vi porto in paradiso - Viaggiare in Puglia

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novembre 2011
roma colossale
Capolavori del Novecento
londra del design
Dove nascono
i nuovi trend
vacanze d’inverno
Mete top per svernare
al caldo... e non solo!
luca argentero
alle maldive
Vi porto
in paradiso
fuga romantica
negli atolli da sogno
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Bien vivre
piemontese
gastronomia
Riso, chicchi
di fantasia
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Dai Tropici all’Italia,
da 180.000 euro
Mensile
4,50
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Puglia
Capricci di pietra
e di pane
Viaggio nell’entroterra pugliese sulle
orme di Federico II di Svevia, tra
masserie, castelli e antichi sapori
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testi e foto di Carlos Solito
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Viaggio al centro
della Puglia
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Welcome to
Jurassik Park
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Pane
& Co.
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Lecce: la piazza del Duomo. Sotto e nella pagina a destra, particolari della
decorazione barocca della chiesa di Santa Croce. In apertura il pane tipico e
il leone stiloforo della Cattedrale di Altamura
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Armonia e senso di pace regnano nell’entroterra
della Puglia, orgoglio di re e imperatori bizantini, normanni, svevi, angioini e spagnoli che, come segno del
loro forte e solido passaggio, fecero sorgere da nord
a sud una ghirlanda difensiva di poderosi castelli e
manieri. Tra tutti spicca l’ambiziosa figura del grande
Federico II di Svevia, che definì la regione “del nostro ristoro” perché qui trovava pace da battaglie e
scomuniche, impegnandosi in battute di caccia tra i
rigogliosi boschi di un tempo. La terra alla quale donò, con grande senso dell’arte, imponenti monumenti,
tra manieri e residenze imperiali, per affermare il segno del suo potere e per accogliere scienziati e dotti
del tempo. Segni indelebili voluti con incredibile genio
architettonico dallo “stupor mundi”, “puer Apuliae”,
“imperator romanorum, rex Jerusalem et Siciliae”
autoproclamatosi “Caesar semper Augustus, Felix
Victor ac Triumphator” che più di ogni altro amò
questa terra percorrendone i sentieri, i boschi, le steppe, i monti, scoprendo la dimensione pura di un territorio allora integro. Le stradine di campagna e i sentieri
nascosti nella macchia, svelano i segreti di una regione fedele alle proprie origini e preziosa di natura, si
amoreggia con i silenzi dei grandi spazi che hanno attratto nei secoli santi ed eremiti. Un entroterra caratterizzato dalla presenza di un gran numero di ulivi
secolari, da oasi di macchia mediterranea, dalle scabre
superfici calcaree e da una moltitudine di gravine e
grotte nelle quali si mescolano i segni del sacro e dell’arte, frutto di quella sapienza nativa che ha costruito,
nel tempo, meravigliose città di pietra (veri trionfi di un
personalissimo barocco), possenti cattedrali romaniche
ed efficienti e produttive masserie.
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Lecce in 24 ore
Arrivando comodamente all’aeroporto di Brindisi
Casale, una sosta d’obbligo è Lecce, dove prevale lo
stile dell’eccesso. Ogni strada, ogni vicolo del centro
storico è un museo a cielo aperto del cosiddetto barocco leccese. L’ostentazione dei monumenti inizia da
Porta Rudiae, che dà l’accesso alla lunga via Libertini
dove è possibile vedere, in sequenza, l’ardita chiesa del
Rosario, il portale di palazzo Lecciso e, sull’ampia
piazza, il Duomo dedicato alla Vergine Assunta, opera del genio Giuseppe Zimbalo, con l’alto campanile,
il palazzo Vescovile e il Seminario. Da qui l’itinerario prosegue per via Palmieri e arriva alla basilica
ALVINO SUITE & BREAKFAST
Nel cuore di Lecce, un B&B dall’atmosfera raffinata con
affaccio diretto sull’Anfiteatro Romano, Piazza S.Oronzo
e il Sedile. La sua struttura è caratterizzata da 5 camere
dotate di ogni comfort, dove l’originale edificio storico del
‘700 si fonde con il design contemporaneo.
Via Di Biccari 6, Lecce
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Vanta una tradizione familiare secolare: dopo il punto vendita di Bari, Mario Mossa apre una gioielleria a Lecce in
una palazzina di due piani, con un grande showroom per
l’argenteria. Oltre a orologi di marca, gioielli e diamanti,
propone una propria linea di orologi, sportivi o eleganti,
raffinati e a prezzo contenuto.
Piazza S. Oronzo 27/28, Lecce
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Mondi nascosti
Viaggio al centro
della Puglia
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La Puglia vanta un firmamento di grotte e caverne: sono circa 2500 quelle
censite dagli speleologi che, dal Gargano al Salento, hanno esplorato abissi,
voragini, ipogei artificiali e caverne decorate da stalattiti e stalagmiti. Le tappe
“underground”da non perdere lungo il nostro itinerario sono le chiese rupestri di
Ginosa tra le quali spicca, nella gravina del Casale, la cripta dell’Ecce Homo il cui
nome è dovuto all’omonimo affresco. In origine questo ipogeo, prima di diventare
una chiesa, era una tomba a camera dell’epoca classica. Per la visita, contattare
la Pro Loco di Ginosa (tel. 099 22 10 286 | www.passiochristiginosa.it). A
Gravina in Puglia, invece, è possibile entrare nei sotterranei (che si sviluppano
per chilometri) dove si aprono improvvisamente ambienti dalle dimensioni
inimmaginabili, simili alle navate di una chiesa. Per vederle ci si può rivolgere a
Gravina Sotterranea (tel. 368 57 77 26 | www.gravinasotterranea.it).
di Santa Croce, la massima espressione del barocco
leccese, ricca di decorazioni, frutto del virtuosismo
locale, indubbiamente uno dei monumenti più belli del
patrimonio artistico italiano. A un tiro di schioppo la
centralissima piazza Sant’Oronzo, con la parte inferiore dell’anfiteatro romano del II secolo, la colonna
di Sant’Oronzo, il palazzo del Seggio o Sedile e le
chiese di San Marco e Santa Maria delle Grazie.
Da castello a castello
L’itinerario vero e proprio nella Puglia dell’entroterra, comincia andando verso ovest con due soste rapide ma indispensabili. La prima è Oria, sorvegliata
dalla severa mole della fortezza sveva ricca di torri e
mura merlate erette nel nome di Federico II. In nome
del grande imperatore ogni agosto si celebra il più suggestivo corteo medievale della regione che ricorda lo
scenografico torneo indetto dallo stesso imperatore in
occasione delle sue nozze con Jolanda di Brienne nel
1225 a Brindisi. Manduria, vicinissima, è invece la
patria del Doc Primitivo: a presentarla, grandi distese di vigneti coltivati ad alberello. Circondata ancora
dalle poderose mura megalitiche, erette dai Messapi,
possiede un vasto parco archeologico con diverse necropoli, e, nell’abitato, la chiesa di San Gregorio Magno in stile romanico, il ghetto ebraico del XV-XVI
secolo e il palazzo degli Imperiali. Superata, senza
sosta, Taranto, si continua, in vista di uliveti secolari,
verso nord per arrivare a Palagianello, dominato dal
proprio massiccio castello feudale dal quale si ammira un ampio panorama sulle sottostanti gravine. Un
universo dei cosiddetti canyon della Murgia e dell’arco ionico, scavati dall’erosione, di grande spettacolarità naturalistica con macchia mediterranea, leccete e
pini d’Aleppo sui quali volteggiano grandi rapaci. In
tempi remoti qui c’era una civiltà rupestre e oggi ne
restano abbondanti tracce con veri e propri villaggi. Un
firmamento di opere d’arte, scavate nella tenera roccia
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In queste due pagine, partendo da sinistra, i ruderi del castello di Federico
II, il Duomo e, sotto, una veduta panoramica di Gravina di Puglia
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Antiche tracce
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Welcome to Jurassik Park
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La storia di Altamura, o meglio la preistoria, si legge anche e soprattutto fuori dalla città. Diversi
sono i siti preistorici del territorio che, appunto, gli hanno valso l’appellativo di Jurassik Park della
Puglia. Si potrebbe partire dalle impronte di dinosauri scoperte nella cava di Pontrelli, sulla via per
Santeramo, dove ci sono migliaia di tracce circolari di dinosauri: una vera e propria pista. Non molto
distante c’è anche l’ampia dolina carsica del Pulo, un vero e proprio cratere, formatosi dal crollo del tetto
di un’antica e immensa caverna. Oggi questa depressione è profonda circa 100 metri. A farla da padrone
c’è il cosiddetto Uomo di Altamura, uno scheletro del Pleistocene medio custodito in una colata di
stalattiti e stalagmiti nella grotta di Lamalunga. E, ancora le più belle caverne del Parco dell’Alta Murgia:
le grotte di Mezzoprete e Torre di Lesco con migliaia di concrezioni. Info: CARS, Centro Altamurano
Ricerche Speleologiche, via Napoli 30 | Altamura (Ba)| tel. 328 93 69 890 | www.carsismo.it
Alcuni prodotti tipici pugliesi offerti dall'Agriturismo Valle Rita a Ginosa,
in basso, l’interno dell’antico Forno Santa Chiara ad Altamura. A
fianco, ulivi secolari
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calcarenitica: nuclei abitativi, celle monastiche, chiesette ipogee affrescate con policromi dipinti, scalinate, vasche e impluvi. A due passi Ginosa, l’antica
“Genusium” di Plinio, sorge proprio nella gravina e
introduce bene il mondo della civiltà rupestre con le
cripte di Santa Sofia, Santa Barbara, Santa Domenica
e San Leonardo. Alle spalle dell’abitato, tra le sconfinate distese rocciose della Murgia, il cui nome deriva
da “murex murgis” (pietra aguzza), si seguono le indicazioni per Altamura, il cui nome è legato alle tipiche
focacce pugliesi con i pomodorini e al pane dop da
assaggiare tra i tanti forni del centro, ovviamente con
dell’extravergine d’oliva. Brulicante di viuzze e claustri
(piazzette cieche), il centro storico, tutto in pietra, è
tra i più belli di Puglia e vanta una delle poche costruzioni sacre volute da Federico II: la cattedrale
romanico-gotica dell’Assunta, dalla monumentale
facciata racchiusa da due massicci campanili e con un
portale, finemente decorato, tra due severi leoni. Anche
la vicina Gravina in Puglia ha un centro storico ricco di monumenti. Aggrappata sul ciglio di un profondo canyon butterato da chiese rupestri, a dominare il
profilo medievale dell’abitato c’è il Duomo, rifatto nel
Quattrocento, dal quale conviene partire per una visita al suggestivo rione rupestre del Fondovico. Fuori
l’abitato, in una campagna solitaria ci sono i resti del
castello federiciano del 1231 a pianta rettangolare.
Sfornato in tutta la regione in ben cento varietà,
è quello di Altamura, marchiato dop, il più celebre,
menzionato anche nelle “Satire” di Orazio nel 37
a.C.: “l’acqua, la cosa più comune, qui la vendono; ma
il pane è buono veramente, tanto che il passeggero
scaltro suole farne provvista per il viaggio”. Cotto in
forno a legna, a base di farina di grano duro, semola gialla e lievito naturale acido, può essere
conservato per circa due settimane, mantenendo
croccante la crosta e soffice la gialla mollica. È buono
soprattutto da abbinare alle numerose conserve
sott’olio e al canestrato pugliese dop, formaggio
ovino della transumanza a pasta dura, dal sapore appena piccante, oggi prodotto nell’areale del Parco dell’Alta Murgia. In tema di formaggi e latticini l’elenco
continua con la burrata di Andria, sacca elastica in
pasta filata, farcita con un morbido ripieno di pezzi
di mozzarella e panna di latte, avvolta in aromatiche
foglie di asfodelo. C’è anche la ricotta dura - stagionata - e forte, cremosa e piccante. E sono proprio le
abbondanti grattugiate di pecorino e ricotta a dare
più vigore alle orecchiette, da mangiare anche con le
cime di rapa. Stanno bene anche insieme ai funghi,
tra i quali primeggia il gustoso cardoncello delle sassose superfici.
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La Puglia è servita
Pane & Co.
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Hanno detto
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SERGIO RUBINI
Attore e regista, Sergio Rubini ambienta i suoi film nella sua “cinecittà” prediletta: la Puglia! È nato a
Grumo Appula, ma ha vissuto la sua
adolescenza ad Altamura, dice: “La
mia è una terra levantina, aperta allo
scambio all’Oriente e mantiene quella
dimensione del sud che sa di magia
e ancestralità che amo tanto e ispira
i miei film”.
NICO CIRASOLA
Pugliese doc, Nico Cirasola è autore di
diversi cortometraggi tra i quali il fortunatissimo “Focaccia Blues” che narra
di come un panettiere altamurano sia
riuscito a far chiudere il vicino McDonald’s. Nativo di Gravina in Puglia,
numerosi sono i suoi cortometraggi tra
i paesaggi dell’Alta Murgia della quale
dice “mi affascina la luce, soprattutto
quella dopo un’acquazzone che è forte
e proietta ombre decise e dona ai colori
una brillantezza unica”.
La corona di pietra
La prossima tappa si trova proprio nel cuore del Parco
Nazionale dell’Alta Murgia dove, allo sguardo, si aprono solo sconfinate distese rocciose dalle severità lunari.
Ampi spazi segnati dall’uomo durante la millenaria
attività di transumanza. In ogni parte dell’altopiano
ecco quindi comparire, tra muretti a secco e chilometrici tratturi, masserie, casedde, pagliari, poste per gli
armenti e “jazzi” per l’allevamento delle pecore. Ma,
tra i tesori del passato, il più noto è sicuramente l’inespugnabile Castel del Monte. La sua monumentalità
è stata paragonata alle Piramidi, alla Cupola della Roccia di Gerusalemme, al Taj Mahal. Parlare di Puglia
inevitabilmente vuol dire parlare anche di Castel del
Monte, la favolosa “corona di pietra” voluta da Federico II di Svevia e ultimata poco prima della sua morte.
Monumento nazionale dal 1876 e inserito dall’Unesco
nell’elenco dei patrimoni mondiali dell’umanità, questo
A fianco e in alto, la
Cattedrale di Altamura
e un particolare della sua
decorazione.
RICCARDO SCAMARCIO
Tra i più altisonanti nomi del nuovo
cinema italiano, Riccardo Scamarcio, nato ad Andria, della sua Puglia
dice: “È un posto speciale, una penisola nella penisola, piena di ulivi, piatta
e protesa verso l’Oriente di cui rappresenta, in un certo senso, la porta.
Nella Murgia che sta appena fuori
Andria ti ci puoi perdere per ore e ore e
arrivare a Castel del Monte, un posto
meraviglioso e magico”.
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Interno ed esterno di Castel del Monte
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Oh che bel castello
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Oltre a Castel del Monte, la Puglia custodisce una gran quantità
di fortezze e non c'è città, paese o borgo che non abbia la
propria. Noi vogliamo solo segnalarvi le più importanti:
Lucera: il suo castello ha una pianta pentagonale e una
massiccia cinta muraria lunga ben 900 metri, arricchita da
torrioni. All'interno c'è il palazzo di Federico II. È stato utilizzato
come set per diversi film.
Trani: utilizzato anche come carcere, nacque per volontà
di Federico II nella prima metà del Duecento dall’architetto
Filippo Cinardo da Cipro. Molto rimaneggiato nel corso dei
secoli, non perse la vocazione di baluardo difensivo nei
momenti difficili della città.
Brindisi: ce ne sono ben due: il Castello a Mare e il Castello
Federiciano. Il primo si deve agli aragonesi, mentre il secondo
fu sempre voluto da Federico II. All'inizio era solo un mastio
quadrato, successivamente dopo vari restauri e modifiche,
furono aggiunte le quattro torri cilindriche. Divenne carcere e
anche sede della Marina Militare.
Taranto: sorge su alcune strutture bizantine presistenti,
ma l'aspetto attuale lo deve a Ferdinando d'Aragona che lo
commissionò all’architetto Ciro Ciri. Nella struttura è simile al
castello di Otranto, ma in più possiede la particolarità di aver
conservato il ponte girevole, caratteristica che lo rende quasi
unico in Italia.
Massafra: la sua costruzione si deve ai Normanni, ma
successivamente divenne la dimora di una famiglia nobile
napoletana. La sua pianta quadrata domina incontrastata il
paese sottostante di Massafra.
La corte interna di Castel del Monte
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L'Agriturismo Valle Rita a Ginosa
eterno diadema imperiale splende dal 1240. In esso si
fondono dettagli architettonici romani, arabi, normanni e gotici, cioè gli stessi elementi della versatilità
culturale di Federico II. Con una sorprendente pianta
ottagonale, arricchita in corrispondenza dei vertici dei
lati da otto torri di forma analoga, il maniero si slancia
verso il cielo sulla sommità di una collina, dominando le superfici del versante settentrionale della Murgia.
Tra incredibili silenzi, turisti da ogni parte sono attirati dalla possente mole dell’edificio che dall’alto dei
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540 metri, per lo stupore che suscita tra i visitatori, si è
guadagnato l’appellativo di “stella della Murgia”. Un
monumento dall’incredibile fascino che, nonostante
l’apparente compiutezza, si sottrae da sempre ad un’interpretazione completa e definitiva. Unico nel suo genere in tutto l’Occidente con particolari analogie con
l’architettura islamica del nord Africa, la sua progettazione è stata indubbiamente realizzata sulla base del
significato simbolico dell’otto, che nel mondo islamico
è considerato un numero magico.
Suggerimenti di viaggio
In aereo; da Roma e Milano, si arriva all’aeroporto di
Brindisi Casale, appena a 40 km da Lecce. Per info sui
voli: www.aeroportobrindisi.com. A Brindisi si può noleggiare un’auto contattando: Avis (tel. 0831 418826),
Europcar (tel. 0831 41 20 61), Hertz (tel. 0831 41 30
60), Maggiore (tel. 0831 41 81 55), Sixt (tel. 0831 41 12
53), Thrifty (tel. 0831 41 37 11).
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focacce, biscotti, taralli, frise e pasta fresca.
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