pianista ïï ï Chop` svelato afia Chi 'ana Una inebriante poeticità sonora di Attilio Botarelli SIENA Suonare la musica di Chopin è come leggere un libro stampato a grandi caratteri, tanto è facile farsi affascinare da quella sensuale melodicità. Non altrettanto agevole è comunicare agli ascoltatori ciò che il mitico compositore polacco intendeva dire con i suoi componimenti musicali, cioè interpretare le sue intenzioni che nascevano di getto ma avevano una propria. anima, pura, delicata, sensibile, come guida all'espressività. Chopin è effettivamente un grande romantico, tratta, il pianoforte in maniera amorosa, immette nella musica una linfa fresca che mai si affievolisce. Il compito di fare parlare la musica chopiniana è toccato al giovane e già affermato pianista Jan Lisiecki, protagonista del concerto chigiano della Miv, tenuta al salone di Palazzo Chigi: un recital pianistico con musiche tutte di Chopin, un itinerario di rara eleganza e omogeneità stilistica sempre lontano da banalità espressiva. Al "Grande Valzer Brillante op. 18" è stata affidata l'apertura del concerto. La struttura del fantastico brano dallo spirito festoso, è quella del valzer viennese, con 1l1/ più temi in successione. Il clima, però, è quello del valzer malinconico, riflessivo, accompagnato da venature di tristezza e quindi ben lontano dal ballo di società. La personalità artistica dell'esecutore appare cubito esuberante e si conferma. coi "Ven- i /O 0 muuuuuuu tiquattro preludi op. 28": un patrimonio pianistico di natura musicale che mette in evidenza il romanticismo imperioso dell'autore. Brani di forme e generi differenti che si susseguono nella rigorosa alternanza delle tonalità maggiori e relative minori. La raccolta dei motivi mantiene una certa regolarità, alternando movimenti rapidi a tempi lenti, umori lieti a temperamenti malinconici, coloriture sempre adatte alla giusta illustrazione. In pratica un esame di lettura musicale che Lisiecki ha superato con lode. Il programma è proseguito con "Tre notturni op. 9", pagine musicali caratterizzate da una pioggia di note perlate, e con "Tre valzer op. 64", piccole composizioni con la melodia legata al moto perpetuo. Il saluto finale al pubblico chigiano il solista lo ha dato con la "Grande polacca brillante op. 22". Un tipo di musica dalla baldanza costruttiva che non somiglia ad altre opere e nell'esecuzione vuole tutto per sé. Uno sviluppo tematico non fine a se stesso ma mirato alla natura emotiva., determinata dal succedersi delle assonanze e in qualche caso da contrasti. Per il pianista è stata una prova del fuoco che si è acceso in senso metaforico lasciando un reale caloroso ricordo. Per bis, due pagine melodiche "pitturate" a dolci tinte.