L`ultimo libro di Stefano Capone - Biblioteca Provinciale di Foggia

Carmela Lombardi
L’ultimo libro di Stefano Capone
di Carmela Lombardi
Questa è la prefazione scritta per l’ultimo libro di Stefano Capone, pubblicato
a Napoli dall’editore Liguori: L’opera comica napoletana (1709-1749). Teorie,
autori, libretti e documenti di un genere del teatro italiano.
Questo splendido libro di Stefano Capone ricostruisce la storia dell’opera
comica napoletana, un genere letterario e teatrale di grande circolazione a Napoli,
in Italia e in Europa nel Settecento. È il risultato di 25 anni di ricerca negli archivi
napoletani, sorretta da un metodo di teoria e storia della cultura che tiene conto di
tutte le componenti del testo: impresa teatrale e librettisti, struttura dell’opera e dei
teatri, stile di vita dei teatranti e sistema della parti in scena, pubblico e censura.
Stefano Capone (1959-2007) è stato uno dei migliori studiosi europei
dell’opera comica napoletana degli ultimi trent’anni. Si è formato alla scuola di
Michele Rak, prima presso l’Università di Napoli poi presso quelle di Palermo e
Siena.
Il gruppo di ricerca ha osservato diversi aspetti della storia della cultura della
Modernità a Napoli e nell’Italia del Sud: dai trattati filosofici alle accademie di fine
Seicento, dall’opera comica del Settecento alla tradizione degli ex-voto dei santuari
di Madonna dell’Arco e di Pompei, dai racconti fiabeschi ai trattati di danza. È un
gruppo itinerante che ha contribuito dagli anni Settanta alla fondazione degli studi
sulla letteratura seriale e sul ruolo della cultura visuale ed a proporlo nell’ambito
della ricerca scientifica. Un metodo di teoria e storia della cultura ed un arco di
indagini sui linguaggi d’arte in grado di ricostruire il tessuto di testi e opere con
i quali le singole culture allestiscono i propri immaginari e vivono la loro vita
quotidiana e adatte a rilevare il ruolo dei linguaggi d’arte nella configurazione delle
identità locali e nella formazione delle tradizioni anche nel pieno della cultura
mediale.
Questo tipo di ricerca studia la configurazione di un genere letterario ‘teatrale
e musicale’ e i documenti della sua nascente fortuna europea. L’opera comica esalta
l’aspetto teatrale e musicale della scrittura letteraria in una delle capitali dell’Europa
del Settecento, Napoli, e a contatto con le linee di altre culture dei diversi stati
italiani, della Spagna, della Francia e dell’Austria, segnalando la circolazione dei
suoi intrecci e dei suoi personaggi, delle sue musiche e delle sue messe in scena.
Nello stesso tempo segnala gli itinerari che dal Regno di Napoli hanno portato
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personaggi, musica e azioni in altri paesi in un momento di rinnovamento del
costume letterario e teatrale europeo
Gli studi di Stefano Capone hanno contribuito alla ricostruzione di un
aspetto vitale della cultura napoletana ed europea del Settecento. La sua breve
carriera accademica è iniziata nel 1983 con la laurea presso la cattedra di Sociologia
della Letteratura dell’Università degli Studi di Napoli, Documenti dell’impresa
teatrale del primo periodo dell’opera buffa. Ha conseguito il titolo di Dottore
di ricerca presso l’Università di Siena, Scuola di Dottorato in Scienze del Testo,
sezione Letteratura, cultura visuale e comunicazione, con una tesi intitolata I
libretti dell’opera comica napoletana (1709-1749). Materiali e documenti per la
storia di un genere letterario (2001). L’assegno di ricerca post-dottorato per l’Area
Scientifica Critica letteraria e Letterature comparate (2002) gli ha consentito di
estendere progressivamente il suo campo di indagine e di prestare le sue competenze
nell’insegnamento di Teoria e storia dei generi letterari presso la Facoltà di Lettere
e Filosofia dell’Università di Siena (sede di Arezzo) dal 2000 al 2007.
La sua ricerca sull’opera comica ha esordito con alcuni contributi ritenuti
fondamentali dalla comunità scientifica. Dai casi di conflitto tra censura e teatro
Li stravestimiente affortunate: storia di un’opera proibita, in ‘Annali della Facoltà
di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli’, Napoli, n.s. XIV (1983-84) al
sistema dei teatri nella Napoli del Settecento I teatri della melocommedia, Napoli
1986. Dalla struttura dell’impresa teatrale La struttura dell’impresa teatrale e la
produzione buffa del Teatro dei Fiorentini: da Nicola Serino a Berardino Bottone,
in ‘Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli’, n.s. XVII
(1986-87) a uno scenario del teatro napoletano Autori, imprese, teatri dell’opera
comica napoletana. Documenti per una storia del teatro napoletano del ‘700. (17091737), Foggia, 1992; Caratteri e passioni nell’opera comica, in Il mondo delle
passioni nell’immaginario utopico, a cura di Bruna Consarelli e Nicola di Penta,
Milano, Giuffré, 1997; Piccinni e l’opera buffa. Modelli e varianti di un genere alla
moda, Foggia, 2002.
In parallelo Stefano Capone ha documentato altri aspetti storici dell’opera
nei saggi I Conservatori nella Napoli barocca, in AA. VV., Centri e periferie del
Barocco, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1990; Esotismo, Oriente e India
nei libretti di opere in musica napoletane della seconda metà del ‘700, in Napoli e
l’India, atti del Convegno, Napoli-Ercolano, 2-3 giugno 1988, a cura di Antonio
Sorrentino e Maurizio Taddei, Napoli, Istituto universitario orientale, 1990.
La sua ricerca ha riguardato anche vari aspetti della cultura del Settecento in
Puglia Le nozze del principe. Diari, cantate, suppliche, bandi e altri generi letterari
per le nozze di Francesco di Borbone a Foggia (1797), Foggia 1997. I racconti della
rivoluzione. Documenti per una storia del 1799, in ‘Capitanata’, Foggia, 1999; e del
suo patrimonio sei-settecentesco (Francesco D’Andrea e il rinnovamento culturale
del Seicento a Napoli (in occasione del rinvenimento di un manoscritto sconosciuto
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degli Avvertimenti ai nipoti), in ‘La Capitanata. Rassegna di vita e di studi della
Provincia di Foggia’, a. XXXIV (1997), NS, n. 5; Una raccolta di libri napoletani
del ‘700 nella biblioteca provinciale di Foggia, in Editoria e cultura a Napoli nel
XVIII secolo, a cura di Anna Maria Rao, Napoli, 1999.
Altri contributi (Pirandello dopo D’Annunzio, in Dittico pirandelliano,
Foggia, 1989) segnalano la sua rigorosa attenzione a molti eventi del Contemporaneo
connessi con il linguaggio teatrale e musicale. Ha collaborato alla ricerca
dell’Osservatorio permanente europeo sulla lettura dell’Università di Siena con
studi sulla lettura in biblioteca.
La sua varia e appassionata attività di insegnante, di regista, di uomo di
teatro, di documentarista documentano la sua intensa volontà di partecipazione e
la sua attenzione per quanto si muove oggi nella cultura di Napoli e di Foggia.
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