da venerdì 27 a domenica 29 ottobre, ore 21,15
Nuova Teatro Eliseo
Leo Gullotta in
L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ
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06
di Luigi Pirandello
regia di Fabio Grossi
con Carlo Valli, Antonella Attili, Gianni Giuliano, Silvana Bosi,
Bruno Conti, Valentina Gristina, Federico Mancini,
Armando Pizzuti, Gianni Verdesca
Leo Gullotta torna alla prosa con una delle commedie di Pirandello
più rappresentate e meglio accolte dal pubblico, probabilmente per
le sue esteriori apparenze di pochade che ne nasconde l'intima
drammaticità e il suo più valido e intrinseco significato: quello di una
satira graffiante delle ipocrisie e del perbenismo borghese, satira che
la rende attuale ancora oggi a quasi ottantacinque anni di distanza. La
commedia, tratta dalla novella Richiamo d'obbligo fu messa in scena per
la prima volta nel maggio del 1919 dalla compagnia di Antonio Gandusio.
L'intreccio, che ricorda per certi versi la Mandragola e la novellistica
classica, è molto semplice. Il "trasparente" professor Paolino (l'uomo),
un insegnante onesto e rispettabile che dopo aver reso madre "la
virtuosa signora Perella" durante una delle frequenti assenze del marito
ammiraglio (la bestia), costringe quest'ultimo, infedele e insensibile al
fascino della moglie, a compiere - contrariamente al suo solito - il
proprio dovere coniugale: mezzo per raggiungere tale scopo una torta
afrodisiaca appositamente preparata.
In un susseguirsi di scene non prive di angosciosa suspence per i due
amanti, la vis comica di Pirandello emerge pienamente: il nascituro
avrà un padre legittimo, la virtù della signora Perella e la rispettabilità
del professor Paolino continueranno ad essere inattacabili.
da venerdì 10 a domenica 12 novembre, ore 21,15
Debutto nazionale
Agenzia della Danza/Compagnia Raffaele Paganini
Raffaele Paganini in
DA TANGO A SIRTAKI
omaggio a ZORBA
coreografie di Luigi Martelletta
musiche di Astor Piazzolla
musiche originali di Marco Schiavoni
con la Compagnia I Solisti italiani
Alle soglie del matrimonio, un uomo viene assalito dai dubbi e dai timori
e imprevedibilmente si allontana dall'amata e dalla sua terra, la Grecia,
per iniziare un viaggio sia attraverso il mondo sia attraverso se stesso.
Nei suoi vagabondaggi visiterà terre lontane, luoghi di incantevole
bellezza, città pittoresche, la diversità di atmosfere culturali e di civiltà
lo condurranno a vivere sconosciute esperienze di vita tra sogni,
speranze, delusioni, dolore, nuovi e forti sentimenti d'amore e di
amicizia. Ma pian piano l'entusiasmo iniziale lascerà il posto ad
un'inquietante solitudine data dalla nostalgia del suo paese, dalle sue
origini, dalla donna che ha lasciato.
Arricchito da ciò che ha vissuto, deciderà di riprendere il suo viaggio
verso casa e il ritorno sarà coronato dalla consapevolezza che le radici
di un uomo non possono essere strappate.
Il Sirtaki rappresenta l'atto culminante ed emozionante di questa presa
di coscienza, con questa danza l'uomo coinvolgerà idealmente chi lo
circonda a condividere con lui le sue emozioni e le sue passioni.
Articolato in due momenti, lo spettacolo attraversa luoghi diversi ma
uniti da un significativo filo conduttore: la narrazione dei sentimenti e
delle passioni umane attraverso la danza.
La rappresentazione offre un dinamico equilibrio tra aspetti tradizionali
e moderni, tra passato e presente e, toccando terre tra loro lontane,
ne coglie le atmosfere, le peculiarità, i tratti caratteristici. Si parte con
il fascino dei "tanghi", arricchiti di particolari ed esclusive cadenze
ritmiche, per approdare al "sirtaki" con la sua forza e vitalità musicale.
Tra un momento artistico e l'altro si snoda un percorso nel quale
sono proposti e valorizzati balli tradizionali vivaci e nuove espressioni
coreografiche, ritmi di diversa provenienza: il tutto in un mix di musiche,
colori, atmosfere, suggestioni.
Gli stili coreografici, apparentemente diversi gli uni dagli altri, insieme
costituiscono un itinerario caratterizzato da dinamicità ed energia,
dove è difficile sfuggire al coinvolgimento emozionale ed artistico.
07
da venerdì 24 a domenica 26 novembre, ore 21,15
Fox&Gould
Claudia Cardinale in
LO ZOO DI VETRO
di Tennessee Williams
regia di Andrea Liberovici
con Ivan Castiglione, Orlando Cinque, Olga Rossi
Lo Zoo di vetro è una pièce ambientata nel sud degli Stati Uniti, in una
terra trafitta dal sole, chiusa in sé e refrattaria a qualsiasi cambiamento.
Eppure, anche in questo Eden paradossale e aspro, si avver te la
presenza dello spirito della guerra da poco conclusa che ancora aleggia
sui campi di battaglia.
Lo stesso luogo evocato nel titolo, lo zoo, riunisce in sé le idee di protezione
e prigionia, rimanda ad esseri vivi ma in gabbia, curati eppure schiavi.
Questo zoo, per di più, è di vetro: di un materiale fragile per natura,
che rende la situazione ancora più beffarda.
È questo suo essere una metafora moderna ed eterna che dona
all'opera di Tennessee Williams un valore extratemporale.
Tuttavia, Williams sceglie di collocare il proprio testo in una preciso
spazio e in un preciso tempo: è in uno Stato del Sud, nell'epoca postbellica, che si svolgono le vicende di una famiglia decaduta, i Wingfield.
Amanda ricorda di quando era una ragazza affascinante e sicura di sé
e guarda con pietà alla sua attuale condizione: ora ha un figlio, Tom,
ed una figlia zoppa e fragile, Laura.
È Laura a custodire con immensa cura la collezione di piccoli animali
di vetro che dà il nome e il senso all'intero dramma.
Non è un caso che, fra tutti i suoi animali, Laura ami particolarmente
un unicorno, simbolo dell'inconsistenza delle illusioni.
La madre Amanda tenta di contrastare questa fragilità con un tenace
vitalismo e convince il figlio Tom ad invitare a pranzo uno dei suoi
amici, sperando che dall'incontro con Laura possa nascere un rapporto,
un dialogo, un'amicizia, qualcosa che provochi un cambiamento.
Tom invita Jim O'Conor, la personificazione dell'ideale di Laura, l'unicorno
del suo zoo di vetro.
Jim è educato, cortese, impeccabile, insomma perfetto… e fidanzato già
da tempo con una brava ragazza cattolica e irlandese di nome Betty.
A Laura non rimane che sorridere, allontanarsi e poi tornare per
deporre nelle mani di Jim “un souvenir”: il suo unicorno di vetro.
Gli dona così il pezzo più pregiato della sua collezione, come un
ostaggio, un prigioniero che non tornerà più indietro.
07
06
da venerdì 8 a domenica 10 dicembre, ore 21,15
Teatri Uniti
Anna Bonaiuto e Toni Servillo in
LE FALSE CONFIDENZE
di Pierre Marivaux
regia di Toni Servillo
con Andrea Renzi, Gigio Morra, Betty Pedrazzi, Monica Nappo,
Francesco Silvestri, Salvatore Cantalupo, Francesco Paglino
Un capolavoro di Marivaux scritto nel Settecento che può tranquillamente
essere trasportato nel presente. Una storia d'amore e di denaro fra
attrazione e sfiducia, sfida alle convenzioni, inganni del cuore così come
li vede Toni Servillo.
Schermaglie amorose di un innamorato che cerca di conquistare
l'amata, nonostante entrambi siano promessi sposi ad altri.
Apparentemente tutto qui, nel solito irresistibile gioco teatrale di
Marivaux. Ma c'è dell'altro: l'innamorato è povero e l'amata è molto
ricca. Si tratterà di vero amore? Fino a che punto il sentimento è libero
dall'interesse economico?
«L'amore ostacolato dall'interesse, - spiega Servillo - dagli intrighi,
soffocato dal denaro: è questo l'argomento oggi più che mai attuale
di questa bellissima commedia. Ma l'attualità evidentemente non è il
solo motivo che mi ha spinto ad affrontarla, è la modernità del suo
linguaggio ad avermi affascinato in modo irresistibile. Tutto è detto in
maniera semplice, chiara, diretta, ma a questa limpidità corrispondono
spesso zone oscure, torbide, ambigue, che creano intorno alla vicenda
una atmosfera fatta di attese e di trepidazione. Proprio quando i
personaggi sembrano affidarsi con più disinvoltura alle parole, emerge
ciò che non dicono o tentano di nascondere: alludono continuamente,
e questo fa sì che i silenzi, le interruzioni, le pause diventino più
espressive di qualsiasi discorso. Così alla commedia di parole se ne
affianca una fatta di compor tamenti, reazioni, volti, sguardi…».
da venerdì 5 a domenica 7 gennaio, ore 21,15
Teatro 10/ Enzo Sanny presenta
Marco Columbro, Chiara Noschese e Enzo Garinei in
TOOTSIE
07
Il gioco dell'ambiguità
di H.Troy, R.Tiraboschi, M. Nichetti, G. Fulcheri
regia di Maurizio Nichetti
Una commedia con musiche originali, una storia ambientata in uno
studio televisivo, che diverte e commuove... uno spettacolo dal ritmo
travolgente. Una girandola di sentimenti e personaggi alle prese con
le loro emozioni e il loro bisogno di affetto, personaggi che, cercando
lavoro, trovano amicizie e amori imprevedibili.
Tony Curtis e Jack Lemmon avevano già indossato abiti femminili in
A qualcuno piace caldo per poter lavorare in un'orchestra di sole donne.
Dustin Hoffman in Tootsie lo fa per sfuggire una disoccupazione
frustrante. Robin Williams in Mrs. Doubtfire solo per riconquistare la
sua famiglia. Tutti si travestono con grande serietà e impegno non per
essere delle caricature, ma per acquisire una nuova identità e con essa
nuove opportunità.
In un'epoca in cui le quote rosa ci richiamano per legge a rispettare
una parità di diritti politicamente corretta e la disoccupazione rimane
un problema con cui è sempre attuale confrontarsi, mi è sembrato
utile tornare sull'argomento. Con il tocco leggero e divertito di una
commedia con musiche.
Una riflessione ironica su quanti e quali sacrifici debba affrontare un
attore, oggi come ieri, per sbarcare il lunario ma non solo. Il vestirsi
da donna, il vivere in panni dell'altro sesso può anche riservare sorprese.
È un gioco degli equivoci che non scatena solo risate. Provoca emozioni,
persino passioni che accecano.
"Nessuno è perfetto!" si limitava a concludere il miliardario innamorato,
anche dopo aver scoperto il vero sesso della sua "amata", deciso,
comunque, a non rinunciare al suo amore. Il travestitismo come asse
portante dell'azione capace di ribaltare tutti i luoghi comuni e le nostre
convinzioni in materia di rapporti sentimentali è senz'altro una bella
scommessa narrativa. Un viaggio attraverso i nostri tabù, le nostre
timidezze, i luoghi impensati e nascosti della nostra personalità.
Questa l'esperienza che Kevin vivrà nei panni di Elisabeth riuscendo
a trovare in un colpo solo lavoro, fortuna e amore.
Un gioco condiviso con professionisti ancora convinti che abbia valore
fare questo mestiere con serietà e passione per divertire la platea e
chissà che qualcuno, dopo aver sorriso, non trovi anche il tempo di
riflettere sui casi della vita cosa ormai rara che nessun nuovo media
ci lascia più il tempo di fare.
(Maurizio Nichetti)
prima nazionale
da venerdì 12 a domenica 14 gennaio, ore 21,15
Nuovo Teatro srl/Vesuvio Teatro
Nicoletta Braschi, Maurizio Donadoni,
Enrico Ianniello e Tony Laudario in
07
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IL METODO GRÖNHOLM
di Jordi Galceran
regia di Cristina Pezzoli
La trama è semplice. Gli ultimi quattro candidati ad un incarico
manageriale di un'importante multinazionale sono riuniti per essere
sottoposti alle prove finali del processo di selezione.
L'idea del gioco come metafora delle relazioni umane, sempre presente
nelle mie opere, diventa, qui, un referente assoluto. Dal punto di vista
formale nella pièce si gioca, a tutti i livelli possibili: i personaggi giocano
tra loro e lo spettatore è invitato a partecipare a questo gioco, cercando
di scoprire la vera personalità degli aspiranti, a scoprire dov'è la verità
e dove la menzogna, se è possibile.
Tutte le prove a cui vengono sottoposti i personaggi, per quanto possa
sembrare incredibile, sono ispirate ad autentiche tecniche di selezione
del personale, documentate in manuali di specialisti della materia. Quello
che accade nella pièce è condurle alle estreme conseguenze, senza
nascondere la comicità derivante dall'assurda inclemenza di tali prove.
Di questi piccoli effetti collaterali del piccolo mercato parla questa
commedia.
(Jordi Galceran)
da venerdì 26 a domenica 28 gennaio, ore 21,15
Teatro Stabile di Calabria/Teatro Franco Parenti
Geppy Gleijeses e Leopoldo Mastelloni in
IO, L’EREDE
di Eduardo De Filippo
regia André Ruth Shammah
con Umberto Bellissimo, Margherita Di Rauso, Antonio Ferrante,
Ferruccio Ferrante, Gabriella Franchini, Valentina Tonelli
e con la partecipazione di Marianella Bargilli
La commedia prende di mira quello che oggi chiameremmo "buonismo",
svelando l'ipocrisia di un'intera famiglia, i Selciano, che ha fatto della
pratica della beneficenza e dell'ostentazione della bontà la propria
ragione di vita.
In un universo popolato di truffatori, profittatori, ingrati e falsi bisognosi,
trova uno spazio particolare il beneficiato ideale, Prospero Ribera, ex
compagno di scuola del capofamiglia, accolto in un momento di
difficoltà e ospitato per trentasette anni. La commedia scatta nel
momento in cui, dopo che Prospero è morto, il figlio Ludovico, che
finora ha girato il mondo per mare, piomba in casa Selciano per
reclamare la sua eredità. Egli non ha di mira né i soldi, né i beni, ma
ciò che ha impedito a suo padre di raggiungere una posizione sociale
autonoma, a causa della famiglia benefattrice. Ed è proprio questa che
il figlio rivendica lucidamente come suo patrimonio affettivo e
sentimentale: una famiglia della buona borghesia che ha nascosto
nell'armadio tutte le bassezze e i piccoli tradimenti: peccati pericolosi
che nelle mani di Ludovico saranno sapientemente utilizzati.
La commedia debuttò felicemente il 18 ottobre 1996 e fu salutata
unanimemente dalla critica come uno spettacolo elegante, luminoso,
graffiante, capace di valorizzare al massimo la parola e di evidenziare
un senso di novità alquanto provocatorio e sollecitante. Oggi viene
ripresa con una compagnia di complesso in cui spiccano due interpreti
d'eccezione: Geppy Gleijeses e Leopoldo Mastelloni.
L'incontro con Geppy risale al 1999 quando si è stabilita un'intesa su
il teatro d'autore napoletano con la coproduzione dello spettacolo
Ragazze con qualche esperienza di Enzo Moscato e di un testo cult
come Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello.
Per Andrée Ruth Shammah si tratta di una grande scommessa, anche
perché con loro recitano altri due attori napoletani, Umberto Bellissimo
e Margherita Di Rauso, con i quali ha realizzato due bellissime farse
eduardiane, Pericolosamente e Amicizia; dunque quattro attori napoletani
che dovranno recitare un Eduardo in lingua tirandoli fuori dagli stereotipi
napoletani per portare in scena un prototipo di famiglia borghese.
07
BIGLIETTERIA
Abbonamenti
abbonamento ordinario
platea
1° e 2° ordine
3° ordine
loggione
abbonamento ridotto
(per persone fino a 25 anni ed oltre 60 anni)
platea
1° e 2° ordine
3° ordine
loggione
abbonamento speciale scuola
platea
1° e 2° ordine
3° ordine
loggione
Biglietti
biglietto ordinario
platea
1° e 2° ordine
3° ordine
loggione
biglietto ridotto
(per persone fino a 25 anni ed oltre 60 anni)
platea
1° e 2° ordine
3° ordine
loggione
Biglietto spettacoli fuori abbonamento
posto unico intero
posto unico ridotto
(per persone fino a 25 anni e oltre
i 60 e abbonati alla stagione teatrale)
€ 150
€ 135
€ 95
€ 50
€ 145
€ 130
€ 90
€ 45
€ 100
€ 85
€ 55
€ 40
€
€
€
€
17
16
12
7
€
€
€
€
16
14
10
6
€
10
€
8
Campagna Abbonamenti
Gli abbonati alla scorsa stagione di prosa 2005/2006 potranno riconfermare
i loro posti dal 5 al 14 ottobre. I nuovi abbonati potranno sottoscrivere gli
abbonamenti a partire dal 16 ottobre. Gli abbonamenti potranno essere
sottoscritti tutti i giorni, esclusi i festivi, presso la biglietteria del Teatro Guglielmi
dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
Prevendita
I biglietti per i singoli spettacoli potranno essere prenotati in qualsiasi momento
dietro il pagamento di un diritto di prenotazione di € 1.00. L'acquisto dei
biglietti prenotati dovrà essere effettuato al più tardi 48 ore prima del giorno
di spettacolo. I biglietti saranno in vendita due giorni prima dello spettacolo dalle
10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30 ed i giorni di spettacolo dalle 18.00 in poi.
La Direzione si riserva il diritto di modificare il presente programma in ogni
sua parte ogni qual volta se ne presentino le necessità.
INFO
Teatro Guglielmi
Via Bastione 1 - 54100 Massa - tel. 0585 41678
Settore Cultura - tel. 0585 490524
www.teatroguglielmi.it
[email protected]
www.fts.toscana.ms.it
[email protected]
www.fts.toscana.it
da venerdì 2 a domencia 4 febbraio, ore 21,15
Emilia Romagna Teatro Fondazione/
Nuova Scena - Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna
Umberto Orsini in
07
06
IL PADRE
di August Strindberg
regia di Massimo Castri
con Manuela Mandracchia, Corinne Castelli, Roberto Valerio,
Alarico Salaroli, Gianna Giachetti, Roberto Salemi
Umberto Orsini e Massimo Castri si incontrano per la prima volta
sulla scena, sotto gli auspici di Emilia Romagna Teatro Fondazione in
coproduzione con Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna, nel nome
di August Strindberg. Dopo diversi allestimenti dell'altro grande autore
scandinavo Ibsen (tra cui i recenti Spettri e John Gabriel Borkmann),
Castri si accosta al suo alter-ego oscuro svedese, con un testo che
può essere letto come la risposta polemica al celebre Casa di bambola.
Se Ibsen infatti, nel suo dramma più noto, guarda al femminismo con
gli occhi della donna oppressa, Nora, che alla fine decide di abbandonare
il tetto coniugale per trovare la libertà, Strindberg, con un atteggiamento
che, allora come oggi, può apparire “non politicamente corretto”, descrive
ne Il padre lo sconvolgimento che la liberazione femminile deve
necessariamente portare nel maschio eterosessuale ed analizza le futili
mitologie su cui si basa il secolare dominio del maschio sull'altro sesso.
Un capitano di cavalleria, colto, ateo e dedito a studi scientifici, è in
disaccordo con la moglie Laura sull'educazione da impartire alla figlia.
Egli vorrebbe farne un'insegnante, lavoro che si addice ad una donna,
mentre la moglie vorrebbe assecondarne le ambizioni artistiche,
ridicolizzate dal padre. Basta che la volitiva Laura instilli nel marito il
semplice dubbio che egli potrebbe anche non essere il padre naturale
della propria figlia, per far crollare il suo mondo razionale, che si basa
sull'idea stessa di paternità quale fondamento del potere sulla famiglia
e nella società ed assicurazione di eternità. Il padre, coerentemente,
non potrà fare altro che impazzire, convertirsi alla religione (o così
pare) e compiere una specie di “suicidio psichico”.
In una lettera al suo traduttore francese, Strindberg definì Il padre
“scritto con l'accetta, non con la penna”. Friedrich Nietzsche scrisse
a Strindberg di aver letto due volte il testo “con profonda commozione
e con eccezionale sorpresa” e lo giudicò “un capolavoro di dura
psicologia”. Chi meglio del cantore della “mor te di Dio” e della
“trasmutazione di tutti i valori” poteva apprezzare questo crudo e
preveggente affresco sulla perdita dei riferimenti tradizionali, nel
“tramonto dell'Occidente”?
da venerdì 16 a domenica 18 febbraio, ore 21,15
La Contemporanea
Ottavia Piccolo in
PROCESSO A DIO
07
di Stefano Massini
regìa di Sergio Fantoni
con Vittorio Viviani, Silvano Piccardi
Ci sono idee - frammenti di luce, indizi di storie - che incontri una
volta e non ti lasciano più. Erano anni che tenevo chiusa in qualche
cassetto della mente la traccia di un Processo a Dio all'indomani della
Shoah. Immaginavo quel processo come una resa dei conti: violenta,
acuta, drastica.
Sicuramente un appuntamento non più rimandabile, un guardarsi negli
occhi fra terra e cielo. Tutto questo stava in quel cassetto, insieme a
squarci di azione, atmosfere abbozzate, profili delineati come uno
schizzo al carboncino. Ed ogni volta che, per caso, quel cassetto si
apriva, puntualmente mi assaliva la voglia di tentare una forma scritta,
traducendo finalmente in dialogo quella scommessa così estrema, per
me fascinosa, densa, intrigante.
Devo a Sergio Fantoni la riapertura definitiva del cassetto, lo stimolo
fortissimo a dar vita teatrale a quegli schizzi provvisori. Ho lavorato
su Processo a Dio come forse si lavora ad una statua: ho sgrossato il
blocco di marmo per poi scendere sempre più nel dettaglio. Ed era
come se il testo esistesse già, laggiù, in fondo al blocco. Lo stavo
scoprendo, come svelandolo: un passo dopo l'altro mi si rivelavano i
tratti dei personaggi, i nodi della vicenda, le dinamiche della trama, il
disegno del dialogo. Sono stato spettatore di ciò che scrivevo e scrittore
di ciò che vedevo scorrermi davanti agli occhi.
Giorno dopo giorno ha preso vita sulla carta la febbre di Elga Firsch,
attrice ebrea di Francoforte che a tutti i costi vuole Dio alla sbarra.
E ancora - giorno dopo giorno - le si sono affiancati il rabbino Nachman
difensore di Dio, il giovane Adek smanioso di vendetta, lo Scharführer
Reinhard relitto del Reich e i due anziani Solomon e Mordechai, giudici
severi di un processo che non può non farsi gara dura, senza esclusione
di colpi, combattuta con l'istinto feroce dei sopravvissuti, di chi marchiato dal lager - brucia per la rabbia di un massacro tanto barbaro
quanto assurdo, indecifrabile, insensato.
Perché in fondo la parola chiave di questo testo non è il dolore
dell'Olocausto, bensì il non-senso: quella nebbia fitta che avvolge il
presente, quella insignificante banalità che muove la storia con il tragico
sconcerto di chi ne è vittima. Se l'uomo è un burattino, chi lo muove?
E quale logica segue il teatrino del mondo? Sono queste le domande
che, come un magma, muovono il testo dal suo interno. Elga Firsch
accusa Dio con la voce, in fondo, dell'umanità intera: l'umanità di ogni
epoca e bandiera. E vale forse, come esempio, una battuta del rabbino
Nachman: “il processo a Dio non lo facciamo noi: non si è mai chiuso.
Da cinquemila anni”.
(Stefano Massini)
da venerdì 9 a domenica 11 marzo, ore 21.15
Cooperativa Teatro per L'Europa/Compagnia Zanetti-Lattuada
Giancarlo Zanetti e Laura Lattuada in
LA GUERRA DEI ROSES
07
06
di Warren Adler
regia di Ugo Chiti
musiche di Stefano Fresi
Strepitosa commedia nera, acida e cattiva al punto giusto, che smonta
con perfidia tutti i luoghi comuni sul matrimonio. Un meccanismo
drammaturgico perfetto trascina la storia di due individui in un crescendo
parossistico che descrive una realtà molto attuale. Una storia di amore
e poi di follia.
Dal loro incontro adolescenziale, all'amore a prima vista, fino al
matrimonio. Poi un giorno qualcosa nella loro perfetta vita di coppia
si rompe. Succede che Barbara si stanchi della vita di “angelo del
focolare” impegnata solo a organizzare ricevimenti e feste e ad aspettare
il ritorno a casa di Jonathan, avvocato di successo troppo preso dal
lavoro per accorgersi delle aspirazioni della moglie, che vorrebbe farsi
una carriera.
L'infarto da stress che ferma Jonathan fa capire a Barbara che in fondo
la vita da divorziata non sarebbe poi male, e nonostante l'opposizione
del marito organizza le pratiche di divorzio.
Inizia fra i coniugi una guerra accanita: costretti a vivere separati nella
stessa casa. L'amore diventa odio, il senso del possesso sfida, l'orgoglio
strategia di attacco. Subentrano ripicche, scherzi atroci, rivalse, cattiverie
in un turbine di porcellane preziose rotte e di odio reciproco, tanto
forte quanto forte era stato il loro amore.
Nessun pudore di sentimenti, nessun rimorso e purtroppo, come
avviene spesso in questi casi, nessuna vittoria. I reciproci perfidi dispetti
determinano dapprima la totale devastazione della splendida casa e
infine la morte di entrambi, che precipitano nel vuoto appesi al grande
lampadario di casa.
Da non dimenticare lo straordinario successo dell'omonimo film di
Danny DeVito con Michael Douglas e Katleen Turner.
I CLASSICI NOSTRI
CONTEMPORANEI
seconda edizione
07
venerdì 19 gennaio, ore 21,15
Compagnia Katzenmacher
Alfonso Santagata in
IL TEATRO COMICO
di Carlo Goldoni
ideazione e regia Alfonso Santagata
con Rossana Gay, Johnny Lodi, Massimiliano Poli
venerdì 9 febbraio, ore 21,15
Compagnia Piccola Magnolia
LA CASA DI BERNARDA ALBA
di Federico Garcìa Lorca
regia di Antonio Diaz-Florian
sabato 24 febbraio, ore 21,15
CTB - Teatro Stabile di Brescia
Vincenzo Pirrotta in
EUMENIDI
di Vincenzo Pirrotta
da Eschilo, traduzione di Pier Paolo Pasolini
regia di Vincenzo Pirrotta
con la collaborazione di Pasquale De Cristofaro
musiche eseguite dal vivo Emanuele Esposito
e Gianni Maestrucci (percussioni), Angelo Lazzeri (chitarra)
con Giovanni Calcagno, Bruno Torrisi, Salvatore Ragusa, Maurizio Rippa
venerdì 16 marzo, ore 21,15
Teatrino Giullare
FINALE DI PARTITA
allestimento per pedine e due giocatori
di Samuel Beckett
regia di Teatrino Giullare
Teatri di Toscana
rete teatrale regionale
Teatro
Pier Alessandro Guglielmi
stagione teatrale 06-07
F O N D A Z I O N E
T O S C A N A
S P E T T A C O L O
COMUNE DI MASSA