3. Teorie di politica fiscale

annuncio pubblicitario
Mod3. Politica di bilancio
Riferimenti bibliografici:
- Bénassy-Quéré et al. (2014), Cap.3.
1 Kore University of Enna (IT) Politica di bilancio (fiscale): definizione
•  Interventi sul “bilancio pubblico” (tipicamente “spesa
pubblica”) con finalità di:
1. Allocazione: es. investimenti in infrastrutture, R&S,
istruzione, …;
2. Re-distribuzione: es. trasferimenti sociali, sussidi di
disoccupazione, …;
3. Stabilizzazione: es. stimoli fiscali anticiclici, … .
2 Kore University of Enna (IT) Politica di bilancio (fiscale): agenda
1. Concetti di politica fiscale (BSD):
A. Bilancio pubblico;
B. Saldo di bilancio;
C. Debito pubblico.
2. Storie di politiche fiscale:
A. Evoluzione storica: spese, deficit e debito (e crisi del debito);
B. Differenziazione geografica: saldi primari e politica fiscale.
3. Teorie di politica fiscale
A. Analisi keynesiane di I generazione;
B. Analisi keynesiane (e non-keynesiane) di II generazione;
C. Analisi keynesiane in economia aperta.
4. Politiche fiscali
A. Ricette “classiche” di politica fiscale;
B. Nuove ricette di politica fiscale;
C. Politiche fiscali nell’Eurozona.
Kore University of Enna (IT) 3 1. Concetti di politica fiscale (1/11)
A. Bilancio pubblico: documento contabile programmatico (previsione) di
entrate (“gettito”) ed uscite (“spesa”) pubbliche con diversi confini
“funzionali”.
•  Funzioni:
1. Contabilizzazione previsiva origine ed ammontare +/-;
2. Contenimento ed autorizzazione spese.
• 
• 
• 
• 
Temporizzazione:
Annuale e pluriennale (in Europa PNR);
Movimenti di breve periodo: vincoli e limitati margini di manovra;
Movimenti di medio periodo: regole codificate (es. pareggio di bilancio in
Unione Europea) e non codificate.
•  Procedure di approvazione (variabili per Stato):
•  Solitamente parlamentari con iter tipico (almeno 6 mesi)
i) quadro macroeconomico e previsioni gettito;
ii) tetti di spesa per settore;
iii) bilanci ministeriali, negoziazioni inter-ministeriali e consolidamento;
iv) discussione ed approvazione parlamentare;
v) rettifiche eventuali in corso d’anno.
Kore University of Enna (IT) 4 1. Concetti di politica fiscale (2/11)
A. Bilancio pubblico in Italia (Acocella, Fondamenti di PE).
•  1978 – 2009:
•  DPEF (30/6 di ogni anno), linee guida e legge annuale di bilancio:
•  Bilancio annuale (competenza e cassa);
•  Bilancio pluriennale (competenza): triennale, i) a legislazione vigente; ii)
programmatico (incluso DPEF);
•  Legge finanziaria:
•  Limite per il ricorso al mercato finanziario e per il saldo netto da finanziare, per
ogni anno di bilancio pluriennale;
•  Quote annuali di spese pluriennali:
•  Variazioni a imposte e tariffe esistenti.
•  Collegato alla manovra di finanza pubblica:
•  Istituzione nuovi tributi;
•  Provvedimenti per DPEF extra legge finanziaria.
•  2009 (riforma contabilità pubblica, L. 31/12 n.196) – ad oggi:
•  Decisione di finanza pubblica (15/9 di ogni anno) (ex DPEF);
•  Legge di stabilità (15/10 di ogni anno) (ex legge finanziaria);
•  “Triennalizzazione” esplicita della manovra.
Kore University of Enna (IT) 5 1. Concetti di politica fiscale (3/11)
A. Bilancio pubblico: voci principali (Acocella, Fondamenti di PE)
•  Entrate:
•  Entrate correnti: tributi (imposte dirette, indirette, tasse, contributi sociali) ed
altre fonti (es. utili di enti pubblici economici)
•  Entrate in conto capitale: vendita attività patrimoniali ed aziende pubbliche,
e rimborso crediti (NB: difficile alienazione asset pubblici, problematiche di
valutazione e contabilizzazione lorda/netta?)
•  Uscite:
•  Spesa pubblica per beni e servizi:
•  Consumi pubblici: costo personale ed acquisti correnti;
•  Investimenti pubblici: stock di capitale pubblico (es. scuole, strade, …);
•  Trasferimenti correnti:
•  alle famiglie: fornitura beni meritori e redistribuzione (es. assegni di invalidità, …);
•  alle imprese: contributi ed assegnazioni per diverse finalità correnti (es. miglioramento
bilancia dei pagamenti, della domanda, … dell’innovazione);
•  al Resto del Mondo: partecipazione a organismi internazionali e PVS (redistribuzione).
•  Interessi: servizio del debito pubblico;
•  Trasferimenti in conto capitale: sostegno ad investimenti privati (es.
finanziamenti a fondo perduto di programmi sviluppo regionale, …).
Kore University of Enna (IT) 6 1. Concetti di politica fiscale (4/11)
A. Bilancio pubblico: passività “fuori bilancio” e natura del
bilancio.
•  i) Esplicite vs. implicite: previsione contrattuale/legislativa (es.
assicurazione sui depositi vs. salvataggio banche “too big to
fail”, di fronte a crisi bancaria) (contingenti).
•  ii) Dirette vs. contingenti: deliberazione ed eventi scatenanti
(es. azioni per crisi bancaria vs. azioni per dipendenti pubblici
(esplicite ed implicite)).
•  Difficoltà di valutazione e grado di dettaglio del bilancio
pubblico:
•  Valutazione “fuori bilancio”: tasso di sconto?
•  Valutazione attività patrimoniali (in particolare, intangibili): costo storico o valore di
mercato?
•  …
•  Bilancio pubblico e bilancio privato, diversità fondamentali:
•  Diverso obiettivo: no vendita beni e servizi e vincoli di breve e medio periodo.
•  Diverso grado di commitiment: lo Stato può cambiare le leggi, e disimpegnarsi.
Kore University of Enna (IT) 7 1. Concetti di politica fiscale (4’/11)
Esempi di passività e debiti pubblici fuori bilancio
8 Kore University of Enna (IT) 1. Concetti di politica fiscale (5/11)
B. Saldo di bilancio: differenza tra entrate ed uscite
pubbliche.
(+) avanzo di bilancio: per rimborso debito pubblico (vedi debito
pubblico) e/o trasferimento a fondi investimento pubblici (es.
fondi sovrani per ri-investimento);
(-) disavanzo/deficit di bilancio: da finanziarsi (vedi debito
pubblico).
•  NB: una variabile flusso: ricalcolo anno per anno;
•  Tre importanti distinzioni, per tre importanti ragioni.
1. Saldo dello Stato e Saldo delle Pubbliche Amministrazioni;
2. Saldo totale/finanziario e Saldo primario;
3. Saldo effettivo/osservato e Saldo strutturale/discrezionale
(stimolo fiscale).
Kore University of Enna (IT) 9 1. Concetti di politica fiscale (6/11)
B. Saldo di bilancio: Stato (centrale) vs. Amministrazioni
Pubbliche (AP).
•  Italia e Europa, generale riferimento a saldo delle AP: governo
centrale, amministrazioni locali ed enti previdenziali, … “settore
senza fine di lucro”. NB: preciso elenco ISTAT (http://
www.istat.it/it/files/2011/01/Elenco-AAPP-sett2014.pdf).
•  Ratio: “dietro” il saldo aggregato delle AP:
•  il peso non sempre dominante del debito dello Stato centrale (BQ
Fig.3.1, pag. 146);
•  avanzi di bilancio aggregati “fittizi”, o lievi disavanzi: il caso
Giappone (2011: 128% del PIL al netto di attivi pubblici
“intoccabili” (fondi pensione), 212% al lordo);
•  criticità di sottosettori (es. bilanci federali/locali) “offuscati” dal
bilancio aggregato: il caso US.
Kore University of Enna (IT) 10 1. Concetti di politica fiscale (6’/11)
Saldo dello stato centrale e delle
amministrazioni pubbliche nel 2010
(% sul PIL).
11 Kore University of Enna (IT) 1. Concetti di politica fiscale (7/11)
B. Saldo di bilancio: totale/finanziario e primario.
•  Ratio: interessi sul debito pubblico uscita non (del tutto) controllabile (stock
del debito e tassi di interesse di lungo), da “isolare” per valutazioni di
politica di bilancio.
•  Saldo Finanziario = Entrate – Altre Uscite – Interessi sul Debito Pubblico
•  Saldo Finanziario = Saldo Primario – Interessi sul Debito
•  Terminologia italiana:
•  SF(-) per competenza = Indebitamento netto (del settore pubblico);
•  SF(-) per cassa = Fabbisogno netto di liquidità.
•  Evidenza internazionale:
•  SF minore del SP in Paesi fortemente indebitati (Italia ed Europa), ed in
periodi di debito crescente (1980 – 2000; 2007 – 2010) (BQ Fig.3.2, pag.
147)
•  Ricorso al SP nei programmi di assistenza FMI: instabilità tassi
(aspettative) e loro dipendenza dal deficit in paesi con difficoltà finanziarie.
Kore University of Enna (IT) 12 1. Concetti di politica fiscale (7’/11)
Saldo di bilancio (indebitamento netto) e saldo primario
nell’Eurozona (% sul PIL), 1970-2013.
5%
13 Kore University of Enna (IT) 1. Concetti di politica fiscale (8/11)
B. Saldo di bilancio: effettivo/osservato vs. strutturale/discrezionale.
•  Ratio: entrate (es. IVA, contributi sociali, imposte societarie, …) ed uscite (es.
spese sicurezza e disoccupazione) pubbliche stabilizzatori automatici del ciclo
congiunturale, da “isolare” per valutazioni di politica di bilancio.
•  Saldo Finanziario Effettivo = Saldo Congiunturale + Saldo Strutturale
•  Saldo Finanziario Effettivo = Saldo Primario Congiunturale + Saldo Primario
Strutturale – Interessi sul Debito
•  Δ Saldo (Primario) Strutturale = Stimolo Fiscale (FMI)
•  Effetti di composizione nell’evoluzione di SF (Europa, BQ, Fig. 3.3, pag. 149).
•  Calcolo del Saldo Strutturale (s*):
•  1. Metodo dell’output gap e problemi (misurazione, stima indiretta, fattori
esogeni)
•  2. Metodo Romer & Romer (2011) e problemi (no serie comparative del saldo*)
•  Δs* = Σ decisioni entrate ed uscita approvate dal parlamento (FMI).
Kore University of Enna (IT) 14 1. Concetti di politica fiscale (8’/11)
Saldo di bilancio nell’Eurozona, 1980-2013.
15 Kore University of Enna (IT) 1. Concetti di politica fiscale (9/11)
C. Debito pubblico: cumulo nel tempo di deficit di bilancio e degli oneri
finanziari per il suo finanziamento.
•  Variabile stock, incrementa di periodo in periodo;
•  Connessa alla parte di deficit non finanziata con i) imposizione fiscale e ii)
monetizzazione (anticipo/signoraggio Banca Centrale, emissione
monetaria, tassazione inflazionistica) …
•  … ma con iii) emissione di titoli di credito, generanti un servizio di debito
pubblico: pagamenti di capitale + interessi (scadenze contrattate).
•  Debito fine periodo t = Debito fine periodo (t – 1) + Deficit finanziario
periodo t
•  Debito fine periodo t = Debito fine periodo (t – 1) + Servizi debito periodo (t
– 1) + Deficit primario periodo t
•  “Variabili false amiche”:
•  Debito estero: impegni residenti nei confronti del RdM, solo in parte
rientranti nel debito pubblico (titoli di stato detenuti all’estero);
•  Debito netto vs. debito lordo (delle attività pubbliche): una variabile più
favorevole (BQ, Tab.3.1, pag. 154), ma di difficile manovrabilità (valore ed
alienazione asset pubblici).
Kore University of Enna (IT) 16 Rapporto debito/PIL lordo e netto in alcuni paesi
OECD nel 2013
1. Concetti di politica fiscale (9’/11)
Debito lordo Debito neCo Differenza ricchezza Giappone 224,6 137,5 87,1 Canada 93,6 40,4 53,2 Francia 112,6 73,6 39,0 Germania 85,9 49,1 36,8 Regno Unito 99,3 65,4 33,9 StaQ UniQ 104,3 81,2 23,1 Italia 145,5 116,5 29,0 Eurozona 106,7 68,5 38,2 17 Kore University of Enna (IT) 1. Concetti di politica fiscale (10/11)
C. Debito pubblico e sua stabilizzazione nel tempo.
•  “Vita infinita” del settore pubblico, ma limiti alla crescita del debito pubblico (B):
solvibilità, sostenibilità, e stabilizzazione del debito pubblico (Bt = Bt-1);
•  Crescita debito = oneri finanziari + deficit primario - deprezzamento debito da
crescita nominale;
•  Stabilizzazione del debito (bt = bt-1): δt = nbt-1:
•  Deficit più grandi, per paesi con debiti o crescita più grandi;
•  δt = 3%, per stabilizzare bt-1 = 60%, con n = 5% = 2% (π) + 3% (g): Trattato di
Maastricht;
•  Cruciale relazione i vs n: i) n > i: stabilizzazione anche con deficit (dt > 0); ii) i > n:
stabilizzazione solo con avanzo (dt < 0).
Kore University of Enna (IT) 18 1. Concetti di politica fiscale (11/11)
C. Debito pubblico, debito finanziario e mercati dei titoli pubblici
•  Debito finanziario = titoli di debito pubblico sui mercati + garanzie stati (es.
FESF in UE) + impegni impliciti (es. pensioni pubbliche).
•  Titoli: a breve termine (es. BOT, 3m, 12m, …) o a lungo termine (es.
obbligazioni pubbliche, a 10a, 30a, …); in valuta nazionale o internazionale; a
tasso fisso o tasso variabile (inflazione).
•  Mercati: primario (emissione per asta: agenzie del debito vs. investitori
istituzionali) e secondario (compravendita: investitori istituzionali vs. altri
investitori, …)  “vecchia visione”: titoli con tasso senza rischio.
•  Quotazioni e rendimenti: relazioni:
•  (i) Relazione inversa tra prezzo e tasso di interesse (es. obbligazione perpetua):
•  (ii) Relazione diretta tra rischiosità e tasso di interesse (es. obbligazione a
scadenza finita): risk premium e spread del tasso di interesse (BQ, Fig.3.4, pag. 156).
•  (iii) Relazione circolare tra solvibilità e rating di agenzie (es. Fitch, Moody’s e
Standard & Poor’s): vantaggi e limiti del rating.
Kore University of Enna (IT) 19 1. Concetti di politica fiscale (11’/11)
Rendimenti delle obbligazioni dello
stato a lungo termine nell’Eurozona,
1990-2013 (% annua).
20 Kore University of Enna (IT) 2. Storie di politica fiscale (1/5)
A. Evoluzione storica: spesa pubblica.
•  Stati Uniti: evoluzione «irregolare»
Fine XIX sec. Boom I Boom II Arresto Ripresa Inizio espansione 1933 -­‐ 1937 (New Deal, Roosvelt) 1960 – 1980 (Presidenze Kennedy e Johnson) Anni ‘80 (Presidenza Reagan) Crisi 2009 (Presidenza Obama) •  Europa (continentale): evoluzione «regolare»
Inizio XX sec. Inizio espansione Rapida crescita Rallent.to Dopoguerra Anni ‘90 (Welfare State) (prospe]va UEM) Kore University of Enna (IT) Ripresa Contrazione Crisi 2009 (sQmoli discrezionali) Crisi debito 2010 (controllo deficit) 21 2. Storie di politica fiscale (2/5)
A. Evoluzione storica: deficit.
Pre-­‐anni ’70 Metà anni ’70 – inizi anni ’80 Spesa con Deficit bilancio in (rallent.to pareggio ge]to e (ricorso incr.to tassi prelievi) interesse) StaQ UniQ Europa (cont.) Rallent.to crescita + sQmolo offerta Rallent.to crescita Kore University of Enna (IT) II Metà anni ‘90 Pareggi o avanzi di bilancio Inizi 2000 Deficit Accel.ne Guerra Iraq + crescita + riduzione increm.to imposte prezzo Qtoli (Bush) Controllo spesa vs. UEM 2008-­‐2009 Deficit primari struCurali (sQmoli fiscali) (BQ, Fig. 3.5, pag.
160 2010 PaCern diversi SQmolo Controllo del deficit + difficoltà finanziam.to deficit 22 2. Storie di politica fiscale (3/5)
A. Evoluzione storica: debito pubblico.
Pre-­‐II Guerra Mondiale Anni ’60-­‐‘70 Anni ‘80 2010-­‐2012 FrequenQ esplosioni debito pubblico (BQ, Fig. 3.7, pag. 163) Debito pubblico soCo controllo Esplosione debito pubblico (BQ, Fig. 3.6, pag. 161) Ri-­‐esplosione debito pubblico (BQ, Fig. 3.6, pag. 161) Es. Belgio e Italia: da 50-­‐60% a > 100% del PIL Es. Italia: > 140% del PIL Deficit importanQ SQmoli 2008-­‐2009 Es. GB: 300% del PIL nel 1821 (Guerre Napoleoniche) Deficit importanQ EvenQ «importanQ» (es. guerre) FrequenQ «insolvenze sovrane» (vedi) Deficit importanQ Crescita elevata e Rallentamento crescita repressione finanziaria (controllo tassi) Insolvenze sovrane rare Es. Anni ’30: 1 paese su 10 insolvente (Reinhart & Rogoff, 2009) Kore University of Enna (IT) Rallent.to crescita, salvataggi banche, … Insolvenze sovrane in PVS Insolvenze sovrane anche in Europa!!! Es. Crisi del debito ArgenQno Es. Portogallo, Irlanda, … Grecia 2010-­‐12: i) FMI; ii) rinegoziazione del debito; iii) intervento BCE sui tassi; NB: diba]to uscita Euro 23 2. Storie di politica fiscale (3’/5)
Debito pubblico lordo in % del
PIL, 1831-2010.
24 Kore University of Enna (IT) 2. Storie di politica fiscale (3’’/5)
Evoluzione del debito pubblico
in % sul PIL in alcuni paesi
europei, 1970-2013.
25 Kore University of Enna (IT) 2. Storie di politica fiscale (4/5)
A. Evoluzione storica: debito pubblico e «crisi del debito».
•  Insolvenza sovrana (soverign default): incapacità (totale o parziale)
dello stato di onorare il debito finanziario (capitale, interessi, …
garanzie); evento creditizi e credit default swaps (ISDA).
•  Tre rimedi:
1) Assistenza finanziaria: FMI, Troika, …e programmi di aggiustamento
per avanzi primari sufficienti;
 Onere: contribuenti, dipendenti pubblici, beneficiari trasferime.
2) Monetizzazione del debito: acquisto titoli BCE, inflazione e
svalutazione debito pubblico;
 Onere: agenti con redditi non indicizzati all’inflazione (vantaggio per
debitori in valuta nazionale);
3) Rinegoziazione del debito: riprogrammazione (scadenze) o
ristrutturazione (riduzione valore attuale pagamenti futuri);
 Onere: prestatori (direttamente) ed economia (indirettamente).
Kore University of Enna (IT) 26 2. Storie di politica fiscale (5/5)
B. Differenziazione geografica: saldi primari strutturali (BQ, Fig. 3.8, pag.
165) e politiche fiscali.
•  Stati Uniti:
•  Saldi «molto fluttuanti»: picchi di avanzo (2000, Clinton) e di disavanzo (2009,
Obama);
•  Politica fiscale «fluttuante»: stabilizzazione congiunturale (anni ‘70, Kennedy);
stabilizzazione automatica o monetaria (anni ‘80, Reagan); deficit strutturali
(inizi 2000, Bush); stimoli discrezionali (2009, Obama).
•  Giappone:
•  Saldi in «strutturale peggioramento»: boom pre-anni ‘80 (avanzi) e scoppio della
bolla (disavanzi);
•  Politica fiscale di «sterile rilancio»: rilancio della domanda (crescita) vs. difficoltà
strutturali (es. sistema bancario, demografia, …).
•  Europa:
•  Saldi «meno fluttuanti»: fluttuazioni deboli e performance «media»;
•  Politica fiscale «eccezionalmente stabilizzante (contro-ciclica)»: stimoli post
shock petroliferi (1973-79) e post crisi finanziaria (2009), e contrazioni post
espansione (2006); in generale «pro-ciclica» (BQ, Fig. 3.9, pag. 166).
Kore University of Enna (IT) 27 2. Storie di politica fiscale (5’/5)
Saldi primari di bilancio strutturale:
Stati Uniti, Giappone ed Eurozona
(1980-2013).
28 Kore University of Enna (IT) 2. Storie di politica fiscale (5’’/5)
Politica di bilancio discrezionale e ciclo nell’Eurozona, 1999-2013.
29 Kore University of Enna (IT) 3. Teorie di politica fiscale (1/20)
A. Analisi keynesiane I generazione: teoria e pratica del
moltiplicatore della spesa pubblica (ΔGΔY); “no” stock del debito.
•  Teoria, ipotesi e versione “base”: BP, mercato dei beni, economia
chiusa, prezzi rigidi, offerta perfettamente elastica, consumi funzione
del reddito corrente (Y) (b: propensione marginale al C):
ΔY = ΔG + ΔGb + (ΔGb)b + (ΔGb 2 )b +… = ΔG(1+ b + b2 + b3 + ...)
1
=
ΔG. Con b = 0,8, ΔG = 1→ ΔY = 5
1− b
•  Limiti versione base e versioni “avanzate”:
1.€Mercati finanziari: aumento tasso di interesse ed effetto di spiazzamento
(finanziario) degli investimenti; Modello IS-LM;
2. Economia aperta:
- “Fuoriuscita” (importazioni) della politica fiscale: 1/(1–b+m), con m =
propensione marginale ad importare (0.3); Modello croce-keynesiana (2);
-  Tassi di cambio e flussi di capitale: efficacia combinato-condizionata della
politica fiscale; Modello Mundell-Fleming (vedi);
-  Livellamento tassi di interesse al tasso mondiale: debole effetto
spiazzamento, a meno di grandi premi di rischio (spread) (vedi).
Kore University of Enna (IT) 30 3. Teorie di politica fiscale (2/20)
A. Analisi keynesiane I generazione: teoria e pratica del
moltiplicatore della spesa pubblica.
•  Limiti versione base e versioni “avanzate”:
3. Non perfetta rigidità dei prezzi: inflazione da domanda (da
politica fiscale), limitata solo con forti rigidità prezzi e/o capacità
produttiva inutilizzata; Modello AD-AS keynesiano;
4. Offerta aggregata inclinata, piatta nel MP ma ripida nel BP:
aumenti di offerta solo con forti aumenti dei prezzi, limiti ex-post
alla domanda indotta delle famiglie; Modello AD-AS classico/
monetarista; breve vs. medio/lungo periodo;
5. Effetti negativi lato offerta: finanziamento impositivo della
spesa pubblica, impatto negativo su offerta fattori (lavoro e
capitale), e rischio inversione moltiplicatore; politica fiscale
temporanea vs. permanente; effetti non determinabili a priori ed
effetti di composizione.
Kore University of Enna (IT) 31 3. Teorie di politica fiscale (3/20)
A. Analisi keynesiane I generazione: teoria e pratica del
moltiplicatore della spesa pubblica.
•  Limiti versione base e versioni “avanzate”:
6. Consumi indipendenti dal livello del reddito corrente: ricorso al mercato
del credito, livellamento dei consumi nel tempo, e dipendenza consumi da
reddito intertemporale  Programma di max. vincolata:
u(Ct +i )
con uʹ′(.) < 0;
t =0
(1+ ρ )i
∞
- Funzione di utilità intertemporale : U(t) = ∑
∞
Yt +i
Ct +i
=∑
;
i
t =0 (1+ r )
t =0 (1+ r )i
⎡ ∞ Y
∞ u(C )
∞
Ct +i ⎤
t +i
t +i
- Funzione Lagrangiana : ψ = ∑
+
λ
−
⎢∑t =0
∑t =0 (1+ r )i ⎥;
t =0 (1+ ρ )i
(1+ r )i
⎣
⎦
- Vincolo bilancio intertemporale :
∞
∑
⎛ 1+ ρ ⎞i
1
1
- Condizione primo ordine : uʹ′(Ct +i )
−λ
= 0; uʹ′(Ct +i ) = λ⎜
⎟
(1+ ρ )i
(1+ r )i
⎝ 1+ r ⎠
- C dipendente solo da r e ρ:
r = ρ; consumo costante nel tempo  livellamento consumi nel tempo.
r > (<) ρ; consumo crescente (decrescente) nel tempo;
€- Con r = ρ, fluttuazioni temporanee (es. recessione) / permanenti (es.
riforma pensioni), poca / molta influenza sul consumo: livellate / ritenute.
Kore University of Enna (IT) 32 3. Teorie di politica fiscale (4/20)
A. Analisi keynesiane I generazione: teoria e pratica moltiplicatore G.
•  Limiti versione base e versioni “avanzate”:
6. Consumi dipendenti dal reddito intertemporale (continua): vincolo di bilancio
pubblico intertemporale e neutralità della politica fiscale temporanea (stabilizzazione).
i) Riduzione temporanea imposte: a) effetto pubblico: deficit di bilancio corrente 
imposte future per ripianarlo; b) effetto privato: 1. aumento reddito corrente; 2. pari
riduzione reddito futuro; 3. reddito intertemporale invariato (se r = ρ); c) effetto
complessivo netto sulla DA: nullo.
ii) Aumento temporaneo spesa pubblica: a) effetto pubblico: deficit di bilancio corrente
 aumento domanda aggregata  imposte future per ripianarlo; b) effetto privato: 1.
riduzione reddito futuro; 2. riduzione reddito intertemporale; 3. riduzione consumi pari
ad aumento spesa pubblica (se r = ρ); c) effetto complessivo netto sulla DA: nullo.
iii) Riduzione permanente imposte o aumento permanente spesa pubblica: a) effetto
pubblico: …; b) effetto privato: variazione reddito intertemporale e dei consumi; c)
effetto complessivo sulla DA non nullo.
Teorema dell’equivalenza ricardiana: debito pubblico corrente equivalente ad imposte
future;
Modello base (Barro, 1974): aspettative razionali; spese pubbliche improduttive; ricorso
al credito illimitato; orizzonte infinto o benevolenza intergenerazionale (ipotesi
irrealistiche, Mankiw, 2000)  effetti ricardiani totali.
Modelli più recenti (Blanchard, 1985; Campbell e Mankiw, 1989; Galì, Lopez-Salido e
Valles, 2007): due famiglie tipo immortali (con e senza vincoli di liquidità) o assenza di
benevolenza intergenerazionale + rigidità dei prezzi  effetti ricardiani parziali e
proprietà keynesiane.
Kore University of Enna (IT) 33 3. Teorie di politica fiscale (5/20)
A. Analisi keynesiane I generazione: teoria e pratica del
moltiplicatore della spesa pubblica.
•  Limiti versione base e versioni “avanzate”:
6. Consumi dipendenti dal reddito intertemporale : neutralità della politica
fiscale ed equivalenza ricardiana (continua).
Programma di max. vincolata invariato con operatore pubblico: consumo
intertemporale invariato:
1) Spesa pubblica (G) finanziata con imposta forfettaria (T) ogni periodo 
programma consumatore invariato:
2) Spesa pubblica (G), riduzione imposte (B) primo periodo (deficit),
emissione titoli (B, scadenza M, tasso r) a ripiego nei periodi successivi,
imposta fissa a copertura servizio debito  program. consumo invariato:
- periodo 1: acquisto titoli (B) vs. riduzione imposte (B);
- periodi fino M: rendimento titoli (rB) vs. pagamento imposte (rB);
- periodo M: rimborso titoli (B + rB) vs. pagamento imposte (B + rB).
Kore University of Enna (IT) 34 3. Teorie di politica fiscale (6/20)
A. Analisi keynesiane I generazione: teoria e pratica del moltiplicatore di G.
•  Evidenze empiriche sui moltiplicatori: diversi approcci (i) simulazione
modelli macroeconomici (e.g. Coenen et al. 2010 (FMI)); ii) stima
econometrica modelli ridotti (Blanchard e Perotti, 2002 (es. VAR)); iii)
analisi di episodi importanti/duraturi di politica fiscale (Alesina e Ardagna,
2010, FMI, 2010).
•  Principali risultati:
1) Il moltiplicatore della spesa pubblica è prossimo ad 1 (minore quello delle
imposte nelle simulazioni).
2) Il moltiplicatore aumenta con politica di bilancio e monetaria concertate e
rispetto a certi strumenti (es. stimolo fiscale temporaneo vs. aumento
permanente spesa pubblica).
3) I moltiplicatori (5 paesi OCSE) sono diminuiti nel corso degli anni ‘80 e ’90
(Perotti, 2015), ed aumentati durante la crisi del 2008-2009 (Christiano et
al., 2011): credito ed effetti ricardiani.
4) I moltiplicatori hanno effetti maggiori nei periodi di recessione che nei
periodi di espansione (Auerbach e Gorodnichenko, 2012).
Kore University of Enna (IT) 35 3. Teorie di politica fiscale (7/20)
B. Analisi keynesiane II generazione: impatto politica fiscale e sostenibilità.
•  Il “circolo vizioso” della politica fiscale: deficit pubblico  finanziamento
(emissione obbligazioni)  servizio debito pubblico (interessi e rimborsi
capitale)  ulteriore finanziamento  ulteriore debito pubblico  ulteriore
finanziamento  ulteriore debito pubblico  … pseudo “catene di Ponzi”.
•  Controllo del circolo ed effetti keynesiani della politica fiscale: effetti preservati
a condizione che il circolo sia controllato.
•  a) Controllo: effetti keynesiani non disturbati da bancarotte o rischi di insolvenza.
•  Solvibilità (stato): disponibilità “istantanea” di risorse “smobilizzabili” per
fronteggiare le scadenze del debito (disponibilità tax-payer e/o creditori).
•  Sostenibilità (debito pubblico): “prospettiva” di solvibilità alle scadenze, sulla
base della politica economica e della congiuntura economica previste.
•  NB1: Insostenibilità senza insolvibilità: es. politica fiscale Bush 2003-04;
•  NB2: Insolvibilità da insostenibilità: il ruolo delle aspettative (stima crescita).
•  In Europa: FESF, MES, programma mercato titoli BCE,…
•  b) Non controllo: effetti keynesiani controbilanciati dalla necessità di stabilizzare
il debito (future imposte ed equivalenza ricardiana, alti tassi di interesse e
spiazzamento, …).
Kore University of Enna (IT) 36 3. Teorie di politica fiscale (8/20)
B. Analisi keynesiane II generazione: impatto politica fiscale e sostenibilità.
•  Controllo del circolo ed effetti keynesiani della politica fiscale: effetti preservati
a condizione che il circolo sia controllato (continua).
•  Due approcci teorici di analisi degli effetti della politica fiscale con debito:
1) Calcolo dello spazio fiscale (fiscal space) (Ghosh et al., 2011, FMI): livello di
debito pubblico che consente stimoli fiscali senza incorrere in insostenibilità
(BQ, Fig. 3.11, pag. 180).
- funzione di reazione saldo primario al debito pubblico; linea di interessi costanti
sul debito; equilibrio stabile (E0), ed equilibri instabili (E1 ed E2);
- FS: differenza tra debito pubblico osservato e quello “soglia” in E1 (o E2):
circa 200% del PIL (stime fragili).
2) Modelli keyensiani a soglia: stesso stimolo, effetti diversi sotto e sopra la
soglia di debito pubblico:
- “sotto soglia”: assenza di programmi futuri di stabilizzazione (Bertola e Drazen,
1993), o onere aggiustamento su generazione future (Sutherland, 1997) 
effetti keynesiani (correlazione (+) tra SG e SPR)
- “sopra soglia”: previsione programmi stabilizzazione (B&D, 1993), o onere su
generazione presente (S, 1997)  effetti non keyensiani ((-) tra SG e SPR).
Kore University of Enna (IT) 37 3. Teorie di politica fiscale (8’/20)
La dinamica del debito secondo Ghosh et al. [2011].
Kore University of Enna (IT) 38 3. Teorie di politica fiscale (9/20)
B. Analisi keynesiane II generazione: impatto politica fiscale e sostenibilità.
•  Controllo del circolo ed effetti keynesiani della politica fiscale: effetti
preservati a condizione che il circolo sia controllato, …. Il debito sia
sostenibile.
•  Criteri valutazione sostenibilità debito/finanze pubbliche:
1) Stabilità rapporto debito/PIL: confronto tra saldo primario effettivo e
quello teorico-stabilizzante (vedi slide 10/11);
(-) Costanza di un certo debito/PIL non necessariamente virtuosa: eccezioni
(sostegno crescita, riduzione disuguaglianza, lotta inquinamento, …).
Kore University of Enna (IT) 39 3. Teorie di politica fiscale (10/20)
B. Analisi keynesiane II generazione: impatto politica fiscale e sostenibilità.
•  Criteri valutazione sostenibilità debito/finanze pubbliche (continua):
2) “Vincolo di bilancio pubblico intertemporale” ed “aliquota
d’imposizione sostenibile” (AIS): confronto tra pressione fiscale effettiva
(PFE) e l’aliquota che, per date proiezioni (spesa pubblica (es. pensioni e
sanità), tasso di interesse, e di crescita), soddisfa il vincolo di bilancio
intertemporale.
NB: Applicazione numerica UE nel PSC, a complemento del controllo deficit e
debito: anche prima della crisi (2008-2009), PFE < AIS  più tasse e
condizione più severa del 60%!!!
(-) Dipendenza criterio dalle proiezioni e non definizione del sentiero verso la
sostenibilità.
(-) Sensibilità di AIS a cambiamenti di scenario economico (es. riforma
pensioni e riduzione AIS).
Kore University of Enna (IT) 40 3. Teorie di politica fiscale (11/20)
B. Analisi keynesiane II generazione: impatto politica
fiscale e sostenibilità.
•  Criteri valutazione sostenibilità debito/finanze pubbliche
(continua):
3) Analisi dinamica del debito pregresso: stima rischio di
una “traiettoria divergente” della PFE dalla AIS.
(+) Analisi indipendentemente da previsioni a lungo termine.
(-) Esclusiva considerazione dinamica passata del debito:
impossibilità di valutare impatto riforme attese (es. riforma
pensioni).
41 Kore University of Enna (IT) 3. Teorie di politica fiscale (12/20)
B. Analisi keynesiane II generazione: impatto politica fiscale e sostenibilità.
•  Criteri valutazione sostenibilità debito/finanze pubbliche (continua):
4) Contabilità intergenerazionale (CI): integrazione Criterio 2) con
considerazione di trasferimenti ed imposte di generazioni presenti e future
(Auerbach, Gokhale e Kotilkoff, 1991). Nuova AIS che soddisfa:
NB: Principali risultati di CI in Europa:
- generazioni vincenti (in termini di trasferimenti): pensionati;
- generazioni future con significativo onere da pagare (legislazione).
Kore University of Enna (IT) 42 3. Teorie di politica fiscale (13/20)
B. Analisi keynesiane II generazione: impatto politica fiscale e sostenibilità.
•  Sostenibilità debito pubblico: considerazioni conclusive.
•  Difficoltà di valutazione: mancanza di dati affidabili su conti pubblici,
dipendenza dal metodo usato, a cui si aggiunge la “political economy” del
debito  frutto di storia ed equilibri politici, e dipendente dagli assetti
istituzionali (es. Tabellini, 1991: debito pubblico più sostenibile in società né
troppo egalitarie, né troppo diseguali).
•  Importanza di valutazione: insufficienza del monitoraggio di deficit e
debito pubblico (PSC)  Trattato UE su Stabilità, Coordinamento e
Governace (TSCG) 2012:
•  Integrazione sorveglianza di bilancio con regola evoluzione debito/PIL =
Diminuzione di 1/20 all’anno del gap tra debito/PIL effettivo e 60%, per
paesi sopra questa soglia.
43 Kore University of Enna (IT) 3. Teorie di politica fiscale (14/20)
C. Analisi keynesiane in economia aperta: internazionalizzazione
economica, coordinamento istituzionale internazionale (es. G20, PSC,
TSCG, …) e dimensione internazionale della politica fiscale.
•  Il ruolo cruciale de: i) dimensione economia-Paese (piccola vs. grande);
ii) regime tassi di cambio (fissi vs. flessibili); iii) mobilità dei capitali
(elevata vs. contenuta).
1. Il caso di economie “piccole”: modello Mundell-Fleming “base” (IS-LM
allargato);
1.1 Cambi fissi: 1.1.1: Mobilità capitali; 1.1.2: No mobilità dei capitali.
1.2 Cambi flessibili: 1.2.1: Mobilità capitali; 1.2.2: No mobilità dei capitali.
2. Il caso di economie “grandi”: modello Mundell-Fleming “esteso”.
2.1 Cambi fissi: 2.1.1: Mobilità capitali; 2.1.2: No mobilità dei capitali.
2.2 Cambi flessibili: 2.2.1: Mobilità capitali; 2.2.2: No mobilità dei capitali.
3. Il caso di unioni monetarie: modello Bénassy-Quéré e Cimadomo, 2006.
44 Kore University of Enna (IT) 3. Teorie di politica fiscale (15/20)
C. Analisi keynesiane in economia aperta.
1. Il caso di economie “piccole”: modello Mundell-Fleming “base”
1.1 Cambi fissi:
1.1.1: Mobilità capitali: (+)G  [(+)i, (+)Y)]  disavanzo commericale ma capitali
stranieri ed apprezz.to valuta nazionale  intervento BC per cambi fissi ed acquisto
riserve valuta estera  politica monetaria espansiva  (-)i fino a tasso mondiale (i*):
no spiazzamento, effetto politica fiscale rinforzato.
i
i*
IS’
IS
E’
E
LM
LM’
E’’
Y
1.1.2: No mobilità dei capitali: (+)G  [(+)i, (+)Y)]  no ingresso di capitali ma deficit
commerciale e svalutazione valuta nazionale  intervento BC per cambi fissi e
vendita riserve valuta estera  politica monetaria restrittiva (+)i fino a Y* inziale:
effetto politica fiscale spiazzato.
LM’
i
LM
IS’
IS
E’’ E’
45 E
Kore University of Enna (IT) Y*
Y
3. Teorie di politica fiscale (16/20)
C. Analisi keynesiane in economia aperta.
1. Il caso di economie “piccole”: modello Mundell-Fleming “base”
1.2 Cambi flessibili:
1.2.1: Mobilità capitali: (+)G  [(+)i, (+)Y)]  deficit commerciale ma capitali stranieri
ed apprezz.to valuta nazionale  peggioramento competitività  (-)i e (-)Y fino a
livello iniziale (Y*): effetto politica fiscale spiazzato da domanda estero/nazionale.
i
LM
IS’
IS
E’
E
Y*
Y
1.2.2: No mobilità dei capitali: (+)G  [(+)i, (+)Y)  no ingresso capitali, ma deficit
commerciale e svalutazione valuta nazionale  miglioramento di competitività  (+)i
e (+)Y: effetto politica fiscale rinforzato.
i
IS
IS’
IS’’LM
E’’
E’
46 E
Kore University of Enna (IT) Y
3. Teorie di politica fiscale (16’/20)
Efficacia nel breve periodo della politica fiscale in
economia aperta “piccola”
47 Kore University of Enna (IT) 3. Teorie di politica fiscale (17/20)
C. Analisi keynesiane in economia aperta.
2. Il caso di economie “grandi”: modello Mundell-Fleming “esteso” (a interazioni
e trasmissioni).
2.1 Cambi fissi:
2.1.1: Mobilità capitali: come per Paese piccolo manovrante, … apprezzamento,
acq. valuta, (-)i  “diffusione” di (-)i al Paese estero  aumento attività
economica estera (investimenti ed export vs. Paese manovrante); Sì Trasmis.
2.1.2: No mobilità dei capitali: come per Paese piccolo manovrante,
deprezzamento, vend. valuta, (+)i e spiazzamento e no impatto su attività Paese
manovrante  no impatto su attività economica Paese estero; No Trasmis.
2.2 Cambi flessibili:
2.2.1: Mobilità capitali: come per Paese piccolo manovrante … tasso di cambio
nazionale si apprezza  tasso di cambio estero si deprezza  equilibrio
monetario con stesso tasso di interesse ed effetti diluiti, non nulli; Sì
Tramissione.
2.2.2: No mobilità dei capitali: come per Paese piccolo manovrante … tasso di
cambio nazionale si deprezza  equilibro bilancia pagamenti senza trasmisione
di effetti; No Trasmissione.
Conclusione: Mobilità di capitali come cerniera di trasmissione della politica
fiscale, a prescindere dal tasso di cambio, sebbene con canali diversi.
Kore University of Enna (IT) 48 3. Teorie di politica fiscale (17’/20)
Efficacia nel breve periodo della politica fiscale in
economia aperta “grande”, su Paese estero
Efficace
Poco efficace
49 Kore University of Enna (IT) 3. Teorie di politica fiscale (18/20)
C. Analisi keynesiane in economia aperta.
3. Il caso di unioni monetarie: cambi fissi e mobilità di capitale all’interno e
cambi flessibili e mobilità di capitali all’esterno.
•  Politica fiscale di un Paese membro: esternalità positiva (aumento
domanda aggregata (MF esteso))) + esternalità negativa (aumento del
tasso di interesse (MF esteso) per gli altri membri dell’unione.
•  Politiche fiscali “non cooperative” dei Paesi membri possono essere
sub-ottimali, nel caso di prevalenza dell’esternalità del tasso di interesse 
Il caso di reazioni non-cooperative a shock simmetrici negativi (BénassyQuéré e Cimadomo, 2006).
i
i IS’’ IS
IS
E
E’’
i
E’’
E
A
IS’
IS’’
Y
Kore University of Enna (IT) LM
E’’
E’
E’
IS’’
IS
E
E’
IS’
B
Y
IS’
U
Y
50 3. Teorie di politica fiscale (19/20)
C. Analisi keynesiane in economia aperta.
3. Il caso di unioni monetarie: l’Unione Europea Economica Monetaria
(UEM).
•  Evidenza di prevalenza di esternalità positiva (commercio) su esternalità
negativa (tasso di interesse): limitatamente ai Paesi vicini (Bénassy-Quéré
e Cimadomo, 2006).
•  PSC e limiti di deficit e debito: disciplina di bilancio, ma anche vincolo
(coordinamento) a reazioni (politiche fiscali) non-coordinate a shock
simmetrici  reazione centralizzata (BCE) della politica monetaria.
•  Difficoltà di coordinamento delle politiche di bilancio: assenza di una
unione politica, e priorità stabilizzante della politica monetaria
(coordinamento politiche di bilancio come soluzione di secondo ordine alla
stabilità dei prezzi).
•  Buona regola: shock simmetrici  politica monetaria; shock asimmetrici
 politica fiscale.
Kore University of Enna (IT) 51 3. Teorie di politica fiscale (20/20)
C. Analisi keynesiane in economia aperta.
•  Approfondimento: il contagio delle crisi del debito.
•  Evidenza (es. 2010-2012 in Europa) non spiegata dal modello di MundellFleming: “contagio” mercati obbligazionari nazionali, crisi cumulate del debito e
correlazione tra i tassi di interesse dei Paesi in crisi.
•  Possibili spiegazioni:
1) Effetti di apprendimento: i mercati imparano a riconoscere cause comuni e
Paesi in condizioni simili a quelli pesantemente indebitati e li colpiscono (Grecia,
Portogallo, Irlanda, ...).
2) Reazioni a catena: ricadute razionali (es. perdite Paese x e diminuzione
dell’esposizione al rischio in Paese y) ed irrazionali (es. effetti panico) della crisi
dei Paesi colpiti.
•  Evidenze empiriche su Eurozona
•  Non conclusive e limitate ad aspetti propedeutici: es. recente scoperta del
rischio di insolvibilità europea da parte dei mercati Euro (De Grauwe, 2011).
•  Evidenza sia di effetti di apprendimento (mercati attenti alla sostenibilità ed alle
sue determinanti), sia di reazioni a catena (es. effetti gregge).
Kore University of Enna (IT) 52 4. Politiche fiscali (1/9)
A. “Ricette classiche” di politica fiscale, ma con importanti specificazioni.
Breve periodo
Debito
pubblico
moderato
Debito
pubblico
rilevante
1. Stimoli fiscali
impattano su attività
economica con effetti
moltiplicativi intorno
all’unità (senza politica
monetaria).
- Impatto amplificato in unioni
monetarie con capitali mobili
(attenuazione spiazzamento)
- Impatto limitato in Paesi
piccoli aperti all’estero
(spiazzamento da import)
2. Riduzioni del deficit
conducono a crescita
minore.
- Costo finanziamento debito
influenzato da rischio
insolvenza sovrana e vincoli
politici alla sostenibilità
3. Impatto stimoli fiscali
ridotto da reazione
famiglie e dei mercati
obbligazionari
- Impatto modulato da effetti di
composizione ((+) spesa o (-)
prelievi) e dalla loro durata
(transitori o permanenti)
4. Riduzioni del deficit
favorevole all’attività
economica
- Impatto maggiore con
finanze pubbliche degradate e
immobilità domanda privata
per percezione crisi.
Kore University of Enna (IT) Lungo periodo
5. Stimoli fiscali
impattano su
output potenziale
(via risparmio) e
sull’accumulazione
di capitale (via
offerta).
53 4. Politiche fiscali (2/9)
B. “Nuove ricette” di politica fiscale: regole e principi di politica fiscale.
•  Il “rinnovato” problema della “incoerenza temporale” della politica
fiscale: a) annunci dei governi di politica fiscale rigorosa (equilibrio)
per prendere a prestito; b) disattesi per promuovere attività economica
e/o gruppi di pressione; c) anticipazione degli agenti privati di a) e b)
ed aspettative sfavorevoli ; d) non finanziamento e/o inefficacia della
politica fiscale.
•  Un problema di credibilità della politica fiscale, risolto in due modi:
1) Ricorso a regole vincolanti di bilancio: annuncio regolato e
necessariamente realizzato.
2) Assegnazione di indipendenza dalla politica alle istituzioni
finanziarie: annuncio fatto da istituzioni inattaccabili e più
probabilmente realizzato.
Kore University of Enna (IT) 54 4. Politiche fiscali (3/9)
B. “Nuove ricette” di politica fiscale:
B1. Regole di bilancio: vincoli a manovre discrezionali e segnali di capacità
(certezza) di stabilizzazione della politica fiscale.
•  Diverse regole distinte per:
•  1) Forma: limiti (di deficit, di debito pubblico), obiettivi (di spesa),
destinazioni (avanzi di bilancio), …
•  2) Tempo: ex-ante (politica votata), ex-post (politica eseguita), …
•  3) Ambito: stato centrale, amministrazioni pubbliche, regioni, …
•  4) Oggetto: i) Divieto di approvazione bilancio in disequilibrio. ii) Obbligo di
pareggio del bilancio corrente (“regola aurea” delle finanze pubbliche).
iii) Livelli attesi di deficit o avanzo primario.
•  I contra specifici e generali delle regole: i) problemi di misurazione; ii) limiti
all’aggiustamento congiunturale (regole strutturali); iii) limiti al livellamento
dei consumi nel tempo; iv) eccesso di investimenti pubblici (regola aurea).
•  Tuttavia: in media, 1,9 regole per Paese Avanzato; 1,7 per Paese
emergente (FMI, 2012).
Kore University of Enna (IT) 55 4. Politiche fiscali (4/9)
B. “Nuove ricette” di politica fiscale:
B2. Istituzioni: credibilità della politica fiscale e sostenibilità della politica di
bilancio dipendente da due tratti istituzionali (differenti performance):
1) Contesto socio-politico in cui operano le istituzioni di bilancio:
i) Grado di frammentazione sociale (es. gruppi sociali, generazioni, regioni…)
e di polarizzazione politica (es. partiti): guerre di logoramento su ripartizione
costi aggiustamento fiscale e sua dilazione, interessi di gruppo e
trascuratezza costi collettivi bilancio insostenibile (Alesina e Drazen, 1991).
ii) Grado di decentralizzazione della politica fiscale: differenziazione domande
di finanza pubblica e controllo deficit più difficile che con
“centralizzazione” (Hagen e Harden, 1994).
2) Presenza di “commissioni indipendenti” per la politica di bilancio:
-) Distacco della politica fiscale dal controllo dei cittadini, opportunità di
mantenere la politica fiscale “politica”.
+) Possibilità di “soluzioni miste”: commissioni indipendenti di informazione e
sorveglianza ai governi in tema di bilancio (BQ, Tab. 3.4, pag. 199); Italia:
dalla “Corte dei Conti” all’organismo indipendente per il rispetto delle regole
(2014, su TSCG2012).
Kore University of Enna (IT) 56 4. Politiche fiscali (4’/9)
Paese Nominata dal Relazione con il Previsioni Valutazione Valutazione del Raccomandazioni ministero delle macroeconomiche ex ante ed ex post costo delle nuove Finanze della sostenibilità poliQche Austria Governo Fornisce personale e risorse Sì Sì No Sì Belgio Governo Fornisce personale e risorse No Sì No Sì Canada Governo e parlamento Indipendente Sì Sì Sì No Danimarca Governo Indipendente Sì Sì No Sì Germania Governo Indipendente Sì Sì No Sì Ungheria Governo, banca Indipendente centrale e Corte dei conQ Sì Sì Sì No Paesi Bassi Ministero dell’Economia All’interno del ministero dell’Economia Sì Sì Sì No Svezia Governo Indipendente Sì Sì No Sì Regno Unito Ministero delle Semi-­‐
Finanze indipendente Sì Sì No No Kore University of Enna (IT) 57 4. Politiche fiscali (5/9)
C. Politiche fiscali nell’Eurozona. Implicazioni fiscali dell’Euro:
1. “Vincolo monetario” alla politica fiscale espansiva (effetti keynesiani
“amplificati”): tendenza a debito pubblico insostenibile  peggioramento
debito bancario nazionale (rischio fallimenti e contagio eurozona)  pressione
su BCE per acquisto titoli sovrani  rischio inflazione e riduzione tassi (core
dell’Euro)  i) Indipendenza della BCE; ii) Divieto SEBC acquisto titoli di
stato sul mercato primario; iii) Disciplina di bilancio.
2. “Stress” sulla politica fiscale come unico strumento di stabilizzazione:
disinnesco della politica monetaria  rischio di politiche fiscali non-cooperative
per shock simmetrici  i) Disciplina di bilancio; ii) Coordinamento tra
politiche.
3. Omogeneizzazione delle condizioni di finanziamento debito pubblico (fino
a 2009-2010): stessi tassi di interesse su obbligazioni di Stati membri  rischio
di politiche fiscali “moralmente azzardate”  Disciplina di bilancio.
4. Estensione fiscale del “federalismo monetario”: esigenze “federali” di
stabilizzazione, allocazione, e stabilità finanziaria  Federalismo fiscale.
Kore University of Enna (IT) 58 4. Politiche fiscali (6/9)
C1. Politiche fiscali nell’Eurozona: Disciplina di bilancio.
1992 • – TBreve
raCato excursus
Divieto di “deficit eccessivi” (art. 126). 3% PIL per deficit PA, 60% PIL storico
di Maastricht (tendenziale) per debito. Componente prevenQva: Programma triennale 1997 – PaCo di di stabilità/convergenza (ComE e ConsE). Stabilità e Componente repressiva: Procedura per deficit Crescita (PSC) eccessivo (>3% PIL, se non eccezionale (-­‐2% Obie]vo medio termine: “equilibrio o avanzo di bilancio”. 2005 – Riforma Sorveglianza saldi struCurali (problema pro-­‐
PSC ciclicità); Considerazione debito pubblico (problema focus breve periodo). Deficit eccessivo eccezionale: “recessione”; Obie]vo medio termine: obie]vi per Paese. 2011 -­‐ Six-­‐pack 1. Votazione a maggioranza qualificata inversa; 2. Sanzioni anQcipate per deviazione obie]vo; 3. Sorveglianza spese pubbliche. 5. Standard per isQtuzioni finanziarie. 6. Procedura per squilibri eccessivi esterni. 4. Riduzione debito/PIL annua di 1/20 (effe]vo -­‐ 60%) per Paesi superiori al 60%. PIL) e temporaneo) (ComE e ECOFIN). Warning, raccomandazione, preavviso, obbligo deposito non fru]fero, confisca deposito. 2012/13 -­‐ TSCG Rafforzamento Six-­‐Pack (25 Paesi): 1. 2. Limite 0,5% PIL per deficit Estensione maggioranza qualificata inversa (per struCurale: in cosQtuzione o in opporsi) alle sanzioni. legge equivalente. 2012 -­‐ Two-­‐
Rafforzamento sorveglianza di bilancio Paesi of Enna (IT) pack Kore University Eurozona. Ex-­‐ante: prima di approvazione in parlamento nazionale. 59 4. Politiche fiscali (7/9)
C1. Politiche fiscali nell’Eurozona: Disciplina di bilancio.
•  Questioni ancora aperte:
1. Variabili da sorvegliare: da includere – es. debiti “impliciti” fuori
bilancio, come pensioni retributive – o escludere – investimenti in
attività intangibili, come la R&S.
2. Rischiosità finanziaria Stati: obiettivi di debito più alti – per Paesi a
rischio – o più bassi – per Paesi finanziariamente sviluppati.
3. Profilo temporale del vincolo: possibilità di violare il deficit eccessivo
in fasi sfavorevoli, se si sono cumulate risorse in fasi favorevoli del
ciclo.
4. Grado di centralizzazione: maggiore/minore flessibilità di bilancio a
Stati con regole-istituzioni fiscali solide/deboli.
Kore University of Enna (IT) 60 4. Politiche fiscali (8/9)
C2. Politiche fiscali nell’Eurozona: Coordinamento politiche.
•  Tra politiche economiche statali: i Grandi Orientamenti della Politica
Economica (GOPE) dell’Unione europea (art. 121 TFUE) e le riunioni
dell’Eurogruppo (Ministri finanze)  coordinamento debole (replica
pareri Consiglio Europeo nel PSC), benchè opportuno più forte.
•  Tra politiche fiscali statali: …  coordinamento assente, benchè
opportuno per 2 ragioni: 1) disciplina di bilancio come “bene pubblico
internazionale”; 2) interdipendenze internazionali di bilancio.
•  Tra politica monetaria e politiche fiscali: possibilità ministropresidente ECOFIN di assistere al Consiglio governatori BCE senza
diritto di voto  coordinamento debole, ma opportuno per non
mettere in discussione indipendenza BCE.
61 Kore University of Enna (IT) 4. Politiche fiscali (9/9)
C. Politiche fiscali nell’Eurozona: Federalismo ed unione fiscale
•  Diversi tipi di risposta alle opportunità di federalismo fiscale (vedi):
•  1) Sostegno alla stabilità finanziaria: di Stati che conoscono/rischiano
problemi di finanziamento per preservare la stabilità finanziaria dell’Eurozona 
Strada già impiegata e ancora battuta: dal Meccanismo Europeo di Stabilità
(MES, TSCG, 2012), a (possibili) Fondi di risoluzione per le banche
dell’Eurozona, dispositivi centralizzati di garanzia depositi bancari.
•  2) Eurobonds/Eurobills: schemi di emissione debito comune a Stati eurozona
 Strada molto dibattuta: (+) garanzia congiunta e solidale tra Stati; (+)
vigilanza di bilancio reciproca tra Stati.
•  3) Potenziamento del bilancio europeo (1% reddito lordo UE 2014): da
strumento di allocazione e redistribuzione tra regioni (principali spese: PAC,
sviluppo rurale, e coesione regionale), complementare agli stati (principali
entrate: contributi statali su loro reddito lordo, % di gettito IVA, tariffe doganali e
su import agricolo), a strumento di stabilizzazione (spese: grandi assicurazioni
sociali; entrate: possibili imposte europee (es. eco imposte)  Strada quasi
non considerata: (-) frammentazioni politiche).
Kore University of Enna (IT) 62 
Scarica