ASPETTANDO BRICCIALDI Il virtuoso e l`eroe romantico Mario

Domenica 12 Aprile, ore 17.30
Terni, Auditorium Gazzoli, Sala Blu
ASPETTANDO BRICCIALDI
Il virtuoso e l’eroe romantico
Mario Carbotta, flauto
Carlo Balzaretti, pianoforte
Nato a Terni il 2 marzo 1818 Giulio Briccialdi, nostro illustre concittadino, è stato uno dei migliori musicisti del XIX secolo, considerato unanimemente il più grande flautista del suo tempo, tanto da meritarsi l’appellativo di “Paganini del flauto”. A lui è dedicato il concerto di questa sera, quasi un’ anteprima dei festeggiamenti per il 200° anniversario della sua nascita, che cadrà nel 2018. Compositore decisamente prolifico,
soprattutto per quello che riguarda il suo strumento, Briccialdi è frequentato oggi dai flautisti di tutto il mondo che studiano e si cimentano con le sue opere. Assai conosciuta è la raccolta di 24 Studi per flauto solo,
nata dall’unione di due diverse opere: i 30 Esercizi e i 18 Soli op. 31, ognuno dei quali si concentra sulla risoluzione di uno specifico problema tecnico, come ad esempio l’esecuzione del gruppetto, la dinamica, l’articolazione, la legatura di intervalli ampli e così via. Pur essendo nati come brani per flauto solo e con intenti
squisitamente didattici, per tre Adagio e sei Allegri dell’op. 31 l’autore autorizzò, affidandola ad Angelo Panzini (1820-1886), flautista e professore di Armonia al Conservatorio di Milano, la realizzazione di un accompagnamento pianistico, che diede ai brani una veste “concertistica”. Furono pubblicati nella prima metà
dell’ottocento dall’editore milanese Giovanni Canti e poi, più tardi, ripubblicati da casa Ricordi. L’Adagio
in do minore dall’op. 31 che aprirà il concerto è uno di questi. Nell’edizione originale gli Esercizi sono preceduti da brevi preludi. L’ Introduction et variations, l’ Andante e Variazioni sul tema “God save the
Queen” op. 51 e il Carnevale di Venezia op. 78 appartengono tutti e tre al genere della Variazione, tanto in
voga nei salotti ottocenteschi. Applicato alla musica di tutte le epoche, il principio della variazione si sviluppa fino a diventare un genere vero e proprio in cui la tecnica della variazione, non più volta alla ricerca della
varietà di espressione, diventa un puro artificio intellettuale fine a se stessa. I Temi da variare, inventati dal
compositore o tratti da famosi brani del momento (arie d’opera, canzoni popolari, famosi brani strumentali)
dovevano essere semplici, lineari, con una chiara struttura armonica, come nel caso dell’Inno nazionale del
Regno Unito o del Carnevale di Venezia appunto, mentre le Variazioni, il cui numero non era fisso, servivano a dimostrare l’inventiva del compositore e il virtuosismo e l’abilità tecnica dello strumentista in questione. Un altro flautista e compositore, il francese Louis Drouet, aveva scritto una serie di variazioni sull’inno
inglese nel 1829, una ventina di anni prima di Briccialdi, che intorno agli anni 50, divenuto popolarissimo a
Londra decise di scriverne una sua versione. Entrambe costituiscono un arduo banco di prova per i flautisti
che vogliano cimentarvisi. Quelle sul celeberrimo tema del Carnevale di Venezia, precedute da una brevissima introduzione, sono una delle composizioni più eseguite di Briccialdi. Introduction et variations è un brano inedito, conservato manoscritto nella biblioteca del Conservatorio di Milano. E’ formato da un’introduzione (Andante sostenuto) seguita dal Tema con tre variazioni, l’ultima delle quali in forma di rondò. Il flautista inglese Trevor Wye, a proposito di questo genere di musica, spesso sottovalutato dagli strumentisti scrive: “L’esecutore può pensare che questa sia musica da dimenticare. E’ facile respingere l’aria e variazioni
con una risata. Prima suonatele e poi ridete”! L’Andante e Polonese op. 62, pubblicato a Londra nel 1850 è
dedicato a Mr William Graeff Nicholls. Si compone di due tempi: una sorta di introduzione affidata al solo
pianoforte (Allegro) e un Andante, Tempo di Polacca. Altamente virtuosistico, il brano è basato sull’elaborazione e ornamentazione di piacevoli melodie. La Fantasia per flauto e orchestra op. 103 “Le attuali emozioni d’Italia” fu scritta nel 1861, anno della proclamazione di Vittorio Emanuele II a primo Re d’Italia. Fervente garibaldino, tanto da prodigarsi nell’organizzare ripetutamente tournées volte a finanziare l’impresa
dei Mille, Briccialdi lascia trapelare i fermenti dell’avvenuta unità italiana in questa fantasia: una sorta di variazioni di bravura sull’Inno di Garibaldi, intercalate al tema dell’Inno Austriaco, a un canto monastico, con
chiaro riferimento allo Stato Pontificio, e a citazioni di canti popolari napoletani, romani e veneziani dell’ottocento. Una simbologia che rievoca l’inquietudine risorgimentale, la contrapposizione dei blocchi politici e
militari, i diversi caratteri regionali del nuovo stato che si andava a formare, e lo slancio travolgente, su tutti,
del generale Garibaldi. (Valentina Piovano)