7-8 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R. 2012 GIARDINO - ORTO - TERRAZZO - FRUTTETO - CAMPO - VIGNETO CANTINA - BOSCO - ALLEVAMENTI - PICCOLI ANIMALI - APIARIO SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 7-8 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - LUGLIO-AGOSTO 2012 - ANNO 30 - ISSN 1120-3005 - MENSILE LqdNeX/WQFFIBvwZtz5h3D163kOyiyn2IPo8MuOpRYu3d6+2LwSN5w== INFORMAZIONE PUBBLICITARIA LA GARANZIA di fare una scelta ORIGINALE! Può capitare di cedere alla tentazione di risparmiare qualche euro sull'acquisto di pezzi di ricambio e prodotti per la manutenzione che sembrano essere di buona qualità, ma non sono ricambi originali. E altrettanto può capitare che quei pochi euro risparmiati «costino» molto di più in riparazioni successive. Si potrebbe fare il solito conto dei vantaggi e degli svantaggi per decidere cosa fare. Cioè se sia meglio utilizzare ricambi originali e prodotti specifici, consigliati dalla casa produttrice, o se, per risparmiare qualcosa, sia comunque possibile utilizzare prodotti generici. Ovviamente i produttori dei motori spingono affinchè vengano utilizzati ricambi e prodotti originali e/o consigliati: ma siamo proprio sicuri che questo loro interesse sia puramente economico o ci sono anche motivazioni che, sul medio-lungo periodo, fanno risparmiare i clienti? Secondo Briggs & Stratton, alla fine il conto si chiude in positivo, ossia in soldi risparmiati, per il cliente. Briggs & Stratton, attraverso le officine di assistenza, sottolinea l'importanza di utilizzare ricambi originali per tutti i motori, per garantirsi sempre prestazioni altamente qualitative e durevoli nel tempo. Ma ricambio originale non significa soltanto mantenere le prestazioni del motore costanti e invariate, significa anche che tutta l'attrezzatura ci guadagna in termini di longevità. Tutti i componenti, infatti, sono ideati, progettati e costruiti per garantire una lunga vita operativa del motore. Infine va considerato che gli interventi causati dall'uso di parti non originali non sono coperti da garanzia. Ma il concetto di originalità e qualità non va fatto solo sui ricambi. Anche prodotti come i lubrificanti, l'olio motore e così via hanno la loro importanza nella lunga (o corta!) vita di un propulsore. L'olio lubrificante certificato per motori a 4 tempi raffreddati ad aria Briggs & Stratton è, per esempio, una componente indispensabile per il corretto funzionamento del motore stesso grazie alla sua funzione di lubrificazione e raffreddamento. Il suo utilizzo è indispensabile per prevenire danni e per ottimizzare le prestazioni del motore. Briggs & Stratton offre un olio minerale SAE 30 indicato per motori raffreddati ad aria a partire da temperature di 5° C in grado di assicurare, nel tempo, avvii rapidi senza sprechi d'olio. Briggs & Stratton, inoltre, offre anche un additivo per benzina verde che serve a stabilizzare il combustibile per una corretta conservazione nel tempo e per il mantenimento delle sue caratteristiche di origine. LA SOSTITUZIONE DEL MOTORE Alcune volte può accadere che la riparazione di un motore non sia conveniente e che la soluzione più rapida ed economica sia quella di sostituirlo. Briggs & Stratton, in questo caso, consiglia di appoggiarsi ad officine specializzate e di richiedere che il motore sia garantito per le normative europee. Briggs & Stratton, infatti, attraverso la sue rete di distribuzione ufficiale, garantisce che i motori siano appropriati e certificati per il mercato europeo, che siano in linea, per esempio, con le normative sulle emissioni, sulle superifici calde, sulla protezione marmitta ... La rete di assistenza post vendita Briggs & Stratton è composta, in Italia, da circa duecento officine autorizzate e molti rivenditori specializzati, consultabili sul sito www.briggsandstratton.com 4 Calendari di luglio e agosto F Giardino 5 5 6 6 7 9 10 10 11 Piante annuali Piante erbacee perenni Piante acidoile Bulbose e tuberose Rosai Arbusti, alberi Tappeto erboso Piante grasse Piante d’appartamento Orto GIARDINO - ORTO - TERRAZZO - FRUTTETO - CAMPO - VIGNETO CANTINA - BOSCO - ALLEVAMENTI - PICCOLI ANIMALI - APIARIO SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 7-8 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - LUGLIO-AGOSTO 2012 - ANNO 30 - ISSN 1120-3005 - MENSILE Dipinto di Giuliano Paladini - Vicchio (Firenze) www.paladinigiuliano.it - [email protected] 16 Progetto graico di un orto di 100 metri quadrati 12 Ortaggi 19 Piante aromatiche Terrazzo 21 Progetto graico di coltivazione di un terrazzo di 32 metri quadrati 21 Piante da frutto 22 Piante da iore 22 Ortaggi e aromatiche 23 Agrumi Cantina Bosco Allevamenti 64 Lavori nella piccola cantina per autoconsumo familiare Frutteto 67 Bosco naturale 24 Pomacee: melo, pero 30 Drupacee: pesco e nettarina, albicocco, susino, ciliegio, mandorlo 37 Agrumi 39 Altre specie importanti: actinidia, castagno, olivo 45 Piccoli frutti: lampone, mirtillo, ribes, rovo 47 Specie da frutto minori: ico, giuggiolo, kaki, nespolo comune e del Giappone, nocciòlo, noce Campo 50 51 52 50 55 57 7-8 2012 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R. a caldo sull’aia, la polvere sottile, quasi una nebbia, rende la scena rarefatta. La trebbia sbuffa e con rombo profondo inghiotte gli steli di grano accatastati a piramide. I dorati chicchi, il più prezioso tesoro, scorrono a riempire i sacchi, mentre il cumulo di paglia s’ingigantisce. Seduto in compagnia c’è il nonno che riprende iato con un bicchiere di vino rosso. Gli altri, accaldati sotto il sole, mettono a dura prova le schiene spezzate dalla fatica. Progetto graico di rotazione delle colture (Nord) Progetto graico di rotazione delle colture (Centro) Progetto graico di rotazione delle colture (Sud) Cereali vernini (frumento tenero, grano duro, orzo, farro) Colture primaverili-estive (mais, soia, girasole) Colture foraggere (erba medica, prati stabili e pascoli) Vigneto 58 Il vigneto per la produzione di uva da vino 61 Il vigneto per la produzione di uva da tavola 63 L’uva fragola 70 Avicoli: galline ovaiole, polli da carne, faraone, tacchini, anatre, oche, colombi 73 Conigli 73 Maiale 73 Ovicaprini: capre, pecore 75 Bovini 75 Equini: cavalli, asini 76 Chiocciole Piccoli animali 77 77 78 79 79 Cani Gatti Piccoli roditori Tartarughe Uccelli Apiario 81 Lavori 82 Prevenzione e cura 82 Laboratorio Significato dei simboli riportati nei testi Agricoltura biologica. Bio Prodotti ammessi nel biologico. Molta attenzione. Attenzione. Via libera. Sconti Carta Verde. Su Internet. Luglio 2012 Agosto 2012 Le ore di levata e di tramonto della luna 1 DOM. 2 LUN. 3 MAR. 4 MER. 5 GIO. 6 VEN. 7 SAB. 8 DOM. 9 LUN. 10 MAR. 11 MER. 12 GIO. 13 VEN. 14 SAB. 15 DOM. 16 LUN. 17 MAR. 18 MER. 19 GIO. 20 VEN. 21 SAB. 22 DOM. 23 LUN. 24 MAR. 25 MER. 26 GIO. 27 VEN. 28 SAB. 29 DOM. 30 LUN. 31 MAR. 18.33-03.11 05.39-20.49 19.35-04.09 05.39-20.49 20.28-05.14 05.40-20.49 21.13-06.24 05.40-20.48 21.51-07.36 05.41-20.48 22.24-08.46 05.42-20.48 22.53-09.53 05.42-20.47 23.20-10.58 05.43-20.47 23.47-12.01 05.44-20.47 Le temperature min. e max luglio 2011 medie dall’1 al 10 Torino +17,3 +29,7=e.t. 12,4 Verona +17,7 +28,8=e.t. 11,1 Roma +18,9 +29,9=e.t. 11,0 Bari (Turi) +16,8 +29,8=e.t. 13,0 Messina +23,8 +30,7=e.t. 6,9 Cagliari +19,8 +31,8=e.t. 12,0 medie dall’11 al 20 00.00-13.02 05.44-20.46 00.14-14.01 05.45-20.46 00.44-15.00 05.46-20.45 01.16-15.58 05.47-20.45 01.52-16.53 05.47-20.44 02.33-17.46 05.48-20.43 03.20-18.35 05.49-20.43 04.12-19.20 05.50-20.42 05.10-20.00 05.51-20.41 06.11-20.35 05.52-20.41 07.14-21.08 05.53-20.40 08.19-21.38 05.53-20.39 09.25-22.07 05.54-20.38 10.32-22.36 05.55-20.37 11.41-23.07 05.56-20.36 12.50-23.41 05.57-20.35 14.01-00.00 05.58-20.34 15.11-00.20 05.59-20.33 16.19-01.05 06.00-20.32 17.22-01.57 06.01-20.31 18.18-02.58 06.02-20.30 19.06-04.05 06.03-20.29 Torino +16,5 +24,5=e.t. 8,0 Verona +18,1 +28,0=e.t. 9,9 Roma +19,8 +30,6=e.t. 10,8 Bari (Turi) +19,5 +29,9=e.t. 10,4 Messina +25,2 +31,4=e.t. 6,2 Cagliari +20,2 +32,9=e.t. 12,7 medie dal 21 al 31 Torino +15,5 +26,7=e.t. 11,2 Verona +14,9 +26,5=e.t. 11,6 Roma +18,2 +26,9=e.t. 8,7 Bari (Turi) +16,2 +26,2=e.t. 10,0 Messina +22,4 +27,1=e.t. 4,7 Cagliari +19,1 +29,5=e.t. 10,4 Le precipitazioni di luglio 2011 Torino Verona Roma Bari (Turi) Messina Cagliari 136,2 mm 63,7 mm 44,7 mm 47,0 mm 4,3 mm 7,2 mm Le date importanti da ricordare 1 MER. 2 GIO. 3 VEN. 4 SAB. 5 DOM. 6 LUN. 7 MAR. 8 MER. 9 GIO. 10 VEN. 11 SAB. 12 DOM. 13 LUN. 14 MAR. 15 MER. 16 GIO. 17 VEN. 18 SAB. 19 DOM. 20 LUN. 21 MAR. 22 MER. 23 GIO. 24 VEN. 25 SAB. 26 DOM. 27 LUN. 28 MAR. 29 MER. 30 GIO. 31 VEN. e del sole 19.46-05.14 06.04-20.28 20.21-06.25 06.05-20.27 20.52-07.34 06.06-20.26 21.21-08.40 06.07-20.24 21.48-09.45 06.08-20.23 22.16-10.47 06.09-20.22 22.45-11.48 06.10-20.21 23.16-12.48 06.11-20.19 23.50-13.46 06.12-20.18 00.00-14.43 06.13-20.17 00.29-15.37 06.14-20.15 01.14-16.27 06.15-20.14 02.03-17.14 06.16-20.13 02.58-17.56 06.17-20.11 03.58-18.33 06.18-20.10 05.01-19.08 06.19-20.08 06.06-19.39 06.20-20.07 07.13-20.10 06.21-20.05 08.21-20.40 06.22-20.04 09.30-21.11 06.24-20.02 10.41-21.44 06.25-20.01 11.52-22.21 06.26-19.59 13.02-23.04 06.27-19.58 14.10-23.54 06.28-19.56 15.14-00.00 06.29-19.55 16.11-00.51 06.30-19.53 17.00-01.54 06.31-19.51 17.43-03.01 06.32-19.50 18.19-04.09 06.33-19.48 18.52-05.17 06.34-19.46 19.21-06.24 06.35-19.45 Le temperature min. e max agosto 2011 medie dall’1 al 10 Torino +14,4 +29,2=e.t. 14,8 Verona +18,7 +28,8=e.t. 10,1 Roma +20,1 +29,9=e.t. 9,8 Bari (Turi) +18,4 +30,3=e.t. 11,9 Messina +23,9 +31,3=e.t. 7,4 Cagliari +19,9 +31,5=e.t. 11,6 medie dall’11 al 20 Torino +17,4 +29,5=e.t. 12,1 Verona +18,8 +31,0=e.t. 12,2 Roma +19,0 +32,5=e.t. 13,5 Bari (Turi) +16,6 +31,1=e.t. 14,5 Messina +23,6 +32,6=e.t. 9,0 Cagliari +19,3 +30,9=e.t. 11,6 medie dal 21 al 31 Torino +17,6 +31,2=e.t. 13,6 Verona +20,3 +32,1=e.t. 11,8 Roma +21,0 +34,4=e.t. 13,4 Bari (Turi) +18,3 +32,4=e.t. 14,1 Messina +25,4 +34,5=e.t. 9,1 Cagliari +19,0 +32,5=e.t. 13,5 Le precipitazioni di agosto 2011 Torino 9,8 mm Verona 13,7 mm Roma 0 mm Bari (Turi) 0 mm Messina 0 mm Cagliari 0,2 mm Le date importanti da ricordare ✓ Notte del 12 agosto: massima intesità del fenomeno delle stelle cadenti Luna. Luglio. Luna piena: 3 luglio. Luna nuova: 19 luglio. Luna crescente: l’1 e il 2 e dal 20 al 31 luglio. Luna calante: dal 4 al 18 luglio. Agosto. Luna piena: 2 e 31 agosto. Luna nuova: 17 agosto. Luna crescente: l’1 e dal 18 al 30 agosto. Luna calante: dal 3 al 16 agosto. Sole. I dati della levata e del tramonto del sole, giorno per giorno, si riferiscono a Roma (ora legale). Temperature. Le temperature minime e massime riportate sono quelle rilevate negli stessi mesi dello scorso anno 2011. Sono espresse in gradi centigradi e sono medie decadiche riferite a tutti i giorni dei periodi 1-10, 11-20 e 21-ultimo del mese. L’escursione termica (differenza tra la temperatura massima e minima) è indicata con la sigla e.t. Precipitazioni. Le precipitazioni riportate sono quelle rilevate negli stessi mesi dello scorso anno 2011. Esse sono epresse in millimetri (il numero di millimetri di pioggia caduta equivale al numero di litri per metro quadrato) e riguardano le precipitazioni veriicatesi nel corso di tutto il mese. Temperature e precipitazioni sono state rilevate dal Servizio meteorologico dell’aeronautica militare. Giardino Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) PIANTE ANNUALI Lavori Irrigazione e concimazione. Le piante sono in piena ioritura e necessitano di un’irrigazione regolare e di concimazioni ripetute ogni 15 giorni. Utilizzate un concime liquido per piante da iore, da aggiungere all’acqua alle dosi consigliate sulla confezione. Pulizia delle piante. Eliminate i iori appassiti per stimolare le piante a emetterne di nuovi. Se al vostro rientro dalle vacanze alcune piantine avessero un aspetto molto sofferente, non esitate a potarle riducendo di metà la loro altezza; zappettate poi leggermente il terreno che si presenta costipato, concimate, ricoprite l’aiola con uno strato di almeno 5 cm di torba e buon terriccio mescolati in parti uguali e irrigate abbondantemente. Dopo pochi giorni le piante riprenderanno a crescere e continueranno a iorire ino a settembre inoltrato. Interventi itosanitari Nel mese di agosto le temperature elevate, accompagnate da elevati tassi di umidità relativa dell’aria, provocano lo sviluppo delle infezioni di mal bianco (vedi foto B pubblicata su «i Lavori» di marzo-aprile, a pag. 5). Su tutte le piante gli attacchi di mal bianco si manifestano con la comparsa di muffa bianca dall’aspetto farinoso, che ricopre le foglie e i iori. 1 Piante erbacee perenni: la semina. Per eseguirla correttamente riempite un contenitore, o semena zaio, con terriccio leggero e livellate con una tavoletta di legno (a) o similare. Per facilitare l’operazione di semina ponete i semi in un foglio di carta piegato a V (b) e dib stribuiteli in modo uniforme. Aiutandovi con un setaccio a maglia ine ricoprite i semi con un leggero strato di terriccio (c). Premete leggermente il terriccio per farlo aderire ai semi e, inine, inumiditelo spruzzando acqua con c un nebulizzatore Le foglie colpite ingialliscono e lo sviluppo di nuova vegetazione e dei iori risulta rallentato. Alla comparsa della malattia intervenite con zolfo bagnabile-80 (bio, irritante o non classiicato, alla dose di 3 grammi per litro d’acqua) o bitertanolo44,7 (non classiicato, alla dose di 0,5 ml per litro d’acqua), ripetendo il trattamento dopo 7-10 giorni se le infezioni si ripetono sulla vegetazione di nuova emissione. 2 Piante erbacee perenni. Eliminate tempestivamente i iori appassiti di Hosta (1) e achillea (2) in modo da stimolare una nuova ioritura SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 PIANTE ERBACEE PERENNI Lavori In questo bimestre anche le erbacee perenni hanno bisogno di cure sollecite, soprattutto se l’estate è calda e siccitosa; vediamo insieme quali. Irrigazione e concimazione. Non fate mancare una regolare irrigazione che solleciterà le ioriture. Effettuate una concimazione mensile (evitando però il periodo di maggiore calura) con Nitrophoska Gold della Compo in ragione di una manciata per metro quadrato, interrando il concime con una sarchiatura molto leggera, per non rovinare le radici supericiali. Pulizia delle piante. Togliete i fiori appassiti di rudbeckia, gaillardia, achillea, coreopsis e di altre Composite a ioritura estiva, così da stimolare una nuova ioritura. Della stessa operazione si avvantaggiano anche altre perenni, per esempio alcune varietà di Hosta. Pacciamatura. In questo periodo risulta consigliabile la pratica della pacciamatura, la quale, oltre a ridurre l’evaporazione e quindi il fabbisogno d’acqua di aiole e bordure, rallenta lo sviluppo delle infestanti. È suficiente distribuire sul terreno uno strato dello spessore di 5-10 cm di paglia, sfalci d’erba secca, frammenti di corteccia o altri materiali organici, facendo attenzione a lasciare scoperto il colletto delle piante, onde evitare di favorire l’insorgere di marciumi. Altri lavori. Le perenni seminate tra la ine di maggio e l’inizio di giugno devono essere trapiantate durante questo bimestre in vasetti di 8-10 cm di diametro. Molte specie potranno già essere messe a dimora in piena terra a inizio ottobre, operazione particolarmente consigliabile per tutte le perenni che ioriscono in primavera (per esempio, Aquilegia, digitale, lupino). Quelle caratterizzate da crescita più lenta trascorreranno l’inverno in vasetto (all’aperto ma al riparo dalle precipitazioni invernali) in vista dell’impianto primaverile. Non dimenticate di controllare e, ove necessario, aggiungere e/o rinforzare i tutori per le specie di grande sviluppo che richiedono di essere sostenute. Interventi itosanitari Vedi interventi fitosanitari «Piante annuali». 5 Giardino 1 2 PIANTE ACIDOFILE Azalee, camelie, eriche ortensie, rododendri Lavori Nei caldi mesi di luglio e agosto le piante acidoile sono in riposo vegetativo, ma non per questo richiedono meno cure rispetto ad altri periodi dell’anno. Vediamo insieme a quali lavori occorre provvedere in questo bimestre. Irrigazione. Non fate mai soffrire la siccità alle piante, poiché le acidoile provengono per lo più da climi dove la calda estate è mitigata da piogge frequenti. Irrigatele perciò con regolarità, al ine di tenere il terreno sempre moderatamente umido. Per le irrigazioni utilizzate, se possibile, acqua piovana, in quanto quella dell’acquedotto è solitamente ricca di sali di calcio. Tale elemento fa infatti aumentare l’alcalinità del terreno e ostacola l’assorbimento del ferro da parte delle radici, con conseguente insorgenza di fenomeni di clorosi (ingiallimento) fogliare. Protezione dal caldo. Se avete qualche pianta coltivata in vaso, riparatela dalla calura posizionandola sotto la chioma di un albero o in altro luogo semiombreggiato, oppure seguite gli accorgimenti indicati nel riquadro in alto nella pagina. Le piante coltivate in piena terra, che quindi non si possono spostare, vanno riparate con stuoie, o materiale simile, installate su strutture realizzate a mo’ di tenda indiana. Moltiplicazione. In questo periodo potete riprodurre per talea semilegnosa 6 Piante acidoile. Nel caso coltiviate qualche pianta in vasi di plastica, evitate che i contenitori si surriscaldino ai raggi diretti del sole. Interrateli quindi sino al bordo (1) oppure ricopriteli con materiale isolante, tipo paglia (2). Per evitare inoltre un’eccessiva evaporazione di acqua dai vasi, sia interrati che no, predisponete alla base della pianta uno strato di pacciamatura di materiale naturale dello spessore di almeno 10 centimetri re ustioni alle foglie, i trattamenti fogliari vanno realizzati nelle ore serali. Durante il mese di luglio sono ancora in ioritura le ortensie. Se desiderate che le loro iniorescenze assumano una spiccata colorazione blu-viola, somministrate loro, oltre a un concime speciico per ortensie a metà della dose indicata in etichetta, anche un prodotto a base di solfato di alluminio (per esempio Azzurrante per ortensie della Scott o della Green Ravenna), elemento responsabile della colorazione desiderata dei iori. In assenza di alluminio nel terreno, le iniorescenze delle ortensie assumono colore rosa. Interventi itosanitari Nessun intervento itosanitario è necessario in questo bimestre. camelie, azalee e rododendri (per la modalità di esecuzione, vedi riquadro riportato a pag. 9). BULBOSE E TUBEROSE Altri lavori. Se non l’avete già fatto, predisponete sottochioma uno strato di pacciamatura dello spessore di circa 10-15 cm realizzato con corteccia di pino, foglie e cippato di legna in parti uguali, al ine di proteggere le radici dal caldo e anche di contenere l’evaporazione dell’acqua. Nel caso le piante siano interessate da fenomeni di clorosi, somministrate per 34 volte (distanziando di circa 2 settimane un intervento dall’altro) chelati di ferro, da distribuire sul terreno o tramite irrorazione fogliare a seconda del prodotto commerciale utilizzato, rispettando il dosaggio indicato in etichetta; per evita- In questo bimestre sono in iore specie come Lilium, gladiolo, canna da fiore, calla, begonia tuberosa e agapanto. Asportate con regolarità le corolle appassite (in modo che non sprechino preziose energie per produrre semi) e pulite periodicamente le aiole delle infestanti. Fra i lavori da effettuare includete anche il controllo dei tutori per le specie di grande sviluppo, come dalie e gladioli, nonché l’ispezione periodica di bulbi, tuberi e cormi a ioritura primaverile stoccati in magazzino in attesa della messa a dimora autunnale. Piante acidoile. Se desiderate che le iniorescenze delle ortensie assumano una spiccata colorazione blu-viola, somministrate loro un prodotto a base di solfato di alluminio (vedi testo) Lavori Irrigazione. Ogni 3-4 giorni irrigate con generosità, evitando di bagnare iori e foglie. Controllate che l’acqua penetri nel terreno in modo uniforme e in profondità: non devono crearsi ristagni, che potrebbero provocare il marciume di bulbi, tuberi, cormi e rizomi. Ricordate che le calle colorate, a differenza di quelle bianche che amano terreni costantemente umidi, hanno bisogno di un terreno più asciutto; quindi si procede all’irrigazione solo quando il suolo è secco in supericie. Concimazione Due volte al mese concimate aiole e bordure con un prodotto liquido speciico, da somministrare diluito in acqua secondo le dosi riportate in etichetta. Pacciamatura. Se coprite la base delle piante con uno stato di pacciamaSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Giardino tura dello spessore di circa 4-5 cm, realizzato con gusci di pigna o corteccia di conifere, avrete il doppio vantaggio di isolare gli organi sotterranei dagli sbalzi di temperatura e di permettere all’umidità di rimanere nel terreno più a lungo. La pacciamatura è vivamente consigliata per quei Lilium che producono radici avventizie lungo la porzione di fusto interrata (per esempio Lilium longiflorum, Lilium lancifolium, Lilium henryi e Lilium regale) ed è importante per le alstroemerie che, in caso di alte temperature e di terreno molto asciutto, ioriscono poco. Nuovi impianti. In questi mesi estivi è già possibile mettere a dimora alcune bulbose a fioritura autunnale come Sternbergia, Nerine, giglio di Sant’Antonio, Colchicum autumnale, Colchicum byzantinum, Colchicum speciosum e crochi autunnali. Tra questi ultimi, il Crocus sativus (zafferano) e il Crocus speciosus si adattano molto bene al giardino di campagna. Prediligono terreni moderatamente fertili e ben drenati; l’esposizione deve essere soleggiata o in mezz’ombra, riparata dai venti. Potete abbinarli a erbacee perenni di taglia piccola come Asparagus tenuifolius ed Euphorbia polychroma: in autunno il fogliame di queste piante ingiallisce e contribuisce a dare risalto ai iori azzurro-violetti dei crochi. Interventi itosanitari 1 Bulbose e tuberose. In questo bimestre sono in iore specie come Lilium, gladiolo, canna da iore, calla, begonia tuberosa e agapanto (1). Nel corso dell’estate potete già procedere alla messa a dimora di alcune specie a ioritura autunnale, come per esempio Colchicum autumnale (2) to e, se la siccità perdura, anche a quelli più vecchi; ripetete l’operazione una volta alla settimana, fornendo a ogni arbusto almeno una decina di litri d’acqua. Questo aiuterà le piante a mantenere le radici in profondità: così sopporteranno meglio sia l’estate che il freddo dell’inverno. A Parassiti delle bulbose e tuberose. Ruggine trasversale su foglie di gladiolo I gladioli sono soggetti a infezioni di ruggine trasversale (foto A). Si tratta di una malattia fungina che causa la comparsa di pustole fogliari rugginose, di forma allungata e disposte trasversalmente al lembo fogliare. Alla comparsa delle prime pustole rugginose irrorate la vegetazione con bitertanolo-44,7 (non classiicato), alla dose di 0,5 ml per litro d’acqua. ROSAI Lavori Durante il mese di luglio, più precisamente ino a quando la temperatura si mantiene elevata, i rosai trascorrono un periodo di riposo che può durare qualche settimana. Malgrado ciò non vanno dimenticati, ma opportunamente seguiti per farli riiorire. Irrigazione. Somministrate acqua sotto chioma a tutti i rosai di recente impianSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 2 Rosai. Asportate i iori appassiti dai rosai rifiorenti di recente impianto, per aiutarli a svilupparsi al meglio e per stimolare nuove ioriture Potatura verde. Buona parte dei rosai rallentano la ioritura durante i due mesi estivi più caldi. Continuate a eliminare le rose appassite, soprattutto dagli ibridi di Tea, e intervenite con leggere potature di riordino. Accorciate i nuovi rami che si fossero allungati troppo ed eliminate qualcuno di quelli cresciuti all’interno del rosaio, per permettere all’aria di circolare meglio e limitare l’insorgere di malattie fungine. Asportate i iori appassiti dai rosai rifiorenti di recente impianto, per aiutarli a ben svilupparsi e per stimolare nuove ioriture. Accorciate di un terzo i rami dei rosai rampicanti che si fossero troppo allungati e legateli parallelamente al terreno in previsione delle ioriture dell’anno prossimo; i rami ancora morbidi si adatteranno alla nuova posizione senza rompersi. Concimazione. Fintanto che la temperatura si mantiene elevata è meglio sospendere le concimazioni. Anche per i rosai che ioriscono ininterrottamente durante i mesi estivi, e che non sono stati concimati a giugno, si potrà intervenire solo verso la metà di agosto, spargendo un concime speciico per rosai (attenetevi alle dosi riportate sulla confezione). Moltiplicazione. Dalla metà di luglio a tutto agosto è il periodo migliore per procedere alla moltiplicazione dei 7 Giardino Come moltiplicare i rosai per talea, margotta e propaggine 1 2 3 4 La moltiplicazione per talea. 1-Tagliate una porzione di ramo di 15-20 cm recidendola, ad ambedue le estremità, sotto un nodo. 2-Asportate le foglioline terminali ed eliminate alla base le foglie che verrebbero interrate. 3-Prima di interrare le talee immergetene la base in un prodotto ormonale liquido o in polvere (per esempio Rigenal P della Cifo), che ne stimoli la radicazione. Affondatele poi in un vaso con un miscuglio costituito per un terzo di sabbia, un terzo di torba e un terzo di terra da giardino. In seguito innafiatele periodicamente in modo da tenere il miscuglio moderatamente umido. 4-Quando le radici sono formate (dopo 50-60 giorni) trasferite le piantine in singoli vasi di 12-14 cm di diametro. L’autunno successivo ponetele a dimora in piena terra 8 5 6 7 La moltiplicazione per margotta. 5-Scegliete un ramo giovane e praticate un’incisione nella corteccia lunga un paio di centimetri, subito sotto una gemma, come riportato nel disegno. 6-Sollevate il lembo tagliato e inserite uno stuzzicadenti perché rimanga aperto. 7-Avvolgete la parte con torba umida e chiudete in un foglio di plastica scura, da issare sopra e sotto con un legaccio. Mantenete sempre umida la torba, facendovi colare acqua dall’alto. 8-Una volta che le radici si sono sviluppate (dopo circa 60-70 giorni), tagliate il ramo sotto la margotta, liberate questa dal foglio di plastica, facendo attenzione a non danneggiare le piccole radici e mettetela a dimora nel luogo che avete scelto, lasciando la torba che l’avvolge rosai per talea, margotta e propaggine (vedi riquadro riportato qui a lato). Altri lavori. Mantenete sempre pulito il terreno attorno ai rosai, sarchiandolo in supericie e rinnovate la pacciamatura se necessario. Qualora si sviluppino dei selvatici sotto il punto d’innesto o dalle radici, eliminateli prontamente alla base. Controllate i legacci dei rosai rampicanti, soprattutto dopo forti temporali. Se la vostra assenza per le vacanze si protrae per oltre un mese, prima di partire asportate iori e boccioli dalle rose riiorenti. Al vostro rientro troverete una nuova generazione di boccioli che quanto prima si apriranno, dando origine a una ricca ioritura. Inoltre, se in vostra assenza i rosai hanno sofferto la siccità, al vostro rientro eliminate tutti i iori appassiti, rastrellate le foglie cadute e bruciatele (per evitare il diffondersi di malattie fungine), accorciate tutti i rami troppo vigorosi, eliminate quelli del tutto o quasi secchi (ridando forma al cespuglio) e irrigate abbondantemente (sempre sotto chioma). Dalla seconda metà di agosto, con l’arrivo delle prime piogge e la diminuzione della temperatura, i rosai riprenderanno a vegetare e a iorire. Rosai in vaso. Per le piante coltivate in contenitore, in caso di assenza prolungata, dovete predisporre un impianto d’irrigazione automatico (reperibile presso garden center ed empori agrari in kit facili da installare), poiché non sono in grado di sopportare un periodo di siccità. Coprite il terriccio con uno strato di pacciamatura dello spessore di circa 5 cm, realizzata con corteccia, foglie secche o altro materiale naturale, al ine di limitare l’evaporazione. Sospendete le concimazioni sino a metà agosto. Interventi itosanitari 9 10 11 La moltiplicazione per propaggine. 9-Piegate verso il basso un ramo lungo e diritto e interratene a circa 4-5 cm di profondità la porzione centrale. 10-Mantenetelo issato al terreno con un paio di forcelle in ferro (vedi frecce) e lasciate fuoriuscire dal terreno la parte terminale del ramo: il radicamento della parte interrata avverrà in un paio di mesi. 11-La primavera successiva staccate la propaggine dalla pianta madre, recidendola con un paio di forbici ben afilate qualche centimetro sotto terra, e trapiantatela in un’altra aiola 8 Le infezioni di mal bianco (vedi foto L pubblicata su «i Lavori» di marzoaprile, a pag. 10) su foglie, germogli e bottoni iorali possono essere contenute ricorrendo a 2-3 interventi settimanali con zolfo bagnabile-80 (bio, irritante o non classiicato), alla dose di 3 grammi per litro d’acqua, oppure bitertanolo44,7 (non classiicato), alla dose di 0,5 ml per litro d’acqua. Molto comuni, soprattutto sui rosai tappezzanti, sono le infezioni di ticchiolatura (foto B), che causano la comparsa SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Giardino Foto: Silvio Caltran troppa acqua piante tipicamente mediterranee quali cisto, ceanoto e lavanda. Sono adattate i nostri climi e in estate, al termine della ioritura, vanno in riposo, riducendo al minimo l’attività vegetativa per risparmiare acqua e sfuggire al caldo. Un’eventuale irrigazione continua impedisce l’entrata in riposo e le stressa, invecchiandole precocemente. Per questo motivo, tra l’altro, sono specie altamente raccomandate per tutti quei giardini dove in estate vi è scarsità d’acqua. B Parassiti dei rosai. Massiccia infezione di ticchiolatura su foglie di macchie nere di forma rotondeggiante, l’ingiallimento e la caduta delle foglie. Raccogliete e distruggete le prime foglie macchiate per ridurre la notevole massa di elementi infettanti del fungo e intervenite con bitertanolo-44,7 (non classiicato, alla dose di 0,5 ml per litro d’acqua). ARBUSTI E ALBERI Lavori Trattandosi del periodo più caldo dell’anno, in luglio e agosto molte specie di arbusti e alberi originari di climi tipicamente mediterranei osservano un periodo di riposo. Ve ne sono molte altre, invece, che possono soffrire in modo particolare per l’aridità tipica del bimestre: per queste il lavoro più importante di questo periodo è pertanto l’irrigazione, che deve essere eseguita a regola d’arte. Irrigazione. Effettuate interventi quotidiani, preferibilmente la notte o la mattina presto, se possibile senza bagnare le foglie. Come già raccomandato, tanto ai ini di una migliore eficacia quanto per un risparmio d’acqua, predisponete un impianto d’irrigazione a goccia. Controllate almeno una-due volte la settimana che gli ugelli degli irrigatori non siano ostruiti da terra, residui vegetali o da calcare. Seguite con particolare attenzione le piante messe a dimora di recente, in quanto non hanno ancora sviluppato apparati radicali tali da «attingere» acqua in profondità. Allo stesso modo vanno seguite attentamente tutte le specie caratterizzate da foglie espanse e sottili, come per esempio magnolie e Cornus da fiore, aceri giapponesi e clematidi. Cercate invece di non forzare con SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Protezione dal caldo. Provvedete a ombreggiare le specie più sensibili con teli, stuoie, cannicciati o riparandole, se in vaso, all’ombra degli alberi o sotto una veranda fresca. Proteggete dalle scottature i tronchi degli alberi di recente impianto caratterizzati da cortecce chiare e sottili, tipo quelle di pioppo bianco, betulla e acero avvolgendoli con iuta; le protezioni andranno poi rimosse a ine estate. La pacciamatura infine rappresenta un valido aiuto per limitare le perdite per evapotraspirazione e mantenere al fresco le radici più supericiali. Potature verdi. Eliminate da arbusti come buddleia, ibisco, Spiraea bumalda, lagerstroemia e oleandro le corolle man mano che sioriscono. Oltre a dare un aspetto ordinato alle piante, stimolerete l’emissione di nuovi iori. Anche la lavanda va ripulita dalle vecchie iniorescenze ormai siorite, asportando al contempo qualche centimetro di vegetazione. Se invece volete destinare le spighe all’essiccazione, raccoglietele a inizio-metà luglio, in piena ioritura, e ponetele a seccare in un luogo fresco e ventilato, all’ombra. Effettuate inine una potatura di contenimento per i rampicanti che si sono accresciuti in maniera disordinata, quali edera, glicine e vite canadese, accorciando i tralci quanto basta per dare ordine al rampicante e issandoli poi ai sostegni. Moltiplicazione. Da fine agosto ai primi di settembre è il momento ideale per moltiplicare per talea semilegnosa vari arbusti, quali fotinia, lauroceraso, cotoneastro, Berberis e forsizia (vedi riquadro in basso nella pagina). Altri lavori. Sospendete tutte le concimazioni e rompete la crosta supericiale del terreno con leggere erpicature o zappature, al ine di limitare l’evaporazione dell’acqua ed eliminare le piante infestanti. Interventi itosanitari Gli attacchi degli aidi Cinara cedri (vedi foto P pubblicata su «i Lavori» di marzo-aprile, a pag. 11) e Cinara cupressi (vedi foto Q pubblicata su «i Lavori» di marzo-aprile, a pag. 11) possono continuare per tutto il bimestre. Sono poi comunissime su ibisco le infestazioni dell’aide Aphis gossypii (foto C), il cui sviluppo è favorito dalle elevate temperature estive. Nei confronti dei suddetti aidi intervenite con imidaclo- a b c Arbusti e alberi: la moltiplicazione per talea semilegnosa degli arbusti (nella sequenza, fotinia). Prelevate a ine agosto-settembre dei rametti di un anno semilegnosi lunghi 20-25 cm, provvisti di almeno due nodi; eseguite il taglio appena sotto un nodo (a) con forbici ben afilate, quindi asportate le foglie più basse (b). Interrate le talee per circa 6-7 cm in singoli vasetti di 8-10 cm di diametro (c) riempiti con un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali. Collocate i vasetti all’ombra per favorire la radicazione (che avverrà dopo circa 50-60 giorni), mantenendo umido il terriccio. All’avvicinarsi della brutta stagione ricoverate i vasetti in un locale protetto, non riscaldato e luminoso. Nella primavera successiva rinvasate le piantine in vasi di 16-18 cm di diametro e portatele all’aperto, in un luogo parzialmente soleggiato. Mantenete il terriccio moderatamente umido per tutta la stagione estiva, sino al primo autunno, quando saranno pronte per essere messe a dimora. 9 Giardino C D E F G Parassiti di arbusti e alberi. Aphis gossypii, 15 mm (C), cocciniglia cerosa Ceroplastes japonicus, 3-4 mm (D), cocciniglia Aonidia lauri, 1 mm (E), chermococco, 7 mm (F), Pulvinaria loccifera, 3-3,5 mm (G) prid 17,1 (non classiicato, alla dose di 5 ml per 10 litri d’acqua), oppure con thiametoxam-25 (non classiicato, alla dose di 2 grammi per 10 litri d’acqua). A inizio luglio alloro e agrifoglio possono essere interessati dalle nascite delle neanidi della cocciniglia cerosa Ceroplastes japonicus (foto D). In caso, alla comparsa potete ricorrere a un intervento con olio bianco estivo (bio, non classiicato, alla dose di 100 ml per 10 litri d’acqua). Con olio bianco, impiegando le dosi sopra citate, potete altresì combattere le infestazioni della cocciniglia del lauro (Aonidia lauri, foto E), del chermococco (Kermes vermilio, foto F) che colpisce il leccio e della Pulvinaria loccifera (foto G) che infesta il pittosporo. TAPPETO ERBOSO Lavori Taglio. La rasatura del tappeto erboso va effettuata anche in questo bimestre, ma di norma si riduce il numero degli interventi in quanto si veriica un minore accrescimento dell’erba, almeno per quanto riguarda i tappeti erbosi costituiti da specie microterme (vedi «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 11). Per i tappeti erbosi costituiti da specie macroterme (vedi «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 11), che hanno il massimo accrescimento in presenza di temperature superiori ai 30 °C, la frequenza delle rasature si mantiene invece sostenuta, anche una volta alla settimana. Rispetto al precedente bimestre, alzate di un terzo l’altezza di taglio, in modo da proteggere dalla calura e dal sole la delicata zona del colletto delle piante. Nel caso vi assentaste per un lungo periodo e non abbiate modo di far tagliare l’erba, al vostro rientro procedete alla rasatura alzando in modo cospicuo l’altezza di taglio, all’incirca di 5-10 cm; 10 poi, nelle successive rasature, abbassate gradualmente l’altezza, sino a portarla al consueto livello. Concimazione. Sospendete qualsiasi tipo di somministrazione. Solo nel caso non abbiate eseguito la concimazione primaverile e il tappeto erboso manifesti ingiallimenti, distribuite un concime composto granulare (tipo Nitrophoska Gold della Compo, alla dose di 10 grammi per metro quadrato), la sera e facendo seguire una breve irrigazione per agevolare la penetrazione del prodotto. Irrigazione. In estate le alte temperature fanno aumentare le esigenze d’acqua del prato; occorre quindi irrigare copiosamente se non si vuole che l’erba ingiallisca. Come indicato ne «i Lavori» di maggio-giugno a pag. 11, ricordiamo che il momento più idoneo per irrigare è tra le 4 e le 6 del mattino, in quanto si riducono le perdite per evaporazione e si evita che l’erba subisca stress causati da sbalzi Tappeto erboso. Procedete con la rasatura, meno frequentemente nel caso si tratti di un prato realizzato con specie microterme (vedi testo) di temperatura. Inoltre, rimanendo bagnato per poco tempo, il prato non è soggetto all’attacco di malattie fungine, che invece trovano terreno fertile quando viene irrigato la sera, rimanendo bagnato sino al mattino successivo. Occorre pertanto irrigare, a seconda della latitudine e dell’andamento climatico, indicativamente ogni 4-5 giorni, somministrando all’incirca 30-35 litri d’acqua per metro quadrato. Interventi itosanitari Nessun intervento itosanitario è necessario in questo bimestre. PIANTE GRASSE Lavori All’inizio dell’estate la maggior parte delle piante grasse è in piena vegetazione e, soprattutto, in piena ioritura. Seguitele con periodiche irrigazioni e concimazioni, al ine di godere appieno della loro bellezza. Abbiate cura di verificare che nel luogo in cui le avete posizionate non vi siano ristagni d’aria umida, responsabile, insieme alle temperature elevate, della diffusione di malattie fungine. Irrigazione. In questo periodo le irrigazioni vanno intensiicate, soprattutto nel caso di piante tenute in posizioni assolate e ben ventilate. Non eccedete mai con le quantità d’acqua, e comunque irrigate solo dopo avere veriicato che non solo lo strato più supericiale del terriccio ma tutto il pane di terra sia perfettamente asciutto, operando preferibilmente di sera. A partire all’incirca dalla seconda metà di luglio, quando la temperatura notturna supera i 20 °C, quasi tutte le piante grasse entrano in una fase di stasi vegetativa (estivazione). Sospendete pertanto le irrigazioni, per non rischiare SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 che si producano marciumi; di tanto in tanto sono comunque opportune nebulizzazioni con acqua possibilmente piovana (o demineralizzata, tipo quella che si usa per i ferri da stiro), da effettuare al mattino presto o la sera. Dopo la metà di agosto le piante riprendono a vegetare, anche se con un ritmo più lento: ricominciate allora a irrigare, ogni 5-6 giorni. Quanto detto non vale per i generi originari delle foreste asiatiche, come Hoya e Dischidia, e americane, come Epiphyllum, che gradiscono terriccio costantemente umido tutto l’anno, e per piante provenienti da regioni molto piovose, come i Melocactus (originari del Brasile), che vanno tenuti ben irrigati anche durante i mesi caldi. Vi sono poi specie, come Testudinara elephantipes, che entrano invece in riposo vegetativo ino all’autunno, lasciando seccare le foglie. Limitatevi a irrigarle una volta al mese, per impedire che l’apparato radicale subisca danni, e posizionatele preferibilmente, già da ine giugno, in posizioni ombreggiate ma ben ventilate. Concimazione. Continuare a concimare le piante in piena vegetazione con prodotti in polvere solubili in acqua (titolo NPK 10-20-30), da somministrare ogni 15 giorni ino a metà luglio. Sospendete qualsiasi concimazione nel caso abbiate esemplari in stasi vegetativa (riprenderete a concimarle a inizio settembre). Interventi itosanitari Nessun intervento itosanitario è necessario in questo bimestre. Foto:Vanda Del Valli Giardino Piante grasse. I Melocactus (nella foto, Melocactus azureus) vanno irrigati costantemente durante tutta l’estate PIANTE D’APPARTAMENTO Lavori L’estate può mettere a dura prova le piante d’appartamento. Tra i lavori più importanti a cui provvedere vi è l’irrigazione. Anche le concimazioni vanno però effettuate con costanza, al ine di fornire alle piante in modo continuativo i nutrienti necessari alla crescita. Irrigazione. Non fate mai mancare acqua alle piante. Mantenete il terriccio dei vasi sempre moderatamente umido, soprattutto per specie come felci e marante. Le sansevierie, invece, vanno irrigate solo quando il terriccio si asciuga, in quanto una costante umidità a livello delle radici può a lungo andare provocare dannosi marciumi. I ficus, c a d b Piante d’appartamento: la moltiplicazione del papiro. Tagliate una foglia sana e vigorosa con almeno 10 cm di gambo (a). Accorciate della metà tutte le foglioline (b). Ponete la foglia a testa in giù in un vasetto di vetro con 4-5 dita d’acqua (c) e tenete il vasetto in una posizione luminosa: nel giro di pochi giorni spunteranno, a livello dell’inserzione delle foglie sul gambo, delle minuscole radichette. Lasciate passare circa 3 settimane, in modo che si formi un certo numero di radici. A questo punto procedete, come per un normale rinvaso, interrando per 3-4 centimetri, a testa in giù, la foglia radicata (d) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 inine, possono sopportare anche qualche giorno di siccità, in quanto hanno fogliame coriaceo, che impedisce l’evapotraspirazione dell’acqua. Un paio di volte la settimana sottoponete le piante (soprattutto a quelle con fogliame lucido) a una doccia, al ine di rimuovere l’eventuale pulviscolo depositatosi sulle foglie e anche per rinfrescarle. Eseguite questo lavoro la mattina presto o la sera, quando non c’è il sole, i cui raggi potrebbero, per effetto lente, ustionare la chioma. In ogni caso utilizzate preferibilmente acqua piovana; in caso contrario lasciate riposare l’acqua del rubinetto nell’innafiatoio per una notte, così che il cloro presente evapori e che l’eventuale calcio si depositi sul fondo. Concimazione. Concimate impiegando prodotti speciici per piante d’appartamento (per esempio con NPK 815-20), attenendovi sempre alle dosi indicate in etichetta. Moltiplicazione. Questo è uno dei momenti migliori dell’anno per moltiplicare piante come Begonia rex (vedi «i Lavori» di luglio-agosto 2011, a pag. 13) e papiro (vedi riquadro in basso a sinistra). Interventi itosanitari Le presenze delle cocciniglie farinose Planococcus citri (vedi foto D pubblicata su «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 13) e Pseudococcus longispinus (vedi foto E pubblicata su «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 13) possono essere eliminate asportandole con un batuffolo di cotone imbevuto d’acqua saponata (20 grammi di scaglie di sapone di Marsiglia disciolte in un litro d’acqua). A cura di: Valentina Povero e Tullio Destefano - Vivaio L’erbaio della Gorra (Lavori: Piante annuali e Piante erbacee perenni); Andrea Corneo - Società italiana della Camelia (Lavori: Piante acidoile); Francesca Trabella (Lavori: Bulbose e tuberose); Anna Furlani Pedoja (Lavori: Rosai); Francesca Moscatelli (Lavori: Arbusti e alberi); Virgilio Piatti - Fondazione Minoprio (Lavori: Tappeto erboso); Vanda Del Valli (Lavori: Piante grasse); Danilo Bitetti (Lavori: Piante d’appartamento); Aldo Pollini (Interventi itosanitari: Piante annuali - Piante erbacee perenni - Piante acidoile - Bulbose e tuberose - Rosai - Arbusti e alberi - Tappeto erboso - Piante grasse Piante d’appartamento). 11 Orto Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) ORTAGGI Lavori Luglio e agosto sono mesi di attività molto intensa nell’orto. Uno dei lavori più impegnativi è l’irrigazione, perché in genere in questo periodo le piogge possono essere scar- se e/o mal distribuite. Irrigate quindi con regolarità, in modo che le piante non soffrano la siccità e non si alternino periodi in cui il terreno sia prima troppo asciutto e poi eccessivamente bagnato. Non eccedete con gli apporti altrimenti si potrebbero veriicare seri inconvenienti come aumento delle malattie fungine, spaccatura dei frutti, prodotti di qualità poco soddisfacente. Come irrigare gli ortaggi A-Irrigazione per scorrimento-iniltrazione laterale dentro solchi 1 2 B-Irrigazione per mezzo di manichette forate 3 4 L’irrigazione è uno dei lavori più importanti di questo bimestre, tanto che a volte deve essere eseguito quotidianamente. Come regola generale irrigate con regolarità, in modo che le piante non soffrano la siccità, senza mai eccedere però con le quantità d’acqua. Di seguito vi illustriamo i due metodi più razionali da adottare. A-Irrigazione per scorrimento-iniltrazione laterale dentro solchi. Per attuare questo tipo di irrigazione, occorre predisporre tra le ile degli ortaggi solchi profondi circa 10-15 cm in cui far scorrere l’acqua (1), oppure sistemare il terreno ad aiole sopraelevate di circa 10-20 cm prima di effettuare la semina o il trapianto. Questo metodo si può adottare anche per ortaggi da foglia (lattughe, cicorie da taglio, ecc.), predisponendo piccoli solchi tra le ile delle piante in cui far arrivare l’acqua, in piccole quantità, per mezzo di un tubo di plastica (2). B-Irrigazione per mezzo di manichette forate. Le manichette forate in materiale plastico rappresentano un modo particolarmente razionale per irrigare la maggior parte degli ortaggi. Oggi sono disponibili molti tipi di manichette forate o similari (porose, con gocciolatoi, ecc.). Una volta predisposte, irrigare diventa poco impegnativo. In genere sono necessari interventi limitati come quantità d’acqua, ma ripetuti. Per mezzo delle manichette forate – che è possibile collocare sia a livello del terreno (3) che sotto la pacciamatura (4) – si può ottenere un rilevante risparmio d’acqua. 12 Ecco quindi la necessità di irrigare con moderazione intervenendo più volte con limitate quantità d’acqua. Il terreno deve assorbire bene l’acqua; bisogna quindi evitare che questa scorra in supericie e che si formino ristagni nelle aiole. Adottando la pacciamatura e le manichette per l’irrigazione si ottengono nello stesso tempo diversi risultati: si risparmia acqua, la quale viene distribuita con maggiore regolarità; si evita di bagnare la parte aerea della pianta (foglie, iori, frutti) impedendo o limitando lo sviluppo di malattie fungine; si raccolgono ortaggi puliti perché non sono a diretto contatto con il terreno. Evitate comunque di intervenire nelle ore più calde della giornata e irrigate per scorrimento-iniltrazione laterale dentro solchi o a mezzo di manichette forate (vedi riquadro qui a lato). Tali sistemi riducono o eliminano la possibilità che si veriichino scottature sulla parte aerea della pianta (foglie, iori, frutti) perché, di solito, questa non viene bagnata. Un modo indiretto per risparmiare acqua è quello di eliminare le piante infestanti il più presto possibile dato che sottraggono, almeno in parte, quella destinata alle colture; effettuate perciò con tempestività i lavori di diserbo e adottate la pacciamatura in tutte le colture in cui è possibile. Diverse colture autunnoinvernali – come indivia riccia, scarola, lattuga a cappuccio, radicchio da cespo (soprattutto chioggiotto), e volendo anche i cavoli – beneiciano della pacciamatura, specialmente se realizzata con teli plastici scuri o con paglia. È da ricordare che sono disponibili, anche in piccole quantità, teli di materiale plastico derivati da amido di mais che risultano completamente degradabili nel terreno; la loro durata va da 1 a 3-4, anche ino a 6 mesi, a seconda dello spessore. Inoltre, sempre per pacciamare le aiole, esistono in commercio anche appositi fogli di carta degradabile nel terreno. Nelle località molto soleggiate, al momento della scelta delle varietà da coltivare, se possibile, adottate quelle con fogliame che protegge dai raggi troppo intensi i frutti o le altre parti che interessano il consumo (ciò vale in particolare per peperone e cavoliore); queste varietà sono di regola segnalate nei cataloghi delle ditte produttrici. Sempre in zone con elevata luminosità è consigliabile riparare i seminati nelle prime fasi di coltivazione con stuoie, arelle o reti ombreggianti, da collocare direttamente sulle aiole tenendole sollevate dal terreno circa 30 cm, a mezSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Orto zo di una semplice struttura costituita da assicelle di legno. Se producete piantine con pane di terra impiegate gli stessi archetti che servono per sorreggere i teli plastici dei tunnel, sostituendo i teli con rete ombreggiante, sotto la quale vanno collocati i contenitori alveolati. Questi ripari vanno tolti in seguito con gradualità, per non provocare ustioni alle piantine. Controllate di continuo, e se necessario rinforzate, i sostegni di tutti quegli ortaggi che ne hanno bisogno (fagioli e fagiolini rampicanti, cetrioli, pomodori, ecc.), specialmente quando la vegetazione si sposta verso la parte alta dei tutori e aumenta il pericolo che il vento li rovesci o li spezzi. Oltre a ciò, continuate a legare ai sostegni i vari ortaggi anche quando la vegetazione tende a rallentare (agosto). In luglio e agosto procedete inoltre alla semina e/o al trapianto di molti ortaggi che raccoglierete nell’autunno-inverno. Per i trapianti adoperate, se possibile, piante con pane di terra. Non ritardate la messa a dimora di queste colture (per esempio dei cavoli) altrimenti, specialmente le varietà tardive, non riuscirebbero a completare il proprio sviluppo prima del sopraggiungere dell’inverno (Pianura Padana e zone fredde del Centro-Sud). Quando poi nella seconda metà di agosto cominciano in genere, almeno in Pianura Padana, a diminuire le temperature, potete iniziare la semina di ortaggi come lattuga e cicoria da taglio, ravanello, rucola, spinacio e, volendo, pure valerianella. Da ultimo, in questi due mesi si eseguono abbondanti raccolti e la gamma degli ortaggi che l’orto può fornire è veramente ampia. Dedicate quindi parte del tempo disponibile alla trasformazione per esempio di pomodori, peperoni, melanzane, meloni ecc. A tal proposito si veda l’articolo pubblicato a pag. 65 di questo numero di Vita in Campagna. Ortaggi sotto tunnel. Se avete protezioni di dimensioni medio-grandi, in luglio (o anche prima nei climi più caldi rispetto a quello della Pianura Padana) arrotolate i teli sul colmo dei tunnel e avvolgeteli con i materiali plastici neri che si impiegano per la pacciamatura. Questo per evitare che i teli si alterino a causa dell’elevata luminosità e dell’intenso calore che si veriicano in piena estate. Invece, qualora lasciate montati i teli, non chiudete mai le aperture neppure di notte e togliete le testate in modo che vi sia il miglior arieggiamento possibile. Seguite in maniera costante le colture in atto, specialmente con le irrigazioni e le concimazioni in copertura. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Tenete sempre ben sorrette le piante issandole ai tutori ino al termine della produzione. Poi, via via che le colture (di fagiolini, zucchini, meloni, ecc.) terminano il loro ciclo produttivo, iniziate la preparazione del terreno per la semina degli ortaggi autunno-invernali, per esempio lattuga da taglio, cicoria da taglio e da cogliere, valerianella, ravanello. Concimazione. Procedete somministrando ripetutamente limitate quantità di concime Concimazione. Concimate con limitati e ripetuti interventi in copertura soprattutto quegli ortaggi che producono per lungo tempo (per esempio pomodori, peperoni, melanzane, zucchini, ecc.). Le semine di luglio e agosto in piena aria (in Pianura Padana, per le altre zone d’Italia si veda la cartina a pag. 14) Durata Quantità Periodo Ortaggio di seme della coltura giorni [1] g/m2 Mese di luglio Bietola da orto Prima Cavolo cappuccio autunno-invernale precoce metà del mese Fagiolino nano Seconda metà del mese Tutto il mese Finocchio precoce Radicchio Chioggiotto tardivo Radicchio Trevigiano precoce Radicchio Trevigiano tardivo Zucchino 1,5 [2] 7-10 0,5-1,0 [2] [2] [2] [2] 70-110 100-120 65-85 90-100 150-180 110-130 180-200 60-70 (90) Finocchio (raccolta autunnale) 0,5-1,0 100-120 Bietola da coste Cicoria catalogna Cicoria «Pan di zucchero» Indivia riccia Lattuga a cappuccio e romana estivo-autunnali Porro (semenzaio) Prezzemolo Radicchio di Castelfranco Radicchio di Verona precoce Scarola 1,5 [2] [2] [2] [2] 60-80 (210) 110-130 (210) 150-180 90-110 70-100 2,5-3,5 2,5-3,5 [2] [2] [2] 150-240 70-110 (210) 150-180 150-210 110-140 [2] 0,5-1,0 [2] 100-130 (210) 100-120 150-210 Mese di agosto Cicoria catalogna Prima Finocchio (raccolta autunnale) metà del mese Radicchio di Verona tardivo Cicoria da taglio Seconda Cipolla bianca (semenzaio) metà del mese Lattuga da taglio Tutto il mese Ravanello Rucola Spinacio Valerianella 6-8 60-80 (150) 3,5-5,0 120-210 (240) 6-10 50-80 1,5-2,5 25-40 (70) 0,5-1,0 40-70 (90) 2-4 70-90 (180-210) 1,0-1,5 70-90 (150) Prezzemolo 2,5-3,5 70-110 (210) [1] I dati tra parentesi riguardano specialmente le colture che si attuano in condizioni non ottimali o che devono trascorrere nel terreno la stagione autunno-invernale. [2] Semina in contenitore. 13 Orto Le fasce climatiche del nostro Paese In questi casi può risultare molto utile l’impiego di concimi che cedono lentamente al terreno i loro elementi fertilizzanti e che quindi le piante assorbono gradualmente (per esempio NPK Original Gold, Bayfolan Multi Orti). Ugualmente con molta moderazione concimate gli ortaggi in via di sviluppo (cavoli, porri, ecc.), in modo che vegetino attivamente e raggiungano la crescita completa prima dei freddi. Se non desiderate utilizzare fertilizzanti minerali, potete impiegare, anche nelle somministrazioni in copertura, gli appositi concimi che, per la natura dei materiali da cui provengono (per esempio guano), spesso sono ammessi nelle colture organiche (biologiche). Dopo aver distribuito i concimi, interrateli a mezzo di una leggera zappatura o eseguite un’irrigazione. Aglio. Procedete alla raccolta entro metà luglio. Fate asciugare e pulite con cura i bulbi prima di immagazzinarli. Anguria (cocomero). Tenete pulite le aiole. Concimate in copertura (limitatamente alle coltivazioni più tardive). Irrigate senza eccedere ino al completo ingrossamento del frutto, ma non oltre. In luglio spuntate eventualmente il fusto e le sue diramazioni (ma non è un lavoro obbligatorio), al ine di contenere la vegetazione. Procedete alla raccolta, all’inizio del mese di luglio, ancora in coltura protetta di varietà precoci e poi a pieno campo. Asparago. Asportate le piante infestanti. Concimate in copertura. Se necessario irrigate. Bietola da coste e da taglio. Seminate per tutto luglio allo scopo di effet- 14 (Turin Garden - Vietti) Ne «i Lavori» e nei calendari che in genere vengono pubblicati su Vita in Campagna ci si riferisce al clima della Pianura Padana (0). Orientativamente i lettori delle zone a clima più mite devono anticipare in invernoprimavera e spesso posticipare a ine estate-autunno le pratiche colturali sino a 25-30 giorni. In ogni caso queste indicazioni vanno prese in modo molto elastico. Per esempio, per quanto riguarda il finocchio in Pianura Padana è opportuno con le semine non andare oltre gli ultimi di luglioprimi di agosto, mentre in Meridione si può seminare ino a settembre, specialmente nelle località più miti tuare raccolte tardive o, solo per la bietola da coste, nella primavera successiva. Diradate le piante nate da precedenti semine, pulite le aiole, irrigate e concimate in copertura con molta moderazione ino a un mese prima della raccolta. Bietola da orto. Seminate ino a circa metà luglio varietà precoci, come per esempio Piatta d’Egitto, per ottenere raccolte tardive. Diradate le piante nate da precedenti semine, pulite le aiole, irrigate e concimate in copertura con molta moderazione ino a un mese prima della raccolta. Carciofo. Per le alte temperature dei mesi estivi la produzione di carcioi si ferma in tutte le carciofaie, a prescindere dalla varietà. Le pratiche colturali da eseguirsi in questo periodo si diversiicano per varietà (precoci o tardive). Nei primi giorni di luglio le piante delle varietà tardive come il carciofo di Roma o «Romanesco» presentano capolini in iore (sono i capolini di corona che non so- 1 no stati raccolti); con il passare dei giorni, le piante perdono turgore, le foglie diventano gialle, ino al completo disseccamento. Quando le piante sono secche, si può effettuare la pratica della dicioccatura, che consiste nel recidere gli steli che hanno prodotto i capolini. Tale operazione nelle piccole carciofaie si effettua con la zappa, recidendo il fusto delle piante a livello del terreno o poco sotto. A partire dalla metà di luglio potete riprendere le irrigazioni delle carciofaie delle varietà precoci (tipo la «Catanese»), al ine di risvegliare la vegetazione. I sistemi d’irrigazione più indicati per una piccola carciofaia sono quelli per scorrimento-iniltrazione laterale dentro solchi o tramite manichetta forata. Quest’ultimo sistema consente un risparmio d’acqua e una sua migliore distribuzione, un ridotto dilavamento dei nutrienti somministrati attraverso le concimazioni e un minore sviluppo delle piante infestanti. Inoltre, la distribuzione localizzata dell’acqua consente di ridurre considerevolmente l’insorgenza di infezioni di malattie fungine (in particolare oidio), che si manifestano spesso nel periodo estivo-autunnale. Una volta ripresa l’attività vegetativa, per avere un esito produttivo soddisfacente, è anche necessario concimare la carciofaia a partire dai primi giorni di agosto, somministrando per pianta le seguenti quantità di concime: 4050 grammi di perfosfato minerale-19, 20 grammi di solfato di potassio-50 e 5 grammi di nitrato di sodio-16 o di nitrato di calcio-15. Nella prima decade di agosto è inoltre opportuno eseguire una sarchiatura supericiale (per non arrecare danni alle radici più supericiali delle piante) per tenere sotto controllo le erbe infestanti. Impianto di una nuova carciofaia. Prima del risveglio della carciofaia, tra 2 1-Anguria (cocomero). Raccogliete, recidendo il peduncolo con un coltello ben afilato o impiegando forbici da potatura. 2-Bietola da orto. Seminate ino a circa metà luglio varietà precoci, come per esempio Piatta d’Egitto (nella foto) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Orto la ine di luglio e l’inizio di agosto, durante la fase di riposo vegetativo è possibile prelevare dalle piante contrassegnate nei mesi precedenti (vedi «i Lavori» di maggio-giugno a pag. 19 e 20) gli ovoli (gemme dormienti che si formano sulla base del fusto interrato, che se lasciati sulla pianta evolvono in carducci) per realizzare una nuova carciofaia. Gli ovoli si staccano dalla parte sotterranea rizomatosa utilizzando un coltello molto tagliente. Tra tutti si devono scegliere quelli di maggiori dimensioni posti verso la base del rizoma perché, essendosi differenziati per primi, sono in grado di dare origine a piante più produttive e precoci. Dopo il prelievo, gli ovoli vanno fatti germogliare in un ambiente caldo umido, stratiicati con paglia da tenere bagnata per 4-5 giorni; dopo circa una settimana saranno pronti per la messa a dimora. Cardo. A inizio luglio effettuate eventualmente gli ultimi trapianti, se possibile con piante munite di pane di terra. In seguito pulite le aiole, concimate in copertura e irrigate. Carota. In luglio ultimate il diradamento delle colture seminate in giugno. Concimate in copertura con moderazione, irrigate e raccogliete. Tenete costantemente libere le aiole dalle infestanti. Catalogna. Seminate e/o trapiantata piantine con pane di terra. Cavolo broccolo. In luglio (al massimo fino ai primi di agosto) trapiantate le piantine ottenute dalle semine di giugno via via che si rendono disponibili. Dopo la messa a dimora seguite le piante con limitate e ripetute irrigazioni. Nelle colture in vegetazione pulite le aiole, concimate in copertura senza eccedere e irrigate. Cavolo cappuccio. Fino ai primi di luglio seminate le varietà autunnoinvernali a ciclo precoce e, dai primi di luglio, trapiantate le varietà autunno-invernali tardive. Dopo la messa a dimora seguite le piante con limitate e ripetute irrigazioni. Nelle colture in vegetazione pulite le aiole, concimate in copertura senza eccedere e irrigate. Procedete alla raccolta delle varietà estive. Cavolfiore. In luglio (al massimo ino ai primi di agosto) trapiantate le piantine ottenute dalle semine di giugno via via che si rendono disponibili. Dopo la messa a dimora seguite le piante con limitate e ripetute irrigazioni. Nelle colture in vegetazione pulite le aiole, concimate in copertura senza eccedere e irrigate. Cavolo verza. Dai primi di luglio iniziate la messa a dimora delle varietà autunno-invernali, non oltrepassando i primi di agosto. Ricordate che in PianuSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Cavolo cappuccio. Procedete alla raccolta delle varietà estive ra Padana, per ottenere un prodotto abbondante e di elevata qualità, è consigliabile effettuare la messa a dimora ino a metà luglio, soprattutto se scegliete varietà tardive invernali. Dopo la messa a dimora seguite le piante con limitate e ripetute irrigazioni. Si veda anche l’articolo pubblicato a pag. 21 su questo numero di Vita in Campagna. Nelle colture in vegetazione pulite le aiole, concimate in copertura senza eccedere e irrigate. Cavolino di Bruxelles. In luglio (al massimo ino a metà mese) trapiantate piantine con pane di terra di varietà tardive. Dopo la messa a dimora se- I trapianti di luglio e agosto in piena aria (in Pianura Padana, per le altre zone d’Italia si veda la cartina a pag. 14) Periodo Mese di luglio Prima metà del mese Seconda metà del mese Tutto il mese Ortaggio Distanze d’impianto (cm) tra le file sulla fila Cavoliore Cavolo broccolo Cavolo cappuccio autunno-invernale (varietà tardive) Cavolo di Bruxelles Cavolo verza Sedano 60-80 50-70 50-60 40-50 50-70 60-70 60-80 40-60 40-50 40-50 50-60 30-40 Finocchio Radicchio Chioggiotto precoce 50-70 30-40 20 25-40 Indivia riccia Lattuga a cappuccio e romana estive Porro Scarola 30-35 30-35 40-80 40-60 30-35 25-30 10-15 30-40 60-80 50-70 50-60 40-50 50-70 60-70 60-80 50-70 30-40 30-40 40-50 40-50 50-60 20 25-30 25-30 50-70 30-40 30-50 20-30 30-50 30-40 30-35 30 40-80 25-30 30-40 30-35 30 10-15 30-40 30-40 30-40 40-60 25-40 30-40 25-30 30-40 Mese di agosto Cavoliore Prima metà Cavolo broccolo del mese Cavolo cappuccio autunno-invernale (tardivo) Cavolo di Bruxelles Cavolo verza Finocchio Radicchio di Treviso precoce Radicchio di Verona precoce Seconda metà del mese Cavolo cappuccio autunno-invernale (precoce) Radicchio di Verona tardivo Tutto il mese Cicoria catalogna Cicoria «Pan di zucchero» Indivia riccia Lattuga a cappuccio estivo-autunnale Porro Radicchio Chioggiotto medio-precoce e tardivo Radicchio di Castelfranco Radicchio di Treviso tardivo Scarola [1] trapianti effettuati solo con piantine munite di pane di terra. 15 Orto Progetto di coltivazione di un orto familiare di circa 100 m2 a cura di Alberto Locatelli Vi proponiamo il progetto di coltivazione di un orto familiare di circa 100 m2, adatto alle esigenze di una famiglia di quattro persone. Ogni bimestre aggiorneremo il progetto indicando in quale fase si trovano le colture considerate. L’orto è formato da 10 aiole e la situazione di riferimento è la Pianura Padana; per le altre zone d’Italia si veda la cartina geograica riportata a pag. 14 Per le possibili alternative consultate le tabelle delle semine e dei trapianti nonché i testi delle singole colture. E N Come si presenta l’orto a fine luglio S Come si presenta l’orto a fine agosto O 1 Bietola da coste e da orto 1 Spinacio Bietola da coste e da orto 2 Melanzana Cavolo verza e cavolo cappuccio 2 Melanzana Cavolo verza e cavolo cappuccio 3 Carota 3 Carota Fragola 5 Aromatiche Sedano e prezzemolo Indivia riccia Cetriolo e cetriolino Cicoria da taglio e catalogna 7 Zucchino Cavoliore 8 e cavolo broccolo Scarola m 0,20 9 Pomodoro 10 Pomodoro 5 m 1,00 6 Porro Fragola 4 Fagiolo e fagiolino nano Aromatiche m 11,80 4 Fagiolo e fagiolino nano Sedano e prezzemolo Cetriolo e cetriolino 6 Porro Cicoria da taglio e catalogna 7 Radicchio da cespo Zucchino Cavoliore 8 e cavolo broccolo Scarola Indivia riccia 9 Pomodoro Peperone Peperoncino 10 Pomodoro m 8,00 Peperone Peperoncino m 8,00 Stadio prevalente della coltura. = semina; = trapianto; = in fase di raccolta; = ortaggio in coltura protetta; = aiola libera in attesa di coltivazione. I disegni a colori rappresentano i singoli ortaggi in fase di coltivazione guite le piante con limitate e ripetute irrigazioni. Nelle colture in vegetazione pulite le aiole, concimate in copertura senza eccedere e irrigate. Cetriolo e cetriolino. Tenete pulite le aiole, concimate in copertura e ir- 16 rigate. Per il cetriolo potete continuare le concimazioni in copertura per buona parte del ciclo produttivo. Procedete alla raccolta, all’inizio del mese di luglio ancora in coltura protetta e poi in pieno campo. Cicoria. Seminate per tutto luglio la cicoria «Pan di zucchero», che andrà poi trapiantata in agosto. Dalla metà di agosto iniziate la semina delle cicorie da taglio. Nei seminati mantenete fresco il terreno intervenendo più volte con limitate quantità d’acqua. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Orto Nelle colture in atto pulite le aiole e irrigate ripetutamente, ma senza eccedere con gli apporti idrici. Raccogliete le cicorie da taglio. Cipolla bianca. Entro agosto effettuate le ultime raccolte di cipolla bianca (trapianti tardivi e/o semine primaverili di varietà a giorno lungo, cioè adatte al periodo estivo, per esempio la Agostana). Fate asciugare e pulite con cura i bulbi prima di immagazzinarli. Dalla seconda metà di agosto iniziate la semina in semenzaio di varietà di cipolla bianca che raccoglierete in maggio-giugno. Cipolla colorata. Da metà luglio circa procedete alla raccolta iniziando, in genere, dalle aiole dove erano stati piantati i piccoli bulbi. Fate asciugare e pulite con cura le cipolle prima di immagazzinarle. Cipolline. Da metà luglio circa procedete alla raccolta. Fate asciugare e pulite con cura i bulbi prima di immagazzinarli. Fagiolo. Pulite le aiole, irrigate e raccogliete. Se avete seminato varietà rampicanti, controllate la stabilità dei sostegni. Entro metà luglio ultimate le semine del fagiolo dall’occhio nano. Fagiolino. Se volete seminare varietà nane non andate oltre la metà di luglio, così da essere sicuri di completare le raccolte entro la ine dell’estate o le prime settimane dell’autunno. Pulite le aiole, irrigate e raccogliete. Finocchio. A ine giugno-primi di luglio potete iniziare la semina delle varietà precoci (come per esempio Carmo, Chiarino). A ine luglio-primi di agosto seminate le varietà autunnali (tipo Latina e Nevo, e Cristal solo per le regioni meridionali e le isole). Curate le irrigazioni nella fase della germinazione e nei primi stadi di crescita delle piantine con somministrazioni d’acqua limitate, ma ripetute. In seguito diradate non appena le dimensioni delle piante lo consentono. Potete però iniziare la coltivazione eseguendo il trapianto di piantine con pane di terra. Tenete pulite le aiole dalle piante infestanti, concimate moderatamente in copertura (quando le piante sono sicuramente attecchite, nel caso di trapianto) e irrigate di frequente senza eccedere nelle quantità d’acqua impiegate, ma senza far mai soffrire la siccità alle piante. Fragola. Durante tutto il bimestre potete mettere a dimora nuove piantine (produzione principale nella primavera che segue la piantagione). È consigliabile che prima dell’impianto copriate le aiole con teli scuri, cioè che mettiate in atto SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 1 2 1-Finocchio. Per tutto luglio e ino alla metà di agosto procedete alla messa a dimora di piantine, meglio se provviste di pane di terra. 2-Fagiolino. Procedete alla raccolta: per rendere più facile l’operazione, incidete il peduncolo del baccello con l’unghia del pollice la pacciamatura. Quando eseguite l’impianto non interrate eccessivamente le piante a radice nuda: il «colletto» (punto in cui le radici si inseriscono sul «fusticino» della piantina) deve trovarsi a livello del suolo. Le distanze medie d’impianto variano a seconda della tecnica di coltivazione e delle varietà adottate. Distanze largamente indicative sono di 70-80 cm tra le ile e 2030 cm sulla ila. Prima dei nuovi impianti, essendo la fragola una pianta piuttosto esigente, spargete 4-6 kg per metro quadrato di letame molto maturo oppure, sempre per metro quadrato 4-5 kg di compost maturo, 30-35 grammi di solfato ammonico20, 25 grammi di perfosfato-19 e, se necessario, 25-35 grammi di solfato di potassio-50. Irrigate le piante appena messe a dimora con limitate quantità d’acqua, ma con ripetute somministrazioni nelle ore più fresche della giornata. Se coltivate varietà riiorenti, irriga- Lattuga a cappuccio. Raccogliete questo ortaggio quando i cespi hanno raggiunto le dimensioni tipiche della varietà di appartenenza te e concimate in copertura come speciicato ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 21. Proseguite la raccolta staccando i frutti non appena giungono a maturazione altrimenti, a causa delle alte temperature, diverranno molli in breve tempo. Indivia riccia. Seminate per tutto luglio e trapiantate sia in luglio che in agosto; pur essendo possibile la semina diretta, è consigliabile utilizzare piantine con pane di terra. Ottimi risultati si ottengono ricorrendo alla pacciamatura con teli plastici scuri, specialmente nelle colture più tardive. Ponete in bianco le varietà che lo richiedono legando le piante con un elastico o con altro tipo di legaccio. Raccogliete, senza attendere, quando la parte interna (cuore) delle piante è bianca e tenera. Lattuga a cappuccio. Entro luglio seminate le varietà estive ed estivo-autunnali, ma tenete presente che con temperature elevate (già con valori sopra i 20 °C) la germinazione può diventare dificile. Trapiantate quando le piantine hanno 4-5 foglie (in agosto le varietà estivo-autunnali). Pulite le colture, irrigate e raccogliete (varietà estive). Lattuga da taglio. A partire dalla seconda metà di agosto potete, in genere, iniziare le semine. Melanzana. Pulite le aiole, concimate in copertura (anche con un concime a lenta cessione) e irrigate preferibilmente per scorrimento-iniltrazione laterale dentro solchi. Tenete sempre ben legate ai sostegni le piante man mano che crescono. Procedete alla raccolta. Per lo stacco dei frutti aiutatevi con delle forbici e dei guanti da lavoro, per evitare possibili dolorose punture causate dalle spine presenti sul 17 Orto peduncolo e sul calice. Ponete le bacche raccolte dentro un cesto o una cassetta con delicatezza, perché i loro peduncoli notevolmente sviluppati potrebbero rovinare la buccia e la polpa dei frutti. Melone. Tenete pulite le aiole, concimate in copertura – con moderazione le coltivazioni più tardive – e irrigate senza eccedere ino al completo ingrossamento del frutto, ma non oltre. In luglio potete spuntare eventualmente il fusto e le sue diramazioni (ma non è un lavoro obbligatorio), al ine di contenere la vegetazione. Procedete alla raccolta, all’inizio del mese di luglio ancora in coltura protetta e poi in pieno campo. Patata. Raccogliete a iniziare dalle varietà precoci (circa metà luglio in Pianura Padana) per proseguire poi con quelle più tardive. Durante le operazioni di raccolta evitate di ammaccare o ferire le patate, e separate da subito i tuberi sani da quelli guasti, eventualmente rotti e fortemente ammaccati. Prima di immagazzinare le patate pulitele dalla terra, che spesso viene trattenuta dalla buccia. Peperone e peperoncino. Pulite le aiole, concimate in copertura (anche con un concime a lenta cessione) e irrigate preferibilmente per scorrimento-iniltrazione laterale dentro solchi. Tenete ben legate ai sostegni le piante man mano che crescono. Procedete alla raccolta. Per lo stacco dei frutti aiutatevi con delle forbici e ponete con delicatezza le bacche dentro un cesto o una cassetta, perché i loro peduncoli notevolmente sviluppati potrebbero rovinare la buccia e la polpa dei frutti. Pomodoro. Pulite le aiole, concimate in copertura (anche con un concime a lenta cessione) e irrigate preferibil- 1 Melone. Raccogliete, a inizio luglio ancora in coltura protetta e successivamente in pieno campo mente per scorrimento-iniltrazione laterale dentro solchi. Tenete sempre ben legate ai sostegni le piante man mano che crescono. Asportate i germogli che si sviluppano alla base delle foglie (femminelle) nelle varietà che continuano a crescere in altezza (indeterminate). Non cimate queste piante, ma lasciatele vegetare: produrranno più a lungo e le bacche saranno di ottima qualità se, come detto, sosterrete le piante con ripetute e moderate concimazioni in copertura e con regolari irrigazioni. Procedete alla raccolta. Per lo stacco dei frutti aiutatevi con delle forbici e ponete con delicatezza le bacche dentro un cesto o una cassetta. Porro. In luglio, se volete, potete ancora seminare i porri, soprattutto per raccolte primaverili. Trapiantate, sia in luglio che in agosto, le piantine ottenute da precedenti semine quando hanno raggiunto le dimensioni di una matita. Per eseguire il trapianto, dato che le piante si mettono sovente a dimora a radice nuda, adoperate una palettina, una cazzuo- 2 1-Porro. Trapiantate per tutto il bimestre piantine ottenute da precedenti semine quando hanno raggiunto le dimensioni di una matita. 2-Prezzemolo. Raccogliete in base alle esigenze di cucina, recidendo gli steli con un coltellino 18 la o un trapiantatoio, oppure un semplice foraterra costituito da un picchetto di legno appuntito. Pulite le aiole, concimate in copertura e irrigate. Prezzemolo. Seminate sia in luglio che in agosto, ma per le ultime semine è opportuno prevedere la raccolta nella primavera prossima, a meno che in seguito non provvediate a proteggere le aiole. Pulite le colture, concimate limitatamente in copertura solo le più stentate, irrigate e raccogliete. Radicchio. Seminate e trapiantate i vari tipi (consultate le tabelle alle pagg. 13 e 15). Nei seminati mantenete fresco il terreno intervenendo più volte con limitate quantità d’acqua. Nelle colture in atto pulite le aiole e irrigate ripetutamente, ma senza eccedere con gli apporti. Concimate in copertura e con moderazione solo le colture più stentate. Ravanello. Nella seconda quindicina del mese di agosto iniziate le semine. Rucola. Volendo potete iniziare le semine dalla seconda quindicina di agosto. Scarola. Seminate per tutto luglio e trapiantate sia in luglio che in agosto, preferibilmente piantine con pane di terra, utilizzando la pacciamatura con teli plastici scuri, specialmente nelle colture più tardive. Ultimate le concimazioni almeno un mese prima della raccolta e irrigate con moderazione. Ponete in bianco le varietà che lo richiedono legando le piante con un elastico o con altro tipo di legaccio. Raccogliete quando la parte interna (cuore) delle piante è bianca e tenera. Sedano. Volendo ai primi di luglio (non oltre la metà) potete effettuare gli ultimi trapianti di sedano. Pulite le colture, concimate limitatamente in copertura e irrigate per scorrimento-iniltrazione laterale dentro solchi, perché in questo modo non si bagnano le foglie e si prevengono gli attacchi di malattie fungine, tipo la septoria. Ancora più razionale sarebbe adottare la pacciamatura con teli plastici scuri e collocare la manichetta per l’irrigazione sotto i teli stessi. Asportate i getti secondari quando si formano e ponete in bianco le piante se le varietà che coltivate richiedono l’applicazione di questa tecnica. Raccogliete. Spinacio. Dalla metà di agosto iniziate la semina di varietà estivo-autunnali (per esempio Di Virolay, Bloomsdale, Kent ibrido, ecc.). Valerianella. Volendo potete iniziare le semine dalla seconda quindicina di agosto. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Orto Zucca. Tenete pulite le aiole, concimate in copertura e irrigate. Zucchino. Tenete pulite le aiole, concimate in copertura e irrigate. Procedete alla raccolta. Interventi itosanitari Cucurbitacee (anguria, cetriolo e cetriolino, melone, zucca e zucchino). Per contenere le infezioni di mal bianco (vedi foto G pubblicata su «i Lavori» di maggio-giugno a pag. 24) ricorrete a trattamenti con zolfo bagnabile-80 (bio, non classiicato o irritante, 30 grammi per 10 litri d’acqua), tempo di sicurezza 5 giorni, o con azoxystrobin-23,2 (non classiicato, 8 ml per 10 litri d’acqua), tempo di sicurezza 3 giorni. Il secondo prodotto è eficace anche contro le infezioni di peronospora (vedi foto H pubblicata su «i Lavori» di maggio-giugno a pag. 24). Patata. Contro la dorifora (vedi foto E pubblicata su «i Lavori» di marzo-aprile a pag. 25) intervenite con azadiractina1 (bio, non classiicato o irritante), alla dose di 1 ml per litro d’acqua, tempo di sicurezza 3 giorni, oppure con il piretroide deltametrina-1,63 (irritante), alla dose di 8 ml per 10 litri d’acqua, tempo di sicurezza 7 giorni. Questi preparati sono eficaci anche contro la nottua terricola Agrotis segetum (foto A) e la tignola Phthorimaea operculella (foto B). Per ridurre i rischi di danno da parte delle nottue terricole, evitate le irrigazioni nell’ultimo periodo della coltivazione in quanto le ovodeposizioni sono favorite dalla presenza di terreno bagnato. Inoltre, non lasciate nel terreno le patate già mature in quanto così facendo aumenterebbero i rischi d’infestazione. Pomodoro. Le piogge e le forti rugiade notturne favoriscono le infezioni di peronospora (vedi foto C pubblicata su «i Lavori» di maggio-giugno a pag. 24). Per mantenere costantemente protette le piante da questa malattia occorre intervenire con cadenza settimanale; siccome le raccolte avvengono a brevi intervalli di tempo, utilizzate preparati con brevissimo periodo di sicurezza. In commercio esistono preparati rameici (per esempio poltiglie bordolesi e solfato di rame tribasico, bio, non classiicato o irritante a seconda della formulazione) caratterizzati da un tempo di sicurezza di appena 3 giorni. Tali preparati sono eficaci anche contro le altre malattie fungine, come per esempio septoriosi (vedi foto D pubblicata su «i Lavori» di maggio-giugno a pag. 24), alternariosi (vedi foto E pubblicata su «i Lavori» di magSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 A B C D Le più comuni avversità che colpiscono patata e pomodoro. Nottua terricola Agrotis segetum, 40 mm (A) e tignola Phthorimaea operculella, 10 mm (B) della patata. Picchiettatura batterica (C) e maculatura batterica (D) su bacche di pomodoro gio-giugno a pag. 24) e le infezioni batteriche di picchiettatura batterica (foto C) e maculatura batterica (foto D). PIANTE AROMATICHE Basilico, maggiorana, origano, rosmarino, salvia e timo Nelle lunghe e calde giornate di luglio e di agosto il sole sembra indugiare nel cielo senza decidersi a tramontare. Per il nostro angolo delle aromatiche è un periodo di intensa attività: continua senza sosta l’emissione di nuovi germogli, sbocciano i iori, maturano i frutti, iniziano le prime raccolte dei semi. Lavori Tenete sotto controllo le necessità d’acqua delle piante e mantenete pulite dalle infestanti le aiole tramite un’attenta zappatura. Leggete sempre l’etichetta dei prodotti antiparassitari! Prima di effettuare un trattamento antiparassitario è necessario leggere attentamente l’etichetta del prodotto impiegato, la quale riporta le indicazioni utili all’impiego in sicurezza: preparazione, dosi e «tempi di sicurezza» (cioè l’intervallo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra il momento in cui si esegue il trattamento e la raccolta). La zappatura non è solo importante perché elimina le infestanti e rompe le eventuali croste formatesi in supericie, ma soprattutto perché evita un’eccessiva perdita d’acqua del terreno per evaporazione. Nel suolo si formano infatti dei canalicoli che permettono lo scambio d’acqua e aria con l’ambiente esterno; attraverso questi canali l’acqua presente negli strati profondi sale verso la supericie per capillarità. In periodi caldi e siccitosi questo fenomeno aumenta e, una volta raggiunta la supericie, l’acqua evapora provocando una forte disidratazione dello strato supericiale. Con la zappatura, cioè rompendo il sistema dei canalicoli, si interrompe la risalita e l’evaporazione dell’acqua, lasciando più fresco e umido il terreno: per questo motivo in campagna si è soliti dire che «una zappatura vale mezza innafiatura». Sia a causa delle alte temperature che del rigoglioso sviluppo, in questi due mesi la necessità d’acqua delle piante aumenta enormemente: cercate quindi di intervenire prontamente con l’irrigazione in caso di necessità. Evitate nel modo più assoluto di operare nelle ore centrali della giornata, quando le temperature elevate e il forte irraggiamento solare potrebbero far sì che l’acqua d’irrigazione, riscaldata dal contatto con gli strati supericiali caldi del terreno, veicoli il calore in profondità provocando danni agli apparati radicali. Irrigate quindi nelle prime ore del mattino o alla sera, meglio se dopo il calar del sole, con abbondanti quantità d’acqua: sono più utili poche e abbondanti irrigazioni piuttosto che frequenti 19 Orto 1 3 2 4 Piante aromatiche. Come realizzare una copertura ombreggiante. Dopo aver posizionato gli archi di tubo zincato a una distanza di 2 metri circa l’uno dall’altro (1) – avendo cura di interrarne le estremità ino a circa 60 cm di profondità – facendovi aiutare da un componente della famiglia, stendete il telo ombreggiante (2). Fissate il telo con delle clip (3) in modo da assicurarlo contro forti colpi di vento. Ecco come si presenta l’aiola delle aromatiche a ine lavoro (4) interventi con scarsi volumi d’acqua. Se infatti si bagna il terreno in profondità, le radici delle piante avranno a disposizione l’acqua per un periodo abbastanza lungo, potranno esplorare con facilità il terreno e ne trarranno sicuro giovamento. Con irrigazioni scarse risulteranno invece umidi solo gli strati supericiali, la perdita d’acqua per evaporazione sarà rapida e le radici cercheranno di rimanere in prossimità della supericie, rendendo le piante meno ancorate al terreno e più sensibili alla siccità. Possibilmente evitate di bagnare l’apparato fogliare in modo da limitare lo sviluppo di malattie fungine, sempre possibili in questo periodo, ed eventuali danni dovuti alla persistenza di goccioline sulle foglie (queste ultime, agendo come piccole lenti, possono concentrare i raggi solari ino a provocare ustioni e necrosi). La realizzazione di un piccolo e semplice impianto d’irrigazione che utilizzi manichette forate (come già accennato ne «i Lavori» di maggio-giugno a pag. 25) vi permetterà da un lato di risparmiare acqua, irrigando solo là dove serve, e dall’altro di ridurre sensibilmente il lavoro lasciando funzionare l’impianto nelle ore serali o notturne. 20 In condizioni particolarmente critiche si possono realizzare coperture ombreggianti con stuoie o reti ombreggianti che, riducendo l’irraggiamento solare, proteggono le colture e limitano l’evaporazione fogliare; in ogni caso assicuratevi che sotto le protezioni vi sia un buon ricambio d’aria (vedi sequenza fotograica nella pagina). Nel bimestre proseguono le raccolte, per le quali si rimanda alle avvertenze e alle modalità riportate ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 24. Vediamo ora come si presentano le specie proposte per l’anno in corso e quali sono le operazioni da effettuare durante questi mesi. chetti di tela, in luogo fresco e asciutto. Se nel bimestre precedente avete preparato alcune talee erbacee, è tempo di metterle a dimora ombreggiandole per i primi 2-3 giorni e irrigandole quotidianamente sino a completo affrancamento. Origano. Già dal mese di giugno, a seconda delle zone, è iniziata la raccolta delle iniorescenze; in questo bimestre continuate a prelevarle non appena i iori iniziano ad aprirsi, legatele a mazzetti e appendetele ino a completo essiccamento in un luogo arieggiato e al riparo dai raggi solari. Rosmarino. Continuate a prelevare i getti più morbidi, sia per uso erboristico che culinario. Ricordate inoltre che l’essiccazione del rosmarino è un’operazione molto semplice, basta infatti riunire i rametti raccolti in mazzetti e appenderli all’aria sotto un porticato; una volta essiccati la raccolta delle foglie si esegue tramite battitura. Salvia. In questo periodo le piante stanno maturando il seme; se non avete provveduto alla raccolta delle cimette in preioritura, intervenite prontamente con una potatura, in modo da dare alle piante il tempo suficiente per emettere nuovi germogli e per rinforzarsi prima dell’autunno. Il materiale ottenuto dalla potatura può essere essiccato nei modi consueti e utilizzato per uso erboristico e culinario. Timo. La raccolta si esegue falciando la pianta in piena ioritura, se il prodotto è destinato alla distillazione, mentre si preferisce intervenire a inizio ioritura se il prodotto è destinato a usi erboristici o culinari. La falciatura si esegue a un’altezza di 5-10 cm dal suolo per non danneggiare le porzioni legnose delle piante, dalle quali si origineranno nuovi ricacci. Dopo la raccolta è bene provvedere ad alcune irrigazioni che permetteranno una pronta ripresa vegetativa. Interventi itosanitari Poiché in questi mesi proseguono Basilico. Eliminate le iniorescenze attivamente le raccolte, è bene evitare via via che appaiono e proseguite scalarmente la raccolta delle foglie. Potete poi provvedere a essiccarle in strati sottili all’ombra e in ambiente ventilato; maneggiatele con cura poiché tendono ad annerirsi facilmente se stropicciate. Maggiorana. Da inizio luglio incominciano le raccolte delle sommità iorite. Il prodotto raccolto, legato a mazzetti, va fatto essiccare all’ombra e in ambiente ventilato; quindi, a completa essiccazione, va conservato in vasetti di vetro o sac- ogni intervento itosanitario e limitarsi all’asportazione di ogni pianta, o parte di essa, che si presenti ammalata o attaccata da parassiti. Il materiale eliminato va allontanato dall’orto. A cura di: Alberto Locatelli (Lavori: Ortaggi); Sandra Iacovone (Lavori: Carciofo); Aldo Pollini (Interventi itosanitari: Ortaggi); Lorenzo Roccabruna (Lavori e interventi itosanitari: Piante aromatiche). SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Terrazzo no essere seguite con grande attenzione, in modo che possano affrontare senza alcuna dificoltà il periodo estivo. vrebbero presentare uno o al massimo due frutti per mazzetto (vedi foto 2 pubblicata su «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 26). Nel caso qualche mazzetto presenti più frutti, siete ancora in tempo a eliminare manualmente i più piccoli in eccesso. Questa operazione inluirà solo sulla pezzatura dei frutti, e non sulla messa a frutto del prossimo anno, ormai già deinita. In questo bimestre le piante possono presentare e/o sviluppare ancora qualche germoglio troppo vigoroso, che deve essere cimato o eventualmente eliminato in modo che tutti i frutti siano ben esposti alla luce e al sole. Irrigazione. Mantenete moderatamente umida la terra dei vasi tramite quotidiane irrigazioni, da effettuare preferibilmente la sera o il mattino presto. La mancanza o la scarsità d’acqua possono infatti causare stress anche gravi alle piante – a ine giornata le foglie si presentano poco turgide e «piangenti» – e determinare un ridotto accrescimento dei frutti. Concimazione. Sospendete qualsiasi tipo di concimazione a base di azoto, fosforo e potassio. È invece consigliabile somministrare con l’acqua d’irrigazione o con applicazione fogliare un concime a base di calcio (ossido o cloruro di calcio) secondo dosaggio consigliato dall’etichetta, in genere 4-5 grammi per litro d’acqua. Ciò favorisce un accresci- Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) Diradamento dei frutticini e potatura verde. Le piante, a seguito della cascola (caduta) naturale di giugno, do- PIANTE DA FRUTTO Lavori In questo bimestre le due piante di melo (1 e 2) e quella di pero (3) devo- Piante da frutto. Cimate o eliminate i germogli troppo vigorosi, se presenti, in modo che tutti i frutti siano ben esposti alla luce e al sole Progetto di coltivazione di piante da frutto, da iore, ortaggi, aromatiche e agrumi su un terrazzo di 32 metri quadrati a cura di Alberto Locatelli Come si presenta il terrazzo a ine luglio 3 2 1 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Porta-inestra 15 16 17 18 19 Come si presenta il terrazzo a ine agosto 3 2 1 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Porta-inestra SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 14 15 16 17 18 19 21 Terrazzo Piante da frutto. Raccogliete frutti ben maturi per apprezzare i profumi, gli aromi e il sapore tipici della varietà. Nella foto, pero con frutti pronti per essere raccolti mento equilibrato del frutto ed evita lo svilupparsi di butteratura amara (isiopatia che porta allo sviluppo di macchiette depresse più scure, conseguenza della suberiicazione della polpa, proprio al di sotto della buccia). senta ancora caldo, in quanto le radici potrebbero subire dannosi shock termici. Concimazione. Sostenete le piante con periodiche concimazioni, utilizzando un prodotto liquido speciico per piante da iore (quindi con un alto contenuto di fosforo e potassio). Intervenite 2-3 volte la settimana, attenendovi alle dosi indicate in etichetta, anche se la cosa migliore consiste nel concimarle a ogni irrigazione, aggiungendo un tappino di concime liquido ogni 5 litri d’acqua. In alternativa a questo tipo di concimazione, si possono inserire nel terriccio dei vasi stick (bastoncini) di concime, comunemente reperibili nei garden center, che rilasceranno gradualmente per circa 2 mesi i nutrienti a livello delle radici. Altri lavori. Rimuovete assiduamente dalle piante i iori secchi e/o appassiti, non solo per una ragione estetica, ma anche perché eviterete in tal modo che le piante sprechino preziose energie per produrre semi. Raccolta. Raccogliete solo frutti ben maturi: in questo modo potete apprezzare i profumi, gli aromi e il sapore tipici della varietà, cosa che solitamente non succede con mele e pere acquistate al supermercato. PIANTE DA FIORE Lavori Durante i mesi di luglio e agosto le piante di geranio (4), surfinia (5) e lantana (6) sono nel pieno del loro splendore. Per averle belle, iorite e in salute occorre però irrigarle, concimarle e seguirle con appropriate cure. Ecco cosa fare. Irrigazione. Durante luglio e agosto la richiesta d’acqua da parte delle piante è continua, pertanto non bisogna dimenticarsi di irrigarle neppure una sola volta. In caso di «colpi di secco» le piante, oltre all’iniziale appassimento, possono presentare bruciature ai bordi delle foglie, mancata ioritura per 10-15 giorni e diminuzione della dimensione delle corolle. Per scongiurare questi inconvenienti, occorre mantenere il terriccio dei vasi sempre umido, ma mai in eccesso. Al momento delle irrigazioni somministrate acqua a temperatura ambiente, evitando, per quanto possibile, di intervenire quando il terriccio si pre- 22 A B Piante da iore. Nei mesi di luglio e agosto le piante di geranio (A), surinia e lantana sono nel pieno del loro splendore. Per mantenerle belle, iorite e in salute occorre però irrigarle (B), concimarle e seguirle con appropriate cure (vedi testo) Per evitare che le surfinie si «spoglino» alla base e producano iori solo all’estremità della vegetazione, cimate uno-due rami ogni settimana lasciando un moncone di circa 5 cm di lunghezza. In questo modo si stimola la pianta a produrre nuovi germogli, e quindi iori. Proteggete le piante dai forti temporali estivi sistemandovi sopra teli di plastica, da issare alla ringhiera del terrazzo. Nel caso una forte grandinata colpisca le vostre piante, ripulitele prontamente da foglie e rami rovinati. Irrorate poi la vegetazione con un fungicida tipo Previcur Energy (attenetevi alle dosi indicate in etichetta), per disinfettare le ferite di taglio e scongiurare l’insorgenza di malattie di origine fungina. Inine diradate le irrigazioni per almeno 10-12 giorni e concimate le piante 2-3 volte la settimana per circa 15 giorni. ORTAGGI E AROMATICHE Lavori Essendo luglio il mese in cui spesso si veriicano le temperature più alte dell’anno – in alcune estati, però, temperature assai elevate si sono registrate anche in agosto – seguite con la massima cura gli ortaggi e le aromatiche con ripetute irrigazioni, ma senza mai esagerare. Concimate pure in modo costante, sempre senza eccedere, perché i frequenti apporti d’acqua dilavano (cioè portano via) dai vasi parte dei nutrienti. Durante il mese di agosto, invece, irrigate e concimate in misura via via più contenuta a mano a mano che le temperature diminuiscono. Vediamo di seguito gli altri lavori che bisogna eseguire, per quanto riguarda gli ortaggi e le aromatiche in questo bimestre. Luglio. Irrigate e raccogliete entro la ine del mese rucola (7) e cicoria da taglio (8). Irrigate il prezzemolo (10) moderatamente, ma senza far mai soffrire la siccità alle piante. Raccogliete asportando le foglie a una a una, in modo da preservare il germoglio centrale che continua a produrre nuova vegetazione. Irrigate e concimate con moderazione le piante di pomodoro (11 e 12), issatele ai tutori e togliete i germogli alla base delle foglie (femminelle) via via che si formano. Raccogliete. Irrigate e concimate senza eccedere peperone e peperoncino (13). Legate le piante ai sostegni e raccogliete. Raccogliete secondo il bisogno seSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Terrazzo A B C Ortaggi e aromatiche. A-Sia in luglio che in agosto procedete alla raccolta dei pomodori. B-A metà agosto seminate nuovamente rucola, cicoria e lattuga da taglio, dopo aver rinnovato almeno in parte il terriccio dei vasi. C-Per tutto il bimestre continuate la raccolta della salvia in base alle esigenze di cucina dano (14) ed erba cipollina (15); dano (14) ed erba cipollina (15); concimate e irrigate con moderazione. Irrigate, concimate e raccogliete salvia (16) e rosmarino (17). Agosto. A metà mese seminate nuovamente rucola (7), cicoria da taglio (8) e lattuga da taglio (9), ma solo dopo aver rinnovato, almeno in parte, il terriccio dei vasi. Irrigate moderatamente il prezzemolo (10) e raccogliete come precedentemente indicato. Irrigate e concimate con moderazione le piante di pomodoro (11 e 12), issatele ai tutori e togliete i germogli alla base delle foglie (femminelle) via via che si formano. Raccogliete. Irrigate e concimate senza eccedere peperone e peperoncino (13). Legate le piante ai sostegni e raccogliete. Raccogliete secondo il bisogno se- concimate e irrigate con moderazione. Irrigate, concimate senza eccedere e raccogliete salvia (16) e rosmarino (17). AGRUMI Lavori Ecco le cure che bisogna dedicare agli agrumi in vaso (18 e 19) in questo bimestre. Potatura. Eliminate i succhioni (cioè i rami vigorosi a portamento assurgente), in modo che non sottraggano la preziosa linfa necessaria allo sviluppo dei rametti orizzontali (che sono fruttiferi) e alla maturazione dei frutti. Irrigazione. Luglio e agosto sono mesi molto delicati, in quanto le piante necessitano di abbondanti quantità d’acqua, visto il periodo di piena vegetazione durante il quale inoltre i frutti si ingrossano e/o raggiungono la maturazione. Il metodo più eficace per riconoscere quando una pianta coltivata in un vaso di terracotta ha bisogno di essere irrigata consiste nel battere con un martelletto in un punto qualsiasi la parete del vaso: se il suono risulta «aperto» (tac-tac) occorre irrigare senza indugio; se il suono risulta invece «chiuso» (toc-toc) signiica che la pianta non ha bisogno d’acqua. Per le piante coltivate in vasi di plastica occorre invece veriicare la parte supericiale del terriccio e procedere di conseguenza: se è secco irrigate, altrimenti rimandate l’intervento. Se durante l’irrigazione vedete che molta acqua esce dal fondo del vaso, ripetete l’operazione dopo 2-3 ore, in quanto il terriccio, troppo secco, non ha potuto assorbire completamente l’acqua somministrata. Concimazione. Concimate una sola volta nel bimestre le piante con un prodotto in granuli a lenta cessione (per esempio Osmocote agrumi), attenendovi sempre alle dosi indicate in etichetta. Questo tipo di prodotto rilascerà gradualmente sino a ottobre tutti i nutrienti indispensabili alle piante per una corretta crescita e per l’ingrossamento dei frutti. A B Agrumi. A-Eliminate sempre e prontamente i succhioni, cioè i rami vigorosi a portamento assurgente. B-Concimate le piante con un prodotto in granuli a lenta cessione SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 A cura di: Gino Bassi (Lavori: Piante da frutto); Luigi Vasarri - Azienda Lazzeri (Lavori: Piante da iore); Alberto Locatelli (Lavori: Ortaggi e aromatiche); Stefano Bolognesi (Lavori: Agrumi). 23 Frutteto Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) Lavori POMACEE Melo Nei mesi di luglio e agosto, con riferimento al Nord Italia, le pomacee si trovano nella fase vegetativa di «ingrossamento dei frutti» e, per le varietà precoci, nelle successive fasi di «invaiatura» (cambiamento di colore della buccia) e «maturazione». Al Centro e al Sud l’anticipo è di 15-30 giorni e pertanto, a ine bimestre, le piante possono trovarsi nelle fasi di «invaiatura» e «maturazione». 1 Raccolta. Nel bimestre inizia la maturazione delle prime varietà: in luglio vi sono le precocissime, che generalmente hanno una qualità molto scarsa e per questo non le consigliamo; in agosto, invece, maturano le prime buone varietà, in particolare quelle del gruppo Gala (Royal Gala, Galaxy, Obrogala, Brookield, Buckeye e altre ancora), molto gustose, ben colorate, facili da coltivare e quindi adatte al piccolo produttore. Descriviamo di seguito gli accorgimenti da seguire in fase di raccolta. Innanzitutto, prima di incominciare a raccogliere controllate che scale e cavalletti siano a posto, onde evitare pericolose cadute dall’alto durante il lavoro. Pulite perfettamente i contenitori del- 2 Melo. 1-Le mele vanno raccolte delicatamente, trascinandole verso l’alto in modo che il peduncolo rimanga integro attaccato al frutto. 2-Se il frutto viene solo tirato verso di sé, senza voltarlo verso l’alto, spesso al peduncolo rimane attaccata anche la gemma portante con le sue foglie (vedi freccia), e ciò comporta un danno per le piante 1 2 Pomacee. 1-Questo tipo di cavalletti dotati di ruota anteriore sono molto agevoli da usare per la raccolta delle mele e delle pere su alberi alti ino a circa 3 metri. 2I plateau di plastica sono ottimi contenitori per mele e pere, poiché solidi, facili da pulire, agevoli da maneggiare e da sovrapporre gli uni agli altri 24 la frutta e il magazzino di stoccaggio e conservazione. Per le mele potete usare tutti i comuni contenitori di legno o plastica, dai plateau a uno strato ai cassoni da 200-220 kg di portata; questi ultimi ovviamente richiedono adeguate attrezzature meccaniche per la movimentazione. Il magazzino di stoccaggio deve essere inaccessibile ad animali che possono cibarsi delle mele, in particolare topi e uccelli. Se disponete di una cella frigorifera ricordate di portarla alla temperatura di regime prima della raccolta, in modo da introdurre le mele in un ambiente già raffreddato. La temperatura di regime dovrà essere di +1/+2 °C, con un’umidità relativa superiore all’80%. Qualche giorno prima di raccogliere sospendete l’irrigazione ed eseguite l’ultimo sfalcio del cotico erboso, in modo che a operazioni concluse sia più agevole ripulire il terreno dalle mele cascolate (cadute a terra). Accingendovi alla raccolta ricordate che le mele sono frutti molto sensibili alle ammaccature, anche se apparentemente molto sodi; l’ideale è staccare i frutti dall’albero, selezionarli al momento e deporli delicatamente nei contenitori senza più rimaneggiarli per ulteriori selezioni di magazzino. Le mele vanno staccate con il peduncolo; se esso si stacca crea una ferita nella cavità peduncolare attraverso la quale possono penetrare i marciumi durante la conservazione. La produzione destinata alla vendita deve essere selezionata con cura secondo gli standard commerciali minimi di ciascuna varietà relativamente a calibro, colorazione ed esenzione da difetti pregiudizievoli. Nella produzione classiicata «non di prima qualità» sono tollerati solo piccoli difetti come, per esempio, leggere ammaccature da grandine senza lesione della buccia. Per l’autoconsumo invece si scartano solo le mele che presentano lesioni fresche che in breve tempo marcirebbero e che, generalmente, sono dovute a grandine recente, attacchi di carpocapsa o beccate di uccelli. Le vecchie lesioni già ben cicatrizzate, invece, non costituiscono più una via di ingresso per i marciumi e, quindi, non pregiudicano la conservazione delle mele in magazzino. La raccolta va iniziata con vegetazione asciutta, appena si asciuga la rugiada mattutina. Se si sono veriicate piogge consistenti è meglio raccogliere dopo qualche giorno, quando piante e terreno hanno smaltito l’eccesso di umidità. Le mele cascolate durante la raccolta vanno rimosse al più presto dal frutteSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Rovo senza spine Ribes Mirtillo Lampone unifero e nero Lampone bifero Olivo Castagno Actinidia Mandarino Limone Clementine Arancio Mandorlo Ciliegio Susino Albicocco Pesco e nettarina Pero Melo lug. ago. ●[5] ●[5] ●[5] ●[5] ago. ●[5] ●[5] ●[5] ●[5] ●[5] ●[5] ● ●[3] lug. Concimazioni ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● lug. ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ago. Interventi itosanitari lug. lug. ● ● ● ● ● ●[7] ●[7] ●[8] ●[8] ●[9] ● ●[2] ●[2] ● ● ● ●[4] ago. Potatura ● ●[2] ● ●[2] ● ● ● ● ● ● ● ●[4] ago. Innesti lug. ago. Diradamento dei frutti [1] In alternativa, lavorazione supericiale del terreno. [2] Inclinazione dei nuovi germogli. [3] Concimazione chimica in caso di necessità. [4] Sol tradizionali. [5] Concimazione fogliare. [6] Solo lavorazioni del terreno. [7] Eliminazione dei polloni. [8] Eliminazione di polloni e succhioni. [9] Piccoli frutti Altre specie importanti Agrumi Drupacee Pomacee Specie Nuovi impianti a cura di Silvio Caltran FRUTTETO. Operazioni colturali in corso (●) nei mesi di luglio e agosto per le prin Frutteto to, prima che marciscano; lasciate a terra costituiscono anche un richiamo alimentare per le arvicole, i topi campagnoli, molto pericolose per il melo e per altre piante da frutto. Le varietà precoci, come quelle del gruppo Gala prima citate, hanno generalmente una maturazione scalare, per cui conviene raccoglierle in due o tre passaggi intervallati di circa una settimana l’uno dall’altro: al primo passaggio si staccano le mele più grosse e colorate che si trovano nelle parti esterne della chioma; successivamente si raccolgono quelle più interne al fogliame, le quali hanno così qualche giorno in più per maturare bene. L’epoca di raccolta delle varietà precoci non deve essere posticipata di molti giorni rispetto al periodo ideale, poiché nel bimestre le temperature ancora alte accelerano i processi di maturazione e in pochi giorni si può avere sovramaturazione con perdita di consistenza della polpa e diminuzione della conservabilità. Le mele del gruppo Gala, poi, se si raccolgono con qualche giorno in ritardo, vanno molto soggette a piccole spaccature della buccia nella cavità peduncolare attraverso le quali possono rapidamente penetrare i marciumi. Ricordiamo che la durata della conservazione delle mele precoci è breve e raramente supera le 3-4 settimane. Poste in cella frigorifera, invece, rimangono sode e croccanti per alcuni mesi. Irrigazione. Tale pratica trova la sua massima utilità in questo bimestre che è il più caldo, e spesso il più siccitoso, della stagione. Nell’eseguire questa pratica seguite le indicazioni fornite ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 32. Qualora l’andamento stagionale dovesse essere particolarmente siccitoso e caldo, potete abbreviare di uno o due giorni i turni irrigui, e quindi dare acqua ogni 4-5 giorni nei terreni sabbiosi e ghiaiosi e ogni 8-10 giorni in quelli argillosi. Spesso in questo bimestre vi può essere una minor disponibilità d’acqua rispetto ad altri periodi dell’anno, per esempio a causa dell’abbassarsi delle falde per chi pesca da pozzi, oppure per restrizioni di impiego dell’acqua pubblica imposte dalle amministrazioni locali nei periodi siccitosi. In questo caso dovete ottimizzare l’irrigazione per evitare sprechi e, nel contempo, usare al meglio l’acqua disponibile. Ovviamente se coltivate varie specie da frutto e anche altre colture orticole, come avviene per la maggioranza dei 26 Melo. Nello scorso anno il grande caldo della seconda metà di agosto ha causato imponenti cascole di mele in pre-raccolta (nella foto meli della varietà Imperatore). Il danno è particolarmente elevato nelle piante giovani, nelle quali la maggior parte dei frutti è esposta direttamente al sole (i frutti ombreggiati dal fogliame sono meno soggetti a questo inconveniente) Melo. L’irrigazione «a pioggia lenta» è molto diffusa nelle aree con elevata disponibilità di acqua piccoli produttori, dovete decidere quali specie privilegiare in base alle vostre priorità produttive. Nell’ambito della sola coltivazione del melo, comunque, se dovete scegliere a quali piante dare più acqua e a quali meno, tenete presenti questi semplici concetti: – irrigate prioritariamente le piante cariche di frutta; quelle poco cariche o senza produzione possono superare la siccità senza gravi ripercussioni negative; – i meli su portinnesti deboli (EM 9 ed EM 26) hanno più bisogno di acqua rispetto a quelli su portinnesti forti ( il franco specialmente); – le piante in allevamento sono più sensibili alla siccità rispetto a quelle adulte; in particolare i meli al primo anno d’impianto possono anche morire per mancanza d’acqua: irrigateli quindi regolarmente ogni 5-6 giorni con 10-20 litri di acqua per pianta localizzata alla base del fusto, senza bagnare l’intera supericie del frutteto, per economizzare l’acqua; – non fate irrigazioni sotto dosate; è meglio effettuare un’irrigazione normale e poi allungare il turno piuttosto che fare due irrigazioni ravvicinate con poca acqua; – irrigate possibilmente di notte o di primo mattino quando la temperatura è più bassa, l’umidità dell’aria più alta e la ventosità più scarsa rispetto al pieno giorno. Tali fattori diminuiscono infatti le perdite di acqua per evaporazione e danno più tempo all’acqua irrigua di penetrare in profondità nel terreno. Gestione del suolo. Tale pratica è importante per contrastare gli effetti negativi della siccità poiché, eliminando l’erba con gli sfalci o le lavorazioni, tutta l’acqua presente nel terreno rimane disponibile per gli alberi da frutto. Nei frutteti non irrigui e a giacitura piana, il metodo di gestione del suolo più eficace per contrastare la siccità rimane comunque la lavorazione, poiché con essa si rompono i vasi capillari supericiali del suolo attraverso i quali evapora molta acqua. Eseguite questi lavori seguendo le indicazioni fornite ne «i Lavori» di marzoaprile, a pag. 30. Al termine di ogni intervento di gestione del suolo, passate a eliminare i polloni radicali sfuggiti all’azione delle macchine operatrici; qualora siano piccoli e ancora erbacei potete agevolmente toglierli a mano, altrimenti dovete usare un attrezzo manuale, come una forbice da potatura o una zappa tagliente. Man mano che i rami della parte bassa della chioma si piegano verso terra per l’aumento di peso delle mele dovete rimetterli in assetto orizzontale, legandoli a un ramo o a un ilo di sostegno più alti, in modo che non siano di intralcio per i lavori di gestione del suolo; usate allo scopo spaghi non estensibili, in modo che il ramo legato mantenga la posizione data. Danni da grandine. Nelle zone soggette a grandinate in questo bimestre il rischio di danni è molto alto. I danni leggeri, costituiti da semplici ammaccature della buccia senza lesioni, non compromettono la produzione per l’autoconsumo in quanto inluiscono solo sull’aspetto mentre la conservaSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto bilità delle mele rimane la stessa. Per la produzione destinata al mercato, invece, i danni sono signiicativi poiché le ammaccature determinano scarto commerciale o, nella migliore delle ipotesi, declassamento qualitativo. Quando si veriicano lesioni della buccia i casi sono due: se l’evento grandinigeno è lontano dalla raccolta quanto basta a far cicatrizzare le ferite, per l’autoconsumo si può recuperare buona parte della produzione poiché dalle ferite ben chiuse non penetrano i marciumi; il danno commerciale, invece, rimane sempre elevato. Se, al contrario, la grandinata si veriica in prossimità della maturazione, le lesioni non avranno più tempo per cicatrizzare e saranno una facile via di ingresso per i marciumi: in tal caso sia per l’autoconsumo che per il mercato le mele lesionate sono da scartare. Per grandinate di leggera o media violenza, dopo le quali rimane in pianta la maggior parte delle foglie, pur se lesionate, e i frutti presentano solo ammaccature o leggere lesioni della buccia, non è necessario intervenire con particolari pratiche colturali, poiché il melo ha una buona capacità di cicatrizzare le ferite della corteccia e dei frutti. Per eventi più violenti che causano gravi lesioni a frutti, foglie e corteccia, invece, conviene staccare appena possibile le mele irrimediabilmente danneggiate, in modo che l’attività fotosintetica delle foglie rimaste vada a esclusivo vantaggio della cicatrizzazione delle ferite del legno e dei frutti salvabili. Non serve, invece, effettuare alcuna potatura per non togliere ulteriori foglie alla vegetazione già compromessa dalla grandine. Dopo temporali molto violenti controllate l’integrità del vostro impianto di rete antigrandine, in quanto il forte vento associato al peso della grandine sui teli può destabilizzare qualche palo di sostegno mal ancorato al terreno o provocare lacerazioni sulla rete. Melo. Nei frutteti non irrigui la lavorazione del suolo è il metodo di gestione più eficace per contrastare la siccità da realizzare e perché la percentuale di attecchimento è molto alta, vicina al 100%. Per l’innesto a gemma dormiente i portinnesti devono essere in attiva crescita vegetativa, in modo che la corteccia si stacchi bene dal legno sottostante: per favorire questa condizione si può eseguire una concimazione azotata con nitrato di calcio 15-20 giorni prima dell’innesto e irrigare abbondantemente in modo da stimolare la spinta vegetativa. Se nonostante questi accorgimenti arrivate al momento dell’innesto senza che la corteccia si stacchi bene vi conviene optare per l’innesto a scheggia, il quale non richiede questa condizione per essere eseguito. Collegandovi al nostro sito Internet po tete vedere gratuitamente due ilmati, ciascuno della durata di circa un minuto e mezzo, nei quali il nostro esperto vi spiega come si eseguono questi innesti: cliccate su www.vitaincampagna. it/rdVic/video4.asp (innesto a gemma dormiente) e su http://www.vitaincam pagna.it/rdVic/video10.asp (innesto a scheggia). Inoltre, entrambi gli innesti sono descritti nella «Guida illustrata alla propagazione delle piante da frutto e della vite», supplemento al n. 2/2007 [1]. Come già più volte ricordato, prelevate le marze da piante della cui rispondenza varietale e della cui sanità siete certi. Le nuove piante ottenute, infatti, riprodurranno fedelmente le caratteristiche della pianta madre e da essa erediteranno anche eventuali malattie trasmissibili con l’innesto che sono generalmente dovute a virosi e itoplasmi. Una delle virosi più frequenti è il mosaico (vedi foto A), il cui sintomo più evidente è la presenza sulle foglie di macchie bianco-giallastre a contorno deinito. La malattia da itoplasmi più pericolosa, invece, è quella che causa gli scopazzi (vedi foto B), particolarmente diffusa sulle piante vecchie: i rami presentano un affastellamento di germogli che ricorda le tradizionali scope usate un tempo in campagna. I sintomi di queste due malattie solitamente non compaiono su tutta la chioma degli alberi infetti, ma solo su una parte delle foglie o dei rami. Ciononostante tutto l’albero è malato per cui, anche se si prelevano le marze da rami che non presentano sintomi, la malattia sarà comunque presente e si trasmetterà alle nuove piante ottenute. Le malattie causate da funghi o insetti, invece, sono molto meno pericolose poiché non vengono trasmesse con l’innesto; per non correre rischi basta prelevare le marze da rami sani anche se in altre parti della chioma della pianta madre sono presenti rami colpiti. Le marze vanno prelevate su rami dell’anno di buon vigore, che a questo punto della stagione sono già ben ligniicati. Appena tagliate le marze eliminate le foglie, mantenendo solo un picco- Prevenzione della butteratura amara. Per tutto il bimestre proseguite i trattamenti con cloruro di calcio per la prevenzione della butteratura amara seguendo le indicazioni date ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 33. Innesti a gemma dormiente e a scheggia. Nella seconda e terza decade di agosto si possono eseguire gli innesti a gemma dormiente o a scheggia sui portinnesti messi a dimora durante l’inverno. Questi tipi di innesto sono quelli più frequentemente usati nell’attività vivaistica professionale, poiché sono facili e veloci SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 A Melo. A-Il mosaico è una delle virosi più frequenti; si manifesta sulle foglie con macchie bianco-giallastre a contorno deinito. B-Con il nome di «scopazzi del melo» viene indicata una pericolosa malattia da itoplasmi, che si manifesta con un anomalo affastellamento dei germogli B 27 Frutteto C Pomacee. C-In questo bimestre c’è il rischio di attacchi del rodilegno giallo; nella foto, la larva 50-60 mm lo moncone di 1-2 centimetri di picciolo, e immergete la loro base in acqua per evitare la disidratazione. Se deve passare qualche ora dal prelievo all’esecuzione dell’innesto, conviene metterle dentro un sacchetto di plastica con un batuffolo di cotone ben bagnato, che garantisca l’umidità interna, e tenerle all’ombra per evitare il surriscaldamento. Per l’esecuzione dell’innesto dotatevi di un apposito coltello molto afilato. Preparate la marza prelevando uno scudetto di legno con al centro una gemma; introducete lo scudetto nell’apposito taglio già effettuato nel portinnesto. Legate tutta la ferita con raia o con l’apposito nastro di plastica lasciando scoperta la sola gemma con il moncone fogliare. Sui portinnesti deboli EM 9 ed EM 26 l’innesto va eseguito circa 15 cm fuori terra, in modo che vi sia una buona porzione di portinnesto che faccia da freno alla vigoria della varietà sopra innestata. Tenete in grande considerazione questo aspetto poiché se l’innesto è eseguito più vicino a terra, pur senza che vi sia affrancamento, cioè emissione di radici dalla varietà innestata, la vigoria del futuro albero sarà maggiore di quella preventivata vaniicando i notevoli vantaggi offerti da questi portinnesti. Cure dei nuovi impianti. In questo bimestre di piena estate dovete avere grande cura degli alberi al primo anno d’impianto. Innanzitutto garantite regolari apporti di acqua se mancano le piogge, come prima prima indicato. Controllate, poi, per tutto il bimestre il fusto di ogni albero per notare al più presto le gallerie del rodilegno giallo (Zeuzera pyrina, vedi foto C), molto pericoloso e diffuso. Le larve di questo insetto nascono sulle foglie o sulle punte dei germogli, dove compiono la prima parte del loro ciclo di sviluppo, e poi si trasferiscono sui fusti scavando una galleria che va dal basso verso l’alto. I danni su foglie e germogli non compromettono più di tanto la vitalità del- 28 l’albero colpito; invece le gallerie nel fusto portano al suo disseccamento e alla necessità di ricostituire l’albero perdendo quindi un anno di vegetazione. Le gallerie possono anche partire dal portinnesto, e in questo caso l’albero è quasi sempre compromesso. Questo insetto è dannoso anche negli alberi di due o più anni, ma il danno diventa sempre meno compromettente man mano che aumenta il diametro dei rami. Tenete sempre libera dall’erba la base della pianta: dalla sua galleria la larva espelle infatti escrementi, che si accumulano sul terreno rendendo palese l’attacco al buon osservatore. Quando vi accorgete della presenza di una galleria, uccidete la larva introducendo in profondità un ilo di ferro dal foro di entrata. Negli alberi in allevamento non vi sono particolari interventi di potatura verde da eseguire, fatta esclusione per l’inclinazione in orizzontale dei germogli a portamento assurgente man mano che la loro lunghezza raggiunge i 40-50 cm, come indicato nella recente «Guida illustrata alla potatura delle piante da frutto: pomacee e drupacee», supplemento al n. 10/2011, a pag. 13. Pero I lavori di gestione del suolo, l’irrigazione, gli innesti a gemma dormiente e a scheggia, nonché le cure dei nuovi impianti vanno eseguiti con le medesime modalità indicate per il melo. Raccolta. In luglio maturano le varietà precoci, tutte di modeste o scarse caratteristiche organolettiche e brevissima Pero. La varietà Carmen matura verso metà luglio e sta trovando una certa diffusione commerciale. Come tutte le varietà precoci ha brevissima conservabilità per cui, non essendovi possibilità di conservare la produzione per molte settimane, la quantità da produrre deve essere commisurata al consumo effettivamente previsto (vedi indirizzi vivai a ine rubrica) conservabilità. Solitamente i frutti devono essere consumati nell’arco di una settimana dalla raccolta, dopo di che perdono rapidamente consistenza andando incontro al disfacimento della polpa. Conservati in frigorifero durano qualche giorno in più. Le uniche varietà precoci che hanno una certa diffusione commerciale sono Butirra Precoce Moretini, Carmen e S. Maria, che maturano nella seconda quindicina di luglio. In agosto, invece, maturano le prime varietà interessanti, costituite da William e Conference. Sono ambedue ottime per caratteristiche organolettiche e produttività e per questo sono molto adatte sia per l’autoconsumo che per il mercato. William (di cui esiste anche una selezione a buccia rossa chiamata Max Red Bartlett) si raccoglie nella seconda decade di agosto, Conference nella terza. Per quel che riguarda le operazioni di raccolta delle pere valgono in linea di massima le stesse indicazioni fornite per le mele, fatta eccezione per i seguenti aspetti: – la maturazione è abbastanza omogenea in tutto l’albero, per cui la raccolta può essere fatta in un unico passaggio e non in due come nelle mele; – poiché le pere hanno un peduncolo lungo e sono pendenti rispetto al ramo portante, per staccarle basta impugnarle e tirarle ruotandole verso l’alto; – la conservazione in frigorifero deve essere fatta a una temperatura di +0,5-1 °C, quindi un po’ più bassa rispetto al melo. Le pere da conservare in magazzino o in frigorifero vanno raccolte a uno stadio di maturazione piuttosto precoce, appena il colore verde della buccia schiarisce un po’, prima che vi sia il viraggio verso il giallo. Se, invece, desiderate raccogliere le pere ben mature in pianta, per portare al massimo le loro caratteristiche gustative e consumarle subito, attendete qualche giorno in più, quando la buccia è un po’ ingiallita; ricordate, però, di non posticipare troppo lo stacco poiché molte varietà, specialmente William, vanno soggette a cascola preraccolta, un fenomeno repentino che in pochissimi giorni può far cadere a terra buona parte dei frutti. Danni da «brusone». Il pero in estate è soggetto al cosiddetto «brusone», che si manifesta con disseccamenti delle foglie a partire dalle parti più interne e basse della chioma per poi estendersi verso l’esterno. Non si tratta di una malattia causata da agenti patogeni (funghi, SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto Pero. Il «brusone» si manifesta con disseccamenti delle foglie a partire dalle parti più interne e basse della chioma: si tratta di uno scompenso isiologico – dovuto a periodi prolungati con temperature superiori a 32-33 °C, bassa umidità relativa dell’aria e ventilazione costante – che risulta accentuato in caso di attacchi di ragno rosso, poiché le punture dell’acaro sulle foglie aumentano la perdita di acqua. Nel particolare: foglia con decolorazioni causate da ragno rosso e con manifestazioni del brusone (vedi frecce) batteri, virus o altro), bensì di uno scompenso isiologico che insorge quando si veriicano per alcuni giorni temperature superiori a 32-33 °C associate a bassa umidità relativa dell’aria e costante ventilazione. Queste situazioni meteorologiche causano una forte perdita di acqua dalle foglie per evapo-traspirazione, perdite che le radici non riescono a compensare suficientemente con l’assorbimento radicale di acqua dal suolo. L’albero va così in carenza d’acqua e le foglie più interne e ombreggiate della chioma, meno utili all’attività fotosintetica della pianta di quelle esterne e ben soleggiate, vengono «abbandonate» e non più nutrite, e in pochi giorni si seccano. Il brusone si veriica anche se il terreno è ben dotato di umidità per precedenti piogge o irrigazioni, e specialmente nei peri innestati su cotogno la cui non perfetta afinità d’innesto rallenta il regolare transito della linfa nel callo di cicatrizzazione. La varietà più soggetta al brusone è Conference. La presenza di attacchi di ragno rosso (Panonychus ulmi) accentua il brusone poiché le punture di nutrizione fatte da questo acaro sulle foglie aumentano la perdita di acqua. Non vi sono rimedi risolutivi per questa isiopatia; l’unica cosa che può dare qualche vantaggio è l’irrigazione a pioggia eseguita in pieno giorno per alcune ore, allo scopo di mitigare un po’ la calura all’interno del frutteto. Altri lavori. A inizio luglio procedete allo sfalcio del cotico erboso che avevate lasciato liberamente sviluppare nei SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 mesi scorsi per creare l’ambiente adatto allo sviluppo degli antocoridi, gli insetti predatori della psilla. A questo punto della stagione, infatti, essi si sono già trasferiti dal prato al fogliame del pero per predare il parassita. Negli alberi in allevamento per tutto il bimestre procedete all’inclinazione dei nuovi germogli di rivestimento della struttura scheletrica man mano che essi raggiungono la lunghezza di 40-50 cm. Inclinateli di circa 60° rispetto alla verticale impiegando come di consueto spaghi non elastici o pesetti di cemento. Interventi itosanitari per le pomacee Il controllo della ticchiolatura (vedi foto D a pag. 30) durante la stagione estiva è molto più agevole rispetto al periodo primaverile. Le infezioni primarie, di cui abbiamo parlato nei lavori dei mesi scorsi, sono ormai totalmente esaurite. Se nel frutteto non sono presen- Leggete sempre l’etichetta dei prodotti antiparassitari! Prima di effettuare un trattamento antiparassitario è necessario leggere attentamente l’etichetta del prodotto impiegato, la quale riporta le indicazioni utili all’impiego in sicurezza: preparazione, dosi e «tempo di sicurezza» (cioè l’intervallo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra il momento in cui si esegue il trattamento e la raccolta dei frutti). ti macchie di ticchiolatura, né su frutti né sulle foglie, se ne riparlerà il prossimo anno. Per veriicarlo è necessario un controllo adeguato, per esempio su 100 foglie e 100 frutti scelti a caso nel vostro appezzamento, a diverse altezze, su almeno 10 piante. Se sono presenti macchie è invece necessario proteggere la vegetazione, ma solo in caso di piogge. Intervenite con ossicloruro di rame-20 (bio, non classiicato), alla dose di 100 grammi per 100 litri di acqua. Il tempo di sicurezza è variabile in base al tipo di formulato commerciale ed è veriicabile consultando l’etichetta. In ogni caso sospendete gli interventi almeno un mese prima della raccolta per evitare il rischio di residui. In realtà il danno fatto dalla ticchiolatura in questo periodo è veramente molto limitato. Spesso consiste in leggere e piccole macchioline sui frutti che non danneggiano più di tanto la produzione, specialmente se il frutteto è a conduzione familiare e la produzione è destinata al consumo proprio. Il motivo principale per cui si effettuano questi interventi, in caso di presenza di macchie, è che se riuscite a limitare il più possibile la presenza della malattia sul inire della stagione, avrete meno problemi e comunque attacchi meno intensi nella prossima annata. Infatti le nuove infezioni di ticchiolatura, alla ine dell’inverno, partono dai residui delle foglie cadute a terra l’anno precedente. Quindi meno foglie sono ammalate, minore sarà il livello di infezione il prossimo anno. Molto più problematico è il controllo della maculatura bruna (vedi foto E a pag. 30). Questa avversità interessa alcune delle più importanti varietà di pero (Abate Fétel, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, Passacrassana) e solo alcune zone del territorio nazionale, per esempio la Pianura Padana, dove d’altra parte è presente la maggior parte della supericie coltivata a pero. Questa malattia è pericolosa per tutta la stagione, ino alla raccolta. Il momento in cui si veriicano le infezioni non è facilmente valutabile, quindi, nelle zone dove la maculatura è presente, occorre sempre tener «coperta» la vegetazione con un prodotto fungicida. Trattate quindi ogni 7 giorni con prodotti rameici, per esempio ossicloruro di rame-20 (bio, non classiicato), alla dose di 100 grammi per 100 litri di acqua, rispettando il tempo di sicurezza indicato in etichetta. In questo periodo è necessaria un’attenta osservazione del frutteto per veriicare la presenza del colpo di fuoco batterico. Di questa pericolosa batte- 29 Frutteto D E F G Pomacee. D-In questo periodo, in presenza di macchie da ticchiolatura, è necessario proteggere ancora la vegetazione con opportuni trattamenti, ma solo in caso di piogge. E-Sintomi della maculatura bruna su frutti di pero; questa malattia è pericolosa ino alla raccolta. F-Danni da carpocapsa (nel particolare: adulto, 15-22 mm di apertura alare) su frutti di melo. GTra i tortricidi ricamatori, l’eulia attacca in genere nel mese di luglio; nella foto: adulto, 15 mm di apertura alare riosi, il cui controllo è obbligatorio per legge, dal momento che è regolamentato da un Decreto di lotta obbligatoria, si è parlato in un articolo pubblicato sul n. 4/2012, a pag. 34. In questo periodo si possono osservare disseccamenti dei germogli e dei rami, e cancri sui rami dai quali, dopo periodi piovosi, potrebbe fuoriuscire essudato batterico, una sostanza rossastra e appiccicosa che permette la diffusione della malattia. Le parti di pianta infette devono essere asportate, tagliando almeno 70 cm sotto il sintomo; le piante colpite in modo grave, cioè con cancri sul fusto, vanno estirpate. Il tutto deve essere bruciato e gli attrezzi utilizzati per i tagli vanno disinfettati con benzalconio cloruro (prodotto reperibile in farmacia o presso molte rivendite di prodotti itosanitari) alla dose di un grammo ogni litro di acqua. In ogni caso avvisate il Servizio itosanitario della vostra Regione se individuate sintomi sospetti. Durante la stagione calda sono però gli insetti a farla da padroni. Tra la ine di giugno e luglio si ha la seconda generazione della carpocapsa (vedi foto F), in agosto la terza generazione. Mentre gli interventi contro la prima generazione sono posizionabili con relativa precisione, anche se non si utilizzano le trappole a feromoni sessuali, per queste generazioni estive è molto più dificile, dal momento che da zona a zona possono esserci differenze notevoli nello svolgimento dei voli degli adulti e quindi nella deposizione delle uova e nella nascita delle larve. Non avere le trappole significa quindi rischiare di trattare a vuoto o non trattare quando sarebbe necessario. Se avete le trappole quindi, intervenite al superamento della soglia di 2 adulti per trappola per settimana, trattando dopo 4-5 giorni con spinosad-44,2 (bio, non classiicato, 7 giorni di tempo di si- 30 curezza) alla dose di 25 grammi per 100 litri di acqua, oppure con virus della granulosi (bio, non classiicato o irritante, 3 giorni di tempo di sicurezza) alla dose di 10 grammi per 100 litri di acqua; il trattamento con il virus si ripete dopo 8 giorni. Lo spinosad può essere utilizzato al massimo tre volte all’anno sullo stesso appezzamento e non si possono effettuare più di due interventi consecutivi. Se non avete le trappole, ricordatevi di comprarle per l’anno prossimo. Nel frattempo intervenite approssimativamente nei primi giorni di luglio con i prodotti indicati precedentemente. Anche i tortricidi ricamatori possono creare problemi in questo periodo. Il particolare l’Eulia (vedi foto G), che attacca in genere nel mese di luglio, la Pandemis e l’Archips, attivi in genere tra la ine di luglio e la metà di agosto. Per il controllo di questi insetti è possibile utilizzare le trappole a feromoni, intervenendo circa 15 giorni dopo il superamento della soglia, che è di 50 adulti complessivi per Eulia e 15 adulti complessivi per Pandemis o Archips, oppure 30 adulti considerando le catture totali di Pandemis e Archips. Utilizzate Bacillus thuringiensis var. kurstaki-6,4 (bio, non classificato, 3 giorni di tempo di sicurezza) alla dose di 100 grammi per 100 litri di acqua, impiegabile anche in agricoltura biologica, ripetendo il trattamento dopo 10 giorni. In alternativa utilizzate spinosad, nel caso dobbiate trattare anche contro la capocapsa (vedi indicazioni sopra). Nel caso osservaste, su germogli, foglie o frutti, la presenza della psilla e in particolare della melata che essa produce, intervenite tempestivamente effettuando lavaggi con sali di potassio degli acidi grassi-49 (bio, non classiicato) alla dose di 1,5-2 kg per 100 litri di acqua. Intervenite nelle primissime ore del giorno in giornate previste soleggiate, poiché l’azione dei raggi solari combinata con quella del lavaggio darà i risultati migliori. L’intervento degli antocoridi, eficaci predatori della psilla, consente di solito un controllo molto buono. DRUPACEE Nei mesi di luglio e agosto, con riferimento al Nord Italia, le drupacee si trovano nelle fasi vegetative di «ingrossamento del frutto», «invaiatura» (cambiamento di colore della buccia) e, per la maggior parte delle specie e delle varietà, nella fase di «maturazione»; al Centro e al Sud l’anticipo è mediamente di 15-30 giorni. Lavori Pesco e nettarina Potatura. Per la potatura verde delle piante in allevamento e in produzione rimandiamo alla recente «Guida illustrata alla potatura delle piante da frutto: pomacee e drupacee», supplemento al n. 10/2011. Chi non fosse in possesso della Guida può acquistarla contattando il nostro Servizio abbonamenti (Tel. 045 8009480 - Fax 045 8012980 - E-mail: [email protected]). Irrigazione. In questo bimestre la distribuzione di acqua è quanto mai necessaria per ottenere frutti di buona qualità. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto Fino alla fase di «frutto-noce» – la quale nelle varietà tardive che maturano in settembre può durare tutto maggio, giugno e parte di luglio – il pesco consuma pochissima acqua, specialmente se innestato su portinnesti vigorosi. Il grande fabbisogno di acqua si veriica 30-40 giorni prima della maturazione, da quando i frutti iniziano a ingrossare. Un altro fattore che inluenza il consumo d’acqua delle piante – da tener presente assieme al tipo di terreno e alla concimazione effettuata in precedenza – è la quantità di produzione. Corrette potature verdi limitano il fabbisogno di acqua. Nella fase di maturazione i peschi che hanno una produzione di 50-60 kg di frutti per albero consumano molta acqua nelle giornate calde e ventose, meno in quelle calde ma senza vento. Ricordate anche che concimazioni chimiche eccessive portano l’albero ad avere più bisogno di acqua. Quando irrigate, dovete bagnare almeno i primi 20-30 cm di terreno, che è lo spazio comunemente esplorato dall’apparato radicale. Prima di effettuare l’irrigazione successiva appurate, con il badile, ino a che profondità il terreno è asciutto; dopo l’irrigazione controllate, sempre con il badile, se il terreno è stato bagnato correttamente. Il turno irriguo (cioè i giorni che intercorrono tra un’irrigazione e la successiva) va quindi adattato alle necessità della pianta date appunto dal tipo di terreno, dal portinnesto, dall’esposizione, dalla ventosità della zona, ecc. A riguardo, ricordatevi che una pioggia di 10 mm bagna un terreno di medio impasto ino alla profondità di circa 7 cm ed è quindi necessario distribuire mediamente 30 mm, cioè 30 litri d’acqua per metro quadrato. Nel pesco il primo sintomo di necessità di acqua non è l’appassimento del- 1 Pesco. 1-Tra i diversi sistemi di irrigazione, quello a scorrimento è sicuramente da abbandonare per la dificoltà di gestire correttamente frequenza (turni) e quantità di acqua (volumi). 2-Tra i sistemi di microirrigazione, quello con microjet consente di regolare profondità e ampiezza di bagnatura, è tra i migliori ed è adattabile a differenti tipi di terreno le foglie, ma un leggero raggrinzimento del frutticino che si trova ancora in fase di «frutto noce». Questi leggeri ma temporanei appassimenti del frutto non pregiudicano tuttavia pezzatura e sapore inale. Dopo la raccolta le piante si possono irrigare molto meno senza che questo comporti sofferenza eccessiva con caduta di foglie. Ricordiamo inine che la supericie da irrigare non è quella in prossimità del fusto, come comunemente pensano molti hobbisti, ma tutta quella coperta dalla chioma. Concimazione. Ai primi di luglio, per le piante in piena produzione che porteranno a maturazione i frutti a ine agostoprimi di settembre, potete ancora effettuare una concimazione chimica, in relazione alla carica dei frutti, alla disponibilità di acqua e al tipo di portinnesto. I peschi che forniscono 10-30 kg di Pesco. Sintomi della clorosi, ovvero della carenza (insuficienza) di ferro. Si manifesta quando nei terreni con elevata presenza di calcare attivo e quando si è adottato un portinnesto che mal lo sopporta; è inoltre favorita da concimazioni e irrigazioni eccessive. In questi casi è necessario somministrare per via fogliare o radicale dei chelati di ferro SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 2 Pesco. Per le varietà tardive, ai primi di luglio si può ancora effettuare una concimazione chimica con un concime composto tipo NPK 12-2-18 frutti non hanno bisogno, in questo periodo, di apporti chimici e così pure quelli innestati su portinnesti vigorosi come GF 677, Barrier e Cadaman, poiché il grande apparato radicale diminuisce la necessità di concimazioni e irrigazioni. Prima di decidere se effettuare o meno l’intervento, esaminate attentamente un ramo misto (dell’anno) medio, posizionato ad altezza d’uomo, che sia esposto al sole e abbia 3-5 frutti. Se presenta una decina di germogli, la maggior parte dei quali in attiva vegetazione, sicuramente la pianta non ha bisogno di concimazione; così pure se sul dorso della branca sono cresciuti numerosi germogli, alcuni dei quali si stanno trasformando in succhioni. Se invece la produzione prevista è abbondante, circa 50 kg per albero, e se l’osservazione evidenzia che buona parte dei germogli sono fermi, allora potete somministrare 200-300 grammi per pianta di un concime composto tipo NPK 12-6-18, spargendolo alla periferia della chioma. 31 Frutteto Pesco. Prima di decidere se effettuare la concimazione esaminate un ramo misto medio, esposto al sole e con 3-5 frutti: se la maggior parte dei germogli sorti in primavera è ancora in attiva vegetazione, la pianta non ha bisogno di concimazione Questa operazione va effettuata, al massimo, entro i primi giorni di luglio per non incorrere in problemi di riscoppi di vegetazione e mancata ligniicazione dei rami, con successivi possibili danni invernali da gelo. Molti frutticoltori hobbisti, e non solo, ritengono che la buona pezzatura dei frutti sia la conseguenza di abbondanti concimazioni, invece essa dipende da una giusta gestione agronomica: la trinciatura dell’erba e del legno lasciati in loco (che, restituendo buona parte delle sostanze che vengono asportate, aumentano la fertilità del terreno), i corretti diradamenti, le razionali potature verdi e le sensate irrigazioni sono molto più importanti delle concimazioni, le quali se mal effettuate potrebbero portare più problemi che beneici. Se le piante in allevamento di 1, 2 e 3 anni presentano vegetazione scarsa (sotto i 50 cm), potete somministrare 50 grammi per albero di un concime azotato tipo nitrato ammonico-26 o solfato ammonico-20, ogni 10 giorni; le somministrazioni vanno sospese alla seconda decade di luglio per non correre il rischio di far vegetare la pianta anche nel tardo autunno, esponendola così più facilmente ai danni da gelo invernale. Interventi in caso di grandinate. La grandine è sicuramente una delle calamità che mette a dura prova le piante e le persone, le piante per i danni che subiscono a frutti, foglie e rami, i coltivatori per la perdita della produzione tanto attesa. Dopo una grandinata più o meno severa la pianta subisce una battuta d’arresto nello sviluppo vegetativo e, contemporaneamente, è più esposta a eventuali infezioni fungine e batteriche. In luglio e agosto si verificano le grandinate più violente dell’anno. Se la grandine è leggera, con piccole ammaccature sui frutti e qualche lesione sul- 32 le foglie, non vi sono interventi particolari da mettere in atto. Per gli eventi più dannosi, con gravi lesioni a frutti e rami, l’unica cura possibile è staccare subito i frutti irrimediabilmente danneggiati, in modo che l’attività di fotosintesi delle foglie rimaste vada a esclusivo vantaggio del legno, le cui ferite devono cicatrizzarsi, e dei frutti salvabili, che devono completare la maturazione. Oltre a ciò non conviene effettuare alcuna potatura o concimazione, ma assicurare solo una regolare irrigazione che consenta il proseguo dell’attività vegetativa per il resto della stagione. Molto spesso, dopo una severa grandinata, il coltivatore hobbista tende a eliminare tutti i rami gravemente lesionati, rotti o parzialmente cimati; questa operazione è quanto mai dannosa poiché aggiunge danno al danno, asportando anche quel poco di vegetazione rimasta e che, pur fortemente ridotta, svolge la funzione della fotosintesi. Dopo una grandinata oltre che togliere i frutti lesionati è consigliabile effettuare al più presto un trattamento antimonilia (vedi «Interventi itosanitari», a pag. 36). Pesco. Gravi danni da grandine su nettarine in fase di maturazione Pesco. In questo periodo si raccoglie la maggior parte delle varietà. Nella foto: Elegant Lady, che matura nella terza decade di luglio (vedi indirizzi vivai a ine rubrica) Trinciatura dell’erba. Per arricchire il terreno di sostanza organica è buona cosa falciare l’erba quando è matura, dopo la ioritura, e lasciarla in loco. La trinciatura dell’erba e del legno di potatura restituiscono al terreno oltre l’80% delle sostanze che la pianta ha asportato. Questa pratica è da anni attuata nei frutteti specializzati con grandi vantaggi nel risparmio di concimazioni chimiche e organiche; le piante inoltre presentano sempre un buon vigore vegetativo, con un fogliame particolarmente verde. Raccolta. In questo bimestre si raccoglie la maggior parte delle varietà di pesche e nettarine, sia bianche che gialle. Tra le pesche gialle maturano, in ordine di tempo: – Spring Lady, Crimson Lady, Royal Glory (prima decade di luglio); – Rich Lady, Summer Rich, Red Haven (seconda decade di luglio); – Glohaven, Maria Marta (terza decade di luglio); – Elegant Lady, Rome Star (prima decade di agosto); – Summer Lady, Fayette (seconda decade di agosto); – Gugliemina (terza decade di agosto). Tra le nettarine maturano, in ordine di tempo: – Laura (prima decade di luglio); – Big Top, Maria Carla (seconda decade di luglio); – Diamond Ray (terza decade di luglio); – Stark Red Gold, Maria Aurelia (prima decade di agosto); – Venus, Orion (prima decade di agosto); – Sweet Red, Max (seconda decade di agosto); – Maria Dolce, Sweet Lady (terza decade di agosto). Tra le pesche bianche maturano, in ordine di tempo: – Maria Bianca, Rosa del West, Benedicte (seconda decade di luglio); – Tendesse (terza decade di luglio-prima di agosto); – Duchessa d’Este, Maria Delizia, Michelini (seconda e terza decade di agosto). Qualità e conservabilità dei frutti dipendono molto dall’epoca e dalle modalità di raccolta: è la pianta stessa a indicarvi il momento ideale per questa operazione, che si veriica quando all’estremità delle branche si ha qualche frutto maturo. Dall’osservazione di questi frutti ci si può rendere anche conto del colore di fondo, del sovracolore, della consistenza e pezzatura tipici di ogni varietà. Se si inizia la raccolta quando vi sono alcuni frutti maturi all’estremità delSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto le branche, gli altri tendono a maturare scalarmente, ma rapidamente, e sono necessari pochi stacchi. Qualora, invece, la raccolta venga iniziata con notevole anticipo, anche i rimanenti frutti tendono ad anticipare la maturazione dilazionandola però nel tempo. In linea generale le pesche tendono ad aumentare di pezzatura e di colore nei giorni prossimi alla maturazione; per questo se non si hanno ben presenti le caratteristiche della varietà, si corre il rischio di raccogliere con troppo anticipo. Inoltre negli ultimi anni molte delle varietà messe in commercio hanno una colorazione rossa su quasi tutta la supericie del frutto, colorazione che si manifesta diversi giorni prima della maturazione. Per raccogliere in modo corretto, si deve prendere il frutto a mano piena, staccarlo ruotandolo leggermente e deporlo delicatamente nel contenitore (senza farlo cadere dall’alto): ammaccature anche piccole comprometterebbero la conservabilità del frutto e quella dei frutti vicini. Particolare attenzione va posta alle pesche bianche tradizionali o alle bianche piatte, la cui consistenza è generalmente media o medio-scarsa. La raccolta si deve effettuare nelle ore fresche della giornata, ponendo immediatamente i frutti raccolti all’ombra e successivamente in locali freschi e al buio. Innesti a gemma dormiente e a scheggia. Dopo la metà di agosto è possibile effettuare queste tipologie di innesto scegliendo con molta attenzione le marze da utilizzare. Infatti, in diverse parti d’Italia, e non solo, vi è una grave malattia da virus, la sharka (vedi n. 4/2012, a pag. 37), che causa seri danni ai frutti e che si trasmette anche per mezzo degli aidi, ma in modo particolare con l’innesto. È una malattia soggetta a lotta obbligatoria (è prevista l’estirpazione delle piante ammalate o degli impianti parzialmente infetti), nella diffusione della quale il prelievo delle marze per l’innesto riveste però un ruolo molto importante nella diffusione del virus. Se si vuole prevenire la malattia, è opportuno quindi, prima di prelevare del materiale per l’innesto, osservare attentamente, anche durante la fase vegetativa, l’albero da cui si preleva, in modo da appurarne la sanità con assoluta certezza. Così facendo, inoltre, si possono anche valutare le caratteristiche della varietà che si vuole innestare. Oltre che da piante sane, e in posizioni esposte alla luce, le marze prescelte deSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Pesco. Dopo la metà di agosto è possibile effettuare gli innesti a gemma dormiente (nella foto) e a scheggia vono presentare una buona maturazione del legno. Subito dopo la raccolta private i rametti delle foglie, lasciando 1 cm di picciolo: questo permetterà di manovrare meglio le gemme durante le operazioni di innesto e di valutarne, dopo alcuni giorni, l’attecchimento (il picciolo si staccherà facilmente dalla gemma). Per l’innesto a gemma dormiente, quando prelevate le marze dal rametto tagliate partendo 1 cm sotto la gemma per uscire qualche centimetro sopra, ma lasciando la gemma attaccata al ramo. Quando effettuate l’incisione a «T» sul portinnesto, incidete sola la corteccia senza intaccare il legno sottostante altrimenti, nelle drupacee, avrete la formazione di abbondante gomma che ostaco- lerà l’attecchimento dell’innesto. L’innesto a gemma può essere fatto anche su grosse branche, mentre quello a scheggia va praticato su un portinnesto di piccolo diametro (1-2 cm) e può essere eseguito anche quando la corteccia si stacca con dificoltà dal legno. In entrambi i casi, la legatura può essere fatta con diversi materiali. In commercio esistono anche nastri fotodegradabili che permettono di coprire anche la gemma senza danneggiarla; se non disponete di questi materiali coprite subito gli innesti con della carta, altrimenti nell’arco di alcuni giorni saranno facilmente colpiti da attacchi di cidia molesta e anarsia. Le legature e le protezioni degli innesti andranno tolte nella primavera successiva. Collegandovi al nostro sito Internet po tete vedere gratuitamente due ilmati, ciascuno della durata di circa un minuto e mezzo, nei quali il nostro esperto vi spiega come si eseguono questi innesti: cliccate su www.vitaincampagna. it/rdVic/video4.asp (innesto a gemma dormiente) e su http://www.vitaincam pagna.it/rdVic/video10.asp (innesto a scheggia). Inoltre, entrambi gli innesti sono descritti nella «Guida illustrata alla propagazione delle piante da frutto e della vite», supplemento al n. 2/2007 [1]. Albicocco Potatura. Per la potatura verde delle piante in allevamento e in produzione rimandiamo alla recente «Guida illustrata alla potatura delle piante da frutto: pomacee e drupacee», supplemento al n. 10/2011. Chi non fosse in possesso della Guida può acquistarla contattando il nostro Servizio abbonamenti (Tel. 045 8009480 - Fax 045 8012980 - E-mail: [email protected]). Albicocco. La raccolta è un’operazione delicata, dalla quale dipende la conservabilità del prodotto. Deve essere effettuata nelle prime ore del mattino depositando delicatamente i frutti nei contenitori e riponendoli quanto prima in locali freschi Raccolta. A luglio maturano molte varietà di albicocco particolarmente produttive e di bell’aspetto: Portici, Pisana, Boccuccia liscia, Piera, Lady Elena. Ad agosto è la volta di Augusta 1, Augusta 2 e Augusta 3, Farbaly, Faria, Farius, Fardao. Come per molti altri frutti estivi, se si vuole che le albicocche abbiano una buona conservabilità, si deve procedere alla raccolta nelle ore fresche della giornata, avendo cura di riporle subito all’ombra e successivamente in locali freschi e al buio. Piccole quantità di prodotto possono essere immerse in acqua e ghiaccio per 33 Frutteto una ventina di minuti, inché la temperatura al nòcciolo si abbassa a circa 5 °C, allo scopo di togliere il «calore di campo» e prolungare così la conservazione. Altri lavori. Per quanto riguarda irrigazione, trinciatura dell’erba e innesti si veda quanto indicato per il pesco. Susino Potatura. Per la potatura verde delle piante in allevamento e in produzione rimandiamo alla recente «Guida illustrata alla potatura delle piante da frutto: pomacee e drupacee», supplemento al n. 10/2011. Chi non fosse in possesso della Guida può acquistarla contattando il nostro Servizio abbonamenti (Tel. 045 8009480 - Fax 045 8012980 - E-mail: [email protected]). Raccolta. In questo bimestre sono moltissime le varietà di susino che maturano, sia europee che cino-giapponesi. Tra le cino-giapponesi, a luglio maturano Shiro, Black Star, Black Gold, Fortune; ad agosto T.C. Sun, Midnight Sun, Bella di Barbiano. Tra le varietà europee in maturazione a luglio ci sono Firenze 90 e Sugar; ad agosto Regina Claudia Verde, Regina Claudia Dorata, Regina Claudia D’Althan, Blufree, Sugar Top. Per una migliore conservazione i frutti di susino si devono raccogliere nelle prime ore del mattino, staccandoli dai rami con il peduncolo, senza togliere la pruina (cioè lo strato ceroso presente sulla buccia), e deponendoli poi delicatamente nei contenitori. Piccole quantità di prodotto, subito dopo la raccolta, si possono immergere in acqua e ghiaccio per togliere il «calore di campo» allo scopo di migliorare la conservazione. qualche giorno rispetto alla pianura. Questo ritardo può essere realizzato soltanto negli areali dove non è ancora presente un parassita di recente introduzione nel nostro Paese, proveniente dall’Oriente, la Drosophila suzuki, che sta procurando ingenti danni proprio in fase di maturazione. Potatura verde. In tutte le zone di coltivazione del ciliegio, a eccezione di quelle montane, la raccolta è ormai inita e a ine luglio-metà agosto è il momento di eseguire la potatura degli alberi in produzione, che sono innestati su portinnesti tradizionali e quindi di elevato vigore (ciliegio selvatico o franco, ciliegio di S. Lucia o Malebbo, Colt). Si deve però evitare di intervenire troppo presto, subito dopo la raccolta, per non favorire una ripresa di vegetazione, soprattutto a seguito di temporali estivi che rinfrescano l’ambien- Susino. In questo bimestre si raccolgono numerose varietà di susino a maturazione medio-tardiva, sia europee che cino-giapponesi. Nella foto: Fortune, varietà cino-giapponese che matura nella terza decade di luglio (vedi indirizzi vivai a ine rubrica) te. Si rischia altrimenti la schiusura di gemme utili per l’anno successivo e la produzione di vegetazione che non avrà tempo di ligniicarsi in modo adeguato e sarà più facilmente suscettibile a danni da freddi precoci. La potatura estiva ha come primo obiettivo quello di eliminare i succhioni che si sono sviluppati nel corso dell’anno e tutte le ramiicazioni in eccesso nella parte alta della chioma dell’albero, che provocano ombreggiamento. Queste parti, se lasciate, oltre a consumare nutrienti, impediscono la buona maturazione delle gemme sottostanti che daranno origine alla produzione del prossimo anno. Bisogna prestare attenzione poi a non effettuare tagli energici che non avrebbero il tempo di cicatrizzarsi suficientemente, lasciando facili vie di accesso a malattie, che potrebbero dare origine a cancri e a gomma. Per questo motivo è bene rimandare a ine inverno i grossi tagli. Buona pratica, quindi, è non portare con sé il seghetto e limitarsi a effettuare semplici tagli con le sole forbici. Una forte potatura estiva poi pone improvvisamente allo scoperto la faccia superiore delle branche, esponendola a pericolose scottature della corteccia, che possono anch’esse contribuire a dare origine a cancri e gomma. La potatura estiva, fra le altre cose, riducendo la quantità di foglie che si trovano sulla chioma, limita la traspirazione dell’albero e le necessità idriche dello stesso rendendolo più resistente alla siccità, cosa che appare particolarmente utile in assenza di irrigazione. Inoltre, la riduzione del numero complessivo di germogli ancora in attività (succhioni) e di gemme consente una migliore nutrizione di quelle rimaste per la produzio- Altri lavori. Per quanto riguarda irrigazione, trinciatura dell’erba e innesti si veda quanto indicato per il pesco. Ciliegio Raccolta. In luglio si procede alla raccolta nelle zone di montagna (oltre i 600-700 metri). Per tale lavoro si rimanda a tutte le considerazioni esposte ne «i Lavori» di maggio-giugno, ricordando che il clima fresco delle zone in quota rallenta la maturazione dei frutti e favorisce la tenuta in pianta degli stessi con la possibilità di dilazionare la raccolta di 34 2 1 Susino. 1-La raccolta si esegue al mattino presto, portando quanto prima i frutti in locali freschi. 2-Le susine vanno staccate con il peduncolo, evitando di rimuovere l’abbondante pruina che le preserva dai marciumi SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto a re in atto interventi di natura agronomica mirati al contenimento dell’evaporazione di acqua dal terreno. Per esempio, è possibile effettuare sarchiature supericiali per rompere la continuità delle vie di risalita dell’acqua presente nel terreno ed eliminare le erbe infestanti, che competono con i mandorli per l’utilizzo dell’acqua. Si può anche ricorrere alla pacciamatura, cioè alla copertura del terreno con materiale inerte di origine naturale (paglia, stoppie, erba secca), sempre per frenare la perdita d’acqua per evaporazione. b 1 2 Ciliegio. Negli alberi in produzione innestati su portinnesti vigorosi (franco, ciliegio di S. Lucia, Colt) si esegue la potatura; nelle foto un ciliegio allevato a fusetto prima (1) e dopo (2) l’intervento. Con questa operazione non si devono mai effettuare tagli energici (la cui esecuzione va rimandata a ine inverno) e ci si deve limitare a eliminare i succhioni (a) e i rami in eccesso (b) nella parte alta dell’albero, che se lasciati provocano ombreggiamento, consumano nutrienti e impediscono la buona maturazione delle gemme destinate a fornire la produzione del prossimo anno ne del prossimo anno. Da evitare invece la potatura verde su ciliegi poco vigorosi, come possono essere quelli innestati sui portinnesti deboli di recente adozione, nei quali potrebbe determinare un ulteriore freno alla vegetazione già modesta; soltanto in frutteti al quinto-sesto anno, che mostrano un certo vigore, potrà essere utile l’alleggerimento delle ramiicazioni in eccesso nelle parti alte della chioma. Irrigazione. Nei frutteti irrigui su portinnesti deboli è necessario continuare a irrigare ino a metà settembre con turni e volumi ridotti del 50% rispetto a quanto apportato ino a ine raccolta. Naturalmente in caso di temporali o importanti piogge si deve saltare il turno. Anche su portinnesti tradizionali (franco, Malebbo, Colt) è pratica comune ed errata sospendere l’irrigazione – se presente – dopo la raccolta. Tale pratica, infatti, oltre a essere molto importante per un normale sviluppo delle gemme a iore per l’anno successivo – che se mal nutrite potrebbero risultare di dificile allegagione – impedisce il defogliamento anticipato del ciliegio a seguito di una ine estate calda e siccitosa, come quella del 2011 che in certe situazioni ha causato una ioritura settembrina con danni evidenti anche sulla produzione 2012. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Altri lavori. Per quanto riguarda trinciatura dell’erba e innesti si veda quanto indicato per il pesco. Mandorlo I frutti del mandorlo si avviano alla maturazione completa. Per alcune varietà – le più precoci – la raccolta avviene subito dopo Ferragosto. È importante seguire la pianta, nel corso della maturazione dei frutti, con irrigazioni di soccorso, le quali fanno sì che non arrivi stressata alla raccolta. Di conseguenza, la pratica ha rilessi positivi sulla qualità e sulla quantità della produzione. In questi mesi l’acqua è un bene prezioso, che va utilizzato in maniera molto oculata. È importante avere un impianto eficiente che vi permetta di utilizzare al meglio le riserve idriche. Si può irrigare col sistema a pioggia o, se vogliamo maggiore eficienza, a goccia. Nella scelta del turno e del volume di acqua da utilizzare vi può guidare la composizione del terreno: in quelli a tessitura sciolta bisogna aumentare la frequenza degli adacquamenti; nei terreni più compatti dovete allungare l’intervallo tra i turni, aumentando però i volumi di acqua distribuiti. Nel contempo potete anche mette- Raccolta. Ad agosto arriva il momento della raccolta dei frutti delle varietà a maturazione più precoce. In questo mese si raccolgono la Tuono (diffusissima nelle zone mandorlicole del Centro-Sud), la Pizzuta d’Avola e la Fascionello (nella zona sudorientale della Sicilia), l’Arrubia e la Cossu (in Sardegna). Quando il mallo si mostra disseccato e aperto, distaccato dal guscio, i frutti sono maturi. È l’ora di raccogliere, e per farlo potete utilizzate diverse modalità. Raccolta manuale. Si raccolgono direttamente i frutti posti nella parte bassa della pianta, mentre quelli nella parte alta possono essere colti a mano utilizzando delle scale – cosa sempre abbastanza rischiosa per l’operatore – o fatti cadere a terra percuotendo le ramiicazioni con lunghe pertiche di legno, operando da terra. Quest’ultimo tipo di raccolta è la tradizionale abbacchiatura, un po’ traumatica per le piante, ma con scarsi pericoli per i raccoglitori. Prima della raccolta si dispongono sotto le piante le reti di raccolta, dalle quali raccattare poi i frutti e deporli in cassette o altri contenitori. L’operazione dell’abbacchiatura è alquanto faticosa; concedetevi spesso delle pause per riposarvi della fatica. Raccolta agevolata. Si effettua con l’utilizzo di attrezzature meccaniche che agevolano il lavoro, abbreviano i tempi di raccolta e affaticano meno l’operatore rispetto ai sistemi tradizionali sopra descritti. In commercio ci sono vibratori pneumatici o a batteria, dotati nella parte terminale di un’asta provvista di gancio, la quale consente di afferrare i rami e farli vibrare provocando la caduta delle mandorle. Anche in questo caso occorre stendere sul terreno le reti di raccolta, come descritto precedentemente. Raccolta meccanica. È la soluzione più economica quando gli alberi sui quali effettuare la raccolta sono tanti ed 35 Frutteto Mandorlo. In agosto si raccolgono le varietà più precoci. Il disseccamento, l’apertura e il distacco del mallo dal guscio indicano che i frutti sono maturi Mandorlo. Dopo la raccolta si procede alla smallatura, operazione per la quale si utilizzano apposite macchine in grado di separare il mallo dal guscio è quindi impensabile utilizzare i metodi descritti precedentemente. Meglio allora ricorrere agli scuotitori, attrezzi meccanici collegati alla presa di forza di un trattore, provvisti di una vera e propria pinza di grandi dimensioni con la quale si agganciano i tronchi dei mandorli. La pinza provoca un’intensa vibrazione dell’albero con la conseguente caduta delle mandorle, il tutto in pochi secondi. L’evoluzione di questo sistema di raccolta è l’utilizzo degli ombrelli di raccolta, cioè di grandi ombrelli rovesciati che, quando la pinza aggancia l’albero, cingono la pianta alla base e accolgono i frutti che cadono. La raccolta meccanica è indispensabile per chi possiede grandi mandorleti. Ma poiché l’acquisto delle macchine descritte è dispendioso è possibile ricorrere alla stipula di contratti con ditte che operano in contoterzi specializzate nella raccolta meccanica, normalmente presenti nelle zone di coltivazione del mandorlo o di altre specie per le quali è possibile utilizzare questo sistema di raccolta. Dopo la raccolta i frutti vanno per prima cosa smallati, cioè privati del mallo. Per tale operazione si utilizzano le macchine smallatrici, con le quali si possono separare i malli ormai secchi dal guscio attraverso una vera e propria azione di sfregamento dei frutti gli uni contro gli altri. Le mandorle smallate sono ancora umide, per cui vanno adagiate su grandi stuoie all’aperto, e sottoposte così all’azione disidratante dei raggi solari. H I Interventi itosanitari per le drupacee La monilia (vedi foto H), malattia fungina pericolosa durante la ioritura, può aggredire i frutti anche in prossimità della raccolta, in particolare se la stagione decorre umida e piovosa o se i frutti sono danneggiati da grandinate. In genere in frutteti a conduzione familiare non sono necessari interventi speciici. In ef- L fetti, il problema si manifesta prevalentemente durante la conservazione dei frutti in cella frigorifera. Se ritenete però sia presente sul vostro frutteto, effettuate un intervento con bitertanolo-44,7 (non classiicato) alla dose di 50 grammi per 100 litri di acqua; il prodotto ha un tempo di sicurezza di 21 giorni. Durante il periodo estivo si possono veriicare attacchi da parte dei lepidotteri «carpofagi», che si nutrono cioè di frutti, che sono: per il pesco e la nettarina la cidia molesta e l’anarsia (vedi foto I); per l’albicocco (anche se la maggior parte delle varietà sono già state raccolte) l’anarsia; per il susino la cidia funebrana o tignola del susino (vedi foto L). Utilizzando le trappole a feromoni intervenite al superamento della soglia di 10 adulti per trappola per settimana nel caso di cidia molesta e funebrana e 7 adulti per trappola per settimana nel caso di anarsia, trattando dopo 6-7 giorni con spinosad-44,2 (bio, non classiicato, 7 giorni di tempo di sicurezza) alla dose di 25 grammi per 100 litri di acqua. In caso di voli prolungati ripetete l’intervento dopo 10 giorni. Sullo stesso appezzamento lo spinosad può essere utilizzato al massimo 3 volte all’anno e con non più di 2 interventi consecutivi. Contro l’anarsia potete utilizzare in alternativa prodotti a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki-6,4 (bio, non classiicato) alla dose di 100 grammi per 100 litri di acqua. Nel mandorlo l’unico problema in questo periodo è costituito dalla Monosteira unicostata, la cosiddetta cimicetta del mandorlo (vedi foto M), un insetto lungo pochi millimetri che succhia la linfa dalle foglie rendendole clorotiche. Disturba gli operatori durante la raccolta ma non compromette la produzione. Per contrastarla si può utilizzare piretro-4 (bio, irritante o non classiicato) alla dose di 100 ml per 100 litri d’acqua. M Drupacee. H-Frutti di susino colpiti dalla monilia. I-Danni da anarsia su frutti di pesco. L-Larva (15 mm) e danni della cidia funebrana o tignola del susino. M-Foglia infestata dalla cimicetta del mandorlo 36 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto AGRUMI Lavori In estate gli agrumi sono nella fase di «sviluppo dei frutticini verdi», caratterizzata dalla moltiplicazione cellulare all’interno dei frutti che si protrae per tutto il mese di luglio. In questo periodo è particolarmente intensa la richiesta d’acqua che, statisticamente, raggiunge il picco a ine luglio. Raccolta. In questo periodo maturano i frutti di limone provenienti dalle ioriture estive dell’anno scorso. Si raccolgono anche l’arancio biondo Ovale calabrese, il mandarino simile Ortanique e il pompelmo Star Ruby. Si tratta tuttavia di varietà poco diffuse in Italia. Quest’anno, poi, a causa di una serie eccezionale di calamità – vento, grandine e sabbia –, sarà dificile avere ancora frutti da raccogliere nel periodo estivo. Potatura Come ogni anno, vanno potate in estate solo le piante di limone, anche a causa della presenza del «malsecco»: in questa stagione e nelle condizioni di caldo secco delle aree mediterranee, il fungo è infatti meno attivo nel penetrare attraverso i tagli. Eliminate i succhioni ed evitate tagli eccessivi che provocherebbero un’accentuata emissione di vegetazione estiva e/o autunnale, più soggetta ad attacchi di «malsecco» e minatrice serpentina. Mantenete la chioma a «minigonna», tagliata cioè a 60 cm di altezza dal suolo, per evitare che entri in contatto con le erbe spontanee: il taglio così effettuato consente di gestire meglio le popolazioni delle formiche dell’agrumeto, impedendo loro di passare dall’erba alla chioma risalendo dai rami stri- Agrumi. Concime organico pellettato pronto per essere distribuito con lo spandiconcime. La distribuzione estiva di concime organico non comporta problemi, perché è il periodo meno piovoso dell’anno e la possibilità di inquinamento delle falde idriche è ridotta al minimo SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Agrumi. In questo periodo viene raccolto prevalentemente il limone, perchè capace di dare frutti commerciabili provenienti dalle ioriture estive dello scorso anno scianti, e facilita l’esecuzione di trattamenti a base di colla localizzati al tronco; inoltre, la migliore aerazione del tronco diminuirà il rischio di attacchi di itoftora, sia sul tronco che sui frutti. Per tutte le altre specie valutate la presenza di frutti: potrebbero essere in annata di «scarica» e quindi converrebbe rimandare la potatura alla primavera dell’anno prossimo, quando si dovrà fronteggiare semmai l’eccesso di «carica» intervenendo con un buon diradamento dei rami. Concimazione. In questo periodo non distribuite elementi nutritivi al terreno, soprattutto se si prospetta un’annata di forte «carica», perché un eccesso di concime ridurrebbe ulteriormente la qualità del raccolto (per esempio diminuisce il contenuto in succo). Entro luglio potete invece effettuare ancora concimazioni fogliari a base di urea tecnica (500 grammi per 100 litri d’acqua) e solfato di zinco e manganese (125 grammi per 100 litri d’acqua) allo scopo di migliorare ancora la possibilità di aumentare l’allegagione di un’eventuale ioritura tardiva o ioritura «di San Giovanni» (così chiamata perché si presenta alla ine di giugno, in epoca prossima al giorno dedicato a questo santo). I frutti che ne deriveranno avranno una minore qualità, rispetto a quelli della normale ioritura primaverile, poiché si sviluppano in un periodo di «sovralimentazione», cioè con maggiore disponibilità degli elementi nutritivi nel terreno. Tuttavia, in annate di «scarica» come questa, potrebbero acquisire un valore aggiunto inusuale, perché maturano tardivamente, magari quando l’offerta del mercato non è suficiente a soddisfare i consumi. Se la vegetazione estiva è ben sviluppata, potrebbe essere utile anche un trattamento, sempre fogliare, a base di fosito di potassio (per esempio Phos-Phyto della ditta Pavoni, 250 grammi per 100 litri d’acqua). Qualora sia necessario somministrare chelati di ferro al terreno, è questo il momento per farlo, poiché per essere correttamente assorbiti necessitano di un apparato radicale al massimo dell’attività. A partire da metà agosto e ino a metà ottobre, con un’analisi fogliare è utile farsi un’idea della presenza degli elementi minerali di cui più comunemente si ha una carenza o un eccesso (azoto e potassio) o solo un eccesso (boro). Allo scopo, prelevate almeno 100 foglie senza sintomi di carenze, emesse nella primavera scorsa, da germogli vegetativi (senza frutto), da tutte le esposizioni e per appezzamento omogeneo (per varietà, anno d’impianto, portinnesto, presenza di impianto irriguo, ecc.). Portate il campione ad un laboratorio di iducia, conservandolo in un recipiente termico nel quale introdurrete dei «siberini» (i diffusi contenitori in plastica blu o verde che, previo congelamento del liquido al loro interno, si usano per mantenere bassa la temperatura), altrimenti si deteriora nel giro di poche ore. Gestione del suolo. Le lavorazioni con erpici sono da preferire all’impiego della fresa che, polverizzando il terreno, ne determinano il compattamento. Per evitare questo problema, cercate anche di ridurre al minimo il passaggio di mezzi pesanti e degli operai nell’agrumeto. Le lavorazioni vanno limitate al minimo, poiché la polvere sollevata intralcia gli insetti e gli acari utili nella loro attività di controllo dei parassiti. Agrumi. La colorazione intensa e le elevate dimensioni delle foglie e dei frutti indicano che le piante sono adeguatamente nutrite e irrigate 37 Frutteto da 2 cm a 4 cm di diametro. La spaccatura dei frutti ombelicati, avviene principalmente se l’intervallo tra un’irrigazione e la successiva (turno irriguo) è troppo lungo o il fabbisogno non è stato soddisfatto. A tal proposito, ricordiamo che i sistemi di impianto a goccia sono l’ideale per l’irrigazione dell’agrumeto, perché si irriga ogni giorno e si evita qualsiasi stress idrico. Se il terreno è sabbioso il turno si deve abbreviare, la superice irrigata si deve allargare (aumentando il numero di gocciolatori o impiegando erogatori a spruzzo) e la quantità d’acqua somministrata per turno irriguo si deve diminuire, perché questo tipo di terreno trattiene meno acqua. Per controllare se state effettuando una buona irrigazione, scavate una buca di almeno 60 cm e osservate se l’acqua è arrivata ino a quella profondità. Fate analizzare l’acqua per controllarne la salinità: se contiene troppo sodio aumentate le quantità distribuite per abbassare la tensione con cui il sale impedisce all’apparato radicale di assorbirla. Se invece contenesse troppo boro, concimate esclusivamente il terreno (e non effettuate concimazioni fogliari) aumentando la quantità di azoto, perché la pianta avrà maggiori esigenze di tale elemento dovute ad un più rapido ricambio fogliare (l’intossicazione da boro determina una più breve vita della foglia). Agrumi. Esito del diserbo in postemergenza con glifosate, effettuato nell’interila di un giovane agrumeto non ancora in produzione Ricordate che dagli agrumi i frutti vengono raccolti anche dopo le piogge autunno-vernine, che possono essere anche intense. Questo è quindi il periodo migliore per realizzare i drenaggi, indispensabili per una buona produzione. In previsione di nuovi impianti con piante innestate sui portinnesti ibridi dell’arancio trifogliato (più tolleranti al virus della «Tristeza» rispetto all’arancio amaro, ma più sensibili di questo ai danni da ristagno d’acqua), potete sistemare il terreno in modo che i ilari risultino al centro di «aiole» a sezione trapezoidale, rialzate di 60 cm rispetto al piano di campagna e larghe 2 metri alla sommità. Negli agrumeti adulti realizzate dei fossati di pendenza adeguata, profondi 60 cm e larghi da 50 a 150 cm, in relazione alla massa d’acqua che occorre allontanare dall’agrumeto, da riempire con materiali porosi (per esempio con pietrisco lavico) che permettono lo scorrimento sotterraneo delle acque in eccesso e, contemporaneamente, il passaggio dei mezzi meccanici in supericie. Considerate che la maggior parte dell’apparato radicale sta nei primi 60 cm e pertanto occorre fare in modo che, anche in caso di precipitazioni molto intense, l’acqua possa essere rapidamente allontanata dall’area esplorata dalle radici. Irrigazione. Siamo nella fase di sviluppo e ingrossamento dei frutti; statisticamente questo è il periodo in cui gli agrumi consumano la maggior parte dell’acqua necessaria al loro sviluppo ottimale; una limitata disponibilità idrica può quindi compromettere sia la quantità che la qualità dei frutti. In linea generale, rispetto agli altri fruttiferi, grazie ad un più eficiente sistema di apertura e chiusura degli stomi delle foglie, gli agrumi hanno minori esigenze idriche. Queste, tuttavia, sono commisurate allo sviluppo della chioma dell’albero e alla quantità di frutti presenti. Ai ini di stabilire il momento in cui effettuare l’irrigazione è necessario che impariate a riconoscere i sintomi sulle foglie di una pianta sottoposta a stress idrico: se al mattino presto notate un loro leggero «arrotolamento», irrigate con 500 metri cubi d’acqua a ettaro. Un altro metodo consiste nel misurare il calibro dei frutticini: nel corso di luglio e agosto dovrebbero passare, per il solo effetto dell’assorbimento d’acqua, 38 1 2 Agrumi. 1-I fossi di scolo sono in molti casi indispensabili e si devono realizzare nel periodo secco dell’anno. 2-Un cumulo di pietrisco lavico, materiale molto comune nella Sicilia orientale, proveniente dalle cave dell’area dell’Etna; viene utilizzato come materiale di riempimento dei fossi di scolo, per favorire lo sgrondo delle acque in eccesso Agrumi. La spaccatura dei frutti è sintomo di un insuficiente apporto di acqua Interventi itosanitari per gli agrumi Nell’eventualità remota che abbiate ancora frutti maturi sulle piante, a esclusione del limone che non subisce danni, occorre gestire eventuali infestazioni di mosca mediterranea della frutta (vedi foto N). Per un buon controllo del parassita nel periodo luglio e agosto, effettuate cinque trattamenti, uno alla settimana, con spinosad-0,024 (Spintor fly, bio, non classiicato) alla dose per ettaro di 1 litro in 4 litri d’acqua. Per quanto riguarda le cocciniglie, è necessario controllare le popolazioni delle formiche glicifaghe (vedi foto O): nell’intento di «allevare» le cocciniglie perché producano la melata di cui si nutrono, le formiche predano tutti gli organismi utili residenti nell’agrumeto, i quali tengono in equilibrio biologico anche le popolazioni di altri parassiti che non producono melata, come i ragnetti. Se vi accorgete che le formiche sono presenti sul 30-50% della chioma, intervenite spalmando i tronchi con colle a SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto N O P Agrumi. N-Un adulto di mosca mediterranea della frutta (5-6 mm). O-Formiche glicifaghe (3 mm) che «accudiscono» una colonia di cotonello. P-Danni causati dalla minatrice serpentina base di esano o polibutene, avendo cura di proteggerle dagli spruzzi di acqua e dall’azione del sole per aumentarne la persistenza. Per evitare fenomeni di itotossicità, prima di spalmarle applicate a protezione del tronco, nel punto un cui si impalcano le branche principali (in modo che l’applicazione risulti all’ombra nelle ore centrali della giornata), una fasciatura di 15 cm di nastro bianco di plastica del tipo che si usa per evitare le perdite dei tubi dell’impianto di irrigazione («telon»); la cosa va fatta soprattutto se si tratta di piante giovani, con tronchetti teneri ancora in gran parte esposti al sole. Qualora siate certi che l’infestazione è da parte della formica argentina, la specie più aggressiva presente nell’agrumeto, è autorizzato l’uso di clorpirifos etile-21,5 (non classiicato) alla dose di 300 grammi per 100 litri di acqua. La minatrice serpentina (vedi foto P) è dannosa solo negli impianti con meno di quattro anni. Alla comparsa delle prime mine utilizzate abamectina1,84 (nocivo, 10 giorni di tempo di sicurezza) alla dose di 40 ml in 100 litri di acqua. Questo prodotto ha effetto anche contro acari e tripidi. La cocciniglia bianca del limone, la cocciniglia rossa e il ragnetto rosso vanno trattati al superamento della soglia del 5-10% dei frutti infestati con 1 olio minerale paraffinico (olio bianco «estivo», bio, non classiicato, 20 giorni di tempo di sicurezza) alla dose di 1,2 kg per 100 litri d’acqua. ALTRE SPECIE IMPORTANTI Actinidia Nei mesi di luglio e agosto, con riferimento al Nord Italia, l’actinidia si trova nella fase di «sviluppo dei frutti»; al Centro e al Sud l’anticipo è mediamente di 15-30 giorni e pertanto a ine bimestre le piante possono trovarsi in fase avanzata di «sviluppo dei frutti». Lavori Potatura. Per la potatura verde delle piante in allevamento e in produzione rimandiamo alla recente «Guida illustrata 2 Actinidia. In luglio le potature verdi eccessive, esponendo repentinamente al sole i frutti e la vegetazione ino a quel momento rimasti in ombra, possono causare fenomeni di scottature ai frutti (1) e alle foglie (2) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 alla potatura delle piante da frutto», supplemento al n. 2/2012. Riconoscimento dei sintomi di alcune avversità. In questo periodo possono comparire i sintomi della carie, di danni da freddo, marciumi al piede delle piante e ingiallimenti da clorosi ferrica. Carie. A luglio è possibile osservare, su alcuni tralci, numerosi germogli con foglie ripiegate verso il basso e fortemente ingiallite o che presentano delle macchie essiccate di forma circolare: si tratta quasi sempre dei sintomi della carie (vedi foto Q a pag. 40), una malattia dovuta a seccumi interni del cordone, del fusto o del moncone su cui è inserito il ramo, che impediscono il regolare passaggio della linfa. In alcuni casi, dopo una partenza con sintomi molto evidenti, nel proseguo della stagione questi si attenuano e i tralci portano a maturazione i frutti. Sempre in questo periodo possono comparire sulle foglie delle chiazze di secco di varie dimensioni, le quali con il passare del tempo portano alla morte e alla caduta delle foglie stesse e dei frutti. L’anno successivo, al debutto vegetativo i sintomi possono ripresentarsi o scomparire. La carie non si può curare. Possiamo cercare di risolvere il problema allevando opportunamente un succhione sorto nella parte bassa del fusto, utilizzandolo l’anno successivo per sostituire la parte sopra infetta che elimineremo. Danni da freddo. Sul fusto si possono formare degli ingrossamenti a forma di bottiglione, al di sotto dei quali si sviluppano numerosi germogli. Questi ingrossamenti corrispondono spesso a vecchie lesioni da freddo, che producono all’interno del legno delle zone necrotiche (di tessuto morto), le quali impediscono il passaggio della linfa riducendo la vigoria della pianta. In caso, allevate uno o due germogli sorti al di sotto dell’ingrossamento e preparatevi nel giro di 2-3 anni a eliminare la parte ingrossata. Marciumi al piede. In alcuni casi, 39 Frutteto specialmente nei terreni pesanti o male irrigati, alla base della pianta sorgono numerosi polloni, che portano a una riduzione del suo vigore. Sono la conseguenza di marciumi da itoftora, una malattia molto grave che aggredisce questa parte deformandola a «zampa di elefante», facendola marcire completamente e portando la pianta alla morte nel giro di qualche anno. I polloni, se allevati per formare un nuovo albero, dopo qualche tempo seguiranno la stessa sorte. Sono poche le possibilità di cura di questa malattia, la quale si può solo prevenire evitando di bagnare la base del fusto con le irrigazioni. Giallumi. Alla fine di agosto alcuni germogli che sono stati cimati in precedenza possono formare ricacci fortemente ingialliti: è un sintomo evidente di clorosi ferrica (dovuta a un insuficiente assorbimento del ferro) che si manifesterà in modo grave alla prossima ripresa vegetativa. Si deve quindi essere pronti a somministrare in settembre, quando il terreno è ancora caldo, chelati di ferro al terreno. Irrigazione. L’actinidia necessita di acqua più di altre culture, avendo un apparato fogliare molto espanso e un accrescimento molto rapido. Il consumo di acqua da parte della pianta varia però di giorno in giorno. Nelle giornate di caldo afoso con calma di vento gli alberi non soffrono: l’acqua che emettono sotto forma di vapore attraverso alle aperture che si trovano sulle foglie (stomi), mantiene intorno a loro una certa frescura. Gli alberi soffrono invece molto nelle giornate calde e ventose, quando il vapore acqueo emesso dalle foglie viene allontanato dal vento, costringendo le piante ad assorbire in continuazione acqua dal terreno. Una buona irrigazione consiste nell’abituare l’albero a spingere le sue radici negli strati profondi (30 cm) del Actinidia. Le grandinate severe che a volte si veriicano in luglio e agosto possono causare la perdita non solo della produzione dell’annata, ma anche di quella dell’anno successivo. In caso, anche per l’actinidia il consiglio è quello di togliere tutta o buona parte dei frutti danneggiati e di evitare interventi di potatura Q Actinidia. Q-Caratteristiche macchie di secco sulle foglie dovute alla presenza della carie sul legno. Spesso in luglioagosto le foglie gravemente colpite cadono lasciando i rami spogli terreno, qualsiasi sia il sistema di irrigazione adottato. Dopo un’irrigazione che bagni almeno una trentina di centimetri di terra (profondità che si veriica scavando una buca con un badile qualche ora dopo una somministrazione di acqua), la successiva irrigazione va fatta quando la pianta lo segnala, quando cioè nel tardo pomeriggio le foglie tendono a piegarsi verso il basso. Nel mese di luglio e agosto, leggeri appassimenti delle foglie durante le ore più calde non pregiudicano la pezzatura futura dei frutti. Prima di effettuare l’irrigazione accertatevi a quale profondità si trova il terreno umido: potete così meglio regolarvi, in base all’esperienza precedente, e stabilire quanto tempo dovrà durare l’irrigazione che siete in procinto di effettuare. Se avete poche piante e non disponete di un impianto d’irrigazione isso, e dovete quindi irrigare con un comune tubo di gomma, non bagnate vicino al fusto ma alla periferia della chioma, così da evitare marciumi al piede della pianta. Evitate che l’acqua scorra via in supericie; se ciò accade, effettuate l’irrigazione interrompendola in più riprese. Valutate bene anche le eventuali piogge che spesso in questo bimestre cadono abbondanti. In linea generale in un terreno di medio impasto 1 mm di pioggia bagna 7 mm di terreno. Le irrigazioni eccessive o inutili sono il presupposto per infezioni al colletto provocate da itoftora, eccessi di vegetazione, scarsa conservabilità dei frutti, attacchi da monilia ai peduncoli dopo la raccolta e ingiallimenti alla ripresa vegetativa. Diradamento dei frutti. È questa un’operazione che dovreste aver già effettuato nel bimestre precedente. In ogni caso potete ora ripassare e veriicare se vi sono ancora dei frutti deformati o di forma rotondeggiante (cioè quelli che non sono stati ben impollinati): non raggiungeranno mai una pezzatura ottimale e, anche se buoni da mangiare, conviene comunque eliminarli per non caricare la pianta con frutti di poco pregio. Concimazione. All’inizio del mese di luglio, se la produzione si presenta particolarmente abbondante (50 kg, pari a circa 600 frutti, per pianta) e le piante hanno una vegetazione stentata, potete ancora effettuare una concimazione chimica. In questi casi somministrate 200 grammi di concime complesso tipo NPK 12-6-18 o di nitrato potassico-15+46. Per le piante che non raggiungono queste produzioni evitate qualsiasi apporto chimico, poiché porterebbe più problemi che beneici. Interventi itosanitari per l’actinidia 1 2 Actinidia. 1-Pianta morta per asissia radicale. 2-Particolare di un apparato radicale con un marcato ispessimento di alcune radici, chiaro sintomo di asissia 40 La pericolosa batteriosi o cancro batterico dell’actinidia (vedi foto R) durante il periodo estivo normalmente osserva un periodo di stasi. Pseudomonas sirynSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto gae var. actinidiae, il batterio che causa questa malattia, ama infatti le temperature fresche e le giornate umide, tipiche dei periodi primaverile e autunnale. Tuttavia, in questo periodo, mantenete sotto attenta osservazione il vostro frutteto, così da rilevare prontamente eventuali disseccamenti dei rami, causati da cancri, sfuggiti ai controlli primaverili, come pure eventuali maculature sulle foglie. Non è semplice distinguere questi sintomi, per cui è sempre consigliabile rivolgersi al Servizio itosanitario della vostra Regione per un parere e una diagnosi. Per ulteriori informazioni su questa malattia si veda l’articolo pubblicato sul n. 4/2012, a pag. 33. Castagno Actinidia. In questo bimestre è importante effettuare le necessarie irrigazioni: l’actinidia necessita di acqua più di altre colture, a causa di un apparato fogliare assai espanso e di un accrescimento molto rapido Lavori Frutteti di castagno. I primi quindici giorni di luglio sono caratterizzati dalla fase inale della «ioritura», fase che si protrae per tre settimane circa a partire dalla seconda decade di giugno. Questo periodo è molto delicato per gli equilibri produttivi e richiede che si presti particolare attenzione ad alcune esigenze speciiche della pianta. L’irrigazione è una pratica che riveste un ruolo fondamentale per l’ottenimento di risultati produttivi costanti, al punto che non se ne può prescindere. Mentre alla ioritura non è consigliabile intervenire con l’irrigazione del castagneto (in quanto può alterare il microclima del frutteto creando problemi alla durata della ioritura, distanza di rilascio e funzionalità del polline, ecc.), a ine ioritura, cioè dopo la caduta degli amenti (iori maschili), si può intervenire con piccole somministrazioni laddove si rendano necessarie. Negli impianti in fase giovanile (dal 1° al 6° anno) non bisogna attendere che il suolo sia asciutto da lungo tempo: le giovani piante di castagno hanno un apparato radicale supericiale e non possono resistere a periodi siccitosi prolungati. La tempestività degli interventi irrigui è basilare per stimolare la loro regolare crescita. L’alternanza di periodi siccitosi protratti a successivi periodi di intensa presenza di acqua ( di pioggia o irrigua) sottopone la pianta di castagno a uno stress che ne pregiudica lo sviluppo, la produttività e la rende molto suscettibile all’attacco delle malattie più aggressive (cancro corticale e mal dell’inchiostro). Si consiglia di effettuare interventi SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 R Actinidia. R-Sintomi del cancro batterico sulle foglie Castagno. Nei frutteti di castagno l’irrigazione è indispensabile, soprattutto per le piante giovani le quali, avendo un apparato radicale poco esteso, non possono resistere a periodi prolungati di siccità. Nella foto: impianto di irrigazione a goccia con piccoli volumi d’acqua (15-20 litri per pianta) e con turni frequenti (a intervalli di 7-15 giorni, a seconda della speciica capacità di trattenuta dell’umidità dei singoli terreni, cioè interventi più frequenti nei terreni sciolti, meno in quelli argillosi e compatti). Se il terreno viene lasciato asciugare per lunghi periodi, una sola irrigazione può non essere suficiente a ripristinare l’originaria umidità del suolo; saranno piuttosto necessari due interventi in tempi ravvicinati. È da sconsigliare nella maniera più assoluta la creazione di avvallamenti o conche alla base del fusto delle piante. Queste depressioni favoriscono infatti la presenza di pericolosi ristagni d’acqua e il contatto diretto della stessa con la base del fusto e, quindi, espongono al rischio di attacchi del mal dell’inchiostro. Quando l’irrigazione avviene attraverso lo scorrimento dell’acqua sulla supericie del terreno, conviene operare in modo che il suo passaggio abbia luogo a una distanza di almeno 40-50 cm dalla base della pianta. Questo può essere ottenuto con una semplice rincalzatura delle piante lungo il ilare. Il controllo delle erbe spontanee è un altro aspetto importante per la buona conduzione del castagneto. Il lavoro deve essere eseguito ripetutamente e in maniera tempestiva: il taglio ritardato delle erbe predispone, infatti, a una maggior incidenza del cancro corticale nelle porzioni basali del tronco a causa dell’umidità trattenuta dagli steli e dell’ombreggiamento che si genera. Nell’erba, inoltre, trovano riparo insetti come le cicaline, che possono provocare profonde lesioni da ovodeposizione sulla corteccia delle giovani piante, pregiudicandone lo sviluppo. Il taglio o, in alternativa, la trinciatura delle malerbe devono avvenire quando queste superano i 30 cm d’altezza; l’intervento va ripetuto tutte le volte che si mostra necessario. Qualora nel sottobosco siano presenti rovi o altre specie infestanti a forte espansione, è consigliabile l’uso di erbicidi sistemici distribuiti in maniera localizzata a mezzo di una pompa a spalla. I principi attivi che mostrano la maggior eficacia nel contenimento delle malerbe citate sono il glifosate e l’MCPA da sale sodico. L’eliminazione dei polloni alla base delle piante concorre a garantire la buona produttività del frutteto, impedendo la concorrenza di rami improduttivi alla crescita della pianta e dei frutti. Se questa operazione viene eseguita tardivamente (per esempio in concomitanza della rac- 41 Frutteto colta dei frutti), i polloni possono esercitare una forte competizione per le sostanze nutritive elaborate dalla pianta a discapito di qualità e peso dei frutti. Il taglio dei polloni deve essere seguito da una disinfezione con un prodotto a base di rame, per esempio ossicloruro di rame-20 (bio, non classiicato), alla dose di 50 grammi per 10 litri d’acqua. Per le varietà più precoci di ibrido eurogiapponese (Primato, Bouche de Betizac) la fase di maturazione e la caduta dei frutti iniziano nella prima decade di settembre. Per questo motivo, verso la ine del mese di agosto, per favorire le operazioni di raccolta, è utile provvedere allo sfalcio dell’erba e alla rullatura del terreno. Castagneti da frutto tradizionali. Le operazioni da svolgere in questo bimestre sono le seguenti: – falciatura dell’erba e taglio degli arbusti presenti sotto le piante allo scopo di ripulire il terreno nei castagneti in produzione; – diradamento dei polloni sviluppatisi dal ceppo tagliato rasente il terreno di vecchie piante di castagno destinate all’innesto. Dovete selezionare 5-8 polloni ben posizionati e ben distribuiti attorno al ceppo. Ricordate a ine diradamento di eseguire la disinfezione dei tagli con prodotti rameici così come indicato per i frutteti di castagno. Tutto il materiale tagliato, dopo l’essiccazione va portato fuori dal castagneto e quindi eliminato col fuoco. Laddove siano disponibili, si possono utilizzare i cippatori meccanici che riducono il materiale risultante dalla pulizia del sottobosco in minuscole scaglie legnose che possono essere sparse sul terreno. Le ridotte dimensioni delle scaglie ne facilitano la rapida trasformazione in fertilizzante organico di notevole valore biologico. S Castagno. S-Galle causate da un attacco del cinipide galligeno. Nel particolare: adulto del cinipide galligeno (1,5-2 mm) 42 Castagno. Il taglio o la trinciatura dell’erba devono essere effettuati non appena supera i 30 cm di altezza. L’ombreggiamento e l’eccessiva umidità causati da un manto erboso troppo alto sono condizioni favorevoli all’attacco del cancro corticale alla base del tronco Interventi itosanitari per il castagno A partire dalla seconda decade di luglio e nella seconda decade di agosto è possibile intervenire con trattamenti itosanitari per esercitare il controllo di cidia (verme del castagno) e balanino, che si nutrono della polpa delle castagne. Laddove siano stati effettuati rilasci dello parassita antagonista Torymus sinensis per il controllo biologico del cinipide galligeno (Dryoscosmus kuriphylus, (vedi foto S), non è consigliabile l’impiego di prodotti insetticidi di sintesi contro la cidia a motivo dell’azione negativa che tali prodotti possono esercitare sulla diffusione dell’insetto antagonista (Torymus). Quest’ultimo, infatti, al contrario del cinipide risulta molto sensibile all’azione degli insetticidi. Per questa ragione si consiglia di utilizzare principi attivi il cui meccanismo di controllo della cidia avvenga secondo criteri dell’agricoltura biologica. Gli adulti del balanino fanno la loro comparsa nei mesi di luglio e agosto e si nutrono scavando col rostro la polpa dei piccoli frutti in via di formazione. Anche per quanto riguarda la lotta a questo parassita vale quanto indicato per la cidia. In entrambi i casi si consiglia, quindi, l’utilizzo dei seguenti prodotti: – Bacillus thuringiensis var. kurstaki, (per esempio Lepinox Plus, Rapax, bio, non classificato), alla dose di 100 ml per 100 litri d’acqua, per massimo tre interventi; – Beauveria bassiana (per esempio Naturalis, bio, non classiicato), alla dose di 150 ml per 100 litri d’acqua, per massimo due interventi. Nel mese di luglio va eseguito il secondo trattamento preventivo contro il fungo Gnomoniopsis pascoe, che causa il marciume della polpa dei frutti di castagno (vedi «i Lavori» di maggio-giugno). Il prodotto fungicida consigliato è il tebuconazolo-4,35 (per esempio Folicur SE, Dedalus SE, Hang, non classiicato) e viene utilizzato alla dose di 350 ml per 100 litri d’acqua. L’azione del tebuconazolo viene resa più eficace se al prodotto viene addizzionato un concime fogliare a base di fosito di potassio (per esempio Fosisan della ditta Agroill), alla dose di 300 ml per 100 litri d’acqua. I fositi di potassio sono sali idrosolubili che possono essere rapidamente assorbiti dalle piante sia attraverso l’apparato radicale (somministrando il concime con l’acqua d’irrigazione), sia attraverso trattamenti effettuati sull’apparato fogliare. La loro azione è duplice: possiedono proprietà fertilizzanti (apportano fosforo e potassio) e stimolano i meccanismi di autodifesa delle piante (resistenza sistemica indotta) qualora siano soggette ad attacchi da parte di parassiti fungini. Olivo In questo bimestre, con riferimento al Centro-Nord e Nord Italia, l’olivo si trova nella fase iniziale di «crescita dei frutticini», successiva a quella dell’allegagione; al Centro-Sud e Sud Italia l’anticipo è mediamente di 15-30 giorni e pertanto a inizio bimestre le piante possono trovarsi in fase di avanzata crescita del frutto. In tutti gli ambienti di coltivazione l’olivo ha terminato o sta ultimando la fase di cascola isiologica dei frutti (con cui la pianta si libera dei frutti privi di embrione) e si appresta alla pausa estiva, durante la quale, in condizioni naturali, si dedica al solo all’indurimento del nocciolo. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto Lavori Gestione del suolo. All’inizio dell’estate l’oliveto deve essere in condizioni di scarsa o nulla competizione da parte della lora spontanea (infestanti) per quanto riguarda l’acqua. Per questo occorre che il terreno sia preventivamente lavorato supericialmente o l’erba trinciata inemente con un trinciaerba. Dove possibile, è preferibile questa seconda operazione perché consente, contestualmente, di liberarsi del materiale risultante dalla potatura e perché, lentamente, si innalza il tenore in sostanza organica del terreno. Inoltre, il residuo organico supericiale isola il terreno dal contatto diretto con l’atmosfera, per cui si riscalda meno e perde meno acqua per evaporazione. Tale metodo di gestione delle infestanti consente anche una maggiore agibilità nell’oliveto in ogni momento durante l’anno, con particolare riferimento alla raccolta. In alternativa, dove le superici sono modeste, le erbe infestanti possono essere controllate con un decespugliatore e il materiale di potatura può essere sminuzzato con un biotrituratore. Irrigazione. Il bimestre è caratterizzato, in genere, da elevate temperature e scarsa disponibilità di acqua meteorica. L’olivo, per sue caratteristiche anatomiche, morfologiche e isiologiche, è perfettamente compatibile con le condizioni ambientali del periodo, tanto da sospendere ora ogni attività vegetativa in attesa di tempi migliori. I consumi di acqua sono comunque notevoli perché l’attività metabolica, benché rallentata, prosegue senza interruzioni; il progressivo esaurimento delle disponibilità idriche naturali può indurre sintomi di stress, quali foglie sbiadite e accartocciate, frutti raggrinziti, ecc. L’olivo può agevolmente sopportare tali condizioni per un breve periodo (12 settimane), senza gravi conseguenze sulla produzione. Invece un prolungato periodo di assenza d’acqua implica conseguenze negative sulla quantità e qualità della produzione. Nel caso, quando possibile, si consigliano interventi irrigui localizzati con quantitativi di acqua del 50% circa inferiori a quelli richiesti dall’ambiente (stress idrico controllato), onde evitare un’innaturale ripresa vegetativa con sottrazione di risorse all’attività produttiva e incremento delle spese di gestione della chioma (potatura). Chi non dispone di acqua per uso irriSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 guo, dopo aver adottato in fase di progettazione dell’oliveto tutti gli accorgimenti necessari (scelta di varietà tolleranti la siccità, riduzione della densità di piantagione, ecc.), deve mettere in atto gli interventi in grado di limitare la perdita di umidità del terreno, così come descritto nel paragrafo «Gestione del suolo». Concimazione. La carenza di acqua del periodo limita, ino ad annullare, la possibilità di somministrazioni chimiche al terreno, con particolare riferimento all’azoto. Solo in presenza di impianto di irrigazione localizzato (a goccia) può essere praticata la fertirrigazione con distribuzioni settimanali di concimi composti disciolti nell’acqua e calibrati sulle effettive necessità degli alberi. In alternativa, si può ricorrere alla concimazione fogliare, principalmente a base di azoto. La distribuzione del conci- Olivo. Questa specie può sopportare brevi periodi di siccità. Se però l’assenza d’acqua si protrae per lungo tempo, è possibile una riduzione della quantità e qualità di prodotto. Nella foto: impianto di irrigazione localizzato a goccia me può essere effettuata in abbinamento a ogni eventuale trattamento itosanitario (controllando in etichetta l’eventuale incompatibilità tra concime e prodotto itosanitario), per non gravare eccessivamente sui costi, oppure irrorando il concime fogliare da solo ogni 12-15 giorni, se questo non rappresenta un problema. Negli oliveti convenzionali conviene somministrare urea alla dose di 1-1,5 kg per 100 litri di acqua, mentre chi opera in agricoltura biologica dovrà utilizzare prodotti azotati autorizzati. Potatura. Le operazioni consigliate in questo periodo consistono nell’eventuale eliminazione di polloni e succhioni, cioè dei vigorosi rami a legno sorti sulla ceppaia (polloni), sul tronco e sulle grosse branche (succhioni), caratterizzati dalla presenza di tenere foglioline verde chiaro nella loro parte terminale, a dimostrazione di un’intensa attività vegetativa. Per eseguire l’operazione, però, è opportuno attendere il periodo di pausa vegetativa (piena estate), pena una repentina insorgenza di nuove analoghe formazioni. Interventi eseguiti a tempo debito comportano, invece, una ridotta e debole insorgenza, anche perché ci si avvicina alla ine del ciclo vegetativo. I succhioni, quando eccessivamente presenti, devono essere prontamente eliminati per evitare consumi di acqua e nutrienti a discapito delle altre parti della pianta. Si ricordi, però, che un succhione può anche essere utile per originare una branca nuova, per esempio in sostituzione di una invecchiata o cariata. Cure agli innesti. Nel bimestre le marze attecchite avranno sicuramente germogliato e, quindi, vanno protette da ogni eventuale danno meccanico: i temporali estivi possono infatti vaniicare il lavoro in pochi minuti, provocando la scosciatura dei germogli. Assicuratevi, pertanto, che siano sostenuti da adeguati tutori (rami secchi, canne, ecc.). Interventi itosanitari per l’olivo Olivo. In questo periodo si possono somministrare per via fogliare i concimi a base da azoto (per esempio l’urea), ogni 12-15 giorni Con l’approssimarsi del mese di luglio l’attenzione dell’olivicoltore deve essere rivolta alla generazione «carpofaga» (che si sviluppa a carico delle piccole olive) della tignola dell’olivo (vedi foto T a pag. 44), la quale può causare notevoli danni alla produzione; le generazioni precedenti, la «illofaga» (che si sviluppa a carico delle foglie) e l’«antofaga» (che si accresce a carico dei iori) non provocano danni di rilievo. 43 Frutteto In genere su ogni oliva la tignola depone 1-2 uova, ma in annate di forte infestazione possono essere deposte anche più uova e in varie parti della drupa. In breve tempo la larva, penetra nell’oliva attraverso i vasi conduttori e si porta all’interno del nocciolo, dove si ciba dei tessuti teneri del seme. Trascorso circa un mese, a partire da ine agosto-settembre, la larva divenuta adulta, fuoriesce dall’oliva dalla zona del peduncolo ripercorrendo in senso inverso il tragitto che ha fatto per penetrare. È in questa fase che la larva provoca l’indebolimento del peduncolo, con il risultato di provocare la caduta precoce dell’oliva verso settembre-ottobre, quando non è ancora matura. Tale cascola può però essere causata anche da altri fattori, diversi dall’attacco di tignola, come gli stress da siccità prolungata. Per capire se la causa è la tignola, si deve accertare o meno la presenza di un piccolo foro a livello del peduncolo. Per la lotta alla tignola, a partire da ine maggio (quando inizia il volo della generazione illofaga), occorre procedere all’osservazione settimanale delle trappole a feromone, installate nei mesi precedenti (3 trappole per ettaro) e seguire l’andamento annotando il numero delle farfalline che di volta in volta vengono catturate. Con questa operazione si traccia la «curva di volo» ino a determinare il momento di massima cattura, che sta a indicare il picco del volo della generazione «antofaga», fondamentale per stabilire quando eseguire l’eventuale trattamento insetticida. Si parla di «eventuale trattamento», perché il danno si concretizza nel momento in cui le femmine depongono le uova sul calice delle olivine (in prossimità del peduncolo), quando l’oliva ha la dimensione di un acino di pepe. La valutazione della necessità di un Olivo. Gli interventi di potatura prevedono l’eliminazione di polloni sorti sulla ceppaia e succhioni originatisi sul tronco e branche (vedi foto) trattamento itosanitario e del momento più eficace per farlo, deve tener conto sia delle catture e del «picco del volo», che del grado di infestazione reale. Quest’ultimo viene valutato con l’osservazione di un campione di 100 olive per ettaro, prese a caso nell’oliveto. Si deve rilevare se ci sono uova vitali e/o larve penetrate all’interno e calcolare la percentuale di olive attaccate; è preferibile che questa operazione venga fatta da un tecnico poiché non è facile individuare le uova e le larve date le loro dimensioni estremamente piccole. Il campionamento è fondamentale perché rileva il reale grado di infestazione, spesso infatti non c’è corrispondenza tra il numero di tignole catturate dalle trappole e le olive attaccate: può accadere che pur riscontrando catture elevate di individui, l’infestazione sia bassa perché si sono avute temperature molto alte che hanno provocato una moria delle uova per disidratazione. Il campionamento inoltre, permette di determinare la «soglia di intervento» cioè la percentuale minima di olive attaccate che giustiicano economicamente un intervento chimico. La soglia di in- T Olivo. T-A sinistra: gli attacchi della tignola dell’olivo avvengono ora a carico delle piccole olive e possono causare notevoli danni alla produzione. A destra: grazie all’osservazione delle catture settimanali nelle trappole a feromone è possibile stabilire quando eseguire l’eventuale trattamento insetticida 44 tervento per la tignola è del 5-7% per varietà di olive da tavola, e del 10-15% per le varietà da olio. Il trattamento itosanitario va effettuato nel periodo compreso tra il picco di volo e la ine della curva di volo, al superamento della soglia di intervento e prima che si abbia l’indurimento del nocciolo. Il prodotto insetticida da utilizzare deve essere citotropico, cioè in grado di penetrare nell’olivina; in questo modo il prodotto agisce sia sulle uova che sulle larve all’interno. Possono essere usati insetticidi a base di: – fosmet-17,7 (non classiicato), alle dosi di 220-250 grammi per 100 litri di acqua; – dimetoato-19 (irritante), alla dose di 120 ml per 100 litri di acqua; questo prodotto può dare itotossicità (cioè si possono veriicare ustioni e necrosi dei tessuti della drupa) sulle varietà Coratina, Bosana, Canino, Itrana, Frantoio, Vernina, Marsella e Simona, soprattutto se non è ben distribuito e sulle olive si crea il gocciolamento. In agricoltura biologica si utilizzano prodotti a base di Bacillus thuringiensis var. kurstachi-6,4 (bio, non classiicato), alla dose di 100 grammi per 100 litri di acqua, ma la loro eficacia su questa generazione è molto limitata, perché le larve appena nate dall’uovo penetrano direttamente all’interno del frutto evitando in tal modo il contatto con il Bacillus. Aspetto importante e non secondario è, comunque, la presenza in natura di un discreto numero di predatori che controllano la tignola. L’intervento contro la tignola agisce anche contro le prime neanidi della cocciniglia «mezzo grano di pepe» e nei confronti dei primi attacchi della mosca delle olive. Tra luglio e agosto per la cocciniglia «mezzo grano di pepe» (vedi foto U) si ha la fuoriuscita delle neanidi dal corpo della femmina (questo insetto presenta solo la forma femminile, che produce centinaia di uova per partenogenesi all’interno del suo corpo). La schiusura delle uova è scalare: le neanidi fuoriescono dal corpo materno ed, essendo mobili, si dirigono nella pagina inferiore delle foglie dove si localizzano; man mano che poi si accrescono, perdono la loro mobilità e modiicano il loro corpo con la formazione dello scudo. La cocciniglia si nutre della linfa delle foglie, causando un danno diretto per sottrazione di nutrienti alla pianta, ma la sua presenza favorisce lo sviluppo della fumaggine, in quanto emette una sostanza zuccherina «melata» che SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto U Olivo. U-Infestazione di cocciniglia mezzo grano di pepe (1,5-5 mm) costituisce il substrato su cui si accrescono vari funghi. La fumaggine ricopre la supericie delle foglie, dei rami e dei frutti, impedendo sia la traspirazione che la fotosintesi. Le foglie colpite si indeboliscono e cadono precocemente, le piante di olivo infestate da cocciniglia si presentano deperite, defogliate e suscettibili di attacchi di altre malattie. La difesa contro questa cocciniglia va attuata preventivamente con mezzi agronomici, quali le concimazioni (soprattutto quella azotata), irrigazioni equilibrate e interventi di potatura razionali, tali da avere una chioma arieggiata e ben illuminata (condizioni sfavorevoli allo sviluppo dell’insetto). Si ricorre ai mezzi chimici di lotta quando si ha il superamento della soglia di intervento che per la cocciniglia è di 5-7 individui per foglia. Prima di ricorrere al trattamento chimico è bene veriicare se l’infestazione è attiva, osservando, con microscopio binoculare o una buona lente di ingrandimento, la presenza di individui giovani (neanidi) vivi sulla pagina inferiore di circa 100 foglie, prelevate da 20 rametti per ettaro raccolti a caso da diverse piante dell’oliveto. Infatti, le temperature elevate e la bassa umidità favoriscono la moria delle forme giovani; vi sono poi molti predatori naturali che proprio nel periodo estivo esplicano la loro maggiore attività e quindi determinano una forte azione di contenimento. Il momento più opportuno per il trattamento chimico è quando almeno l’80% delle uova sono schiuse (nel Meridione ciò avviene generalmente verso la ine di luglio-inizio di agosto, per le aree del Centro-Nord con una-due settimane in ritardo). In questo modo si colpiscono le forme giovanili che sono le più vulnerabili al trattamento; le femmine adulte hanno infatti un guscio protettivo che è impenetrabile dagli attuali prodotti chimici. Il trattamento si effettua con olio bianco-80 (bio, non classificato), alla dose di 1,5 litri per 100 litri di acqua. In SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Olivo. In agosto è possibile eseguire la diagnosi precoce per determinare la presenza di nuove infezioni di occhio di pavone non ancora manifeste. Si prelevano a campione 100 foglie e si immergono per 2-3 minuti in una soluzione di idrato sodico o idrato potassico (reperibili presso le rivendite di prodotti antiparassitari o di prodotti per l’enologia) al 5% (50 grammi in 1 litro di acqua), tenuta alla temperatura di 50-60 °C: se le foglie sono infette vi compariranno delle macchie scure che rivelano la presenza del fungo. In caso di esito positivo il trattamento fungicida andrà effettuato a ine estate-inizio autunno caso di forte infestazione e per essere certi di colpire il maggior numero di individui giovani, si può ripetere l’intervento a venti giorni di distanza, sempre alle stesse dosi. La mosca delle olive nel periodo di ine luglio-agosto può essere già attiva e colpire precocemente le olive. È il caso di oliveti di varietà da mensa, irrigati oppure oliveti in scarica che hanno poche olive ma di grosse dimensioni. Come indicato per la tignola, anche per il controllo della mosca è utile l’utilizzo delle trappole a feromone, che vanno posizionate ai primi di luglio (almeno 3 trappole per ettaro), contando settimanalmente gli adulti catturati. E anche in questo caso l’uso delle trappole è utile se è supportato dal campionamento (100 olive per ettaro prese a caso nell’oliveto) e dall’osservazione di olive con punture fertili (presenza dell’uovo o della larva appena nata) per stabilire il livello di infestazione e determinare il momento più opportuno per gli interventi di difesa. Questi ultimi verranno comunque attuati nel prossimo bimestre. Nei confronti della mosca si può intervenire con una delle modalità di difesa preventiva contro gli adulti del parassita adottate in agricoltura biologica, oppure ricorrere alla lotta curativa contro le larve Lampone. Entro la prima decade di agosto si conclude la raccolta dei frutti delle varietà unifere di lampone rosso e della prima produzione delle varietà bifere in agricoltura tradizionale. Le modalità di entrambe sono riportate nella «Guida illustrata alla coltivazione dell’olivo», supplemento al n. 2/2010, alle pagg. 40-41. In agosto, è opportuno eseguire una diagnosi precoce per determinare l’eventuale presenza di nuove infezioni occhio di pavone o cicloconio non ancora manifeste (vedi riquadro qui sopra). PICCOLI FRUTTI Lavori Lampone. Entro il mese di lu- glio si concludono le operazioni di raccolta delle diverse varietà di lampone nero. Durante la prima decade di agosto termina invece la raccolta dei frutti delle varietà di lampone rosso unifero e la prima produzione di frutti delle varietà bifere (rifiorenti) ottenuta sui polloni dell’anno precedente. Nel caso delle varietà riiorenti (che producono due volte nel corso dell’anno), una volta completata la prima raccolta occorre eliminare i tralci dell’anno precedente (sono del secondo anno e hanno esaurito la produzione) con un taglio rasente al ceppo. Tali tralci sono facilmente riconoscibili a causa delle dimensioni consistenti, della desquamazione e del distacco di parti di corteccia, e per la presenza di robusti rami laterali. Questa operazione consente lo sviluppo regolare dei nuovi tralci più esili formatisi nel corso della primavera i quali concorreranno a fornire la seconda produzione a partire, nel caso delle varietà a maturazione precoce, dalla terza decade di agosto. Prima – e durante – il periodo di raccolta è necessario provvedere regolarmente allo sfalcio dell’erba degli interilari, per favorire la ventilazione delle piante e facilitare il lavoro degli addetti alla raccolta. Eventuali irrigazioni non devono es- 45 Frutteto V Lampone. V-Attacco di botrite o muffa grigia sui frutti: questa malattia è favorita dall’adozione di sistemi di irrigazioni a pioggia o a spruzzo Mirtillo. La maturazione dei frutti è scalare – la raccolta va quindi effettuata con passaggi ogni 2-3 giorni – e si conclude entro la metà di agosto sere effettuate con il sistema ad aspersione (a pioggia o a spruzzo); queste soluzioni irrigue creano un ambiente stabilmente umido, che favorisce lo sviluppo del marciume da botrite o muffa grigia (vedi foto V) sui frutti. È preferibile adottare sistemi di irrigazione con ala gocciolante singola o doppia addossata al filare, che consentono l’erogazione di modesti volumi d’acqua in maniera localizzata a livello del suolo (per esempio, ala gocciolante autocompensante con fori distanti 20 o 30 cm e pressione d’esercizio inferiore a 1 bar). L’apparato radicale del lampone è supericiale e sfrutta al meglio l’umidità disponibile nei primi 30 cm di suolo. La costanza dell’irrigazione nel periodo che intercorre tra la ioritura e la maturazione dei frutti sostiene la pienezza del raccolto, predispone la pianta a una crescita regolare e alla maturazione completa dei tralci che dovranno fornire le successive produzioni. zione: nel primo si provvede a staccare i grappoli esterni che tendono a maturare precocemente; con gli stacchi seguenti si raccolgono i grappoli interni e quelli prodotti su legno vecchio. La raccolta va effettuata quando il grappolo è completamente maturo e asciutto per prevenire lo sviluppo di muffe e marciumi. Il prodotto va sempre confezionato negli appositi contenitori in polietilene, a loro volta inseriti in numero di 10-12 nella cassetta. Mirtillo. Le operazioni di rac- colta si concludono tra la ine del mese di luglio e la prima quindicina di agosto. Lo stacco dei frutti va effettuato con cadenza di 2-3 giorni. A raccolta ultimata, per evitare fenomeni di stress idrico e arresti nello sviluppo vegetativo della pianta, è consigliabile continuare a effettuare piccoli interventi irrigui, a intervalli di 10-15 giorni ino a tutto il mese di agosto. Ciò permetterà lo sviluppo e la completa maturazione dei rami fruttiferi utili nell’anno successivo. Rovo senza spine. La raccolta dei frutti inizia con le varietà Dirksen e Lochness, e prosegue per tutto il bimestre con le altre varietà. Il frutto va raccolto quando tutte le drupeole che lo compongono mostrano il tipico colore nero uniforme. La raccolta si effettua con passaggi frequenti, ogni 4-5 giorni, per evitare la cascola dei frutti maturi. Nel periodo che precede e afianca la maturazione delle more vanno eseguiti interventi di irrigazione a intervalli di 5-6 giorni. Per la distribuzione dell’acqua irrigua sono preferibili i sistemi di Ribes (rosso, rosa, bianco, nero). La raccolta del ribes av- viene attraverso il distacco del peduncolo quando all’interno del grappolo tutte le bacche sono uniformemente mature. Sono necessari almeno due o tre passaggi successivi per completare l’opera- 46 Ribes. La raccolta si esegue staccando il grappolo intero quando tutte le bacche sono uniformemente mature distribuzione localizzata sottochioma (ala gocciolante e microgetti) piuttosto che quelli a pioggia: la sensibilità delle more alle infezioni da botrite (marciume dei frutti) è elevata e con l’aspersione a pioggia si rischia la perdita di un’elevata percentuale di prodotto. Per favorire la ventilazione del ilare dovete eseguire interventi di potatura verde, eliminando i tralci di un anno in soprannumero e spuntando quelli molto vigorosi sopra un tralcio anticipato (ramo laterale che si è sviluppato sul tralcio dell’anno). Sovente, infatti, i tralci raggiungono uno sviluppo lineare di 3-4 metri e ostacolano il lavoro dei raccoglitori. Per ogni ceppo devono essere selezionati non più di 4-5 nuovi tralci. Durante la raccolta evitate di mescolare i frutti maturi con quelli che presentano delle porzioni immature, cioè indurite e di colore rosso. Tali caratteristiche sono infatti determinate dalla presenza in campo di un acaro, l’erioide del rovo (Acalitus essigi), il quale pungendo le drupeole che formano le more ne impedisce la regolare maturazione. I frutti colpiti dall’acaro possono risultare sgradevoli al gusto e all’olfatto (sapore di «cimiciato»). In caso di necessità effettuate un trattamento con un prodotto a base di azadiractina (per esempio Neemazal-T/S, bio, irritante), alla dose di 250 ml per 100 litri d’acqua, associato con pinolene (per esempio Nu-Film, bio, non classiicato), alla dose di 300 ml per 100 litri d’acqua. Interventi itosanitari per i piccoli frutti Nell’ultimo anno si è veriicata la comparsa di un temibile insetto parassita, che procura danni elevati ai frutti di mirtillo, mora, lampone, ribes, fragola e ciliegio. Si tratta del moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii), un minuscolo insetto (3 mm) caratterizzato da un corpo di color bruno chiaro, con bande scure sulla parte dorsale dei segmenti addominali. La Drosophila suzukii è molto simile ai comuni moscerini della frutta che provocano un danno poco rilevante, in quanto possono penetrare la polpa dei frutti solo in seguito alla presenza di ferite o lacerazioni presistenti della buccia. La femmina di questo parassita è invece dotata di un ovopositore robusto e seghettato, con il quale è in grado d’incidere attivamente l’epidermide dei frutti maturi sulla pianta e inserire le uova nella polpa. Dopo alcuni giorni, in corrispondenza della zona di ovodeposizione, il frutto presenta un’area depressa e SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto molle contenente le minuscole larve biancastre dell’insetto. Il marciume cui il frutto va incontro lo rende poco appetibile e ne azzera la conservabilità. Non vi sono ancora indicazioni speciiche per quanto riguarda i trattamenti utili al contenimento di questo parassita. Discreti risultati hanno fornito soluzioni acquose di estratti di aglio (indicativamente il succo di una testa d’aglio ogni 5 litri d’acqua) irrorate con cadenza settimanale nel periodo precedente e contemporaneo alla raccolta. Per ulteriori informazioni sul moscerino dei piccoli frutti si veda l’articolo pubblicato sul n. 4/2012 di Vita in Campagna, a pag. 36. Nespolo comune e del Giappone. Nel nespolo comune occorre mantenere il terreno libero da erbe infestanti e provvedere a eventuali irrigazioni di soccorso. Per il nespolo del Giappone siamo nella fase del dopo raccolta ed è ancora il periodo giusto per la potatura (vedi «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 58). Nocciòlo. Anche in questo bime- Rovo senza spine. La raccolta si effettua con passaggi ogni 4-5 giorni, staccando i frutti completamente maturi, cioè quando presentano tutte le drupeole con il caratteristico colore nero uniforme SPECIE DA FRUTTO MINORI cità, è consigliabile intervenire con qualche irrigazione di soccorso. Lavori Fico. Luglio è il mese di piena rac- colta dei frutti cosiddetti «ioroni»; in agosto invece è già possibile, in diverse aree, raccogliere i primi ichi veri o «fòrniti». Raccogliete nelle ore fresche del mattino, selezionando frutti ben maturi (il processo di maturazione infatti si arresta al momento del distacco) e completi di peduncolo, manipolandoli delicatamente; a evitare il danneggiamento è opportuno disporli poi in recipienti di materiale morbido e con pareti basse. Pur essendo una specie molto rustica, nelle zone particolarmente aride del Mezzogiorno, in caso di lunghi periodi di sic- Giuggiolo. La specie in questo periodo non richiede particolari attenzioni: occorre mantenere il terreno libero da erbe infestanti e, se l’estate decorre particolarmente asciutta, intervenire con qualche irrigazione. Kaki. Non sono necessari inter- venti particolari: basta assicurare alla pianta regolari irrigazioni. Una buona disponibilità d’acqua favorisce infatti l’accrescimento dei frutti che in questo periodo è particolarmente intenso; l’eccessiva mancanza di acqua inoltre accentua il fenomeno della cascola estiva dei frutticini. stre, come già esposto ne «i Lavori» di maggio-giugno, negli impianti di recente costituzione (1-2 anni), l’attenzione degli operatori deve rimanere concentrata sulle irrigazioni di soccorso e sulle lavorazioni del terreno. Per le prime, al ine di ridurre il calpestio e agevolare l’operazione, si può stendere un tubo di gomma, oppure una apposita manichetta preforata (i fori sono a distanze regolari comprese fra i 20 e i 30 cm), dal costo contenuto (0,07-0,11 euro al metro lineare), utilizzata di norma per l’irrigazione di piccoli frutti e per le colture orticole, facile da posizionare e anche da recuperare a ine stagione. Ove non sia possibile disporre di acqua sorgiva, per l’approvvigionamento d’acqua si possono utilizzare vasche di materiale plastico di recupero, trasportabili o posizionabili in loco. Nei nocciòli che sono in fase di allevamento (3-5 anni dall’impianto) le lavorazioni del terreno, come la fresatura tra le ile e la sarchiatura e zappatura dei 50 cm immediatamente attorno alla SPECIE DA FRUTTO MINORI. Operazioni colturali in corso (●) nei mesi di luglio e agosto asdasdfasdf Raccolta Irrigazione Trinciatura dell’erba [1] Potatura Innesti Interventi itosanitari Concimazioni Specie Nuovi impianti a cura di Silvio Caltran lug. ago. lug. ago. lug. ago. lug. ago. lug. ago. lug. ago. lug. ago. lug. ago. Fico Giuggiolo Kaki Nespolo comune Nespolo del Giappone Nocciòlo Noce ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ●[2] ●[2] ● ● ●[2] ●[2] ● ● [1] In alternativa, lavorazione del terreno. [2] Irrigazioni di soccorso. Le specie indicate con il nome in colore azzurro di norma non richiedono trattamenti antiparassitari o ne richiedono pochissimi. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 47 Frutteto pianta, vengono prima integrate poi progressivamente sostitute con trinciature tra una ila e l’altra e lavorazioni meccaniche supericiali sulla ila. L’eliminazione dei polloni ligniicati interessa i noccioleti in fase di allevamento e quelli in produzione. I polloni, non controllati dal diserbo localizzato eseguito sulle infestanti presenti sulla ila (vedi «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 58) devono, in questo momento dell’annata, essere eliminati manualmente, con forbici e zappetta bidente, oppure meccanicamente o chimicamente. Per accelerare le operazioni di eliminazione dei polloni all’esterno dei ceppi, qualunque sia la forma di allevamento adottata, si può utilizzare un decespugliatore con testa munita di disco-lama. Per evitare di incidere accidentalmente la corteccia delle pertiche di nocciolo, conviene sovrapporre al discolama di taglio un disco di protezione dentato, di diametro leggermente superiore al primo. La dentatura del disco di protezione consente l’entrata dei polloni tra le «dita» e il loro taglio, ma evita l’incisione accidentale della corteccia della pianta. L’eventuale eliminazione chimica è realizzabile distribuendo localmente sui polloni un prodotto a base di carfentrazone-etile-6,45 (Afinity plus, irritante), alla dose di 400 ml per 100 litri d’acqua, oppure, e in alternativa, pyralufen-ethyl 2,5 (Evolution, nocivo), alla dose di 270 ml per 100 litri d’acqua. Nel bimestre l’eliminazione dei polloni precede il lavoro di preparazione del terreno per la raccolta, che di norma interessa tutte le zone produttive del nostro Paese, fra la ine di luglio e la prima metà di agosto. Nei terreni sottoposti a lavorazioni supericiali del terreno (erpicatura o fresatura leggera) occorrerà provvedere a un livellamento e compattamento del terreno tramite rullatura; questa operazione eviterà che si formino anfrattuosità e/o buche in cui possano cadere le nocciole mature (non riuscendo poi a raccoglierle). Nei noccioleti professionali, dove di norma viene realizzato il diserbo localizzato sulla ila (vedi «i Lavori» di maggio-giugno, alle pagg. 58-59), nell’interila può essere adottata una delle soluzioni di seguito proposte: 1) taglio e asportazione delle infestanti, quindi rullatura del terreno mantenuto inerbito; 2) trinciatura «bassa» (rasente il terreno) delle infestanti e rullatura; 3) diserbo dalle infestanti presenti nel- 48 o a una strada, sui lati dell’appezzamento ove si teme di perdere le nocciole cadute a terra, per calpestio oppure per il ruscellamento dell’acqua piovana. Noce. Come altre specie anche il Fico. In luglio si raccolgono i «ioroni» (nella foto varietà «Citrulara»), mentre in agosto in diverse aree è già possibile i primi ichi veri o «fòrniti» Nocciòlo. Nei nuovi impianti occorre provvedere alle indispensabili irrigazioni di soccorso (nella foto, manichetta di irrigazione stesa lungo il ilare) e alle lavorazioni del terreno Nocciòlo. Per eliminare i polloni ligniicati si può utilizzare un decespugliatore con testa munita di disco-lama, meglio se dotata di un disco di protezione dentato in modo da riuscire a tagliare i polloni senza danneggiare accidentalmente la corteccia delle piante l’interila con prodotti a base di glifosate, a cui deve essere aggiunta una minima quantità di olio bianco per aumentare l’adesività (vedi indicazione ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 59). La preparazione del noccioleto si completa con la distensione di reti, unite fra esse alla base delle piante oppure sopraelevate rispetto ad una capezzagna noce non richiede in questo periodo lavori particolari, fatta eccezione per la necessità di mantenere il terreno della coltura pulito da infestanti tramite leggere lavorazioni. Interventi itosanitari per le specie da frutto minori La carpocapsa (vedi foto W) che colpisce le pomacee (vedi pag. 30) causa danni anche alla coltura del noce. I frutti vengono infatti attaccati dalle larve e cadono a terra. Non sempre questo insetto causa problemi, in particolare se parliamo di singoli esemplari in genere presenti nei cortili delle abitazioni. Se tuttavia avete osservato danni negli anni scorsi, ovvero frutti ancora avvolti nel mallo con i fori di penetrazione delle larve e la fuoriuscita di rosura nerastra, prendete in considerazione la difesa. Il trattamento fondamentale è quello sulla prima generazione, da effettuarsi all’inizio di maggio (vedi «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 59), a cui ne segue un altro nei primissimi giorni di luglio con spinosad-44,2 (bio, non classiicato), alla dose di 25 grammi per 100 litri di acqua, oppure virus della granulosi (bio, non classiicato o irritante), alla dose di 10 grammi per 100 litri di acqua. Distribuendo il prodotto è importante bagnare molto bene la vegetazione, perché le noci non irrorate dalla miscela non sono adeguatamente protette. Per quanto riguarda il nocciòlo ci si deve concentrare sul contenimento dei danni causati ai frutti dalle cimici (Gonocerus acuteangulatus, Raphigaster nebulosa, Palomena prasina), insetti che svernano come adulti e compiono una sola generazione all’anno. Quest’anno la difesa da questi insetti risulta particolarmente importante per preservare la qualità dei frutti, in quanto la media produttività di tutte le zone corilicole italiane risulta media o addirittura scarsa. La tempestività e la puntualità negli interventi di contenimento risulterà fondamentale. Le punture delle cimici durante la crescita dei frutti, da metà giugno ad agosto, pur consentendo al frutto di completare la maturazione, provocano sul seme la comparsa di evidenti macchie biancastre, più o meno diffuse, oppure di cavità depresse e imbrunite, opSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Frutteto pure determina la produzione di semi completamente raggrinziti. Se la percentuale di frutti colpiti supera il 5% è molto dificile eseguire, all’atto della frangitura, una selezione che consenta la separazione dei semi sani da quelli colpiti. Per determinare la consistenza della presenza di cimici (la soglia di intervento è di 2 adulti per pianta e per campionamento) si utilizza la tecnica già descritta per monitorare le popolazioni del balanino (vedi «i Lavori » di maggiogiugno, a pag. 59). Oltre a verificare il raggiungimento della soglia, per contenere al minimo gli interventi insetticidi si effettua anche un controllo sulla comparsa delle uova nell’utero delle femmine delle cimici (vedi «i Lavori » di luglio-agosto 2009, a pag. 51). Per il contenimento delle cimici è utilizzabile a scelta uno dei seguenti principi attivi: – azadiractina-1 (per esempio Neemik, bio, irritante), alla dose di 400 ml per 100 litri d’acqua; – etofenprox-30 (per esempio Trebon UP, irritante), alla dose di 50 ml per 100 litri d’acqua; – piretro-4 (per esempio Asset, bio, irritante), alla dose di 100 ml per 100 litri d’acqua; – lambda-cialotrina-1,47 (per esempio Karate with Zeon Technology 1,5, irritante), alla dose di 170 ml per 100 litri d’acqua. L’aggiunta di un coadiuvante (antischiuma, acidiicante, bagnante o adesivante) all’insetticida garantisce una migliore azione dello stesso. Al riguardo segnaliamo alcuni preparati commerciali: Antischiuma Schaumstop (dose 15 ml per 100 litri d’acqua); Cifovir 1 (dose 50-120 per 100 litri d’acqua); Nu-FilmP (dose 250-400 ml per ettaro); Silwet L-77 (dose 25-50 per 100 litri d’acqua). Qualora le azioni di contenimento chi- X Nocciòlo. X-A sinistra. I fori (vedi frecce) indicano i punti in cui la femmina del balanino ha introdotto un uovo. A destra. Larva di balanino del nocciòlo (14-16 mm, vedi freccia) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Percoco (Interventi itosanitari: Olivo); Oreste Insero (Lavori: Fico-GiuggioloKaki-Nespolo comune e del GiapponeNoce); Claudio Sonnati (Lavori e Interventi itosanitari: Nocciòlo). Nocciòlo. La predisposizione di reti evita, in particolare sui lati dell’appezzamento coninanti con strade o capezzagne, la perdita di prodotto per calpestio o per ruscellamento dell’acqua piovana [1] La «Guida illustrata alla propagazione delle piante da frutto e della vite» è esaurita, tuttavia i medesimi argomenti sono stati ripresi e ampliati nella nostra nuova pubblicazione «Piante da frutto e vite: la propagazione», della collana «Guide pratiche» di Vita in Campagna, che si può acquistare contattando il nostro Servizio Abbonamenti (Tel. 045 8009480 - Fax 045 8012980 - E-mail: [email protected]). Ricordiamo le classi di tossicità attribuite agli antiparassitari, nell’ordine dal massimo al minimo: molto tossico - tossico nocivo - irritante - non classiicato. L’aggiunta di bio, signiica che l’antiparassitario è ammesso nell’agricoltura biologica. INDIRIZZI PER ACQUISTI/INFORMAZIONI W Noce. W-Danni da carpocapsa su un frutto di noce; si tratta dello stesso insetto che attacca le pomacee mico del balanino (vedi foto X) non abbiano successo, la popolazione del coleottero continua ad aumentare e, quindi, di anno in anno trovate un numero crescente di nocciole con il caratteristico foro di uscita della larva dal guscio. Se il danno è stato considerevole, occorrerà agire anche durante la preparazione del terreno per la raccolta, distribuendo in modo uniforme in supericie un prodotto a base di Beauveria bassiana-7,16 (per esempio Naturalis, bio, non classiicato), un fungo in grado di devitalizzare le larve dell’insetto, alla dose di 2-3 litri per ettaro. A cura di: Giovanni Comerlati (Lavori: Pomacee); Paolo Solmi (Interventi itosanitari: Pomacee-Drupacee-Actinidia-Fico-Kaki-Nespolo comune e del Giappone-Noce-Piccoli frutti); Giovanni Rigo (Lavori: Pesco e nettarina-Albicocco-Susino-Actinidia); Gino Bassi (Lavori: Ciliegio); Massimo Brucato (Lavori e Interventi itosanitari: Mandorlo); Riccardo Tumminelli - Servizio itosanitario Regione Siciliana - Palermo (Lavori e Interventi itosanitari: Agrumi); Guido Bassi (Lavori e Interventi itosanitari: Castagno; Lavori: Piccoli frutti); Giorgio Pannelli (Lavori: Olivo); Anna Le varietà di piante da frutto illustrate a pag. 28, 32 e 34 sono reperibili presso i seguenti vivai: – Azienda Agricola Maioli Enzo - Via Castello, 5 - 42013 Salvaterra (Reggio Emilia) - Tel. e fax 0522 840773 (pero varietà Carmen, pesco varietà Elegant Lady, susino varietà Fortune), vende per corrispondenza; – Battistini Giuseppe Vivai - Via Calcinaro, 1265 - 47023 Martorano di Cesena (Forlì Cesena) - Tel. 0547 382122 Fax 0547 639315 (pero varietà Carmen, pesco varietà Elegant Lady, susino varietà Fortune), vende per corrispondenza; – Dalmonte Gaspare - Via Calbetta, 2 48018 Faenza (Ravenna) - Tel. 0546 664853 - Fax 0546 22691 (susino varietà Fortune), vende per corrispondenza; – Dalmonte Guido e Vittorio - Via Casse, 1 - 48013 Brisighella (Ravenna) Tel. 0546 81037 - Fax 0546 80061 (pero varietà Carmen, susino varietà Fortune), vende per corrispondenza; – Pennati Antonio - Via V. Foppa, 1 23876 Monticello Brianza (Lecco) - Tel. e fax 039 9205696 (pero varietà Carmen); – Vivai Piante Battistini Società Agricola S.S. - Via Ravennate, 1500 - 47522 Martorano di Cesena (Forlì Cesena) Tel. 0547 380545 - Fax 0547 384400 (pero varietà Carmen, pesco varietà Elegant Lady, susino varietà Fortune), vende per corrispondenza. CONTROLLO INDIRIZZI AL 18-6-2012 49 Campo Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) CEREALI VERNINI Frumento tenero All’inizio di luglio si conclude la raccolta del frumento tenero; le modalità da adottare per questa operazione, per la conservazione in azienda e per la vendita del prodotto, nonché per la gestione dei residui colturali (paglia e stoppie), sono state descritte ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 60. Se ai cereali vernini non segue una coltura a semina estiva (secondo raccolto), il terreno non viene coltivato ino all’autunno o alla primavera. Questo periodo di pausa, in particolare l’estate, può essere sfruttato per effettuare alcuni lavori, ovvero la manutenzione o realizzazione delle opere per la regimazione delle acque e la lotta alle erbe infestanti, di più dificile controllo con una coltura in atto. Nei terreni dotati di adeguate sistemazioni, i lavori di manutenzione delle opere per la regimazione delle acque consistono nello sfalcio o trinciatura Cereali vernini. In questo bimestre dedicatevi alla manutenzione delle opere per la regimazione delle acque: sfalciate o trinciate l’erba nei fossi e nelle scoline e, se necessario, provvedete allo spurgo e alla loro risagomatura della vegetazione erbacea di fossi e scoline e, se necessario, nello spurgo e risagomatura delle stesse. Nei terreni in pendio (collina) privi di un’adeguata sistemazione e con evidenti segni di erosione (rigagnoli), si devono realizzare scoline, anche provvisorie, per convogliare l’acqua nei corsi d’acqua limitroi ai campi. Le scoline devono essere disposte in senso perpendicolare alla pendenza dei terreni e distanziate non più di 80 metri l’una dall’altra. Nel caso non sia possibile realizzare le scoline per l’elevata pendenza dei terreni, un’alternativa è rappresentata da fasce inerbite disposte sempre in senso perpendicolare alla massima pendenza, di larghezza non inferiore ai 5 metri e distanziate non più di 60 metri l’una dall’altra. La manutenzione o realizzazione delle opere per la regimazione delle acque secondo le modalità sopra descritte, è obbligatoria (condizionalità) per i coltivatori che beneiciano di contributi europei (domanda unica - ex Pac - e alcune misure dei Programmi di sviluppo rurale). In ogni caso, al di là dell’obbligo normativo, si evidenzia l’importanza di un eficiente sistema di regimazione delle acque, per evitare situazioni di ristagno idrico dannoso alle colture e dissesti idrogeologici (erosione, smottamenti, ecc.). La lotta alle erbe infestanti è rivol- Esempio di rotazione quadriennale (Nord Italia) a cura di Umberto Grigolo In questo progetto graico è riportata una rotazione quadriennale delle colture erbacee più diffuse nel Nord Italia. L’applicazione di queste rotazioni comporta in pratica la successione, nel 2012 e nei tre anni successivi, sullo stesso appezzamento di terreno, delle diverse colture seguendo nel tempo l’ordine orizzontale in cui sono qui sotto elencate. Non è necessario partire al primo anno (2012) con la prima coltura; l’importante è rispettare l’ordine con cui sono elencate. Se in un appezzamento nel 2012 si coltiva la soia (vedi es. 1), nel 2013 si coltiverà sullo stesso appezzamento il mais, nel 2014 il frumento tenero e nel 2015 il mais. Se invece nel 2012 si coltiva il mais (vedi es. 2), nel 2013 si coltiverà sullo stesso appezzamento il frumento tenero, nel 2014 il mais e nel 2015 la soia. La situazione nel luglio 2012 La situazione nel agosto 2012 2013 2014 2015 Soia Soia 1 mais 1 frumento t. 1 mais Mais Mais 2 frumento t. 2 mais. 2 soia Mais Mais 3 soia 3 mais 3 frumento t. p 1 esempio p 2 esempio p 3 esempio Note. N Nelle zone meno fertili o più siccitose si consiglia di sostituire la soia con il girasole o con il pisello proteico, il frumento con l’orzo, il m mais con il sorgo. Legenda: 50 = terreno in attesa di semina = coltura in atto = irrigazione SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Campo ta alle specie di più dificile controllo sulle coltivazioni (sorghetta, convolvolo, ecc.), nonché ai terreni molto infestati. In pratica si procede nel seguente modo: dopo la raccolta del cereale vernino il terreno non deve essere lavorato e si attende l’emergenza delle infestanti; quando queste si sono sviluppate, prima comunque della «spigatura» (graminacee) o «ioritura» (altre specie), va effettuato un trattamento con un diserbante a base di glifosate (Roundup Plus 450, Buggy 360 SG, ecc.). In presenza di infestanti poco o non sensibili al glifosate (convolvolo, equiseto, ecc.), si consiglia di ricorre a prodotti contenenti anche le sostanze attive dicamba e/o MCPA (Clinic Spectrum, Galaxia, ecc.), autorizzati per questo impiego (diserbo in post-raccolta); si ricorda che sull’equiseto è eficace solo l’MCPA. Se dopo 20-30 giorni vi sono ancora erbe non disseccate, si consiglia di ripetere il trattamento. Le dosi dei diserbanti, indicate sulle confezioni, variano in funzione della concentrazione della sostanza attiva, delle specie infestanti presenti e del loro sviluppo. Tra i molti prodotti disponibili vanno privilegiati quelli a bassa tossicità per l’uomo (irritante o non classiicato). Le infestanti sono più sensibili all’azione dell’erbicida se non sofferen- 1 2 Cereali vernini. 1-Dopo la raccolta è possibile effettuare un’efficace lotta alle erbe infestanti di più dificile controllo (sorghetta, nella foto, convolvolo, equiseto, ecc.), lasciando che si sviluppino e trattando poi con un diserbante a base di glifosate prima della spigatura o della ioritura. 2-Nelle aziende biologiche il controllo delle erbe infestanti va effettuato tramite lavorazioni supericiali con un coltivatore leggero (estirpatore) così da portarne in supericie le radici ed esporle al sole ti per scarsità d’acqua o alte temperature; è quindi preferibili intervenire dopo una pioggia (con vegetazione asciutta) e verso sera, in assenza comunque di vento per evitare la deriva del diserbante sulle colture limitrofe. Quando la vegetazione risulta completamente dissecata, è possibile procedere alla lavorazione del terreno per la coltura successiva. Nel caso siano stati utilizzati prodotti contenenti le sostanze attive dicamba e/o MCPA, si devono attendere almeno 20 giorni dall’ultimo trattamento per la semina della coltura successiva. Anche sui terreni condotti con il metodo biologico, se ai cereali vernini non segue una specie a semina estiva (secondo raccolto), i mesi di intervallo (quelli estivi in particolare) possono essere sfruttati per effettuare la manutenzione o la realizzazione delle ope- Esempio di rotazione quadriennale (Centro Italia) a cura di Umberto Grigolo In questo progetto graico è riportata una rotazione quadriennale delle colture erbacee più diffuse nel Centro Italia. L’applicazione di queste rotazioni comporta in pratica la successione, nel 2012 e nei tre anni successivi, sullo stesso appezzamento di terreno, delle diverse colture seguendo nel tempo l’ordine orizzontale in cui sono qui sotto elencate. Non è necessario partire al primo anno (2012) con la prima coltura; l’importante è rispettare l’ordine con cui sono elencate. Se in un appezzamento nel 2012 si coltiva il grano duro (vedi es. 1), nel 2013 si coltiverà sullo stesso appezzamento il mais, nel 2014 il grano duro e nel 2015 il girasole. Se invece nel 2012 si coltiva il mais (vedi es. 2), nel 2013 si coltiverà sullo stesso appezzamento il grano duro, nel 2014 il girasole e nel 2015 il grano duro. La situazione nel luglio 2012 La situazione nel agosto 2012 2013 2014 2015 Grano duro Grano duro 1 mais 1 grano duro 1 girasole Mais Mais 2 grano duro 2 girasole 2 grano duro Grano duro Grano duro 3 girasole 3 grano duro 3 mais p 1 esempio p 2 esempio p 3 esempio Note. N Nelle zone meno fertili o più siccitose si consiglia di sostituire il girasole con il colza, il grano duro con l’orzo, il mais con il sorgo o co con la fava. In alternativa al grano duro possono inoltre essere coltivati il frumento tenero e l’avena. Legenda: = terreno in attesa di semina SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 = coltura in atto = raccolta = aratura = irrigazione 51 Campo Alcune colture da sovescio che si possono seminare in estate, dopo la raccolta di cereale vernino Famiglia botanica Specie Vigna cinese (A) (Vigna sinensis) Dose di Distanza Profondità Epoca semente [2] tra le righe di semina di semina [1] (kg/ettaro) (cm) (cm) Leguminose 15/5-15/7 40-50 40-50 2-3 Sorgo gentile o sudanese (B) (Sorghum vulgare var. suda- Graminacee nense) 15/5-15/7 30-40 20-30 2-3 Miglio perlato (C) (Pennisetum glaucum) Panìco (D) (Setaria italica) Graminacee 15/5-15/7 30-40 20-30 1-2 Graminacee 15/5-15/7 30-40 20-30 1-2 Sorgo comune (E) Sorghum vulgare) + vigna cinese (A) Graminacee 15/5-15/7 10 + 40 30-40 2-3 Leguminose Note Bassa capacità di contenimento delle erbe infestanti. Produzione di sostanza organica più alta rispetto a tutte le altre specie, anche per la capacità di ricacciare dopo la trinciatura. Più precoce del sorgo gentile e del panìco. Più resistente alla siccità rispetto al sorgo gentile e al miglio perlato. Bassa capacità di contenimento delle erbe infestanti. Produzione di sostanza organica maggiore rispetto alla vigna cinese in purezza. [1] Le epoche di semina sono riferite al Nord; al Centro e al Sud possono essere anticipate o posticipate rispettivamente di 10-15 e 20-30 giorni. Nell’ambito della stessa zona, in collina la semina va anticipata di 8-10 giorni rispetto alla pianura. [2] Le dosi di semente sono indicative e riferite alla semina a righe; nel caso di semina a spaglio vanno aumentate del 30-40%. A B C D E Esempio di rotazione quadriennale (Sud Italia) a cura di Umberto Grigolo In questo progetto graico è riportata una rotazione quadriennale delle colture erbacee più diffuse nel Sud Italia. L’applicazione di queste rotazioni comporta in pratica la successione, nel 2012 e nei tre anni successivi, sullo stesso appezzamento di terreno, delle diverse colture seguendo nel tempo l’ordine orizzontale in cui sono qui sotto elencate. Non è necessario partire al primo anno (2012) con la prima coltura; l’importante è rispettare l’ordine con cui sono elencate. Se in un appezzamento nel 2012 si coltiva il grano duro (vedi es. 1), nel 2013 si coltiverà sullo stesso appezzamento il colza, nel 2014 il grano duro e nel 2015 la fava. Se invece nel 2012 si coltiva il colza (vedi es. 2), nel 2013 si coltiverà sullo stesso appezzamento il grano duro, nel 2014 la fava e nel 2015 il grano duro. La situazione nel luglio 2012 La situazione nel agosto 2012 2013 2014 2015 Grano duro Grano duro 1 colza 1 grano duro 1 fava Colza Colza 2 grano duro 2 fava 2 grano duro Grano duro Grano duro 3 fava 3 grano duro 3 colza p 1 esempio p 2 esempio p 3 esempio Note. L La fava può essere sostituita dal cece, il grano duro da quello tenero, dall’orzo e dall’avena. Legenda: 52 = terreno in attesa di semina = coltura in atto = raccolta = aratura SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Campo re per la regimazione delle acque, la lotta alle erbe infestanti o una coltura da sovescio. Per la manutenzione o la realizzazione delle opere per la regimazione delle acque, vanno adottate le stesse modalità sopra descritte per i terreni condotti con il metodo convenzionale. Il controllo delle erbe infestanti va invece effettuato con lavorazioni supericiali (è vietato l’uso di diserbanti). Più precisamente, il terreno va lavorato con un coltivatore leggero (estirpatore) per portare le radici delle infestanti in supericie ed esporle al sole, così da favorire il loro disseccamento. Per il sovescio si rimanda alle indicazioni riportate nella tabella di pagina 52 in alto. Grano duro Nella prima quindicina di luglio le piante di grano duro si presentano completamente secche. Per procedere alla raccolta si attende che le cariossidi abbiano un contenuto di umidità di circa il 13-14%. Per effettuare una campionatura utile a veriicare tale parametro, si raccolgono più spighe sull’appezzamento, si stroinano tra le mani e si fanno fuoriuscire le cariossidi. Con questa semplice operazione è possibile valutare, seppure in maniera empirica, se il distacco dei chicchi avviene facilmente e quindi se il grano è arrivato a maturazione. La cariosside, inoltre, non viene intaccata facendo pressione con l’unghia. Se però si ha intenzione di conservare il cereale in azienda, occorre porre la massima attenzione al contenuto di umidità. Pertanto, prima di iniziare le operazioni di raccolta, è opportuno determinare l’umidità della granella tramite analisi di un campione. Tutti i centri di raccolta, le industrie mangimistiche e molti trebbiatori dispongono di strumenti in grado di misurare rapidamente l’umidità del cereale. Anche se sarà possibile riscontrare una certa differenza tra l’umidità del campione effettuato sul campo e quella del cereale trebbiato (normalmente 1-2% in meno), l’indicazione ottenuta permetterà di razionalizzare la raccolta e portare in magazzino un prodotto stabile, che non darà problemi di conservazione. Se invece il prodotto viene consegnato a un centro di raccolta, in genere viene ritirato anche se leggermente umido, ma con una decurtazione di prezzo. Questo perché i centri di stoccaggio soSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Cereali vernini. Verso la metà di luglio si procede alla mietitrebbiatura del grano duro no provvisti di impianti di essiccazione e di silos ventilati per la conservazione. Se non intervengono situazioni meteorologiche sfavorevoli, la raccolta non presenta particolari dificoltà. Quest’anno l’andamento climatico, molto variabile da zona a zona, e molto freddo nei mesi di febbraio e marzo, ha determinato uno sviluppo normale per le colture seminate precocemente e una crescita invece più stentata per quelle seminate in ritardo, particolarmente se esposte a nord. Pertanto anche quest’anno si avranno produzioni molto variabili. La paglia prodotta dalla raccolta può essere raccolta o interrata. Nel caso in cui si voglia raccogliere la paglia, si procede a imballarla dopo averla tenuta per un giorno al sole. Se però non si ha la necessità di utilizzarla per altri scopi, è utile interrare la paglia, in quanto questa, trasformandosi, arricchirà il terreno di 600 kg di humus per ettaro, aumentando la dotazione di azoto di circa 25-30 kg per ettaro. Per facilitarne la trasformazione conviene trinciarla durante la fase di mietitrebbiatura. Sono invece sempre deprecabili pratiche, come la bruciatura delle stoppie, che oltre a essere vietate perché pericolose, sono in contrasto con quanto stabilito dalla norma 2.1 delle «Buone condizioni agronomiche e ambientali» (BCAA), tesa a migliorare il contenuto di sostanza organica nel suolo. Oggi si parla sempre più spesso di «agricoltura conservativa», cioè di un metodo di agricoltura che protegga e conservi il suolo e l’ambiente mettendo in atto una serie di pratiche che consistono nel ridurre le operazioni meccaniche, nel mantenimento dei residui colturali, in un migliore avvicendamento e un più attento utilizzo di itofarmaci e concimi. Questi metodi si attuano con la minima lavorazione o la semina diretta su sodo ed escludono quasi sempre l’aratura tradizionale. Purtroppo questi sistemi di coltivazione sono ancora poco applicati nelle piccole e medie aziende, poiché si adattano poco alla meccanizzazione esistente. Pertanto per la preparazione del terreno moltissime aziende si affidano principalmente all’aratura. Questo intervento ha un vantaggio immediato che consiste nell’interramento di tutti i residui colturali e assicura un forte contenimento delle infestanti. Deve però essere eseguito con molta accortezza per non alterare la fertilità del terreno. Le norme delle «Buone condizioni agronomiche e ambientali» (BCAA) attuate da molte Regioni deiniscono il momento per effettuare l’aratura, cioè quando il terreno è in tempera (norma 3.1). Un terreno si dice «in tempera» quando ha il giusto grado di umidità, tale da non arrecare danno alla struttura del terreno e alle attrezzature di lavorazione. Oltre a ciò obbligano a mantenere un adeguata rete di scolo delle acque (norma 1.1). L’aratura deve essere profonda, cioè superiore a 35 cm, solo se si opera in ambienti asciutti, per consentire al suolo di accumulare più acqua, e quando si è in presenza di terreni argillosi. È sempre buona norma ritardare le arature alla ine di agosto-inizi di settembre, per lasciare il minor tempo possibile il terreno non coperto di vegetazione e quindi soggetto alle erosioni. I temporali estivi, brevi e violenti, nei terreni in pendenza, portano a valle gli strati supericiali, che sono i più ricchi di nutrienti e di humus. Meglio però tendere ad anticipare le arature nei terreni argillosi, per ridurre il rischio di effettuare interventi su suolo bagnato, che ne altererebbero la struttura. Si permette così alle piogge di ine estate di penetrare negli strati profondi per facilitare lo sgretolamento delle zolle. Nei terreni in pendenza, inoltre, è opportuno non arare secondo le linee di pendenza (rittochino), ma orizzontalmente. Questo per consentire un più lento delusso dell’acqua in profondità e per creare con le zolle una «rugosità» in grado di diminuire la velocità dell’acqua supericiale. 53 Campo Cereali vernini. Se dopo la raccolta si effettua l’aratura, conviene possibilmente ritardare l’intervento alla ine di agosto-inizio di settembre. A quel punto si procederà con il terreno «in tempera» e a profondità non superiore ai 35 cm, a meno che non si operi in ambienti asciutti e in suoli argillosi Un buon intervento di aratura deve quindi interrare adeguatamente i residui colturali, consentire l’imbibizione del terreno ed evitare l’erosione dell’humus supericiale che è la parte più importante per la crescita delle colture. Si evitino sempre arature profonde tra colture annuali, mentre è utile aumentare la profondità dopo leguminose poliennali come la medica o il trifoglio. I nostri nonni raccomandavano di non effettuare l’aratura in estate dopo una pioggia o un temporale, in quanto si determinano rimescolamenti di strati più asciutti (caldi) con strati più bagnati (freddi) e si veriica un fenomeno – detto localmente appunto «calda-fredda» o «verde-secca» o «arrabiaticcio» – che porta alla morte di molti microrganismi del terreno e come conseguenza diretta a una grossa perdita di fertilità. In tal caso, nei terreni argillosi e poveri di sostanza organica si evidenzierà in primavera un ingiallimento diffuso che non potrà essere recuperato con la concimazione. Per la conservazione dei cereali in azienda si tenga presente che la sua buona riuscita dipende innanzitutto dalle caratteristiche in cui la granella entra nel magazzino: deve essere integra, sana e con umidità inferiore al 14%. Per le piccole produzioni biologiche si consiglia di conservare il grano in mucchi, una volta separato dalle impurità e dai corpi estranei e dopo aver disinfettato il magazzino con soluzioni a base di calce idrata (2-3 kg per 100 litri d’acqua) o piretro (per esempio Biopiren Plus della Intrachem) in ragione di 200 grammi per 100 litri di acqua. Per evitare lo sviluppo di insetti che attaccano la cariosside come la calandra del grano, il punteruolo e le larve di tignola, vanno aggiunti al cereale circa 30-60 grammi per quintale di Pro- 54 tector della Intrachem (prodotto naturale a base di terra di diatomee), facendo attenzione a mescolare bene il prodotto alla massa. Si formano quindi dei cumuli che vanno arieggiati ogni 2-3 mesi rivoltando il cereale con una pala (paleggiatura). Può essere utile istallare nel magazzino delle trappole a ferormoni per la cattura degli insetti. Diversamente, per le produzioni convenzionali, si possono aggiungere alla massa, mescolandoli uniformemente, prodotti in polvere a base di deltametrina (K-obiol DP2 della Bayer) in ragione di 50 grammi per quintale di cereale. Va comunque effettuata periodicamente un’attenta azione di ispezione per poter individuare in tempo la presenza di parassiti. Orzo Per le operazioni successive alla raccolta, ovvero per la conservazione in azienda e per la vendita del prodotto, nonché per la gestione dei residui colturali (paglia e stoppie), si rimanda a quanto detto per il frumento tenero ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 60. Per la realizzazione o manutenzione delle opere per la regimazione delle acque, la lotta alle erbe infestanti e il sovescio, si rimanda invece alle indicazioni fornite sopra per il frumento tenero (vedi pag. 50. Farro Tra i primi di luglio e la metà di agosto, a seconda della zona e dell’altitudine di coltivazione, la pianta del farro si presenta completamente essiccata e di colore biondo uniforme e la coltura è pronto per la raccolta. Quando l’umidità delle cariossidi è attorno al 14% si procede quindi alla mietitrebbiatura. Rispetto al grano il farro è più alto, con una quantità di paglia quasi doppia, e in parte allettato. Normalmente l’allettamento non provoca perdite di prodotto, ma rende sicuramente più laboriose le operazioni di raccolta. È infatti necessario attuare alcuni accorgimenti: ridurre la velocità di avanzamento della mietitrebbia, al ine di permettere all’aspo di convogliare le piante allettate e consentire alla macchina di smaltire le notevole quantità di paglia che la coltura produce; inoltre, ridurre leggermente la velocità di rotazione e diminuire la pressione del battitore, non facendo mai passare la granella nel brillatore. Il farro è un cereale «vestito» e, pertanto, alla raccolta si ottiene un chicco ancora coperto dalle glumelle esterne. Per utilizzarlo sarà necessario procedere a una successiva fase di decorticazione: tentare di «svestirlo» nella fase di mietitrebbiatura comporterebbe solo perdite di prodotto e gravi lesioni alle cariossidi. La produzione varia molto – dai 15 ai 35 quintali per ettaro – in base al periodo di semina, alle caratteristiche del terreno e al tipo di farro che si è coltivato. Di norma le coltivazioni a semina autunnale producono di più rispetto a quelle primaverili. Inoltre, lo spelta (Triticum spelta) risulta quasi sempre più produttivo del farro medio (Triticum dicoccum); le caratteristiche qualitative e in particolare il contenuto proteico del medio sono però nettamente superiori allo spelta. Come abbiamo inzialmente precisato, dalla coltura si ottiene una quantità di paglia notevole e di ottima qualità. Se si vuole procedere alla raccolta della paglia, prima di imballarla è consigliabile tenerla al sole per un giorno. Qualora invece si decida di interrarla, è oppor- Le macchine e le attrezzature per le lavorazioni del terreno, la coltivazione e la raccolta delle colture in pieno campo sono in genere costose e di dificile gestione da parte di un piccolo produttore. Tuttavia in tutte le aree agricole del Paese sono presenti imprese agromeccaniche che effettuano ogni tipo di lavoro per conto terzi. Molte di queste imprese aderiscono ad associazioni provinciali, a loro volta riunite in due grandi associazioni nazionali: l’Unima (Tel. 06 8549595 - www. unima.it) e la Confai (Tel. 0376 321664 - www.confai.it). Rivolgendovi a queste associazioni, o informandovi presso gli agricoltori della zona, potete ottenere i recapiti dei contoterzisti operanti nella vostra provincia. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Campo Mais. Nella fase che precede la fioritura (emissione del pennacchio) e fino alla fecondazione (imbrunimento delle barbe della spiga), la coltura è particolarmente sensibile alla scarsità d’acqua ed è necessario intervenire con l’irrigazione tuno trinciarla per facilitare le operazioni di lavorazione del terreno e favorire la decomposizione e la relativa umiicazione. Ultimata tale operazione si può procedere all’aratura, la cui profondità varia a seconda della coltura successiva. Con tale lavorazione dovete stare attenti a non compromettere le caratteristiche isico-chimiche del suolo, attenendovi a quanto detto per il grano duro. COLTURE PRIMAVERILI-ESTIVE Mais Dalla fase di «pre-ioritura» a quella di «fecondazione», ovvero dall’inizio dell’emissione dell’infiorescenza maschile (pennacchio) all’imbrunimento delle sete (barbe) che fuoriescono dalla spiga (pannocchia), il mais è particolarmente sensibile alla scarsità d’acqua. In questo periodo, che indicativamente va dalla metà di giugno alla metà di luglio, in assenza di piogge è quindi necessario intervenire con l’irrigazione. Successivamente, nella fase di «formazione della granella», diminuisce progressivamente la sensibilità della coltura alla scarsità d’acqua; in questa fase l’irrigazione è quindi giustiicata solo in caso di prolungata siccità e su terreni sabbiosi o ghiaiosi. Gli interventi irrigui vanno comunque sospesi con il raggiungimento della maturazione lattea della granella. Considerata la necessità di razionalizzare l’uso dell’acqua e di ridurre i consumi energetici e i costi di produzione, l’irrigazione va effettuata solo in caso di reale bisogno, in relazione allo stadio di sviluppo della coltura, all’andamento meteorologico e al tipo di terreno. Per quanto riguarda il primo aspetto si è già detto sopra; per gli altri si consiSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 1 2 Mais. 1-Trappola a feromoni per rilevare la presenza degli adulti della piralide del mais (nel particolare, insetto adulto, 20-30 mm di apertura alare). 2-Il trattamento insetticida va effettuato sulle larve della seconda generazione (da metà luglio a inizio agosto) impiegando un’irroratrice semovente su trampolo reperibile presso le imprese che operano per conto terzi deri quanto di seguito esposto. – Prima di irrigare si consultino le previsioni dei servizi meteorologici regionali o provinciali (reperibili sui giornali locali, in Internet, ecc.), al ine di evitare interventi inutili in prossimità di piogge. – Si valuti la quantità di pioggia caduta, misurandola in azienda con un pluviometro o facendo riferimento alle informazioni dei servizi meteorologici. Piogge di entità inferiore a 4-5 mm sono di scarsa utilità per colture in pieno sviluppo, mentre ogni 5 mm di pioggia che cade oltre ai primi è possibile ritardare l’irrigazione di 1-2 giorni. Una pioggia di 30-40 mm equivale a una irrigazione. – I terreni sabbiosi e ghiaiosi trattengono poca acqua e, quindi, hanno bisogno di irrigazioni più frequenti (ogni settimana nel periodo estivo, in assenza di piogge), rispetto a quelli con tessitura media o limosi o argillosi; in quelli argillosi si deve però irrigare prima che il terreno si crepi, perché ciò comporterebbe un danno alla coltura. – In alcune zone, come per esempio nella Pianura Padana occidentale, può essere presente una falda idrica supericiale (100-150 cm di profondità in estate), dalla quale l’acqua risale verso la supericie del terreno per capillarità; ne traggono così beneicio le colture riducendo o eliminando la necessità di ricorrere all’irrigazione. Tra i parassiti che in questo periodo attaccano il mais, il più diffuso e dannoso è la piralide, un lepidottero (farfalla) le cui larve scavano gallerie nello stocco (fusto) e nella spiga (pannocchia). Oltre ad alterare il funzionamento della pianta (trasporto della linfa), la piralide aumento il rischio di stroncamento dello stocco e di caduta delle spighe. Questo parassita può inoltre favorire la contaminazione della granella da parte di alcune micotossine [1], prodotte da muffe che trovano zone preferenziali di sviluppo sulle parti delle pianta erose dalla piralide. Anche per questo motivo, negli ultimi anni ha trovato una certa diffusione l’effettuazione di un trattamento insetticida per il controllo della piralide. La convenienza del trattamento va comunque attentamente valutata caso per caso, con l’aiuto di un tecnico esperto, considerando il livello di infestazione – che varia da un anno all’altro e da zona a zona –, l’incremento di produzione ottenibile (5-10%), il costo dell’insetticida e del noleggio dell’irroratrice (indicativamente 150 euro per ettaro) e il prezzo del mais. 55 Campo In genere il trattamento è giustiicato in annate e in zone a elevato rischio e su terreni dove si possono ottenere rese elevate (comunque superiori a 100 quintali per ettaro di granella secca). Il trattamento va effettuato sulle larve della seconda generazione della piralide, che in genere compaiono nel periodo che va dalla metà di luglio all’inizio di agosto. È importante individuare con precisione il momento in cui effettuare il trattamento: un anticipo o un ritardo di soli 10 giorni possono vanificare completamente la sua eficacia. A tale scopo è necessario rilevare la presenza degli adulti dell’insetto (farfalle) con trappole a feromoni e/o controllare la deposizione delle uova sulle foglie. In alcune zone questa attività viene svolta dai Servizi itosanitari regionali o provinciali [2] e i risultati vengono divulgati con bollettini diffusi attraverso i giornali locali, Internet, ecc. Gli insetticidi utilizzabili per il controllo della piralide sono molti (Karate Zeon 1.5, Coragen, ecc.) e vanno scelti con l’aiuto di un tecnico esperto, privilegiando quelli a bassa tossicità per l’uomo (irritante o non classiicato). Quando si effettua il trattamento il mais ha raggiunto la massim In questo periodo si può ritrovare sul mais anche un altro insetto parassita, la diabrotica di cui abbiamo già parlato ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 65. Ricordiamo che, nel caso di forti infestazioni, il rimedio più eficace è rappresentato dalla pratica della rotazione ovvero dall’evitare di coltivare il mais sullo stesso terreno anche nel prossimo anno. Eventuali trattamenti insetticidi sugli adulti del parassita sono eficaci solo per limitare l’infestazione nell’anno seguente, qualora non si rispetti la rotazione. I lavori sulle coltivazioni di mais condotte con il metodo biologico sono gli stessi indicati per le coltivazioni convenzionali, fatta eccezione per gli insetticidi impiegabili per il controllo della piralide. In questo caso infatti, dopo avere valutato la necessità e la convenienza economica del trattamento con l’aiuto di un tecnico esperto, si possono utilizzare solo prodotti a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki (Biobit DF, Costar WG, ecc., bio, non classiicato), effettuando due interventi: il primo all’inizio della schiusa delle uova della seconda generazione dell’insetto e il secondo dopo 6-8 giorni. Considerato che in agricoltura biologica la rotazione è pratica fondamentale, oltre che obbligatoria, si esclude la possibilità di gravi attacchi di diabrotica. 56 Soia. La coltura è sensibile alla scarsità d’acqua nelle fasi di formazione dei baccelli e in quella successiva di ingrossamento dei semi (nella foto), fasi nelle quali può essere necessario intervenire con l’irrigazione Soia In questo periodo la soia completa lo sviluppo vegetativo; contemporaneamente si assiste all’emissione dei iori sui nodi del fusto principale e delle ramiicazioni e alla successiva formazione dei baccelli. In quest’ultima fase e in quella successiva di «ingrossamento dei semi», la coltura è più sensibile alla scarsità d’acqua, sensibilità che si manifesta con l’appassimento e l’arrotolamento delle foglie. Se questi sintomi sono evidenti già nelle prime ore del mattino, intervenite con l’irrigazione. Gli interventi ir- Girasole. Nel mese di agosto si effettua la mietitrebbiatura impiegando macchine provviste di una speciica testata di raccolta rigui vanno comunque sospesi a sviluppo ultimato dei baccelli (cioè con l’inizio del loro imbrunimento). L’irrigazione va effettuata solo quando è effettivamente necessaria, in relazione allo stadio di sviluppo della coltura, all’andamento meteorologico e al tipo di terreno. Per quanto riguarda il primo aspetto si è già detto sopra; per gli altri si rimanda a quanto detto per il mais (vedi pag. 55). Proseguono nel mese di luglio, soprattutto se l’estate è calda e siccitosa, i controlli periodici della coltura per individuare eventuali infestazioni di ragnetto rosso e, se necessario, si esegue un trattamento acaricida seguendo le modalità descritte ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 66. Ricordiamo che il trattamento va effettuato entro la seconda decade di luglio; interventi in epoca successiva hanno un’eficacia scarsa o nulla nel limitare il danno alla produzione. I lavori sulle coltivazioni di soia condotte con il metodo biologico sono gli stessi sopra indicati per quelle convenzionali. Fa eccezione il controllo del ragnetto rosso per il quale non si dispone di prodotti eficaci e/o economicamente convenienti. L’unico accorgimento per limitare i danni, valido ovviamente anche per le colture convenzionali, è quello di effettuare irrigazioni a pioggia le quali arrecano disturbo al parassita. Girasole La buona dotazione idrica del terreno prima della semina e le abbondanti precipitazioni che si sono avute subito dopo il periodo di semina hanno favorito lo sviluppo della coltura ino ad oggi e sono state suficienti, in quasi tutti gli areali, per una crescita equilibrata. Il girasole è normalmente in grado di reperire da solo l’acqua di cui ha bisogno per la formazione della calatide, in quanto è dotato di un apparato radicale molto sviluppato. È opportuno effettuare un intervento irriguo di soccorso ai primi di luglio solo se nella zona non si sono veriicate precipitazioni nel mese di giugno. Vanno evitate le irrigazioni dopo la metà di luglio, in quanto predispongono la pianta a ritardare il ciclo di maturazione, facilitando l’allettamento e avviando pericolose infezioni di sclerotinia. Col passare dei giorni la calatide tende a riempirsi completamente di semi (acheni) e, a mano a mano che si proceSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Campo de con la maturazione, il dorso passa dal colore verde a un bruno intenso e tende a incurvarsi sotto il peso dei semi maturi. Nel mese di agosto i semi raggiungono un’umidità di circa il 10% e tendono a staccarsi naturalmente. Questo è il momento di effettuare la raccolta con normali mietitrebbiatrici provviste però di una speciica testata di raccolta che, come fosse un grosso pettine, consente l’introduzione nel battitore della sola parte superiore della pianta. La produzione di una coltura di girasole posta in ambiente collinare e non irrigata è di circa 20-30 quintali per ettaro. Durante il periodo di maturazione la coltivazione può subire forti attacchi da parte dagli uccelli. I danni sono inversamente proporzionati all’estensione della coltura nella zona, tanto da ritenersi insigniicanti in quelle di maggiore diffusione colturale, mentre possono essere gravi in situazioni di coltivazioni isolate. Il prodotto raccolto viene normalmente conferito ai centri di raccolta per essere poi inviato alle industrie di estrazione. Ultimata la raccolta, prima di iniziare la preparazione del terreno, è utile effettuare una trinciatura dei residui colturali per facilitarne la decomposizione e l’umiicazione. COLTURE FORAGGERE Erba medica. Si procede al secondo sfalcio del medicaio effettuando il taglio alla comparsa dei iori è alla comparsa dei iori, in quanto si ha il miglior rapporto tra quantità e qualità del prodotto. Naturalmente la quantità di prodotto varia molto in relazione all’andamento climatico, alle risorse idriche del terreno e alla disponibilità di acqua per irrigazione. Per le operazioni di falciatura vi rimandiamo a quanto già detto ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 67, raccomandando di effettuare i lavori con maggiore accortezza per non provocare un eccessivo distacco delle foglie che andrebbe a diminuire il valore del ieno. Erba medica Prati stabili In un periodo compreso tra giugno e luglio si effettua il secondo sfalcio di foraggio. Il medicaio è ora composto esclusivamente da medica e il momento più opportuno per effettuare il taglio Prosegue in luglio e in agosto lo sfalcio dei prati stabili, seguendo le modalità illustrate ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 67, dove sono state descritte anche le tecniche di ienagione. I prati stabili di pianura sono in genere serviti da canalette per l’irrigazione a scorrimento, o da tubature isse per l’irrigazione a pioggia. Questi sistemi hanno costi di funzionamento bassi e consentono così, in assenza di piogge, di effettuare interventi irrigui ogni 6-8 giorni. La produzione del prato irriguo risulta quindi buona anche nel periodo estivo. I prati stabili di collina e di montagna, invece, non sono in genere serviti dall’irrigazione e quindi la produzione nel periodo estivo è bassa. Per questo motivo, dopo il primo o il secondo sfalcio, vengono in alcuni casi destinati al pascolo (prato-pascolo). Sui prati irrigui di pianura dopo il secondo sfalcio effettuate una concimazione azotata in copertura, distribuendo 100-150 kg per ettaro di nitrato ammonico-26. In alternativa si può ricorrere al liquame di stalla, nel rispetto della normativa sugli efluenti di allevamento (direttiva nitrati) descritta ne «i Lavori» di marzo-aprile, a pag. 64. I prati condotti con il metodo biologico richiedono gli stessi interventi descritti per quelli convenzionali, a esclusione della concimazione minerale. Per la concimazione dopo lo sfalcio si può ricorrere al liquame di stalla, nel rispetto della normativa sugli efluenti di allevamento (direttiva nitrati) e sull’agricoltura biologica descritte ne «i Lavori» di marzo-aprile, a pag. 64. Pascoli Nel mese di luglio inizia la stagione di utilizzazione anche dei pascoli d’alta quota delle Alpi. La tecnica di pascolamento è stata descritta ne «i Lavori» di maggio-giugno, a pag. 68. Nei pascoli delle regioni meridionali e insulari e in quelli delle zone più aride degli Appennini, durante l’estate lo sviluppo della vegetazione è fortemente limitato dalla scarsità d’acqua e dal caldo. Nelle situazioni più dificili va sospeso il pascolamento degli animali ino a settembre-ottobre. A cura di: Pietro Fiore (Grano duro - Farro - Girasole - Erba Medica); Umberto Grigolo (Frumento tenero - Orzo - Mais Soia - Prati stabili - Pascoli). Pascoli. In luglio inizia la stagione di utilizzazione dei pascoli alpini d’alta quota SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 [1] Le micotossine sono sostanze molto tossiche per l’uomo e per gli animali. [2] Gli indirizzi dei Servizi itosanitari sono stati pubblicati sul n. 4/2012 di Vita in Campagna, a pag. 38 57 Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) In questo bimestre, con riferimento al Nord Italia, la vite attraversa le fasi vegetative di «pre-chiusura del grappolo», «chiusura del grappolo» e «invaiatura» (cambiamento del colore della buccia); al Centro e al Sud l’anticipo è mediamente di 15-30 giorni e pertanto a ine bimestre le piante potranno trovarsi nella successiva fase di «maturazione». IL VIGNETO PER LA PRODUZIONE DI UVA DA VINO Lavori Interventi di potatura verde. Durante le fasi di invaiatura e maturazione non si devono effettuare intensi interventi di cimatura o sfogliatura che privino le piante delle foglie, le quali, lo ricordiamo, sono deputate all’elaborazione delle sostanze nutritive. Le cimature, cioè il taglio della parte terminale dei tralci, devono essere sospese almeno 15 giorni prima dell’invaiatura, per consentire alla pianta di sviluppare le «femminelle», cioè i germogli secondari che si originano all’ascella delle foglie. Le nuove foglie sono molto più eficienti di quelle vecchie, sviluppatisi all’inizio della stagione vegetativa, e i tagli effettuati durante la maturazione obbligherebbero la pianta a ricreare la vegetazione perduta, rallentandola. Solo nei vigneti eccessivamente vigorosi conviene proseguire con le cimature, per evitare un’eccessiva copertura dei grappoli con relativo scarso arieggiamento e pericolo di marciumi. Sempre nei vigneti più vigorosi può essere prevista una drastica cimatura uno o due giorni prima della vendemmia per agevolare le operazioni di raccolta. Con lo stesso criterio ci si muoverà nella sfogliatura, cioè nell’eliminazione delle foglie basali al ine di migliora- 58 Vigneto re l’aerazione e l’esposizione al sole dei grappoli. È una pratica utilizzata soprattutto nelle uve a bacca rossa, nelle quali garantisce un migliore accumulo di polifenoli, pur se negli ambienti più caldi deve essere attentamente ponderata, poiché l’improvvisa esposizione al caldo sole estivo può causare scottature all’epidermide degli acini. L’eccessiva insolazione e le scottature degli acini causano la degradazione degli antociani e la relativa perdita di colore nei mosti. Nelle uve bianche, invece, la sfogliatura è utilizzata soprattutto negli ambienti più freschi e umidi per garantire soprattutto la sanità nelle varietà con grappoli più compatti. Il lavoro di legatura dei tralci è da ritenersi ormai concluso e nel mese di luglio può rendersi necessario solo regolare l’inserimento dei tralci nella coppia superiore di ili di ferro di sostegno (o la chiusura dei braccetti di sostegno di tali ili qualora le piante siano poco vigorose). Fino al momento dell’invaiatura, inoltre, è possibile intervenire con il diradamento dei grappoli per equilibrare la produzione ed eliminare eccessi produttivi indesiderati. Il diradamento in epoca così avanzata è più indicato nelle varietà a grappolo compatto, poiché l’asportazione di parte del prodotto in questa fase fenologica limita l’accrescimento eccessivo dei grappoli restanti, riducendo i pericoli di spaccatura degli acini in fase di maturazione e la formazione di marciumi. L’eliminazione dei grappoli deve interessare prima quelli più distanti dalla base del tralcio, poiché si sono sviluppati dopo quelli basali e maturano più tardi. Nei vigneti che producono uve di alta qualità si lascia un solo grappolo per tralcio, preferendo quello basale. Evitate di diradare i grappoli dopo l’invaiatura, poiché dopo questo stadio non si ottiene un miglioramento delle caratteristiche qualitative degli eventuali grappoli rimasti, ma solo una diminuzione complessiva della produzione. L’intervento in questo periodo può essere previsto solo in produzioni di alta qualità, per eliminare i grappoli danneggiati da patogeni (per esempio oidio, botrite, tignole) o dalla grandine; tutte cause di spaccatura degli acini e di marciumi acidi che possono compromettere la buona riuscita della viniicazione. L’eliminazione di parte della produ- zione, invece, si rende necessaria nelle piante più deboli o nei vigneti stressati da carenze d’acqua; in questi casi togliete totalmente i grappoli portati da tralci poco sviluppati e riducete il numero totale dei grappoli distribuendoli sui tralci più vigorosi. Anche nei vigneti al primo anno di produzione (generalmente il terzo anno dall’impianto), conviene eliminare gran parte dei grappoli per favorire la formazione del legno; generalmente su ogni pianta si lascia circa la metà dei grappoli previsti per la futura piena produzione. In caso di forti grandinate, che compromettano la produzione di uva e defoglino la pianta, occorre intervenire drasticamente con interventi di potatura che consentano la formazione di una nuova chioma. Tagli corti stimoleranno la pianta a sviluppare nuovi germogli sani che potranno essere utilizzati nelle potature dell’inverno successivo. Controllo delle erbe infestanti. In genere il caldo estivo limita l’accrescimento delle malerbe, ma in taluni am- Nei vigneti più soleggiati, i grappoli più esposti possono subire anche forti danni da calore (nella foto); pertanto nel vignato occorre prodecere alla sfogliatura con la massima cautela, in particolare nei lati dei ilari rivolti a sud e a ovest Con le giovani viti, sia da vino che da tavola, è fondamentale contenere la produzione di grappoli entro limiti accettabili SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Vigneto bienti più freschi può essere necessario intervenire con un ultimo sfalcio dell’interfila, anche per preparare l’ingresso delle macchine e degli operatori al momento della vendemmia. Nei vigneti con interfila lavorato è preferibile evitare interventi durante la maturazione, poiché il terreno troppo sofice può complicare la percorribilità lungo i ilari durante la vendemmia, soprattutto a seguito di eventuali piogge. Irrigazione. Negli ambienti caldi e siccitosi, soprattutto nei terreni di collina, in questo periodo si rende spesso necessario intervenire con l’irrigazione di soccorso. La necessità può essere valutata osservando il comportamento delle piante e la comparsa di ingiallimenti o appassimenti delle foglie basali di ogni germoglio. Il volume di acqua da distribuire sarà pari all’acqua persa per evaporazione dal suolo e per traspirazione dalle piante (in estate 5-7 litri per metro quadrato al giorno) moltiplicato per il numero di giorni che intercorre tra un turno e l’altro di adacquamento e al netto di eventuali piogge. Nei vigneti che raramente presentano fenomeni di carenza idrica si può operare con impianti di irrigazione mobili o estemporanei (piccoli impianti a pioggia o manichette forate mobili), ma nei vigneti nei quali la necessità di irrigare si ripresenta ogni anno è bene prevedere l’installazione di un impianto isso. Il sistema più eficiente è la microirrigazione sottochioma, cioè la distribuzione dell’acqua localizzata a ridotte porzioni di terreno utilizzando basse portate, lunghi orari di distribuzione e turni brevi di adacquamento (pochi giorni tra un intervento e l’altro durante il periodo più critico). L’utilizzo di bassi volumi di acqua e di basse pressioni permette di utilizzare modeste fonti di approvvigionamento d’acqua e consente l’impiego anche di acque leggermente salmastre; il metodo di irrigazione sottochioma, inoltre, non inluenza la difesa dalle malattie fungine e la distribuzione dei itofarmaci, poiché non bagna la vegetazione, e l’impianto può essere utilizzato anche per la distribuzione di fertilizzanti. Il posizionamento delle condotte e la distribuzione dei microirrigatori (a goccia, a spruzzo, statici, dinamici, ecc.) sono da valutare in base al tipo di terreno e alla conformazione del vigneto. Nei terreni sciolti, che percolano velocemente l’acqua che vi arriva e non ne permettono la diffusione «in orizzontale» nel terreno, sarà necessario inittire il numero SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 dei microirrigatori. Normalmente tutte le condotte di trasporto dell’acqua al vigneto vengono interrate, mentre quelle lungo il ilare possono essere interrate o esterne; se esterne devono essere posizionate ad almeno 50-70 cm da terra, per consentire le operazioni colturali lungo la ila. Vendemmia. Con il completamento dell’invaiatura, che ha durata variabile a seconda della stagione (tende infatti ad allungarsi in caso di stress idrico), possono iniziare i campionamenti delle uve per monitorare la maturazione. A questo proposito si veda quanto indicato nella rubrica «Cantina», a pag. 64. Lavori nei vigneti in allevamento. Nei giovani vigneti di nuovo impianto o in quelli reinnestati a ine inverno, soprattutto nei terreni più freschi che non risentono di deicit d’acqua, i tralci sono in continuo allungamento. È pertanto necessario proseguire le legature della vegetazione ai tutori e curarne il sostegno sulle strutture. Nei vigneti al secondo anno dall’impianto, invece, i tralci principali hanno raggiunto (e spesso superato) la lunghezza necessaria a coprire lo spazio loro assegnato sulle strutture di sostegno nella forma deinitiva. In tali casi potete allora effettuare la cimatura alla lunghezza desiderata e la legatura sul ilo di ferro nella posizione richiesta dalla forma di allevamento che avete scelto. Queste operazioni consentono di migliorare la ligniicazione di quello che sarà il cordone permanente e permettono alla pianta di concentrare il nutrimento e le sostanze di riserva solo nel legno destinato a fornire la produzione I danni da siccità estiva vanno prevenuti con una corretta irrigazione, cercando però di evitare gli sprechi tipici dei sistemi tradizionali (a scorrimento supericiale e iniltrazione laterale) Anche per le lavorazioni estive del terreno vanno preferite le attrezzature che richiedono poca energia (per esempio estirpatori non azionati dalla presa di forza del trattore, nella foto) e che permettono interventi supericiali e veloci l’anno successivo. Tale operazione richiede molto tempo, ma si inserisce bene nell’economia aziendale, poiché in questo periodo diminuisce l’urgenza dei lavori in vigneto e ci si può quindi avvantaggiare su quanto ci sarà da fare il prossimo inverno. Gli eventuali grappoli presenti su questi tralci vanno completamente eliminati, per consentire la buona ligniicazione e l’accumulo di sostanze di riserva nel legno destinato a svernare. Nei vigneti reinnestati la vigoria è spesso notevole e occorre lasciar allungare i tralci limitando le cimature; solo in autunno si provvederà alla disposizione deinitiva. Se non avete ancora concluso l’installazione delle strutture di sostegno del nuovo vigneto, i mesi estivi rendono possibile dedicare a queste operazioni il diverso tempo lasciato libero da altre incombenze di coltivazione nei vigneti in produzione. Nuovi impianti. Se avete programmato di effettuare il reimpianto del vostro vigneto nel prossimo inverno e avete già ottenuto l’autorizzazione necessaria da parte degli Ufici regionali competenti, è il momento di procedere alla preparazione del terreno. Prima di iniziare le operazioni è bene effettuare un’analisi chimico-isica del terreno, sui dati della quale verrà calcolato l’apporto di elementi nutritivi della concimazione di base. Con il terreno in tempera (cioè con il giusto grado di umidità) si può procedere con la lavorazione. Attualmente si sta sostituendo sempre di più allo scasso, cioè all’aratura profonda, la lavorazione a doppio strato: essa consiste 59 Vigneto in una prima ripuntatura profonda 80-100 cm, con passaggi più itti (ino a 50 cm tra un solco e l’altro) nei terreni più pesanti, seguita da un’aratura a 40-50 cm. Dopo la ripuntatura, nei terreni con scheletro, può rendersi necessaria una prima asportazione dei sassi e delle pietre più grosse, specialmente se il terreno è stato messo a coltura per la prima volta; un altro intervento di spietramento si renderà necessario anche dopo l’aratura. Nei terreni ricchi di scheletro calcareo o tufaceo è possibile ridurre le dimensioni delle pietre con apposite macchine in grado di frantumarle; tale intervento, invece, non è possibile se il materiale è di origine vulcanica (poridi, trachiti o basalti), poiché troppo resistente. Prima dell’aratura distribuite la sostanza organica per la concimazione di fondo, per consentire l’interramento del prodotto; distribuite 180-200 quintali per ettaro di letame maturo, oppure 5-6 quintali per ettaro di letame pellettato. Le lavorazioni di afinamento del terreno, invece, potranno essere effettuate dopo i freddi invernali, che faciliteranno la disgregazione delle zolle più pesanti. A A-Grappolo gravemente colpito dalla peronospora Interventi itosanitari La peronospora della vite (vedi foto A) è ora meno problematica rispetto ai mesi precedenti. Le temperature elevate e le ridotte precipitazioni costituiscono un limite importante alla diffusione del fungo. Ancora per il mese di luglio sarà però opportuno effettuare interventi fungicidi, trattando solo in caso di pioggia con prodotti rameici quali, per esempio, ossicloruro di rame-20 (bio, non classi- Calendario di incubazione della peronospora della vite e dei relativi trattamenti Giorni in cui può cadere la pioggia infettante Giorni in cui si possono Giorni in cui manifestare sulle foglie può cadere le macchie di muffa pioggia bianca ed entro i quali la va fatto il trattamento infettante Giorni in cui si possono manifestare sulle foglie le macchie di muffa bianca ed entro i quali va fatto il trattamento 1 luglio 6-7 luglio 17 luglio 22-23 luglio 2 luglio 7-8 luglio 18 luglio 23-24 luglio 3 luglio 8-9 luglio 19 luglio 24-25 luglio 4 luglio 9-10 luglio 20 luglio 25-26 luglio 5 luglio 10-11 luglio 21 luglio 26-27 luglio 6 luglio 11-12 luglio 22 luglio 27-28 luglio 7 luglio 12-13 luglio 23 luglio 28-29 luglio 8 luglio 13-14 luglio 24 luglio 29-30 luglio 9 luglio 14-15 luglio 25 luglio 30-31 luglio 10 luglio 15-16 luglio 26 luglio 31 luglio - 1 agosto 11 luglio 16-17 luglio 27 luglio 1-2 agosto 12 luglio 17-18 luglio 28 luglio 2-3 agosto 13 luglio 18-19 luglio 29 luglio 3-4 agosto 14 luglio 19-20 luglio 30 luglio 4-5 agosto 15 luglio 20-21 luglio 31 luglio 5-6 agosto 16 luglio 21-22 luglio Esempio: se una pioggia «infettante» – che bagni la vegetazione per almeno due ore – cade luglio il trattamento contro la peronospora va fatto entro il 18 luglio. luglio Se il 27 luglio cail 13 luglio, agosto. In caso di piogdrà una nuova pioggia si dovrà fare un nuovo trattamento entro l’11 agosto ge frequenti i trattamenti dovranno essere settimanali. In assenza di piogge non occorrono trattamenti. Normalmente ai prodotti usati contro la peronospora si aggiunge lo zolfo bagnabile-80, effettuando così contemporaneamente anche la lotta contro l’oidio. 60 icato), alla dose di 500 grammi per 100 litri di acqua, oppure poltiglia bordolese-20 (bio, irritante o non classiicato), alla dose di 800-1.000 grammi per 100 litri di acqua. L’oidio (vedi foto B a pag. 75 de «i Lavori» di maggio-giugno), invece, può ancora rappresentare un problema. Intervenite quindi trattando settimanalmente con zolfo bagnabile-80 (bio, irritante o non classiicato), alla dose di 400 grammi per 100 litri di acqua, in verso la ine di luglio. Tra la ine di giugno e l’inizio di luglio si veriica la seconda generazione della tignoletta della vite (vedi foto B a pag. 61 e foto C a pag. 62). Si tratta della generazione più pericolosa e non bisogna assolutamente trascurarla, poiché provoca sia danni diretti (acini danneggiati dalle larve), sia indiretti (la muffa grigia che si sviluppa sugli acini danneggiati). Se avete predisposto le trappole a feromone, controllate ogni giorno l’andamento del volo. Quando si veriica un evidente incremento delle catture (giornaliere), passando da pochi individui a oltre 5-10, iniziate a contare i giorni. Dopo 10-12 giorni dall’incremento delle catture trattate con Bacillus thuringiensis var. kurstaki-6,4 (bio, non classiicato) alla dose di 100 grammi per 100 litri di acqua; ripetete l’intervento dopo 10 giorni. Anche senza il ricorso alle trappole, è comunque possibile intervenire al momento opportuno. Osservate attentamente i grappoli: le uova della tignoletta, deposte sugli acini, si rilevano con una certa facilità: sono trasparenti, appiattite, hanno il diametro di circa un millimetro e brillano in controluce. Quando sulle uova si osserva una macchiolina nera (si tratta della testa della larva che sta per nascere, da cui fase di «uovo a testa nera») intervenite col primo trattamento insetticida; ripetetelo poi dopo 10 giorni. Questo tipo di controllo può essere effettuato con grande utilità anche da chi utilizza le trappole, come ulteriore veriica del giusto momento di intervento. I più pigri, che non ricorrono né alle trappole né ai controlli visivi, possono trattare, ma con una certa approssimazione, ai primissimi giorni di luglio, ripetendo l’intervento dopo 10 giorni. In genere il momento del primo intervento contro la seconda generazione della tignoletta coincide con la fase vegetativa di «pre-chiusura del grappolo», ovvero quella precedente il momento in cui gli acini, ingrossandosi, iniziano a SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Vigneto Vigneto per uva da vino. Operazioni colturali in corso ( ) nei mesi di luglio e agosto ● a cura di Silvio Caltran Operazioni Nuovi impianti Potatura Concimazione Falciatura erba [2] Trattamenti antiparassitari Irrigazione Vendemmia luglio agosto ● [1] ● ● [1] ● ● ● ● ● ● ● [3] [1] Preparazione del terreno. [2] In alternativa, lavorazione del terreno. [3] Varietà precoci e basi spumante. stringersi tra di loro, dando origine ad un grappolo compatto. È quindi importante irrorare molto bene i grappoli con il prodotto insetticida e trattare anche la parte interna, altrimenti le larve nate dalle uova lì deposte non saranno raggiunte e quindi non saranno eliminate. Durante il mese di agosto si ha la terza generazione della tignoletta. Se avete controllato adeguatamente la seconda, non dovreste avere grossi problemi. Effettuate comunque un controllo sui grappoli e, se rilevate le uova, trattate come indicato per la seconda generazione. I sintomi della flavescenza dorata sono visibili in modo particolare durante i mesi estivi. Per il riconoscimento della malattia e per ulteriori notizie sugli interventi necessari si veda l’articolo pubblicato sul n. 4/2012, a pag. 35. Vigneto per uva da tavola. Operazioni colturali in corso ( ) nei mesi di luglio e agosto ● a cura di Silvio Caltran Operazioni Nuovi impianti Potatura Concimazione Falciatura erba [4] Trattamenti antiparassitari Irrigazione Vendemmia glie basali), le quali coprendo gli stessi potrebbero ostacolarne l’arieggiamento e, soprattutto, impedire agli antiparassitari di raggiungere i grappoli. Naturalmente per le viti allevate a spalliera, si dovrà intervenire con minor intensità e solo sul lato meno esposto al sole (lato verso nord, in particolare); – la «pettinatura» del tendone o della pergola, che consiste nel calare delicatamente i grappoli separandoli dai ili o dai tralci, nell’intento di favorire il miglior arieggiamento; inoltre si otterrà una loro perfetta conformazione e saranno favorite le successive operazioni colturali, vendemmia compresa; – per le varietà a maturazione tardiva (Italia, Aledo, Crimson Seedles, Red Glo- Lavori SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 ● ● [3] ● ● ● ● agosto ● [1] ● [2] ● ● ● ● [1] Preparazione del terreno. [2] Per le varietà tardive. [3] Concimazioni fogliari. [4] In alternativa, lavorazione del terreno. IL VIGNETO PER LA PRODUZIONE DI UVA DA TAVOLA Potatura verde. Le indicazioni relative alle operazioni di potatura verde descritte per l’uva da vino, sono in linea generale valide anche per l’uva da tavola. Considerata però la particolarità di questa produzione, alcuni aspetti devono essere approfonditi, così come vanno aggiunte speciiche operazioni quali: – una maggiore cura nell’eliminazione dei germogli più deboli o mal posizionati, comprese anche alcune femminelle di recente produzione; – l’eliminazione delle foglie vecchie a ridosso dei grappoli (cioè delle 4-5 fo- luglio B B-Tignoletta della vite. Le uova di questo parassita sono trasparenti, appiattite e hanno un diametro di circa 1 mm; sono abbastanza individuabili facilmente, perché brillano in controluce. Nella fase cosiddetta dell’«uovo a testa nera» la larva sta per nascere (nel particolare): è il momento per eseguire un primo trattamento insetticida be), in caso di produzione ritenuta eccessiva, intervenite poco prima della fase d’invaiatura attuando un buon diradamento dei grappoli (su ogni tralcio si lascia solo il grappolo basale o, meglio, solo quello meglio conformato tra quelli presenti); – la «pulizia» dei grappoli, cioè l’eliminazione degli acini, oppure di parti del grappolo, che si sviluppano poco o che presentano irregolarità, con possibili ripercussioni negative a livello commerciale. In caso di eventuale danno da peronospora sul grappolo (più probabile quest’anno al Nord rispetto al Sud per le condizioni climatiche favorevoli al suo sviluppo, a partire dalla seconda metà di maggio), con l’occasione potete eliminare anche i grappoli o parti del grappolo colpiti, quindi danneggiati; – l’incisione anulare, che consiste nell’incidere ed eventualmente rimuovere (mediante decorticazione) un anello di corteccia di 23 mm d’altezza, sul tralcio lasciato con la potatura secca, nella posizione immediatamente al disopra del primo «germoglio di sostituzione» (cioè quello che sarà utilizzato con la prossima potatura invernale). L’intervento permette di interrompere il movimento della linfa elaborata verso il fusto e le radici, col preciso scopo di ottenere un migliore sviluppo dei grappoli soprastanti l’incisione; – inine, pur essendo già intervenuti una prima volta una-due settimane dopo la ioritura, dalla fase di invaiatura in poi, in particolare con piante vigorose, valutate la necessità di riaprire un nuovo varco nella vegetazione della pergola o del tendone, tramite la cimatura dei germo- 61 Vigneto Per la varietà da tavola a maturazione medio-tardiva, in questo periodo è fondamentale disporre dell’irrigazione gli e delle femminelle esistenti; si otterranno maggiore arieggiamento e maggiore esposizione alla luce, con positivi effetti sulla colorazione e sulla maturazione dei grappoli. Irrigazione. Questa pratica, preziosissima per ottenere uva da tavola di buona qualità e per prevenire i danni da scottature solari sui grappoli, si deve basare sulla reale necessità della pianta e deve considerare le maggiori esigenze d’acqua della viticoltura da tavola rispetto a quella da vino, sia per l’ambiente solitamente più secco, sia per la maggiore quantità produttiva. Riguardo alla tipologia, se disponete di acque limpide e non eccessivamente calcaree, date la preferenza alla microirrigazione (a goccia, a spruzzo, ecc.); viceversa, ricorrete ai tradizionali sistemi di irrigazione a pioggia, ancora validi quando si dispone di acque abbondanti ma piuttosto sporche o limacciose. In ogni caso, per ottenere grappoli sani e ben maturi, anche l’irrigazione per l’uva da tavola deve intendersi come puro strumento di prevenzione, cioè di ripristino delle normali dotazioni idriche del suolo, con l’apporto di quantità d’acqua via via decrescenti man mano che ci si avvicina alla vendemmia. Copertura con ilm di polietilene. Allo scopo di ritardare la raccolta, in seguito alla protezione della vegetazione e dei grappoli dalle piogge di ine estate e inizio autunno, a partire dai primi giorni di agosto coprite i vigneti in cui sono presenti varietà tardive di uva da tavola (per esempio Italia, Aledo e Red Globe) con un ilm bianco di polietilene steso su apposite strutture robuste. Nei vigneti così coperti si deve comunque garantire una sufficiente circolazione di aria dai lati esterni del 62 tendone (chiudendoli con delle reti per impedire l’entrata degli uccelli) o dal basso nel caso di allevamento a spalliera. La copertura andrà tolta dopo la vendemmia, la quale, con andamento climatico favorevole, potrà essere ultimata in novembre o addirittura in dicembre. Riparando i grappoli dall’acqua, quindi prevenendo anche gli attacchi dai parassiti fungini e animali, essi rimarranno sani ino alla raccolta. Quest’ultima potrà così essere effettuata al momento ottimale, con grappoli puliti da residui di itofarmaci e con buona scalarità. Concimazioni. Alcune varietà di uva da tavola, per esempio l’Italia, sono più sensibili di altre a carenze (insuficienze) di magnesio e quindi al disseccamento del rachide in vicinanza della maturazione. La prevenzione e la cura di tali carenze si attuano con la distribuzione di solfato di magnesio per via fogliare (per esempio Epso Top, alla dose di 12-15 kg per ettaro), miscelato ai prodotti antiparassitari in occasione degli ultimi due trattamenti prima dell’invaiatura. Si tratta di un concime commercializzato sotto forma cristallina, molto solubile e compatibile con i comuni prodotti antiparassitari. Gestione del suolo. Nei vigneti inerbiti permanentemente procedete al taglio dell’erba, ma solo in caso di necessità, cioè quando ha raggiunto mediamente almeno i 25-30 cm di altezza. In quelli lavorati, qualora siano presenti erbe ben sviluppate oppure ci siano rischi elevati di siccità, effettuate una lavorazione leggera, dopo di che, soprattutto nei terreni in pendio, evitate qualsiasi altro intervento sino alla primavera successiva. Così facendo non solo favorirete il passaggio con le macchine in fase di vendemmia, ma anche limitere- C C-Fori di entrata della tignoletta sugli acini di un’uva da tavola te il rischio di erosione supericiale a seguito delle piogge dei prossimi autunno e inverno. Vendemmia. Per la vendemmia dell’uva da tavola si riferirà dettagliatamente ne «i Lavori» di settembre-ottobre. Ricordiamo comunque che al Sud nei vigneti coperti in gennaio-febbraio si stanno vendemmiando le varietà più precoci, quali Matilde e Black Magic, già da metà giugno, per terminare con Victoria ad inizio luglio; oppure si inizierà la vendemmia a luglio, nei vigneti coperti con pvc in marzo sempre allo scopo di anticipare la raccolta. In ogni caso è bene ricordare che il momento ideale per la raccolta si può determinare sia ricorrendo a semplici analisi da effettuare anche sul campo (con un rifrattometro o con un mostimetro), sia osservando attentamente l’evoluzione dei caratteri organolettici dell’uva (colorazione della buccia, consistenza dell’acino, sapore della polpa). Ponete comunque la massima attenzione alla scelta del momento ideale per la vendemmia, e prestate il massimo impegno nelle modalità di distacco dei grappoli, nella posa di questi nei vari contenitori e nel loro trasporto ai locali di selezione e di confezionamento. Interventi itosanitari Per il prodotto da raccogliere in agosto occorre ancora effettuare interventi per essere certi di ottenere uva sana e con le caratteristiche qualitative ottimali per la commercializzazione e il consumo familiare. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla tignoletta (vedi foto B a pag. 61 e foto C qui sotto), insetto presente in questi mesi con le larve della seconda generazione. Attraverso un forellino la larva dell’insetto penetra all’interno dell’acino e si nutre del contenuto. Per controllare l’andamento dei voli dell’insetto devono essere utilizzate trappole (2 per ettaro) che, diffondendo il feromone femminile, richiamano i maschi catturandoli sul fondo spalmato di colla. Se utilizzate un prodotto a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki-6,4 (bio, non classificato, alla dose di 75 grammi per 100 litri di acqua) il periodo di intervento è quello dell’apertura delle uova, con la presenza di larve neonate. Il trattamento deve essere quindi effettuato 12-14 giorni dall’inizio delle catture con le trappole a feromoni, quando la maggior parte delle uova deposte ha SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Vigneto raggiunto la fase cosiddetta della «testa nera» (vedi foto B a pag. 61 ). Gli interventi con insetticidi chimici vanno eseguiti dopo due settimane dall’inizio dei voli e delle catture nelle trappole, impiegando per esempio emamectina benzoato-0,95 (per esempio Afirm della Syngenta, non classiicato, 7 giorni di tempo di sicurezza), alla dose di 150 grammi per 100 litri di acqua. A differenza della peronospora, che in alcuni anni non si manifesta nelle regioni dell’Italia centro-meridionale, l’oidio o mal bianco (vedi foto B a pag. 75 de «i Lavori» di maggio-giugno) è presente in tutte le regioni e in tutti gli anni. La difesa preventiva può essere attuata con prodotti a base di penconazolo-19 (per esempio Topas 200 EW della Syngenta, irritante, 14 giorni di tempo di sicurezza), alla dose di 15 ml per 100 litri di acqua. In alternativa si può impiegare lo zolfo, il prodotto più utilizzato per la lotta attuata sia con i sistemi biologici che convenzionali. È preferibile impiegare quello polverulento perché riesce a penetrare all’interno del grappolo ed esercita maggiore efficacia. Va distribuito nelle ore più fresche del pomeriggio, per evitare danni da scottatura ai grappoli. Il prodotto da utilizzare è lo zolfo ventilato-50 (bio, irritante) delle ditte Mannino, Ecoiatros e Mormino; le dosi sono di 25 kg per ettaro. In alternativa potete impiegare anche zolfo bagnabile-80 (bio, irritante o non classiicato), alle dosi di 600-800 grammi per 100 litri di acqua. Nei periodi di forti attacchi è consigliabile ripetere i trattamenti ogni 5 giorni. Potete ricorrere anche al biofungicida Ampelomyces quisqualis (per esempio AQ 10 WG della Intrachem Bio Italia, bio, non classiicato), alla dosi di 50-70 grammi per ettaro. Può essere applicato in tutte le fasi vegetative, da solo o alternato a trattamenti con altri fungicidi. Il periodo ottimale di impiego va dalla fase di prechiusura del grappolo all’invaiatura. Nella fase di pre-chiusura del grappolo, occorre effettuare un trattamento preventivo per la muffa grigia (vedi foto D) cui seguirà un altro intervento tra l’invaiatura e la maturazione dell’uva. Lo sviluppo di questa malattia è favorito da pioggia, da umidità e dalla presenza di grappoli troppo serrati che non consentono la penetrazione al loro interno del fungicida; spesso è anche conseguente ai forellini sugli acini provocati dalla tignola. Tra i prodotti utilizzati si consiglia l’impiego di fenoxamid-42,8 (per esempio Teldor Plus della Bayer, non classiicato), alla dose di 1 litro per ettaro. In presenza di piogge possono ancora manifestarsi infezioni di peronospora (vedi foto A a pag. 60). Questa malattia predilige le parti più giovani della vite e il primo sintomo è la comparsa di aree decolorate («macchie d’olio») sulla pagina superiore delle foglie; queste parti delle foglie successivamente seccano, si lacerano e cadono. Se persiste l’umidità, si può notare anche la comparsa di una muffetta bianca sulla pagina inferiore delle foglie. Per il controllo della peronospora si possono impiegare prodotti a lunga persistenza come quelli a base di mandipropamid-23,4 (per esempio Pergado SC della Syngenta, non classificato), alla dose di 60 ml per 100 litri di acqua. Se si interviene con infezioni in atto, in aggiunta al prodotto indicato occorre impiegare cimoxanil-20 (per esempio Curzate della Du Pont, irritante), alla dose di 70 grammi per 100 litri di acqua. L’UVA FRAGOLA Lavori D D-Grappolo di uva da tavola con gli esiti di un forte attacco di muffa grigia SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Considerato l’elevato vigore vegetativo delle piante di uva fragola, durante il periodo estivo possono rendersi necessari interventi di potatura verde quali: – la spollonatura, cioè la soppressione dei germogli e dei tralci che si sono nuovamente sviluppati lungo il tronco della pianta; – la sfemminellatura, cioè l’eliminazione delle femminelle (germogli secondari che si originano all’ascella delle foglie), allo scopo di arieggiare meglio i grappoli e le foglie ad essi adiacenti; – la cimatura, che si effettua sui tralci più vigorosi asportando con un taglio la parte terminale; è un’operazione da Anche per l’uva fragola in estate è necessario favorire un buon arieggiamento dei grappoli, per mezzo di razionali interventi di potatura verde eseguire normalmente entro giugno e, in caso di necessità, va ripetuta da metà agosto, cioè dopo la fase di invaiatura. Lo scopo è quello di bloccare lo sviluppo dei tralci e di favorire l’ingrossamento degli acini dei grappoli; in ogni caso vanno mantenute almeno 10-11 foglie sul tralcio, dopo l’ultimo grappolo; – la sfogliatura, che consiste nell’eliminazione di una parte delle foglie più vecchie, si effettua in prossimità della maturazione dei grappoli e ha lo scopo di ridurre leggermente la compattezza della chioma nei pergolati; questa pratica si deve eseguire con moderazione eliminando solo le prime 5-6 foglie, a partire dalla base dei tralci; – il diradamento dei grappoli, che si effettua quando la produzione risulta elevata. Di solito vanno eliminati i grappoli portati dai tralci più deboli, oppure quelli che, trovandoci in vicinanza dell’invaiatura, stentano a cambiare colore. Altri lavori. Oltre agli interventi di potatura, che tendono a migliorare la qualità della produzione, dovete provvedere alle irrigazioni periodiche, alla lavorazione supericiale del terreno oppure alla falciatura periodica dell’erba nel caso d’inerbimento permanente del terreno vitato con uva fragola. Interventi itosanitari Per l’uva fragola non sono necessari trattamenti antiparassitari. A cura di: Filippo Giannone (Lavori: Il vigneto per la produzione di uva da vino); Enzo Corazzina (Lavori: Il vigneto per la produzione di uva da tavola - L’uva fragola); Paolo Solmi (Interventi itosanitari: Uva da vino); Mario Colapietra (Interventi itosanitari: Uva da tavola). 63 Cantina Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) L’annata 2012 è nella media sia come maturazione che come produzione delle uve. Se le condizioni climatiche (siccità, grandine o piogge) di luglio e agosto non la condizioneranno sfavorevolmente, non si presenteranno particolari problemi nella conduzione della viniicazione. Raccomandiamo di controllare il vino delle annate precedenti, veriicando, almeno una volta alla settimana, i livelli delle vasche, la pressione della camera d’aria del coperchio galleggiante dei semprepieni o la copertura dell’olio di vaselina; effettuate inoltre il cambio mensile delle pastiglie antiioretta e l’analisi mensile del valore di anidride solforosa libera, che deve oscillare tra i 20-30 milligrammi per litro per i vini bianchi e 15-25 milligrammi per litro per i vini rossi. LA DETERMINAZIONE DELL’EPOCA DI RACCOLTA Riuscire a determinare correttamente l’epoca di raccolta delle uve è essenziale per ottenere un vino della qualità desiderata. I fattori che maggiormente condizionano la maturazione sono: l’inizio della ioritura della vite (inluenzata dal clima primaverile), la zona di produzione (altitudine, esposizione, ecc.), l’epoca di maturazione di ogni singola varietà, la vigoria della pianta e la produzione d’uva per ceppo. Verso il termine della fase di invaiatura (quando il colore della buccia passa dal verde al giallo o al rosso) consigliamo di eseguire due controlli settimanali per determinare alcuni parametri della maturazione. Il controllo della maturazione si può sintetizzare in tre importanti momenti: il primo è rappresentato dalla sensazione tattile della consistenza dell’acino al prelievo, il secondo dall’assaggio del- naccioli e l’aromaticità. Come per il vino la capacità di valutazione delle sensazioni gustative è soggettiva e si afina con l’esperienza. Infatti, solo memorizzando l’aroma dell’uva e assaggiando il vino ottenuto si possono immagazzinare informazioni utili per le vendemmie future. La terza fase, quella del campionamento, è importante per valutare correttamente l’evoluzione della maturazione eseguendo le analisi (zucchero, acidità, pH, ecc.) delle uve. Si procede prelevando 100-200 acini o pezzi di grappolo. Raccomandiamo di eseguire ogni 5-7 giorni il prelievo del campione sempre nelle stesse viti o nella stessa zona di vigneto, in modo da avere un dato reale sull’evoluzione della maturazione. Cambiando continuamente il punto di prelievo i dati analitici possono infatti variare molto a causa, per esempio, di una diversa vigoria della pianta, della sua esposizione, del numero di grappoli per ceppo, ecc., fornendo dati altalenanti inutilizzabili per una corretta gestione della vendemmia. Il campione prelevato va spremuto subito e non conservato in frigorifero o congelato. Prima delle analisi il mosto ottenuto va iltrato con un colino a maglia stretta. L’analisi più facile da eseguire è la determinazione della gradazione zuccherina con il classico mostimetro Babo o con un rifrattometro. Questa è la valutazione minima per poter seguire l’andamento della maturazione ed è possibile attuarla direttamente anche nelle piccole cantine. Oltre alla gradazione zuccherina consigliamo di controllare anche il valore di acidità totale e il pH, parametri che subiranno variazioni importanti al termine della maturazione, con consistenti diminuzioni di acidità e il conseguente aumento del valore del pH. Vendemmiare uve con gradazioni zuccherine elevate e acidità basse comporta l’ottenimento di vini molto alcolici, con pochi profumi loreali o fruttati e molli al gusto. Se si vogliono ottenere vini bianchi leggeri e loreali, consigliamo di racco- • La determinazione della gradazione zuccherina dell’uva con il rifrattometro è semplice e afidabile: è suficiente una goccia di mosto per poi eseguire la lettura del valore che compare tra la zona chiara e quella scura l’uva e il terzo dal campionamento, cioè dal prelievo di acini o grappoli per l’analisi chimica. Ciascuna di questi momenti ci fornisce elementi utili sull’andamento della maturazione. Quando si preleva l’acino ci si rende subito conto della sua consistenza: all’inizio l’acino sarà duro e poco lessibile, mentre man mano che procede la maturazione diventerà sempre più lessibile al tatto arrivando, in sovramaturazione, a essere molle e a rompersi facilmente. Empiricamente nelle uve bianche la consistenza della buccia non deve essere troppo morbida, se si vogliono avere vini profumati e leggermente aciduli; nelle uve rosse si può arrivare invece a bucce molto morbide, che schiacciate tra pollice e indice facilmente rilasciano sulle dita la colorazione rossa. La fase dell’assaggio è importante per valutare l’evoluzione della sensazione dolce/acida, la percezione tannica dei vi- • • I lavori di luglio-agosto nella piccola cantina a cura di Giuseppe Carcereri de Prati Vini rossi manutenzione attrezzature 64 Vini bianchi controllo maturazione manutenzione attrezzature controllo maturazione viniicazione SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Cantina gliere le uve prima della completa maturazione, con l’acidità totale tra 6 e 7 grammi per litro e la gradazione zuccherina inferiore a 18 °Babo. Se invece si vogliono ottenere vini strutturati, si dovrà attendere la maturazione completa, con il valore di acidità totale tra 5 e 6 grammi per litro e la gradazione superiore a 20 °Babo. Per ottenere vini rossi leggeri il valore di acidità totale deve superare i 67 grammi per litro e la gradazione zuccherina essere inferiore a 18 °Babo. Per ottenere invece vini rossi da invecchiamento si dovrà attendere la completa maturazione dell’uva. I PRODOTTI ENOLOGICI PER LA VINIFICAZIONE Nella trasformazione dell’uva in vino si possono utilizzare prodotti enologici che, utilizzati in modo corretto, consentono di ottenere vini di qualità senza investire in attrezzature costose e sfruttando al meglio le potenzialità dell’azienda. I prodotti enologici non fanno miracoli ma esaltano o estraggono selettivamente i composti esistenti nell’uva. Il prodotto normalmente impiegato nella viniicazione è l’anidride solforosa – e i suoi derivati come il metabisolito di potassio (in polvere) e il bisolito di ammonio (liquido) – che invitiamo a impiegare nei dosaggi consigliati nelle procedure di viniicazione perché seleziona i lieviti favorendo quelli con caratteristiche fermentative migliori, previene alterazioni batteriche quando si viniicano uve guaste ed evita ossidazioni indesiderate dei mosti nelle prime fasi di viniicazione. Impiegare dosi superiori a quelle consigliate non migliora l’effetto, anzi potrebbe creare problemi di fermentazione alcolica e conferire sensazioni gustative amare, oltre che causare bruciori di stomaco e mal di testa. Nell’utilizzare il metabisolito di potassio in viniicazione e nella conservazione del vino si devono lasciare perdere i pregiudi1-Le cassette sono comode da impiegare durante la raccolta e consentono di trasportare l’uva senza ammostarla. 2-Lavate le cassette subito dopo averle utilizzate 1 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Tabella di comparazione tra gradazione zuccherina e gradazione alcolica probabile Gradazione zuccherina Gradazione alcolica Gradi Gradi Gradi probabile Brix [1] Babo Oechsle [3] [2] 16,40 14,20 67,20 9,00 16,70 14,40 68,50 9,20 17,00 14,70 69,80 9,40 17,30 14,90 71,10 9,60 17,60 15,20 72,40 9,80 17,90 15,40 73,70 10,00 18,20 15,70 75,00 10,20 18,50 16,00 76,30 10,40 18,80 16,20 77,70 10,60 19,10 16,50 79,00 10,80 19,40 16,70 80,30 11,00 19,70 17,00 81,70 11,20 20,00 17,30 83,00 11,40 20,30 17,50 84,30 11,60 20,50 17,70 85,20 11,80 20,80 17,90 86,60 12,00 21,10 18,20 87,90 12,20 21,40 18,50 89,30 12,40 21,70 18,70 90,60 12,60 22,00 19,00 92,00 12,80 22,30 19,20 93,30 13,00 22,60 19,50 94,70 13,20 22,90 19,60 96,00 13,40 23,20 20,00 97,40 13,60 23,50 20,30 98,80 13,80 23,80 20,40 99,20 14,00 24,00 20,70 101,10 14,20 24,30 20,90 102,40 14,40 24,60 21,20 103,80 14,60 24,90 21,50 105,20 14,80 25,20 21,70 106,60 15,00 [1] Misurati con il rifrattometro. [2] Misurati con il densimetro. [3] Scala in uso nei Paesi del Nord Europa e in Alto Adige Prima di iniziare la viniicazione controllate se avete a disposizione il materiale necessario: i prodotti enologici, una bilancia per pesare le quantità necessarie e un termometro zi o preconcetti che lo accompagnano. È un composto chimico indispensabile per proteggere il mosto e il vino ed è una sostanza presente in natura: durante la fermentazione alcolica il lievito produce anidride solforosa, da alcuni milligrammi (tracce) ino, in determinati casi, a superare i 100 milligrammi per litro. Il metabisolito di potassio, che è utilizzato per conservare molti prodotti alimentari (viene indicato nelle etichette con la sigla E220-E224), se impiegato correttamente non presenta alcun effetto nocivo per l’uomo. Altri prodotti usati in fase di viniicazione sono: il lievito selezionato, per la conduzione di fermentazioni regolari e per esaltare le caratteristiche varietali dell’uva; gli enzimi pectolitici per i mosti bianchi, utilizzati per separare in poche ore la parte limpida da quella solida (feccia) del mosto; gli enzimi per i mosti rossi, per estrarre con maggior facilità il colore dalle bucce dell’uva; gli attivanti di fermentazione, composti da sostanze azotate che sono la fonte di alimentazione dei lieviti; i tannini, per stabilizzare il colore dei vini rossi o prevenire l’ossidazione dei mosti nel caso di uve guaste. È importante procurarsi per tempo i prodotti enologici per poter eseguire correttamente le fasi della viniicazione. LA VINIFICAZIONE IN BIANCO DELLE UVE PRECOCI 2 A inizio agosto nelle aree del Sud Italia e a ine agosto in quelle del Nord Italia si raccolgono e si viniicano in bianco le uve delle varietà precoci, quali Chardonnay, Pinot, Sauvignon, ecc. Si consiglia di raccogliere al mattino, perché la temperatura è più fresca, disponendo l’uva in piccole casse per non rovinarla. Qualora si effettui la raccolta con 65 Cantina temperatura superiore ai 22-25 °C, è probabile che il mosto inizi a fermentare subito, impedendo l’illimpidimento e la successiva aggiunta di lieviti selezionati, e con la perdita dei profumi tipici dell’uva e della fermentazione. Raccomandiamo di scartare l’uva colpita da botrite, guasta (marciume acido), secca a causa di grandinate o peronospora e quella con presenza di oidio. La viniicazione in bianco viene condotta con la fermentazione del solo mosto, senza macerazione delle parti solide del grappolo. Si consiglia di separare velocemente il mosto dalle bucce per evitare l’estrazione dei tannini che, essendo molto sensibili all’aria, causano un precoce invecchiamento del vino oltre a conferire una sensazione gustativa amara. Solamente in alcune lavorazioni di uve aromatiche (moscato, malvasia, ecc.) è possibile eseguire una breve macerazione. Ottenuto, dalla pressatura, il «mosto iore», che rappresenta circa il 60% del peso del grappolo, è necessario solitare il mosto con una dose di 10-12 grammi per quintale di metabisolito di potassio e di raffreddarlo portandolo a una temperatura inferiore ai 16-20 °C. Per il raffreddamento, in caso di piccole quantità è suficiente fare scorrere sulla super- 1 Non viniicate mai uva guasta, perché anche se presente in piccole quantità può rovinare la qualità del vino Durante la fermentazione alcolica è possibile che sulla supericie del mosto-vino si formi della schiuma, la quale può interessare solo una piccola parte del contenitore o arrivare a coprire completamente la supericie ino a traboccare: in questo caso di deve scolmare il serbatoio La produzione di vino biologico Entrando in vigore il Regolamento UE n. 203 dell’8/3/2012 (pubblicato sulla Gazzetta uficiale dell’Unione europea n. L71 del 9/3/2012), che disciplina le pratiche enologiche per la produzione del vino biologico – ottemperando inalmente al Regolamento CE n. 834/2007 – i produttori di uva biologica potranno inalmente produrre un vino con la dicitura «biologico». Il settore vitivinicolo era infatti l’unico al quale ancora non si applicava integralmente la normativa dell’Unione europea sulla produzione biologica e modiica alcune pratiche enologiche deinite nel regolamento (CE) n. 606/2009 (regolamento che disciplina la pratiche enologiche e i prodotti che si possono impiegare in mosto e vino nella Comunità Europea). Il Regolamento sostanzialmente non introduce differenze di tecnica enologica tra la produzione di un vino tradizionale e quella di un vino biologico. Solamente raccomanda (non obbliga) la scelta di prodotti enologici di origine certiicata biologica per quanto riguarda i lieviti, la gelatina, le proteine vegetali di grano e pisello (una nuova generazione di chiariicanti), la colla di pesce, l’albumina d’uovo, i tannini e la gomma arabica. La quantità di anidride solforosa (metabisolito di potassio) di cui è ammesso l’impiego nei vini biologici è leggermente inferiore a quella dell’allegato 1B del Regolamento CE n. 606/2009. Il tenore massimo ammesso di soliti (anidride solforosa) per il vino rosso è di 100 mg per litro (per il vino convenzionale è di 150 mg per litro), mentre per il vino bianco o rosé è di 150 mg per litro (per il vino convenzionale è di 200 mg per litro). Si tratta praticamente delle quantità che sono normalmente consigliate ne «i Lavori» di Vita in Campagna. Il Regolamento raccomanda, anche per i produttori di vino biologico, di non impiegare i prodotti classiicati nella categoria degli allergeni: chiariicanti a base di latte (caseine) e d’uovo (albumina o bianco d’uovo) per evitare di dover indicare in etichetta la presenza del prodotto (vedi «i Lavori» di maggiogiugno, a pag. 81). (G.C. de P.) 66 2 Il mosto bianco prima della decantazione (1) e dopo il travaso dalle fecce di chiariica (2). Se il mosto fermenta limpido o appena leggermente velato risulta migliore la qualità del vino icie esterna dei contenitori in acciaio inox, vetroresina o materiale plastico alimentare dell’acqua fredda (la temperatura del mosto sarà teoricamente di 35 °C inferiore di quella dell’acqua) o immergere delle taniche contenenti acqua, precedentemente congelate. Consigliamo di illimpidire il mosto impiegando dell’enzima per la chiariica dei mosti bianchi alla dose di 2-5 grammi per ettolitro. L’azione dell’enzima è rapida e dopo sole 12 ore (al massimo 24 ore) potete separare la frazione limpida dalla feccia eseguendo un travaso. Dopo la chiariica il mosto si presenta limpido o leggermente velato ed è pronto per la fermentazione; questa può avvenire spontaneamente o indotta mediante l’uso di 20-30 grammi per ettolitro di lievito selezionato precedentemente attivato. Durante la fermentazione è importante eseguire il controllo della temperatura del mosto, mantenendola tra i 16 e i 20 °C al ine di preservare i profumi dell’uva. Quando nel mosto in fermentazione la gradazione Babo è diminuita di circa un terzo, occorre aggiungere, tramite un rimontaggio all’aria, 20-30 grammi per ettolitro di attivante azotato. Una volta terminata la fermentazione eseguite il primo travaso senza aggiungere prodotti a base di anidride solforosa, che verrà aggiunta al travaso successivo, dopo circa 7-10 giorni, nella dose di 5-6 grammi di metabisolito di potassio. Se il vino è ancora molto velato o presenta il tipico odore di feccia (che ricorda quello di uova marce), è necessario eseguire un nuovo travaso entro una settimana. Dopo le operazioni di travaso è importante non lasciare mai i contenitori scolmi. A cura di: Giuseppe Carcereri de Prati. Si ringrazia per la collaborazione la ditta «Enologia la Dama» di Caldiero-Verona. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) Bosco Lavori Durante il periodo estivo, nel bosco familiare i lavori di taglio e abbattimento sono di norma sospesi. Salvo che per alcune tipologie di intervento, le norme delle diverse Regioni non consentono infatti il taglio al di fuori delle date della «stagione silvana», che coincidono per la maggior parte dei casi con l’autunno-inverno. Potete quindi dedicare il vostro tempo alla sistemazione della legna tagliata lo scorso inverno, in vista del ritorno di temperature più miti e giornate più corte. Vendita della legna. Gli effetti della crisi economica e dell’aumento dei prezzi delle tradizionali fonti energetiche (gas, petrolio, ecc.) spingono molte persone a preferire l’utilizzo della legna in pezzi per scaldare l’abitazione nei mesi invernali. Se siete semplici proprietari di un bosco potete tranquillamente fare domanda di taglio all’ente territoriale (Comunità Montana, Provincia, Parco, Ispettorato, ecc.) e ricavarvi la legna che vi serve per autoconsumo, senza la necessità di qualiiche professionali per il taglio o la movimentazione del legname. La legna che ricavate dal taglio però non può essere venduta a terzi. Non tenere conto di questo fatto può indurvi nel rischio di improvvisare un commercio di legna da ardere senza averne i requisiti o senza rispettare le relative disposizioni inanziarie. Queste ultime prevedono l’applicazione dell’aliquota Iva alla vendita pari al 10% se trattasi di legna da ardere in tondel- Non lasciate la legna da ardere accatastata nel bosco: oltre a degradarsi e marcire, non sarà facile poi recuperarla a causa della vegetazione rigogliosa che le sarà cresciuta intorno Legna spaccata e consegnata a domicilio, pronta per essere accatastata ordinatamente in un luogo riparato dalle intemperie li, ceppi, ramaglie o fascine, cascami e segature. Per poter effettuare la vendita di tutta o di parte della legna tagliata occorre infatti essere un’azienda agricola, un’impresa boschiva, un consorzio forestale o essere un commerciante di legname. Se avete una di queste qualiiche, e possedete più legna rispetto al vostro normale fabbisogno, potete allora sfruttare questo periodo per venderne una parte. La legna a pezzi rappresenta una delle iliere più antiche, che permette di gestire l’intero processo con macchinari di modesto investimento. Nei casi più semplici può bastare una motosega e un veicolo (anche un furgone o un pick up) per il trasporto, ricorrendo a pochi attrezzi manuali (mazza, ascia e cunei) per spaccare i tondelli in quarti da stufa o camino. I pezzi più comuni della legna da ardere, chiamati anche «tondelli», «ciocchi» o «squartoni», hanno lunghezze diverse (100, 50, 33, 25 cm), con prezzi che variano a seconda degli assortimenti, del tipo di legname, del periodo di stagionatura, della quantità movimentata e del mercato locale. I diversi tipi di alberi non crescono tutti nelle stesse zone. La legna da ardere che potete vendere dovrà essere composta in prevalenza dalle specie che crescono nel territorio: non è conveniente far giungere specie diverse da lontano o portarla a destinazione a grandi distanze, a causa dell’elevata incidenza dei costi di trasporto sul prezzo inale. Per un’attività di taglio e commercia- Squarti e tondelli da 100 cm di lunghezza, legati in fasci, per caldaie e impianti di riscaldamento a iamma inversa Lavori di luglio-agosto A cura di Niccolò Mapelli preparazione inale della legna vendita della legna e del legname da lavoro SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 controllo delle infestanti Pezzi da camino o da stufa, di 25-35 cm di lunghezza, spaccati e pronti all’uso. È comodo consegnarli in contenitori metallici che hanno l’ingombro di un bancale e un’altezza variabile (in genere 160-180 cm) 67 Bosco Il calcolo del peso speciico della legna A B C D Relativamente al peso, tutti i legni hanno più o meno lo stesso potere caloriico, ma poiché il legno «duro» (vedi tabella qui sotto) è più denso, produce maggior calore in rapporto al volume. I legni «duri» sono generalmente più densi e meno resinosi dei legni «dolci»; perciò bruciano più lentamente, producendo un calore più durevole. Ma come si calcola il peso speciico di un legno? Ecco una formula e un metodo empirico che vi permette di fare questo calcolo. Riempite d’acqua un secchio ino al bordo (A). Prendete un pezzo di legna (nel nostro caso di castagno) spaccato per stufa, di cui avrete calcolato il peso (nel nostro caso 1,6 kg) ed immergetelo nel secchio (B). Noterete che il legno farà tracimare l’acqua dal secchio, al punto che, una volta tolto il pezzo dal contenitore, l’acqua non sarà più a livello del bordo ma più bassa (C). Ciò perché il pezzo di legno immerso in acqua ha un suo volume, che corrisponde quindi al volume di acqua tracimata fuori. Prendete quindi un recipiente graduato e misurate quanta acqua occorre (D) per riportare il livello ino al bordo del secchio: quello sarà il volume di legno. Nel caso illustrato nella foto, sono stati necessari 2 litri, che corrispondono a 2 dm3 (decimetri cubici). La isica ci insegna che il peso speciico (ps) è deinito come il peso di un campione di materiale (P) diviso per il suo volume (V): ps = P V Pertanto il peso speciico (ps) del legno si può calcolare nel seguente modo: peso del legno (kg) ps (kg/dm3) = P = V volume acqua (dm3) Nel nostro caso: ps (kg/dm3) = 1,6 kg = 0,8 kg/dm3 2 dm3 Il nostro legname ha quindi un peso speciico di 0,8 kg/dm3 (pari a 800 kg/m3). Se provate a fare l’esperimento con legni diversi noterete quindi il differente peso speciico, in particolare tra legni «dolci» e legni «duri». lizzazione di legname è necessario disporre di adeguati spazi di lavorazione. Se tagliate legna in quantità signiicativa e per la vendita (a privati, pizzerie, ecc.) vi conviene dotarvi di moderni macchinari come seghe circolari, spaccalegna motorizzati, seghe/spaccalegna combinati, autocarri per il trasporto, ecc. Al di là del suo commercio, chi utilizza la legna in pezzi deve disporre per lo stoccaggio di spazio a suficienza in un luogo adatto e riparato. Nelle zone urbane gli spazi sono spesso molto esigui, per cui si sta diffondendo sempre più l’uso del pellet in ambito domestico e/o del cippato in grandi caldaie plurifamiliari o a servizio di fabbriche e aziende. Pur con caldaie di recente costruzione, che permettono di caricare e automatizzare diversi passaggi (ventilatori per controllare l’apporto d’aria, accumulatori di calore, ecc.), l’impianto di riscaldamento a legna richiede comunque un certo tempo per la gestione manuale quotidiana. Caratteristiche e classificazione della legna da ardere. Non tutti i tipi di legno sono uguali e, tra le numerose differenze che li caratterizzano, una prima distinzione è quella tra «legni duri»e «legni teneri», in base alla loro compattezza, distinzione che tuttavia non trova una legislazione di riferimento precisa. Alcune norme tendono a identiicare, in linea di massima, con la deinizione legno «duro» solo quello delle latifoglie (querce, faggio, carpino nero, robinia, ecc.), e con legno «tenero» quello delle conifere (abete bianco, abete rosso, pino cembro, pino nero, larice, ecc.). Altri studi suddividono i diversi tipi di legni in funzione del peso speciico, con- Caratteristiche per i tipi più comuni di legna da ardere Tipo di legno Quantità di calore Facilità di combustione Densità dei fumi Legni duri Acero Castagno Ciliegio Faggio Carpino nero Noce Olmo Pioppo Rovere Legni dolci Abete Larice Pino 68 alta alta media alta alta media media bassa alta buona buona buona buona buona buona media buona buona bassa alta bassa bassa bassa bassa media media bassa bassa media bassa media buona media media media media I resti della lavorazione del legname da paleria o da opera (in questo caso castagno) sono ottimi per realizzare fascine già pronte da vendere e impiegabili per accendere stufe e camini. La vendita, in questo caso, è a pezzo e non a peso SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Bosco Piazzale e tettoia di lavorazione di un’azienda agricola o di un consorzio forestale. Questi luoghi sono funzionali anche ad altre attività, come per esempio il ricovero di scorte o attrezzi per la campagna, e non solo come deposito per i prodotti del bosco siderando duri e compatti i legnami con peso superiore a 550 kg per metro cubo, e teneri tutti quelli al di sotto di tale limite. Prendendo come riferimento questo secondo parametro, sono considerati «teneri», oltre a tutte le conifere (abete bianco, abete rosso, pino cembro, pino nero, larice, ecc.), anche il pioppo, il salice, la betulla e l’ontano. A queste considerazioni va aggiunto che le conifere sono ricche di resina, motivo per cui bruciano più velocemente e tendono a emettere molte scintille; pertanto non sono propriamente adatte per l’utilizzo in focolari aperti. Da quanto detto ne consegue che le specie legnose migliori per uso come legna da ardere sono proprio i legni «duri», ovvero il legname che si ottiene dai boschi di quercia (cerro, leccio, roverella), i più pregiati insieme al legname di faggio, carpino nero e robinia. Non esiste un legno migliore di altri in senso assoluto, poiché ad alcune caratteristiche ottimali se ne accompagnano altre meno idonee. Le caratteristiche ottimali del legno da ardere, e di conseguenza dell’intera combustione, sono le seguenti: – avere un buon rendimento calorico; – poter essere acceso senza dificoltà; – bruciare senza iamma o fumo; – ridursi abbastanza rapidamente in «brace»; – durare a lungo; – non «scoppiettare» con lancio di scintille. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Il legno che si ottiene dal faggio ha quasi tutti i requisiti citati, ma si consuma abbastanza rapidamente. Il legno della quercia dura a lungo ma genera temperature inferiori. Quello di castagno ha un buon rendimento, produce una temperatura elevata durando a lungo; per contro però brucia mantenendo un po’ di iamma, emette fumo e di frequente scoppietta lanciando scintille e faville. Per tale motivo la legna di faggio e quercia è solitamente preferita per fornelli e bracieri aperti, mentre quello di castagno è più adatto per le cucine-stufe o i camini chiusi. Le rese inali sono in ogni caso molto condizionate anche dalle proprietà dei materiali di partenza (per esempio un pezzo di legna di quercia, pur ottimale, se bruciato umido perde molte delle sue preziose qualità), dal processo di combustione, dal braciere, dalle dimensioni dei ciocchi di legna e così via. Per questo motivo, e per tutti i tipi di legno da ardere, valgono sempre queste regole: – lasciate il legno a stagionare per alme- Un esemplare di pino strobo caduto per un forte temporale. Afinché non ostruisca il passaggio sul sentiero è bene provvedere alla sua immediata rimozione Qualora abbiate effettuato una piantumazione di rinfoltimento nell’autunnoinverno scorsi, nel periodo estivo è buona norma eseguire un intervento di decespugliamento in corrispondenza delle giovani piantine Un attrezzo molto utile per chi taglia e commercializza legname è la sega/spaccalegna combinata, che permette di tagliare i tondelli alla misura desiderata, spaccarli in due e convogliarli, tramite un nastro, sul pianale di un carro o di un camioncino no un anno, proteggendo le cataste dalle intemperie; – scartate il legname che dopo la fase di accatastamento presenta funghi o marciumi, fenomeni di colorazione anomala, di odori sgradevoli o di mollezza delle ibre; – tenete presente che il legno secco si accende e brucia facilmente, mentre all’aumentare del tenore di umidità aumenta la dificoltà di accensione; – non usate legna umida, in quanto parte del calore generato viene perso per far evaporare l’acqua. Per ottenere un fuoco caldo e durevole dovete mescolare il 20% di legno dolce con l’80% di legno duro. La tabella a pag. 68 indica alcune di queste caratteristiche per i tipi più comuni di legno. Lavori in bosco. Abbiamo detto che nel bosco sono sospesi i lavori di taglio. Può però capitare che i temporali estivi facciano cadere alcune piante; se ciò avviene lungo i sentieri o le strade forestali dovete immediatamente liberare il passaggio. In questo caso non servono permessi o autorizzazioni, ma se proprio volete essere tranquilli fate una comunicazione scritta all’ente forestale competente di zona. Uno degli altri interventi di manutenzione che potete attuare in estate è lo sfalcio dell’erba nei rinfoltimenti eseguiti con giovani piantine messe a dimora per migliorare la composizione del bosco. A tal proposito, il passaggio con il decespugliatore, stando attenti a non scortecciare il fusto delle piante, va eseguito nei primi anni dall’impianto, di solito ino al 5° anno. A cura di: Niccolò Mapelli. 69 Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) Allevamenti AVICOLI Con il gran caldo di questi mesi, gli animali aumentano la frequenza respiratoria al ine di regolare la temperatura corporea, con conseguente consumo di energia a spese dell’accrescimento. In questa fase delicata è pertanto necessario creare le condizioni utili a mantenere l’ambiente il più fresco possibile. Negli ambienti chiusi è sufficiente evitare o limitare l’insolazione del ricovero. Anche la coibentazione di tetto e pareti con materiale isolante (per esempio lastre di polistirolo) diminuisce la temperature interna. Il materiale isolante posto all’interno dei ricoveri deve essere a «prova di beccata» ed è anche consigliabile proteggerlo con fogli di plastica o tavole di legno per un’altezza di almeno 1,5 metri. Per mitigare l’eccessivo calore accumulato da una copertura poco coibentata è possibile realizzare un sottotetto in paglia. Allo scopo è suficiente tendere una rete metallica a maglia ine sotto la copertura e distribuirvi sopra uno strato di circa 15-20 cm di paglia. Anche le pareti assorbono il calore dei raggi solari e lo trasmettono all’interno, pure nelle ore serali. È necessario quindi riparare il ricovero dall’esterno, mali di liberarsi dai parassiti esterni, ricavandone notevole sollievo. Alimentazione. Una miscela alimentare per questo periodo può essere così realizzata: mais spezzato 62%, soia integrale spezzata 15%, gusci d’ostrica o carbonato di calcio 8%, pisello proteico spezzato 6%, glutine di mais pellettato e spezzato 6%, riso di grana verde 3%. Non fate mancare inoltre erbe e verdure fresche nella rastrelliera. Prevenzione e cura Ripetete i trattamenti contro le verminosi consigliati nello scorso bimestre. Avicoli. Per mitigare l’eccessivo calore accumulato in ricoveri poco coibentati, si consiglia di distribuire uno strato di paglia su una rete metallica a maglia ine tesa sotto la copertura aumentando la sporgenza del tetto oppure ombreggiandolo con teli o reti o piante rampicanti (zucca ornamentale, vite, passilora, glicine) fatte crescere su dei supporti opportunamente posizionati. La presenza di piante ombreggianti a foglie caduche nella zona di pascolo e nelle vicinanze dei ricoveri è sicuramente consigliata. Se non sono presenti, si può comunque tendere della rete ombreggiante a un’altezza di almeno 2 metri dal terreno. Ricordiamo inine che in questi mesi caldi l’acqua deve sempre essere a disposizione, pulita e fresca. Polli da carne Lavori I polli terminano il loro accrescimento e raggiungono la maturità commerciale a un’età non inferiore a 16 settimane (112 giorni). In questo periodo di gran caldo, per il benessere degli animali è importante che essi possano pascolare in un prato con presenza di zone ombreggiate (per esempio in un frutteto). La presenza di siepi è utile per la diversiicazione ambientale e, inoltre, contribuisce anch’essa al benessere degli animali che al pascolo si nutrono di bacche e insetti presenti in queste formazioni vegetali. Nei ricoveri accertatevi che la lettiera sia sempre asciutta. Alimentazione. In luglio e agosto i polli terminano l’accrescimento e accumulano il grasso necessario per far rag- Galline ovaiole Lavori Galline ovaiole. Le galline che in questo bimestre calano la deposizione e iniziano la muta (come il soggetto in foto) sono tra tutte le meno produttive, che non vale la pena tenere per il prossimo anno 70 Le galline che in questi mesi calano la deposizione e iniziano la muta sono sicuramente i soggetti meno produttivi, che non vale la pena di tenere per il prossimo anno, in quanto presenteranno, tra l’altro, una muta lunga 4 mesi. Le galline che invece continuano a deporre uova, anche se affaticate dal caldo stagionale, sono le migliori (andranno in muta in settembre o ottobre e riprenderanno la deposizione dopo solo 10-12 settimane di pausa). Per il benessere delle galline realizzate al pascolo una buca quadrata (lato di 100 cm, profonda 40-50 cm) da riempire con sabbia e cenere in parti eguali. La possibilità di usufruire di questo «bagno di sabbia» consente agli ani- Polli da carne. Per garantirne il benessere, è importante che i soggetti a ine ingrasso possano pascolare in zone ombreggiate, al riparo dalla calura SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Allevamenti giungere alle carni la qualità ottimale. La miscela alimentare può essere costituita da mangime commerciale per pulcini mescolato in parti uguali con granaglie aziendali (mais, sorgo, grano, ecc.). La miscela va distribuita solo a metà giornata, lasciando al mattino le mangiatoie vuote. Solo 3-4 settimane prima della vendita o della macellazione dei polli la razione viene distribuita a volontà in dalle prime ore del giorno. Gli animali devono però avere sempre a disposizione erbe, verdure e foraggi (anche secchi) distribuiti nella rastrelliera. Prevenzione e cura Nessun intervento è previsto in questo bimestre. Faraone Faraone. Per l’inizio di agosto il ricovero il ricovero deve essere pulito e pronto a ospitare il nuovo gruppo di faraone ripetendo l’operazione due volte al mese. In questo modo si riescono a prevenire molte malattie batteriche. Tacchini Lavori In luglio il ricovero delle faraone è vuoto, dato che gli animali sono stati destinati alla mensa o venduti il mese precedente. È questo dunque il momento di rendere l’ambiente idoneo a ospitare il nuovo gruppo di faraone che viene acquistato in agosto. Togliete gli abbeveratoi e le mangiatoie e provvedete alla loro pulizia e disinfezione. Con un rastrello asportate dalla lettiera il materiale più grossolano (deiezioni e penne) e lasciate sul posto la vecchia lettiera arieggiando l’ambiente, in modo che entri più aria e luce possibile. Due o tre giorni prima dell’arrivo del nuovo gruppo di animali, distribuite sulla vecchia lettiera uno strato di almeno 10 cm di truciolo di legno. Il ricovero deve rimanere chiuso ino all’arrivo del nuovo gruppo di faraone, in quanto se altri animali al pascolo lo dovessero occupare si instaurerebbero poi violente competizioni con i nuovi arrivati. Alimentazione. All’arrivo in allevamento i faraoncini devono essere alimentati con un mangime per selvaggina al 26% di proteine. Nei primi giorni può anche essere somministrato un pastone realizzato con radicchio tagliato inissimo misto a uova sode sminuzzate con una forchetta, farina gialla di mais e cruschello di grano in quantità tali che il pastone risulti molto morbido. Prevenzione e cura Dalla loro seconda settimana di vita diluite l’acqua di bevanda delle giovani faraone con il 3% di aceto per tre giorni, SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Lavori In luglio, in assenza di animali in allevamento, effettuate la pulizia e disinfezione di attrezzature e ricovero per prepararli all’arrivo, in agosto, del nuovo gruppo di tacchini di poche settimane di vita. In attesa dei nuovi animali il ricovero va mantenuto chiuso per evitare che altri avicoli presenti in azienda lo occupino, creando poi problemi di convivenza con i giovani tacchini. Nella seconda metà di agosto i giovani tacchini devono avere la possibilità di uscire al pascolo, ma solo dopo un adeguato ambientamento, in quanto ino a quel momento sono stati allevati al chiuso. Per l’ambientamento occorrono 3-4 giorni durante i quali gli animali vengono fatti uscire gradualmente all’aperto in un piccolo recinto. Il primo giorno l’uscita degli animali può limitarsi alle ore centrali della giornata, nei giorni successivi si aumenta progressivamente il tempo all’aperto e l’ultimo giorno i tacchini vengono lasciati completamente liberi al pascolo. Alimentazione. Per abituare gli animali alle essenze vegetali del pascolo, 12 giorni prima di iniziare l’ambientamento riempite la rastrelliera del ricovero con erbe fresche raccolte dal prato destinato a ospitarli. In questo periodo la miscela alimentare deve fornire il 26-27% di proteine e allo scopo vi consigliamo la somministrazione di un mangime commerciale per selvaggina. La razione deve essere distribuita a volontà, in modo che i tacchini possano alimentarsi durante tutto l’arco della giornata secondo le loro necessità. Dal terzo mese di vita la miscela alimentare può essere realizzata mescolando 3 parti di mangime commerciale per selvaggina con una parte di cereali aziendali. In questo caso, per favorire l’accrescimento dei tacchini e prepararli per l’ingrasso, la somministrazione della miscela aziendale deve essere fatta solo a metà giornata, in modo che gli animali abbiano a disposizione tutta la mattinata per nutrirsi al pascolo di semi, erbe e insetti. Prevenzione e cura Vedi quanto detto per le faraone. Anatre Lavori Le anatre acquistate in maggio in questi mesi terminano l’accrescimento e sono pronte per la mensa. Nel caso delle Tacchini. Nella seconda metà di agosto i giovani tacchini devono avere la possibilità di uscire al pascolo, ma solo dopo un adeguato periodo di ambientamento in un piccolo recinto adiacente al ricovero 71 Allevamenti Anatre. Le anatre comuni (nella foto soggetti di razza Pechino) raggiungono la maturazione delle carni non prima di 15 settimane (a 105 giorni) anatre comuni (Germanata, Polesana, Pechino, ecc.) la maturazione non viene raggiunta prima di 15 settimane (a 105 giorni), mentre per l’anatra muta non prima di 18 settimane (a 126 giorni). Nei ricoveri mantenete un abbondante strato di paglia, aggiungendone di nuova se necessario. Se avete a disposizione corsi d’acqua o stagni naturali le anatre ne usufruiranno con notevole vantaggio per il loro benessere. Curate l’igiene delle pozze artiiciali con acqua ferma: in questo bimestre l’acqua deve essere rinnovata più di frequente che in altre stagioni per evitare la diffusione di malattie. Alimentazione. La miscela alimentare del periodo di ingrasso viene realizzata mescolando in parti eguali un mangime commerciale (tipo per pulcini al 23% di proteine) con granaglie aziendali (mais, sorgo, grano). Inizialmente la razione va data solo a metà giornata, mentre al mattino le mangiatoie devono essere vuote. Solo 3-4 settimane prima della maturità commerciale la miscela alimentare viene distribuita a volontà in dal mattino. In questa fase gli animali devono però avere sempre a disposizione erbe, verdure e foraggi (anche secchi) distribuiti in una rastrelliera. Prevenzione e cura Vedi quanto detto per le faraone. Oche Lavori In luglio inizia l’allevamento di un nuovo gruppo di 15 oche. All’arrivo in azienda le ochette, stressate dal viaggio, devono essere subito trasferite nel ricovero precedentemente predisposto con 72 sposizione non meno di 30 metri quadrati di prato. Alimentazione. All’arrivo in azienda mettete a disposizione delle oche solo acqua a temperatura ambiente, lasciando mangiatoia e rastrelliera vuote. Solo dopo 18-24 ore somministrate, per 2-3 settimane, una miscela alimentare costituita da: mangime per pulcini 90% e mais franto 10%. In seguito le ochette devono essere alimentate con una miscela alimentare differente: mangime per pulcini 65%, crusca di frumento 10%, mais 25%. Già dalla seconda settimana di vita non fate mancare verdure o erba tritata nella rastrelliera. Prevenzione e cura Vedi quanto detto per le faraone. Colombi Lavori Oche. All’arrivo in azienda le ochette del nuovo ciclo di allevamento devono essere subito trasferite nel ricovero precedentemente predisposto con uno strato di 10-15 cm di lettiera pulita uno strato di 10-15 cm di lettiera pulita. A metà agosto i giovani animali possono essere liberati al pascolo, all’interno del quale ogni capo deve avere a di- In questi due mesi l’attività riproduttiva in colombaia diminuisce, in quanto sta iniziando la muta annuale del piumaggio. È quindi il momento di destinare i vecchi riproduttori al mercato. In questo periodo si consiglia anche di procedere alla pulizia della colombaia, asportando completamente la vecchia lettiera. Anche le cassette-nido vanno accuratamente raschiate e disinfettate. Terminate le operazioni di pulizia, dopo un periodo di vuoto sanitario di almeno due settimane, ripristinate sul pavimento della colombaia la lettiera di truciolo di legno e rimettete al loro posto le attrezzature (abbeveratoi, mangiatoie, ciotole, ecc.). Alimentazione. Oltre alle solite miscele (sorgo 35%, frumento 25%, mais 20% e piselli 20%), si consiglia la som- Colombi. In questo periodo si consiglia di procedere alla pulizia della colombaia, asportando completamente la vecchia lettiera e disinfettando tutte le attrezzature SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Allevamenti colletti e foglie di carote, bucce di fagioli, melanzane, peperoni) ed erbe (ortiche, topinambur, ecc.). Conigli. Dopo la pulizia della conigliera si può procedere alla formazione della nuova lettiera, spargendo sul pavimento al di sotto delle gabbie uno strato di truciolo di legno alto circa 20 cm Prevenzione e cura Tenete sotto controllo le mosche (attraverso una scrupolosa igiene dei ricoveri e montando reti a maglia ine alle inestre), in quanto possono essere veicolo di malattie anche per i conigli. MAIALE Lavori ministrazione di verdure sia tritate che in foglia. In questo periodo è conveniente l’acquisto dei piselli a uso zootecnico, che normalmente maturano prima del frumento e il cui impiego è ideale per la preparazione di miscele di granaglie (frumento, mais, sorgo, pisello). Prevenzione e cura In luglio e agosto le zanzare diffondono il virus del vaiolo. Si tratta di una malattia molto contagiosa che si manifesta con pustole crostose di colore marrone sulle parti scoperte della pelle dei colombi. Per prevenire la malattia occorre innanzitutto attuare una lotta contro le zanzare, applicando tra l’altro reticelle sottili sui telai delle inestre della colombaia. CONIGLI Lavori In luglio e agosto l’attività riproduttiva in conigliera inizia a diminuire. Si consiglia di approittarne per pulire e disinfettare i ricoveri. In primo luogo si asporta la vecchia lettiera permanente sotto le gabbie (tutto il materiale raccolto, ben decomposto, è un ottimo fertilizzante organico per l’orto). Sul pavimento accuratamente scopato, sulle pareti e sul sofitto del locale di allevamento si può irrorare latte di calce che funge da ottimo disinfettante. Subito dopo si procede alla formazione della nuova lettiera, spargendo sul pavimento al di sotto delle gabbie uno strato di truciolo di legno alto una ventina di centimetri. In seguito distribuite, una volta alla settimana, dell’altro truciolo in quantità suficiente a ricoprire appena gli escrementi solidi prodotti dai conigli. Avrà così inizio un lento processo di trasformazione che, favorito dalle SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 alte temperature del periodo, consentirà di ottenere un’ottima e sana lettiera. Ricordiamo che in questi mesi viene effettuato il terzo taglio dei medicai e ci sono le condizioni favorevoli per assicurarsi una scorta di ieno per l’inverno (si tratta di foraggio molto foglioso e quindi di primissima qualità). Alimentazione. La stagione calda aumenta il consumo di acqua, che pertanto deve sempre essere disponibile. Ricordiamo che ogni giorno un coniglio all’ingrasso necessita di circa 200 millilitri di acqua, mentre una coniglia in allattamento ne abbisogna in media di 2 litri. La sensazione di sete dipende molto anche dal tipo di alimenti somministrati: con un’alimentazione esclusivamente a base di mangime il bisogno di acqua aumenta, mentre l’abbondanza di verdure e foraggi freschi ne riduce il consumo. Si consiglia pertanto di fornire agli animali, oltre al mangime, anche verdure (cavolo, In luglio i maiali in allevamento hanno raggiunto circa i 100 kg di peso e, se hanno usufruito regolarmente del pascolo, la loro conformazione è tendenzialmente magra. Lasciateli ancora al pascolo, in quanto il poter grufolare e muoversi consente loro di crescere mantenendosi sani. L’allevamento all’aperto in questi mesi caldi offre inoltre agli animali la possibilità di fare il «bagno di fango» e, a questo scopo, predisponete un’apposita zona del pascolo da tenere costantemente bagnata. Alimentazione. In questi mesi inizia l’ingrasso vero e proprio, che porterà i maiali a raggiungere il peso di 170-190 kg a ine dicembre. Curate quindi l’alimentazione fornendo 3-3,2 kg al dì per animale di una miscela così costituita: cereali 60%, nucleo per suini all’ingrasso 30% (al 23-25% di proteine), cruschello di grano 10%. Prevenzione e cura I pericoli sanitari per gli animali allevati all’aperto sono dati soprattutto dal caldo e dai raggi solari. In particolare le insolazioni possono comportare pericolose scottature e per le scrofe gravide addirittura l’aborto. Non dimenticatevi pertanto di prevedere al pascolo, oltre ai «bagni di fango», anche idonee zone ombreggiate da alberi o semplici tettoie. OVICAPRINI Capre Lavori Maiale. L’allevamento all’aperto offre agli animali la possibilità di fare il «bagno di fango» e, a questo scopo, predisponete una zona del recinto da tenere costantemente bagnata In questo periodo le capre vanno munte ancora due volte al giorno e devono avere libero accesso al pascolo, anche se nelle ore più calde della giornata è bene che stiano in stalla, a meno che 73 Allevamenti abbiano a disposizione zone d’ombra e acqua fresca a volontà. Il lavoro è incentrato sulla preparazione degli accoppiamenti, che si veriicheranno con sempre maggior frequenza man mano che la lunghezza del giorno si riduce (la capra entra in calore con fotoperiodo negativo, cioè quando diminuiscono le ore di luce). Introducete da ine luglio il becco nel gregge dopo averne veriicato lo stato degli unghioni; se eccessivamente lunghi vanno pareggiati, così da evitare che il maschio abbia problemi durante gli accoppiamenti. È buona abitudine appuntarsi le date degli accoppiamenti, in modo da veriicare eventuali ritorni di calore (tre settimane più tardi) se l’accoppiamento non è andato a buon ine; oppure, nel caso contrario, conoscere la data indicativa del parto (la gravidanza della capra dura 5 mesi). Anche i giovani animali (cioè le femmine nate in inverno che avete deciso di allevare per incrementare il gregge o per sostituire, a ine lattazione, qualche soggetto adulto) devono avere a disposizione una zona di pascolo collegata alla stalla; in questo modo sono liberi di poter scegliere dove stazionare. Alimentazione. L’acqua fresca pulita non deve mancare durante tutto l’arco della giornata. Se avete degli abbeveratoi a secchio, veriicatene il contenuto anche tre volte al giorno. In mangiatoia le capre devono avere sempre a disposizione foraggio di ottima qualità. Per quelle giovani si effettua due volte al giorno un’integrazione con una miscela di cereali in granella (mais, orzo e soia), calcolando 500 grammi per capo al giorno. Agli animali adulti in lattazione si somministra un’integrazione con alimenti concentrati (deve essere sempre presente granella di mais intera) in funzione delle produzioni di latte e del tipo di foraggio Pecore. Se la dimensione del pascolo è giustamente proporzionata al numero di capi, è suficiente somministrare agli animali poco mangime una volta al giorno, soprattutto al ine di richiamarli in stalla e veriicare il loro stato di salute 74 na; questa è infatti ricca di itormoni naturali in grado di stimolare l’attività riproduttiva. Prevenzione e cura Negli allevamenti in cui il veterinario aziendale ha deciso di intraprendere un piano di proilassi per la clamidiosi (malattia che causa aborti a ine gestazione), prima dell’introduzione del becco nel gregge deve essere concluso lo schema vaccinale previsto. Pecore Lavori Capre. In luglio e agosto le capre devono avere libero accesso al pascolo. Qualora però in esso non abbiano a disposizione zone d’ombra e acqua fresca a volontà, nelle ore più calde della giornata è bene che stiano in stalla e pascolo che hanno a disposizione. In questo periodo caldo le capre tendono a mangiare meno, prediligendo gli alimenti più appetibili (mangime) a discapito della qualità del latte prodotto (si ha una diminuzione della percentuale di grasso). È importante quindi, soprattutto per chi trasforma il latte in formaggio, che gli animali abbiano sempre accesso al pascolo o che possano avere in mangiatoia erba fresca, in modo che le percentuali di grasso possano rimanere su livelli accettabili (3% circa). Dai primi di luglio e ino all’introduzione del becco in gregge, è buona norma integrare la razione, sia delle femmine che dei maschi, con 100 grammi per capo al giorno di granella di ave- In questo periodo la maggior parte delle femmine adulte presenti in stalla dovrebbe essere in gravidanza, ed è importante evitare loro gli stress tipici della stagione. Se possibile, lasciate alle pecore la possibilità di pascolare nelle ore più fresche della giornata (dal tramonto alla mattina), garantendo loro un posto ombreggiato e acqua fresca in abbondanza nelle ore più calde. A questo riguardo, può essere utile prevedere la piantumazione di parte del pascolo, in modo che si possano creare zone riparate dai raggi solari. Solitamente le piante da frutto sono le più indicate, in quanto oltre a garantire rifugio agli animali forniscono all’allevatore un raccolto stagionale. Il libero accesso all’esterno va garantito anche agli animali giovani, ormai abituati da mesi al pascolo. Se possibile, però, tenete le femmine separate dal resto del gregge per evitare che il maschio le copra ai primi calori, quando ancora non hanno raggiunto un suficiente sviluppo corporeo. Buona abitudine è invece lasciare eventuali maschi giovani con il gregge dei riproduttori, in modo che l’ariete adulto impari a conoscerli prevenendo così futuri pericolosi combattimenti. Alimentazione. Se gli animali adulti hanno a disposizione un pascolo di corrette dimensioni (20-30 metri quadrati per capo), è suficiente somministrare una volta al giorno poco mangime, al solo scopo di richiamare gli animali per controllarli e veriicare il loro stato di salute. I soggetti giovani necessitano invece della somministrazione anche di un mangime speciico o di una miscela di cereali costituita da mais, orzo e soia: 200 grammi per capo al giorno. Qualora la supericie di pascolo non soddisi le esigenze nutrizionali, è necessario metSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Allevamenti tere quotidianamente a disposizione degli animali foraggio fresco o essiccato. Bovini. È necessario lasciare agli animali libero accesso alla stalla durante il giorno e tenere sotto stretto controllo il livello dell’acqua di abbeverata Prevenzione e cura Nessun intervento è previsto in questo bimestre. BOVINI Lavori In questi mesi le bovine vengono allevate al pascolo per tutta la durata della giornata. In stalla provvedete a sostituire completamente la lettiera ogni 15 giorni e aggiungete quotidianamente un sottile strato di paglia su tutta la supericie. Le alte temperature e l’umidità atmosferica del periodo, situazione tipica soprattutto della Pianura Padana, possono creare disagi alle bovine allevate. Infatti, già a partire da 25 °C gli animali limitano il tempo passato al pascolo rifugiandosi in zone ombreggiate o in stalla. È necessario perciò agevolare il più possibile questo comportamento adattativo lasciando libero accesso alla stalla durante le ore diurne e tenendo sotto stretto controllo il livello dell’acqua di abbeverata; a questo riguardo ricordiamo che le bovine durante le giornate più calde riescono a ingerire anche 100-120 litri di acqua per capo al giorno. Alimentazione. Durante l’estate viene fornita una razione a base di fieno secco ed erba verde di pascolo in quantità, a cui aggiungere 4 kg per capo di mangime complementare per bovine all’ingrasso, oppure una miscela di materie prime macinate (60% farina di mais, 25% farina d’estrazione di soia e 15% farina d’orzo). Per mantenere un adeguato livello di assunzione di alimento, somministrate i mangimi concentrati al Cavalli. Terminata la fatica isica, i cavalli vanno subito liberati dai inimenti e sottoposti a una bella strigliata, se necessario asciugandoli prima con una stecca da sudore SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 mattino e al tramonto, evitando le ore più calde della giornata. Prevenzione e cura Nessun intervento è previsto in questo bimestre. EQUINI Cavalli Lavori Nei mesi estivi si svolgono all’aperto molte attività con i cavalli, soprattutto quelli impiegati nell’equitazione. I soggetti coinvolti devono essere allenati gradualmente, evitando di sottoporli a fatiche eccessive nelle ore più calde della giornata. L’ideale è farli lavorare al mattino e nel tardo pomeriggio, non solo per attenuare i disagi provocati dal caldo, ma anche per meglio sfuggire agli insetti nocivi (come mosche e tafani) la cui presenza nell’ambiente in questo bimestre raggiunge il picco. Al termine del lavoro, i cavalli vanno tempestivamente liberati dai inimenti e sottoposti a una bella strigliata (se necessario asciugandoli prima con una stecca da sudore), quindi ricondotti in scuderia. Qualora però siano molto accaldati e sudati, vanno fatti passeggiare un poco a mano o liberati al pascolo prima di ricondurli nei loro ricoveri. Alimentazione. Per sfruttare al meglio i pascoli è necessario programmare una loro rotazione nell’uso; il terreno si avvia infatti verso una fase meno produttiva del cotico e un eccesso di calpestio e pascolamento possono farlo esaurire precocemente. Se vi è possibile suddividete quindi il pascolo in due o più appezzamenti da lasciare a riposo a periodi alterni, onde permettere all’erba brucata di ricrescere. In questo modo si può risparmiare sulla quantità di ieno e mangime da somministrare agli animali, inché la stagione permette di alimentarli con erba di pascolo, molto ricca di principi nutrienti. Di fondamentale importanza in questo periodo è la costante disponibilità di acqua fresca di bevanda, poiché a causa della sudorazione indotta dalle alte temperature i cavalli si disidratano rapidamente. Rinnovate quindi spesso quella contenuta in vasche o bidoni esterni per l’abbeverata al pascolo, e controllate quotidianamente che gli abbeveratoi a tazza funzionino correttamente; può accadere infatti che detriti e avanzi di foraggio caduti dalla bocca degli animali vadano a bloccare il meccanismo a valvola di erogazione dell’acqua. Prevenzione e cura Non permettete ai cavalli molto sudati e accaldati al termine del lavoro di bere grosse quantità d’acqua, magari fredda, tutta in una volta, poiché rischierebbero pericolose congestioni; fateli invece bere moderatamente a più riprese. 75 Allevamenti Se non l’avete ancora fatto, sverminate i puledri nati in primavera e, al compimento del terzo mese di età, fate praticare dal veterinario la prima vaccinazione contro il tetano e l’inluenza. Asini. La loro rusticità permette di alloggiarli all’aperto giorno e notte, provvedendo solamente a semplici tettoie per ripararli più dalla calura del sole che dalle intemperie Asini Lavori La rusticità di questi animali permette di alloggiarli all’aperto giorno e notte, provvedendo solamente a semplici tettoie sotto le quali si possano riparare più dalla calura del sole di questo periodo che non dalle intemperie. L’asino sfrutta ottimamente la vegetazione e pascola con proitto anche in zone con foraggi di scarsa qualità, come boscaglie o incolti. Nei pascoli bisogna però approntare punti di abbeverata dove l’acqua sia sempre disponibile, sottoponendoli ai medesimi controlli e alla manutenzione giornaliera indicati a proposito dei cavalli. Alimentazione. Seppure mantenuti al pascolo, è bene che la dieta degli asini venga comunque giornalmente integrata con un paio di somministrazioni di ieno e granaglie (o mangime), sia pure in quantità limitata, per non indurli ad attaccare per fame cortecce e germogli degli alberi. Tale integrazione è d’obbligo per le asine in gravidanza o allattamento, soprattutto se le aree in cui sono al pascolo sono ormai povere di foraggio. Prevenzione e cura Difendete gli asini dall’attacco dei parassiti estivi, come mosche e tafani, principalmente mantenendoli puliti e strigliati, ma anche applicando periodicamente sul loro mantello gli appositi preparati repellenti per insetti molesti (in libera vendita presso i negozi di articoli zootecnici). Gli insetti molesti si accaniscono principalmente sul muso degli animali, irritando in particolar modo le narici e l’orlo delle palpebre. La situazione può poi essere peggiorata dagli animali stessi che, sfregando insistentemente queste zone per alleviare il prurito, provocano escoriazioni della pelle che non fanno altro che attirare ulteriormente gli insetti. In questi casi è necessario interpellare il veterinario per la prescrizione di unguenti curativi ad uso oftalmico, da applicare un paio di volte al giorno ino a guarigione. CHIOCCIOLE Lavori Nell’allevamento di chiocciole i mesi estivi sono determinanti per la produzione. È in questa stagione, infatti, che le chiocciole si alimentano di più e si accoppiano maggiormente. Sono quindi i mesi di maggior impegno e lavoro per l’elicicoltore. In questo periodo ogni 10-15 giorni consigliamo di veriicare che non si sia- no prodotte rotture nel recinto perimetrale e che non siano intervenuti problemi di carattere più generale (allagamenti, ecc.). Almeno una volta alla settimana occorre, pertanto, veriicare la parte esterna del recinto, che va inoltre sempre tenuta pulita da erbacce. Due mesi dopo l’introduzione dei riproduttori cominciano a nascere le prime chioccioline e, di conseguenza, bisogna iniziare a somministrare anche gli alimenti supplementari, coltivati negli appositi recinti. In agosto deve essere seguita con attenzione l’irrigazione a pioggia, da effettuarsi tutti i giorni, se possibile in tarda serata, per 20-30 minuti. Proseguite nel taglio periodico della vegetazione dei recinti, al ine di permetterne il rinnovamento. Se in agosto la vegetazione comincia a scarseggiare, è utile effettuare un’integrazione alimentare verde, sfalciando i girasoli seminati a parte (vanno tagliati e portati nei recinti soltanto quando sono ioriti, perché solo in queste condizioni vengono mangiati). Veriicate con cura che la quantità di alimenti integrativi sia adeguata al reale consumo. Troppa vegetazione o frutti non utilizzati portano a pericolose marcescenze e relative fermentazioni. Prevenzione e cura Nessun intervento è previsto in questo bimestre. Chiocciole. Con il caldo deve essere seguita con attenzione l’irrigazione a pioggia, da effettuarsi tutti i giorni per 20-30 minuti 76 A cura di: Maurizio Arduin (Lavori Avicoli - Conigli - Maiale); Federico Rossi (Lavori e Prevenzione e cura Bovini); Marcello Volanti (Lavori Capre Pecore. Prevenzione e cura Avicoli - Conigli - Maiale - Capre - Pecore); Daniela Perniceni (Lavori e Prevenzione e cura Equini); Giovanni Avagnina (Lavori e Prevenzione e cura Chiocciole). SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) Piccoli animali CANI Lavori Oggi è più facile programmare le vacanze al mare con i cani al seguito, dato che molte località marittime accettano la loro presenza anche in spiaggia. L’importante è adottare quegli accorgimenti che impediscano alla vacanza di diventare un incubo per il vostro cane, per il cui benessere in questa stagione la spiaggia non è proprio l’ambiente ideale. Il caldo, la sabbia e la luce intensa sono infatti elementi assai nocivi alla salute del cane, in particolare nelle ore più calde. Portatelo quindi in spiaggia preferibilmente di primo mattino o verso sera, e fate in modo di avere sempre con voi dell’acqua dolce per permettergli di bere molto spesso. Esistono in commercio vari dispositivi studiati per questo tipo di esigenza, composti da piccole borracce o bottigliette con ciotola incorporata, oppure ciotole pieghevoli tascabili comode da portare appresso. L’acqua dolce andrebbe utilizzata anche per risciacquare velocemente il cane prima del rientro a casa, per limitare danni alla cute e al pelame dovuti a sabbia e salsedine. Alla partenza ricordate di portare con voi tutto l’equipaggiamento necessario per quando ci si allontana da casa con il cane: libretto sanitario, sacchetti per la raccolta degli escrementi e museruola, oltre ovviamente a ciotole varie e guinzaglio. Alimentazione. Mantenete la consueta somministrazione dei due pasti giornalieri, preferibilmente al mattino e alla sera, anche se molti cani, a causa del calo di appetito indotto dal caldo, stentano a consumare tutto il cibo nella ciotola. In tal caso diminuite le quantità del pasto o somministrate solo quello serale, che di regola viene maggiormente appetito. In ogni caso togliete la ciotola con eventuali avanzi non appena il cane si mostra sazio, anche per evitare che attiri formiche e altri insetti. La presenza di acqua fresca di bevanda sempre disponibile è in questo periodo di grande importanza, poiché è indiSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 ne va però visto dal veterinario in modo che, mediante un semplice esame ambulatoriale, possa escludere che il parassita sia già presente (in caso contrario la somministrazione dei farmaci per la prevenzione potrebbe provocare uno shock anailattico). GATTI Lavori Cani. Per preservare il cibo dall’attacco di formiche e altri insetti, esistono in commercio delle ciotole, dette appunto «anti-insetto», conformate in modo che il bordo rimanga sollevato dal suolo (vedi particolare) spensabile al cane per contrastare il surriscaldamento. Prevenzione e cura Proseguite senz’altro anche in luglio e agosto la prevenzione contro i parassiti estivi, applicando al cane i collari o i prodotti mensili antipulci e antizecche. Per quanto riguarda la filaria vale il medesimo discorso, almeno ino alla ine dell’estate, quando verrà meno la presenza delle zanzare responsabili della trasmissione della malattia. Ricordiamo che la prevenzione contro la ilaria si può fare sia con preparati per via orale che per applicazione cutanea o iniettabili. Prima di effettuarla il ca- È dificile in questa stagione tenere i gatti coninati in casa, perché porte e inestre vengono aperte frequentemente e le bestiole tendono a voler uscire appena possibile per seguire il loro istinto di animali esploratori e cacciatori. Ciò può comportare dei rischi quando si vive in un ambiente urbano, come per esempio investimenti stradali o cadute se l’abitazione è ai piani alti di un palazzo. Munire i parapetti dei terrazzi di una protezione di rete riduce solo parzialmente il rischio di cadute dall’alto, poiché i gatti hanno purtroppo la pessima abitudine di passeggiare sulla sommità della ringhiera! L’unico modo sicuro è quello di far proseguire la rete verso l’alto oltre la ringhiera, fino alla soletta superiore quando possibile oppure almeno al di sopra di 40 cm, incurvandola un poco verso l’interno, così che per il gatto risulti dificile sia arrampicarsi che cercare di superarla con un balzo. Alimentazione. Diminuite le dosi di cibo somministrate durante la giornata, se vi accorgete che i gatti lasciano avanzi, perché con il caldo i cibi (soprattutto quelli casalinghi o quelli umidi in lattina) tendono a deteriorarsi molto rapidamente. Il pasto serale è di regola quello meglio appetito e nei soggetti adulti (eccettuate le gatte in allattamento) può tranquillamente costituire l’unico pasto della giornata. Gatti. In questa stagione i gatti tendono a uscire di casa, in particolare al tramonto, per seguire il loro forte istinto di esploratori e cacciatori 77 Piccoli animali Prevenzione e cura Proseguite la protezione contro le pulci e le zecche. Sverminate i gattini assieme alle loro madri e, se hanno superato di 60 giorni di età, fateli vaccinare dal veterinario contro le malattie infettive più diffuse (panleucopenia, calicivirosi, herpesvirosi, clamidiosi e leucemia felina). Per quanto riguarda il vermifugo, oggi vi è un’ampia scelta di preparati in compresse appetibili, pasta orale o addirittura in gocce da applicare esternamente sulla cute dell’animale, acquistabili in farmacia con ricetta veterinaria. PICCOLI RODITORI Lavori Conigli nani. In questo bimestre i conigli nani vanno tenuti essenzialmente puliti e riparati dal sole e dal caldo, limitando le uscite in giardino o sui terrazzi alle ore più fresche. La pulizia della lettiera è di primaria importanza e deve svolgersi quotidianamente per evitare che le onnipresenti mosche depongano le loro uova sugli escrementi e sugli avanzi di cibo: queste uova schiudono in poche ore e le larve (a volte scambiate erroneamente per vermi provenienti dal coniglio) possono attaccarsi al pelo dell’animale per poi perforare la pelle entrando all’interno della bestiola e provocandone la morte. Le mosche tendono a deporre le loro uova anche direttamente sull’animale nei punti in cui vi è pelo sporco e bagnato (come accade sovente nella zona sotto la coda e attorno ai genitali se il coniglio defeca male per problemi intestinali, oppure se è troppo grasso per riuscire a girarsi e a fare toeletta da sé). Oltre alla pulizia quotidiana della gabbia controllate quindi accuratamente lo stato di salute e pulizia della bestiola. Piccoli roditori. In una lettiera trascurata dal punto di vista della pulizia o con molto foraggio avanzato (come nel caso ripreso in foto), accorrono subito le mosche a deporre le loro uova, dalle quali si schiudono in poche ore larve in grado di nuocere gravemente alla salute degli animali Alimentazione. Continuate a fornire erba e verdure poco acquose; ai conigli non abituati a nutrirsene, tali alimenti vanno somministrati inizialmente con molta moderazione. Evitate invece la frutta, per non rischiare fermentazioni gastrointestinali. Non fate mai mancare l’acqua di bevanda. Criceti. In questo bimestre, che è il più caldo dell’anno, gli animali vanno tenuti al riparo dal caldo, alloggiandoli in un locale fresco e ventilato. Se li portate con voi in vacanza abbiate cura, durante il viaggio, di non lasciarli nell’auto in sosta (si surriscalda rapidamente). In alternativa, in vostra assenza potete afidarli a un familiare o a una persona di iducia, facendo loro le stesse raccomandazioni. Se non trovate nessuno che si presti a tenere il criceto mentre siete in vacanza, provate a veriicare che il vostro veterinario o il negozio di animali di iducia non siano organizzati per ef- fettuare un servizio di pensione per queste piccole bestiole. Alimentazione. Pur essendo la frutta un ottimo alimento, non eccedete con quella particolarmente succosa di questa stagione: angurie, meloni e pesche, pur se in genere molto appetite, vanno offerte solo saltuariamente come un bocconcino speciale, perché possono provocare dissenteria e fermentazioni intestinali. Cavie. Se desiderate farle pascolare liberamente in giardino, questo è un periodo molto favorevole purché si eviti di collocarle all’aperto nelle ore più calde. Queste bestiole sono indifese e possono cadere facilmente vittime di cani, gatti, mammiferi selvatici (faine, volpi, donnole) o uccelli (falchi, cornacchie) predatori. Per tale motivo non vanno mai lasciate incustodite all’aperto. Un altro motivo per cui è bene sorvegliarle attentamente quando sono all’aperto è che si tratta di roditori in grado di scavare cunicoli e, quindi ,possono facilmente evadere da sotto le recinzioni. Alimentazione. Le indicazioni riguardanti la dieta delle cavie in questi due mesi non si discostano da quelle fornita lo scorso bimestre. Somministrate erba e verdure a volontà, avendo comunque cura di non far mai mancare l’acqua di bevanda. Prevenzione e cura Conigli nani. Non deve loro mai essere fatto il bagno, neppure con il semplice intento di rinfrescarli, in quanto la loro itta pelliccia s’inzuppa d’acqua, impiegando poi addirittura giorni per asciugarsi perfettamente. Se si rende necessaria la pulizia per scopi igienici di una parte del loro corpo (in genere l’area attorno all’ano, che si può imbrattare di feci), effettuatela solo localmente con una L’idea in più. Con qualche goccia di succo di limone e uno spazzolino da denti morbido si possono rimuovere facilmente dal carapace delle tartarughe d’acqua le antiestetiche incrostazioni bianche di calcare. minuto si procede a estrarre la zecca con una pinzetta, ruotandola leggermente mentre la si stacca dalla pelle. L’olio non permette alla zecca di respirare e la induce quindi a mollare la presa sull’animale. Come si fa. Per togliere una zecca, senza rischiare che rimanga il rostro (il suo «pungiglione») coniccato nella pelle del cane, si può bagnare il parassita con un paio di gocce d’olio (va bene anche quello da cucina); dopo circa un Da visitare. A Gorizia il 17 e 18 agosto si svolge l’Esposi- 78 zione internazionale canina organizzata dal Gruppo Cinoilo Isontino (tel. e fax 0481 532102). Informazioni anche sul sito Internet www.enci.it. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Piccoli animali spugna imbevuta di acqua tiepida e poi cercate di asciugare il più possibile il pelo, magari usando anche un asciugacapelli tenuto abbastanza lontano dall’animale. Come evidenziato più sopra, può accadere che sulla pelle sporca le mosche vadano a depositare le uova: in tal caso asportatele immediatamente con uno spazzolino prima che si schiudano. Se invece trovate già delle larve, cercate di eliminarle tutte con una pinzetta e applicate sulla pelle iniammata della pomata all’ossido di zinco (potete acquistare in farmacia quelle per le irritazioni da pannolino dei neonati). Sottoponete però senza indugio al veterinario il coniglietto se vi accorgete che vi è anche solo una piccolissima ferita cutanea, al cui interno potrebbero essersi già introdotte le larve di mosca. Criceti. Non è raro che i soggetti adulti mostrino chiazze spelacchiate in alcune aree del corpo. Si tratta quasi sempre di infestazioni da acari (rogne) o infezioni fungine (micosi), che vanno correttamente diagnosticate dal veterinario perché si espandono rapidamente e sono anche contagiose. A volte i maschi adulti mostrano due chiazze simmetriche spelate sul dorso, le quali di regola segnalano un’iniammazione a livello delle due ghiandole odorifiche che questi animali possiedono naturalmente in questa zona. In tutti questi casi bisogna astenersi dall’applicare sulle zone spelacchiate disinfettanti comuni, che non fanno in genere che peggiorare l’iniammazione. Occorre piuttosto rivolgersi al veterinario per una diagnosi precisa e una terapia speciica. Cavie. I soggetti che vengono portati in giardino possono essere attaccati da parassiti cutanei banali ma molto fastidiosi, in grado di provocare un forte prurito e perdite di pelo, come alcuni diffusi acari e pidocchi dei roditori. Consigliamo quindi di proteggere la bestiola mediante applicazioni di un idoneo prodotto antiparassitario esterno in gocce (si possono usare alcuni preparati commercializzati per i gatti, per l’acquisto dei quali è necessaria la ricetta del veterinario). TARTARUGHE Lavori Tartarughe terrestri. In luglio e agosto, durante lo svolgimento dei frequenti lavori di manutenzione del giardino, occorre fare molta attenzione non solo alla presenza delle tartarughe, per evitare di colpirle con varie attrezzature, SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 ici con lampada UV algicida), associato comunque a parziali cambi dell’acqua; la frequenza di questi ultimi deve essere tanto maggiore quanto minore è la capienza della vasca. Anche la taglia delle tartarughe incide sulla frequenza e la consistenza dei cambi d’acqua, perché ovviamente più sono grandi più l’acqua viene sporcata dai loro escrementi. Alimentazione. In questo periodo non vi sono sostanziali mutamenti nella dieta. Cercate di somministrare spesso dei piccoli pezzi di pesce fresco (o scongelato e a temperatura ambiente) in aggiunta al solito cibo secco commerciale, ma abbiate cura ora più che mai di togliere quanto prima dall’acqua eventuali porzioni di cibo avanzato. Tartarughe. È utile integrare quotidianamente con verdure la dieta delle tartarughe terrestri, soprattutto se l’erba del giardino comincia a scarseggiare. Indispensabile è pure l’acqua di bevanda da offrire in recipienti bassi e larghi (nella foto il sasso è stato collocato al centro della vaschetta per impedirne il ribaltamento) ma anche all’eventuale localizzazione del nido, qualora si possieda una coppia adulta fertile. Se vi succede di scoperchiare casualmente la buca contenente le uova della tartaruga, non toccatele né muovetele in alcun modo, ma ricopritele delicatamente con il terriccio asportato e circoscrivete la zona con un anello di rete metallica a maglie ini. Questo non solo per rendere evidente il luogo del giardino da evitare, ma anche per limitare i movimenti degli eventuali tartarughini che dovessero nascere a fine estate, riuscendo a raccoglierli prima che si disperdano. Alimentazione. Integrate come sempre con verdure fresche la dieta delle tartarughe tenute in giardino, soprattutto se lo spazio a loro disposizione è limitato. Abbiate cura di provvedere sempre anche all’acqua di bevanda, offrendola entro un recipiente basso e largo. Tartarughe acquatiche. In vasche o laghetti esterni è assai facile che in questo bimestre l’acqua si intorbidisca per la presenza di alghe; oltre a quelle che crescono sulle pareti ve ne sono infatti molte altre in sospensione nell’acqua assieme a fanghiglia e detriti. Anche se le alghe, in linea generale, non sono dannose per le tartarughe, l’aspetto torbido e melmoso si può almeno parzialmente contrastare con l’adozione di un buon impianto di iltraggio (ne esistono di speci- Prevenzione e cura Tartarughe terrestri. I soggetti con ferite cutanee o fratture del guscio, dopo aver ricevuto le cure del caso dal veterinario, vanno ricoverate in modo che non possano essere raggiunte dalle mosche, altrimenti questi insetti deporranno immediatamente le loro uova sulle zone lesionate e le larve da esse schiuse potranno costituire un pericolo mortale. Vi consigliamo di tenere le tartarughe ferite entro scatoloni di cartone, o tinozze, proteggendo con cura la parte aperta superiore con ini teli di cotone o zanzariere, ino a guarigione completa delle bestiole. Tartarughe acquatiche. Durante l’estate (ma anche in altri periodi dell’anno) è normale notare il ricambio delle scaglie del carapace, le quali si opacizzano e si staccano una dopo l’altra in tempi variabili. Anche la pelle viene sottoposta a ricambio e può apparire come sfrangiata a piccoli brandelli mentre viene sostituita. Va però sottoposta al giudizio del veterinario se appare anche ricoperta da ilamenti mucillaginosi e si presenta anormalmente viscida, perché in tal caso potrebbe essere stata attaccata da funghi e richiedere, quindi, una cura speciica (soluzioni a base di clorexidina o altro preparato ad azione disinfettante e antifungina). UCCELLI Lavori Canarini. È senz’altro ora di mettere a riposo in voliere o ampi gabbioni tutti i canarini, che in luglio e agosto entrano di regola nella fase di muta del piumaggio. Mentre gli adulti perdono e rinnovano tutte le penne e piume del corpo, 79 Piccoli animali trimenti rischiate che i nidi vengano abbandonati. Alimentazione. Aggiungete un poco di pastoncino per insettivori e qualche piccola preda viva (insetti, camole) alla dieta dei piccoli esotici impegnati nelle cove. Molti di essi infatti, pur appartenendo a specie granivore, durante l’allevamento dei nidiacei appetiscono anche piccole prede vive per arricchire la quota proteica dell’imbeccata. Prevenzione e cura Piccoli uccelli. Modelli di nidi (in vimine e legno) graditi alla maggior parte del piccoli esotici (passeri del Giappone, diamanti mandarini, ecc.) per la nidiicazione i novelli nati negli scorsi mesi mantengono le lunghe penne di ali e coda (rispettivamente le remiganti e le timoniere) e cambiano tutto il resto del piumaggio. Essendo terminata la stagione riproduttiva, dedicatevi a ripulire con cura e a immagazzinare al riparo dalla polvere e dall’umidità le attrezzature (nidi, portanidi, materiali di imbottitura, ecc.). Alimentazione. Durante il ricambio del piumaggio la dieta dei canarini deve essere molto ricca e variata, senza però esagerare con la somministrazione di pastoncino all’uovo. Quest’ultimo, infatti, con il caldo si deteriora rapidamente e va quindi offerto solo in quantità tale che non ne rimangano avanzi nelle mangiatoie a ine giornata. Chi possiede canarini di colorazione rossa, se desidera che anche il nuovo piumaggio mantenga una tinta rosso accesa, deve aggiungere al pastoncino gli appositi preparati coloranti a base di pigmenti rossi naturali (generalmente carotenoidi). Per il fatto che le modalità di ricambio delle penne differiscono fra novelli e adulti, come ricordato più sopra, alla ine della muta i canarini adulti appariranno uniformemente rossi mentre i novelli avranno remiganti e timoniere più chiare (ciò avviene perché il colorante somministrato per via orale con l’alimentazione penetra solo nelle penne in via di formazione e non in quelle già spuntate). Pappagallini. In questi mesi estivi i pappagalli vivono assai bene all’aperto. Se vi è possibile collocate quindi in permanenza le loro gabbie in giardino o sul terrazzo, proteggendole adeguatamente dal sole, dalle intemperie e dai predatori. Mettete a loro disposizione quotidianamente una vaschetta di acqua pulita per il bagno, anche se non sempre è gradito. 80 Alimentazione. Siate molto attenti nel rifornire ogni giorno gli abbeveratoi di acqua fresca e pulita. Se avete coppie di pappagalli impegnate nell’allevamento dei nidiacei vi accorgerete che l’acqua a ine giornata appare torbida e putrida: questo perché i pappagalli – in special modo gli inseparabili e i parrocchetti – inzuppano continuamente pezzi di biscotto e altri cibi nell’acqua per impastare la pappa dei loro nidiacei. Piccoli esotici. Non vi sono incombenze particolari in questo bimestre, in cui si può far godere anche ai piccoli esotici un po’ di sole diretto e di vita all’aria aperta. Portate pure quindi all’esterno le loro gabbie, purché siano comunque sempre al riparo dal sole eccessivo e dalle intemperie. Se avete coppie in nidiicazione, non dovete effettuare spostamenti di gabbie al- Piccoli uccelli. Una bella covata di piccoli esotici (diamanti di Gould) in un nido a cassetta sapientemente imbottito dai genitori con materiali vegetali Canarini. In questa stagione il maggior pericolo per la salute dei canarini è rappresentato dagli attacchi di acaro rosso e dalle punture di zanzara: nel primo caso i canarini deperiscono fino a soccombere per la notevole quota di sangue sottratta da questi parassiti; le punture di zanzara possono invece trasmettere una temibile malattia, il vaiolo, che provoca un’altissima mortalità fra i soggetti colpiti. Difendete i canarini dagli acari pulendo molto spesso le loro attrezzature e utilizzando a cadenza settimanale uno spray antiparassitario speciico (se ne trovano diversi nelle uccellerie). Per quanto riguarda il vaiolo, che è una malattia incurabile, la prevenzione si basa sulla copertura delle gabbie con zanzariere (almeno nelle ore notturne) ed eventualmente sulla somministrazione del vaccino speciico (occorre rivolgersi al veterinario). Pappagallini. Anche loro possono essere infestati dall’acaro rosso, che trova un rifugio perfetto all’interno dei posatoi cavi di plastica e nelle fessure dei nidi di legno. Per combatterlo occorre impiegare gli stessi prodotti antiparassitari citati per i canarini. Piccoli esotici. In genere questi uccellini sono bravissimi a costruire i loro nidi intrecciando i materiali di imbottitura con estrema maestria, ma sono meno accurati per quanto riguarda la loro manutenzione. Spesso, infatti, rovistano nel fondo degli stessi seppellendo le uova nell’imbottitura, a volte rompendole. Può accadere allora che la femmina si imbratti ventre e zampe con i luidi fuoriusciti dalle uova rotte e che le restino appiccicati e avvolti fra le dita ilamenti di imbottitura del nido. Questa situazione può essere molto pericolosa perché le dita strozzate dai ili possono facilmente andare incontro a cancrena per blocco della circolazione, ed è quindi necessario ripulire tempestivamente e liberare da eventuali fili le zampe dell’uccellino. A cura di: Daniela Perniceni. SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Se nei testi di questa rubrica trovate delle parole che vi riescono di dificile comprensione, utilizzate il «Vocabolario illustrato dei termini dificili» allegato al n. 2/2011. (Red) LAVORI Il prelievo dei melari. In questi mesi estivi si effettua il prelievo dei melari. Per farlo agevolmente vi consigliamo di inserire l’apiscampo tra melario e nido, in maniera che le api che passano dal melario al nido non possano tornare indietro. L’inserimento dell’apiscampo e il prelievo del melario vanno fatti preferibilmente il mattino presto, quando il clima è più fresco, evitando in questo modo il fenomeno del saccheggio (le api di un alveare sottraggono scorte di cibo ad altri alveari), che può essere facilmente innescato dall’apertura prolungata delle arnie. Quando avete effettuato la smielatura è possibile optare per due scelte: – collocare di nuovo i melari sugli alveari, preferibilmente durante le ore prossime all’imbrunire, in quanto le api sono più calme. In questo caso le api ripuliscono il miele residuo presente sui melari, i quali si immagazzinano poi in un secondo momento; – immagazzinare immediatamente i melari ancora con le goccioline di miele sui favi, riponendoli ben sigillati in un luogo fresco e chiuso. In questo caso i favi serviranno l’anno prossimo come attrattivo per ripopolare velocemente di api i melari montati sulle arnie. Per preservare i favi dagli attacchi di tarma della cera, vi consigliamo di sottoporre i melari immagazzinati a due interventi fumiganti, a distanza di 15-20 giorni, con prodotti a base di zolfo oppure di Bacillus thuringiensis (lo trovate nei negozi specializzati, commercializzato con il nome di B 401). Apiario Principaliasdasdfasdf lavori del bimestre nell’apiario a cura di Alessandro Pistoia Lavori Visita alveari Osservaz. fondo antivarroa Nutrizione artiiciale Impiego del telaino TIT [1] Lug. Ago. ● ● ● ● ● ● Controllo sciamatura Controllo saccheggio Posa melario Smielatura Invasettamento miele Recupero cera Invernamento alveari ● ● ● ● ● ● ● ● Manutenzione attrezzature ● Interventi sanitari [1] Telaino Indicatore Trappola per la lotta alla varroa Quando non si impiega l’escludiregina, è possibile trovare covata deposta nei telaini del melario. In queste condizioni i telaini non vanno smielati, ma raggruppati in melari completi e collocati su qualche colonia debole (usando, però, l’escludiregina), dove la covata verrà accudita e potrà completare il suo ciclo di sviluppo. Questi telaini in seguito andranno eliminati (fondendo la cera di cui sono costituiti), in quanto sarebbero facilmente attaccabili dalla tarma della ce- Per eseguire agevolmente il prelievo dei melari conviene inserire l’apiscampo sopra il nido (a sinistra) e sotto il melario (a destra) SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 ra. Non sono adatti neanche per la produzione di miele, perché il miele in essi immagazzinato, pur essendo commestibile, assume un odore che lo deprezza. La visita del nido. Dopo aver tolto i melari occorre effettuare la visita di ogni alveare, allo scopo di veriicare lo stato di salute generale e l’eficienza della regina. Tenete conto che una covata compatta e ben distesa è indice di una regina ancora giovane; anche opercoli integri e chiari sono indice di covata sana. Per contro, cellette di covata isolate nel favo, magari con l’opercolo forato, sono indice della presenza di peste americana. In caso di dubbio potete effettuare la «prova dello stecchino», immergendo uno stecchino di legno nella celletta: se estraendolo porta con sé una poltiglia ilante la colonia è infetta e occorre rivolgersi ai Servizi veterinari competenti nel territorio. Ricordate che le regine vecchie si devono sostituire con regine nuove, per non trovarsi con la sorpresa di una famiglia orfana alla ine dell’inverno, quando la riunione con altre famiglie risulta dificile se non impossibile. Il rifornimento di acqua e la nutrizione artiiciale. Una colonia di medie dimensioni durante il periodo caldo e siccitoso presenta un fabbisogno giornaliero di acqua che può superare il litro. Per soccorrere le api potete collocare nelle vicinanze un abbeveratoio autocostruito o acquistato presso i negozi di apicoltura. In alternativa potete mantenere nei pressi dell’apiario un rubinetto di acqua gocciolante su una tavola di legno in posizione inclinata. Provvedete alla nutrizione artiiciale con sciroppo zuccherino a pH acido solamente per le colonie deboli e in ambiente siccitoso: rapporto 1 kg di zucchero per 1 litro di acqua più succo di limone (un bicchiere di succo ogni 5 litri di sciroppo). Una covata compatta segnala la presenza di una regina ancora giovane 81 Apiario In laboratorio in questo periodo si completa la smielatura e l’invasettamento del miele Il controllo della porticina di volo e la riduzione dell’ingresso. L’importazione di polline segnala la buona attività della regina ed è veriicabile osservando le zampette posteriori delle api bottinatrici al rientro in alveare che, nel caso, hanno le cestelle cariche. Un altro fenomeno osservabile sul predellino di volo in agosto è la cosiddetta «battaglia dei maschi»: è il momento in cui le colonie di api scacciano i fuchi rimasti nella colonia. Principaliasdasdfasdf ioriture di interesse apistico del bimestre a cura di Alessandro Pistoia Specie Castagno Erba medica Eucalipto Facelia Girasole Lavanda Lupinella Rosmarino Salvia Santoreggia Solidago Sulla Timo Lug. Ago. ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● PREVENZIONE E CURA Segnaliamo nuovamente che l’Apibioxal (farmaco utilizzato contro la varroa) è commercializzato liberamente dal 4 gennaio di quest’anno senza l’obbligo di ricetta veterinaria. Il provvedimento del Ministero della salute è stato pubblicato sulla Gazzetta Uficiale n. 2 del 3 gennaio 2012. In agosto è previsto il cosiddetto trattamento «tampone» per il controllo della varroa. Per poterlo effettuare tutte le operazioni di raccolta del miele devono essere terminate in luglio. Per l’intervento potete impiegare il prodotto sopra citato ai dosaggi prescritti in etichetta. LABORATORIO In questo periodo si completa la smielatura e l’invasettamento del miele, approittando del periodo asciutto. Se intendete recuperare la cera ponete gli opercoli della smielatura a fondere nella sceratrice solare. A cura di: Alessandro Pistoia. ● Trifoglio Le epoche di ioritura si riferiscono alle zone di pianura dell’Italia settentrionale 82 Dopo la metà di agosto è importante anche ridurre le porticine di volo mediante le apposite griglie. La costituzione di nuovi nuclei di api. In luglio e agosto è possibile formare dei nuclei artificiali sia per ridurre l’infestazione dell’acaro varroa che per ottenere delle nuove famiglie. A questo scopo una colonia di api viene divisa in due o più nuclei in questo modo: – un nucleo fornito di regina e costituito da 3-4 telaini contenenti le scorte, su cui si effettua un intervento con acido ossalico gocciolato contro la varroa; – uno o due nuclei formati da telaini che ospitano covata (3 telaini per ogni nucleo). In questi le api costruiscono la cella reale e allevano una nuova ape regina a partire da una larvetta di meno di tre giorni di età. Intanto dai favi sfarfalla tutta la covata per cui si può intervenire anche in questo caso con l’acido ossalico gocciolato contro la varroa (oppure si può collocare da subito la vaschetta di Apiguard che copre il periodo di sfarfallamento della covata). Per evitare il fenomeno del saccheggio e per impedire alle api bottinatrici di tornare al ceppo iniziale, questi nuclei vanno spostati in una postazione lontana più di 3 km dall’apiario. Prodotti e attrezzature citati nell’articolo sono reperibili presso i negozi specializzati in articoli per l’apicoltura. VITA IN CAMPAGNA Il mensile di agricoltura part-time con la maggior diffusione pagata in Italia (certificazione ADS) Fondato da Alberto Rizzotti Direttore Responsabile: Giorgio Vincenzi Redazione: Giuseppe Cipriani, Silvio Caltran, Alberto Locatelli Segreteria di redazione: Laura Modenini, Elisa Guarinon, Cristina Campanini, Silvana Franconeri Indirizzo: Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 Verona - Tel. 045 8057511 - Fax 045 8009240 E-mail: [email protected] Internet: www.vitaincampagna.it Editore: Edizioni L’Informatore Agrario srl Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 Verona Presidente: Elena Rizzotti Presidente onorario: Alberto Rizzotti Amministratore delegato: Giuseppe Reali Direttore commerciale: Luciano Grilli Abbonamenti: C. 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Accertamenti Diffusione Stampa Certiicato n. 7149 del 14/12/2011 Unione Stampa Periodica Italiana Vita in Campagna non è in edicola. Viene inviata solo in abbonamento La tiratura del presente numero è stata di 83.200 copie SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 7-8/2012 Lithium-Ion PRO Nuovo sistema ad accumulatore: potenza e versatilità Novità nella gamma delle attrezzature ad accumulatore: i tosasiepi STIHL introdotti già dalla primavera del 2009 hanno entusiasmato gli utilizzatori che ora possono contare su quattro nuove attrezzature con la tecnologia dell’accumulatore agli ioni di litio. I nuovi modelli comprendono un soffiatore, due decespugliatori e una motosega, così come due tosaerba VIKING. Sono ideali per lavorare in contesti soggetti a limiti di rumorosità. Riuniscono in www.stihl.it - tel. 02 95 06 81 sé tanti vantaggi: silenziosità, assenza di gas di scarico e di cavo elettrico, illimitata libertà di movimento. Grazie all’innovativo sistema, i tre accumulatori della classe da 36 V (insieme con il caricatore) sono compatibili con tutte le cinque attrezzature ad accumulatore della gamma. Geniali, innovative, uniche: vera qualità STIHL. Richiedete l‘apposita brochure scrivendo a: [email protected]