Comune di Parma E’grandEstatE Rassegna estiva di musica e danza VIII edizione Parma, Piazzale della Pilotta 28 giugno – 28 luglio 2006 Teatro Regio di Parma in collaborazione con Cariparma & Piacenza Parmalat Autonoma Best Copy L’albero d’Argento Ditta Piero Merli Hotel Stendhal Ristorante la Pilotta Ponteggi Gabbi Pulix coop E’grandEstatE 2006 Rassegna estiva di musica e danza VIII edizione mercoledì 28 giugno IVANO FOSSATI L’ARCANGELO TOUR lunedì 3 luglio NOA ACUSTIC BAND STRING QUARTET giovedì 6 luglio RAFFAELE PAGANINI in COPPELIA venerdì 7 luglio BENNY GOLSON & ANTONIO CIACCA QUARTET DAL DIXIELAND AL BEPOP lunedì 10 luglio ROLAND PETIT: un coreografo racconta LE JEU DE L’AMOUR ET DU HASARD venerdì 14 luglio SOLOMON BURKE & THE SOUL’S ALIVE ORCHESTRA THE KING OF ROCK N’ SOUL lunedì 17 luglio GORAN BREGOVIC AND HIS WEDDING & FUNERAL BAND TALES AND SONGS FROM WEDDINGS & FUNERALS martedì 18 luglio TEATRO ACCADEMICO DI STATO DEL BALLETTO CLASSICO DI MOSCA in CENERENTOLA mercoledì 19 luglio RON L’UOMO DELLE STELLE TOUR venerdì 21 luglio COMPAÑÍA ANTONIO MÁRQUEZ DANZAS DE LA VIDA BREVE, BOLERO, DESPUES DE CARMEN martedì 25 luglio ANDREA MINGARDI & ROSSOBLUES BROTHERS BAND TRIBUTE TO RAY CHARLES giovedì 27 luglio TANGO METROPOLIS venerdì 28 luglio BALLETTO NAZIONALE DI MONGOLIA in MONGOL ARDYN BÜJIG EVENTO SPECIALE mercoledì 12 luglio LIVE FOR LIFE PARMA PER L’AFRICA mercoledì 28 giugno IVANO FOSSATI L’ARCANGELO TOUR tastiere Pietro Cantarelli chitarre Riccardo Galardini e Fabrizio Barale batteria Claudio Fossati basso Daniele Mencarelli fiati e tastiere Mirko Guerrini percussioni Marco Fadda Abb. E’grandEstatE - E’grandeMusica Con il suo nuovo album, L'Arcangelo, pubblicato a tre anni di distanza da Lampo viaggiatore, Ivano Fossati ha impresso alle sue canzoni una svolta, nella direzione di un riavvicinamento a sonorità ruvide ed elettriche, nel cui segno presenta le nuove canzoni e brani non frequentati per lungo tempo: Chi guarda Genova, Traslocando, Ventilazione ed altri ancora. A differenza dell'ultimo tour acustico, Fossati mette da parte molto del suo repertorio più intimistico e rinnova la sua vena più estroversa, meno sussurrata, più marcatamente ritmica e per molti aspetti più vicina al rock degli esordi. Nel programma di questi concerti non mancano le canzoni di impegno civile che da tempo caratterizzano le sue esibizioni: Mio fratello che guardi il mondo, Il disertore, fino a Cara democrazia. L’Arcangelo non è un disco intimista perchè non parla del suo autore, racconta invece degli altri e ha il suo fulcro nel brano centrale, che non a caso da il titolo all'album: L’Arcangelo. Mentre l’arcangelo, l’immigrato, il messaggero, il clandestino Gabriele fugge via dal suo inferno di guerra, sete e miseria, verso il nostro dubitabile mondo (creando così uno dei più maestosi movimenti migratori a memoria d’uomo), tutto il resto continua a scorrere in modo apparentemente normale. I sentimenti, come in L’amore fa, canzone costruita a rovescio, sul pilastro della frase finale “comprendere il perdono”. La stupidità avida dell’economia globale, intrecciata alla paura dell’oriente incomprensibile, come ne La cinese, è messa in burla come se l’ironia potesse rappresentare l’ultima difesa verso un futuro indecifrabile. E poi la fuga verso la salvezza dalle dissennate politiche di guerra in Ho sognato una strada, dove un uomo ormai solo e sganciato da ogni legame di comunità tenta di salvare almeno se stesso, aspettando un angelo e una parola. Denny è un unico fotogramma (forse apertamente alla Ken Loach) di una storia d’amore omosessuale, raccontata senza i toni del rapporto diverso ma finalmente e soltanto come dovrebbe essere una canzone d’amore. Il grido rauco delle chitarre elettriche del singolo Cara democrazia è un’esortazione civile a fermarsi a pensare che termini come libertà e democrazia sono sempre più, nel nostro occidente e in molte parti del mondo, abusati e svuotati progressivamente di significato, proprio da chi promette democrazia e libertà, che sono sempre più di mercato. Il battito è possibilmente la canzone più importante del disco, ma è anche di per sé la più esplicita. L’album è costruito in due parti. La prima più veemente e a tratti dura, "In quello che è diventato il nostro mondo non c’è più nulla o quasi che possa essere sussurrato". La seconda parte si fa via via più ironica e giocosa, come per suggerire un invito costante a non perdere forza, speranza, sorriso e ironia di fronte a quello che accade. Non è un caso che l’album si chiuda con una personale e quasi privata canzone d’amore, ma soprattutto con le parole ripetute "mai più nessuna nostalgia". IVANO FOSSATI Nasce il 21 settembre 1951 a Genova, città dove continua a vivere fino ai primi anni Ottanta quando decide di trasferirsi, dopo molto viaggiare fra Europa e Stati Uniti, in un piccolo paese dell'entroterra ligure. La sua passione per la musica si manifesta da bambino: a otto anni inizia lo studio del pianoforte, strumento che diventerà fondamentale nella sua vita, nonostante numerosi "tradimenti" consumati con altri strumenti musicali come le chitarre e il flauto. Dopo qualche esperienza con i gruppi Rock-progressivi, incide il suo primo album nel 1971 Dolce acqua alla guida dei Delirium con i quali conosce il primo grande successo nel 1972 grazie al brano Jesahel. La sua natura fortemente irrequieta e il grande amore per la musica lo portano subito a provarsi in altri campi, superando ogni esperienza non appena sia compiuta. Inizia così la sua carriera solista che lo vedrà comunque e sempre continuare le sue collaborazioni in varie forme con musicisti e artisti italiani e stranieri. Dal 1971 ad oggi Fossati ha pubblicato 22 album, manifestando un interesse per la musica a tutto campo che lo spinge a percorrere molte delle strade possibili. Risale agli inizi degli anni Settanta la sua prima musica per il teatro (Emanuele Luzzati, Teatro della Tosse), attività che non si è quasi mai interrotta e che ha visto come ultimo lavoro - in collaborazione col Teatro Stabile di Parma - Alice allo Specchio di Lewis Carroll. Ha scritto musiche per i film di Carlo Mazzacurati (Il Toro, L'estate di Davide, La lingua del Santo e A cavallo della tigre). Ha collaborato con musicisti italiani e stranieri soprattutto dell’area jazz: Trilok Gurtu, Tony Levin, Enrico Rava, Uña Ramos, Riccardo Tesi, Guy Barker, Nguyen Le e con cantautori come Fabrizio De André, Francesco De Gregori, e il brasiliano Ivan Lins. Ha scritto canzoni per molti grandi nomi della canzone italiana tra i quali Mina, Patty Pravo, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Anna Oxa, Mia Martini, Loredana Bertè, Adriano Celentano e moltissimi altri. Ha tradotto canzoni di Chico Buarque de Hollanda, Silvio Rodriguez, Djavan, Supertramp. L'11 maggio 2001 esce l'album strumentale su etichetta Sony Classical e, coerente con il contenuto (e con il suo autore), si intitola Not one word. Nello stesso anno Einaudi pubblica il libro-intervista Carte da decifrare nella collana Stile Libero. Nel febbraio 2003 pubblica l’album di Canzoni Lampo viaggiatore cui fa seguito l'omonimo tour teatrale da cui viene realizzato, l'anno successivo, Dal vivo, Vol.3. Nel 2004 Ivano Fossati vince la seconda edizione del Premio Amnesty Italia, con il brano Pane e coraggio - da Lampo viaggiatore - per aver meglio affrontato il tema dei diritti umani. Il 3 febbraio del 2006 esce il ventiduesimo album L'Arcangelo, 11 canzoni inedite, anticipato dal singolo Cara Democrazia. lunedì 3 luglio NOA ACUSTIC BAND STRING QUARTET Abb. E’grandEstatE - E’grandeMusica NOA Nata in Israele da genitori yemeniti, dall’età di un anno e sino al compimento dei 17 anni, Noa cresce negli Stati Uniti,dove frequenta anche la scuola di danza di Martha Graham. I suoi idoli musicali sono Paul Simon, James Taylor e Joni Mitchell. A 17 anni decide di conoscere per la prima volta il paese dov’era nata, così viaggia in Israele, dove conosce un giovane laureando in medicina (oggi suo marito, pediatra), per amore del quale decide di trasferirsi definitivamente a Tel Aviv, anche se il prezzo da pagare sarà l’assolvimento dei due anni di leva, obbligatorio in Israele. È sotto le armi che Noa comincia a cantare in pubblico, poi decide di iscriversi alla Rimon School di Tel Aviv, fondata dal chitarrista Gil Dor, per perfezionare le sue conoscenze di pianoforte e chitarra: sarà proprio Gil Dor a notare le straordinarie doti vocali della giovane yemenita e a proporle un concerto in duo nel 1991 al Festival Jazz di Eilat. Il successo è clamoroso, tanto che i concerti del duo si moltiplicano e sfociano nella pubblicazione di un live nello stesso anno. Nel 1992 viene invitata per la prima volta fuori da Israele da alcuni festival in Sicilia (Catania e Gibellina). Noa è totalmente sconosciuta in Italia, ma le due esibizioni siciliane mandano in visibilio il pubblico, così da ritornare ancora per altri concerti nel 1993. Nel frattempo Gil Dor presenta la sua giovane scoperta al suo maestro Pat Metheny, che decide di produrre il primo album internazionale nel 1994 che ha lo stesso nome della cantante, Noa. L’album ha un buon successo ovunque e proietta Noa sui palcoscenici di tutto il mondo, dall’Europa al Giappone. Nell’ottobre del 1994 è protagonista di un evento mediatico di grande impatto che la farà ancor più conoscere, non solo per le sue doti artistiche, ma anche per le sue idee politiche, manifestate sin dal 1992 in favore della nascita di uno Stato Palestinese: canta in Piazza San Pietro alla presenza del Papa e di oltre centomila persone la sua Ave Maria, prima cantante ebrea ad esibirsi per il Pontefice, testimonial del nuovo corso vaticano nei confronti di Israele, che porterà alla ripresa di relazioni diplomatiche tra i due Stati. Quella partecipazione, oltre all’approvazione della maggioranza degli israeliani, le attira le critiche e gli insulti della destra più oltranzista e ortodossa del suo Paese. Nello stesso anno è la prima cantante israeliana ad essere invitata al Festival palestinese di Nazareth. Nel 1995 partecipa come ospite internazionale al Festival di Sanremo e raggiunge la vetta delle classifiche in Francia dove viene proclamata artista dell’anno dalla trasmissione Taratata, dove invita Zucchero a duettare con lei. Nel 1996 pubblica il secondo album Calling, cui seguirà nel 2000 l’album Blue Touches Blue. Tra i due album, Noa partecipa all’album Orange and Blu di Al Di Meola, incide l’album di Cocciante Notre Dame de Paris, nella veste di Esmeralda, da cui verrà tratto l’omonimo musical campione di incassi in tutto il mondo, incide anche il tema del film Giovanna D’Arco di Luc Besson e di Babel di Pollicino, è ospite nel disco di Pino Daniele Dimmi cosa succede sulla Terra, partecipa per la seconda volta al Festival di Sanremo con Beautiful That Way, la canzone sul tema del film La Vita è bella a lei commissionata da Benigni e Nicola Piovani. Nel 1997 è in tour in Francia con Sting, incide un album (inedito in Italia) con l’Israel Philharmonic, nel quale mostra tutta la sua poliedricità, cimentandosi con Bach, Bernstein e classici del jazz. Nel 2000 rincontra il Papa al 1° maggio di Tor Vergata. Collabora anche all’ultimo album di Joan Manuel Serrat (primo nelle classifiche spagnole), prima di produrre il suo ultimo album Now dedicato al suo primo figlio Ayehli (nome indiano che significa la “mia seconda ala”), nato nel 1991. In questi anni collabora e duetta con artisti del calibro di Santana, Stewie Wonder, Joan Baez, Johnny Clegg, Khaled e al tempo stesso è sempre vicina alle vicende del suo Paese, tanto da essere presente con la sua musica ad eventi che hanno segnato questi anni: dal concerto ad Oslo per gli accordi di pace con Rabin e Arafat, al concerto stesso nel quale il leader israeliano venne assassinato, al concerto in sua memoria alla Casa Bianca con Bill e Hillary Clinton. Noa è dal 2000 cittadina onoraria di un piccolo comune salentino, Melpignano, insieme a Nabil Salameh, leader dei Radiodervish, palestinese, a cui è legata da profonda amicizia. Nel 2003 inizia una collaborazione con il gruppo italiano dei Solis String Quartet insieme in tour in Francia e Spagna oltre che in Italia con grande successo. È nominata Ambasciatrice della FAO nel Mondo. Aggiunge alla sua band i napoletani del Solis String Quartet che porta con lei in tour in Europa, a suggello di un vecchio amore per la musica napoletana, tanto da eseguire nei suoi concerti ben tre tra le più famose canzoni napoletane con un accento napoletano che fa dire al giornalista del Mattino, Federico Vacalebre, sulle pagine del suo giornale “Noa meriterebbe la cittadinanza onoraria di Napoli per il modo in cui interpreta le canzoni napoletane”. Nel maggio del 2004 partecipa all’evento we are the future organizzato da Quincy Jones a Roma. In agosto diventa per la seconda volta mamma della bella Enèa. Nell’aprile del 2005 partecipa come voce solista all’Isola della Luce di Nicola Piovani facendo registrare il tutto esaurito nei due concerti tenuti alla Sapienza di Roma e al Teatro Turreno di Perugia. Registra Dicitencillo vui nell’ultimo album di Massimo Ranieri che è presentato al Teatro di San Carlo di Napoli con la sua partecipazione straordinaria. È ospite del Premio Recanati a Macerata il 25 giugno. Partecipa al live 8 di Roma il 2 luglio. L’11 luglio il Sindaco di Firenze le consegna in forma solenne le chiavi della città alla vigilia dell’appuntamento clou dell’estate fiorentina che la vede il 13 luglio in Piazza della Signoria accompagnata dalla prestigiosa Orchestra del Maggio Musicale. Nel dicembre al Teatro Comunale di Caserta per quattro sere presenta il suo omaggio alla canzone napoletana ricevendo dal pubblico, ogni sera sold-out, standing ovation e l’ammirazione della critica. Il progetto napoletano approderà ad un disco nel mese di ottobre 2006 che avrà una distribuzione internazionale. Il 23 gennaio 2006 riceve il Premio per la Pace 2005 della Regione Lombardia. SOLIS STRING QUARTET Nato nel 1991, il Solis String Quartet vanta collaborazioni discografiche e tour con i più grandi artisti italiani, da Adriano Celentano a Claudio Baglioni, da Edoardo Bennato a Eugenio Finardi, dalla PFM agli Avion Travel, da Massimo Ranieri a Gianna Nannini con la quale il gruppo ha inciso l’album Perle nel 2004, progetto poi portato in tour in tutta Europa. Alle indubbie qualità di esecutori, il Solis String Quartet unisce doti di composizione e arrangiamento, che hanno reso possibile l’incontro del quartetto napoletano con artisti internazionali, Dulce Pontes, Andreas Vollenweider, Pat Metheny (che li vuole ospiti al North Sea Jazz Festival nel Luglio 2003) Hevia, sino alla collaborazione stabile con Noa, iniziata nel Gennaio 2003. Con l’artista israeliana nel 2005 hanno tenuto numerosi concerti in Francia, Spagna, Germania e Israele, dove nell’Aprile dello stesso anno, a Holon (Tel Aviv) hanno registrato, in un'unica serata, il doppio album live e relativo DVD, pubblicato nel marzo 2006. Successivamente danno vita ad una nuova produzione dedicata interamente alla canzone napoletana realizzando entrambi un sogno che avevano da molti anni. Il successo straordinario riscosso nei teatri italiani da questo progetto, sfocerà in un disco nell’autunno 2006. Nel Novembre 2005 sono gli unici artisti italiani a suonare al Memorial Rabin a Tel Aviv alla presenza di Bill e Hillary Clinton, di Sharon e di Shimon Perez. In seguito sono chiamati ad incidere il singolo del nuovo album di Jimmy Cliff dal titolo People cantato insieme a Sting e scritto da Dave Stewart, già uscito sul mercato anglosassone. Dopo la vittoria del 2001 con Elisa al Festival di Sanremo, si ripresentano nella categoria gruppi, invitati da Carlo Fava autore del brano Un discorso in generale insieme a Noa, aggiudicandosi il prestigioso Premio della Critica intitolato a Mia Martini. Nella primavera/estate del 2006, è prevista l’uscita in Francia, Italia e Germania del nuovo disco del Solis, con la partecipazione di Noa in due brani come interprete e autrice del testo, con Gianna Nannini che interpreta il brano O surdato ‘nammurato per solo quartetto e voce, con Cristina Marocco artista italo-francese cha ha tradotto, adattato e cantato un testo scritto da Eugenio Bennato su di un brano originale del Solis, Richard Galliano, Daniele Sepe, Danilo Rea, Gavino Murgia, Zohar Fresco e Gil Dor. giovedì 6 luglio RAFFAELE PAGANINI in COPPELIA Balletto in due atti compagnia I Solisti Italiani produzione Almatanz coreografie Luigi Martelletta musiche Leo Delibes costumi Silvia Califano scene Stefano Nigro Abb. E’grandEstatE - E’grandeDanza La storia è ambientata negli anni ’50-’60 quando il cinema simboleggiava il sogno, rappresentava le illusioni, alimentava la fantasia delle generazioni dell'epoca. In una piccola città di provincia, Swanilda vive la sua quotidianità, mentre custodisce il desiderio di realizzare sogni legati al mondo del cinema. L'incontro con Coppelius, un uomo affascinante che vive insieme ad una bellissima creatura meccanica dalle sembianze umane di donna fatale, le rivelerà tutto ciò che lei aveva concepito unicamente con la fantasia. Quando entra nel suo appartamento-laboratorio tappezzato di foto e poster di splendide dive, le si apre quel mondo fino a quel momento solo immaginato: dapprima viene coinvolta in un gioco di emulazione delle seducenti protagoniste del cinema, poi via via si appropria delle caratteristiche artistiche di ciascuna. Il suo percorso di fanciulla dai sogni di gloria inespressi, si unirà a quelle di Coppelius, cineasta appassionato ed esigente. Coppelius le darà la sua approvazione artistica ed ella andrà a far parte del mondo del cinema. Riuscirà a concretizzare i suoi sogni? RAFFAELE PAGANINI Inizia i suoi studi all'età di 14 anni presso la Scuola di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma e dopo soli quattro anni entra a far parte del Corpo di Ballo dell'Ente in qualità di solista prima e di étoile attualmente. In questi anni diventa molto popolare in Italia anche grazie alle sue numerose apparizioni televisive in programmi di grande ascolto quali Fantastico 2, Il cappello sulle ventitré, Al Paradise, Pronto chi gioca, Europa Europa. Come étoile ospite balla con svariate compagnie quali: London Festival Ballet, Ballet Theatre Français de Nancy, Opera di Zurigo, Ballet Concerto de Puerto Rico, Teatro alla Scala di Milano, Teatro di San Carlo di Napoli. Nella stagione '95 -'96 è protagonista dei musical Un Americano a Parigi con Rossana Casale e, con l'Opera di Roma, di una creazione di Mauro Bigonzetti ispirata a Cenerentola. Nelle stagioni ’96-’97 e ’97-’98 è protagonista del musical Cantando sotto la pioggia della Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi e nella stagione ’98-’99 del musical Sette spose per sette fratelli, sempre con la regia di Saverio Marconi. Inoltre, nelle ultime stagioni estive, è impegnato nelle repliche del Don Chisciotte, e del balletto Zorba il greco con le coreografie di Lorca Massine su musiche di Teodorakis, che dal 1992 rappresenta in tutto il mondo. Per il Teatro dell'Opera di Roma, nel 1998, è protagonista de Il pipistrello di Strauss. Nel 2000 è in tournée con la seconda edizione di Sette spose per sette fratelli, con Momenti di Tango e Carmen con le coreografie di L. Martelletta e le musiche di Astor Piazzola. Sempre nel 2000 debutta come protagonista nel nuovo musical di Saverio Marconi Dance! Tra i numerosi riconoscimenti e premi ricordiamo: Premio Bordighera, Premio Postano, Gonfalone d'Oro, Ulivo d'Argento, Premio Giovannini. Premio Cecchetti, Premio Platea d'Estate, Premio Gino Tani. LUIGI MARTELLETTA Inizia gli studi all'età di sei anni alla scuola di danza Teatro dell'Opera di Roma, a soli sedici anni entra a far parte della compagnia e a diciannove ne diventa Primo Ballerino. Da allora ha sempre danzato tutti i ruoli del repertorio classico con partners internazionali, N. Makarova, C. Fracci, M. Plisseskaja, A. Ferri., alternando le sue recite con danzatori del calibro di R. Nurejev, V. Vassiliev. Molte anche le esperienze di Neoclassico e contemporaneo come ospite in teatri italiani ed Europei. La carriera di coreografo inizia nel 1988 con un piccolo gruppo. Nel 1990 fima la prima coreografia per la compagnia del Teatro dell'Opera di Roma, ne seguiranno altre tre sotto la direzione di E. Terabust, nel 1994 per l'apertura del nuovo teatro Ventidio Basso di Ascoli coreografia Diana Schernita, nel 1995 Crises per una tournee estiva, nel 1997 Momenti di Tango, tournee invernale, nel 1998 e 1999 collabora con la Rai per alcuni programmi (Donna sotto le stelle, Serata Mediterranea, Alle falde del Kilimangiaro), nel 2000 Carmen per il Balletto di Roma, nel 2001 Histoire du soldat (fontanone estate di Roma), nel 2004 Sirtaki per la Compagnia Nazionale R. Paganini; nel 2005 Coppelia produzione in collaborazione tra Almatanz e la Compagnia Nazionale R. Paganini. venerdì 7 luglio BENNY GOLSON & ANTONIO CIACCA QUARTET DAL DIXIELAND AL BEPOP sax tenore Benny Golson piano Antonio Ciacca sax Steve Grossman contrabasso Joris Teepe batteria Massimo Manzi Abb. E’grandEstatE - E’grandeMusica BENNY GOLSON Nato a Philadelphia (Pennsylvania) nel 1929, da quasi mezzo secolo Benny Golson è considerato, per le sue composizioni e i suoi arrangiamenti, uno dei più geniali "architetti del jazz", partiture che hanno fatto da scia luminosa ai songbooks di molti tra i più importanti jazzisti della storia del jazz, incluso Miles Davis. Dai suoi precoci esordi musicali al pianoforte a quattordici anni, affascinato dal sax tenore di Arnett Cobb, all'epoca solista dell'orchestra di Lionel Hampton, si fa regalare un sassofono e comincia la sua carriera da professionista, prima con studi all’Howard College e poi entrando nella blues band di Bull Moose Jackson, di cui facevano parte due maestri del mainstream come il pianista e arrangiatore Tadd Dameron e il batterista Philly Joe Jones. Dopo alcuni dischi a fianco di Tadd Dameron, Johnny Hodges, Earl Bostic nel 1956 entra nell'orchestra di Dizzy Gillespie, in cui resta fino ai primi del '58. La sua svolta, musicale e compositiva, avviene con i Jazz Messengers di Art Blakey, dei quali assunse la direzione musicale, rinnovandone in maniera decisa il repertorio. A questo periodo (1958-60) risalgono le prime versioni su disco dei suoi celebri temi come Whisper Not, Along Came Betty, Blues March, Five Spot After Dark. Ai Messengers, Golson diede una fisionomia scabra, servendosi di arrangiamenti semplici ma di grande impatto e freschezza ispirativa, con ampio spazio per gli assoli del trombettista Lee Morgan e del pianista Bobby Timmons. Il suo sassofono, d’ascendenza hawkinsiana, scuro e carnoso in tessitura grave, innervato da soprassalti sugli acuti, retaggio dei suoi trascorsi rhythm and blues, è stato purtroppo oscurato, nella considerazione dei contemporanei, da giganti del tenore come Sonny Rollins e John Coltrane. Un’altra tappa fondamentale della lunghissima carriera di Golson è la costituzione, insieme al trombettista Art Farmer, del Jazztet, compagine che a cavallo fra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta s’impose come una delle più celebrate formazioni dell’hard-bop. Dopo una breve ripresa negli anni Ottanta del Jazztet, Golson si è equamente dedicato alla composizione di colonne sonore e di arrangiamenti orchestrali e a tour mondiali nonostante i suoi settantacinque anni. La sua I remember Clifford, ballata scritta in memoria di Clifford Brown è diventata uno degli standard più eseguiti dai jazzisti di mezzo mondo. La fama di Benny Golson è stata recentemente celebrata anche dall'ultimo film di Steven Spielberg The Terminal, presentato al 61° Festival del Cinema di Venezia, dove Benny Golson interpreta se stesso, ovvero una delle poche vere "Jazz legend" ancora viventi. ANTONIO CIACCA Affronta il piano trio dopo aver esplorato il quartetto e il quintetto con una serie di composizioni scritte apposta per la nuova formazione. La felice vena compositiva e il pluriennale lavoro sul rapporto scrittura/improvvisazione completano la personalità musicale di uno dei migliori pianisti jazz. La carriera di Ciacca prende avvio dal diploma al Conservatorio di "G.B. Martini" di Bologna, cui segue il master alla Wayne State University di Detroit, Usa passando per studi privati con maestri del calibro di Steve Grossman, Kenny Barron e del leggendario Jaki Byard. La carriera del pianista di Volturino (prov. di Foggia) comincia a Detroit, entrando nel gruppo di Larry Smith con il quale effettua le prime tourneè europee e le prime incisioni (Larry Smith & Company live at Slovack Philarmonic, Ali records 1995) Larry Smith quartet "Estate" (label Blue 1996). Dopo le prime tourneè gli impegni si moltiplicano al fianco di Art Farmer, James Moody, Bob Mintzer, Lee Konitz. Nel 1997 l'entrata nel quartetto del compianto Steve Lacy segna una svolta importante. Con Lacy, Ciacca è in tournée in tutta Europa. È del ‘98 la grande collaborazione con il leggendario Benny Golson che lo porta in tour negli Usa. Il Village Vanguard, il Blue Note, il Concerto per il Papa in Vaticano, Rai Uno in veste di arrangiatore per Anna Oxa, Beppe Grillo, Radio tre, BBC 3 sono solo alcuni dei prestigiosi palcoscenici dove Ciacca si è esibito. Recentemente la sua apparizione al Village Vanguard di New York al fianco di Wynton Marsalis, e la partecipazione al festival di Rochester, NY è stata recensita entusiasticamente dalla stampa americana. Infatti, il maestro Antonio Ciacca, aprendo alcuni concerti di Wynton Marsalis in Italia, viene da lui invitato a suonare al Village Vanguard di New York nel 2004 insieme al saxofonista Wess Anderson. Il Quartetto di Antonio Ciacca e Wess Anderson da allora è ripetutamente in tournèe in USA, Gran Bretagna e Italia nel 2004 e 2005. AMBROSIA BRASS BAND Fondata a Milano nel 1981, l'Ambrosia è ormai un'istituzione presso tutti gli appassionati di jazz: la prima Brass Band italiana, ma soprattutto l'unica ad eseguire concerti di due ore e a portare la tipica atmosfera delle street parades in ogni genere di manifestazione attraverso l'intera Europa. Per sua natura una brass band non resta sul palco in attesa del pubblico, ma va a cercarsi la gente per le strade e i quartieri. E in tanti anni di attività, i musicisti dell'Ambrosia, pur essendo impegnati anche in altre formazioni, hanno davvero portato il jazz nei luoghi più impensati, suonando le tipiche marce del Carnevale di New Orleans, classici del jazz tradizionale, del dixieland e del be-bop di autori come Louis Armstrong, Paul Barbarin, Jelly Roll Morton, Miles Davis o Dizzy Gillespie, ma anche rhythm&blues con i brani della colonna sonora del film Blues Brothers, funk con brani firmati da Michael Camilo ma anche Quincy Jones, Michael Jackson, Beatles, Rolling Stones, o autori italiani come Ivano Fossati, Fabrizio De Andrè, senza tralasciare tutta l'influenza che i caraibi e i ritmi latini hanno portato e continuano a portare alla musica internazionale. Guidati dal nostro marshall parade Earl Conway, proveniente da New Orleans, attraverserete le strade della città al ritmo indiavolato di cassa e rullante ballando e cantando insieme a trombe, tromboni e sassofoni, trascinati dal ritmo e dalla potenza di suono dell'Ambrosia Brass Band. lunedì 10 luglio ROLAND PETIT: un coreografo racconta LE JEU DE L’AMOUR ET DU HASARD messa in scena e coreografia Roland Petit regia generale e creazione luci Jean-Michel Désiré Abb. E’grandEstatE - E’grandeDanza « 1945. Avevo appena vent’anni quando lasciai l’Ecole de l’Opéra de Paris. Mio padre mi ha dato i suoi risparmi e ho creato il mio primo balletto Les Forains con Christian Bérard; devo ammettere che ero ben spalleggiato. Consigliato da Jean Cocteau, Henri Sauguet, Boris Kochno, Picasso, Marie Laurencin, Jacques Prévert, Boris Vian, Jena Genet, Marcel Aymé, Paul Delvaux, Georges Simenon che mi hanno disegnato le scene e i costumi e che hanno scritto per me i meravigliosi soggetti dei miei balletti, ho cominciato a girare il mondo con i miei ballerini. Poi uno stop di qualche anno a Hollywood con Howard Hughes, Samuel Goldwyn, sottobraccio a Fred Astaire, Orson Welles, Dany Kaye, Marlène Dietrich e anche un po’ a Marilyn e a tutte le star della mia generazione e infine, soprattutto, a Mademoiselle Jeanmaire che non ho mai più lasciato. È lei che mi ispira ancora, ancor più di ieri e ogni giorno sempre di più. Il balletto Carmen è lei stessa, Le truc en plumes è ancora lei e la bella canzone che canto nel mio cuore Une vie sans toi qu’est ce que ça veut dire è ancora lei. Posso raccontarvi tante storie, tra le quali quella di Nureyev, di Chaplin (il genio dei geni) e di tutti gli artisti che ho conosciuto. C’è una poesia di Paul Fort che inizia così: “Se tutti i ragazzi del mondo potessero darsi la mano, faremmo il giro del mondo.” Il giro del mondo con i seguenti artisti: Keith Haring, David Hockney, Gabriel Yared, Jean Tinguely, Giorgio de Chirico, Yves Saint-Laurent, la Goncharova, Ezio Frigerio, Niki de St. Phalle, Antoni Clavé, Mikhail Larionov, Bernard Buffet, Erté, César, Vaserely, Jean-Michel Wilmotte… si, li conosco. Un mezzo secolo di teatro e di danza!» Roland Petit Programma L’Arlesienne - pas de deux Musica Georges Bizet Interpreti Wang Quimin e Li Jun Pink Floyd Ballet - Run like Hell Musiche Pink Floyd Interprete Altan Dugarai Leda et le Cygne - pas de deux Musica Johann Sebastian Bach, Invention à deux voix - grave Interpreti Lucia Lacarra e Cyril Pierre Thais - pas de deux Musica Jules Massenet, La meditation Interpreti Wang Quimin e Li Jun Charlot danse avec nous Je cherche après Titine Musiche Charlie Chaplin e Daniderf Interprete Luigi Bonino Charlot danse avec nous Les petits chaussons Musica Charlie Chaplin Interprete Luigi Bonino Notre Dame de Paris - pas de deux Musica Maurice Jarre Interpreti Svetlana Lunkina e Lienz Chang Coppelia Musica Leo Delibes Interprete Luigi Bonino Proust ou les intermittances du cœur Maurel et St. Loup Musica Gabriel Fauré, Elegie op. 24 Interpreti Altan Dugarai e Cyril Pierre Cheek to Cheek Musica Irving Berlin Interpreti Lucia Lacarra e Luigi Bonino Le Cygne noir Musica P.I. Čajkovskij Interprete Altan Dugarai Pink Floyd Ballet - The Great Gig in the Sky Musiche Pink Floyd Interpreti Svetlana Lunkina e Lienz Chang Carmen - La chambre Musica Georges Bizet Interpreti Wang Quimin e Li Jun Proust ou les intermittances du cœur La prisonnière Musica Camille Saint-Saëns, Sinfonia n. 3 in do minore Interpreti Lucia Lacarra e Cyril Pierre ROLAND PETIT 1933 All’età di 9 anni, entra all’Ecole de Danse de l’Opéra de Paris. Scritturato nel 1940 nel corpo di ballo de l’Opéra, interpreta il repertorio rimontato da Carlotta Zambelli e Albert Aveline e le opere di Serge Lifar. Contemporaneamente, lavora allo studio Wacker con M.me Rouzane. Nel 1943 danza il ruolo di Carmelo in L’Amour Sorcier di Serge Lifar insieme a Teresina e a Lycette Darsonval. All’età di vent’anni lascia l’Opéra. Con Janine Charrat, presenta la sua prima coreografia nelle Soirée de la Danse al Théâtre Sarah Bernhardt. È anche l’epoca in cui lavora con Boris Kniaseff (pioniere di una “barre à terre” classica). 1945 Roland Petit, con l’aiuto economico di suo padre, crea Les Ballets des Champs- Elysées: Les Forains, Le Rendez-Vous, subito seguiti da Le Jeune Homme et la Mort uniscono scrittori (Boris Kochno, Jacques Prévert o Jean Cocteau) a scenografi (Christian Bérard, Picasso, Brassaï, George Wackhevitch) e a compositori (Henri Sauguet o Joseph Kosma), realizzando al primo colpo una concezione teatrale del balletto alla quale Roland Petit rimarrà sempre fedele. 1948 Il coreografo lascia Les Ballets des Champs-Elysées per fondare Les Ballets de Paris-Roland Petit che si esibiscono al Théâtre Marigny. Lì creerà inoltre la coreografia Les Demoiselles de la nuit per Margot Fonteyn. 1949 Quest’anno è segnato dalla creazione di Carmen a Londra: Renée Jeanmaire diventa Zizi. L’anno dopo Ninette de Valois chiede a Roland Petit di realizzare Ballabile per il Royal Ballet di Londra. 1951 Les Demoiselles de la nuit e Le Jeune Homme et la Mort entrano a far parte del repertorio dell’American Ballet Theater. La prima rappresentazione ha luogo alla Metropolitan Opera House di New York. 1952-1955 A Londra collabora con Orson Welles che scrive la sceneggiatura del balletto The Lady in the Ice (1953). Si apre davanti a lui una carriera internazionale: Hollywood lo invita per quattro anni. Roland Petit vi gira Hans Christian Andersen (con Zizi Jeanmaire e Dany Kaye) nel 1952, Daddy long legs (con Fred Astaire e Leslie aron) nel 1954, Anything Goes (con Zizi Jeanmaire e Bing Crosby) nel 1955. 1956-1960 Al suo ritorno dagli Stati Uniti, Roland Petit adatta la commedia musicale americana al gusto francese e crea La Revue des Ballets de Paris al Théâtre de Paris e poi all’Alhambra (1956-1959). Mette in scena Patron, musical di Marcel Aymé (musica di Guy Béart, scene e costumi di Bernard Buffet) al Théâtre Sarah-Bernhardt (1960) e realizza Black Tights ( 1-2-3-4 o Les Collants Noirs) con Zizi Jeanmaire, Moira Shearer e Cyd Charisse nel 1960. Nello stesso anno, il Royal Ballet di Copenhagen gli chiede di rimontare Carmen che verrà iterpretata in più di 500 rappresentazioni. 1961 In La Revue, Zizi (con i costumi di Yves Saint-Laurent) ha un grande successo all’Alhambra con Mon Truc en Plumes (coreografia di Roland Petit, testo di Bernard Dimey, musica di Jean Constantin). Nello stesso anno Roland Petit crea La Chaloupée per Erik Bruhn all’Opera di Copenhagen. 1965-1966 Dopo numerose tournée con Les Ballets de Paris, Roland Petit viene invitato all’Opéra de Paris dall’allora amministratore Georges Auric; sono passati vent’anni da quando l’ha lasciata. Qui crea Adage et Variations e Notre Dame de Paris. In questo stesso anno rimonta Carmen per il PACT di Johannesburg. Nel 1966 ritorna al Théâtre des Champs-Elysées per L’Eloge de la Folie con Les Ballets de Paris. 1967-1969 Realizza coreografie al Royal Ballet di Londra per Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn e al Teatro alla Scala di Milano: Estasi (Scriabine) per Rudolf Nureyev e Luciana Savignano. 1970 Accetta la Direzione del Balletto dell’Opéra de Paris ma si dimette nell’arco di sei mesi. 1970-1972 Compra il Casino de Paris e vi monta due grandi spettacoli: La Revue e poi Zizi je t’aime (scene e costumi di Erté, Yves Saint-Laurent, Vasarely, Guy Pellaert, César; canzoni di Jean-Jacques Debout, Guy Béart, Jean Férrat, Michel Legrand, Serge Gainsbourg). Il 1° gennaio 1976, nonostante il successo ottenuto, Roland Petit e Zizi Jeanmaire abbandonano l’impresa. Contemporaneamente, nel 1972, il sindaco di Marsiglia, Gaston Defferre, lo invita in città per ridar vita alla Compagnia dell’Opéra Municipal. Roland Petit crea Les Ballets de Marseille; il loro primo spettacolo ha luogo al Festival di Avignone nell’agosto 1972: Allumez les étoiles (da Majakovskij). 1972-1998 Nel 1981 Les Ballets de Marseille prendono il nome di Ballet National de Marseille-Roland Petit e girano il mondo. Per questa compagnia Roland Petit crea opere magistrali: Pink Floyd Ballet (1972), La Rose Malade (1973), L’Arlésienne (1974), Proust ou les Intermittances du cœur (1974), Septentrion (1975), Coppelia (1975), La Nuit Transfigurée (1976), Schiaccianoci (1976), A la memoire d’un ange (1977), La Dame de Pique (1978), La Chauve-Souris (1979), Parisianna (1979), Les amours de Franz (1981), Les contes d’Hoffmann (1982), Le mariage du ciel et de l’enfer (1984), La Symphonie Fantastique (1985), Le Chat Botté (1985), Ma Pavlova (1986), Tout Satie (1988), Valentine’s love songs (1988), Le Diable amoureux (1989), La Bella Addormentata (1990), Charlot danse avec nous (1991), Mère Méditerranée (1992), Le guépard (1994), Cheri (1996), Le Lac de cygnes et ses maléfices (1998). Nel dicembre 1981 Carmen entra a far parte del repertorio dell’American Ballet Theater, all’epoca diretto da Mikhail Baryshnikov; la prima rappresentazione ha luogo al Kennedy Center for the Performing Arts di Washington con Natalia Makarova (Carmen), Mikhail Baryshnikov (Don José), Victor Barbee (Escamillo). Roland Petit continuerà poi a dividersi tra la sua compagnia a Marsiglia e il Ballet de l’Opéra de Paris, l’American Ballet Theater, la Staatsoper e la Deutsche Oper di Berlino, il Teatro alla Scala di Milano, le music hall per Zizi Jeanmaire: Casino de Paris dal 1970 al 1974 – Bobino (1977), Zizi aux Bouffes du Nord (1989) – Zizi au Zenith (1995). E non dimentichiamo anche il teatro: messa in scena di Marcel et la Belle excentrique dall’opera di Marcel Jouhandeau per Zizi Jeanmaire e Michel Duchaussoy (1992) e de La Voix humaine di Jean Cocteau per Alessandra Ferri al Teatro Studio di Milano (1994). 1992 Dopo 20 anni trascorsi a Marsiglia e grazie alle autorità competenti, inaugura l’Ecole Nationale Supérieure de Danse di Marsiglia. La scuola ha sede nello stesso palazzo de Le Ballet National de Marseille, una struttura di 6000 metri quadrati ideata dall’architetto francese Roland Simounet proprio per la danza. 1998- 2000 Dopo aver diretto il Ballet National de Marseille per ventisei anni, Roland Petit lascia la compagnia nel marzo 1998 dopo la conclusione delle rappresentazioni della sua ultima creazione a Marsiglia: Le Lac des Cygnes et ses maléfices. Da allora, continua a creare nuovi balletti e rimonta le sue opere in tutto il mondo per numerose compagnie: San Francisco Ballet, Asami Maki Ballet di Tokyo, Teatro Colon di Buenos Aires, Teatro alla Scala di Milano, K-Ballet Company di Tokyo, Ballet National de Nancy, Balletto del Teatro di San Carlo di Napoli, Balletto del Maggio Musicale di Firenze, New National Theatre di Tokyo. Tra il ’99 e il 2000 Crea Clavigo per Nicholas Le Riche all’Opéra de Paris nell’ottobre 1999 e lo spettacolo di Zizi Jeanmaire nel novembre 2000 per l’Anfiteatro dell’Opéra Bastille. 2001 In luglio per l’Asami Maki Ballet di Tokyo crea The Duke Ellington Ballet in co-produzione con il Teatro di San Carlo di Napoli. Nell’ottobre 2001 è invitato a Mosca dal Teatro Bol’šoj per una nuova versione de La Dame de Pique, dal romanzo di Alexandre Pushkin, sulla musica della Sinfonia Patetica di Èajkovskij. 2002 In gennaio realizza la messa in scena dello spettacolo musicale Délits d’Ivresse con i testi di sua figlia Valentine Petit e con le musiche di Richard Galliano, presentato all’Auditorium di Saint-Germain-des-Prés a Parigi. In settembre è invitato dal New National Theatre di Tokyo per la ripresa del balletto La Chauve-Souris con una nuova scenografia firmata dall’architetto francese Jean-Michel Wilmotte. 2003 In febbraio è invitato a Mosca dal Teatro Bol’šoj per la ripresa del suo balletto Notre Dame de Paris. Nel marzo 2003 mette in scena il suo balletto Erik Satie Ballet per l’Asami Maki Ballet al New National Theatre di Tokyo. In giugno a Mosca, riceve il Premio dello Stato Russo dalle mani del Presidente Vladimir Putin per il suo balletto La Dame de Pique con la seguente motivazione: “Un’opera notevole ed originale che contribuisce allo sviluppo della cultura russa.” In agosto riprende Notre Dame de Paris al Teatro Bunkamura di Tokyo e The Duke Ellington Ballet per l’Asami Maki Ballet. In ottobre per la terza volta il Ballet de l’Opéra de Paris riprende Clavigo. In dicembre Roland Petit è invitato dal Teatro alla Scala di Milano per rimontare Il pipistrello. 2004 In febbraio a Tokyo Roland Petit riceve “L’Ordine del Sol Levante – Raggi d’oro” dal Ministro Giapponese della Cultura per il suo contributo senza precedenti nella storia del balletto. Nello stesso periodo riprende Pink Floyd Ballet al NHK Theater di Tokyo con l’Asami Maki Ballet. In marzo al Théatre Jean Vilar di Suresnes, in altri teatri francesi e al Teatro Bol’šoj di Mosca, presenta uno spettacolo sulla sua carriera con sei ballerini intitolato Roland Petit raconte ou les chemins de la creation. In aprile viene invitato al Teatro di San Carlo di Napoli per rimontare L’Arlesiénne per il K-Ballet. 2005 Partecipa all’Expo Aichi di Nagoya nel maggio 2005 e riprende Ma Pavlova ancora al Teatro di San Carlo di Napoli. In luglio il Ballet de l’Opéra de Paris riprende L’Arlesiènne, Le Jeune Homme et la Mort, Carmen. In settembre l’Asami Maki Ballet porta in tournée Pink Floyd Ballet a Parigi (Théatre des Champs-Elysées) e in Spagna. In novembre il Balletto Nazionale della Cina di Pechino presenta L’Arlesiènne, Le Jeune Homme et la Mort, Carmen. In dicembre presenta Un bon petit diable al Théatre Jean Vilar di Suresnes. 2006 In marzo il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala riprende Le Jeune Homme et la Mort. In maggio il New National Theatre di Tokyo riprende La Chauve-souris. In giugno il Balletto Nazionale della Cina presenta a Pechino Pink Floyd Ballet. Tra i suoi progetti futuri: Notre Dame de Paris, novembre 2006, Città del Messico Roland Petit and his stars, dicembre 2006, Atene Coppelia, maggio 2007, New National Theatre Tokyo Roland Petit ha pubblicato i seguenti libri Ballet National de Marseille Roland Petit (Editions Albin-Michel), libro fotografico con introduzione di Edmonde Charles-Roux.; Roland Petit L’avant-scène Ballet-Danse di Gérard Mannoni (1985); Roland Petit Un chorégraphe et ses peintres di Gérard Mannoni (Editions Hatier), 1990 ; Roland Petit Un chorégraphe et ses danseurs di Gérard Mannoni (Editions Plume), 1992 ; J’ai dansé sur les flots (Editions Grasset), 1993. Temps liés avec Noureev (Editions Grasset), 1998 ; Roland Petit Rythme de vie, conversazione con Jean Pierre Pastori (Editions la bibliothèque des Arts), 2003 ; Attualmente Roland Petit lavora a un ulteriore libro di memorie. È Cavaliere delle Arti e delle Lettere (26 marzo 1962) ; Cavaliere della Legion d’Onore (12 luglio 1974); Ufficiale delle Arti e delle Lettere (10 novembre 1978); Ufficiale dell’Ordine Nazionale del Merito (23 luglio 1983); Ufficiale della Legion d’Onore (31 dicembre 1992); Commendatore dell’Ordine Nazionale del Merito (14 maggio 2001). venerdì 14 luglio SOLOMON BURKE & THE SOUL’S ALIVE ORCHESTRA THE KING OF ROCK N’ SOUL In collaborazione con Porretta Soul Festival voci Solomon Burke, Solomon Jr. Burke, Terry Tamal Burke, Barbara Pasqui trombone Bernard Baisden tromba e flugelhorn Thomas S. Cortez chitarra Brett Farkas tastiere Millard Jackson sax e armonica Joseph Kalet tamburi David Paul Lopez organo Will Cleveland Smith basso Eddie Towns tromba e sax Carle Wayne Vickers Abb. E’grandEstatE - E’grandeMusica SOLOMON BURKE Nasce a Philadelphia (Pennsylvania) il 21 Marzo 1936. Voce impressionante e di grande dinamica, in grado di tuonare o sussurrare, evocare momenti drammatici o ammiccare, scuotere o accarezzare, Solomon è un artista che esalta le contaminazioni tra sacro e profano, fra soul e country e, insieme a Leroy Carr e a pochi altri, contende a Otis Redding il posto più alto nell’olimpo del soul. Sulla data precisa della sua nascita domina l’incertezza, che sfiora il mistero della leggenda: egli stesso dichiara di essere nato nel 1940 e afferma che la sua nascita fu preannunciata in sogno alla nonna, fondatrice di una chiesa. Proprio in questo tempio Solomon impara a cantare, tanto che per le sue doti canore e predicatorie si guadagna fin da bambino il titolo di Wonder Boy Preacher. Nel 1954, durante una gara fra cantanti Gospel, è notato da Bess Berman, che gli offre un contratto con la Apollo; con questa etichetta (e con le successive Galaxy e Singular) Burke incide numerosi brani che non denotano ancora, tuttavia, una raggiunta autonomia stilistica: i modelli che affiorano nel suo stile sono Roy Hamilton, Ivory Joe Hunte, Chuck Willis, Paul Robeson. Segnalato all’Atlantic, si reca a New York da Jerry Wexler, che lo ingaggia senza indugi: nel Dicembre 1960 effettua una sessione che, con la cover di un pezzo country, Just Out Of Reach, gli frutta il primo hit. Un anno dopo è la volta di uno dei suoi capolavori, Cry To Me, firmato da Bert Berns, che diviene il produttore di numerosi suoi gioielli, tra i quali Down In The Valley, You Can Make It If You Try, Beautiful Brown Eyes, Goodbye Baby. Del 1964 sono la celeberrima Everybody Needs Somebody e la straordinaria The Price, grande esempio di fusione fra gospel e soul, che Burke compone in un periodo particolarmente drammatico della sua vita. Tra il 1965 e il 1967 vengono pubblicate altre incisioni di rilievo, quali Baby Come On Home, Keep A Light In The Window, Take Me (As I Am). I rapporti con la Atlantic iniziano, tuttavia, a deteriorarsi e la crisi traspare nell’attività discografica dell’artista che, fino al 1968, pubblica prodotti apprezzabili ma decisamente meno brillanti dei precedenti. Nel 1969 Solomon incide l’album capolavoro, registrato a Muscle Shoals per la Bell, nel quale mescola composizioni rock (Proud Mary), classici soul (These Arms Of Mine, What I Am Living For, Up Tight Good Woman), Blues soul (Please Send Me Someone To Love) e standard (una travolgente That Lucky Old Sun). Anche i due anni con la MGM offrono diverse incisioni di rilievo con l’utilizzo di cover rese personalissime (Stand, I Can’t Stop Loving You, Drown In My Own Tears). Per tutti i rimanenti ’70, invece, si concede alla disco music. Gli ’80 lo vedono in ripresa discografica, sia con incisioni gospel per la Savoy, sia grazie a uno splendido (e documentato) live che rinnova l’interesse degli assopiti fans e ne attira dei nuovi. Numerosi tour lo portano ripetutamente in Europa e toccano anche più volte l’Italia. Ai primi ’90, si ripresenta con un solido album blues R&B di cover interpretate con passione. Discografia Solomon Burke, 1955-57 (Apollo USA 1962) Greatest Hits, 1959-62 (Atlantic USA 1962) If You Need Me, 1962-63 (Atlantic USA 1963) Rock ‘N’ Soul, 1963 (Atlantic USA 1964) The Best Of Solomon Burke, 1962-65 (Atlantic USA 1966) King Solomon, 1965-67 (Atlantic USA 1968) I Wish I Knew, 1968 (Atlantic USA 1968) Proud Mary, 1969 (Bell USA 1969) Electronic Magnetism, 1970-71 (MGM USA 1971) Cool Breeze, 1971-72 (MGM USA 1971) We’re Almost Home, 1971-72 (MGM USA 1971) The History Of Solomon Burke, 1971-72 (Pride USA 1972) I Have A Dream (Dunhill USA 1974) Midnight And You, 1974 (Dunhill USA 1974) Music To Make Love By, 1975 (Chess USA 1975) Back To My Roots, 1976 (Chess USA 1976) Please Don’t You Say Goodbye To Me (Amherst USA 1978) Sidewalks, Fences And Walks (Infinity USA 1979) Lord, I Need A Miracle Right Now (Savoy USA 1981) Into My Life You Came (Savoy USA 1982) Take Me, Shake Me (Savoy USA 1983) This Is His Song (Savoy USA 1984) Soul Alive!, 1981 (2LP Rounder USA 1984) A Change Is Gonna Come, 1985 (Rounder USA 1986) Royal Trap, 1986 (Royalty USA, 1986) You Can’t Run, But You Can’T Ride, 1955-59 (Mr. R&B SVE 1987) The Bishop Rides South, 1969 (Charly GB 1988) Homeland, 1991 (CD Bizarre USA 1991) Home In Your Heart, 1962-68 (2CD Rhino USA 1992) Soul Of The Blues, 1993 (CD Black Top USA 1993) Don’t Give Up On Me (Fat Possum USA 2002) lunedì 17 luglio GORAN BREGOVIC & HIS WEDDING AND FUNERAL BAND TALES AND SONGS FROM WEDDINGS AND FUNERALS chitarra, sintetizzatore, percussioni, voce Goran Bregovic goc e voce Alen Ademovic prima tromba Bokan Stankovic seconda tromba Dragan Ristevski terza tromba e voce Ekrem Demirovic sax alto e soprano, clarinetto Stojan Dimov primo trombone Ivan Jovanovic secondo trombone Milos Mihajlovic terzo trombone e glockenspiel Aleksandar Rajkovic tuba Dejan Manigodic voce solista Vaska Jankovska voci bulgare Ludmila Radkova Trajkova, Daniela Radkova Aleksandrova Abb. E’grandEstatE - E’grandeMusica Con le radici nei Balcani, di cui è originario e lo sguardo sul XXI secolo, le composizioni di Goran Bregovic mescolano le sonorità del pop-rock con la musica classica, le litanie bizantine con il folk dei Balcani, le leggende zingare con i campionamenti, la ruvidità dei fiati e degli ottoni delle fanfare di paese con l’estetica patinata dell’Occidente. Il filo rosso che unisce tutte queste "schegge" è la passione che Bregovic ha per il Suono nel suo significato universale, la sua straordinaria capacità di sublimare i materiali della tradizione e di proiettarli, grazie al costante incontro con i linguaggi contemporanei o del pop-rock, in una dimensione surreale, ironica e lirica, facilmente comprensibile sotto tutte le latitudini. In una parola, Goran Bregovic reinventa tutto la musica e se l’esuberanza e la struggente malinconia dei Balcani, il gusto un po’ barocco per i crescendo orchestrali, il non mai dimenticato amore per il poprock o l’elettronica sono chiaramente identificabili nella produzione del compositore di Sarajevo, altrettanto chiaramente si scopre che quelle musiche scolpite brutalmente o dipinte con tenerezza sono al di fuori di meri confini geografici e sono simboli forti di una rappresentazione della vita, tragica e visionaria, che riesce ad arrivare al cuore di tutti. Programma TDV (Scherzo), (Tales & Songs from Weddings…) Polizia molto arrabbiata, (Tales & Songs from Weddings…) Cupcik Ederlezi Avela Underground Tango –Ausencia, (Underground) Hop-Hop-Hop, (Tales & Songs from Weddings…) Maki, Maki, (Tales & Songs from Weddings…) Coctail Molotov, (Tales & Songs from Weddings …) Borino Oro, (Tims of the Gypsies) Money, (Arizona Dream) La Nuit – Elo-Hi, (La Reine Margot) So nevo si, (Tales & Songs from Weddings…) Wedding Cocek, (Underground) Sex, (Tales & Songs from Weddings …) Aven Ivenda, (Tales & Songs from Weddings…) Te Kuravle, (Tales & Songs from Weddings…) Ringe Ringe Raja, (Underground) Prawo do Lewega, (Bregovic-Kayah) In the Death Car, (Arizona Dream) Ederlezi , (Times of the Gypsies) Mjesecina (Moonlight), (Underground) GORAN BREGOVIC Nato a Sarajevo da madre serba e padre croato, Goran Bregovic crea i suoi primi gruppi rock a sedici anni. “il rock aveva all’epoca un ruolo fondamentale nella nostra vita. Era l’unica possibilità per poter esprimere pubblicamente il nostro malcontento senza rischiare di finire in galera, o quasi”. Per far piacere ai suoi genitori, si impegna a proseguire i suoi studi di filosofia e sociologia che lo avrebbero portato ad insegnare, se l’enorme successo del suo primo disco non avesse deciso altrimenti. Seguono quindici anni con il suo gruppo White Button e tredici album venduti in 6 milioni di copie. Tour interminabili in cui Bregovic diventa l’idolo della gioventù jugoslava. Alla fine degli anni ‘80, si libera del ruolo di “star” e si isola in un “ritiro dorato” in una piccola casa sulla costa adriatica, un vecchio sogno d’infanzia. Qui compone le musiche del terzo film di Emir Kusturica Il Tempo dei Gitani. Ma ben presto i primi disordini scoppiano in Yugoslavia e i due amici sono costretti ad abbandonare tutto e trasferirsi a Parigi: alla sua origine già mista, Goran ha aggiunto una moglie musulmana, e i tempi non sono propizi per questa allegra e stimolante mescolanza. Musiche per il Cinema Cresciuti nello stesso ambiente, della stessa generazione, sfuggiti agli stessi pericoli, Goran Bregovic e Emir Kusturica formano un tandem in cui la complicità è tale che non vi è più bisogno di parole per esprimersi. Dopo Il Tempo dei Gitani Bregovic ha carta bianca per comporre la colonna sonora di Arizona Dream. Il risultato è pari al film, lirico, innovatore e particolarmente commovente. “Una delle grandi qualità dei film di Emir, è quella di mostrare la vita come realmente è, cioè piena di buchi, di imprevisti, di esitazioni. È questo lato imperfetto che ho voluto conservare. Anche le canzoni cantate da Iggy Pop sono poco prodotte. Vi è giusto la sua voce e un’orchestra di vecchi gitani che soffiano nelle loro trombe anteguerra e suonano dei corni di bue. È tutto molto semplice”. Si tratta senza dubbio di una delle migliori performance di Iggy Pop degli ultimi 10 anni. In seguito Patrice Chereau gli affida La Regina Margot, Palma d’Oro 1994 al Festival di Cannes, Goran compone delle musiche maestose dagli accenti rock e successivamente scrive le musiche di Underground di Emir Kusturica, Palma d’Oro 1995 al Festival di Cannes. Il cammino dei due amici si separa una seconda volta: Goran lavora meno per il cinema e più per la sua musica dal vivo, Emir segue la sua strada con un progetto editoriale e con il magnifico film Gatto Nero Gatto bianco le cui musiche sono composte da altri musicisti di Sarajevo. Goran compone ancora le musiche dall’aroma “klezmer” del film Train de Vie di Radu Mihaelanu, presentato con grande successo ai festival di Venezia, San Paolo, Berlino e, con grande successo di pubblico, nei cinema di numerosi paesi. Poi si consacra all’interpretazione della propria musica e comincia una seconda carriera sulle scene internazionali. Senza tuttavia abbandonare completamente i film: “27 missing kisses” di Nana Djorjaze nel 2001, “ Musiche per Matrimoni e funerali” di Unni Strumme nel 2002 (autore della musica originale e ruolo maschile principale). Nel 2004 Bregovic vive nuovamente l’avventura da attore, interpretando il ruolo principale e componendo le musiche per la pellicola italiana I giorni dell’abbandono uscito nelle sale nell’autunno 2005. Musiche per il Teatro Il Silenzio dei Balcani è un ambizioso progetto multimediale realizzato nel 1997 a Salonicco insieme al regista teatrale sloveno Tomaz Pandur, quindi collabora con il Teatro Stabile di Trieste per il quale scrive le musiche di scena per un insolito Amleto. Segue la collaborazione con Marco Baliani per il quale, su commissione del Festival Novecento di Palermo, scrive le musiche di La Crociata dei Bambini (novembre 1999), quindi, tra il gennaio 2001 e gennaio 2002, un altro grande progetto con Tomaz Pandur: La Divina Commedia al Teatro Thalia di Amburgo. Discografia Le Temps de Gitans, (Polygram/Universal) Arizona Dream, (Polygram/Universal) Toxic Affair, (Polygram/Universal) La Reine Margot, (Polygram/Universal) Underground, (Polygram/Universal) Ederlezi (compilation), (Polygram/Universal) Bregovic & Kayah , (Polygram/Universal) Songbook, (Polygram/Universal) Music for Films, (Polygram/Universal) Tales and Songs from Weddings and (Polygram/Universal) Funerals, Progetti speciali Su richiesta di Giovanni Lindo Ferretti dei CSI, Goran Bregovic si è fatto ambasciatore della musica dei Balcani e ha scelto e proposto tre fanfare (Bulgaria, Romania e Serbia) e un gruppo di voci femminili Russe che, con la sua Orchestra per Matrimoni e Funerali, si sono incrociate nelle vie di Bologna il 27/6/2000, per una grande festa musicale dei paesi ortodossi sotto il titolo “Hot Balkan Roots”, ripetuta due giorni dopo a Roma, presso il prestigioso Nuovo Auditorium. Per cominciare il tour italiano nell’estate 2000, Goran ha ideato un “Grande Matrimonio a Palermo” per la Festa di S. Rosalia il 14 luglio, di cui ha condiviso la direzione artistica con Roberto De Simone. Per una sola notte, Goran ha riunito gli artisti di quello che lui definisce il suo "prato musicale" – tra Budapest e Istanbul. Alle musiche di Goran, ai video del Belgradese Boris Miljkovic, si sono mescolati danzatori greci e sloveni in una coreografia del rumeno Edward Clug. Sono state nuovamente chiamate le fanfare di Belgrado e di Sofia (un matrimonio senza fanfare non è possibile!) che, partendo da lati opposti di Palermo hanno accompagnato gli uni le spose, gli altri gli sposi, in due festosi cortei che sono confluiti nella grande piazza centrale della città dove gli attendeva il coro e l’orchestra di Goran Bregovic con la sua Orchestra per Matrimoni e Funerali per un grande ballo finale. Dopo aver percorso con la sua orchestra tutta l’Europa da maggio a settembre 2001, tre concerti in Sud America e un tour francese in ottobre, Goran si mette al lavoro su un nuovo progetto: un disco e un film intitolati “Racconti di Matrimoni e Funerali dei Balcani”. I suoi musicisti preferiti, ai quali è legato da profonda amicizia grazie a numerose collaborazioni, raccontano le loro storie davanti alla camera da presa. Le musiche che accompagnano i loro racconti, fanno parte del disco di Bregovic, uscito con lo stesso titolo contemporaneamente al film (settembre 2002). Nel giugno 2002 presenta un progetto speciale nella Basilica Di St. Denis, nell’ambito di un festival di Musica Sacra, dal titolo “Cuore Tollerante”. Intorno al tema della riconciliazione, Bregovic riunisce tre voci femminili, tre star appartenenti a tre religioni, invitandole ad unirsi al suo coro ortodosso, ad un ensemble d’archi marocchino e alla sua Orchestra per i Matrimoni e Funerali. Luciano Berio ha voluto che lo stesso progetto fosse presentato presso l’Accademia Santa Cecilia di Roma in luglio, il concerto presso il Guggenheim Museum di Bilbao, il Festival delle Arti Sacre a Fez. L’avventura più recente di Goran è La Karmen di Bregovic con lieto fine, la prima Carmen con la K ed un accento Balcanico: metà film, metà festa campestre, questa originalissima Karmen ha debuttato in Italia nella primavera 2004. Attualmente Goran Bregovic sta lavorando sul progetto per il “sequel” di Cuore Tollerante commissionato da ECHO (European Concert Hall Organisation) per una tournèe di concerti nelle maggiori sale da concerto Europee per aprile 2007 con la partecipazione straordinaria dell”Absolute Ensemble” diretto da Kristjan Jarvi. Il titolo provvisorio per questo progetto è “Scusa, è questa la strada per il futuro?”. martedì 18 luglio TEATRO ACCADEMICO DI STATO DEL BALLETTO CLASSICO DI MOSCA in CENERENTOLA Balletto in tre atti musica Sergej Prokof’ev libretto Natalia Kasatkina e Vladimir Vasiliov dalla fiaba di Perrault coreografia Natalia Kasatkina e Vladimir Vasiliov scenografie L. Solodovnikov costumi E. Dvorkina Abb. E’grandEstatE - E’grandeDanza La favola di Cenerentola è una delle più amate in Russia. La prima del balletto si tenne presso il Teatro Bolshoy nel 1945, anno memorabile per l’Unione Sovietica. La musica scritta da Prokofiev rifletteva, infatti, la tragedia delle sofferenze subite a causa della guerra e la luce splendente della speranza nel futuro. Nel novembre di quello stesso anno, Prokofiev scriveva: “Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di Cenerentola era l’amore poetico tra lei e il Principe, la nascita e il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanga indifferente alla sventura e alla gioia. Ho composto Cenerentola nel solco della tradizione del balletto classico russo”. In tutte le loro produzioni, Kasatkina e Vasiliov si sono sempre orientati principalmente sul testo musicale: è la musica che detta il disegno generale dello spettacolo e le particolarità dello stile coreografico. In tal modo, anche nelle forme espressive più tradizionali, riescono sempre ad imprimere un loro inimitabile marchio. Anche in questo spettacolo, la forza di penetrazione del sentimento umano, resa attraverso i canoni della coreografia classica, si associa ad un fiabesco florilegio di danze e alla plastica ironico-grottesca dei ruoli di carattere. Nella versione del 1945, il sinfonismo della partitura prokof’eviana era, in un certo senso, messo in ombra dalla pomposità della redazione, mentre altre versioni, accentuando troppo l’aspetto comico e grottesco dei personaggi minori, perdevano spesso di vista il profondo lirismo che permea l’opera. Kasatkina e Vasiliov, invece, si sono distinti per chiarezza e precisione logica nello sviluppo della vicenda, permettendo quindi allo spettatore di qualsiasi età di seguire l’azione, di vedere non solo la danza, ma anche come questa cresca sotto i suoi occhi fino a divenire una rappresentazione teatrale compiuta. Nella loro versione trovano senza dubbio posto sia l’umiltà e lo spirito di sopportazione di Cenerentola, sia i ruoli di carattere che fanno sorridere, sia la pomposità del ballo al palazzo, ma, soprattutto, la struggente attesa del prodigio e della trasformazione di Cenerentola, che si realizza grazie alla Fata e alla scarpetta di cristallo. In tal modo, la loro interpretazione risulta essere la più vicina all’intento dello stesso Prokofiev. Sinossi La famiglia dove vive Cenerentola è dominata dalla matrigna e dalle sorellastre. L’infelice padre, terrorizzato dalla moglie, non può neppure consolare la figlia. La matrigna e le sorellastre si stanno preparando per il ballo a palazzo al quale sono invitate. Cenerentola resta sola e triste: è sia la malinconia di una ragazzina sola, sia il presentimento femminile dell’amore imminente, sia la delicata tristezza della bambina ingiustamente offesa. Alla porta bussa una vecchia lacera e affamata che chiede l’elemosina. Cenerentola, diversamente da quanto avevano fatto la matrigna e le sorellastre, l’accoglie e la rifocilla. La vecchia le si rivela nelle sue vere sembianze, quelle della Fata che, riconoscente, compie il prodigio e trasforma Cenerentola e il mondo che la circonda. La Danza delle Stagioni è un luminoso susseguirsi di suoni affascinanti. Prima che la carrozza trasporti in volo Cenerentola al ballo, la Fata l’avverte che dovrà rientrare entro lo scoccare della mezzanotte, altrimenti la magia si dissiperà, la carrozza si trasformerà in una zucca, i cavalli in topi e il meraviglioso abito da sera in stracci. Al ballo, tutti restano affascinati dalla bellezza di Cenerentola; misteriosa e poetica, conquista il cuore del principe spagnolo, di quello cinese e di quello delle Terre del Nord, che gettano ai suoi piedi preziosi regali. Cenerentola, però, non ha occhi che per un solo Principe, al quale tende le braccia. La matrigna e le sorellastre ne approfittano per impadronirsi dei regali dei principi stranieri. Anche il Principe è stordito e conquistato da Cenerentola. Inesorabile, l’orologio batte la mezzanotte. Cenerentola fugge e di lei al Principe resta solo una scarpetta di cristallo, perduta sullo scalone del palazzo. Il Principe, disperato, parte per un viaggio intorno al mondo alla ricerca dell’amata e, non avendola trovata, ritorna nel suo regno, dove ne continua la ricerca, facendo misurare a tutte le ragazze la scarpetta di cristallo. Quando Cenerentola cerca di aiutare la matrigna e le sorellastre ad indossare la scarpetta, l’altra scarpetta cade dalla tasca del suo grembiule. Il Principe la riconosce e, per loro, il mondo ridiventa incantato. TEATRO ACCADEMICO DI STATO DEL BALLETTO CLASSICO DI MOSCA Diretto da NATALIA KASATKINA e VLADIMIR VASILIOV Il Teatro Accademico di Stato del Balletto Classico di Mosca venne fondato dal Ministero della Cultura dell’URSS nel 1966 con il nome di Balletto Classico di Mosca e la direzione artistica del celebre Igor Moiseev. L’intento era quello di poter disporre di una troupe mobile, destinata ad operare nel solo ambito delle tournées all'estero. Nel 1977 la direzione artistica viene affidata a Natalia Kasatkina e Vladimir Vasiliov, in passato étoiles del Teatro Bol’šoj di Mosca e attualmente coreografi, autori di libretti di balletti ed opere, registi di film musicali, insigniti del Premio di Stato dell’URSS e del titolo di Artisti del Popolo dell’URSS. Da quel momento, la loro presenza imprime alla Compagnia una fisionomia nuova, uno stile particolare e finalità differenti da quelle che ne avevano determinato la costituzione: da un repertorio essenzialmente composto da estratti e frammenti di balletti famosi e miniature, il Teatro è passato ad assimilare le grandi forme della coreografia classica e a sviluppare una propria ricerca nell’ambito della coreografia contemporanea, fino a poter vantare un repertorio di oltre 24 titoli, che spaziano dai capolavori classici del XIX sec. al contemporaneo. La Compagnia viene attualmente menzionata, insieme al Bol’šoj di Mosca, al Marinski di San Pietroburgo e al Balletto del Cremlino, come una delle quattro più prestigiose compagnie tersicoree di Russia. In effetti, sono pochi i teatri che possono vantare un medagliere altrettanto ricco: soltanto negli ultimi anni, i solisti del Teatro hanno conquistato ben 15 medaglie d’oro nei più affermati concorsi internazionali e 4 Grand Prix dell’Accademia Nazionale di Danza di Parigi. La troupe, che può a ragione essere definita come una costellazione di stelle, ha effettuato tournées in oltre 30 Paesi, in Europa, Asia e Americhe. NATALIA KASATKINA E VLADIMIR VASILIOV Inseparabili da decenni sia nella vita familiare che in quella professionale, Kasatkina e Vasiliov sono due dei più significativi e interessanti rappresentanti della scuola moscovita e della coreografia russo-sovietica. Entrambi hanno terminato l’Istituto Coreografico di Mosca, l’Istituto di Arte Teatrale (il prestigioso GITIS) e provengono dalle file del Teatro Bol’šoj di Mosca, dove per anni si sono esibiti in qualità di solisti étoiles. Discepoli di Kasian Goleizovski, sono oggi ritenuti il punto d’incontro e di sintesi tra la tradizione accademica russa e quella della scuola italiana: i loro insegnanti furono infatti tra gli ultimi allievi di Enrico Cecchetti. La loro carriera di coreografi inizia negli anni ’60 presso lo stesso Teatro Bol’šoj, con i balletti Vannina Vannini e La Sagra della Primavera. Presso il Teatro Kirov di Leningrado allestiscono il balletto La Creazione del Mondo, l’opera Pietro il Grande (che valse loro il Premio di Stato dell’URSS), l’opera-balletto Pushkin. Alla Staatsoper di Berlino allestiscono l’opera Così fan tutte di Mozart. Insigniti del titolo di Artisti del Popolo dell’URSS, dal 1977 dirigono il Teatro Accademico di Stato del Balletto Classico di Mosca, dove attuano un’interessante politica di repertorio, che vede in cartellone i tesori classici della più pura tradizione accademica, da loro ricostruiti e riletti in modo originale, alternati a produzioni neoclassiche e contemporanee. Oltre che validissimi coreografi, Kasatkina e Vasiliov sono autentici scopritori di talenti; infatti con loro hanno iniziato la propria carriera artisti del calibro di Mikhail Baryshnikov, Leonid Godunov, Stanislav Isaev, Irek Mukhamedov, Vladimir Malakhov, Galina Stepanenko. Altrettanto intensa è stata la collaborazione con Maia Plissetskaia, Irina Kolpakova, Ekaterina Maksimova, Vladimir Vasiliev, Marina Semionova, Asaf Messerer e, non ultimo, Pierre Lacotte. Natalia Kasatkina è attualmente membro permanente del Consiglio delle Arti presso la Presidenza della Federazione Russa. mercoledì 19 luglio RON L’UOMO DELLE STELLE TOUR Abb. E’grandEstatE - E’grandeMusica RON 1953 A Dorno, in provincia di Pavia, nasce Rosalino Cellamare, secondo di tre fratelli. 1970 A soli 17 anni Ron debutta sul palcoscenico di Sanremo in coppia con Nada, ottenendo un settimo posto con la canzone Pa' diglielo a ma'. 1971 È l'anno della sua prima partecipazione a Un disco per l'estate, con il brano Il gigante e la bambina. 1972 Inaugura la propria carriera d'autore scrivendo la musica per Piazza Grande, poi presentata a Sanremo da Lucio Dalla. 1973 Pubblica con la RCA il suo primo album, Il bosco degli amanti, di cui ha scritto tutti i testi e le musiche. Lo stesso anno, a distanza di pochi mesi, decide di mettere in musica alcuni temi di una classe elementare di Cinisello Balsamo. Il risultato è l'album Dal nostro livello. 1975 Pubblica il terzo Lp, che si intitola Esperienze. 1975-’79 Ron interrompe momentaneamente l'attività di cantautore per dedicarsi ad alcune esperienze cinematografiche. Interpreta, infatti, pellicole come Lezioni private (1975, regia Vittorio De Sisti), L'Agnese va a morire (1976, regia di Giuliano Montaldo), In nome del papa re (1977, regia di Luigi Magni), Turi e i paladini e Mascagni (1978, regia di Aldo Lado). 1979 Chiamato da Francesco De Gregori e Lucio Dalla per curare gli arrangiamenti della loro tournee Banana Republic, Ron partecipa anche al tour sia in veste di musicista (chitarra e pianoforte) sia come interprete. 1980 Pubblica il quarto album, prodotto dalla Spaghetti Music, che prende il titolo dal singolo Una città per cantare. Il brano è una cover di The Road di D.O. Keefe, interpretata da Jackson Browne. Per la prima volta compare il diminutivo Ron. Nello stesso anno realizza con Ivan Graziani e Goran Kuzminac un Qdisc dal titolo Canzone senza inganni, composto di quattro brani. 1981 Incide con la Spaghetti Music il quinto album, Al centro della musica. 1982 Pubblica Guarda chi si vede, che contiene il singolo Anima con cui vince l'edizione del Festivalbar di quell'anno. Sempre nel 1982 registra un album live (RCA), Tutti i cuori viaggianti. Ancora nel corso di questo anno pubblica Calypso, nel quale Ron si avvale della collaborazione di Mauro Malavasi. 1984 Esce la sua prima raccolta di best. Si intitola I grandi successi di Ron. 1985 È l'anno del settimo album della carriera musicale dell'artista intitolato Ron. 1986 La canzone Joe Temerario viene usata da Mario Monicelli all'interno della colonna sonora del film Speriamo che sia femmina. Nello stesso anno esce il suo 8° Lp È l'Italia che va. 1988 Partecipa a Sanremo con Il mondo avra' una grande anima. La canzone darà il titolo ad un nuovo album live, registrato durante una tournee che lo porta in diversi teatri italiani. 1989 Produce il primo album di Biagio Antonacci: Sono cose che capitano. 1990 Con la WEA pubblica Apri le braccia e poi vola. Durante lo stesso anno scrive una nuova canzone per Lucio Dalla, divenuta un altro successo: Attenti al lupo. 1992 Pubblica Le foglie al vento che contiene tra l'altro il brano Non abbiam bisogno di parole. Questa nuova produzione segna anche l'inizio della collaborazione tra Ron e Greg Walsh. 1994 Esce l’ 11° Lp per l'artista, Angelo, che contiene il brano Tutti quanti abbiamo un angelo. 1995 Ron apre un proprio studio di registrazione, "Angelo studio". 1996 Vince il 46° Festival di Sanremo in coppia con Tosca interpretando il brano Vorrei incontrarti tra cent'anni canzone che darà il titolo ad un nuovo album. A dicembre partecipa al Concerto per Natale in Vaticano con il brano inedito Natale tutto l'anno, scritto dallo stesso Ron e musicato dal maestro Renato Serio. 1997 Pubblica il suo 13° Lp intitolato Stelle che contiene tra l'altro un brano scritto in coppia con Samuele Bersani. 1998 L'artista partecipa a Sanremo presentando Un porto nel vento. 1999 Lascia la WEA per la CGD, con la quale pubblica Adesso. 2000 la Rai, per i trent’anni di carriera, gli dedica la trasmissione "Una citta' per cantare". Contemporaneamente viene inciso anche un doppio album, realizzato con il maestro Beppe Vessicchio e la sua orchestra, dal titolo '70/'00: contiene i successi di Ron, riarrangiati e interpretati dallo stesso Ron in coppia con gli artisti che hanno partecipato alla trasmissione della Rai e l'inedito Noi, scritto con Maurizio Fabrizio. 2001 Ron lascia la casa discografica CDG e crea una sua etichetta indipendente chiamata "Le foglie e il vento" distribuita dalla Sony Music. 2001 Ottobre: esce l'album Cuori di vetro che si avvale delle collaborazioni di artisti, Jovanotti, Gianluca Grignani, Carmen Consoli, Francesco De Gregori, Renato Zero e Renzo Zenobi. Il brano Sei volata via firmato da Jovanotti è tra i più trasmessi in tutte le radio. 2002 Pino Daniele lo chiama per far parte di un Tour insieme a Francesco De Gregori e Fiorella Mannoia. I "Fab Four" (come verranno chiamati). Da questa esperienza vengono tratti un album e un DVD intitolati In Tour. 2004 Febbraio: esce l'album Le voci del mondo liberamente ispirato all'omonimo libro di Robert Schneider. 2005 Ottobre: esce l’album Ma quando dici amore, l’ultimo particolare progetto di Ron nato a sostegno dell’Aisla - Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica – onlus impegnata nella lotta contro la SLA (ScLerosi Laterale Amiotrofica). Il cd è una raccolta di duetti realizzati con la solidarietà di molti artisti: Anggun, Claudio Baglioni, Samuele Bersani, Loredana Bertè, Luca Carboni, Carmen Consoli, Lucio Dalla, Elisa, Jovanotti, Mario Lavezzi, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, Raf, Tosca, Renato Zero). 2006 A dieci anni dalla vittoria con Vorrei incontrarti tra cent’anni in coppia con Tosca, Ron decide di partecipare nuovamente al Festival di Sanremo solo ed esclusivamente per una causa importante a lui molto cara. Tutti i proventi che l’artista riceverà infatti per il brano inedito che presenterà L’uomo delle stelle e l’album che saranno editi dopo Sanremo, saranno interamente devoluti all’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), onlus impegnata nella lotta contro la SLA, malattia neurodegenerativa ad oggi ancora incurabile. venerdì 21 luglio COMPAÑÍA ANTONIO MÁRQUEZ DANZAS DE LA VIDA BREVE, BOLERO, DESPUES DE CARMEN direttore artsitico Antonio Márquez ballerini Antonio Marquez, David Sanchez, Sara Calero, Maite Chico, Mercedes Burgo, Jairo Rodriguez, Daniel Fernandez, Javier Sanchez, José Antonio Torres, José Luis Galvez, Juan Francisco Gonzalez, Carmen Alferez, Marta Toca, Nieves Portas, Rocio Chacon musicisti Juan Lorenzo, Antonio Sanchez, José Salguero costumi Maite Chico luci Andrea Lauretti Abb. E’grandEstatE - E’grandeDanza Programma Danzas de la vida breve Musica Manuel De Falla Coreografia Antonio Marquez Bolero Musica Maurice Ravel Coreografia Antonio Marquez y Currillo Despues de Carmen Musica flamenca di Rafael Montilla Coreografia Antonio Marquez, Nuria Leiva, Goyo Montero ANTONIO MÁRQUEZ Nato a Siviglia nel 1963, è già Primo Ballerino al Ballet Nacional de España nel 1982, sotto la direzione di José Antonio Ruiz; intepreta con questa compagnia molti ruoli principali, nel Cappello a tre punte, nel Bolero de Ravel, in Ritmos e molte altre produzioni. Dal 1991 è Primo Ballerino al Ballet Español de Madrid, di José Granero, dove interpreta, tra le altre coreografie, Reencuentros. Di nuovo con il Ballet Nacional de España dal 1993 in qualità di Artista Ospite, compare in quell’anno in un brano del Cappello a tre punte nella trasmissione televisiva sui grandi miti maschili Los Divinos, prodotta da RAI e TVE e ripresa praticamente in tutto il mondo. L’anno dopo interpreta Carmelo in El Amor Brujo di Manuel De Falla, con la coreografia di Victor Ullate, ed altri importanti ruoli, tra cui La Oración del Torero, dedicato a Ortega Cano, con musica di Joaquin Turina e coreografia di Victoria Eugenia. Nel 1995 fonda la sua Compagnia, con cui ottiene straordinari riconoscimenti internazionali. Prosegue nel frattempo anche la sua attività di ballerino e coreografo, che lo vede curare coreografie dell’opera Carmen sia per l’Opera di Montecarlo che per il Teatro Nazionale di Atene, e dell’opera Don Chisciotte per l’Opéra di Parigi. Nel corso del 2001, infine, ottiene in Italia importanti riconoscimenti e premi, mentre in Brasile il suo spettacolo, cui hanno assistito 40.000 persone a Rio de Janeiro, è stato inserito nel “Libro de los Records” per il grande seguito di pubblico. COMPAÑÍA ANTONIO MÁRQUEZ Fondata nel 1995 con l’intento di recuperare, potenziare ed approfondire le autentiche radici del Baile Español, la Compagnia ottiene immediato successo in patria, dove presenta nelle maggiori città spettacoli di grande interesse: Movimiento Perpetuo, spettacolo di debutto (Siviglia, ’95); Reencuentros del ’96 (coreografia di José Granero e musica di Emilio de Diego, debutto a Valencia in dicembre); Il Cappello a tre punte di Manuel de Falla nel ’97, che inaugura il Teatro Real de Madrid. Altri importanti riconoscimenti attendono Márquez sia in Spagna che in Italia nel 1998, mentre la Compagnia continua a rappresentare El Sombrero de Tres Picos in una nuova produzione, toccando importanti festival quali “Madrid en Danza”, Sintra in Portogallo, il Festival de Jerez, Barakaldo e così via. Ma il riconoscimento più bello del ’98 è senz’altro la “Mención de Honor en el Libro de Oro de la Historia del Ballet de Cuba”, per la sua brillante esibizione al 30° Anniversario del Festival a L’Avana. Nel 2000 la Compagnia è in tournèe tra Svizzera, Italia, Grecia, Portogallo, Giappone, Panama, Francia e Spagna. Mentre altri importanti premi di danza le vengono assegnati, la Compagnia arriva all’Opéra di Parigi con Reencuentros, Zapateado e Movimiento Flamenco, ottenendo grande successo di pubblico e di critica. Anche il 2001 si apre con un grande tour internazionale che comprende Italia, Portorico, Brasile e Ungheria Nel dicembre dello stesso anno, dopo vari mesi di preparazione, debutta al Teatro di Madrid Boda Flamenca con musica di Diego Franco e coreografia di Antonio Márquez, Matilde Coral e Currillo, riscuotendo un grande successo di critica e pubblico. Subito dopo la compagnia parte per una tournée in Israele, Budapest, Francia e Montecarlo, partecipando all’opera Il Barbiere di Siviglia. Nel gennaio 2002, grazie all’enorme successo ottenuto nel 2001, la Compañia Antonio Márquez è nuovamente invitata dall’Opéra National de Paris-Opera de Bastille. E ancora una volta il consenso del pubblico e della critica è sorprendente. Forte di questo risultato, il 28 gennaio 2002 la Compañia Antonio Márquez ha iniziato una lunga tournée negli Stati Uniti, su invito della Columbia Artists Management. martedì 25 luglio ANDREA MINGARDI & ROSSOBLUES BROTHERS BAND TRIBUTE TO RAY CHARLES direttore d’orchestra, tastiere M° Maurizio Tirelli batteria Bruno Farinelli basso Camilla Missino chitarra Corrado Cacciaguerra percussioni Max Castlunger tromba Vittorio Gualdi sax alto Gianni Vancini, sax tenore Valentino Negri, sax baritono Andrea Ferrario lead vocalis Manuela Cortesi coro Vanessa Vaccai, Annastella Camporeale, Diamante Gallina Abb. E’grandEstatE - E’grandeMusica Sessant’anni fa (nel 1946) Ray Charles nasceva “musicalmente”, con il suo primo gruppo, il McSon Trio, sullo stile del celebre Nat King Cole trio. The genius ha influenzato profondamente l'evoluzione artistica di Andrea Mingardi che, grazie al suo grande talento vocale, riesce a trasformare qualsiasi canzone in un'esperienza nuova, intima e interiore. In collaborazione con la Rossoblues Brothers Band e l’arrangiatore M° Maurizio Tirelli, Mingardi porterà uno spettacolo musicale che tocca i brani più significativi del “Genio soul”. Uno straordinario excursus in quel repertorio che da sempre affascina il pubblico di tutte le età. Si parte per un viaggio verso le radici. Il viaggio attraversa il delta del Mississippi fino al sole, all’acqua, all’aria e alla polvere del delta del Po. Va a conoscere la fonte di quelle note. Il blues era ed è un pretesto per esprimere il proprio sentire, è la musica di tutti quelli che amano vivere, dire, ed esprimere la loro umanità. Programma Crying time Born to loose Ol’ man river Am I blue Hallelujah I love her so Mary ann Hit The Road Jack Alexander Ragtime Band Busted What'd I Say You Don’ t know my Georgia on my mind I cant’ stop loving you Just for a thrill et the good times roll Let’s go get stoned I got a woman leanor Rigby ye bye love Am I blue (reprise) ANDREA MINGARDI Già vincitore del premio come miglior cantante blues Italiano, rende memorabile la sua interpretazione di Caruso, con cui vince Sapore di mare edizione 1991. Nell'edizione del 1992 del Festival di Sanremo ottiene, insieme ad Alessandro Bono, interpretando l'accattivante Con un amico vicino, un successo che suona come una conferma. Nello stesso anno ottiene un'ulteriore e significativa gratificazione da parte del pubblico e della critica ritirando il premio Stella d'Argento, quale migliore interprete maschile al “Canzoniere dell'estate”, con il brano Canterò. Partecipa con Sogno all'edizione di Sanremo 1993, brano che dà il titolo al suo nuovo LP e che da quel momento verrà suonato in tutto il mondo, tradotto in quattro lingue. Il 1994 vede ancora Mingardi sul prestigioso palcoscenico di Sanremo con Amare amare - brano centrale del suo nuovo album 6 meno al duemila - che affronta i temi sempre cari all'artista, ma con un'attenzione puntuale e precisa a quest'ultimo decennio di fine secolo. All'interno dell' LP compare una canzone scritta apposta per lui da Jovanotti, 200 milioni di post’. Nel 1995 al Festival “Viva Napoli” colpisce critica e pubblico con la sua audace e rivoluzionaria versione soul di una delle pietre miliari della canzone napoletana, O' sole mio. Vince la gara canora della trasmissione televisiva Mina contro Battisti (il relativo cd è disco di platino), interpretando Io vivrò (senza te) di Mogol-Battisti. Partecipa alla 48a edizione del Festival della Canzone Italiana con Canto per te - scritto da lui stesso. L'album contiene due inediti ed è una raccolta dei più grandi successi dell'artista. Collabora con grandi artisti Italiani e stranieri: da Mina a Morandi per i quali scrive alcune canzoni, da Josè Feliciano a Lucio Dalla con il quale collabora per realizzare una versione affascinante diTime scritta da Tom Waits. Ha recentemente inaugurato la sua prima personale di quadri e composizioni d’arte e per ultimo ha dato alle stampe un libro, intitolato Benèssum, sotto l’egida di Bologna 2000. La fine del 2000 ha visto l’uscita del suo ultimo CD Ciao Ràgaz, una raccolta di canzoni dialettali vecchie e nuove a cui partecipano grandi ospiti come L. Dalla, G. Morandi, F. Guccini, L. Carboni, S. Bersani, ed altri. Nel 2001, Mingardi recita Pierino e Il Lupo di Prokofiev, accompagnato dall’orchestra sinfonica dell’Università di Bologna. Nel 2004 partecipa al 54° Festival di Sanremo con la Blues Brothers Band. Nasce quindi La “RossoBlues Brothers Band” che conta 13 elementi con la quale il 30 Giugno al “Porretta soul Festival” registra dal vivo il nuovo LP The Genius on My Mind Tribute to Ray Charles, che prelude al tour. giovedì 27 luglio TANGO METROPOLIS da un’idea di Daniel Binelli, Pilar Alvarez, Claudio Hoffmann arrangiamenti e direzione musicale Daniel Binelli orchestra Hyperion Ensemble bandoneon Daniel Binelli direzione e Coreografie Pilar Alvarez, Claudio Hoffmann, Marijò Alvarez Abb. E’grandEstatE - E’grandeMusica Un affascinante e magico percorso dalle origini alle moderne evoluzioni del tango. Humour, nostalgia e sensualità che ricreano lo stile, i sentimenti, le atmosfere e i colori di cento anni di Tango. I multiformi personaggi della noche porteña, a volte ostili, a volte intriganti. Humour, nostalgia e scene sensuali che ricreano lo stile, i sentimenti, le atmosfere e i colori di cento anni di Tango: le tipiche carreras al Jockey club; storie d'amore, incontri e disillusioni; momenti intensi di passione e seduzione. Il bandoneon diventa il protagonista assieme ai ballerini, modulando con le sue note melanconiche, forti, i movimenti delle coppie: la grazia del Candombe, l'eleganza e la sensualità del Tango, la nostalgia della Milonga, il romanticismo del Vals, il temperamento e la forza del tango contemporaneo. Programma Metropolis (Binelli) , The company Libertango* (Piazzolla) , Verónica Vidan - Estanislao Herrera Preludio (Binelli) , Judit Aberastain - Marijo Alvarez La Cumparsita (Matos Rodriguez) , Marijo Alvarez- Fabian Irusquibelar Sacame una pelicula gordito* (Villoldo) , Judit Aberastain & Fernando Jimenez A fuego Lento (Salgán) , Daniel Binelli & Hyperion ensemble Leguisamo solo (Gardel - Lepera) , The company Milonga orillera (Firpo) , The company El internado (Canaro) , Judit Aberastain & Fernando Jimenez, Veronica Vidan & Estanislao Herrera, Sandra Bootz & Gabriel Ortega Milongón (Canaro) , Claudio Hoffmann, Marijo Alvarez, Sandra Bootz, Judit Aberastain, Pilar Alvarez, Verónica Vidan El apache argentino (Arostegui) , Claudio Hoffmann Fueyazo (Binelli - Mosalini) , Daniel Binelli & Hyperion ensemble A los amigos (Francini - Pontier) , Pilar Alvarez & Claudio Hoffmann Suite: "Imagenes" (Binelli) Amanecer - Gran Tango - Más ligera que el viento Latidos de corazón (Binelli) , Pilar Alvarez & Claudio Hoffmann Al pintor Aldo Severi (Binelli) , Daniel Binelli & Hyperion ensemble Malambo urbano, Fernando Jimenez, Fabián Irusquibelar, Estanislao Herrera El entrerriano* (Mendizabal) , Marijo Alvarez & Fabián Irusquibelar Paris desde aquí (Binelli) , Pilar Alvarez & Claudio Hoffmann Mala Junta* (De caro / Laurenz) , Sandra Bootz & Gabriel Ortega Allegro Tangabile (Piazzolla) , The company El Viaje (Binelli) , From the Mario Sabato's Film: "India Pravile", Daniel Binelli´s Quintet El Choclo (Villoldo) , Daniel Binelli & Hyperion ensemble Entre dos (Binelli) , Pilar Alvarez & Claudio Hoffmann Adiós Nonino (Piazzolla) , Daniel Binelli & Hyperion ensemble Llamada de Tambores (Binelli) , The company La Cumparsita (Matos Rodriguez) , The company venerdì 28 luglio BALLETTO NAZIONALE DI MONGOLIA in MONGOL ARDYN BÜJIG Abb. E’grandEstatE - E’grandeDanza Lo spettacolo che verrà presentato costituisce una nuova produzione, per la coreografia di S. Sükhbaatar, il cui intento consiste nell’offrire al pubblico una panoramica storica, dall’epoca degli Sciamani ai giorni nostri, attraverso l'epopea di Gengis Khan e la Rivoluzione del 1921. Una particolare attenzione è stata dedicata alla ricostruzione dei preziosissimi costumi d'epoca (in metallo, cuoio e seta) della Guardia di Ferro di Gengis Khan; non meno accurati sono i tradizionali costumi nazionali, realizzati in seta, pelle e pelliccia, molto variopinti e raffinati. Originali sono le acconciature femminili, già descritte con stupore dal viaggiatore medievale Giovanni da Pian del Carpine, colpito dalla loro monumentalità: i capelli vengono raccolti in due grosse code piatte ai lati della testa, tenuti insieme da un’intelaiatura in legno e da borchie metalliche, a fare quasi da ulteriore ornamento al ricco copricapo. Profondamente suggestiva la suite dedicata all'epopea di Gengis Khan: le feste nella sua corte mobile, la grande yurta imperiale trainata da centinaia di buoi; il khurultai, l'assemblea dei capi tribù dove venivano pianificate le strategie di conquista e la divisione del bottino saccheggiato; le imprese militari della leggendaria cavalleria mongola; le cerimonie religiose. Programma Böögiin Khengergiin Duudlaga Festa sciamanica dell'etnia Tsaaten Aduuchin Zaluus Allevatori di cavalli Chingisiin Yesön Örlögt Baatruud La Guardia del Gran khaan Saal'chiin Le Mungitrici Dörvön Tunsag Danza delle nobildonne della corte del Khaan Khilchin Mor'tsereg Danza delle Guardie di Frontiera a cavallo (1930) Gal Takhilchyn Büjig Il bivacco della Cavalleria Jalam Khar Il Cavallo Nero Mongolyn Bökhchüüd Lottatori mongoli Khalkh Jonon Danza dell'etnia khalkh Mongolyn Sur Kharvaany Duul' Arcieri e balestrieri di Mongolia Dörvöd Biyelgee Danza dell'etnia Dörvöd Tsam Danza rituale buddista con maschere Tangaragyn Baiar Il Giuramento, danza militare Tsetsegsin Mishel' Danza femminile "Il Profumo dei Fiori" Narny Domog "La Leggenda del Sole", suite dal balletto omonimo Damart Dudaryn Ai Danza dei tamburi Aiagat Büjig Danza delle ciotole Mongol Örnöö Mandulyia'! Suite di danze delle etnie mongole "Viva la Mongolia!" BALLETTO NAZIONALE DI MONGOLIA La Mongolia è il Paese del cielo azzurro e pulito, di steppe infinite, di imponenti montagne, di fitte foreste, di fiumi e laghi limpidissimi, di morbide dune di sabbia. Il paesaggio, aspro e dolce al tempo stesso, il clima, rigidissimo nell'inverno e molto caldo nell'estate e la vocazione nomade delle popolazioni, con continui spostamenti cadenzati dal ritmo delle stagioni, hanno improntato di sé la danza e, più in generale, tutta la cultura musicale dei Mongoli. Il repertorio della Compagnia comprende danze interessanti e particolari, suddivisibili in alcune grandi categorie: religioso-rituali, sia sciamaniche che buddiste, storico-militari e nazionali, che incarnano le peculiarità delle diverse etnie mongole. La danza è accompagnata da strumenti tradizionali e dal canto, formando insieme ad essi un'unica espressione artistica. I Mongoli hanno sostanzialmente tre forme di musica vocale: il canto “lungo” (a distesa), praticato sia da uomini che da donne, sempre in a solo, con o senza accompagnamento musicale, con vocalizzi e fioriture innumerevoli e passaggi dai suoni più profondi a quelli più acuti, che richiede per sua natura molto fiato ed è, pertanto, incompatibile con attività lavorative, mentre è ingrediente di feste e cerimonie ed evoca gli spazi sterminati degli altipiani e delle vallate; il canto "corto", ritmato, rapido e accattivante, anche se privo di particolari fioriture, accompagna un'attività o un lavoro precisi; il canto "Khuumi", tipico della regione dell'Altai, vera e propria acrobazia vocale, riservata esclusivamente a cantanti maschili che, grazie a un gioco di faringe, naso e lingua, riescono a produrre fino a tre suoni contemporaneamente, modellando quelli più acuti e melodici sulle armoniche dei suoni più profondi. La musica è eseguita su strumenti tradizionali, quali il liuto a 3 corde (shanz), la cetra (ioochin) a 14 corde doppie che vengono percosse con due archetti, suonata esclusivamente da donne, la cetra su tavola (iataga), suonata in arpeggio, la viella (khuur), a cassa cilindrica e archetto imprigionato tra le due corde, la viella a testa di cavallo (morin khuur), forse il più caratteristico fra gli strumenti mongoli; completano il quadro diversi strumenti a fiato, tra cui il flauto (limbe) e il corno. EVENTO SPECIALE mercoledì 12 luglio LIVE FOR LIFE PARMA PER L’AFRICA Live for Life Parma per l’Africa è una rassegna musicale voluta da grandi artisti con lo scopo di sostenere il progetto dell’Istituto di cooperazione Iscos Onlus “Angola nell’Orizzonte”. Dieci gruppi musicali si alterneranno sul palcoscenico dell’arena estiva già dalle 17.30 per dar vita ad una giornata di grande musica, di grande solidarietà. Ancora una volta sarà la musica ad abbattere ogni confine, ad unire i popoli sotto un’unica bandiera, quella della cooperazione. L’intero ricavato della serata sarà destinato alla costruzione di un centro di formazione professionale e all’allestimento di laboratori di falegnameria, meccanica ed idraulica per giovani ragazzi e ragazze angolani di Benguela, vittime della guerra civile. La Chicago Dixieland jazz parade è una band che opera da oltre 20 anni in svariati ambiti, ne fanno parte alcuni dei più noti e apprezzati solisti del panorama jazzistico Italiano. Si è esibita nel corso della sua attività non solo in Italia ed Europa, ma anche negli Stati Uniti, in Corea del sud, e nei Paesi Arabi, partecipando ad iniziative pubbliche (concerti,rassegne,festival..) e private (convention, congressi..) ABBONAMENTI E’grandEstatE (14 spettacoli) IVANO FOSSATI NOA ACUSTIC BAND STRING QUARTET RAFFAELE PAGANINI in COPPELIA BENNY GOLSON & ANTONIO CIACCA QUARTET ROLAND PETIT LIVE FOR LIFE (evento speciale) SOLOMON BURKE & THE SOUL’S ALIVE ORCHESTRA GORAN BREGOVIC & HIS WEDDING AND FUNERAL BAND TEATRO ACC. DI STATO DEL BALLETTO CLASSICO DI MOSCA in CENERENTOLA RON COMPAÑÍA ANTONIO MÁRQUEZ ANDREA MINGARDI & ROSSOBLUES BROTHERS BAND TANGO METROPOLIS BALLETTO NAZIONALE DI MONGOLIA in MONGOL ARDYN BÜJIG Poltrona I settore Poltrona II settore Poltrona III settore mercoledì 28 giugno lunedì 3 luglio giovedì 6 luglio venerdì 7 luglio lunedì 10 luglio mercoledì 12 luglio venerdì 14 luglio venerdì 14 luglio martedì 18 luglio mercoledì 19 luglio venerdì 21 luglio martedì 25 luglio giovedì 27 luglio venerdì 28 luglio € 230,00 € 160,00 € 105,00 E’grandeMusica (8 spettacoli) IVANO FOSSATI NOA ACUSTIC BAND STRING QUARTET BENNY GOLSON & ANTONIO CIACCA QUARTET LIVE FOR LIFE (evento speciale) SOLOMON BURKE & THE SOUL’S ALIVE ORCHESTRA GORAN BREGOVIC AND HIS WEDDING & FUNERAL BAND RON ANDREA MINGARDI & ROSSOBLUES BROTHERS BAND Poltrona I settore Poltrona II settore Poltrona III settore mercoledì 28 giugno lunedì 3 luglio venerdì 7 luglio mercoledì 12 luglio venerdì 14 luglio lunedì 17 luglio mercoledì 19 luglio martedì 25 luglio € 170,00 € 120,00 € 70,00 E’grandeDanza (6 spettacoli) RAFFAELE PAGANINI in COPPELIA ROLAND PETIT TEATRO ACC. DI STATO DEL BALLETTO CLASSICO DI MOSCA in CENERENTOLA COMPAÑÍA ANTONIO MÁRQUEZ TANGO METROPOLIS BALLETTO NAZIONALE DI MONGOLIA in MONGOL ARDYN BÜJIG Poltrona I settore Poltrona II settore Poltrona III settore giovedì 6 luglio lunedì 10 luglio martedì 18 luglio venerdì 21 luglio giovedì 27 luglio venerdì 28 luglio € 110,00 € 85,00 € 60,00 MODALITÀ DI VENDITA Gli abbonamenti sono in vendita da martedì 23 maggio fino a sabato 3 giugno presso la biglietteria del Teatro Regio di Parma. BIGLIETTI IVANO FOSSATI NOA ACUSTIC BAND STRING QUARTET SOLOMON BURKE & THE SOUL’S ALIVE ORCHESTRA GORAN BREGOVIC AND & WEDDING AND FUNERAL BAND RON Poltrona I settore Poltrona II settore Poltrona III settore € 30,00 € 20,00 € 15,00 BENNY GOLSON & ANTONIO CIACCA QUARTET ANDREA MINGARDI & ROSSOBLUES BROTHERS BAND Poltrona I settore Poltrona II settore Poltrona III settore giovedì 6 luglio lunedì 10 luglio martedì 18 luglio venerdì 21 luglio giovedì 27 luglio venerdì 28 luglio € 22,00 € 17,00 € 12,00 LIVE FOR LIFE (evento speciale) Poltrona I settore Poltrona II settore Poltrona III settore venerdì 7 luglio martedì 25 luglio € 25,00 € 18,00 € 12,00 RAFFAELE PAGANINI in COPPELIA ROLAND PETIT TEATRO ACC. DI STATO DEL BALLETTO CLASSICO DI MOSCA in CENERENTOLA COMPAÑÍA ANTONIO MÁRQUEZ TANGO METROPOLIS BALLETTO NAZIONALE DI MONGOLIA in MONGOL ARDYN BÜJIG Poltrona I settore Poltrona II settore Poltrona III settore mercoledì 28 giugno lunedì 3 luglio venerdì 14 luglio lunedì 17 luglio mercoledì 19 luglio mercoledì 12 luglio € 20,00 € 10,00 € 8,00 MODALITÀ DI VENDITA I biglietti per i singoli spettacoli saranno in vendita da mercoledì 7 giugno presso la biglietteria del Teatro Regio e da giovedì 8 giugno anche on-line al sito del Teatro Regio www.teatroregioparma.org. L’acquisto on line comporta una commissione di servizio del 12%. Il ritiro dei biglietti dovrà essere effettuato alla biglietteria del Teatro Regio o di Piazzale della Pilotta il giorno stesso dello spettacolo. INFORMAZIONI Gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.30 e in caso di maltempo verranno effettuati al Teatro Regio. I posti di I settore in Piazzale della Pilotta corrispondono a posti di poltrona non numerata al Teatro Regio, quelli di II settore a un posto non numerato di palco, quelli di III settore a un posto non numerato di galleria. I biglietti non utilizzati non verranno rimborsati. A spettacolo iniziato non sarà consentito l’accesso alla piazza. È vietato scattare fotografie ed effettuare registrazioni audio e video. La Direzione si riserva la possibilità di effettuare spostamenti su posti venduti per esigenze tecniche e, in caso di forza maggiore, la possibilità di apportare modifiche al programma. BIGLIETTERIA La biglietteria del Teatro Regio nel mese di giugno è aperta dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 14.00 e dalle ore 17.00 alle 19.00; il sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 19.00; nel mese di luglio dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 14.00 e dalle ore 17.00 alle 19.00. Nei giorni di spettacolo la biglietteria è aperta dalle ore 20.00 in Piazzale ella Pilotta, ingresso Ponte Verdi. Per informazioni tel. 0521 039399 fax 0521 504224 [email protected] www.teatroregioparma.org