MOSTRA COLLATERALE La signoria vostra è invitata Un capolavoro dell’architettUra vittoniana Il settecento fu un secolo contraddistinto da guerre, carestie e sofferenze, ma fu anche il secolo dell’Illuminismo e della prima Rivoluzione Industriale, i movimenti che portarono una nuova luce nel panorama economico, scientifico, politico, culturale e artistico di quel tempo. Anche la piccola comunità di Sant’Ambrogio fu toccata da quel “bisogno di nuovo e di bello”, perché nel 1757, infatti, fu presa la decisione di progettare e costruire un nuovo edificio religioso che doveva sostituire la vecchia chiesa, ormai pericolante. Si decise quindi, di affidare il compito ad uno dei più grandi progettisti di quel periodo, l’architetto Bernardo Vittone. Insieme a Guarino Guarini, Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri, Bernardo Antonio Vittone è infatti considerato uno dei maggiori esponenti del barocco piemontese. La costruzione vittoniana fu terminata nel 1763 e ancora oggi, a duecentocinquanta anni di distanza, possiamo ammirare le sue piacevoli, morbide e armoniose linee architettoniche. Sala Consiliare Palazzo Comunale Piazza XXV Aprile,4 Per informazioni e prenotazioni: ISTITUTO COMPRENSIVO “SANT’AMBROGIO DI TORINO” Via 1 Maggio 13 – 10057 Sant’Ambrogio di Torino tel. 011-939137 fax 011 9324450 [email protected] Con il patrocinio di Lunedì-Venerdì 9.00-13.00 ; 14.00-18.00 Sab 9.00-13.00 INAUGURAZIONE UFFICIALE 5 aprile – 20 aprile 2013 VENERDI 5 APRILE 2013 ALLE ORE 18.00 1713 - 2013..300 anni Proviamo a chiudere gli occhi e caliamoci nella vita di chi, trecento anni or sono, viveva negli stessi luoghi dove, oggi, abitiamo noi. Niente luce elettrica, né cellulari o computer… niente strade asfaltate percorse dal traffico delle auto… Eppure la nostra Valle, allora come oggi, era crocevia di popolazioni in movimento, confine nella bufera di una guerra che, dopo dodici anni di desolazione e distruzione, volgeva al termine. E’ giusto che le nostre giovani generazioni riflettano sulla memoria di tali eventi ed è nostro dovere passare loro il “testimone” del ricordo e della rievocazione: non si può guardare al futuro senza essere consapevoli del nostro passato! Da queste riflessioni, nell’ottica dell’apertura della scuola al Territorio e nella speranza di poter diffondere una cultura storica completa ed approfondita, è nata l’idea di organizzare un “museo” a portata di mano, per i nostri ragazzi e per gli abitanti di questi luoghi. Nella speranza che la nostra proposta possa trovare terreno fertile e coinvolga gran quantità di persone, siano esse giovani o meno giovani, ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato nell’allestimento del nostro percorso storico: collezionisti, rappresentanti dell’Amministrazione Comunale e delle Associazioni, la Circoscrizione V di Torino, i Vigili del Fuoco, alunni, insegnanti e personale tutto della nostra Comunità Scolastica. E’ stato veramente gratificante vedere come, in un periodo di crisi e di recessione, il volontariato riesca a produrre effetti così ricchi ed accattivanti! Il modo migliore per rendersene conto è visitare la nostra Mostra, quindi…vi aspettiamo numerosi! Il Dirigente Scolastico Cristina Cerruti COMUNE DI SANT’AMBROGIO DI TORINO IL PENSIERO DEL SINDACO……. Fare un viaggio a ritroso nella storia è un esercizio non solo affascinante ma utile e di grandissimo significato. Conoscere le nostre origini, il nostro passato ci aiuta a comprendere chi siamo e dove andiamo, a trovare le chiavi di lettura del nostro presente e con queste le soluzioni ai problemi di oggi. Ognuno di noi porta nei suoi tratti fisici e comportamentali le tracce dei nostri genitori, nonni, bisnonni e così via, fino ad arrivare a generazioni a noi sconosciute ma che in qualche modo vivono in noi ancora oggi, nonostante il passare dei secoli. Questa iniziativa ha dunque un grandissimo valore educativo e culturale, non solo per i giovani, ma per tutta la cittadinanza. Il valore aggiunto è anche dato dal grande lavoro svolto a livello di volontariato dal curatore della mostra che, in anni di paziente ricostruzione e ricerca, ha raccolto un insieme preziosissimo di documenti e testimonianze storiche che ci permettono di ripercorrere quasi dal vivo la storia del settecento piemontese. Un doveroso grazie, oltre al curatore della mostra Renato Favaron, va anche al Dirigente Scolastico Cristina Cerruti per la sua sensibilità culturale ed educativa e per avere saputo abbracciare con entusiasmo e viva partecipazione lo spirito di volontariato dei cittadini del nostro paese. "La bellezza salverà il mondo": la cultura e il volontariato, anima di questa mostra, ne sono la più efficace rappresentazione Il Sindaco di Sant'Ambrogio Dario Fracchia GLI ANTEFATTI STORICI 1713-2013: trecento anni dal Trattato di Utrecht che poneva fine alla Guerra di Successione Spagnola. Una guerra che era iniziata nel 1701, che aveva infiammato l’intera Europa, e che ebbe una decisiva svolta dagli accadimenti bellici che interessarono il ducato piemontese. L’assedio di Torino del 1706 e la battaglia di Torino del 7 settembre 1706, con la severa disfatta dell’esercito franco-spagnolo, dettero inizio alla fase finale della guerra e alla definitiva sconfitta della potente Francia di Luigi XIV. Il trattato di Utrecht del 1713, con le successive modifiche apportate dai trattati di Rastadt e di Baden del 1714, scrissero la parola fine sulla lunga guerra. Il ducato piemontese di Vittorio Amedeo II fu ricompensato con l’annessione del Monferrato, con l’allargamento dei confini con la Francia, portati naturalmente alle Alpi e con l’acquisizione della Sicilia. Il piccolo Ducato sabaudo si trasformava in Regno di Sicilia e Piemonte, con Vittorio Amedeo II suo primo re. Il Trattato di Utrecht segnava quindi la nascita di quel piccolo Regno, che sarà poi l’elemento trainante per la nascita, circa 150 anni dopo, di un Regno molto più grande: il Regno d’Italia. LA MOSTRA La mostra narra gli inizi della guerra, dà ampio spazio all’assedio di Torino del 1706 e termina con la stipulazione del trattato di Utrecht. Basata per la maggior parte su documenti, stampe, libri e oggetti settecenteschi, si articola in diverse sezioni, per ricordare i personaggi, gli avvenimenti, ed il modo di vivere di quei periodi. Il Curatore della Mostra Renato Favaron