Capitolo 5
Il mercato della moneta
5.1 Che cosa è moneta
In un’economia di mercato i beni non si scambiano fra loro,
ma si scambiano con moneta: a fronte di un flusso reale di
prodotti e di servizi sta un flusso monetario. Il reddito distribuito
dal settore delle imprese alle famiglie si trasforma in spesa per
acquistare prodotti sul mercato; il reddito non speso in consumi
può essere utilizzato dalle famiglie per acquisire attività
finanziarie, che rappresentano un prestito alle unità in deficit,
ovvero tenuto in forma liquida, in moneta.
La moneta
costituisce, quindi, un elemento fondamentale nel funzionamento
di un’economia di mercato.
Volendo dare una definizione generale di moneta si può dire che è
moneta tutto ciò che viene accettato come tale: la moneta è una
convenzione fra gli operatori, esiste in quanto gli operatori hanno
fiducia in quello strumento come moneta.
Poiché i beni si scambiano con moneta e non fra di loro, la
funzione principale della moneta è quella di mezzo di pagamento
che permette di effettuare gli scambi sul mercato: perché un
bene venga usato come moneta occorre che chi lo riceve in
cambio della merce venduta sia poi sicuro di poterlo spendere, di
poterlo utilizzare, per l’acquisto di altre merci. Infatti se un
operatore vende il prodotto del suo lavoro e ottiene in cambio un
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Mario Oteri
bene che poi non potrà utilizzare per acquistare altri merci,
non avrà alcun interesse ad effettuare lo scambio; vende il bene
che ha prodotto solo se in cambio ottiene un bene che poi potrà
utilizzare per acquistare altri beni. La fiducia, dunque, è alla base
della moneta come mezzo di scambio, come mezzo di pagamento,
si parla di moneta fiduciaria.
Questa fiducia inizialmente si basava sul fatto che lo Stato,
l’autorità metteva il proprio sigillo sulla moneta, che veniva
coniata dal sovrano, dallo Stato, per garantire il peso in oro, in
argento o in altro metallo pregiato; ben presto lo stesso sigillo fu
messo su monete di lega sempre meno pregiata e la moneta
cominciò ad essere sempre più utilizzata come moneta fiduciaria
piuttosto che per il suo valore intrinseco. Successivamente si
cominciarono ad utilizzare le note dei singoli Banchi e si accentuò
la natura fiduciaria della moneta che divenne cartacea. Oggi la
moneta a corso legale è stampata esclusivamente dalla Banca
Centrale. La moneta legale comunque viene accettata se c’è
fiducia nella moneta, se il sistema economico è traballante, se si
ha l’idea che la moneta perda velocemente potere d’acquisto,
nessuno può rifiutarsi di accettare in pagamento la moneta legale,
però può cercare di non mettere le merci sul mercato: in tempi di
guerra si crea un mercato parallelo, il mercato nero, dove le merci
spariscono dai mercati ufficiali e vengono venduti e scambiati
con altra moneta, con oro eccetera . Nell’ex Jugoslavia alla fine
degli anni 80, si avvertiva che il sistema stava crollando, e quindi
veniva meno la fiducia nella moneta legale , ovviamente si era
obbligati ad accettarla, però chi poteva farne a meno era ben
contento di essere pagato in lire, in dollari, in marchi tedeschi, e
faceva grandi sconti a chi pagava in valuta estera.
D’altra parte, la maggior parte degli scambi non avviene con
moneta legale ma avviene con moneta bancaria, cioè con moneta
fiduciaria creata dalle banche commerciali a favore dei clienti ed
Il mercato della moneta
153
è moneta che circola fra i clienti: la moneta bancaria sono i
depositi di conto corrente bancario. Questi depositi possono
essere trasferiti mediante assegni, l’assegno è un ordine di
pagamento che viene emesso dall’acquirente in cambio dei beni,
ma il venditore non sa se l’assegno rappresenta un mezzo di
pagamento valido fino a quando non gira l’assegno alla sua banca
e avviene la compensazione fra i conti del venditore e
dell’acquirente, occorre quindi tempo. Infatti non c’è l’obbligo di
accettare gli assegni: l’assegno si accetta se l'acquirente è una
persona conosciuta. Negli alberghi in genere non si accettano
assegni, perché l’ospite non è conosciuto e dopo il , breve,
periodo di soggiorno può essere difficilmente rintracciabile :
l’albergatore corre il rischio che l'assegno sia scoperto, che non
possa avere il corrispettivo in pagamento. In questi anni la
moneta elettronica (carte di credito, Bancomat etc. ) ha permesso
una diffusione capillare della moneta bancaria consentendo la
conferma in tempo reale della copertura della spesa sul deposito
dell’acquirente. L’utilizzazione della moneta elettronica ha
permesso una grande diffusione della moneta bancaria non solo
per spese di importo rilevante, grandi acquisti come la casa etc. ,
ma anche per spese di piccolo importo che una volta si
effettuavano esclusivamente con moneta legale. L’utilizzazione
della moneta bancaria è un indicatore dello sviluppo del sistema
monetario di un paese: l’utilizzazione dei depositi bancari rispetto
alla moneta legale è tanto maggiore quanto più articolata è
l’intermediazione finanziaria, mentre in un sistema poco
sviluppato si utilizza prevalentemente moneta legale .
Sia la moneta legale che quella bancaria si basano sulla fiducia,
non esistono riserve auree per la convertibilità della moneta, le
ultime riserve auree erano quelle che avevano gli Stati Uniti a
fronte dell’emissione di dollari, ma la convertibilità del dollaro in
oro è stata definitivamente abbandonata il 17 agosto del 1971, da
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Mario Oteri
quel momento in poi tutte le monete si basano esclusivamente
sulla fiducia. La fiducia nella moneta legale consiste nel fatto che
chi l’accetta si aspetta che quella moneta mantenga il suo potere
d’acquisto, che i prezzi nel sistema economico siano
relativamente stabili, e cioè non vi sia grossa inflazione nel
sistema economico, non vi sia un aumento del livello dei prezzi.
Quindi la banca centrale ha come obiettivo principale quello
della stabilità dei prezzi, perché con la stabilità dei prezzi accresce
la fiducia nella moneta legale, cioè nella moneta che emette.
5.2 Banca centrale e offerta di moneta
5.2.1 I canali di creazione
Al centro del sistema monetario c'è la Banca Centrale. Per
raggiungere l’obiettivo di conservare la fiducia nella moneta sia
nell’ambito del sistema monetario nazionale che nell’ambito
internazionale, la Banca Centrale
deve mantenere la sua
reputazione, la sua credibilità.
In Europa la Banca Centrale Europea, BCE, rappresenta
un’istituzione sopranazionale indipendente dal governo europeo e
da quello dei singoli paesi. Obiettivo principale della Banca
Centrale Europea è la stabilità del potere d'acquisto dell’euro ed
opera in modo che il tasso di inflazione sia tendenzialmente
attorno al 2%. Si ritiene infatti che non esista un tasso di
inflazione zero perché i prezzi crescono e si muovono
continuamente ed è, quindi, considerato stabile un livello di
crescita dei prezzi del 2% .
La Banca Centrale immette moneta legale, o base monetaria
nel sistema economico, ovvero distrugge moneta, cioè riduce la
moneta in circolazione, attraverso i c.d. canali di creazione.
Il mercato della moneta
155
In teoria il primo canale di creazione è il settore pubblico,
cioè l’amministrazione centrale e periferica dello Stato e,
specificamente nel nostro paese, il ministero del Tesoro che a
livello centrale gestisce i conti dello Stato. Se la spesa pubblica
supera le entrate, cioè se si ha un deficit di bilancio, e il Governo
ha speso più di quanto non abbia incassato, il ministero del
Tesoro è costretto a reperire i fondi necessari a finanziare il
deficit. Il Governo può procurarsi i fondi necessari a sostenere la
spese in deficit sostanzialmente in due modi: o emette titoli del
debito pubblico convincendo gli operatori a sottoscrivere, cioè si
indebita sul mercato raccogliendo moneta già esistente sul
mercato, oppure si indebita con la Banca Centrale, cioè vende
titoli alla Banca Centrale che crea nuova moneta. Si ha, quindi,
creazione di moneta attraverso il settore pubblico quando il
Governo ricorre alla Banca Centrale per finanziare la spesa in
deficit, non coperta con emissione di titoli sul mercato. Questo
canale non è oggi percorribile nei paesi che hanno aderito
all’Unione Economica e Monetaria, perché il trattato di
Maastricht prevede espressamente che i governi non possano
finanziare la spesa in deficit ricorrendo alla Banca Centrale, ma la
devono finanziare esclusivamente con emissione di titoli del
debito pubblico. Fino a 20 anni fa in Italia era possibile finanziare
parte della spesa con emissione di titoli presso la Banca Centrale,
e quindi con creazione di base monetaria, anzi uno dei canali
principali era proprio il finanziamento del deficit pubblico con
tutte le implicazioni che comportava in termini di incremento di
liquidità, spinta inflazionistica etc. etc.
Secondo canale è il settore estero. Ogni paese ha rapporti di
tipo economico con il resto del mondo, si vendono e si acquistano
prodotti, si scambiano servizi, si effettuano operazioni finanziarie.
A fronte dei movimenti di merci e di capitali esistono movimenti
monetari: se si vendono prodotti all’estero si viene pagati in
156
Mario Oteri
valuta estera e quindi ci sarà un afflusso di moneta nel nostro
paese, analogamente se si importano beni dal resto del mondo
deve uscire dal nostro paese la moneta usata per i pagamenti.
Afflussi di valuta in entrata, a fronte delle nostre vendite
all’estero; afflussi di valuta in uscita, a fronte dei nostri acquisti
dal resto del mondo. È chiaro che se la bilancia dei pagamenti è in
attivo l’afflusso di valuta supera il deflusso, arriva dall’estero più
valuta di quanto noi non ne paghiamo, e quindi la quantità di
moneta aumenta. Se viceversa la bilancia dei pagamenti è in
deficit si ha un deflusso di valuta, e quindi la quantità di moneta
nel sistema economico tenderà a diminuire. Si ha creazione di
moneta legale, o base monetaria, attraverso il canale estero
quando vi è un attivo della bilancia dei pagamenti.
Il terzo settore di creazione, diventato attualmente il più
consistente in termini quantitativi, è il settore bancario. Le
banche commerciali emettono una loro moneta, costituita dai
depositi bancari, però hanno l’obbligo di tenere a fronte dei
depositi creati una certa percentuale di moneta legale. Se le
banche fanno, ad esempio, un deposito a favore di un cliente di
un milione di euro, devono tenere una riserva di valuta legale pari
a circa il 10%, cioè 100 mila euro. Come fanno le banche a
procurarsi la liquidità che debbono tenere come riserva a fronte
dei depositi? Convincendo gli operatori a non tenere moneta, ma
a depositarla in banca , facendosela prestare dalle altre banche, il
cosiddetto mercato interbancario, ovvero ricorrendo alla Banca
Centrale. In altri termini la Banca Centrale è il monopolista della
moneta legale, che fornisce alle Banche commerciali facendo
pagare un prezzo, che si chiama tasso ufficiale di sconto. Questo
significa che la Banca Centrale è in grado di controllare le singole
banche, perché se ricorrono troppo spesso alle anticipazioni
bancarie vuol dire che sono molto esposte, e quindi può tendere a
ridurre la liquidità che fornisce.
Il mercato della moneta
157
Questi sono canali istituzionali che dipendono
dall’andamento del bilancio del settore pubblico, dall’andamento
del settore estero e dai comportamenti delle banche, ma la Banca
Centrale può operare a sua discrezione. Accanto a tutti questi
canali di creazione istituzionali, si deve considerare un altro
canale di creazione che dipende dalla scelta della Banca Centrale,
le operazioni di mercato aperto, con le quali la Banca può
accrescere o contrarre la liquidità in circolazione. Una forma
diffusa di operazione di mercato aperto è l’acquisto o la vendita di
titoli ad operatori privilegiati, cioè alle banche: se vuole
accrescere la liquidità del sistema, la Banca Centrale acquista
titoli e immette base monetaria; se vuole ridurre la liquidità,
vende titoli e toglie liquidità al sistema. Altre forme possono
essere le operazioni pronti contro termini, con le quali la Banca
centrale chiede alle banche commerciali di prestare oggi una certa
somma per riaverla alla scadenza, ad es. tre mesi, pagando un
certo tasso d'interesse, o viceversa presta oggi per ricevere
domani. Quindi sono strumenti con i quali interviene sul mercato.
5.2.2 Base monetaria e offerta di moneta
La moneta legale si definisce base monetaria, perché è la
cosiddetta moneta ad alto potenziale sulla quale si crea la moneta
emessa dalle banche commerciali, la moneta bancaria è
metaforicamente costruita sulla base rappresentata dalla moneta
legale utilizzata come riserva bancaria.
La base monetaria, BM, emessa dalla Banca Centrale può essere
utilizzata in due modi: come circolante e come riserve bancarie.
Come circolante, la base monetaria viene ad essere direttamente
utilizzata dalle famiglie e dalle imprese come mezzo di
pagamento, ad esempio le banconote rappresentano circolante.
L’altra utilizzazione possibile della base monetaria è quella che
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Mario Oteri
fanno le banche come riserva a fronte dei depositi che creano,
cioè le riserve bancarie.
Quindi la base monetaria emessa dalla Banca Centrale, cioè
immessa nel sistema economico, può essere utilizzata o come
circolante oppure come riserva bancaria, cioè come base per la
creazione della moneta bancaria.
BM = CIRC + RB
L’offerta di moneta (MS) è costituita da circolante, che è la
moneta legale utilizzata come mezzo di pagamento, e dai
depositi di conto corrente bancario.
MS = CIRC + DB
Il circolante è costituito dalla base monetaria direttamente
utilizzata dalle famiglie e dalle imprese per acquistare beni sul
mercato, come le banconote e le monete. L’altra moneta sono i
depositi di conto corrente bancari. Le banche non hanno
convenienza ai versamenti degli utenti, non guadagnano su quello
che si deposita ma creando moneta, cioè facendo credito e
aprendo depositi di conto corrente a favore della clientela . A
fronte di questa moneta bancaria, hanno bisogno di una certa
riserva, sotto forma di moneta legale.
L’offerta di moneta dipende quindi dalla base monetaria e,
specificamente, dalla sua utilizzazione come circolante o come
riserva bancaria. Se la base monetaria fosse utilizzata solo come
circolante l’offerta di moneta sarebbe costituita solo da circolante,
ovviamente base monetaria e offerta di moneta coinciderebbero,
sarebbero la stessa cosa; in questo caso l’offerta di moneta
sarebbe al livello minimo, perché tutta la moneta creata dalla
banca centrale sarebbe utilizzata come circolante, quindi come
offerta di moneta.
Il mercato della moneta
Figura 5.2.2
159
Base monetaria e Offerta di moneta
Circolante + Depositi bancari = Offerta di moneta
Circolante + Riserve bancarie = Base Monetaria
Se la base monetaria fosse interamente utilizzata come riserva
bancaria non si utilizzerebbe circolante ma solo moneta bancaria,
cioè depositi bancari, l’offerta di moneta sarebbe a livello
massimo e sarebbe un multiplo della base monetaria.
Infatti, posto che la riserva bancaria (RB), è uguale a una
percentuale, ad esempio (b), dei depositi bancari (DB),
RB = b DB
ipotizzando che tutta la base monetaria sia utilizzata come riserva
bancaria e non c’è circolante, cioè la riserva bancaria sia uguale
alla base monetaria (BM),
BM = RB
ovvero la base monetaria sia interamente utilizzata per la quota di
riserva bancaria
BM = b DB
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Mario Oteri
il livello massimo di depositi bancari che si può creare diventa
DB = 1/b BM
Se la base monetaria è pari a 100, la percentuale dei depositi b è
il 10%, i depositi bancari che possono essere creati sono pari a
1000. Infatti avremo:
DB = 1/0,10 * 100 = 10 *100 = 1000
Se tutta la base monetaria è tenuta come riserva bancaria l’offerta
di moneta sarà costituita esclusivamente da depositi bancari e sarà
un multiplo della riserva, sarà la massima quantità che può
essere creata. L'offerta di moneta è da considerare come una
piramide rovesciata: se la base monetaria è usata come circolante
costituisce tutta l’offerta di moneta, cioè la moneta legale è
utilizzata direttamente come mezzo di pagamento. Mentre se la
base monetaria è usata come riserva bancaria da luogo ad una
quantità di depositi che è un multiplo, si crea un ammontare di
depositi che è superiore alla quota di riserva. Data la base
monetaria i depositi saranno tanto più grandi quanto minore è la
quota di riserva. (figura 5.2.2)
5.2.3 Il moltiplicatore monetario
L’offerta di moneta dipende dalla creazione di base monetaria
della Banca Centrale, dalla capacità delle banche di intermediare
la moneta, dalla scelta delle famiglie e delle imprese di utilizzare
circolante o moneta bancaria. La Banca Centrale può influenzare
la creazione di base monetaria, aumentandola o riducendola
attraverso le operazioni di mercato aperto, può influenzare la
Il mercato della moneta
161
quantità di base monetaria che le banche tengono come riserva,
stabilendo la quota di riserva obbligatoria e determinando il tasso
ufficiale di sconto, cioè il costo della liquidità per le banche . Le
banche possono influenzare l’offerta di moneta, convincendo le
famiglie e le imprese a ridurre l’utilizzazione di circolante e
accrescendo la quota di moneta che possono utilizzare come
riserva. In questo senso la creazione della moneta elettronica è
stata una innovazione importante che ha permesso di ridurre l’uso
del circolante accrescendo l’utilizzazione della moneta bancaria.
L’offerta di moneta è data da circolante più depositi :
MS = CIRC + DB
mentre l’offerta di base monetaria è utilizzata come circolante e
come riserve bancarie:
BM = CIRC + RB
Esprimiamo i valori di circolante (CIRC) e di riserve bancarie
(RB) in rapporto ai depositi bancari (DB), cioè la quota di
circolante rispetto all’utilizzazione di depositi.
cu = CIRC/DB
Il rapporto circolante depositi bancari, ci dice quanto le famiglie
circolante tengono in rapporto all’ammontare di depositi.
Il rapporto riserve depositi esprime la quota di base monetaria che
le banche tengono a fronte dei depositi creati sia come riserva
obbligatoria, determinata dalla banca centrale, che come riserva
libera in relazione alle scelte delle banche.
re = RB\DB
162
Mario Oteri
Esprimiamo sia l’offerta di moneta che la base monetaria in
termini di rapporti percentuali con i depositi bancari
MS = CIRC \DB + DB\DB
MS = cu + 1
e
BM = CIRC\DB + RB\DB
BM = cu + re
A questo punto dividiamo l’offerta di moneta MS con la Base
Monetaria e vediamo il rapporto fra offerta di moneta e base
monetaria,
MS/BM=cu+1/cu+re
Da cui otteniamo il moltiplicatore monetario
MS =(cu + 1/cu +re )*BM
L’offerta di moneta dipende innanzi tutto dalla base monetaria,
tanto maggiore è la base monetaria tanto maggiore sarà l’offerta
di moneta; dipende poi dal rapporto circolante / depositi, se
aumenta questa quota si riduce l’offerta di moneta, e dipende
infine dalla quota di riserva bancaria, se aumenta la riserva
bancaria si riduce l’offerta di moneta.
5.2.4 Banca Centrale e politica monetaria
L’analisi del moltiplicatore monetario permette di individuare
gli strumenti che la Banca Centrale può utilizzare per intervenire
nel sistema economico. Va precisato che l’intervento della
Banca Centrale è condizionato dall’obbiettivo che si prefigge di
Il mercato della moneta
163
raggiungere: oggi l’obiettivo prevalente può essere
considerato quello della stabilità dei prezzi e del sistema
finanziario. Ricordiamo che per raggiungere questi obiettivi la
Banca centrale deve salvaguardare la sua reputazione con
comportamenti coerenti, diventa perciò sempre più difficile
modificare in modo sistematico gli interventi di politica
monetaria.
Come si è visto la Banca Centrale può intervenire sulla base
monetaria attraverso operazioni di mercato aperto, vendendo o
acquistando titoli sul mercato. Se la Banca Centrale vuole
accrescere la base monetaria in circolazione, acquista titoli dagli
operatori istituzionali creando nuova base monetaria; viceversa
vende titoli quando vuole distruggere base monetaria in
circolazione. Lo stesso risultato può essere ottenuto con
operazioni pronti contro termine quando la Banca centrale mette
a disposizione nuova liquidità impegnandosi a ricomprarla alla
scadenza ad un prezzo prestabilito.
La Banca Centrale può influenzare la quota di riserve libere che
le banche commerciali sono disposte a detenere variando il
tasso ufficiale di sconto: se si aumenta il costo del denaro
all’ingrosso le banche commerciali dovranno sopportare costi
maggiori per mantenere fondi improduttivi e saranno perciò
spinte a ridurre le riserve libere. A parità di Base Monetaria una
riduzione della quota di riserva libera determina una contrazione
del valore del moltiplicatore e, quindi, dell’offerta di moneta.
Risultati simili possono essere ottenuti fissando la quota di
riserva obbligatoria: a parità di base monetaria una quota di
riserva obbligatoria inferiore consente maggiori riserve e,
quindi, maggiore offerta di moneta.
Si possono formulare due ipotesi estreme sulla capacità della
Banca Centrale di controllare l’offerta di moneta. La prima ipotesi è che la Banca Centrale sia in grado di controllare perfetta-
164
Mario Oteri
mente l’offerta di moneta, da buon monopolista la Banca Centrale è in grado di determinare l’ammontare di moneta in circolazione nel sistema economico, mentre il tasso di interesse sarà
determinato dalla domanda di moneta.
Poiché l’offerta di moneta è data, variazioni della domanda di
moneta possono influenzare esclusivamente il costo del denaro ma
non hanno alcun effetto sulla quantità di moneta. Manovrando
l’offerta di moneta, la Banca Centrale è in grado di controllare
perfettamente il mercato: se aumenta l’offerta di moneta fa
diminuire il tasso d’interesse e soddisfa una maggiore domanda,
viceversa se vuol ridurre la domanda di moneta contrae l’offerta e
fa aumentare il costo del denaro. In questa impostazione la Banca
Centrale ha un grande potere di mercato, di controllo sul mercato, è
la cosiddetta impostazione esogena, cioè l’offerta di moneta è
determinata dall’esterno.
Per l’impostazione opposta l’offerta di moneta è endogena ,
determinata cioè all’interno del mercato. In questo caso la Banca
Centrale si limita a fissare il tasso d’interesse di mercato, e poi
lascia che siano gli operatori, vale a dire il mercato, a determinare
la quantità di moneta. La Banca Centrale ha un potere di mercato
minimo: può fissare il costo del denaro, ma poi deve creare tutta la
quantità di moneta richiesta.
Nella rappresentazione grafica l’offerta di moneta si presenta come
verticale nel primo caso, offerta di moneta esogena, e orizzontale
nel secondo, offerta di moneta endogena. Con il controllo
completo della Banca Centrale l’offerta di moneta si presenta
verticale e la domanda di moneta determina il livello del tasso
d’interesse; viceversa nel caso opposto la Banca Centrale fissa il
tasso d’interesse e offre una quantità teoricamente infinita di
moneta, l’offerta è orizzontale; è la domanda di mercato a
determinare la quantità. Nel primo caso la Banca Centrale deve
aumentare l’offerta per ridurre il tasso d’interesse e far crescere la
Il mercato della moneta
165
quantità di moneta: controlla la quantità di moneta; nel
secondo caso deve ridurre il tasso d’interesse per fare aumentare la
domanda, controlla il prezzo del denaro mentre la quantità è
stabilita dal mercato.
In termini teorici, il primo grafico è l’impostazione verticalista che
ritiene l’offerta di moneta esogena (controllata dalla Banca
Centrale), l’altra è quella che ritiene l’offerta di moneta endogena
(determinata dal mercato, la banca centrale si limita a fissare il
costo del denaro all’ingrosso) . Una situazione intermedia si
determina considerando l’intermediazione bancaria: a mano a
mano che il tasso d’interesse aumenta le banche ordinarie hanno
convenienza ad estendere l’intermediazione, e quindi al crescere
del tasso di interesse aumentano l’offerta di moneta, che si presenta
crescente sul grafico.
Va notato che oggi i comportamenti della Banca Centrale
Europea e della Riserva Federale sono vicini al secondo modello,
piuttosto che al primo. La creazione continua di nuovi strumenti
finanziari, la c.d. innovazione finanziaria, e la progressiva
liberalizzazione dei mercati valutari hanno reso sempre più
difficile per le banche la possibilità di individuare con precisione
gli aggregati monetari e controllare l’offerta complessiva: l’autorità
monetaria fissa, quindi, il tasso ufficiale di sconto e lascia al
mercato la determinazione della quantità di moneta. Attualmente,
queste ultime seguono una regola di politica monetaria incentrata
sul tasso di interesse reale ( r ) determinato dal tasso d’interesse
nominale : le BC fanno si che r sia funzione di altre variabili
macroeconomiche quali l’inflazione e il reddito. Il tasso di
interesse nominale (i) è invece lo strumento di breve periodo delle
BC. La regola più semplice che possiamo pensare per il tasso di
interesse reale è r = r(p) dove p è il tasso di inflazione e r è
crescente in p. La BC di un paese desidera avere un basso tasso di
inflazione e un elevato livello del prodotto (Y). Quando il tasso di
166
Mario Oteri
inflazione è elevato, la BC sarà principalmente preoccupata di
ridurlo; in questo caso sceglierà un r elevato che determinerà una
contrazione di Y e, quindi, di p.
Figura 5.2.4 Offerta di moneta
Viceversa quando il tasso di inflazione è basso. In altri termini se la
BC ritiene che sia necessario ridurre il tasso d’inflazione interviene
fissando un tasso d’interesse nominale più elevato e, in tal modo, fa
crescere il tasso d’interesse reale, riduce la domanda aggregata , il
livello del reddito e quindi, il tasso d’inflazione.
Il mercato della moneta
167
5.3 La domanda di moneta.
Domandare moneta significa tenere liquidità ferma: se la moneta
fosse immediatamente spesa al momento dell’incasso, non si
avrebbe nessuna domanda di moneta.
Per quali motivi si domanda moneta? I motivi dipendono dalle
funzioni della moneta.
Quali sono le funzioni della moneta?
Funzione di numerario, la moneta serve come unità di misura del
valore, se noi esprimiamo il valore di un bene, il suo prezzo, lo
esprimiamo in termini di euro. Funzione di mezzo di pagamento,
in un’economia di mercato i beni non si scambiano fra loro ma si
scambiano con moneta. Funzione di riserva di valore, la
ricchezza può conservarsi in vari modi, ad esempio tenendo metalli
preziosi, acquistando abitazioni, acquistando attività finanziarie
(titoli ecc.), tra questi strumenti finanziari si considera anche la
moneta, che è un modo per conservare la ricchezza.
Si tiene moneta in relazione alle funzioni di mezzo di pagamento e
di riserva di valore .
5.3.1 La domanda di moneta come mezzo di pagamento
In un’economia di mercato per portare a termine gli scambi
occorre moneta, che si ottiene con gli incassi, vale a dire con le
entrate che si ricevono, mentre le spese che si effettuano
rappresentano gli esborsi. Teoricamente se gli incassi e gli esborsi
fossero simultanei, non si domanderebbe moneta, tutti gli scambi
avverrebbero nello stesso momento. Si pensi ad un’economia di
baratto, nella quale non si tiene moneta perché ogni vendita
presuppone un corrispondente acquisto. Nella realtà invece, gli
esborsi difficilmente avvengono simultaneamente agli incassi, c’è
168
Mario Oteri
sempre un intervallo di tempo fra esborsi e incassi. Questo
intervallo spinge gli operatori a tenere una parte del proprio
reddito sotto forma di moneta, per fare fronte alle spese certe e
previste, perché non avere moneta significa non poter effettuare
gli scambi.
Qual è la scelta alternativa del tenere moneta? L’alternativa
potrebbe essere di tenere attività finanziarie molto liquide come,
ad esempio libretti postali o depositi a risparmio. In questo caso
se si devono effettuare delle spese e non si ha circolante, bisogna
andare in banca, portare il libretto, perdere tempo allo sportello,
ottenere la moneta richiesta, ed effettuare le spese. Tutto ciò
comporta un costo almeno in termini di tempo perso e di “suole
di scarpe”. Ovviamente mentre tenendo moneta non si gode di
alcun rendimento, tenendo il libretto si ottiene un rendimento
positivo. Questo rendimento è tanto minore quanto minore è
l’ammontare della moneta versata e, specialmente, quanto minore
è il tempo di permanenza sul libretto: più a lungo si tiene ferma
una somma maggiore è il rendimento che si può accumulare,
quanto maggiore è la somma tanto più elevato il rendimento.
Mentre i costi sono in genere costanti, i rendimenti sono crescenti
in relazione alla somma versata e, specialmente, in relazione al
tempo nel quale la somma rimane vincolata. La possibilità di
avere un rendimento superiore ai costi dipende essenzialmente da
quanto tempo si può tenere la somma ferma . Poiché la moneta
come mezzo di pagamento è detenuta per fare fronte alle spese
che dobbiamo affrontare con scadenza certa, fra un incasso e
l’altro, il periodo che si può tenere nel deposito a risparmio può
essere, in genere, molto breve: quindi difficilmente i rendimenti
riescono a superare i costi. Si ritiene che per fare fronte alle spese
certe sia più conveniente tenere moneta e poiché le spese, in
genere, dipendono dal livello del reddito, tanto maggiore è il
livello di reddito tanto maggiore sarà il livello di spesa, quindi,
Il mercato della moneta
169
tanto maggiore la quantità di moneta che si desidera detenere.
Vero che ci può essere un tasso di interesse elevato, ma se si deve
prelevare in continuazione il rendimento non riesce a coprire i
costi e viene meno la convenienza a tenere la moneta in banca .
Quindi la domanda di moneta come mezzo di pagamento viene
collegata essenzialmente al livello del reddito.
Figura 5.3.1 Rendimenti e costi
euro
rendimenti
Costi
T
Tempo
La domanda di moneta come mezzo di pagamento è considerata
funzione diretta del livello di spesa e, quindi, del livello di
reddito. Seguendo la teoria economica, si considerano due tipi di
spese: il primo tipo si riferisce alle spese certe e previste, che
170
Mario Oteri
normalmente si fanno nella vita delle famiglie e nell’attività
delle imprese (il fitto, il salario, i fornitori, i regali). Per fare
fronte alle spese certe e previste si fa una domanda di moneta,
domanda di moneta per transazioni, che è considerata
relativamente stabile. Si devono inoltre affrontare delle spese
impreviste che possono rendersi necessarie indipendentemente
dalle nostre scelte, ad esempio se si guasta la macchina o si ha
una malattia improvvisa. Questa riserva di moneta che si tiene per
far fronte alle spese impreviste è definita domanda di moneta
precauzionale, ed è anche questa collegata al livello di spesa e,
quindi, al livello del reddito.
Riassumendo la domanda di moneta come mezzo di pagamento è
legata al livello della spesa, e il livello della spesa dipende dal
livello del reddito. Di norma si possono distinguere due tipi di
spesa: quelle certe e previste, che danno luogo alla domanda di
moneta per transazione, e quelle impreviste che danno luogo ad
una domanda di moneta precauzionale. Entrambe possono essere
considerate una funzione stabile del reddito,. Questa domanda di
moneta L1, domanda di liquidità per transazione e per scopi
precauzionali, è funzione diretta e stabile del livello del reddito,
ed è espressa da una funzione costante (k) del reddito (Y).
L = kY
1
5.3.2 La domanda di moneta come riserva di valore
La ricchezza è uno stock, un valore ad una certa data, che può
tenersi sotto varie forme, in immobili, quadri, pietre preziose, oro,
o può tenersi in strumenti finanziari. Quale è la differenza? Gli
strumenti finanziari possono essere venduti in tempi rapidi,
mentre gli immobili no. Se si ha bisogno di liquidità immediata, e
si deve vendere una casa, il valore al quale si può vendere è in
Il mercato della moneta
171
genere inversamente proporzionale al tempo che si ha a
disposizione per vendere. Tanto più rapidamente si deve vendere,
tanto più il prezzo tende a diminuire. Mentre se si hanno degli
strumenti finanziari, dei titoli, delle obbligazioni, delle azioni, si è
certi che si possono vendere in tempo reale al loro prezzo di
mercato.
Fra gli strumenti finanziari consideriamo le azioni e le
obbligazioni. Cosa sono le azioni? Quote di capitale sociale, titoli
di proprietà, chi possiede azioni Fiat, ad esempio, è proprietario
di determinate quote della Fiat. Tante più azioni si detengono,
tanto maggiore è la quota di proprietà, e tanto maggiore sarà il
controllo sull’impresa. Il valore dell’azione dipende
dall’andamento economico dell’impresa e dalla domanda e
dall’offerta di azioni che c’è sul mercato di borsa, ove si
acquistano e si vendono gli strumenti finanziari. Se l’impresa va
bene, il valore delle azioni tende a crescere, se le prospettive sono
negative, si cerca di disfarsi delle azioni, e il costo delle azioni
tende a diminuire.
Le obbligazioni sono un titolo di debito dell’impresa. L’impresa
chiede un prestito, emettendo un'obbligazione, e si impegna a
restituirlo entro un certo periodo di tempo, più o meno ampio.
Chi sottoscrive un’obbligazione, non fa altro che rinunciare a
tenere moneta. Perché si ha convenienza a rinunziare alla moneta
e tenere obbligazioni? In fondo con la moneta si possono
acquistare beni, cioè la moneta è un mezzo di pagamento, lo
strumento finanziario più “liquido”, mentre il titolo non è un
mezzo di pagamento. Per convincere gli operatori a prestare la
loro liquidità ad altri occorre pagare un compenso, cioè pagare un
tasso di interesse. Il tasso d’ interesse come dice Keynes è il
compenso per la perdita della “liquidità”. Ovviamente tenere
moneta significa rinunziare a percepire un interesse, quindi
quanto maggiore il tasso d'interesse pagato sui titoli tanto più
172
Mario Oteri
elevato il costo opportunità del tenere moneta: si può perciò
ipotizzare una relazione inversa fra tasso d'interesse e domanda di
moneta. E tuttavia anche un livello basso del tasso d’interesse può
comunque rappresentare un rendimento positivo che potrebbe
indurre a non tenere moneta. In effetti ciò che spinge gli operatori
a detenere moneta, piuttosto che titoli, è il fatto che, a differenza
della moneta, i titoli non hanno sempre lo stesso valore nominale :
se si vuole realizzare il valore del titolo per acquistare beni
bisogna vendere il titolo al valore che ha in quel momento sul
mercato e che può essere molto inferiore al valore d’acquisto.
Tenere titoli può comportare, quindi, una perdita in conto capitale
che rappresenta una riduzione della ricchezza dell’operatore.
Perché il valore nominale di un’obbligazione può cambiare nel
tempo? Sappiamo che il valore di un titolo fra un anno è dato dal
valore attuale più il tasso d'interesse:
Vt + iVt = Vt+1
ovvero
Vt (1+i) = Vt+1
ad esempio se il valore attuale di un titolo è 1000 euro e il tasso
d'interesse è del 10%, il valore fra un anno sarà pari a 1100.
Analogamente il valore attuale di un titolo liquidabile fra un anno
è
Vt = Vt+1 / (1+i)
se il valore di un titolo fra un anno è 1100 e il tasso d'interesse
rimane al 10% il valore attuale è ovviamente pari 1000; ma se il
tasso d'interesse fra un anno è maggiore, ad esempio 20%, il
valore attuale dello stesso titolo diminuisce a 916,6; mentre se il
tasso d'interesse è minore, ad esempio al 5%, il valore attuale
Il mercato della moneta
173
dello stesso titolo cresce a 1047,62 . In altri termini il valore
attuale di un titolo varia in relazione inversa al tasso d'interesse di
mercato: di conseguenza se gli operatori si aspettano che il tasso
d'interesse di mercato debba aumentare ( e il prezzo dei titoli
diminuire) hanno convenienza a vendere titoli oggi e tenere
moneta. Viceversa se si aspettano che il tasso d'interesse debba
diminuire (e il prezzo dei titoli aumentare) hanno convenienza a
comprare titoli oggi e offrire moneta.
La scelta fra tenere moneta o titoli non dipende dal tasso
d'interesse corrente quanto da quello atteso: infatti, poiché il
valore dei titoli varia in relazione inversa al tasso d'interesse di
mercato, gli operatori hanno convenienza a comprare
titoli( cedendo moneta) quando si aspettano che il tasso d'interesse
diminuisca e, quindi, il corso dei titoli cresca; mentre hanno
convenienza a vendere titoli (domandare moneta) quando si
aspettano che il tasso d'interesse aumenti e, quindi, il prezzo dei
titoli diminuisca. Ciascun operatore ha in mente un tasso
d'interesse che ritiene normale: se il tasso attuale è superiore a
quello che reputa normale ha convenienza a comprare titoli,
viceversa ha convenienza a vendere titoli.
Ipotizziamo cinque gruppi di operatori che ritengono che il tasso
di interesse di mercato normale sia rispettivamente del 5%, del
6%, del 7%, dell'8% e del 9%. Se il tasso di interesse di
mercato è uguale al 9%, un solo gruppo si aspetta che rimanga
invariato mentre tutti gli altri gruppi si aspettano che il tasso di
interesse di mercato debba diminuire: se il tasso d’interesse
diminuirà, il valore dei titoli aumenterà e pertanto hanno
convenienza a comprare titoli oggi. Se tutti comprano titoli c’è
una domanda di moneta speculativa nulla.
174
Tasso
d’interesse
normale
Tasso attuale
9%
Tasso attuale
7%
Tasso attuale
5%
5%
Mario Oteri
6%
compra
compra
compra
compra
vende
7%
8%
compra
compra
vende
9%
vende
vende
vende
vende
Se il tasso d'interesse diventa il 7%, la metà dei gruppi a destra si
aspetta che il tasso d’interesse debba crescere e il corso dei titoli
diminuire: hanno perciò convenienza a vendere titoli e
domandano moneta. La metà a sinistra si aspetta che il tasso
d’interesse debba diminuire e il corso dei titoli aumentare : hanno
perciò convenienza a comprare titoli e a offrire la moneta. Il
numero di coloro che vogliono comprare è compensato da coloro
che vogliono vendere.
Se il tasso d’interesse si riduce al 5%, la maggior parte dei gruppi
si aspetta che il tasso d'interesse debba aumentare e il valore dei
titoli diminuire e, quindi, vendono titoli e domandano moneta.
Quando il tasso d’interesse è basso la domanda di moneta è molto
elevata perché gli speculatori preferiscono vendere titoli. Quando
il tasso d’interesse è elevato le aspettative della maggioranza sono
per una diminuzione del tasso d'interesse , gli speculatori hanno
convenienza ad acquistare titoli è minore in modo di avere
domani guadagni in conto capitale; si riduce la domanda di
moneta e si preferisce tenere titoli.
Si pone pertanto una relazione inversa fra domanda di moneta
speculativa e tasso d’interesse, quando il tasso di interesse è
elevato la domanda di moneta è bassa, mano a mano che il tasso
di interesse diminuisce la domanda di moneta tende ad aumentare.
Il mercato della moneta
175
5.3.3 La domanda di moneta : rappresentazione grafica
La domanda di moneta è formata da due componenti: L 1 che è
la domanda di moneta come mezzo di pagamento, cioè la
domanda di moneta per transazioni e precauzionale, ed L2 che è la
domanda di moneta speculativa, cioè la domanda di moneta come
attività finanziaria, in alternativa agli altri strumenti finanziari.
La domanda di moneta per transazioni e precauzionale, cioè la
domanda di moneta come mezzo di pagamento, dipende dal
livello di spesa che a sua volta è legato al livello del reddito. Si
può esprimere come una costante
L1 = kY
la domanda di moneta speculativa dipende dal tasso di interesse
L2 = - h i
dove il segno meno indica la relazione inversa, se il tasso di
interesse aumenta la domanda di moneta diminuisce e viceversa,
h esprime la reattività della domanda di moneta al tasso di
interessi. La domanda complessiva di moneta sarà data da
MD = kY- h i
Ad indicare che sia il reddito che il tasso di interesse influenzano
la domanda di moneta.
176
Mario Oteri
Fig. 5.3.3.1 Domanda di moneta e variazioni del reddito
i
MD1=kY1 – hi
MD = kY – h i
M
La domanda di moneta dipende sia dal reddito che dal tasso di
interesse, sul grafico ci limitiamo a rappresentare la relazione fra
due sole variabili le altre vengono considerate come date, in
questo caso si indica la relazione fra domanda di moneta e tasso
d’interesse dato il livello del reddito. Quindi il livello del reddito
è espresso dalla posizione della funzione, mentre l’andamento
della funzione è determinato dal tasso di interesse. In altri termini
abbiamo che il livello della domanda di moneta rispetto al reddito
è una costante, una quantità indipendente dal tasso d’interesse,
tanto più spostata a destra quanto maggiore è il livello della
domanda di moneta per transazione, mentre la relazione
Il mercato della moneta
177
funzionale fra domanda di moneta e tasso d’interesse è data da
h che esprime la pendenza della funzione. Di norma si ha una
funzione di domanda di moneta decrescente da sinistra verso
destra ad indicare che la domanda di moneta aumenta mano a
mano che il tasso di interesse diminuisce.
Se il livello del reddito aumenta, la funzione si sposta verso l’alto
e verso destra a indicare che la domanda di moneta è maggiore a
parità di tasso di interesse, quindi un aumento del reddito è
evidenziato da uno spostamento della funzione verso l’alto e
verso destra, da MD = kY – h i, a MD1 = kY1 – hi.
La pendenza della funzione indica la reattività della domanda di
moneta al tasso di interesse, cioè il valore di h. Quando la
reattività della domanda di moneta al tasso d’interesse è molto
bassa la funzione si presenta molto inclinata: occorre una forte
variazione del tasso d’interesse per convincere gli operatori a
modificare la domanda di moneta. Quando gli operatori non
detengono moneta speculativa, la funzione di domanda si presenta
verticale e il valore di h è uguale a zero. Quando invece tutti
vogliono vendere titoli, la domanda di moneta è enormemente
grande , il valore di h è infinito e la funzione si presenta parallela
all’asse delle ascisse. L’economia si trova nella trappola della
liquidità, una situazione che si può verificare nei periodi di crisi,
quando tutti gli operatori si vogliono disfare dei titoli, come nella
crisi di Wall Street del 1929
I tassi d’interesse sono ai livelli minimi, gli speculatori si
aspettano che non possano diminuire ulteriormente: tutti vogliono
vendere titoli ma nessuno vuole comprare , la domanda di moneta
diventa teoricamente infinita e il corso dei titoli crolla.
178
Mario Oteri
Figura 5.3.3.2 Domanda di moneta e tasso d’interesse
Domanda speculativa nulla
Domanda speculativa infinita
i
i
MD
MD
i
M
M
M
5.4 Equilibrio sul mercato della moneta.
5.4.1 Ipotesi verticalista
Anche sul mercato della moneta si determina una situazione di
equilibrio quando la domanda e l’offerta sono uguali.
Per quanto riguarda l’offerta nell’ipotesi verticalista si assume che
la Banca Centrale sia in grado di controllare perfettamente
Il mercato della moneta
179
l’offerta di moneta e, quindi, l’offerta è considerata esogena e
si rappresenta con una funzione verticale.
_
MS = M
Figura 5.4.1 Equilibrio sul mercato della moneta
(impostazione verticalista)
I
MS
MD
M
M
La domanda di moneta dipende dal livello del reddito e dal tasso
d’interesse.
MD = KY- hi
180
Mario Oteri
Si ha equilibrio quando offerta e domanda sono uguali
MS = MD
Ovvero
M = KY – h i
Aggiungiamo un altro particolare, agli operatori non interessa la
moneta in termini di valore nominale, ma interessa la moneta in
termini di potere d’acquisto, quindi si deve considerare l’offerta
di moneta in termini reali, cioè la quantità nominale di moneta in
rapporto al livello generale dei prezzi.
M/P = kY - hi
Questa è l’equazione che ci dà l’equilibrio sul mercato della
moneta, offerta uguale domanda.
Come tutte le equazioni di mercato c’è un prezzo che porta in
equilibrio domanda e offerta di moneta, in questo caso il prezzo è
il tasso d’interesse, il compenso per la perdita della liquidità.
Abbiamo che
hi = k Y- M/P
da cui
i = (k Y - M/P) / h
esiste sempre un tasso di interesse che porta in equilibrio
domanda e offerta di moneta. Il tasso d’interesse è in relazione
inversa all’offerta di moneta e in relazione diretta rispetto al
reddito.
Se l’offerta di moneta aumenta, il segno è meno, il tasso
d’interesse diminuisce. Se la banca Centrale aumenta la quantità
di moneta in circolazione il costo della moneta tende a scendere, i
tassi d’interesse si riducono, c’è eccesso di offerta di moneta. Al
Il mercato della moneta
181
contrario se la Banca Centrale decide di ridurre l’offerta
diminuisce la quantità di moneta in circolazione e gli operatori
saranno disposti a pagare un tasso d’interesse più elevato per
procurarsela.
Figura 5.4.2 Variazione nell’offerta di moneta e tasso
d’interesse
i
MS1
i1
E1
i2
MS2
A
E2
M1
M2
Se il reddito aumenta il tasso d’interesse aumenta perché al
crescere del reddito gli operatori avranno bisogno di maggiore
quantità di moneta per le transazioni e aumentano la domanda di
moneta, dato che l’offerta è data e costante, per procurarsi la
182
Mario Oteri
liquidità necessaria gli operatori devono pagare tassi
d’interesse più elevati.
Nella figura 5.4.2 vediamo che partendo da una situazione di
equilibrio sul mercato della moneta, con un tasso d’interesse i1 e
un’offerta di moneta MS1, un aumento dell’offerta a MS2
comporta un eccesso di domanda pari a E1A: il tasso d’interessa si
riduce sino al livello i2 che permette di eguagliare domanda e
offerta al livello E2. Ovviamente una contrazione dell’offerta di
moneta avrebbe un effetto esattamente opposto determinando una
contrazione della liquidità in circolazione e un aumento del tasso
d’interesse.
Figura 5.4.3. Variazione del reddito e tasso d’interesse
i
MS
i2
E2
i1
E1
A
MD2
MD1
M
M
Il mercato della moneta
183
Gli effetti di una variazione del reddito sono illustrati nella
figura 5.4.3 : al variare del reddito varia la domanda di moneta per
transazioni e, data l’offerta di moneta, il tasso d’interesse deve
variare per riportare in equilibrio il mercato. Considerando una
situazione di equilibrio in E 1 , con un tasso d’interesse i1 e una
domanda di moneta MD1 , un aumento del reddito sposta la
domanda di moneta verso l’alto e verso destra in MD 2 . Al
precedente livello del tasso d’interesse si determina un eccesso di
domanda di moneta sull’offerta, che per definizione è fissa, pari ad
E1A; il tasso d’interesse aumenta sino al livello i2 riportando la
domanda di moneta in equilibrio con l’offerta nel punto E2.
5.4.2 Ipotesi orizzontalista
Nell’ipotesi orizzontalista la Banca Centrale controlla il tasso
d’interesse mentre la quantità di moneta offerta è determinata dalla
domanda di mercato.
Come abbiamo detto la Banca Centrale ha come obiettivo la stabilità
del tasso d’inflazione e manovra il tasso d’interesse nominale (i) in
relazione all’andamento del livello dei prezzi.
Poiché la domanda di moneta dipende dal reddito e dal tasso
d’interesse nominale
MD = kY – hi
fissando il tasso d’interesse
la Banca Centrale influenza la
domanda di moneta, che è poi costretta a soddisfare interamente,
creando la quantità di moneta richiesta, per evitare di mettere in crisi
il sistema bancario. Con quest’impostazione, infatti, si ritiene che la
quantità di moneta sia determinata dalle esigenze degli operatori (
endogena ), messa a disposizione dalla intermediazione bancaria e
184
Mario Oteri
accomodata dall’autorità monetaria , che si limita a fissare il
costo del denaro.
Nella figura 5.4.1 data la domanda di moneta MD, quando la Banca
Centrale fissa il tasso d’interesse al livello i la moneta richiesta dagli
operatori è pari alla quantità M , che l’autorità deve interamente
soddisfare.
Figura 5.4.1. Equilibrio sul mercato della moneta
e interventi dell’autorità monetaria con offerta endogena
i
i1
i
MS1
MS
MD
M
M
La Banca Centrale interviene sul mercato quando il tasso
d’inflazione tende a variare rispetto all’obiettivo prefissato. Se il
livello dei prezzi cresce più velocemente di quanto si aspetta,
l’autorità monetaria aumenta il costo del denaro per evitare che si
possa ridurre il tasso d’interesse reale , determinato dal tasso
Il mercato della moneta
185
d’interesse nominale meno il tasso d’inflazione, spingendo gli
operatori ad aumentare le spese e ad alimentare l’inflazione. Sul
mercato della moneta ( fig. 5.4.1) la Banca Centrale porta il tasso
d’interesse al livello i1, la domanda di moneta si riduce al livello M1
e l’offerta di moneta si adegua.
i↑
MD ↓
MS ↓
Mentre nel caso di offerta esogena qualsiasi variazione della
domanda di moneta, determinata ad esempio dall’aumento del
reddito, sarebbe finanziata dagli stessi operatori privati spinti, dalla
crescita del tasso d’interesse, a ridurre le scorte oziose e a dare a
prestito la liquidità lasciando invariata l’offerta di moneta, con
l’impostazione endogena l’aumento di domanda sarebbe
interamente soddisfatto dall’autorità monetaria che adeguerebbe
l’offerta di moneta, a meno che non vi fosse il rischio di un aumento
del tasso d’inflazione .