UN TETTO IN RAME PER PADRE PIO

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UN TETTO IN RAME PER PADRE PIO
La nuova Chiesa del Pellegrinaggio a S. Giovanni Rotondo
UN TETTO IN RAME PER PADRE PIO
E' stata inaugurata lo scorso Luglio a S.Giovanni Rotondo la nuova Chiesa del pellegrinaggio di
Padre Pio.
Elemento caratterizzante dell'imponente intervento: il rivestimento del tetto in rame prepatinato Tecu® Patina.
La nuova chiesa del pellegrinaggio di Padre Pio è
coronata da un tetto che, nell'ambito degli edifici
religiosi, risulta fra i più grandi in Europa. L'opera è
stata realizzata sotto la direzione del Renzo Piano
Building Workshop.
Per il progetto si sono utilizzati soltanto materiali
naturali e durevoli nel tempo. La copertura, ad
esempio, di dimensioni davvero imponenti, è
stata interamente realizzata in rame pre-patinato
Tecu® Patina.
Per il complesso design si sono resi necessari ben
19.500 m2 di questo materiale. La struttura che regge
il tetto è costituita invece da due materiali da
costruzione tipici di questa regione: legno e pietra
calcarea garganica.
Il tetto verde della chiesa di Padre Pio si adagia fra le dolci colline del promontorio del Gargano, e la sua
forma somiglia al guscio protettivo di una chiocciola gigante. Lo stile fortemente espressivo dell'edificio,
l'uso innovativo del materiale Tecu® Patina, e l'esecuzione a regola d'arte delle complicate curvature del
tetto, fanno assurgere questo edificio a originalissimo simbolo di tutta la zona.
L'impiego del materiale Tecu® Patina crea un significativo punto d'incontro fra tradizione e innovazione
tecnologica.
E' da secoli che il rame viene usato nella costruzione delle cupole delle chiese, e questo per un ottimo
motivo: è un materiale naturale che trae la sua ben nota resistenza nel tempo direttamente dalla propria
natura. Sotto l'effetto degli agenti atmosferici, le superfici in rame esposte all'aria formano uno strato di
ossido protettivo che si evolve nel tempo, e finisce per conferire al materiale la sua caratteristica patina
verde.
Il rame Tecu® Patina è pre-patinato, con uno speciale
procedimento che viene realizzato nello stabilimento produttivo
KME. Grazie a ciò, le lastre di rame Tecu® Patina risultano
già rivestite dalla caratteristica superficie verde fin dalla loro
nascita, e dopo l'installazione, il processo di ossidazione si
evolverà in modo del tutto naturale. Il verderame tipico dei
tetti delle antiche chiese europee è quindi presente da subito in
questo materiale preinverdito, per cui non è necessario
aspettare lunghi anni perché il processo di ossidazione sia
completo. Allo stesso tempo, l'ottima lavorabilità del rame,
che costituisce uno dei suoi particolari pregi, si mantiene del
tutto intatta. Sarebbe difficile trovare un altro materiale in
grado di offrire una così ricca gamma di possibilità di lavorazione, ed è proprio questa proprietà che si è
rivelata essenziale nell'assicurare la piena riuscita dell'inedito design del tetto della chiesa di San Giovanni
Rotondo.
Alcuni dati riguardanti il progetto:
Progetto: Chiesa del Pellegrinaggio di Padre Pio, sito in San Giovanni Rotondo (Foggia)
Inizio lavori: 1991
Completamento: luglio 2004
Committente: Frati minori Cappuccini della provincia di Foggia
Studio di progettazione: Renzo Piano Building Workshop S.r.l., Genova
IMPRESA DI COSTRUZIONI: Fabbrica della Chiesa Soc. Consortile S.r.l., San Giovanni Rotondo (FG)
Rame Tecu® Patina per edilizia fornito da: KM Europa Metal AG, Osnabrück, Germania
Lavorazione ed installazione rame: WAL S.r.l., Bregnano (CO)
Fotografia: KME/Christian Richters, Münster, Germania
Iter progettuale
Fu nel convento dei frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo, che Padre Pio di Pietrelcina visse fino alla
sua morte nel 1968. Questo frate carismatico è venerato principalmente in Italia, ma la sua fama si è
molto estesa dopo il 2002, anno in cui Giovanni Paolo II ne celebrò la canonizzazione.
Da allora il suo nome è noto ai fedeli di tutto il
mondo. San Giovanni Rotondo è ormai la meta
di oltre 7 milioni di pellegrini ogni anno. La
richiesta crescente di alloggio ha determinato
un boom edilizio che ha cambiato il volto di
questa zona: nel giro di due anni sono stati
costruiti ben 120 alberghi sulle colline che
circondano quello che è un semplice paesino di
montagna.
Il team di architetti che fanno parte del Renzo
Piano Building Workshop si è quindi trovato di
fronte ad una situazione resa particolarmente
difficile dall'accostamento dell'elemento
religioso a quello commerciale - difficoltà ben
evidenziate dalle tante opere edilizie che ormai
pullulano in tutta la zona. Dopo diversi
sopralluoghi di carattere esplorativo a San Giovanni Rotondo, i membri del Workshop decisero di
affrontare in modo diretto, senza compromessi, il problema di come sposare una forma di fede pietistica
con le condizioni reali del luogo - tenendo conto che la già grande affluenza di pellegrini è destinata ad
aumentare negli anni futuri.
Era dunque necessario progettare uno spazio sufficiente per 7000 posti a sedere sotto uno stesso tetto, e
potervi accogliere fino a 10.000 persone nei momenti di maggiore affluenza.
Renzo Piano trovò la soluzione giusta scartando subito l'ipotesi della tradizionale navata singola,
elemento tipico delle grandi cattedrali monastiche del Medioevo.
Il progetto di Piano prevede infatti che i fedeli si trovino raccolti all'interno di una sorta di gigantesca
conchiglia, il cui contorno esterno è costituito da un cerchio a tre quarti che si avvolge intorno al nucleo
centrale circolare, il tutto estendendosi su una superficie di circa 6.000 mq.
La struttura portante su cui poggia l'intero edificio consta di due file di archi in pietra disposti a
raggiera, in numero complessivo di 21, formanti un anello
interno ed uno esterno, di cui l'anello esterno è copia, su scala
minore, di quello interno. Gli archi di quest'ultimo hanno tutti
origine da un punto comune - l'occhio della voluta - che si
trova al centro della chiesa, nel punto dove sorge anche
l'altare maggiore. Dato che le campate degli archi
diminuiscono progressivamente con il progressivo ridursi del
raggio dell'anello, la forma a spirale che ne consegue ricorda
appunto un enorme guscio di chiocciola. Gli archi dell'anello
interno sostengono la struttura portante secondaria,
costituita da supporti in legno, che a sua volta regge il
basamento del tetto, anch'esso realizzato in legno. Grazie alla
semplicità del materiale da costruzione, quest'ultimo elemento
si armonizza in modo piacevole con la possente teoria di archi in pietra.
La superficie racchiusa entro la forma di cerchio a tre quarti del profilo esterno dell'edificio, costituisce a
sua volta l'apice del triangolo del grande sagrato, che discende lungo il fianco della collina fino
all'ingresso della chiesa. Con una superficie di 9.000 m2, il sagrato è in grado di accogliere fino a 30.000
pellegrini in una volta.
Grazie allo spazio ininterrotto e di ampio respiro che lo collega all'interno della chiesa, nelle grandi
occasioni, quando l'affluenza è particolarmente alta, i visitatori che si trovano sul sagrato possono
agevolmente seguire le cerimonie religiose.
L'ingresso del santuario, così proteso verso l'esterno, si varca passando sotto l'arco principale, il più
grande di quelli che costituiscono la struttura portante dell'edificio. Con una campata di 50 metri, ed
un'altezza di 15, si tratta del più grande arco in pietra mai realizzato. Dimensioni così imponenti
sono del tutto inedite, e hanno richiesto prove approfondite sia dei rapporti statici, sia della resistenza
dell'edificio alle scosse sismiche, essendo queste ultime fenomeno tutt'altro che raro nel promontorio del
Gargano. Gli archi portanti della chiesa di San Giovanni Rotondo sono realizzati con enormi blocchi di
pietra squadrata, seguendo la tradizione medievale - sebbene in questo caso, a differenza delle tecniche
di allora, cavi in acciaio passanti fra i blocchi permettano una certa libertà di movimento nel caso di
eventi sismici.
In futuro, i pellegrini non dovranno più raggiungere la chiesa
passando prima dal paese di San Giovanni Rotondo, che già
adesso soffre di notevole sovraffollamento, bensì potranno
percorrere la nuova via di accesso al santuario che dal lato
meridionale della collina sale su fino ad arrivare all'ingresso del
convento dei frati. Nel tratto iniziale della strada, il
rivestimento in rame della chiesa, nascosto com'è dagli alberi,
non è subito visibile. In questo punto l'attenzione viene
semmai attirata dall'imponente muro che regge il lato esterno
del grande sagrato, ed è questo muro che i pellegrini si
trovano a costeggiare mentre s'incamminano su per la collina.
Nel suo tratto più alto, il muro raggiunge un'altezza di 25 metri. A questa svolta della via, i pilastri
portanti del muro svettano sopra al sagrato sovrastante, formando la "torre campanaria" - in realtà un
colonnato - in cui sono alloggiate dodici enormi campane in fila orizzontale. Risalendo ancora la collina,
l'altezza del muro si riduce progressivamente. Al termine della via di accesso, il pellegrino si ritrova infine
sul sagrato del convento dei frati, in corrispondenza con il vertice del grande sagrato triangolare del
santuario. Questo degrada poi fino all'ingresso della chiesa, accanto alla quale sorge una imponente
croce in pietra alta 40 metri. In qualsiasi punto egli si trovi sul sagrato, al visitatore sono sempre visibili
solo tre forme: la chiesa con la sua possente copertura in rame preinverdito, il cielo sovrastante, ed infine
la grande pianura lungo la quale si snodano le vie di accesso al luogo di pellegrinaggio.
Chi entra nella chiesa non viene disturbato né da spigoli né da scalini; la stessa pavimentazione è
completamente priva di dislivelli: un passaggio senza alcuna soluzione di continuità, che ci porta
all'interno di una casa aperta al mondo, un luogo di culto che si accorda armoniosamente con i valori
professati dall'Ordine dei frati Cappuccini. Il grande arco dell'ingresso funge nel contempo da grande
vetrata luminosa, senza la quale l'interno della chiesa rimarrebbe al buio - l'unica altra fonte di luce
essendo costituita da un lucernario sopra l'altare, diffonde all'interno una chiarore suggestivo. Il
pavimento ha una curvatura concava, le file circolari di posti a sedere sono disposte a gradini in salita
intorno all'altare maggiore. Il visitatore vive le
funzioni liturgiche come se si trovasse seduto in
un teatro greco. La climatizzazione del luogo,
volta a temperare il freddo eccessivo, viene
garantita da un piccola centrale di
riscaldamento e da un gruppo elettrogeno,
collocati nell'ampio sottosuolo della chiesa. In
questo spazio, di 11.000 mq di superficie, e
quindi grande quanto una metà circa del grande
sagrato, si trovano anche la cripta, alcune
cappelle, i confessionali e moderne sale per uso
amministrativo e per riunioni.
Il nuovo complesso, è stato ultimato l'estate scorsa. Uno dei tetti più grandi del mondo è oggi visibile da
ogni parte del Gargano - un nuovo tetto in rame verde per Padre Pio.
Progettare con TECU®: il manuale
Fritz Röbbert
Rame TECU®
Progettazione, lavorazione ed installazione
La prima edizione del manuale tecnico "Rame TECU® - Progettare, realizzare, trasformare" è stata
pubblicata nel 1995 da KME AG. L'interesse riscosso dal testo ha reso necessarie una seconda ed una
terza edizione (disponibile in italiano, inglese, tedesco e francese) per soddisfare tutte le richieste.
Il manuale tratta il rame TECU® in quanto materiale da
costruzione, considerandone cioè i vantaggi dal punto di
vista tecnico ed economico, le possibilità di lavorazione
e le molteplici forme in cui è disponibile per applicazioni nel
settore edilizio. La considerevole evoluzione della tecnica di
lavorazione nel settore della lattoneria edile, unitamente alle
possibilità di strutturare e modellare il materiale, ha consentito
in architettura numerose nuove applicazioni, di cui il rame
TECU®, un materiale tecnicamente avanzato e di notevole
effetto visivo, tiene adeguatamente conto.
Una descrizione particolareggiata del rame come materiale, i
dettagli di progettazione e di lavorazione, la considerazione
degli aspetti fisico-tecnici ed esempi di realizzazione
intendono fornire le conoscenze per un impiego appropriato ed una lavorazione a regola d'arte nonché
contribuire a fare conoscere il rame TECU® come materiale moderno, economico ed ecologico.
Dall'anno 2000 (1ma edizione) il testo tecnico "Rame TECU® - Progettare, realizzare, trasformare"
è disponibile anche su CD-Rom in ben quattro lingue (italiano, inglese, tedesco e francese).
Dopo la pubblicazione della seconda edizione nel 2002, ora è finalmente disponibile la terza
versione 3.0 completamente aggiornata in CD-ROM!
Molte novità tecniche vengono presentate in anteprima nel CD-Rom: le nuove leghe di rame
TECU® Brass, TECU® Bronze e TECU® Gold.
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Info tecniche/commerciali
EUROPA METALLI S.p.A.
Divisione Laminati Roofing
Via Corradino D’Ascanio, 4
20142 Milano (MI)
Tel.: +39 02 89 38 81
Fax: + 39 02 89 38 84 78
E-mail: [email protected]
Web: www.tecu.com
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