TOCQUEVILLE/ Carrubba: la libertà "morale", unico rimedio al

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18/3/2014
TOCQUEVILLE/ Carrubba: la libertà "morale", unico rimedio al conformismo
MILANO
TOCQUEVILLE/ Carrubba: la libertà "morale", unico
rimedio al conformismo
INT .Salvatore Carrubba
v enerdì 2 1 febbraio 2 01 4
È com inciato ieri, con l'incontro pubblico di Angelo Panebianco sul tem a "Tocquev ille e l'autonom ia della
politica", il ciclo di appuntam enti su "Che cos'è la dem ocrazia", curato da Salv atore Carrubba e
organizzato dal Centro Culturale di Milano in collaborazione con la fondazione Corriere della Sera,
Critica Sociale e Laf-Libera Associazione Forense. In attesa di incontrare i prossim i ospiti - Francesco
Forte, Sabino Cassese e Andrea Sim oncini - ilsussidiario.net ne ha paralto con il curatore, giornalista ed
editorialista del Sole-2 4 Ore. Sugli inv iti che pubblicizzano il ciclo cam peggia la frase che segue: "la
politica, il potere, il futuro, il diritto, la libertà della società, la rappresentanza, lo stato, la sussidiarietà,
la sov ranità. E le loro inv oluzioni. Un tentativ o di riscoprire le fonti e le esperienze corrispondenti a
queste 'istituzioni' e 'relazioni', senza lasciare sullo sfondo quel m utam ento culturale, educativ o e
antropologico che sta av v enendo sotto i nostri occhi, nel quale tutti siam o coinv olti e responsabili".
Salvat ore Carrubba, perché met t ere in piedi un ciclo sui valori di fondo della democrazia in
un moment o in cui sembra che la crisi sia incent rat a sul mancat o rinveniment o di
soluzioni sul piano concret o e prat ico?
Non sono d'accordo sulla dom anda: non credo infatti che la crisi nella quale siam o im m ersi sia
determ inata da un sem plice disagio della tecnica, dall'insufficienza degli strum enti politici e dei m ezzi
applicativ i. A m io parere, essa trov a le sue radici anzitutto in un m odo di atteggiarsi v erso la politica: in
Italia ed in Europa stanno prendendo sem pre più piede m ov im enti populisti che sfidano non solo gli
assetti delle istituzioni, m a in primis i loro fondam enti dem ocratici. Del resto, poche ore fa, il leader del
partito più v otato in Italia ha potuto tranquillam ente dichiarare di non essere dem ocratico, senza che
ciò suscitasse alcuna reazione.
Allora a che sfida st iamo assist endo?
Siam o in presenza di una sfida lanciata alla dem ocrazia ed ai concetti ad essa strettam ente collegati:
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basti pensare alla "dem ocrazia v irtuale" che sfida non solo il concetto di dem ocrazia liberale di cui è uno
dei fondatori Tocquev ille, m a anche quello della nostra Costituzione; non siam o di fronte solo a
strum enti nuov i per attuare la dem ocrazia, m a a m odi div ersi di concepirla.
Rispet t o ai valori che ispirano la Cost it uzione e il mant eniment o di un regime democrat ico
spesso si cont rappongono pluralismo e dialogo ad efficienza e individualismo. Quest a
dicot omia è reale?
Questa dicotom ia esiste e v iene presa in considerazione dallo stesso Tocquev ille che si preoccupa, da un
lato, di assicurare il dov uto spazio all'indiv iduo ad alla sua iniziativ a, dall'altro di affrontare i rischi
connessi alla natura della dem ocrazia di m assa che fav orisce il conform ism o e l'appiattim ento, con ciò
contraddicendo al prim o obiettiv o. I risultati della tensione tra un indiv idualism o che sconfina
nell'edonism o e il conform ism o sono oggi chiaram ente v isibili nel tendenza a im porre ai politici dei
codici di com portam ento ai quali non ci atteniam o nella nostra v ita priv ata: m olti sono ev asori, m a
sbeffeggiano i politici perché guadagnano troppo. Al fondo di questa pretesa non sta altro che l'inv idia
sociale, che non è figlia dell'indiv idualism o, m a della pretesa di div entare tutti eguali: l'incubo contro il
quale m ettev a in guardia Tocquev ille.
Nel 1984 l'allora cardinal Joseph Rat zinger aveva affermat o durant e un suo int ervent o:
"Uno Stato che si appoggia sull'ethos — cioè sulla libertà — non è mai compiuto, mai
totalmente giusto, mai assolutamente protetto. È imperfetto come l'uomo stesso". Rit iene
anche lei che il rapport o t ra democrazia e libert à non sia un'equazione perfet t a?
Io credo che Benedetto XVI abbia ragione nell'afferm are che lo stato sia per sua natura im perfetto; e che
questa realtà sia un dato di cui prendere coscienza e non un errore da correggere. La ricerca della
perfezione e del paradiso in terra, infatti, conduce sem pre alla creazione di un inferno, a prescindere dal
fatto che si afferm ino ideologie politiche o m eccanism i econom ici. Occorre prendere atto che per sua
natura lo stato non è perfetto e che la libertà è il m etro su cui m isurare il tasso di dem ocrazia di un
paese. Inoltre quando parliam o di libertà è necessario m ettere a fuoco che cosa intendiam o, se il libero
arbitrio o una form a di responsabilità.
Si spieghi.
Uno stato dem ocratico-liberale non può prescindere dalla responsabilità, perché ogni cittadino dev e
scegliere e assum ersi il carico delle proprie decisioni: com e afferm a lo stesso Tocquev ille, l'uom o è un
anim ale sociale e solidale, che coopera coi suoi sim ili, dunque quandanche ci si trov i di fronte a soggetti
av enti punti di riferim ento div ersi non è m ai possibile negare che chiunque è titolare di diritti,
all'interno di un fascio di relazioni nel quale sono collocati in quanto cittadini: se tutti ci consideriam o
ugualm ente cittadini possiam o essere tutti rispettati e, con noi, i nostri interessi. Ma la cittadinanza,
ripeto, non può essere disgiunta dalla responsabilità: non è dunque possibile che, afferm ando la propria
libertà, si v ada a pregiudicare quella dell'altro che è cittadino al pari di m e. Una società perfetta, nel
senso di una società che consentisse l'assoluta realizzazione delle pulsioni indiv iduali non sarebbe una
società che realizza la libertà, bensì un luogo caotico caratterizzato dal tentativ o di im posizione della
v olontà di ognuno sugli altri.
Per quale mot ivo si è scelt o di part ire dall'analisi dell'opera di Tocqueville? Cosa può dire ad
un milanese di oggi, profano del pensiero polit ico sul suo modo di vivere ed int endere la
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polit ica?
Se il m ilanese di oggi è interessato all'ev oluzione della società, alla sua strutturazione e al suo ruolo di
cittadino, questo è il genere di appuntam enti che non dev e perdere perché certam ente ricchi di
riferim enti per lui preziosi, a partire da un'analisi ricca e v ariegata del pensiero di Tocquev ille, che
affronta il tem a della libertà com e pochi altri, facendo trapelare com e sia necessaria e conv eniente la
costruzione di una conv iv enza piuttosto che la chiusura nei confronti dell'altro. Ed è un dato
particolarm ente significativ o che queste conv ersazioni nascano dal dialogo tra un ente di ispirazione
cattolica, com e il Centro Culturale di Milano, un liberale com e sono io, e un circolo di ispirazione
socialista com e Critica Sociale, a dim ostrazione che questi tem i, e certi patrim oni ideali, sono com uni a
tutte le grandi fam iglie di pensiero.
(Francesco Cividini)
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