Il sale di Sagan: il sale della scienza

Christian Cappelluti
Il sale di Sagan: il sale della scienza
L'ignoto > domande > risposte > conoscenza: questo è un processo che continua da quando
l'uomo è apparso sulla terra. Lo sforzo continuo per capire come funziona l'universo, e il
bisogno di conoscere quello che ci circonda è qualcosa di intrinseco nella natura umana, che
porta a quello che generalmente chiamiamo "conoscenza".
Secondo il filosofo francese Auguste Comte, considerato il fondatore del Positivismo, la
conoscenza umana si è sviluppata nella storia attraverso tre stadi successivi: lo stadio
religioso, lo stadio filosofico, e lo stadio positivo o scientifico. Religione, filosofia e scienza
possono infatti essere considerati come tre differenti approcci al problema della conoscenza e,
all'alba dell'anno 2000, le risposte scientifiche, se disponibili, sono spesso considerate da molta
gente come più vere delle altre.
Ma è la scienza la strada più sicura e più veloce verso la conoscenza?
Il famoso scienziato Carl Sagan, nel suo saggio Possiamo conoscere l'universo? Riflessioni su
un grano di sale fornisce al lettore alcune considerazioni molto interessanti su come la scienza
e la conoscenza si pongono l'una nei confronti dell'altra, e alla fine prova che a volte la
completa conoscenza scientifica, anche se "vera" può essere completamente inutile, e altre
volte può essere perfino inaccettabile per gli esseri umani.
Nel primo paragrafo Sagan dà un esempio molto efficace di come la scienza può differire in
larga misura dal comune buon senso, osservando che "anche a una domanda così diretta come
se in assenza di attrito una libbra di piombo cade più veloce di un grammo di lanugine, fu data
una risposta inesatta da Aristotele, e così da quasi tutti gli altri prima di Galileo". Ci voleva
molto coraggio a essere uno scienziato che mette in dubbio il buon senso 1.
Lo scenario è certamente diverso oggigiorno: gli scienziati prendono molto seriamente tutto
quello che è basato su esperimenti e "il carattere scientifico esamina il mondo criticamente
come se potessero esistere molte alternative". Ma veramente la scienza porta verso la
completa conoscenza del mondo in cui gli esseri umani vivono? E fino a che punto può l'uomo
veramente conoscere l'universo che lo circonda?
Come Sagan osserva nel quarto paragrafo, ci sono "scienziati che affermano sicuri che tutto
quello che vale la pena di conoscere sarà presto conosciuto o è già conosciuto". Potrebbe
sembrare che la scienza è veramente la "chiave", ma all'improvviso Sagan fornisce al lettore
una prospettiva completamente nuova. "Poniamoci una domanda molto più modesta", egli
propone "non se possiamo o no conoscere l'universo o la Via Lattea , o una stella o un mondo.
Possiamo in definitiva e in dettaglio conoscere un grano di sale?"
Anche se la maggior parte della gente dovrebbe conoscere che cosa un grano di sale è, essi
dovrebbero prima chiedersi che cosa il verbo "conoscere" veramente significa. Su un grano di
sale da tavola ci sono circa 10 milioni di miliardi di atomi di sodio e cloruro, e se qualcuno
1
Galileo stesso, teorico del "Metodo Scientifico Sperimentale" ha passato gli ultimi giorni della sua vita in prigione,
colpevole di eresia, dopo aver affermato che la superficie del sole non era perfettamente liscia e uniforme come
pensava la Chiesa.
conoscesse quel grano di sale, questo comporterebbe il conoscere, per esempio, l'esatta
posizione di ciascuno di questi atomi. Il cervello umano può immagazzinare solo l'uno per
cento di quell'informazione.
Come Sagan fa osservare, l'universo sembra essere "sorprendentemente immune ad ogni
tentativo umano di completa conoscenza". Se gli esseri umani non possono comprendere un
grano di sale, come possono mai conoscere l'universo?
Ma nello stesso momento in cui l'uomo sembra perdere ogni speranza di capire qualcosa
dell'intero universo, Sagan lo recupera con una considerazione molto utile: ci sono delle
"costanti" nell'universo che gli uomini possono sintetizzare come "leggi naturali". Se qualcuno
osservasse quel grano di sale con sufficiente profondità, la sua struttura predeterminata
sarebbe facilmente riconosciuta: sodio, cloruro, sodio, cloruro, sodio cloruro .
Come Sagan osserva, è "un fatto sorprendente che ci siano leggi di natura, regole che
opportunamente sintetizzano come il mondo funziona". Leggi di ogni tipo, quasi per
definizione, riducono le possibilità, e "l'idea che il mondo pone restrizioni su quello che l'uomo
può fare è piuttosto frustrante". D'altra parte, l'esistenza di queste proibizioni costituisce la
premessa della conoscenza umana.
Un universo senza regole, dove non ci fossero tali leggi, probabilmente non conterrebbe vita e
intelligenza, e la conoscenza scientifica sarebbe totalmente impossibile.
Sagan continua proponendo due altri esempi dove la "vera" conoscenza che la scienza offre
non è molto utile nella vita di ogni giorno, e a volte è anche contro il buon senso: la Teoria
della Relatività e Quantum Mechanics di Albert Einstein. Nel primo caso Sagan fa notare che
indipendentemente da quanto eccessivi o non eccessivi gli effetti della velocità della luce
possono sembrare, l'uomo non ha la costituzione per viaggiare così veloce, e il conoscere la
teoria di Einstein non serve a molto nella vita di ogni giorno. Nello stesso modo i limiti della
teoria, "Quantum Mechanics" non è qualcosa di cui l'uomo normalmente fa diretta esperienza.
"Troveremmo sorprendente o perfino imbarazzante, facendo certi esercizi di ginnastica",
osserva Sagan, "trovare che le braccia allargate in fuori o puntate in alto verso il cielo sono
permesse, ma molte posizioni intermedie proibite". Questo perché gli esseri umani non vivono
nel mondo dell'infinitesimale. Ancora, osservazioni sullo spettro dei raggi infrarossi lontani
mostrano rotazioni delle molecole che possono essere quantizzate. In ambedue i precedenti
esempi c'erano scientifiche possibilità e scientifiche restrizioni di cui comunemente agli uomini
non sembra importare. La conoscenza scientifica, che a volte è considerata la più perfetta
forma di conoscenza, non è sempre la più interessante e la più affascinante.
Ci sono altre forme di conoscenza, meno "razionali" della scienza o della filosofia, che sono
pure mirate a capire "la verità nell'universo" ma non cercano una spiegazione su come ogni
singola parte funziona.
La religione cristiana per esempio, ritiene l'esistenza di Dio un dogma, il che significa qualcosa
in cui si crede ma che non può essere provato.
Dio non lo si può comprendere con la sola mente e la religione non cerca una "conoscenza
scientifica" di Dio. Fantasia, immaginazione e intuizione sono state alternative alla scoperta
intellettuale, che possono arrivare dove la scienza non può. Quello che è proibito dalle leggi
della natura ed è impossibile per la scienza è perfetto per la fantasia.
Guardiamo di nuovo il granello di sale. Veramente lo conosciamo? Forse si, ma a volte è bello
pensare che non lo conosciamo veramente e che c'è di più da scoprire. A Sagan spesso piace
"un universo che include molto di non conosciuto e nello stesso tempo molto di conoscibile".
"L'universo ideale per noi" egli conclude " è molto simile all'universo che abitiamo". Egli
penserebbe che questa non è proprio una coincidenza, e io sono d'accordo con lui.