Sciogliamo i dubbi: omeopatia o medicina?
SCOPRIRE E CAPIRE IL MONDO
MAGGIO 2016
Focus
Mini
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OTTO RISPOSTE CHE LA SCIENZA NON HA MAI DATO
COME È FATTO E COME FUNZIONA:
Il sogno
DOMANDE & RISPOSTE
Pag. 6-7-8-9
LA SFIDA:
Le dinamiche del sogno
tra scienza e psicologia
Prevenire il tumore al colon
Pag. 4-5
CONFRONTO:
Omeopatia o medicina?
Pag. 2-3
Pag. 10-11
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Cos'è la medicina
tradizionale?
Confronto:
È la scienza che ha per oggetto i fenomeni
patologici che alterano o possono alterare la
funzionalità dell’organismo umano. La medicina tradizionale ha lo scopo di mantenere
o ripristinare, mediante gli opportuni mezzi
preventivi o terapeutici, lo stato ottimale
delle condizioni di salute di un individuo.
LA VISITA TIPO: MEDICINA TRADIZIONALE
All’inizio di una qualsiasi visita
medica,
il
dottore
indaga
sull’anamnesi del paziente. Al paziente viene chiesto se, recentemente, abbia sofferto di qualche
malattia o se all’interno della sua
famiglia ci siano malattie ricorrenti. Successivamente il paziente
descrive i sintomi che gli causano malessere e il medico procede con una visita specializzata
per ritrovare indizi che permettano di riconoscere il disturbo
del paziente. Se la visita non è
sufficiente per fornire una diagnosi completa, il dottore raccomanda esami clinici, il cui referto viene poi analizzato dal medico stesso. La visita si svolge,
quindi, con finalità precise: una
particolare
attenzione
all’eliminazione del sintomo e
alla cura del malessere del pa- STUDI SCIENTIFICI
ziente nel modo Dai tempi della nascita della scienza
meno invasivo e moderna sono stati eseguiti studi scienpiù breve possibi- tifici sui diversi principi attivi dei farle. E’ frequente la maci e sul loro potere terapeutico nei
prescrizione di un confronti di diverse patologie. Negli
farmaco adegua- ultimi anni sono stati fatti importanti
passi avanti nella ricerca di cure e rimeto.
di di malattie considerate quasi incurabili come i tumori. Un farmaco per essere commercializzato deve avere una
dimostrata proprietà terapeutica.
MEDICINA O
COME FUNZIONA?
I
farmaci
tradizionali
o
“allopatici” sono in gran parte di
natura chimica. In seguito a test
in laboratorio e sperimentazione su esseri viventi possono
essere introdotti nel mercato. I
farmaci tradizionali possiedono
un principio attivo che ha l’ azione di curare il sintomo sovvertendo il “disordine” causato dalla malattia. Alcuni di essi infatti
utilizzano molecole che annientano i batteri o le cellule malate
dell’organismo. I farmaci tradizionali, se usati in modo scorretto, possono essere molto dannosi per la nostra salute poiché favoriscono la comparsa degli irreversibili effetti collaterali indicati nei
foglietti illustrativi.
Sia la medicina tradizionale che quella
omeopatica presentano punti di forza
e debolezza. Non vanno in alcun modo
contrapposte, perché entrambe, anche
se in maniera differente, mirano a migliorare la salute del paziente.
Nella loro collaborazione risiede,
quindi, il futuro della medicina, che
ha come obiettivo principale il benessere del paziente. Ad una guarigione veloce e definitiva, unita
all’assenza di effetti collaterali, ci si
può avvicinare moltissimo con la
“medicina integrata”.
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Cos'è l'omeopatia?
LA VISITA TIPO OMEOPATICA
L'omeopatia (dal greco ὅμοιος, simile, e
πάθος, sofferenza) è una controversa pratica della medicina alternativa basata sui
principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann verso la fine del XVIII
secolo. Hahnemann decise di spiegare uno
dei principi della sua nuova medicina con il
celebre aforisma latino “similia similibus
curantur” («i simili si curano coi simili»).
OMEOPATIA?
COME FUNZIONA?
I farmaci omeopatici sono di
origine vegetale e sono ottenuti diluendo la sostanza in acqua per un numero molto elevato di volte con il processo di
diluizione e succussione. Dopo
12 CH ( 1 goccia di sostanza
diluita in 1200 gocce di acqua)
scientificamente il principio
attivo non dovrebbe essere più
presente nella soluzione.
Le indagini analitiche possono
verificare, ma alcuni recenti
studi affermano che l’acqua
all’interno del farmaco possegga una maggiore termoluminescenza e conducibilità elettrica. Per gli omeopati, proprio
grazie a queste proprietà , il
farmaco può curare il paziente.
Il farmaco omeopatico non
cura, a differenza dei medicinali tradizionali, il sintomo, ma
la malattia e per questo i tempi
di guarigione sono relativamente più lunghi e variano molto
da persona a persona. Il paziente
viene curato con una diluizione a
base di una sostanza che in dosi
massicce provoca gli stessi effetti
della malattia (similia similibus
curentur). Un individuo malato,
secondo gli omeopati, subisce un
drastico calo della sua energia vitale. Gli effetti di questa medicina
alternativa agiscono anche su questa energia per ristabilirne il livello.
Secondo gli omeopati in questa cura non può influire l’effetto placebo.
Si è dimostrato come non fosse
possibile riscontrare una percentuale così alta di pazienti curati attraverso l’ effetto placebo.
La visita omeopatica può essere lunga, perché viene dedicato molto tempo alla raccolta delle informazioni per conoscere a fondo
il paziente. Per individuare un rimedio a lui
adatto il medico deve considerare aspetti
sia fisici che emotivi del malato. Tra medico
e paziente si forma, quindi, un legame molto forte. La visita si divide in tre parti:
Osservazione:
durante
questa
fase
l’omeopata osserva il comportamento della
persona che, a volte, inconsapevolmente
“svela” ciò che a parole resterebbe nascosto.
Questi
segni,
associati
all’imprescindibile dialogo con il medico,
sono importanti perché indirizzano verso
una comprensione olistica del soggetto che
oltrepassa l'immagine che ognuno tende a
dare di sè.
Le domande: consente di studiare i sintomi
di cui il paziente parla e di analizzare
anche organi, zone fisiche e mentali
apparentemente indenni. Il medico
omeopata farà, dunque, molte domande, dando spesso l’impressione
di soffermarsi su aspetti secondari.
L'esame clinico prescrizione dei prodotti: al termine della visita vengono
analizzati fattori come il carattere
generale della pelle, la costituzione,
eventuale sovrappeso, lo sviluppo
sulla pelle di nei, segni specifici delle
palpebre, della labbra, dei rossori
cutanei.... infine in base a tutte le informazioni raccolte viene prescritto
il prodotto che mira a riequilibrare il
corpo e la mente andando alla radice
del disagio. Il farmaco omeopatico
viene quindi prescritto “ad hoc” in
base a moltissimi fattori: non è detto
che a due persone che hanno uno
stesso sintomo venga prescritto lo
stesso farmaco omeopatico.
STUDI SCIENTIFICI
Sono in corso studi scientifici, ma al momento
nessuno conferma l’effetto terapeutico della
medicina omeopatica. Tuttavia l’assenza dei
effetti collaterali la rende “innocua” poiché
non provoca effetti indesiderati.
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Tumore
al colon:
giochiamo
d’anticipo
Cos’è il tumore
al colon retto?
Il Carcinoma del colon-retto è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza
nella popolazione italiana, con quasi
52.000 diagnosi stimate per il 2015.
Il tumore al colon è una neoplasia maligna, situata nel 39 per cento dei casi
nel retto.
La cancerogenesi, ovvero la formazione del tumore, è dovuta a delle alterazioni geniche all’interno delle cellule
che diventano cellule neoplastiche. La
chirurgia è in genere il principale trattamento, ma molto spesso da sola non
è sufficiente. In un caso su cinque infatti il tumore è troppo avanzato e si ricorre all’utilizzo di terapie specifiche.
Con il tempo, la continua sperimentazione ha fatto sì che oggi il paziente
può essere sottoposto a diversi tipi di
cure.
Queste variano a seconda dello stadio
della malattia ed alle caratteristiche
dell’organismo per evitare i diversi
effetti collaterali che queste possono
provocare.
La chemioterapia è quella più efficace
nel bloccare la diffusione del tumore in
altri organi, ma causa allo stesso tempo effetti dannosi per l’organismo, va a
colpire infatti anche le cellule proliferanti dei tessuti sani.
E’ una terapia sistemica che utilizza
sostanze chimiche che agiscono in maniera indiscriminata nelle cellule tumorali, ma anche nelle cellule non patologiche.
La radioterapia invece utilizza radiazioni ionizzanti, non sotto forma di
farmaci, che provoca la morte cellulare. Si tratta di una terapia localizzata;
mediante un’apparecchiatura esterna
vengono indirizzate le radiazioni nel
“bersaglio” da colpire, ovvero il carcinoma.
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I farmaci biologici sono medicinali di
recente immissione sul mercato in grado di interagire con componenti vitali
delle cellule tumorali e di impedire, nel
caso del cancro del colon-retto, la crescita del tumore.
Questo tipo di cura può essere somministrata solo quando la neoplasia presenta caratteristiche molecolari specifiche, che ne predicono la risposta.
La sperimentazione quindi è stata e
sarà fondamentale per lo studio di
nuove terapie e di limitare il più possibile le loro conseguenze nocive per il
resto dell’organismo.
LA NOSTRA SFIDA:
Prevenire il tumore al colon
Il giorno lunedì 14 Marzo abbiamo realizzato la nostra sfida, ovvero quella di
organizzare un incontro con un esperto
in anatomia patologica.
Il nostro obiettivo era quello di capire
come potrà verificarsi in futuro una
progressiva diminuzione di casi del
tumore al colon retto inducendo i giovani ad attenersi alle norme di prevenzione per limitare la possibilità di contrarre la malattia. Con le diverse modalità di prevenzione ovviamente non è
possibile evitare con certezza la malattia ma è importante attenersi a queste
per
un
f ut u ro
mi gl io r e.
può aumentare il rischio di sviluppare
questo tumore. Al contrario una dieta
ricca di fibre e con un basso contenuto
di grassi saturi riduce il rischio. E’ importante, quindi, assumere abitualmente verdure e diminuire la quantità
d i
c a r n e
r o s s a .
MORE AL COLON?
L’ISTITUTO OSPEDALIERO PUBBLICO
È DOTATO DI UN SERVIZIO FINALIZZATO ALLA PREVENZIONE DEL TUMORE?
L’ALCOOL PUÒ RAPPRESENTARE UN
RISCHIO?
E’ sconsigliabile l’utilizzo di bevande
alcoliche. Infatti, anche, piccole quantità di alcool innalzano il rischio di cancro del colon. Si stima che ogni incremento di due unità alcoliche nel consumo medio giornaliero, produca un auUNA GIUSTA ALIMENTAZIONE PUÒ mento della probabilità di sviluppare la
LIMITARE L’INSORGENZA DEL TU- malattia dell’8%.
Il metodo più efficace per diminuire la
probabilità dell’insorgenza del cancro
al colon-retto è seguire una dieta sana
ed equilibrata. Infatti numerosi studi
scientifici suggeriscono che una dieta
ricca di grassi animali e povera di fibre
La neoplasia è spesso conseguenza di
un’evoluzione di lesioni benigne che
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impiegano un periodo molto lungo, dai
sette ai quindici anni, per trasformarsi
in forme maligne. È, perciò, importante
sottoporsi a degli esami di screening
affinché si possa intervenire nella cura
del tumore, nel caso di diagnosi positiva, in uno stadio non avanzato, aumentando così le probabilità di guarigione.Il test di screening utilizzato quasi
nella totalità del programma è il test di
sangue occulto nelle feci, eseguito ogni
due anni nelle persone tra i 50 e i 69
anni. Forse la ricerca impiegherà anni,
forse decenni, per giungere ad una terapia in grado di sconfiggere definitivamente il tumore, ma è importante aprire le porte alla sperimentazione affinché ciò avvenga con certezza.
È sicuro che, attraverso uno stile di vita
che prevede una dieta sana e senza
abusi, i rischi si abbassino notevolmente.
La miglior cura è sempre la
prevenzione!
Domande & Risposte
ti, per tensione, persino per gioia e
commozione. La cosa interessante è
che solo gli umani piangono a causa
di emozioni. Numerosi neurologi sostengono inoltre che il pianto sia proprio il segno di un passaggio evolutivo. Succede che alcune forti emozioni
attivano una zona del cervello, detta
“centro pontino”, dalla quale parte
l’ordine di aumentare la produzione
di lacrime.
Il pianto è quindi innescato da una
tempesta chimica che avviene nel
cervello e le lacrime sono in realtà un
mezzo di comunicazione, un linguagSi dice che la vita sia una valle di la- gio impiegato quando i sentimenti
crime: si piange per il dolore, per sono così forti da non poter essere
buttare fuori le emozioni troppo for- espressi a parole.
Perché si
piange
quando si
è tristi?
Cosa sono le
vertigini?
Le vertigini sono un disturbo
molto comune ed infatti ne
esistono diversi tipi. Essenzialmente possiamo definirle come
sensazioni illusorie di una rotazione dell’ambiente attorno
alla propria persona (vertigini
oggettive) oppure di rotazione
di
sé
stessi
rispetto
all’ambiente (vertigini soggettive).
Le vertigini non sono una patologia, bensì un sintomo causato
da un disturbo del senso
dell’orientamento legato ad
un’alterazione delle funzioni
dell’apparato dell’equilibrio.
Il soggetto che accusa la comparsa di vertigini riferisce di
sensazioni alquanto spiacevoli
come, il giramento di testa, la
sensazione della mancanza di
un appoggio oppure quella di
perdita dell’equilibrio; tutte
sensazioni che possono scatenare ansia, nausea, vomito,diarrea, sudorazione fredda
e tachicardia.
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Perché il ribes nigrum è considerato il
sostituto di tanti medicinali?
Il ribes nigrum ha innumerevoli virtù. La
più nota sicuramente è quella di essere un
potente antistaminico naturale. Alcuni
principi attivi presenti in questa pianta
riescono infatti a contrastare l’azione
dell’istamina, sostanza responsabile delle
tanto fastidiose reazioni allergiche. Ricco di
antocianosidi, vitamina C e altre sostanze
utili al nostro organismo, il Ribes nero è in
grado di rafforzare il sistema immunitario,
alleviare i disturbi respiratori e produrre
effetti benefici per la circolazione e la fragilità dei capillari. Con estratti di Ribes nigrum è possibile alleviare tanti piccoli problemi , ma anche veri e propri fastidi legati
ad un cattivo funzionamento dell’apparato
circolatorio. Date le sue potenzialità antinfiammatorie, decongestionanti e astringenti si può utilizzare anche in caso di raffreddore o mal di gola.
Perché lo sbadiglio è
contagioso?
Sbadigliare è un atto assolutamente naturale, scatenato dai
fattori e situazioni come fame,
freddo, sonno e tutti gli animali,
persino i pesci, lo fanno. Alcuni
studi sostengono che serve per
raffreddare la temperatura del
cervello, portare più ossigeno
all’organismo o svegliare i muscoli che si stanno addormentando. Ma quali sono i motivi
per cui lo sbadiglio
è contagioso, prerogativa questa dei soli
esseri umani e di
alcune specie di
scimpanzé? Un recente studio condotto da Ivan Norscia ed
Elisabetta
Palagi
(Università di Pisa)
ha fornito la prima
evidenza comportamentale che il contagio dello sbadiglio è
associato al legame
empatico tra le persone. Lo studio ha
dimostrato che il
contagio segue lo
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stesso gradiente dell'empatia: è
massimo nei parenti stretti ,
decresce negli amici, poi nei
conoscenti. Probabilmente però lo sbadiglio è “contagioso”
soprattutto la sera, sia perché
siamo stanchi, sia perché tutti,
in una determinata stanza, rischiano di essere a corto di ossigeno più o meno nello stesso
momento.
D&R
Che cos’è la
lallazione?
Intorno al 4°- 5° mese di vita il bambino
comincia ad emettere le prime sillabe e
a ripeterle in serie. Si tratta dei suoni
tipici dei neonati che non sanno ancora
parlare e che compaiono in quella fase
dello sviluppo del linguaggio infantile
che gli specialisti chiamano “lallazione”
l'inizio dell'attività comunicativa attraverso i suoni infatti può variare molto
da bambino a bambino, perciò non bisogna preoccuparsi se inizia con ritardo
o si prolunga per qualche mese più del
dovuto.
La lallazione è un’attività molto importante ai fini dell’interazione comunicativa tra il bambino e i suoi genitori perché, sebbene i suoni emessi non abbiano un significato linguistico, attraverso
di essi, il bambino impara a comunicare
vari stati d’animo: gioia, dolore, rabbia.
Può anche essere motivo di gioco vocale quando, ad esempio, gli adulti imitano i suoni emessi dal bambino e cercano di sollecitarlo a produrne di nuovi.
Perché nelle foto vengono
gli occhi rossi?
Questo
fenomeno
è
dovuto
all’incapacità dell’iride (la parte
colorata dell’occhio) di chiudere la
pupilla a causa della troppa velocità
del flash. Il lampo, infatti, va a colpire la retina, altamente irrorata di
vasi sanguigni, reagisce alla luce
intensa. In alcuni casi l’occhio, se
parti-colarmente sensibile, si chiude da solo e invia al cervello un
impulso nervoso che per alcuni
secondi, o minuti, continua a far
vedere il bagliore di luce percepito
precedentemente.
Questo effetto è solitamente più
pronunciato nelle persone con gli
occhi più chiari (azzurri, grigi e
verdi chiari), in quanto essi assorbono ed espandono maggiormente
la luce.
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Perché quando fa freddo i
muscoli si
contraggono?
Quando all’esterno la temperatura si abbassa, il corpo mette in
atto una serie di azioni per conservare il calore ed eventualmente anche per produrlo. Uno
dei motivi per produrre calore è
contrarre i muscoli: contrazioni
rapide e ripetute (come avviene
involontariamente con i brividi)
contribuiscono a mantenere costante la temperatura. Ecco perché spesso i crampi sono determinati proprio da un abbassamento della temperatura corporea.
Perché il lampo
precede sempre
il tuono?
Il lampo e il tuono sono due fenomeni differenti che accompagnano la scarica di un fulmine
durate un temporale.
Il lampo è la luce intensa prodotta dalle scariche elettriche
nell’atmosfera.
Il tuono è il fenomeno acustico
provocato dall’improvvisa espansione dell’aria intorno alla
Anche i muscoli del viso, in particolare i masticatori, contraendosi
e rilasciandosi rapidamente e ritmicamente fanno “battere i denti”,
producendo calore.
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scarica, quando essa viene riscaldata dal fulmine, in brevissimo tempo, a temperature di
molte migliaia di gradi.
I due fenomeni si verificano simultaneamente, ma il tuono viene percepito dopo il lampo poiché la luce si propaga ad una
velocità superiore rispetto a
quella del suono.
Com’è fatto e come funziona:
SOGNO O
SON DESTO?
I SOGNI RICORRENTI
Possono essere il modo in cui la nostra
mente sta cercando di dirci qualcosa.Loewenberg suggerisce di guardare i
messaggi nascosti nei sogni ricorrenti,
per poterci liberare da essi.
COME FUNZIONA IL
SOGNO
Il sonno è costituito da 5-6 cicli che si ripetono durante la
notte. Ciascuno di essi dura 70-80 minuti ed è caratterizzato dal progressivo approfondimento del sonno da leggero a profondo, fase NREM (cioè non REM) e da una successiva fase di sonno con paralisi dei movimenti degli arti,
possibile erezione nel maschio e movimenti oculari rapidi,
la fase REM (cioè con “rapid eye movements”) nella quale
si verifica il sogno.
LA PARALISI DEL SONNO
Essere svegli, ma non riuscire a muoversi ed avere
allucinazioni è un disturbo legato alla fase REM
chiamato “ paralisi del sonno “ o “ipnogogico”. Può
essere sintomo di narcolessia (malattia neurologica
caratterizzata da eccessiva sonnolenza diurna) ma
anche eventi stressanti, ansia e scarsa qualità del
sonno sono tutti fattori che possono incidere negativamente.
SOGNARE PUÒ AIUTARE AD IMPARARE
Quando il cervello sogna aiuta ad imparare e risolvere i problemi (fonte Harvard
Medical School) I sogni, infatti, sono il
modo in cui il cervello comprende, elabora e integra nuove informazioni.
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Il sogno: la
psicanalisi
Parti del lobo temporale coinvolte nello sviluppo del sogno
sia durante la fase R.E.M. sia
in quella N.R.E.M.
CONTROLLARE I
SOGNI
Secondo i risultati di uno studio
condotto su 3000 persone, il controllo dei sogni può essere una
realtà. Infatti il 64,9% dei partecipanti ha riferito di essere consapevole di sognare durante il sogno stesso ed il 34% ha riferito di
poter talvolta controllare cosa
accadeva nei propri sogni. Il sognare lucidamente e consapevolmente, secondo il dottor Bulkeley( studioso delle dinamiche del
sonno), aiuta a migliorare la capacità di imparare dai propri sogni.
Ma ESATTAMENTE CHE
COS’É IL SOGNO?
É una condizione ciclica fisiologica che si verifica ripetutamente
nel sonno di ogni notte e che, nonostante sia fisiologica, è caratterizzata da una serie di elementi psicopatologici: inconsapevolezza
di stare dormendo (chi sta sognando pensa di essere sveglio), allucinazioni visive e di movimento; scenari detti onirici, cioè bizzarri, fuori dalla logica, dal tempo, dagli spazi noti, deficit di capacità di ragionamento e giudizio, di volontà e memoria, intensa
emozionalità. Se tali episodi si verificassero nella veglia sarebbero senza alcun dubbio espressione di una condizione psicopatologica. Kant ha, infatti, scritto che “il pazzo è un sognatore sveglio”.
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L’analisi psicologica del sogno prevede,
innanzitutto, dei presupposti che consistono nella conoscenza della propria
mente e del funzionamento della psicanalisi, una disciplina fondata da Sigmund Freud che si preoccupa di curare
i disturbi del paziente risalendo al
principio del problema da risolvere.
Questa sostiene l’esistenza all’interno
dell’individuo di un pensiero conscio
ed inconscio.
Essi controllano, rispettivamente, uno
la vita quotidiana, reale e l’altro tutti
quei pensieri che dimorano nella nostra psiche, ma che sono stati messi da
parte. Ma per comprendere meglio la
nostra attività onirica occorre analizzare le sue funzioni primarie, ossia raccogliere gli stimoli corporei per proteggere il sonno e quindi indirizzare il sogno
verso la soddisfazione di quei bisogni
del fisico esplicati durante la notte. II
sogno, inoltre, indica una possibile risoluzione a degli importanti dubbi o
problemi. Proprio riguardo questo aspetto si ricollega la cosiddetta interpretazione dei sogni di cui parlava
Freud.
La psicanalisi si occupa, infatti, anche
di analizzare ciò che viene visto mentre
si dorme e cercare di darne un significato oggettivo che possa fornire le direttive necessarie per chiarire una determinata situazione. Non bisogna,
tuttavia, attribuire all’attività onirica
un’azione profetica, poiché essa offre
semplicemente delle strade da percorrere ancora inesplorate, così da aumentare
la
libertà
di
scelta
dell’individuo.
Ad ogni modo, il sognatore è l’unico in
grado di comprendere che valore abbia
veramente il sogno. Lo psicanalista può
suggerire delle interpretazioni riconosciute possibili dal paziente soprattutto se si è vicini alla soluzione del problema. Non si devono, però, considerare i suoi consigli come univoci e comuni a tutti: Freud, infatti, non accetta
l’ipotesi di un inconscio collettivo, al
contrario del suo allievo Jung.
In conclusione, la spiegazione di
un’attività onirica risiede nei pensieri
più profondi di colui che sogna, il quale
deve ricercare, all’interno della propria
psiche, il significato più giusto del suo
sogno.
Il futuro della scienza è nelle
nostre mani
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