma alla naturale senescenza della pianta. QUADRO RIEPILOGATIVO DETTAGLIATO DEGLI INTERVENTI E DEI COSTI A. QUARTIERE CENTRO via Belfiore M. Garibaldi G. Specie presente N ° Specie sostitutiva N° Scala di priorità* Acero n. Acero n. 14 18 Frassino a. Acero platanoide Pioppo b. Acero c. Arbusti: Buddleia Carpino b. Corniolo Pioppo b. Gelso Albero di giuda Arbusti: calicanto corniolo forsizia lillà spirea viburno veigelia 16 19 3 3 € 10.061 € 13.457 1 3 4 € 5.103 4 € 8.096 3 € 15.992 Belfiore M. (area Acero p. verde) Gingko b. cipressi Garibaldi (area verde) Montegrappa 3 1 2 G. varie Frassino o. TOTALI 10 48 Parrozia 6 11 3 4 2 3 8 8 4 8 10 8 8 11 59 Spesa totale € 52.709 Piante 74 Arbusti * LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON URGENTE; Contenuto delle singole opere pubbliche 24 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA B. QUARTIERE BAGNA via Specie presente N° Specie sostitutiva N° Scala di priorità* Curiel Rosselli Libertà Bianchi Parcheggio via De Nicola ( a r e a piscine) Prunus p. Robinia p. Acero p. Acero p. Robinia p. 32 30 42 39 43 Pero da fiore Acero camp. Frassino a. Carpino bianco Sofora Arbusti: ibisco Lillà Melograno 51 46 55 72 23 1 1 2 2 1 TOTALI 186 Spesa totale € € € € € 34.386 30.909 32.074 47.792 25.111 8 10 8 247 € 170.272 Piante 26 Arbusti * LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON URGENTE; C. QUARTIERE STAZIONE via Marconi Sacca verde) Specie presente Catalpa Paulonia Tiglio (area Noci Sauro Acero n. TOTALI N° 14 32 1 2 44 93 Specie sostitutiva Acero c. Tiglio Robinia Arbusti: Deuzia Sanguinella Spirea Viburno Frassino a. Olmo N° Scala di priorità* 15 42 2 € 38.313 8 4 € 6.112 3 € 36.721 12 8 8 8 56 4 125 Spesa totale € 81.146 Piante 36 Arbusti * LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON URGENTE; Contenuto delle singole opere pubbliche 25 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA D. QUARTIERE PASOTTINA via Specie presente N° Berlinguer (area verde) Da Vinci (area verde) Einstein Galilei Volta Ginkgo Bagolaro Acero p. TOTALI 15 10 3 28 Specie sostitutiva N° Scala di priorità* Ippocastano Quercia f. Arbusti: Albero delle nebbie Deuzia Lillà Kerria Spirea Ciliegio da fiore Ginkgo Pero da fiore Sofora Arbusti: Abelia Buddleia Cornus Filadelfo Forsizia Melograno Veigelia 6 3 4 € 6.791 4 € 9.745 4 3 4 € 11.420 € 8.233 € 3.824 Ibisco Pero da fiore Prunus pissardi Spesa totale 5 4 10 4 4 3 2 3 4 4 10 10 10 10 5 10 20 11 8 60 € 40.013 Piante 80 Arbusti * LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON URGENTE; Contenuto delle singole opere pubbliche 26 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA E. FRAZIONE POLESINE via Piazza Mazzini –Strada Mantovana Specie presente Prunus p. TOTALI N° 14 Specie sostitutiva Pero da fiore 14 N° Scala di priorità* 21 2 Spesa totale € 14.178 21 € 14.178 *LEGENDA: 1. URGENTE; 2. MEDIAMENTE URGENTE; 3. POCO URGENTE; 4. NON URGENTE; TOTALI (A + B + C + D + E) 358.318 € QUADRO RIEPILOGATIVO TOTALE RELATIVO ALLE SPECIE ARBOREE PRESENTI E SOSTITUTIVE ED ALLE SPECIE ARBUSTIVE A. SPECIE ARBOREE SPECIE PRESENTE Acero negundo Acero platanoide Acero pseudoplatano Bagolaro Catalpa Cipressi Frassino Ginkgo Noce Paulonia Prunus ‘Pissardii’ Robinia Tiglio TOTALI N° 76 39 48 10 14 2 10 16 2 32 46 73 1 369 SPECIE SOSTITUTIVA Acero campestre Acero platanoide Albero di Giuda Ciliegio da fiore Carpino Frassino Gelso Ginkgo Ibisco Ippocastano Olmo Parrozia Pero da fiore Pioppo Prunus ‘Pissardii’ Quercia Robinia Sofora Tiglio N° 64 19 3 3 72 127 2 2 20 6 4 11 86 5 8 3 8 27 42 512 B. SPECIE ARBUSTIVE Abelia Albero delle nebbie Buddleia Contenuto delle singole opere pubbliche 4 5 16 27 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Calicanto Carpino Cornus (corniolo, alba, sanguinella) Deuzia Filadelfo Forsizia Ibisco Kerria Lillà Melograno Spirea Veigelia Viburno TOTALE Contenuto delle singole opere pubbliche 8 11 29 16 10 14 8 4 22 13 22 18 16 216 28 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA VIA CURIEL · STATO ATTUALE In questa via sono presenti 32 soggetti arborei di Prunus cerasifera ‘Pissardi’ d’età di circa 30 anni. Le condizioni fisiologiche alquanto precarie di queste piante, sono rese manifeste dallo scarso vigore vegetativo delle chiome, dalla scarsa crescita dei ricacci annuali, dalla presenza di numerosi rami con cimali secchi o di intere branche completamente disseccate. Inoltre sui fusti si trovano gibbosità ed ipertrofie dovute presumibilmente a virus o batteri, nonché estese carie, necrosi longitudinali e scortecciamenti . Le condizioni fitosanitarie sono state senza dubbio aggravate dalle drastiche operazioni di potatura (capitozzature) compiute in passato. I grossi tagli non cicatrizzati hanno permesso l’insediamento di funghi patogeni (Phellinus spp.), agenti di carie bianca (foto 1) che degradano i tessuti legnosi indebolendo ulteriormente la struttura della chioma. Il substrato di coltivazione della banchina, larga circa 3,5 m, come spesso capita in ambiente urbano, è fortemente compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante. · STATO DI PROGETTO In base: 1. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 2. alla larghezza utile della banchina (3,5 metri); 3. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali; 4. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva il Pero da fiore (Pyrus calleryana ‘Chanticleer’); albero di terza grandezza, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, con appariscente fioritura primaverile e fogliame giallo-rosso, particolarmente decorativo nell’autunno. Tale scelta, oltre che per l’aspetto ornamentale, è stata dettata da motivazioni di carattere agronomico – colturali quali: · notevole rusticità ed adattabilità; · dimensioni contenute e portamento compatto della chioma che non necessita di potature e quindi di manutenzione. E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 7 metri che permette la piantagione di 51 soggetti arborei di pero da fiore. Tale sesto è, tuttavia, indicativo poiché, a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini attualmente presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie, non sempre sarà possibile rispettare la simmetria dell’impianto. Si utilizzeranno piante a “pronto effetto” con circonferenza del fusto di cm 18-20. Si ritiene inoltre necessario, visti gli spazi esigui che in vari casi impongono di reimpiantare sullo stesso sito, procedere dopo l’abbattimento dei Prunus, con l’eliminazione dei ceppi mediante fresatura o carotatura e l’asportazione del materiali di risulta. Pero da fiore (Pyrus Calleryana ‘Chanticleer’) Contenuto delle singole opere pubbliche 29 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Caratteristiche principali · PORTAMENTO Albero di terza grandezza (8-12 metri di altezza e 6 metri di larghezza in ambiente ottimale). La chioma, moderatamente fitta, ha una forma conica - ovale stretta, dai contorni regolari. Il fusto presenta, negli esemplari vecchi, una corteccia ruvida, di colore grigiastro – marron, che si desquama in piccole placche. · FOGLIA Fogliame deciduo con foglie semplici, ovali con margine ondulato. Le foglie sono verdi lucenti in estate, gialle – rossastre in autunno. · FIORE Fioritura abbondante in aprile - maggio, con fiori bianchi (diametro 2 cm.) portati a gruppi di 6 – 12 da numerosi mazzetti (ombrelle). · FRUTTO I frutti, rotondi ( diametro 1 cm.), di colore marron, raramente sono prodotti. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, a crescita rapida, si adatta a tutti i terreni prediligendo quelli neutri o leggermente calcarei, ben drenati. Ama esposizioni in pieno sole. Tollera bene gli ambienti urbani inquinati, resiste ottimamente alla siccità e al vento. Apparato radicale profondo che lo rende molto stabile. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Specie ornamentale di pregio, per la sua fioritura abbondante in primavera ed il suo portamento piramidale. Necessita di apporti idrici nei primi anni d’impianto. Pianta idonea ad essere impiegata sia singolarmente sia in gruppo. Oltre che in parchi o aree verdi, si presta bene per la realizzazione di viali stradali, parcheggi, viali in zone residenziali, dove gli spazi orizzontali sono limitati. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente, non sono segnalate su esemplari adulti patologie significative. Poco VIA ROSSELLI Contenuto delle singole opere pubbliche 30 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 · Comune di PEGOGNAGA STATO ATTUALE In questa via sono presenti 34 soggetti arborei di robinia (Robinia pseudoacacia) di età di circa 30 anni. Le condizioni fisiologiche alquanto precarie di queste piante, sono rese manifeste dallo scarso vigore vegetativo delle chiome, dalla presenza di numerosi rami con cimali secchi o di intere branche completamente disseccate. Anche la forma delle chiome, sbilanciate ed irregolari, a causa di potature eseguite in passato, lascia a desiderare (foto 1). Sono presenti, inoltre, varie piante inclinate; i motivi che causano l’inclinazione di una pianta sono diversi, generalmente, sono riconducibili o ad un’eccessiva fittezza dell’impianto, che porta l’albero a crescere alla ricerca della luce, o ad una distribuzione non omogenea dei carichi della parte aerea, o, causa tra le più frequenti, a scavi successivi all’impianto che avrebbero danneggiato o asportato parte dell’apparato radicale. In tutti i casi sarebbe necessario effettuare operazioni di potatura per riequilibrare le chiome. Tale operazione di recupero, viste le condizioni generali dei soggetti, non è giustificabile tecnicamente ed economicamente. Dal punto di vista fitosanitario si evidenziano sui fusti gibbosità ed ipertrofie dovute presumibilmente a virus o batteri, nonché estese carie, necrosi longitudinali e scortecciamenti (foto 2); su due soggetti arborei sono presenti, a livello della zona basale, vistose formazioni di funghi patogeni (Perenniporia spp.) (foto 3) agenti di carie del legno, in grado di provocare l’indebolimento strutturale della pianta ed il conseguente cedimento. Le operazioni di potatura eseguite in passato, hanno contribuito a peggiorare lo stato fitosanitario, infatti sui grossi tagli non cicatrizzati si sono insediati funghi patogeni (Phellinus spp.), agenti di carie bianca (foto 4) che provocano il degrado dei tessuti legnosi indebolendo così ulteriormente la struttura della chioma. Il substrato di coltivazione della banchina, larga circa 3,5 m, come spesso capita in ambiente urbano, è fortemente compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante. · STATO DI PROGETTO In base: 5. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 6. alla larghezza utile della banchina (3,5 metri); 7. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali; 8. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva l’Acero campestre (Acer campestre ‘Elsrijk’); albero di terza grandezza, appartenente alla famiglia delle aceraceae, senza particolari pregi ornamentali se non il colore del fogliame, verde scuro in estate e giallo in autunno. La scelta di questa specie è motivata essenzialmente dalle seguenti ragioni di ordine agronomico - colturale: · notevole rusticità ed adattabilità; · dimensioni contenute e portamento compatto della chioma che non necessita di potature e quindi di manutenzione. E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 6 metri, che ha permesso la piantagione di 46 aceri, con circonferenza del fusto di cm 18-20. Tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini attualmente presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, per cui le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare . Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei ceppi mediante fresatura o carotatura, in modo che non costituiscano intralcio alla circolazione. Contenuto delle singole opere pubbliche 31 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Acero campestre (Acer campestre ‘Elsrijk’) Caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Pianta di terza grandezza. In ambiente ottimale può raggiungere un altezza di 12 metri e un diametro di 5 metri, la chioma, fitta e compatta, ha forma ovale. · FOGLIA Fogliame deciduo costituito da foglie palmate a 3-5 lobi rotondeggianti con margine liscio. L’apparato fogliare presenta una colorazione verde scuro durante la fase vegetativa e diventa giallo in autunno. · FIORE I fiori sono di colore verde – giallo e appaiono in primavera. Non hanno valore ornamentale. · FRUTTO I frutti sono piccole disamare di colore verde-marron con ali aperte a 180° gradi. Come i fiori sono poco appariscenti per cui non hanno valore ornamentale. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Specie rustica, possiede un apparato radicale molto ramificato in grado di tollerare svariati tipi di terreno, la siccità e anche una moderata salinità. E’ un albero che cresce lentamente, ha una buona resistenza meccanica alle rotture, vive in posizioni sia soleggiate che in mezzombra. Tollera le alte temperature e le gelate. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO La caratteristica peculiare di questa varietà è rappresentata dalla chioma compatta e fitta, di forma ovale che la rende resistente ai venti ed adatta a spazi angusti e a vie strette. Utilizzabile per viali alberati, aree residenziali, piccoli giardini e parchi, quest’albero cresce in maniera soddisfacente in aree urbane dove l’inquinamento, lo scarso drenaggio, il costipamento del terreno e la mancanza d’acqua sono situazioni frequenti. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente a tutti i parassiti, tranne che Contenuto delle singole opere pubbliche 32 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA VIA LIBERTA’ · STATO ATTUALE In questa via sono presenti 42 soggetti arborei di acero di monte (Acer Pseudoplatanus) di età di circa 25-30 anni. Le condizioni fisiologiche alquanto precarie di queste piante, sono rese manifeste dallo scarso vigore vegetativo delle chiome, dalla presenza di rami o branche completamente disseccate. Dal punto di vista fitosanitario si notano sul lato del fusto rivolto a sud, estese necrosi longitudinali e scortecciamenti, causate probabilmente dall’irraggiamento solare (foto 1). Sui tessuti morti di alcune piante si può notare la presenza di schizophyllum commune (foto 2) fungo risultato in qualche raro caso, nocivo alla salute umana in quanto, attraverso la via nasale, è in grado di insediarsi in vari distretti anatomici e provocare patologie, generalmente a carico dell’apparato respiratorio. Questa specie è poco adatta a realizzare viali nel nostro clima, in quanto molto sensibile alle temperature elevate e poco resistente alla siccità. Abbisogna d’irrigazione costante nei primi tre anni dall’impianto se si vuole ottenere un buon accrescimento del fusto. La notevole disparità di sviluppo degli esemplari in questione, fa pensare che gli apporti idrici siano stati insufficienti. Il substrato di coltivazione della banchina, larga circa m 3,8, come spesso capita in ambiente urbano, è fortemente compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante. · STATO DI PROGETTO In base: 9. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 10. alla larghezza utile della banchina ; 11. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali; 12. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva il Frassino a foglie strette (Fraxinus angustifolia); albero di seconda grandezza, appartenente alla famiglia delle oleaceae, dall’elegante forma delle foglie e moderata fittezza della chioma. La scelta di questa specie è motivata essenzialmente dalle seguenti ragioni di ordine agronomico - colturale: · notevole rusticità ed adattabilità; E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 8 metri e la messa a dimora di 55 soggetti arborei a “pronto effetto” con circonferenza del fusto di 18-20 cm; tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini attualmente presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, quindi le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare. Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei ceppi mediante fresatura o carotatura e all’asporto del materiale di risulta. Frassino a foglie strette – (Fraxinus angustifolia) Contenuto delle singole opere pubbliche 33 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di seconda grandezza, con chioma globosa allungata, dai contorni regolari. La chioma è poco fitta e permette il passaggio di una quantità di luce, sufficiente per lo sviluppo di piante o arbusti nello spazio sottostante. Il tronco è eretto, lungo e ramificato in alto. La corteccia è scura e rugosa nelle parti vecchie, chiara e liscia sui rami giovani. · FOGLIA Foglie caduche, composte imparipennate, costituite di foglioline di forma ovale con i margini dentati. La pagina superiore è verde scuro, quella inferiore è verde chiaro. Le gemme sono nere e vellutate. · FIORE Fioritura poco appariscente con fiori bianco giallastri, riuniti in infiorescenze (racemi ascellari) che compaiono in marzo - aprile, prima dell’emissione delle foglioline. · FRUTTO I frutti, raggruppati in pannocchie di molti elementi, sono costituiti da un solo seme dotato di lunghe ali membranacee (samara). Alla comparsa sono di colore verde chiaro per arrivare, in autunno, ad una colorazione marron scuro. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta molto rustica, caratterizzato da una veloce rapidità di sviluppo. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno preferendo quelli profondi, fertili e ben drenati. Resiste bene al gelo, al vento, all’inquinamento atmosferico, ai terreni salini e alla siccità, moderatamente al ristagno idrico. Predilige posizioni in pieno sole. L’apparato radicale è molto robusto, fittonante, con notevole sviluppo orizzontale delle radici laterali che rendono l’esemplare particolarmente stabile. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Data la sua notevole adattabilità ai suoli, la resistenza all’inquinamento e la scarsa necessità di potature, questa specie è idonea ad essere impiegata per alberature stradali, parcheggi, vie residenziali di aree urbane, purché si dispongano di spazi adeguati. · RESISTENZA ALLE MALATTIE VIA BIANCHI Contenuto delle singole opere pubbliche 34 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 · Comune di PEGOGNAGA STATO ATTUALE In questa via sono presenti 39 soggetti arborei d’acero riccio (Acer Pseudoplatanus) d’età di circa 25-30 anni. Le condizioni vegetative delle piante di via Bianchi sono del tutto analoghe a quelle di via Libertà. Le problematiche sono le stesse: scarsa vigoria, notevole disparità di sviluppo, estese necrosi e scortecciature sul fusto (foto 1) e seccumi della chioma (foto 2). Questa specie, sensibile alle temperature elevate ed alla siccità, se non è oggetto di cure nei primi anni d’impianto, è poco adatta al nostro clima, specialmente, quando è utilizzata su viali dove le condizioni pedologiche e climatiche sono spesso estreme; suoli compatti, asfittici, forte radiazione solare, mancanza d’acqua sono situazioni normali in ambiente urbano. Sui tessuti morti d’alcune piante si può notare la presenza di schizophyllum commune (foto 2) fungo risultato in qualche raro caso, nocivo alla salute umana in quanto, attraverso la via nasale, è in grado di insediarsi in vari distretti anatomici e provocare patologie, generalmente a carico dell’apparato respiratorio. Il substrato di coltivazione della banchina, larga circa m 3,5, come spesso capita in ambiente urbano, è molto compattato, asfittico, privo d’elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante. · STATO DI PROGETTO In base: 13. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 14. alla larghezza utile della banchina (3,5 metri); 15. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali; 16. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva il Carpino bianco (Carpinus betulus) albero di seconda grandezza, appartenente alla famiglia delle betulaceae, senza particolari pregi ornamentali se non per la forma elegante della chioma e la persistenza del fogliame secco sulla pianta durante il periodo invernale. La scelta di questa specie è dettata essenzialmente dalle seguenti ragioni di ordine agronomico - colturale: · notevole rusticità ed adattabilità; · chioma fitta, adatta a spazi limitati, raramente necessita di potature, che comunque tollera discretamente. E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 6 metri, che ha permesso la piantagione di 72 soggetti; tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini attualmente presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, per questo le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare. Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei ceppi mediante fresatura. Contenuto delle singole opere pubbliche 35 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Carpino bianco (Carpinus betulus) Caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di seconda grandezza, che può, in ambiente ottimale, raggiungere altezze elevate (anche 25 metri) ed una larghezza di m 12, con chioma fitta, ovale-allungata. Caratteristico il tronco, di colore grigio scuro, che risulta spesso contorto, con rigonfiamenti a spirale. · FOGLIA Foglie decidue, a lamina ellittica, alterne, ovato-oblunghe, doppiamente seghettate. La pagina superiore è verde scuro e glabra mentre quella inferiore è più chiara e pubescente; in autunno assume una bella colorazione giallo arancio. Le foglie rimangono secche sui rami per tutto l’inverno. · FIORE Fioritura non ornamentale; pianta monoica ha fiori maschili riuniti in lunghi amenti giallastri portati sui rami dell’anno precedente, mentre quelli femminili sono riuniti in spighe verdi e portati dai rami dell’anno. Compaiono contemporaneamente alle foglie · FRUTTO Infruttescenze giallo-verdastre, poi marron, pendule, formate da brattee membranose trilobate. Ognuna porta una piccola noce · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta caratterizzata da un’estrema rusticità (resiste a temperature minime oltre i – 15°) e da una media rapidità d’accrescimento; resiste al vento, alle gelate, alle nebbie, al clima siccitoso, al sole e all’inquinamento atmosferico. Preferisce il sole o la mezz’ombra. Si adatta in generale ad ogni tipo di terreno purché non salino. L’apparato radicale profondo e sviluppato, costituito prevalentemente da una fitta trama di radici di medie dimensioni, assicura alla pianta un ottimo ancoraggio anche in terreni poco consistenti o scoscesi. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO Impiegato, per la bella conformazione della chioma, come esemplare singolo per viali, parchi, piccoli giardini. Molto apprezzato anche in siepi (sia frangivento che di confine) o nella forma piramidale. Sopporta bene le potature e l’allevamento a siepe formale · RESISTENZA ALLE MALATTIE AREA PARCHEGGIO VIA DE NICOLA (ZONA PISCINA) Contenuto delle singole opere pubbliche 36 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 · Comune di PEGOGNAGA STATO ATTUALE In questa via sono presenti 43 soggetti arborei di robinia (Robinia pseudoacacia) di età di circa 30 anni. Le condizioni vegetative e fitosanitarie sono alquanto precarie. Su oltre la metà degli esemplari sono presenti numerosi rami con cimali secchi o intere branche completamente disseccate (Foto 1). Si evidenziano, inoltre, gibbosità ed ipertrofie a livello del fusto, estese carie, necrosi longitudinali, scortecciamenti e cavità interne (foto 2 - 3). Le operazioni di potatura eseguite in passato, hanno contribuito a peggiorare lo stato fitosanitario, infatti sui grossi tagli non cicatrizzati si sono insediati funghi patogeni (Phellinus spp.), agenti di carie bianca (foto 4) che provocano il degrado dei tessuti legnosi indebolendo così ulteriormente la struttura della chioma. In questo caso il substrato di coltivazione della banchina, non è compattato come nelle altre aree o vie poiché non interessato direttamente dal parcheggio degli autoveicoli, tuttavia gli spazi a disposizione delle radici sono esigui (le banchine su cui sono attualmente insediate le piante, tranne per quelle situate in prossimità delle abitazioni, sono larghe circa m 1,8). · STATO DI PROGETTO In base: 17. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 18. agli spazi utili delle banchine ; 19. alle caratteristiche ornamentali; 20. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; si è ritenuto formulare la seguente proposta progettuale: a) piantare un'unica specie arborea (Sofora), in numero inferiore agli esemplari presenti; b) piantare alcune specie arbustive (lillà, melograno e ibisco). Tale scelta è motivata da 2 esigenze che sono: · la necessità di non infittire eccessivamente l’area in questione. Questo per esaltare sia le caratteristiche ornamentali delle specie arboree ed arbustive scelte, sia per ottenere uno sviluppo vegetativo equilibrato di tutti i soggetti, specialmente della sofora che ama esposizioni in pieno sole, pena il disseccamento dei rami in ombra. · Abbellire l’area con macchie di colore ed effetti cromatici dovute alle fioriture. Per quanto riguarda la sistemazione si è pensato di collocare la specie arborea sui lati esterni e nella zona centrale dell’area. Tra le due fasce d’arboree saranno inseriti gli arbusti, maggiormente in grado di sfruttare quegli spazi di terreno, troppo esigui per lo sviluppo di un albero. Nell’area in questione si consiglia di procedere, dopo gli abbattimenti delle piante, alla fresatura in profondità dei ceppi (almeno a 50 cm), all’asportazione del materiale di risulta ed al riporto di buon terreno di coltivo. Tale scelta, economicamente più onerosa rispetto alla semplice fresatura, è motivata dal fatto che gli spazi a disposizione degli apparati radicali dei nuovi soggetti arborei e arbustivi sono molto limitati, per cui per creare le migliori condizioni possibili per l’attecchimento e lo sviluppo delle future piante si ritiene necessario rinnovare il substrato di coltivazione. SPECIE ARBOREA Contenuto delle singole opere pubbliche 37 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Come detto prima, la specie arborea sostitutiva scelta è la sofora (Sophora japonica), albero di seconda grandezza, appartenente alla famiglia delle Leguminosae. Pianta di notevolissimo pregio per il fogliame ornamentale, che ricorda quello della robinia, l'attraente fioritura e l'eleganza del portamento. La scelta di questa specie è motivata essenzialmente, oltre che dalla valenza ornamentale, anche dalla notevole rusticità. Nell’area si prevede di piantare 23 soggetti arborei a ‘pronto effetto’ con circonferenza del fusto di cm 18-20, ad una distanza minima di 7 metri. Sofora (Sophora japonica) - caratteristiche principali Contenuto delle singole opere pubbliche 38 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di medie dimensioni dalla chioma moderatamente fitta, arrotondata (globosa), dai contorni regolari. Il tronco è eretto, densamente ramificato, con ramuli non spinosi, presenta una corteccia di colore grigiastro-marron. Sensibile al vento per la debolezza del legno. · FOGLIA Foglie caduche, a lamina composta, formata da 9-15 foglioline ovali, lucide, di colore verde scuro lucente sulla pagina superiore; prima di cadere divengono gialle. · FIORE Fioritura ornamentale con fiori bianco crema riuniti in infiorescenze (racemi penduli lunghi 15-25 cm) che fioriscono in luglio-agosto. La fioritura avviene in esemplari che abbiano aggiunto almeno il decimo anno d’età. · FRUTTO Baccelli verdi lunghi circa 8 cm. contenenti i semi, che spesso rimangono sulla pianta a lungo. Sono vistosamente strozzati tra un seme e l’altro · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta molto rustica, di media velocità di accrescimento, si adatta a qualunque tipo di terreno purché ben drenato. Sensibile al ristagno idrico. Resistente al clima siccitoso, al sole e all’inquinamento atmosferico. Preferisce esposizioni soleggiate. Apparato radicale di media profondità, ramificato ed espanso. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Pianta d’elevato valore ornamentale, utilizzata sia in gruppo sia isolata. Riesce a svilupparsi in ambiente urbano dove suoli compatti, siccità, spazi ridotti sono condizioni normali. Adatta per parcheggi o alberature stradali anche in zone costiere. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente. Attacchi occasionali di afidi o acari non compromettono lo sviluppo della pianta. · NOTE COLTURALI Se correttamente posizionata gli esemplari maturi non richiedono potature ma interventi mirati a eliminare il seccume. SPECIE ARBUSTIVE Le specie arbustive proposte sono 3: ibisco (Hibiscus syriacus), lillà (Syringa vulgaris’Madame Lemoine’), melograno da fiore (Punica granatum’Pleniflora’). La valutazione delle specie ha tenuto del tipo e periodo di fioritura e delle caratteristiche agronomiche e colturali che elencheremo in seguito. In dettaglio il numero d’arbusti da piantare è il seguente: · · · 8 soggetti arbustivi di ibisco a fiore viola-blu (Hibiscus syriacus ‘Blue bird’); 10 soggetti arbustivi di lillà a fiore bianco (Syringa vulgaris ‘Madame Lemoine’); 8 soggetti arbustivi di melograno da fiore (Punica granatum’Pleniflora’). Contenuto delle singole opere pubbliche 39 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Ibisco (Hibiscus syriacus ’Blue bird’) – caratteristiche principali Bellissima pianta appartenente alla famiglia delle Malvaceae, grandemente ornamentale. Presenta un fusto eretto con una chioma di forma ovata che può raggiungere i 3 m d’altezza. Le foglie, verdi lucide, hanno una forma palmata con tre lobi. I fiori di colore violetto-blu con gola rossa sono portati sia all’estremità dei rami sia all’ascella. Sono formati da 5 petali ovali, aperti, saldati alla base. Gli stami, numerosi, sono uniti in una colonnina bianca. Il periodo di fioritura va da luglio a settembre. Pianta molto rustica che si adatta a tutti i terreni, purché ben drenati. La velocità di crescita è media, sopporta molto bene la siccità e l’inquinamento atmosferico, moderatamente la salinità del terreno e il ristagno idrico. Si utilizza prevalentemente in parchi, giardini e per rivestimento di scarpate stradali. Preferisce esposizioni soleggiate, ma si adatta anche alla mezz’ombra. Contenuto delle singole opere pubbliche 40 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Lillà (Syringa vulgaris’Madame Lemoine’) – caratteristiche principali Arbusto di grandi dimensioni, con fusto eretto che può raggiungere i 5 metri. Foglie opposte, cuoriformi – acuminate di colore verde lucente. Varietà a fiori doppi, profumati di colore bianco portati in pannocchie piramidali sia all’estremità sia all’ascella dei rami. Fioritura avviene in aprile – maggio. Pianta rustica che si adatta a diversi tipi di terreno purché ben drenati. Cresce lentamente e preferisce posizioni soleggiate. Adatta ad essere utilizzata da sola o in gruppo per parchi, giardini e su banchine stradali. Melograno da fiore (Punica granatum’Pleniflora’) – caratteristiche principali Pianta arbustiva di grandi dimensioni con chioma dal portamento eretto che può raggiungere i 5 metri. Il fusto, spesso tortuoso, presenta una corteccia cenerognolo-gialliccia che si stacca a sfoglie. Le foglie, opposte, di colore verde lucente sono oblunghe-lanceolate, vagamente ondulate. Questa varietà porta fiori grandi, doppi di colore rosso vivo che compaiono in estate (luglio-agosto). Pianta rustica, a velocità media di crescita, preferisce posizioni soleggiate. Adatta per essere utilizzata in parchi e giardini. Contenuto delle singole opere pubbliche 41 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA VIA MARTIRI DI BELFIORE (TRATTO DA VIA ROMA A VIA GARIBALDI) · STATO ATTUALE In questo tratto sono presenti 14 soggetti arborei di acero negundo (Acer negundo) di età di circa 30 anni. Le condizioni vegetative delle piante sono mediocri, la vigoria è sufficiente. Dal punto di vista fitosanitario si evidenziano su un paio di soggetti delle vistose ferite a livello della parte basale del fusto (foto 1 e 2). In alcuni casi si notano a livello delle branche, in corrispondenza di grossi tagli, delle cavità e legno interessato da fenomeni di degrado (foto 3). Tali difetti rendono, col passare del tempo, la pianta suscettibile a cedimenti strutturali. Vista anche l’età degli esemplari si può prevedere la loro sostituzione nel giro di qualche anno. Il substrato di coltivazione della banchina, larga circa 2,5 m, come spesso capita in ambiente urbano, è compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante. · STATO DI PROGETTO In base: 21. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 22. alla larghezza utile della banchina ; 23. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali; 24. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; si è ritenuto scegliere come specie sostitutiva il frassino a foglie strette (Fraxinus angustifolia) albero di seconda grandezza,, appartenente alla famiglia delle oleaceae, dall’elegante forma delle foglie e moderata fittezza della chioma. La scelta di questa specie è dettata, oltre che da ragioni d’ordine agronomico – colturale quali buona rusticità ed adattabilità, anche dalla presenza di soggetti della stessa specie nel secondo tratto della via in questione. E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 7 metri e la messa a dimora di 16 soggetti arborei a “pronto effetto” con circonferenza del fusto di cm. 18-20. Tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini attualmente presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, per cui le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare. Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei ceppi mediante fresatura o carotatura e all’asporto del materiale di risulta, per evitare che questi possano essere d’intralcio ai pedoni. Contenuto delle singole opere pubbliche 42 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Frassino a foglie strette – (Fraxinus angustifolia) Caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di seconda grandezza, con chioma globosa allungata, dai contorni regolari. La chioma è poco fitta e permette il passaggio di una quantità di luce, sufficiente per lo sviluppo di piante o arbusti nello spazio sottostante. Il tronco è eretto, lungo e ramificato in alto. La corteccia è scura e rugosa nelle parti vecchie, chiara e liscia sui rami giovani. · FOGLIA Foglie caduche, composte imparipennate, costituite di foglioline di forma ovale con i margini dentati. La pagina superiore è verde scuro, quella inferiore è verde chiaro. Le gemme sono nere e vellutate. · FIORE Fioritura poco appariscente con fiori bianco giallastri, riuniti in infiorescenze (racemi ascellari), che compaiono in marzo - aprile, prima dell’emissione delle foglioline. · FRUTTO I frutti, raggruppati in pannocchie di molti elementi, sono costituiti da un solo seme dotato di lunghe ali membranacee (samara). Alla comparsa sono di colore verde chiaro per arrivare, in autunno, ad una colorazione marron scuro. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta molto rustica, caratterizzata da una veloce rapidità di sviluppo. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno preferendo quelli profondi, fertili e ben drenati. Resiste bene al gelo, al vento, all’inquinamento atmosferico, ai terreni salini e alla siccità, moderatamente al ristagno idrico. Predilige posizioni in pieno sole. L’apparato radicale è molto robusto, fittonante, con notevole sviluppo orizzontale delle radici laterali che rendono l’esemplare particolarmente stabile. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Data la sua notevole adattabilità ai suoli, la resistenza all’inquinamento e la scarsa necessità di potature, questa specie è idonea ad essere impiegata per alberature stradali, parcheggi, vie residenziali d’aree urbane, purché si dispongano di spazi adeguati. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Contenuto delle singole opere pubbliche 43 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA VIA GARIBALDI (TRATTO DA VIA G. MARCONI A VIA N. SAURO) · STATO ATTUALE In questo tratto sono presenti 18 soggetti arborei di acero negundo (Acer negundo) di età di circa 30 anni. Le condizioni vegetative delle piante sono mediocri, la vigoria è sufficiente, visto anche la situazione fitosanitaria degli esemplari, che descriveremo di seguito, si può prevedere la loro sostituzione nel giro di breve tempo. A differenza degli aceri di via Martiri di Belfiore abbiamo maggiori problemi dal punto di vista fitosanitario. Queste problematiche sono state causate principalmente, da un’errata collocazione delle piante sulla banchina. Essendo state piantate molto vicino ai fabbricati (circa 1,5 m), per evitare che i rami interferissero con le abitazioni, si è dovuto ricorrere ad operazioni di potatura anche notevoli sul lato in questione, col risultato di sbilanciare la chioma e la stessa pianta verso la strada (foto 1) e provocare grosse ferite, sede preferita dai funghi cariogeni (Phellinus spp.) (foto 2), da cui sono iniziati fenomeni di degrado del legno (foto 3-4-5) che rendono le piante suscettibili a cedimenti e schianti. Ad aggravare le condizioni fitosanitarie concorre anche, la presenza di gibbosità e ipertrofie sul fusto (foto 6) dovute presumibilmente ad infezioni batteriche o virali, causate da urti accidentali e favorite dalle condizioni poco ospitali del substrato di coltivazione della banchina, larga circa 4,5 m, che come spesso capita in ambiente urbano, è fortemente compattato, asfittico, privo di elementi nutritivi e quindi inospitale per gli apparati radicali, con indubbi risvolti negativi per lo sviluppo regolare delle piante. · STATO DI PROGETTO In questo tratto di via le proposte progettuali possono essere varie, grazie all’ampia banchina, che permetterebbe la messa a dimora anche di piante di prima grandezza, ideale, in tal caso, sarebbe il platano acerifolia, già presente sul lato opposto della via. Tuttavia, a causa della riqualificazione dell’area ex magazzini, che prevede la loro demolizione e la costruzione di unità abitative e centro commerciale , si è preferito pensare all’inserimento di una specie di seconda grandezza , come l’acero platanoide (Acer platanoides) che somiglia ai platani presenti. Pianta, appartenente alla famiglia delle Aceraceae, senza particolari pregi ornamentali. Il sesto d’impianto prevede una distanza minima tra i soggetti arborei di 7 metri, tale distanza permette la collocazione di 19 piante. Anche in questo caso si utilizzeranno piante a ‘pronto effetto’ di circonferenza del fusto di cm 18-20. La scelta di questa specie è dettata essenzialmente dalla seguente ragione d’ordine agronomico colturale: · notevole rusticità ed adattabilità. Si ritiene inoltre necessario procedere, dopo gli abbattimenti, all’eliminazione dei ceppi mediante fresatura. Contenuto delle singole opere pubbliche 44 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Acero platanoide (Acer platanoides) Caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di seconda grandezza che, in ambiente ottimale, può raggiungere i 25 metri di altezza e 10-15 metri di larghezza della chioma. Quest’ultima si presenta fitta, con forma arrotondata ed espansa. · FOGLIA Specie decidua con foglie palmate a 5 lobi con 1-3 denti appuntiti. Il colore è verde scuro in estate e giallo intenso in autunno. E’ tipica l’emissione di linfa dal picciolo in seguito al distacco della foglia. · FIORE Fioritura non ornamentale con fiori giallognolo-verdastri, riuniti in infiorescenze erette, che compaiono in aprile-maggio prima delle foglie. · FRUTTO Disamare di colore giallo-bruno, lunghe 3-4 cm. con ali molto divaricate quasi orizzontali e punte rivolte verso l’alto. Non hanno valore ornamentale. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta a velocità di crescita media, molto rustica. Adattabile alla maggior parte dei terreni, eccetto quelli torbosi o scarsamente drenati. Ha un’ottima resistenza all’inquinamento, alla salinità del suolo, alle gelate ed al vento, tollera discretamente la siccità. E’ adatta ad essere impiegata in pieno sole e a mezz’ombra. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO L’alta adattabilità di questa specie la rende idonea a svariati utilizzi sia come esemplare isolato, sia in gruppi sia in filari. Si può utilizzare in parcheggi, in viali stradali, in giardini di aree residenziali o in parchi. Questa specie riesce a crescere bene in aree urbane dove sono frequenti l’inquinamento, lo scarso drenaggio, il costipamento del terreno e la mancanza d’acqua · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente ritenuta resistente, l’unica malattia alla quale è suscettibile è la verticillosi. Contenuto delle singole opere pubbliche 45 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA AREA VERDE BELFIORE · STATO ATTUALE Area verde piuttosto “spoglia”. Si trovano 3 esemplari d’acero di monte (Acer pseudoplatanus), 1 ginkgo (Ginkgo biloba) e 2 cipressi dell’Arizona (Cupressus arizonica ‘Glauca’). Le condizioni del terreno si presentano discrete, non vi sono avvallamenti o dossi significativi, e data la scarsa fruibilità non si sono verificati fenomeni di compattamento o costipamento significativi. Come in altre vie si evidenziano su due aceri delle lesioni corticali dovute a scottature (foto 1). Tali lesioni ne pregiudicano lo sviluppo vegetativo rendendo necessaria la loro sostituzione. Situazione analoga anche per il ginkgo dove si nota una vistosa ferita da decespugliatore al colletto (foto 2). I cipressi sono in condizioni vegetative discrete, tuttavia sono situati in una posizione poco adatta essendo cresciuti in pratica contro la recinzione. · STATO DI PROGETTO Nella fase d’elaborazione del progetto, si propone di sostituire le piante che presentano difetti strutturali e utilizzare arbusti a fiore per creare macchie di colore. In dettaglio le soluzioni progettuali sono: 25. l’eliminazione delle piante danneggiate o situate in posizioni inadatte; 26. la piantagione di pochi soggetti arborei (4) per non infittire eccessivamente l’area; 27. la piantagione alcune specie arbustive da utilizzare sia come schermo di copertura che per creare macchie di colore. Nella scelta e collocazione delle specie arboree ed arbustive si è tenuto conto non solo delle loro caratteristiche ecologiche, ornamentali e agronomiche, che elencheremo di seguito, ma anche di quelle gestionali, in modo da eliminare o quantomeno ridurre i costi delle operazioni di manutenzione. Le specie scelte rispondono, in ogni modo, a requisiti di rusticità ed adattabilità alle condizioni pedoclimatiche dell’area in questione. SPECIE ARBOREE · n° 3 soggetti arborei di acero campestre (Acer campestre ‘Elsrijk’). Pianta di terza grandezza appartenente alla famiglia delle Aceraceae, che non possiede particolari caratteristiche ornamentali, apprezzata per il portamento compatto della chioma. · n° 1 soggetto arboreo di pioppo bianco (Populus alba) Pianta autoctona di prima grandezza appartenente alla famiglia delle Salicaceae dall’inconfondibile effetto decorativo dovuto al colore del fogliame Per quanto riguarda la sistemazione si è pensato di piantare di fronte all’entrata di via Martiri di Belfiore, ad una distanza di circa 15 m, i 3 aceri campestri a formare un gruppo. Sotto gli aceri, sistemati a circa 5 metri tra loro, saranno posizionate due panchine. L’unico esemplare di pioppo sarà invece piantato nella zona centrale, più larga, dell’area in oggetto, ad una distanza dai confini di circa 7 metri. Per contenere i costi sono state scelte piante con circ. del fusto di 14-16 cm. Contenuto delle singole opere pubbliche 46 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Acero campestre (Acer campestre ‘Elsrijk’) – caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Pianta di terza grandezza, presenta una chioma, fitta e compatta di forma ovale. · FOGLIA Foglie decidue palmate a 3-5 lobi rotondeggianti con margine liscio, verdi scuro in estate, gialle in autunno. · FIORE I fiori, verdi – giallognoli, non hanno valore ornamentale. · FRUTTO Piccole disamare di colore marron con ali aperte a 180°. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Specie rustica, in grado di tollerare svariati tipi di terreno, la siccità, il caldo, le gelate e anche una moderata salinità. E’ un albero che cresce lentamente, ha una buona resistenza meccanica alle rotture, vive in posizioni sia soleggiate che in mezzombra. · CARATTERISTICHE DI UTILIZZO La caratteristica peculiare di questa varietà è rappresentata dalla chioma ovale compatta e fitta, che la rende resistente ai venti ed adatta a spazi angusti e a vie strette. Utilizzabile per Contenuto delle singole opere pubbliche 47 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Pioppo bianco (Populus alba) – caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di grandi dimensioni (prima grandezza) ha una chioma, moderatamente fitta, di forma arrotondata – ovale con contorni irregolari. Il fusto presenta, inizialmente, una corteccia ornamentale, liscia, biancastra, sottile, facilmente danneggiabile, che in seguito diventa grigia, solcata longitudinalmente. · FOGLIA Fogliame deciduo con foglie semplici, piuttosto grandi, lobate con 3 – 5 lobi più o meno pronunciati. Le foglie presentano un colore verde scuro sulla pagina superiore, mentre quella inferiore è ricoperta da un feltro bianco; quando il vento muove le foglie si creano effetti e riflessi molto decorativi. · FIORE Pianta dioica, fiori maschili in amenti cilindrici, inizialmente rossastri poi gialli;fiori femminili anch' essi in amenti, ma più brevi. Fioritura prima della fogliazione. · FRUTTO Capsule glabre in amenti pendenti dai rami che in primavera liberano semi piumosi trasportati dal vento. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, a crescita rapida, si adatta a tutti i terreni prediligendo quelli ben drenati. Ama esposizioni in pieno sole. Tollera abbastanza bene gli ambienti urbani inquinati, buona resistenza alla salinità, meno alla siccità ed al vento per la fragilità del legno. Apparato radicale piuttosto superficiale ed ampio, in grado di sollevare marciapiedi o strutture simili. · CARATTERISTICHE DI UTILIZZO Pianta utilizzabile in ampi parchi, giardini e zone ruderali. In annate siccitose è consigliabile intervenire con irrigazioni per evitare la perdita d’apparato fogliare. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Sensibile a cancri del legno (evitare potature eccessive e grossi tagli per non Contenuto delle singole opere pubbliche 48 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA SPECIE ARBUSTIVE · n° 6 soggetti arbustivi di buddleia (Buddleia davidii) Arbusto della famiglia delle Loganiaceae, la cui caratteristica principale è l’abbondante fioritura estiva. · n°11 soggetti arbustivi di carpino bianco (Carpinus betulus) pianta della famiglia delle Betulaceae, senza particolari pregi ornamentali. Utilizzata per l’estrema rusticità sia come albero sia come siepe, in grado di sopportare qualsiasi potatura. · n° 3 soggetti arbustivi di corniolo (Cornus mas) Pianta autoctona appartenente alla famiglia delle Cornaceae importante dal punto ecologico per la produzione di bacche appetite dalla fauna selvatica. Fioritura primaverile prima della comparsa delle foglie. Per quanto riguarda il sito e la distanza d’impianto, i cornioli saranno piantati in prossimità dell’entrata di via Martiri di Belfiore a 1,5 m tra loro. Per la buddleia invece si propone la messa a dimora nella zona terminale dell’area, sempre in gruppo ad una distanza di 1, 7 metri. Il carpino bianco è stato scelto, invece, con finalità di copertura della costruzione Enel. Gli undici cespugli, infatti, saranno piantati attorno alla suddetta costruzione, ad una distanza tra di loro di 1 metro. Per contenere i costi si utilizzeranno arbusti in zolla d’altezza non superiore al metro, tranne che per il carpino bianco che sarà in vaso di diametro 24, alto cm 130-150. Buddleia (Buddleia davidii) – caratteristiche principali Arbusto rustico di rapido accrescimento che può raggiungere i 2 m di altezza e 1,5 m di diametro. Non ha particolare esigenze di terreno, preferisce esposizioni in pieno sole. Le foglie sono lanceolate e con margine seghettato. La chioma ha una forma rotonda. I fiori rosa – violaceo, profumati, sono portati all’estremità apicale in lunghe spighe, contribuendo ad ottenere un notevole effetto decorativo. Periodo della fioritura luglio – settembre. Molto resistente alle malattie, si può utilizzare in giardini, parchi a gruppi o isolata. Contenuto delle singole opere pubbliche 49 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Carpino bianco (Carpinus betulus) – caratteristiche principali Pianta caratterizzata da un’estrema rusticità (resiste a temperature minime oltre i – 15°) e da una media rapidità d’accrescimento; resiste al vento, alle gelate, al clima siccitoso, al sole e all’inquinamento atmosferico. Preferisce il sole o la mezz’ombra. Si adatta in generale ad ogni tipo di terreno purché non salino. Foglie decidue, a lamina ellittica, alterne, ovato-oblunghe, doppiamente seghettate. La pagina superiore è verde scuro e glabra mentre quella inferiore è più chiara e pubescente. In autunno le foglie assumono una bella colorazione gialla- arancio e rimangono secche, sui rami per tutto l’inverno, per questo motivo questa pianta è molto apprezzata in siepi (sia frangivento che di confine). Resiste alle malattie. Sopporta bene le potature e Corniolo (Cornus mas) – caratteristiche principali Pianta molto rustica a crescita medio-lenta, predilige terreni fertili, pur adattandosi a diverse situazioni. Preferisce esposizioni soleggiate, ma riesce a svilupparsi bene anche in mezz’ombra. Le foglie di forma ovale, acuminate sono, in estate, di colore verde sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore, rosse in autunno. Può raggiungere un altezza di 4 m ed una larghezza di 3 m. Sopporta bene la siccità ed il ristagno idrico, discretamente l’inquinamento atmosferico. I fiori simili a piumini, di colore giallo, appaiono nel periodo di fine inverno – inizio primavera, prima della comparsa delle foglie. I frutti, commestibili, di colore rosso, simili a piccole ciliegie compaiono in estate. Molto resistente alle malattie. Utilizzabile in piccoli giardini, parchi, siepi, rivestimento di scarpate sia stradali che in zone ruderali. Contenuto delle singole opere pubbliche 50 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA AREA VERDE GARIBALDI · STATO ATTUALE L’area verde Garibaldi, compresa tra il cavalcavia autostradale ed il canale Po’ Vecchio, possiede una buona sistemazione del terreno in quanto pianeggiante, senza avvallamenti o dossi, e una discreta condizione del manto erboso, poiché sottoposto regolarmente a sfalci periodici Sono presenti varie specie arbustive come acero campestre, sambuco, nocciolo e sanguinella situate ai margini della scarpata stradale, mentre sull’argine o al suo interno sono cresciute alcune piante come pioppi o salici. La superficie centrale dell’area è libera e permette, quindi, diverse possibilità progettuali. · STATO DI PROGETTO Nella fase d’elaborazione del progetto, i criteri adottati per la scelta delle specie arboree ed arbustive sono stati dettati non solo dalle loro caratteristiche ecologiche, ornamentali e agronomiche ma anche gestionali, in modo da eliminare o quantomeno ridurre i costi delle operazioni di manutenzione. Tali criteri hanno portato a prevedere: 28. la piantagione di pochi soggetti arborei (9) per meglio valorizzarne le peculiarità ornamentali e non infittire eccessivamente l’area. Gli alberi saranno collocati, principalmente, tra la ciclabile e la scarpata stradale e, comunque, lontano dall’argine del canale per non intralciare le periodiche operazioni di manutenzione eseguite dal Consorzio di Bonifica. 29. la piantagione di numerose specie arbustive, distribuite principalmente a ridosso della scarpata stradale, scelte in base al tipo e periodo di fioritura per creare macchie di colore. Le specie scelte, di cui in seguito saranno elencate in maniera dettagliata le caratteristiche, rispondono in ogni modo a requisiti di rusticità ed adattabilità alle condizioni pedoclimatiche dell’area in questione. SPECIE ARBOREE · n° 2 soggetti arborei di gelso comune (Morus nigra). Pianta di terza grandezza appartenente alla famiglia delle Moraceae scelta per il colore verde brillante delle foglie di forma cuoriforme e per la produzione di frutti (drupe) eduli con succo vinoso di sapore dolce-acidulo, apprezzati anche dalla fauna selvatica; · n° 4 soggetti arborei di pioppo bianco (Populus alba) Pianta autoctona di prima grandezza appartenete alla famiglia delle Salicaceae dall’inconfondibile effetto decorativo dovuto al colore del fogliame; · n° 3 soggetti arborei di albero di giuda (Cercis canadensis ‘Forest Pansy’) Pianta di terza grandezza appartenente alla famiglia delle Leguminosae apprezzata sia per l’imponente fioritura con fiori rosa - rossi che compaiono prima della fogliazione sia per il particolare colore delle foglie (rosso - rosato). Per quanto riguarda la disposizione, si propone di piantare i gelsi nella zona adiacente l’uscita della ciclabile dal sottopasso stradale; i pioppi nella zona centrale dell’area, più larga, tra la ciclabile e il cavalcavia stradale e gli alberi di giuda nel tratto finale in prossimità dell’uscita in via Foscolo. E’ stata prevista una distanza tra le piante di 10 metri per i pioppi e 5-6 metri per le altre specie. Per contenere i costi sono state scelte piante con circonferenza del fusto di cm 14-16. Contenuto delle singole opere pubbliche 51 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Gelso comune (Morus nigra) Caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di medie dimensioni (terza grandezza) con fusto corto e dalla chioma globosa ed espansa con contorni irregolari, che raggiunge anche i 9 metri di diametro. · FOGLIA Fogliame deciduo con foglie grandi di forma variabile, in genere obovata. La pagine superiore è di colore verde lucido, mentre quella inferiore è verde opaco. · FIORE Fioritura non ornamentale in aprile–maggio. · FRUTTO I frutti sono ornamentali e commestibili, di colore rosso scuro a maturazione e fruttificano in luglio-agosto; la loro cascola può, tuttavia, creare sporcizia su marciapiedi o su veicoli. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta molto rustica, a crescita veloce, si adatta a tutti i terreni prediligendo quelli fertili e ben drenati. Ama esposizioni in pieno sole e climi temperati. Tollera abbastanza bene l’inquinamento, sensibile al vento e ai terreni con fenomeni di ristagno idrico prolungato. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO Ideale per parchi o aree verdi, sconsigliato il suo utilizzo per viali o parcheggi. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Contenuto delle singole opere pubbliche 52 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Pioppo bianco (Populus alba)- Caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di grandi dimensioni (prima grandezza) ha una chioma, moderatamente fitta, di forma arrotondata – ovale con contorni irregolari. Il fusto presenta, inizialmente, una corteccia ornamentale, liscia, biancastra, sottile, facilmente danneggiabile, che in seguito diventa grigia, solcata longitudinalmente. · FOGLIA Fogliame deciduo con foglie semplici, piuttosto grandi, lobate con 3 – 5 lobi più o meno pronunciati. Le foglie presentano un colore verde scuro sulla pagina superiore, mentre quella inferiore è ricoperta da un feltro bianco; quando il vento muove le foglie si creano effetti e riflessi molto decorativi. · FIORE Fiori dioici, non ornamentali, in amenti cilindrici. · FRUTTO Capsule glabre in amenti pendenti dai rami che in primavera liberano semi piumosi trasportati dal vento · C A R A T T E R I S T I C H E PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, a crescita rapida, si adatta a tutti i terreni prediligendo quelli ben drenati. Ama esposizioni in pieno sole. Tollera abbastanza bene gli ambienti urbani inquinati, buona resistenza alla salinità, meno alla siccità ed al vento per la fragilità del legno. L’apparato radicale è piuttosto superficiale ed ampio, in grado di sollevare marciapiedi o strutture simili. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO Pianta utilizzabile in ampi parchi, giardini e zone ruderali. In annate siccitose è consigliabile intervenire con irrigazioni per evitare la perdita di apparato fogliare. · Contenuto delle singole opere pubbliche RESISTENZA ALLE MALATTIE 53 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Albero di Giuda (Cercis canadensis’Forest pansy’) Caratteristiche principali · DIMENSIONI E PORTAMENTO Questa piccola pianta (terza grandezza) ha una chioma di forma rotonda dai contorni irregolari, moderatamente fitta. La corteccia è grigia e leggermente solcata, negli esemplari vecchi può desquamarsi in piccole placche. · FOGLIA Foglia, molto ornamentale, larga, appuntita, di forma cuoriforme, inizialmente di colore verde diventa in seguito rossa. · FIORE Fioritura molto decorativa con fiori rosa - rossi, che compaiono in aprile - maggio (prima dell’emissione delle foglie) sui rami più vecchi, branche e tronco. · FRUTTO I frutti sono baccelli di colore marron, molto numerosi, appiattiti e pendenti, che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta che resiste discretamente al freddo, alla siccità e all’inquinamento. Predilige terreni sciolti, calcarei, ma tollera anche terreni argillosi purché ben drenati. Apparato radicale ampio e di media profondità. Cresce bene in pieno sole. Velocità di crescita media. Sensibile al vento. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO Le dimensioni contenute e la resistenza all’inquinamento la rendono utilizzabile in vari siti: viali stradali, parcheggi, in forma isolata o in gruppo in piccoli giardini e nei parchi. Apprezzata per l’imponente fioritura. Non ha bisogno di particolari potature. · RESISTENZA ALLE MALATTIE SPECIE ARBUSTIVE Contenuto delle singole opere pubbliche 54 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Le specie arbustive proposte sono 7 (calicanto, corniolo, forsizia, lillà, spirea, viburno e vigelia), scelte in base al periodo, tipo e colore della fioritura. Come gia detto in precedenza sono state considerate anche le esigenze ecologiche, agronomiche e manutentive che hanno portato a favorire quelle specie di sicura riuscita, intesa come capacità di attecchimento e sviluppo. Per comodità progettuali le specie arbustive sono state divise in due gruppi, denominati modulo 1 (M1) e modulo 2 (M2). Al modulo 1 appartengono le specie a maggior sviluppo vegetativo (lillà, calicanto e corniolo), al modulo 2 quelle a sviluppo medio (forsizia, viburno e vigelia). La spirea sarà utilizzata in gruppi per creare macchie in prossimità della ciclabile. Per quanto riguarda il sito d’impianto, si propone per tutte, tranne la spirea, la messa a dimora a ridosso della scarpata stradale. E’ stata prevista una distanza tra le piante di 2 m per le specie a maggior sviluppo (modulo 1) e 1,5 m per quelle a sviluppo minore (modulo 2 e spirea). La sequenza delle specie all’interno dei moduli è così definita: · MODULO 1 (M1) 2 lillà – 2 calicanti – 2 cornioli; · MODULO 2 (M2) 1 forsizia - 2 viburni – 2 veigelie. Sono stati previsti la messa a dimora di 4 moduli 1 e 4 moduli 2. In dettaglio il numero dei soggetti da piantare sono i seguenti: · n° 8 soggetti arbustivi di calicanto d’inverno (Calycanthus praecox) Arbusto della famiglia delle Calycanthaceae, la cui caratteristica principale è l’abbondante e profumata fioritura invernale, quando la pianta è ancora completamente spoglia. · n° 8 soggetti arbustivi di corniolo (Cornus mas) Pianta autoctona appartenente alla famiglia delle Cornaceae importante dal punto ecologico per la produzione di drupe, con fioritura primaverile prima della comparsa delle foglie. · n° 4 soggetti arbustivi di forsizia (Forsythia intermedia ‘Linwood) Arbusto della famiglia delle Oleaceae, di grande effetto per l’abbondante e vivace fioritura primaverile. · n° 8 soggetti arbustivi di lillà (Syringa vulgaris) Arbusto della famiglia delle Oleaceae, vigoroso, rustico apprezzato per i numerosi fiori portati in pannocchie piramidali all’estremità dei rami. · n° 10 soggetti arbustivi di spirea (Spiraea bumalda ‘Anthony Waterer’) Arbusto della famiglia delle Rosaceae, molto apprezzato per le caratteristiche decorative · n° 8 soggetti arbustivi di viburno (Viburnum opulus) Pianta autoctona della famiglia delle Caprifoliaceae, fioritura molto ornamentale in maggio (da qui il nome pallon di maggio). Come il corniolo ha importante valenza ecologica per la produzione di frutti (bacche) utilizzate come alimento dalla fauna selvatica. · n° 8 soggetti arbustivi di veigelia (Weigelia florida ‘Variegata’) Arbusto appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae, si adatta a tutti i terreni con fioritura molto ornamentale ad inizio estate. Per contenere i costi si prevede di utilizzare piante in zolla di altezza non superiore al metro. Contenuto delle singole opere pubbliche 55 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Calicanto d’inverno (Calycanthus praecox) - Caratteristiche principali Arbusto rustico, di facile adattabilità, può raggiungere un altezza di 2 – 4 metri. La corteccia è bruna e rugosa mentre le foglie, di forma oblunga – lanceolata, sono verdi scuro sulla pagine superiore e verdi chiaro su quella inferiore. Il Calicanto inizia a fiorire in pieno inverno, a volte già da gennaio. I fiori, lunghi circa 2 cm, molto profumati, che compaiono isolati o riuniti a coppie sui rami nudi, sono privi di corolla e petali. Sono di colore biancastro – giallo chiaro esternamente e bruni al centro. Preferisce posizioni soleggiate o in mezz'ombra. Corniolo (Cornus mas) - caratteristiche principali Pianta molto rustica a crescita medio-lenta, predilige terreni fertili, pur adattandosi a diverse situazioni. Preferisce esposizioni soleggiate, ma riesce a svilupparsi bene anche in mezz’ombra. Le foglie di forma ovale, acuminate, sono, in estate, di colore verde sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore, rosse in autunno. Può raggiungere un altezza di 4 metri ed una larghezza di 3 metri. Sopporta bene la siccità ed il ristagno idrico, discretamente l’inquinamento atmosferico. I fiori simili a piumini, di colore giallo, appaiono nel periodo di fine inverno – inizio primavera, prima della comparsa delle foglie. I frutti, commestibili, di colore rosso, simili a piccole ciliegie compaiono in estate. Molto resistente alle malattie. Utilizzabile in piccoli giardini, parchi, siepi, come rivestimento di scarpate sia stradali che in zone ruderali. Contenuto delle singole opere pubbliche 56 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Forsizia (Forsythia intermedia ‘Linwood’) - Caratteristiche principali Arbusti di media altezza (2 metri) molto rustici, in grado di adattarsi a tutti i terreni. La velocità di crescita è media, preferisce posizioni soleggiate. E’ in grado di sopportare la siccità e l’inquinamento ma è sensibile al ristagno idrico. Le foglie sono di forma ovato-oblunga con margine seghettato, di colore verde sulla pagina superiore e pallide su quella inferiore. I fiori gialli con qualche sfumatura rossastra compaiono in marzo-aprile. I frutti, non decorativi, sono piccole capsule rugose. Molto resistente alle malattie, trova svariati utilizzi: come esemplare isolato o a gruppi in piccoli giardini e parchi, come siepe, come rivestimento di scarpate stradali. Lillà (Syringa vulgaris) - Caratteristiche principali Arbusto di grandi dimensioni, con fusto eretto che può raggiungere i 5 metri. Foglie opposte, cuoriformi – acuminate di colore verde lucente. Fiori numerosi, profumati di colore viola –ceruleo portati in pannocchie piramidali all’estremità dei rami. Fioritura in aprile – maggio. Preferisce posizioni soleggiate. Spirea (Spiraea bumalda ‘Anthony Waterer’) - Caratteristiche principali Piccolo arbusto cespuglioso (altezza massima 1 metro), resiste bene alla siccità e all’inquinamento, meno al ristagno idrico. Cresce velocemente e preferisce posizioni soleggiate. Le foglie hanno una forma ovata-lanceolata con i margini seghettati, di colore rosato appena spuntate diventano poi verde scuro. Abbondante fioritura estiva con fiori rosa-lillà-rossastri, portati su grandi pannocchie terminali ed ascellari. E’ una delle varietà più decorative e rustiche, utilizzata in Viburno palla di neve (Viburnum opulus) - Caratteristiche principali Contenuto delle singole opere pubbliche 57 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Arbusto autoctono che può raggiungere i 3 metri d’altezza, molto rustico, resiste discretamente alla siccità, al ristagno idrico ed all’inquinamento. Si adatta ad esposizioni in pieno sole e mezz’ombra. La velocità di crescita è media. Foglie opposte, lobate di colore verde scuro. I fiori bianchi sono portati sulle cime di forma ombrelliforme. I frutti sono bacche di forma globosa, rosse a maturazione. Utilizzata in piccoli giardini, parchi, come siepe per Contenuto delle singole opere pubbliche 58 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA VIA MONTEGRAPPA · STATO ATTUALE In questa via (TAV. 3 A) sono presenti 10 soggetti arborei di orniello (Fraxinus ornus) di età di circa 30 anni. Le condizioni vegetative delle piante sono stentate (foto 1), visibili dalla presenza di rami secchi (foto 2) e dalla scarsa crescita dei ricacci annuali. Sul totale degli esemplari da una sommaria indagine visiva si nota che solo 2 piante sono in buone condizioni, 6 mostrano una notevole presenza di secco all’interno della chioma e 2 hanno vigoria scarsa. La precaria situazione vegetativa dell’80% degli esemplari consiglia una loro sostituzione. Dal punto di vista fitosanitario non si sono evidenziate particolari problematiche. La presenza di seccume all’interno della chioma è indice di scarsa funzionalità dell’apparato radicale su cui, probabilmente, potrebbero avere influito negativamente i recenti lavori di sistemazione della banchina stradale. Tali lavori hanno comportato il rifacimento della banchina con la posa dei sottoservizi ed in superficie di masselli grigliati autobloccanti in cemento. · STATO DI PROGETTO In base: 30. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 31. alla larghezza utile della banchina (circa 3 m) ; 32. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali; 33. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; si propongono due soluzioni progettuali alternative utilizzando le seguenti specie (TAV. 3 P): 1). Acero tridente (Acer buergerianum), albero di terza grandezza, molto decorativo sia per la fioritura sia per la forma e colorazione autunnale del fogliame. 2). Parrozia (Parrotia persica), albero di terza grandezza, appartenente alla famiglia delle Hamamelidaceae, di notevole effetto ornamentale per i fiori e le diverse tonalità di colorazione delle foglie. Diversi esemplari di questa specie sono già presenti sia all’inizio di Via Montegrappa sia in Via Trieste, perpendicolare alla medesima. La scelta di queste specie è dettata, oltre che dall’indubbio effetto ornamentale, anche da ragioni di ordine agronomico – colturale quali: · notevole rusticità ed adattabilità; · chioma fitta e poco espansa, adatta a spazi limitati, Dai sopralluoghi si sono evidenziati spazi adeguati, in aggiunta a quelli lasciati vuoti dalle piante attualmente presenti, per poter piantare nuovi esemplari. Per realizzare la piantumazione completa della via è necessario, però, aprire 12 tornelli, chiuderne alcuni di quelli vecchi (5), in altri 6 casi è possibile il riutilizzo degli stessi previo allargamento. Nella sottostante tabella 1, riferita allo stato di progetto (TAV. 3 P) sono evidenziati in modo dettagliato i nuovi tornelli da realizzare e quelli da chiudere. E’ stata prevista la piantumazione di 18 soggetti arborei ad una distanza minima tra le piante di 7 metri; tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini presenti sulle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, per cui le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare. Si ritiene inoltre necessario, dato che in alcuni casi l’impianto avviene nel medesimo sito, procedere dopo l’eliminazione dei ceppi, alla disinfezione della buca e alla sostituzione del terreno. Benché tali pratiche agronomiche determinino un aumento dei costi, sono necessarie per creare un miglior substrato di sviluppo degli apparati radicali, e quindi per garantire un migliore attecchimento ed accrescimento dei nuovi soggetti arborei. Contenuto delle singole opere pubbliche 59 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Tab. 1 – Dettaglio dei lavori sui tornelli CARATTERISTICHE DELLE SPECIE ARBOREE PROPOSTE Acero tridente (Acer buergerianum) · ORIGINE Cina · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero dalla chioma moderatamente fitta, dai contorni irregolari, inizialmente di forma ovale tende in seguito ad allargarsi, diventando arrotondata. Può raggiungere 9 metri di diametro e 15 metri di altezza. Il tronco presenta una corteccia di colore marron chiaro, liscia, che col passare degli anni si sfoglia. · FOGLIA Le foglie decidue, opposte, palmate, trilobate sono di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. Molto ornamentale la colorazione autunnale del fogliame con una gamma di tonalità che vanno dal rosso, all’arancione e al giallo. · FIORE Fioritura ornamentale con piccoli fiori gialli – verdastri riuniti in grappoli eretti che compaiono in primavera. · FRUTTO Samare con ali parallele e dritte, spesso sovrapposte tra loro, portano due piccoli semi. Inizialmente verdi diventano in seguito marron. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, a media velocità di accrescimento, resiste bene alle gelate, all’inquinamento atmosferico ed al vento, meno al ristagno idrico ed alla siccità. Si adatta a vari tipi di terreno, inclusi i suoli calcarei e compatti, purchè ben drenati. Apparato radicale espanso e superficiale. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Pianta decorativa, possiede caratteristiche colturali, dimensioni e forma che la rendono idonea a svariati utilizzi quali aree verdi, parchi, parcheggi, vie stradali e residenziali, specialmente in quelle situazioni dove gli spazi a disposizione sono esigui. Tollera le potature. Contenuto delle singole opere pubbliche 60 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Parrozia (Parrotia persica) · ORIGINE Asia · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di medie dimensioni (6-12 metri di altezza e 6-10 metri di larghezza). La chioma, moderatamente fitta, ha una forma arrotondata, espansa dai contorni regolari. Il fusto presenta una corteccia liscia, sottile e per questo facilmente danneggiabile, che si desquama col tempo conferendo alla pianta notevole valore ornamentale anche in inverno. · FOGLIA Fogliame deciduo con foglie semplici, piuttosto grandi, di forma obovata con margine ondulato. La straordinaria colorazione delle foglie è il motivo per cui questa pianta è coltivata. Le giovani foglie sono dapprima rossastre, poi diventano in estate verde scuro e in autunno alla caduta passano dal giallo intenso, all’arancio al rosso scarlatto. · FIORE Fiori ornamentali con stami cremisi che primavera sui rami prima della fogliazione. compaiono in · FRUTTO I frutti, duri, di colore marron e forma irregolare, sono prodotti in scarse quantità. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, a crescita lenta, si adatta a tutti i terreni prediligendo quelli leggermente acidi e ben drenati. Ama esposizioni in pieno sole o mezzombra. Tollera abbastanza bene gli ambienti urbani inquinati, resiste ottimamente alla siccità e al vento. Non tollera condizioni di ristagno idrico prolungato. Non richiede particolari cure, gli esemplari di Parrotia tendono a trovare gran parte dei nutrienti e acqua nel terreno, poiché le loro radici si diramano anche per decine di metri. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO Le caratteristiche ornamentali, pedoclimatiche e la pressoché totale assenza di patologie rendono idonea questa specie ad essere impiegata sia singolarmente sia in gruppo. Ideale per parchi o aree verdi, si presta bene per la realizzazione di viali stradali, parcheggi, viali in zone residenziali. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente, non sono segnalate su esemplari Contenuto delle singole opere pubbliche 61 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA VIA MARCONI · STATO ATTUALE In questa via (TAV. 4 A) sono presenti 32 paulonie, 14 catalpe e un tiglio. La scelta di utilizzare paulonie e catalpe era, probabilmente stata determinata dalla somiglianza della morfologia della foglia; dove la banchina era larga sono state poste le paulonie, piante di seconda grandezza e dove gli spazi erano minori le catalpe, piante di terza grandezza. Le condizioni vegetative delle paulonie sono mediocri e una buona parte degli esemplari evidenziano problemi che in futuro possono comprometterne la stabilità. In particolare ad un’indagine visiva sommaria i difetti più frequenti sono l’inclinazione del fusto (15 soggetti), la presenza di secco (6 soggetti), la chioma sbilanciata (6 soggetti) a causa delle potature effettuate per non interferire con i fili Enel. Tipico di questa specie è la presenza di grosse radici superficiali che possono danneggiare manufatti e banchine ed interferire con le operazioni di sfalcio. Inoltre le continue lesioni e ferite che i tosaerba hanno provocato, rappresentano altrettanti punti d’ingresso per infezioni fungine in grado compromettere la funzionalità dell’apparato radicale. Altro problema della paulonia è la notevole massa di foglie e semi, quest’ultimi duri e difficilmente marcescibili, che devono essere raccolti in autunno. Le catalpe sono quelle che si trovano in condizioni vegetative peggiori. Oltre la meta presenta vari difetti, i più frequenti dei quali sono: fusto inclinato (5 soggetti), chioma sbilanciata (3 soggetti), ferite al colletto (1 soggetto), morta in piedi (2 soggetti). Quasi tutti gli esemplari hanno scarsa vigoria. Anche questa specie produce abbondante lettiera dovuta, principalmente ai lunghi baccelli che contengono i semi, per il resto risulta maggiormente adatta della precedente all’utilizzo urbano. Il substrato di coltivazione della banchina, ove attualmente sono insediate le paulonie, è probabilmente il migliore di quelli finora esaminati. La presenza di un cordolo che impedisce il parcheggio degli autoveicoli e di conseguenza un eccessivo compattamento del suolo, la larghezza della banchina stessa (circa 4,5 m) e l’inerbimento dell’intera superficie sono elementi che fanno presumere di avere a disposizione un terreno con caratteristiche chimiche e fisiche sufficienti al regolare sviluppo degli apparati radicali, cosa che spesso in ambiente urbano non accade dato che i suoli sono quasi sempre asfittici e privi di elementi nutritivi. Discorso inverso per l’area dove trovano le catalpe, qui il terreno si presenta compattato con una larghezza della banchina di 3,5 m circa. · STATO DI PROGETTO In base: 1. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 2. alla larghezza utile delle banchine ; 3. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali; 4. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; Si formulano le seguenti proposte progettuali (TAV. 4 P): · tigli, olmi o platani in sostituzione delle paulonie e del tiglio; · acero campestre o carpino bianco piramidale al posto delle catalpe. Questo tipo di scelta, oltre che da ragioni d’ordine agronomico – colturale quali buona rusticità ed adattabilità, è stata dettata dagli ampi spazi a disposizione (banchina Paulonie) che permettono l’utilizzo di piante dalle dimensioni importanti. In dettaglio: per il tiglio la scelta si è orientata verso la specie Tilia cordata ‘Greenspire’, albero di seconda grandezza, caratterizzato dall’assenza di polloni al colletto; per quanto riguarda l’olmo si consiglia la specie Ulmus Resista ‘Sapporo Autumn gold’ in quanto è quella che resiste maggiormente alla grafiosi (Ceratocistys ulmi), patologia fungina comparsa in Italia negli anni 20, responsabile della scomparsa della quasi totalità degli olmi campestri (Ulmus minor) maggiormente recettivi; Contenuto delle singole opere pubbliche 62 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA per il platano è stata scelta una specie coperta da brevetto: PLATANOR® ‘Vallis Clausa’ la cui particolarità è la resistenza al cancro colorato (Ceratocystis fimbriata), malattia particolarmente grave per la quale è stato emesso il Decreto di lotta obbligatoria su tutto il territorio nazionale. Analogamente a quanto detto per l'olmo, la soluzione è rappresentata dall’utilizzo di specie o varietà resistenti, dato che non vi sono strumenti efficaci di controllo chimico. Va tuttavia detto che le reali possibilità di utilizzo di questa particolare specie sono molto limitate, a causa dell’alto costo della pianta (almeno il doppio rispetto al platano comune): per l’acero campestre è stata scelta la varietà Acer campestre ‘Elsrijk’* a portamento compatto; per il carpino bianco si propone la varietà Carpinus betulus ‘Fastigiata’*. E’ stata prevista una distanza minima tra le piante di 8 metri e la messa a dimora di 57 soggetti arborei a ‘pronto effetto’ con circonferenza del fusto di cm. 18-20 (42 tigli o olmi o platani e 15 aceri campestri o carpini bianchi). Tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come passi carrai, lampioni e tombini, evidenziati nelle planimetrie. Per i motivi suddetti non sarà sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, perciò le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare. Si ritiene inoltre necessario procedere all’eliminazione dei ceppi, all’asporto del materiale di risulta ed alla sostituzione del terreno. Benché tali pratiche agronomiche determinino un aumento dei costi, sono necessarie, oltre a eliminare possibili ostacoli per i pedoni, a creare un miglior substrato di sviluppo degli apparati radicali, e quindi per garantire un migliore attecchimento ed accrescimento dei nuovi soggetti arborei. * E’ stato fatto un unico computo per queste due specie perché i costi delle piante sono pressochè uguali. Contenuto delle singole opere pubbliche 63 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA CARATTERISTICHE DELLE SPECIE ARBOREE PROPOSTE Olmo – (Ulmus Resista® ‘Sapporo Autumn gold’) · ORIGINE America Settentrionale, 1950 (selezione giapponese di E. Smalley . Probabile ibrido di U. japonica con un altro olmo asiatico, selezionato per l’elevata resistenza alla grafiosi.) · · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero dalla chioma fitta a forma di vaso che può raggiungere i 5 - 6 metri di diametro e i 12 - 15 metri di altezza. Il tronco presenta una corteccia di colore grigio - argento, liscia, che col passare degli anni diventa grigio – nerastra solcata da fessure. Buona resistenza al vento. · FOGLIA Le foglie decidue di forma ovale, appuntite, alterne e con i margini doppiamente dentati, sono, talvolta, di colore rossastro al germogliamento, mentre diventano verde scuro brillante in estate. Caratteristica di questa specie è la colorazione autunnale giallo – oro delle foglie. · FIORE Fioritura non ornamentale con fiori di colore rosso – porpora riuniti in fitti grappoli che compaiono prima delle foglie in marzo. · FRUTTO Piccoli semi di forma rotonda o ellittica, riuniti in infruttescenze, muniti di membrane alari di circa 2 cm; inizialmente verdi diventano in seguito marrone con l’essiccazione. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, a rapido accrescimento, resiste bene alle gelate, all’inquinamento e al ristagno idrico meno alla siccità. Si adatta a vari tipi di terreno, inclusi i suoli calcarei e compatti, prediligendo quelli umidi, fertili e sciolti. Apparato radicale espanso. Cresce in pieno sole o mezz’ombra. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Specie utilizzata per parchi, parcheggi, vie stradali o residenziali, aree industriali. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente. Questa specie è resistente alla grafiosi. Contenuto delle singole opere pubbliche 64 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Platano (PLATANOR® ‘Vallis Clausa’) · ORIGINE Francia, 2000. Ibrido fra Platanus occidentalis e Platanus orientalis. · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero dalla chioma arrotondata (globosa) a maturità e con portamento piramidale nei giovani esemplari. Il tronco è eretto, massiccio, presto diviso in grossi rami. Caratteristica è la corteccia, brunastra e ruvida, che si stacca in placche lasciando scoperta la nuova scorza di colore grigio chiaro. · FOGLIA Foglie decidue a lamina semplice, palmato lobate, alterne, con 5 (3-7) lobi; larghe anche 15-20 cm. Di colore verde scuro la pagina superiore, più chiara quella inferiore · FIORE Fioritura non ornamentale con fiori verde-rosso, riuniti in infiorescenze (capolini pendenti), che fioriscono ad aprile-maggio. · FRUTTO I frutti sono tondeggianti, di colore marrone e portati in numero di 2-4 sullo stesso peduncolo; a maturazione liberano molti semi · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Grande albero, rustico, di rapida velocità di crescita, facilmente adattabile, indifferente alle caratteristiche del terreno che predilige acido o neutro ben drenato e profondo. Resiste all’inquinamento atmosferico, alle gelate, alla siccità Predilige le esposizioni in pieno sole, ma si sviluppa bene in qualsiasi condizione. Sensibile al ristagno idrico. Apparato radicale profondo con le radici principali che si approfondiscono nel terreno, mentre le radici più sottili si espandono orizzontalmente. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Isolato o in gruppo ha trovato un notevole impiego nelle alberature stradali. Da sottolineare le nuove forme di allevamento in vivaio: a spalliera e a tetto. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Resistente al cancro colorato, poco sensibile alle patologie tipiche della specie. Contenuto delle singole opere pubbliche 65 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Tiglio selvatico – (Tilia cordata ‘Greenspire’) · ORIGINE Stati Uniti, 1961 · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di medie dimensioni (altezza massima m 15 – 20, larghezza massima m 10). Tronco diritto; chioma fitta, di forma piramidale in età giovanile per poi divenire ovale in età adulta. · FOGLIA Le foglie, più piccole della specie, sono decidue a lamina semplice, alterne, cuoriformi, intere alla base e seghettate nel resto. La pagina superiore è verde lucida e la inferiore glauca · FIORE Abbondante fioritura ornamentale in giugno luglio con fiori profumati, giallo verdastri riuniti in infiorescenze. · FRUTTO Carceruli di forma arrotondata - ovale, con pericarpo leggero, ricoperto da una fine peluria. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, di rapida velocità di crescita. Si adatta a tutti i suoli, anche compatti, purchè poco salini. Poco sensibile all’inquinamento, alle gelate, alla siccità ed al ristagno idrico, purchè quest’ultimo si protragga per brevi periodi. Cresce bene sia in posizioni soleggiate che in mezz’ombra. Apparato radicale profondo con le radici principali che si approfondiscono nel terreno, mentre le radici più sottili si espandono orizzontalmente, senza creare problemi a manufatti o banchine. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Impiegato sia come esemplare isolato sia in gruppi o in filari. Si presta ad essere utilizzato per alberature stradali, per parcheggi e parchi. Non sviluppa, contrariamente a altre specie di tigli, polloni basali. Questa pianta riesce a svilupparsi in ambiente urbano dove suoli compatti, siccità, spazi ridotti sono condizioni normali. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente. Spesso, in seguito a potature mal eseguite, si verificano fenomeni di carie del legno e attacchi, sulla pianta già sofferente, di insetti xilofagi. Di minore importanza sono invece gli eventuali attacchi di Contenuto delle singole opere pubbliche 66 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Acero campestre - (Acer campestre ‘Elsrijk’) · ORIGINE Olanda, 1953 · DIMENSIONI E PORTAMENTO Pianta di terza grandezza. In ambiente ottimale può raggiungere un altezza di 12 metri e un diametro di 5 metri, la chioma, fitta e compatta, ha forma ovale. · FOGLIA Fogliame deciduo costituito da foglie palmate a 3-5 lobi rotondeggianti con margine liscio. L’apparato fogliare presenta una colorazione verde scuro durante la fase vegetativa e diventa giallo in autunno. · FIORE I fiori sono di colore verde – giallo e appaiono in primavera. Non hanno valore ornamentale. · FRUTTO I frutti sono piccole disamare di colore verde-marron con ali aperte a 180° gradi. Come i fiori sono poco appariscenti per cui non hanno valore ornamentale. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Specie rustica, possiede un apparato radicale molto ramificato in grado di tollerare svariati tipi di terreno, la siccità e anche una moderata salinità. E’ un albero che cresce lentamente, ha una buona resistenza meccanica alle rotture, vive in posizioni sia soleggiate che in mezzombra. Tollera le alte temperature e le gelate. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO La caratteristica peculiare di questa varietà è rappresentata dalla chioma compatta e fitta, di forma ovale che la rende resistente ai venti ed adatta a spazi angusti e a vie strette. Utilizzabile per viali alberati, aree residenziali, piccoli giardini e parchi, quest’albero cresce in maniera soddisfacente in aree urbane dove l’inquinamento, lo scarso drenaggio, il costipamento del terreno e la mancanza d’acqua sono situazioni frequenti. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente a tutti i parassiti, tranne che alla verticillosi. Contenuto delle singole opere pubbliche 67 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Contenuto delle singole opere pubbliche Comune di PEGOGNAGA 68 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA AREA VERDE DI STRADA SACCA · STATO ATTUALE L’area verde di Strada Sacca (TAV. 8 – 1/8 - 2), compresa tra la Via medesima e la linea ferroviaria (Ferrovie Emilia Romagna), occupa una superficie di circa 900 mq, lunga m 70 m e larga m 12. L’asse principale ha orientamento Est – Ovest. Il terreno presenta una superficie irregolare ed è leggermente più basso rispetto al manto stradale. Il cotico erboso spontaneo, regolarmente sfalciato, è in discrete condizioni vegetative, anche se in alcune zone prevalgono diversi tipi d’infestanti sia dicotiledoni sia graminacee. L’area, escludendo 2 esemplari mediocri di noce comune (Juglans regia) presenti a ridosso della strada, è in gran parte completamente libera tranne che in una piccola zona limitrofa alla casa cantoniera (circa 200 mq) dove sono state messe a dimora delle piccole piante arboree, alte 50 – 60 cm, scadenti sia come forma sia come vigoria vegetativa. · STATO DI PROGETTO La presenza della ferrovia, con i conseguenti vincoli, la non fruibilità dell’area da parte delle persone e la particolare forma della medesima (lunga e stretta) hanno orientato le scelte progettuali a privilegiare gli aspetti agronomico – colturali e gestionali delle specie arboree ed arbustive utilizzate più che quelli ornamentali Tali criteri hanno portato a prevedere: 1. la piantagione di soggetti arborei in filare a fianco della carreggiata stradale; 2. la realizzazione di una siepe mista a ridosso della scarpata ferroviaria. I vincoli presenti e la conformazione dell’area hanno portato ad elaborare due soluzioni progettuali alternative, dove non cambiano il numero di esemplari ed il sesto d’impianto ma solamente le specie arboree utilizzate, in tal modo la differenza tra le due proposte è unicamente di tipo economico. · PROPOSTA 1 Nella proposta n° 1 (TAV 8 - 1) sono utilizzate 8 robinie (Robinia pseudoacacia ‘Frisia’) in filare a 3 m dal manto stradale ed una distanza minima d’impianto di 8 m. Gli arbusti messi a dimora sono 36 appartenenti alle specie Deutzia scabra, Spiraea x Van Houttei, Cornus sanguinea e Viburnum lantana. È previsto il loro posizionamento a ridosso della scarpata ferroviaria a gruppi di 4, in modo da lasciare corridoi di circa m 3,5 per eventuali manutenzioni della ferrovia. La distanza d’impianto è di m 1,5. · PROPOSTA 2 Nella proposta n° 2 (TAV 8 – 2) saranno utilizzati 8 aceri campestri (Acer campestre) e 36 arbusti appartenenti alle specie Abelia grandiflora, Cotinus coggigrya, Crataegus monogyna e Forsythia x intermedia. Il posizionamento e le distanze di impianto di alberi ed arbusti sono analoghi a quanto illustrato nella proposta precedente. Per contenere i costi sono state scelte, in entrambe le proposte, piante arboree con circonferenza del fusto di cm 16-18. Contenuto delle singole opere pubbliche 69 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA CARATTERISTICHE DELLE SPECIE ARBOREE PROPOSTE Acero campestre (Acer campestre) · ORIGINE Europa, Asia · DIMENSIONI E PORTAMENTO Pianta di terza grandezza. In ambiente ottimale può raggiungere un altezza di 12 metri e un diametro di 8 metri, la chioma, fitta, ha forma ovale globosa ed espansa · FOGLIA Fogliame deciduo costituito da foglie palmate a 3-5 lobi rotondeggianti con margine liscio. L’apparato fogliare presenta una colorazione verde scuro durante la fase vegetativa e diventa giallo in autunno. · FIORE I fiori sono di colore verde – giallo e appaiono in primavera. Non hanno valore ornamentale. · FRUTTO I frutti sono piccole disamare di colore verde-marron con ali aperte a 180° gradi. Come i fiori sono poco appariscenti per cui non hanno valore ornamentale. · C A R A T T E R I S T I C H E PEDOCLIMATICHE Specie rustica, possiede un apparato radicale molto ramificato in grado di tollerare svariati tipi di terreno, la siccità e anche una moderata salinità. E’ un albero che cresce lentamente, ha una buona resistenza meccanica alle rotture, vive in posizioni sia soleggiate che in mezzombra. Tollera le alte temperature, le gelate e le potature. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO Specie largamente diffusa, utilizzabile per viali alberati, aree residenziali, piccoli giardini e parchi. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente a tutti i parassiti, tranne che alla verticillosi. Contenuto delle singole opere pubbliche 70 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Robinia (Robinia pseuodoacacia ‘Frisia) · Contenuto delle singole opere pubbliche ORIGINE America settentrionale · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero dalla chioma poco fitta, di forma ovale dai contorni irregolari, a crescita veloce. Può raggiungere un’altezza massima di 15 metri ed una larghezza di 10. · FOGLIA · FIORE Fioritura ornamentale in maggio - giugno con fiori bianchi, simili a piselli, profumati, riuniti in grappoli lunghi cm 10 – 15. · FRUTTO I frutti sono baccelli bruno – nerastri che contengono semi reniformi. Rimangono sulla pianta per tutto l’inverno. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta molto rustica che si adatta a tutti i terreni, purchè ben drenati. Tollera molto bene la siccità e la salinità, bene il ristagno idrico, le gelate e l’inquinamento atmosferico. Cresce sia in pieno sole sia in mezzombra. L’apparato radicale è piuttosto superficiale in grado di danneggiare marciapiedi e di ostacolare le operazioni di sfalcio. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE DI UTILIZZO E’ adatta ad essere utilizzata in parchi, aree verdi, giardini, per il consolidamento di scarpate come esemplare singolo o a gruppi. Non si presta alla realizzazione di viali alberati in ambiente urbano. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Mediamente resistente, sensibile ad alcune patologie quali cancri, maculature fogliari, verticillosi e minatori fogliari. Le foglie, decidue, alterne, sono composte da 13 – 14 foglioline di forma ovale – oblunga. Sono di colore giallo vivo in primavera, in estate questa colorazione vira al verde per poi tornare gialla in autunno. 71 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA CARATTERISTICHE DELLE SPECIE ARBUSTIVE PROPOSTE Abelia (Abelia x grandiflora) Arbusto sempreverde, ibrido tra due specie di Abelia originarie dell’Asia Centrale, è stato introdotto in Italia a metà dell’800. Chioma arrotondata con rami arcuati che portano foglioline lucide, ovate, lunghe fino a 5 cm, verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. In autunno assumono una colorazione bronzea – rossastra. Le cime ascellari e le pannocchie apicali con fiori bianchi sfumati di rosa compaiono da metà estate all’autunno. I fiori, tubolari e con calici rosa da 2 a 5 lobi, emanano un lieve profumo. Specie vigorosa, abbastanza rustica perché teme i forti geli, si adatta a diversi terreni purchè ben drenati, ha una buona resistenza alla siccità ed all’inquinamento atmosferico, predilige posizioni soleggiate. Per il tipo di sviluppo e la conformazione della chioma si presta alla creazione di siepe libere o macchie. Generalmente non presenta patologie Albero della nebbia (Cotinus coggigrya) Piccolo albero, utilizzato generalmente come arbusto. Può raggiungere un’altezza e larghezza di 3 – 4 m. La chioma arrotondata, fitta, dai contorni regolari è formata da foglie alterne, obovate, dal colore verde – glauco, più chiare sulla pagina inferiore. L’effetto ornamentale è dato dalla fioritura. I numerosi , piccoli fiori giallo – verdognoli compaiono in maggio, in pannocchie lasse. Dopo la fioritura i peduncoli fiorali si allungano e si rivestono di peli finissimi formando così le nebulose infiorescenze, responsabili del nome della pianta, che si conservano per un lungo periodo. Pianta rustica a lento accrescimento, si adatta a tutti i terreni purchè ben drenati, possiede un’ottima resistenza alla siccità, meno alla salinità. Predilige esposizioni in pieno sole, posizioni ombreggiate determinano uno sviluppo asimmetrico della chioma. Generalmente non presenta patologie. Contenuto delle singole opere pubbliche 72 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Biancospino (Crataegus monogyna) Arbusto deciduo, dalla chioma arrotondata, molto diffuso per le caratteristiche ornamentali e l’elevata rusticità. I rami, spinosi, portano foglie di forma ovata o romboidali, con 3 – 7 lobi profondi, lucide, di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. Alla fine della primavera la pianta produce fiori bianchi profumati riuniti in corimbi; da questi in seguiti si sviluppano i frutti sferici od ovoidali di colore rosso. Specie vigorosa che si adatta a qualsiasi terreno, possiede alta resistenza alla siccità ed all’inquinamento. Preferisce posizioni soleggiate o parzialmente ombreggiate. Si presta per la costituzione di siepi libere. Deuzia (Deutzia scabra) Arbusto dalla forma eretta, alto circa 1,5 m. le foglie sono piccole, opposte, ovali – acute con i margini seghettati, rugose, verdi sulla pagina superiore, più chiare su quella inferiore. I fiori, lunghi circa 2 cm, di colore bianco – crema, leggermente campanulati sono riuniti in pannocchiette tirsiformi di circa 10 – 15 cm. Fioritura da aprile a giugno. Pianta rustica, si adatta a tutti i terreni, non richiede particolari cure colturali. Contenuto delle singole opere pubbliche 73 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Forsizia (Forsythia x intermedia ‘Linwood’) Arbusto a foglia caduca di media altezza (2 metri) molto rustico, in grado di adattarsi a tutti i terreni. La velocità di crescita è media, preferisce posizioni soleggiate. E’ in grado di sopportare la siccità e l’inquinamento ma è sensibile al ristagno idrico. Le foglie sono di forma ovato-oblunga con margine seghettato, di colore verde sulla pagina superiore e pallide su quella inferiore. I fiori gialli con qualche sfumatura rossastra compaiono in marzo-aprile. I frutti, non decorativi, sono piccole capsule rugose. Molto resistente alle malattie, trova svariati utilizzi: come esemplare isolato o a gruppi in piccoli giardini e parchi, come siepe, come rivestimento di scarpate stradali. Lantana (Viburnum lantana) Arbusto di origini europee, vigoroso, deciduo, a portamento eretto. Le foglie sono largamente ovate, finemente dentate, grigio – verdi, lunghe fino a cm 12, spesso tendenti al rosso in autunno. In primavera spuntano piccoli fiori tubolari bianchi portati su cime a forma di cupola bassa, larghe fino a cm 10. I frutti sono oblungo – ovoidali, inizialmente rossi in seguito diventano neri. Rustica, poco esigente in fatto di terreno purchè ben drenato. Resiste alla siccità ed all’inquinamento. Cresce sia in pieno sole sia in mezz’ombra. Utilizzato per siepi libere in parchi, giardini o per rivestimento di scarpate stradali. Contenuto delle singole opere pubbliche 74 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Sanguinella (Cornus sanguinea) Pianta autoctona, decidua, a portamento eretto. Le foglie, verdi, sono opposte, ellittiche, lunghe fino a 10 cm, leggermente pubescenti su entrambe le superfici. Il margine è ondulato e sono dotate di nervature ben evidenti che si esauriscono in un apice acuminato. In autunno diventano rossastre. I fiori bianchi compaiono in estate, riuniti in corimbi di 5 cm a cui fanno seguito i frutti sferici, di colore blu – nero. I rami, flessuosi, in inverno assumono una colorazione verde – rossastra. Specie molto rustica, spontaneamente diffusa, si adatta a tutti i terreni prediligendo quelli sciolti. Cresce in pieno sole e mezz’ombra. Spirea (Spiraea Van Houttei) Fusto arbustivo, cespuglioso, alto circa 1,5 m con ramificazioni e germogli numerosi dalla base, inizialmente eretti e decombenti in seguito. Foglie alterne, ovato – oblunghe, irregolarmente dentate – lobate, verdi sulla pagina superiore, più chiare su quella inferiore. Fiori bianchi in corimbi ombrelliformi, emisferici piuttosto piccoli, ma che rivestono per intero i rami. Fiorisce abbondantemente in marzo – aprile. Pianta molto rustica e diffusa, richiede poche cure colturali. Utilizzata come esemplare singolo, a gruppi, per siepi libere. Contenuto delle singole opere pubbliche 75 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA VIA N. SAURO (PRIMO TRATTO TRA VIA GARIBALDI E VIA VIOLA CAMATTE) · STATO ATTUALE In questo tratto (TAV. 2 A) sono presenti 44 esemplari di Acero americano (Acer negundo). L’utilizzo di questa specie per alberature stradali è oggi assai limitato. I motivi sono legati ad una serie di difetti così riassumibili: alta sensibilità alle malattie (afidi, oidio, verticillosi), legno molto debole soggetto a rotture, scarsa capacità di cicatrizzazione delle ferite, breve ciclo vitale, apparato radicale superficiale in grado di sollevare marciapiede e manufatti. I motivi che in passato motivavano la scelta di questa specie erano essenzialmente due: crescita molto rapida e capacità di sopravvivere in condizione estreme. Attualmente se ne consiglia l’impiego per il recupero di aree verdi marginali o ruderali. Le condizioni vegetative e fitosanitarie sono piuttosto mediocri. Le chiome si presentano in parte defogliate (foto 1) a causa della massiccie infestazioni di metcalfa (foto 2), insetto che si nutre della linfa e produce delle secrezioni zuccherine (melata) (foto 3), le quali, imbrattando le foglie, ne ostruiscono gli stomi, danneggiandone irreparabilmente la funzionalità vegetativa. Si riscontrano inoltre infezioni fungine di mal bianco (foto 3). Dal punto di vista strutturale, ad un’indagine visiva sommaria si riscontrano diversi difetti tra cui i più frequenti sono la presenza di cavità sul fusto e/o sulle branche (foto 4) (10 soggetti), la presenza di secco (foto 5) (12 soggetti), l’inclinazione del fusto (4 soggetti), la chioma sbilanciata (5 soggetti) e presenza di funghi parassiti (3 soggetti). Nonostante questi aceri siano in condizioni complessivamente migliori di quelli di Via Garibaldi, perché sottoposti ad interventi cesori meno intensi, vanno comunque sostituiti nel medio periodo per evitare il rischio di cedimenti, soprattutto, a livello delle branche. Si sottolinea che la causa principale dei difetti strutturali riscontrati è dovuta, come spesso avviene, alle drastiche operazioni di potatura effettuate in passato; dove sono stati fatti grossi tagli, la pianta non è riuscita a cicatrizzare e il legno ha subito un progressivo deterioramento, accelerato dall’insediamento di funghi parassiti, per cui la branca è poi seccata (foto 6) o si sono formate le grosse cavità di cui detto precedentemente. Le banchine su cui sono radicate le piante sono differenti: quella del lato est (lato nuova lottizzazione) presenta una larghezza di circa m 3,5 ed è inerbita; in alcuni punti si nota un forte compattamento del terreno dovuto al parcheggio di autoveicoli; la banchina del lato opposto (lato ristorante ‘Novecento’) invece è stata risistemata circa 10 anni fa. Tali lavori hanno comportato, oltre al rifacimento dei sottoservizi, la realizzazione di un marciapiede, largo circa m 1,6 a ridosso dei muri di confine, mentre nello spazio rimanente, largo circa m 2,2, sono stati posati in superficie masselli grigliati autobloccanti in cemento. Le piante si trovano quindi in tornelli senza cordolo di circa 0,70 mq di area. · STATO DI PROGETTO In base: 1. alle prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per la tutela del verde urbano, relative alle distanze minime di impianto di soggetti arborei dai fabbricati; 2. alla larghezza utile delle banchine ; 3. alle caratteristiche ornamentali delle specie vegetali; 1. alle esigenze ecologiche e pedologiche di seguito elencate; 2. alle caratteristiche dei siti d’impianto; si propongono due soluzioni progettuali alternative utilizzando le seguenti specie (TAV. 2 P): 1). Frassino a foglie strette (Fraxinus angustifolia ‘Raywood’). Pianta di seconda grandezza, appartenente alla famiglia delle Oleaceae. Questa varietà come caratteristiche colturali assomiglia alla specie (Fraxinus angustifolia) tranne che per la colorazione autunnale del fogliame rosso – arancio, molto decorativa e per la forma ovale della chioma. 2). Acero tridente (Acer buergerianum), pianta di terza grandezza, molto ornamentale e rustica. Contenuto delle singole opere pubbliche 76 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Nella scelta delle due specie si è tenuto conto anche del sito d’impianto: la presenza di un centro commerciale e di numerose unità abitative fa prevedere una intensa circolazione di auto, furgoni ed autocarri, per cui le piante devono possedere una chioma eretta non troppo espansa, per non interferire con il traffico stradale. Per quanto riguarda la banchina ovest (lato ristorante ‘Novecento’), risistemata di recente, si prevede di ripiantare negli stessi tornelli ora occupati dagli aceri. La distanza d’impianto è di circa m 7,5, sufficienti ad uno sviluppo regolare delle piante. Dai sopralluoghi si sono evidenziati spazi adeguati, in aggiunta a quelli lasciati vuoti dalle piante attualmente presenti, per poter piantare nuovi esemplari, per cui è necessario aprire altri tornelli (4) in modo da realizzare la piantumazione completa di questo lato della via. Nella sottostante tabella 1, riferita allo stato di progetto (TAV. 2 P) sono evidenziati in modo dettagliato i nuovi tornelli da realizzare. Per quelli esistenti è sufficiente provvedere ad un leggero allargamento. La scelta dei siti e distanze d’impianto relativa alla banchina est (lato nuova lottizzazione), la quale dovrà essere completamente rifatta con nuovi sottoservizi, passi carrai ed illuminazione pubblica, è stata eseguita sulla base delle planimetrie fornite dalla Ditta costruttrice. In questo caso la proposta progettuale è indicativa per la possibilità di eventuali modifiche apportate in corso d’opera. In totale si calcola la messa a dimora di 56 soggetti arborei a ‘pronto effetto’ con circonferenza del fusto di cm 18-20, ad una distanza minima di m 7. Tale sesto d’impianto è indicativo e non vincolante a causa dei vari ostacoli e servitù, come lampioni e tombini presenti nelle banchine, che sono stati rilevati nel corso dei sopralluoghi ed evidenziati nelle planimetrie, di conseguenza non sarà sempre possibile rispettare la simmetria dell’impianto, perciò le piante saranno collocate nei siti ritenuti maggiormente idonei per una crescita regolare. Dato che si tratta di reimpiantare nello stesso sito (banchina ovest), è necessario eliminare, quanto più possibile, l’ apparato radicale delle piante abbattute, disinfettare la buca e sostituire il terreno. Benché tali pratiche agronomiche determinino un aumento dei costi, sono necessarie per creare un miglior substrato di sviluppo degli apparati radicali, e quindi per garantire un migliore attecchimento ed accrescimento dei nuovi soggetti arborei. Tab 1 –Banchina ovest. Realizzazione nuovi tornelli Contenuto delle singole opere pubbliche 77 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA CARATTERISTICHE DELLE SPECIE SPECIE ARBOREE PROPOSTE Frassino - (Fraxinus angustifolia ‘Raywood’) · ORIGINE Australia,1927 · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero di seconda grandezza, con chioma eretta, di forma ovale, dai contorni regolari. La chioma è poco fitta e permette il passaggio di una quantità di luce, sufficiente per lo sviluppo di piante o arbusti nello spazio sottostante. Il tronco è eretto, lungo e ramificato in alto. La corteccia è scura e rugosa nelle parti vecchie, chiara e liscia sui rami giovani. · FOGLIA Foglie caduche, composte imparipennate, costituite di foglioline di forma ovale con i margini dentati. La pagina superiore è verde scuro, quella inferiore è verde chiaro. In autunno assumono una colorazione rosso – porpora molto attraente. · FIORE Fioritura poco appariscente con fiori bianco giallastri, riuniti in infiorescenze (racemi ascellari) che compaiono in marzo - aprile, prima dell’emissione delle foglioline. · FRUTTO Questa varietà non produce frutti. · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta molto rustica, caratterizzato da una veloce rapidità di sviluppo. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno preferendo quelli profondi, fertili e ben drenati. Resiste bene al gelo, al vento, all’inquinamento atmosferico, alla siccità ed a occasionali fenomeni di ristagno idrico. Predilige posizioni in pieno sole. L’apparato radicale è molto robusto, fittonante, con notevole sviluppo orizzontale delle radici laterali che rendono l’esemplare particolarmente stabile. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Data la sua notevole adattabilità ai suoli, la resistenza all’inquinamento e la scarsa necessità di potature, questa specie è idonea ad essere impiegata per alberature stradali, parcheggi, vie residenziali di aree urbane. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Non sono segnalate gravi patologie su esemplari adulti. Contenuto delle singole opere pubbliche 78 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Acero tridente - (Acer buergerianum) · ORIGINE Cina · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, a media velocità di accrescimento, resiste bene alle gelate, all’inquinamento atmosferico ed al vento, meno al ristagno idrico ed alla siccità. Si adatta a vari tipi di terreno, inclusi i suoli calcarei e compatti, purchè ben drenati. Apparato radicale espanso e superficiale. · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero dalla chioma moderatamente fitta, dai contorni irregolari, inizialmente di forma ovale tende in seguito ad allargarsi, diventando arrotondata. Può raggiungere 9 metri di diametro e 15 metri di altezza. Il tronco presenta una corteccia di colore marron chiaro, liscia, che col passare degli anni si sfoglia. · FOGLIA Le foglie decidue, opposte, palmate, trilobate sono di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. Molto ornamentale la colorazione autunnale del fogliame con una gamma di tonalità che vanno dal rosso, all’arancione e al giallo. · FIORE Fioritura ornamentale con piccoli fiori gialli – verdastri riuniti in grappoli eretti che compaiono in primavera. · FRUTTO Samare con ali parallele e dritte, spesso sovrapposte tra loro, portano due piccoli semi. Inizialmente verdi diventano in seguito marron. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Pianta rustica e decorativa, attualmente poco impiegata, possiede, tuttavia, caratteristiche colturali, dimensioni e forma che la rendono idonea a svariati utilizzi quali aree verdi, parchi, parcheggi, vie stradali e residenziali, specialmente in quelle situazioni dove gli spazi a disposizione sono esigui. Tollera le potature. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Se non si considera la verticillosi, patologia comune a tutti gli aceri, si può ritenere una pianta resistente. · NOTE COLTURALI Specie di terza grandezza. Il sesto d’impianto consigliato prevede una distanza minima di 6 metri garantendo una superficie minima di Contenuto delle singole opere pubbliche 79 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA VIA N. SAURO (SECONDO TRATTO TRA VIA VIOLA CAMATTE E LA STAZIONE FERROVIARIA) · STATO ATTUALE In questo tratto (TAV. 2 A) sono presenti 11 esemplari di Olmo (Ulmus laevis e U. minor) in discrete condizioni vegetative. L’utilizzo di questa specie per alberature stradali è oggi assai limitato. I motivi sono legati ad una serie di difetti così riassumibili: sensibile alla grafiosi, malattia fungina responsabile della perdita quasi totale degli olmi dalle zone agricole, legno debole soggetto a rotture, apparato radicale superficiale in grado di sollevare marciapiedi e manufatti. I motivi che in passato motivavano la scelta di questa specie erano essenzialmente due: crescita molto rapida e buona adattabilità a diverse condizioni pedoclimatiche. Attualmente se ne consiglia l’impiego come esemplare singolo per parchi o per il recupero di aree verdi marginali o ruderali. · STATO DI PROGETTO Si propone in questo caso (TAV. 2 P) la reintegrazione degli esemplari mancanti. Si utilizzerà l’olmo (Ulmus Resista® ‘Sapporo Autumn Gold’), specie più contenuta come dimensioni, rispetto agli esemplari presenti, e resistente alla grafiosi. Si prevede la messa a dimora di 4 soggetti arborei a pronto effetto di circonferenza 18-20, per quanto riguarda i siti d’impianto si rimanda alle planimetrie in allegato. Durante il sopralluogo si è notata la presenza di un ceppo, da eliminare in quanto troppo vicino a una nuova pianta. Contenuto delle singole opere pubbliche 80 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA CARATTERISTICHE DELLA SPECIE ARBOREA PROPOSTA Olmo – (Ulmus Resista® ‘Sapporo Autumn Gold’) · ORIGINE America Settentrionale, 1950 (selezione giapponese di E. Smalley . Probabile ibrido di U. japonica con un altro olmo asiatico, selezionato per l’elevata resistenza alla grafiosi.) · · CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE Pianta rustica, a rapido accrescimento, resiste bene alle gelate, all’inquinamento e al ristagno idrico meno alla siccità. Si adatta a vari tipi di terreno, inclusi i suoli calcarei e compatti, prediligendo quelli umidi, fertili e sciolti. Apparato radicale espanso. Cresce in pieno sole o mezz’ombra. · DIMENSIONI E PORTAMENTO Albero dalla chioma fitta a forma di vaso che può raggiungere i 5 - 6 metri di diametro e i 12 - 15 metri di altezza. Il tronco presenta una corteccia di colore grigio - argento, liscia, che col passare degli anni diventa grigio – nerastra solcata da fessure. Buona resistenza al vento. · FOGLIA Le foglie decidue di forma ovale, appuntite, alterne e con i margini doppiamente dentati, sono, talvolta, di colore rossastro al germogliamento, mentre diventano verde scuro brillante in estate. Caratteristica di questa specie è la colorazione autunnale giallo – oro delle foglie. · FIORE Fioritura non ornamentale con fiori di colore rosso – porpora riuniti in fitti grappoli che compaiono prima delle foglie in marzo. · FRUTTO Piccoli semi di forma rotonda o ellittica, riuniti in infruttescenze, muniti di membrane alari di circa 2 cm; inizialmente verdi diventano in seguito marrone con l’essiccazione. · ESIGENZE ECOLOGICHE E CARATTERISTICHE D’UTILIZZO Specie utilizzata per parchi, parcheggi, vie stradali o residenziali, aree industriali. · RESISTENZA ALLE MALATTIE Generalmente resistente. Questa specie è resistente alla grafiosi. · NOTE COLTURALI Specie di seconda grandezza ( a maturità non supera i 20 metri). Il sesto d’impianto consigliato prevede una distanza minima di 6 metri garantendo una superficie minima di 9 mq. Contenuto delle singole opere pubbliche 81 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Bilancio opera (importi in Euro) Denominazione opera: Responsabile del procedimento: Cod. interv. amministrazione: Tipologia intervento: Categoria di opere: Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento Tartari Diego architetto 09 - Ampliamento A05 12 - Sport e spettacolo - Finanziamenti FINANZIAMENTI Capitolo Articolo 800 ESERCIZIO Denominazione 2011 0 Realizzazione nuovo campo da calcio da allenamento TOTALE INVESTIMENTO 2012 2013 90.000,00 0,00 0,00 90.000,00 0,00 0,00 - Elenco annuale Importo intervento: Finalità: Priorità: Stato progettazione: Conformità: 90.000,00 Miglioramento e incremento di servizio 2 Stima dei costi Urbanistica: Sì Ambientale: Sì Tempi di esecuzione: Inizio lavori: 4 / 2011 Fine lavori: 2 / 2012 Responsabile del procedimento: Tartari Diego architetto Contenuto delle singole opere pubbliche 82 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Bilancio opera (importi in Euro) Denominazione opera: Responsabile del procedimento: Cod. interv. amministrazione: Tipologia intervento: Categoria di opere: Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine Tartari Diego architetto 01 - Nuova costruzione A05 12 - Sport e spettacolo - Finanziamenti FINANZIAMENTI Capitolo Articolo 800 931 ESERCIZIO Denominazione 2011 2012 2013 1 Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine 1 Costruzione centro servizi e realizzazione nuovi spazi pubblici Polesine 150.000,00 0,00 250.000,00 0,00 0,00 0,00 TOTALE INVESTIMENTO 150.000,00 250.000,00 0,00 - Elenco annuale Importo intervento: Finalità: Priorità: Stato progettazione: Conformità: 150.000,00 Miglioramento e incremento di servizio 3 Studio di fattibilità Urbanistica: Sì Ambientale: Sì Tempi di esecuzione: Inizio lavori: 3 / 2011 Fine lavori: 4 / 2014 Responsabile del procedimento: Tartari Diego architetto Contenuto delle singole opere pubbliche 83 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Va considerato che, in seguito all’intervento di riqualificazione del centro urbano della frazione di Polesine e le numerose iniziative promosse dal Comitato Feste, si rafforza la vocazione della frazione ad essere il luogo deputato allo svolgimento di iniziative ludico ricreative come si verifica in occasione di sagre e manifestazioni simili, appare pertanto più opportuno rivedere complessivamente la riorganizzazione degli spazi pubblici presenti in loco. Si dovrà pensare ad una adeguata urbanizzazione dell'area retrostante le ex scuole, già di proprietà comunale, e alla realizzazione di un nuovo complesso edilizio atto a contenere servizi accessori, quali cucine, depositi e bagni, ma anche servizi di utilità pubblica gestiti eventualmente da privati come bar o sportelli bancari. Si propongono quindi i seguenti interventi di sistemazione: · creare una area parcheggi ; · piantumare una parte della zona, in modo tale da valorizzare l'ambiente; · predisporre un adeguato sistema di illuminazione; · pavimentare tutta la nuova area con un materiale lapideo (marmo o porfido); · installare dei dispositivi a scomparsa per l’erogazione di energia elettrica ed acqua per tutte le manifestazioni che si intenderanno svolgere; · installazione di un arredo urbano; · realizzare una serie di edifici atti a divenire opportuni contenitori di servizi; Per l’intervento di riqualificazione si prevede una spesa complessiva di € 1.400.000,00. Contenuto delle singole opere pubbliche 84 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Bilancio opera (importi in Euro) Denominazione opera: Realizzazione polo energetico al servizio degli edifici pubblici e opere di arredo finalizzate alla produzione di energia elettrica fotovoltaica Responsabile del procedimento: Tartari Diego architetto Cod. interv. amministrazione: Tipologia intervento: 01 - Nuova costruzione Categoria di opere: A03 16 - Produzione e distribuzione di energia non elettrica - Finanziamenti FINANZIAMENTI Capitolo Articolo 0 0 ESERCIZIO Denominazione 2011 2012 2013 Realizzazione polo energetico al servizio degli edifici pubblici e opere di arredo finalizzate alla produzione di energia elettrica fotovoltaica 0,00 2.000.000,00 0,00 TOTALE INVESTIMENTO 0,00 2.000.000,00 0,00 - Apporto di capitale privato Anno Importo opera 2011 0,00 2012 2.000.000,00 2013 0,00 Contenuto delle singole opere pubbliche Capitale privato Tipologia 0,00 2.000.000,00 Finanza di progetto 0,00 85 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA RELAZIONE PRELIMINARE L’idea di un POLO ENERGETICO URBANO e di teleriscaldamento per gli edifici comunali, prima ancora di affrontare il vaglio delle analisi tecniche o economiche, parte con il vantaggio non trascurabile di almeno tre circostanze molto favorevoli. La prima è senza dubbio la disposizione ottimale delle possibili utenze, constatabile alla prima osservazione della pianta della città, da cui emerge che la maggior parte degli edifici urbani di proprietà comunale, quasi tutti quelli della prima parte della scheda, sono concentrati in un’area del centro di appena 400 x 200 m., e che la Piscina, il Bocciodromo sono a loro volta contenute in un’area di appena 150 x 100 m. distante non più di cinquecento metri dalla prima. La seconda circostanza favorevole è l’occasione irripetibile della ristrutturazione di Piazza Vittorio Veneto e di alcune strade urbane. Va da sé che tali ristrutturazioni consentono di minimizzare i costi di posa delle condutture eliminando in pratica le spese di scavo delle trincee e di copertura del PEU per renderlo ambientalmente compatibile e praticamente invisibile. La terza circostanza favorevole è la grande disponibilità di spazio per il PEU a margine del parco Florida, proprio vicino al centro, in posizione baricentrica rispetto alle due zone di utenza e, cosa non affatto trascurabile, in un’area già di proprietà comunale. L’idea stessa del Polo Energetico non sarebbe una novità assoluta a Pegognaga, perché esistono ben tre precedenti nel panorama impiantistico comunale in cui la stessa centrale termica è in comune con almeno due edifici, realizzando di fatto un embrione rudimentale di Polo Energetico e di Teleriscaldamento. In sostanza ora si tratterebbe di concentrare tutte le centrali urbane comunali in una sola, sostituendo alle caldaie dei piccoli scambiatori a piastre e collegandoli alle caldaie del PEU attraverso una rete di teleriscaldamento. Gli scambiatori sono autoregolati in loco e sono dotati di contatore di energia termica, pertantogli impianti satelliti non solo son separati idrulicamente come prima, così da non interferire reciprocamente in caso di guasti, ma come prima sono completamente autonomi dal punto di vista della termoregolazione e dei tempi di funzionamento. In pratica da un solo punto all’interno di ogni edificio sarà possibile effettuare la gestione del riscaldamento. Volendo poi ripartire le spese in modo molto preciso sarà possibile installare, anche in futuro, dei contaenergia per ogni utenza. La rete di teleriscaldamento è realizzata con tubi di tipo preisolato per posa diretta nel terreno, con dispositivo di segnalazione e localizzazione perdite con la precisione di un metro. Proprio grazie alla modesta estensione della rete, per il trasporto del calore si può usare acqua a temperatura ordinaria, evitando le complicazioni dell’acqua surriscaldata, ad esempio il conduttore patentato e consentendo anche l’eventuale riutilizzo di alcune delle caldaie esistenti, quelle più grandi e più recenti. Contenuto delle singole opere pubbliche 86 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA L’occasione è propizia anche per unificare la distribuzione dell’acqua potabile agli edifici comunali collegandoli con una rete di tubi in polietilene per posa diretta nel terreno nella stessa trincea della rete di teleriscaldamento, sempre a partire dal PEU. Una siffatta struttura presenterebbe alcuni significativi vantaggi che si possono così sintetizzare: 1. Aumento della sicurezza degli edifici grazie all’eliminazione di tutti i fuochi e del gas all’interno degli stessi, tutti ad elevato rischio in caso d’incendio o di scoppio, sia per l’elevato affollamento sia per il valore storico artistico sia per la funzione sociale e di servizio pubblico primario come nel caso del Municipio. 2. Riordino architettonico e riqualificazione degli edifici con l’eliminazione delle sovrastrutture che ospitano gran parte delle attuali centrali, frutto di superfettazioni che deturpano gli edifici e gli spazi circostanti, proprio quelli del centro cittadino. Infatti gli scambiatori e le pompe, che insieme formano le “sottocentrali” degli impianti satelliti, occupano pochissimo spazio e non hanno vincoli di sicurezza perciò possono essere collocati all’interno degli edifici in un qualsiasi vano. 3. Aumento dell’affidabilità degli impianti e della continuità del servizio perché i componenti fondamentali e più vulnerabili, come le caldaie, i bruciatori e le pompe dei pozzi, sono in grado di soccorrersi a vicenda automaticamente in caso di avaria, peraltro è assai improbabile che l’avaria colpisca più di un componente per volta. Questa funzione sarebbe essenziale per la rete idrica qualora essa alimentasse le reti idranti antincendio dei singoli edifici che peraltro, se affidate ciascuna all’unica pompa del proprio pozzo, non offrirebbero un eccelso grado di sicurezza. 4. Riduzione e semplificazione della manutenzione perché concentrate praticamente in un solo punto, il chè oltre a ridurre le spese di gestione concorre anche al punto precedente riducendo i tempi di riparazione dei guasti. 5. Riduzione dei costi dell’energia termica e semplificazione della contabilizzazione poiché il gas metano consumato per il riscaldamento di tutti gli edifici viene misurato dall’unico contatore del PEU: un solo contatore un solo contratto con il fornitore. La riduzione dei costi è dovuta in parte alla riduzione tariffaria risultante dal passaggio ad una fascia di consumo più elevata ed in parte all’aumento del redimento dei generatori,soprattutto nelle mezze stagioni quando ne bastano pochi a massimo regime in luogo dei tanti attuali a regime ridotto. Tuttavia le dispersioni della rete di teleriscaldamento ed il costo del pompaggio erodono ivantaggi iniziali fino a spostare il bilancio in passivo se non vengono gestiti con sufficiente attenzione. 6. Concentrazione in un punto solo delle emissioni inquinanti dei gas di combustione di una parte significativa di tutti gli impianti del centro storico, con maggiore capacità di dispersione e con la possibilità di controlli più frequenti e di eventuali trattementi di depurazione, cioè a dire meno inquinamento e migliore qualità della vita. Contenuto delle singole opere pubbliche 87 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA 7. Riduzione del numero dei pozzi nel caso della rete idrica comune, potendosi abbandonare quelli più piccoli, quelli meno affidabili perché meno profondi o più degradati e quelli più lontani dal PEU. Questo non solo ridurrà il consumo di energia per il sollevamento dell’acqua ed il costo per la manutenzione e per i controlli sanitari ma consentirà anche di sanare alcune inopportune commistioni fra utenze pubbliche e private. Inoltre la costituzione di una centrale idrica darà la possibilità di effettuare in un solo punto i controlli sanitari ed eventualmente dei trattamenti correttivi o preventivi. 8. Possibilità di impiegare fonti di energia alternative più economiche e più ecocompatibili dei combustibili fossili o di usare semplicemente combustibili diversi dal metano in caso di emergenza. Oltre al riscaldamento, che naturalmente la farà da padrone, si potrà procedere con impianti di cogenerazione per poter produrre contemporaneamente calore ed energia elettrica, integrate eventualmente con pannelli solari, impianto geotermico e pannelli fotovoltaici. L'insieme di queste fonti oltre ai vantaggi suddetti potrà portare anche a sostanziali risparmi tali che si presume di procedere alla realizzazione dell'impianto mediante Concessione di costruzione e gestione dell'impianto, ipotizzando che il gestore, grazie ai risparmi che si potranno ottenere, possa procedere alla realizzazione dell'impianto a proprio carico senza maggiori oneri a carico dell'amministrazione comunale. Il costo presunto dell'intervento sarà di € 2.000.000,00 finanziato mediante canoni che verranno pagati al gestore pari alle somme attualmente stanziate per i consumi e per le manutenzioni degli impianti esistenti. A tutto ciò l'Amministrazione si propone anche di realizzare su alcune aree nell’ambito territoriale del Comune di Pegognaga, una rete di impianti fotovoltaici, installati su pensiline protettive per ricovero veicoli in aree di parcheggio pubblico, al fine di produrre energia elettrica da immettere nella rete elettrica nazionale secondo le disposizioni del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 19 febbraio 2007 e delle relative delibere attuative emanate dall'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas. Per impianto o sistema solare fotovoltaico (o impianto fotovoltaico) si intende un impianto di produzione di energia elettrica mediante conversione diretta della radiazione solare, tramite l'effetto fotovoltaico; esso è composto principalmente da un insieme di moduli fotovoltaici, uno o più gruppi di conversione (inverter) della corrente continua in corrente alternata, quadri generali e di campo, trasformatori e altri componenti elettrici minori. Tale energia verrà prodotta attraverso l’installazione di moduli fotovoltaici su aree site nell’ambito territoriale del Comune di Pegognaga. I due impianti di produzione energetica saranno contraddistinti da una omogeneità estetica e dimensionali, prevedendo il posizionamento per ogni impianto di 32 pensiline e posizionando su di esse una struttura metallica di sostegno dei pannelli fotovoltaici, gli stessi pannelli (modello tipo solibro SL1-85), le relative connessioni elettriche (inverter) e gli altri dispositivi necessari. Le pensiline saranno collocate nelle aree parcheggio, come da tavole progettuali allegate, mantenendo invariato il numero di posti auto disponibili, nell’area parcheggio piscine la piantumazione esistente sarà opportunamente ricollocate in altro ambito da definire. Contenuto delle singole opere pubbliche 88 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Entrambi i luoghi scelti risultano efficacemente orientati ma soprattutto hanno nelle vicinanze la presenza di una cabina elettrica della rete nazionale energetica. Il sistema così pensato e composto permetterà di ricavare una potenza nominale di picco complessiva, per ogni singolo impianto, pari a circa 97.92 KWp, che in funzione di un irraggiamento medio annuo da circa 1150 kwh/KWp anno. Nella progettazione si è quindi tenuto conto della massima efficienza da raggiungere con l’intervento e del basso impatto visivo dell’intervento al fine di produrre una potenza complessiva pari a circa 225.216 kwh anno, per un costo presunto dell'opera pari a € 1.1727.438/00. Ambientalmente il progetto eviterà l’immissione in atmosfera di circa 70.000 kg di CO2 annui, pari circa alla produzione di CO2 di 14.000 auto o alla produzione annua di CO2 di circa 35 abitazioni. Contenuto delle singole opere pubbliche 89 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA Bilancio opera (importi in Euro) Denominazione opera: Responsabile del procedimento: Cod. interv. amministrazione: Tipologia intervento: Categoria di opere: Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elementare Vittorino Da feltre Tartari Diego architetto 01 - Nuova costruzione A05 08 - Edilizia sociale e scolastica - Finanziamenti FINANZIAMENTI Capitolo 800 918 Articolo ESERCIZIO Denominazione 2011 Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elemtare Vittorino Da feltre Realizzazione nuovo plesso scolasito - scuola elemtare Vittorino Da 1 feltre 1 TOTALE INVESTIMENTO Contenuto delle singole opere pubbliche 2012 2013 0,00 0,00 450.000,00 0,00 0,00 650.000,00 0,00 0,00 1.100.000,00 90 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA AMPLIAMENTO SUOLA ELEMENTARE VITTORINO DA FELTRE L’intervento edilizio in progetto riguarda l’ampliamento dell’edificio della scuola elementare Vittorino da Feltre situata in Pegognaga in via Roma e censita catastalmente al Fg 27 mapp. 115, su un lotto che ha una superficie complessiva di 3.863 mq. La destinazione urbanistica della zona, prevista dal vigente PRG, è quella per “Attrezzature per l’istruzione”. L’ampliamento avverrà in prosecuzione dell’ala destra dell’edificio esistente, nella zona retrostante, verso l’area edificata, in modo da ricavare quattro nuove aule, un nuovo blocco di servizi igienici, salvaguardando nel contempo le uscite di sicurezza e creando un percorso interno di collegamento tra la struttura principale ed il blocco mensa nonché la palestra. - Tutti i locali risultano correttamente aero- illuminati; - In ampliamento verrà realizzato anche un nuovo blocco di servizi igienici; - Altri servizi igienici vengono ricavati all’interno dello spazio occupato attualmente dall’atelier: anche qui è prevista una nursery; - Si prevede di sistemare anche la zona esterna migliorando l’aspetto complessivo delle spazio verde; - Nelle aree per il gioco all’aperto, è prevista la realizzazione di pavimentazioni antitrauma in gomma. MATERIALI UTILIZZATI L’ampliamento sarà realizzato con materiali tradizionali, nel pieno rispetto della normativa sul risparmio energetico, e precisamente: - Fondazioni continue in calcestruzzo armato - Muratura in laterizio termoisolante intonacata con intonaco di calce - Solai in laterizio e pannelli in calcestruzzo precompresso - Copertura piana termoisolata e impermeabilizzata con membrana in PVC - Controsoffitti fonoassorbenti in gesso - La copertura potrà essere utilizzata come base per pannelli fotovoltaici o solari termici Contenuto delle singole opere pubbliche 91 Programma delle opere pubbliche 2011 - 2013 Comune di PEGOGNAGA RISPETTO DELLE NORME DI SICUREZZA ANTINCENDIO L’accesso all’area consente l’intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco: i cancelli e gli spazi di manovra rispondono alle misure minime previste dal Decreto 26 agosto 1992. I materiali utilizzati nell’edificio sono di classe 1, nella misura massima del 50 % della superficie totale, nei corridoi e negli atrii, mentre negli altri locali sono di classe 0. Contenuto delle singole opere pubbliche 92