INFORMATICA DI BASE www.giuseppemilazzo.it 1. IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE L'informatica (informazione automatica) o scienza dell'informazione, è la scienza che studia il TRATTAMENTO ELETTRONICO DELL'INFORMAZIONE, cioè i metodi e gli strumenti che servono a raccogliere, organizzare, elaborare, archiviare e distribuire l'informazione. www.giuseppemilazzo.it 2. GLI STRUMENTI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE • I computer o ELABORATORI sono elementi di questa classe perché sono strumenti fisici (materiali) che consentono di elaborare le informazioni. www.giuseppemilazzo.it 2. GLI STRUMENTI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE • Il computer (calcolatore elettronico o elaboratore) è un dispositivo programmabile in grado di svolgere compiti diversi, elabora le informazioni eseguendo una serie di istruzioni (o programma). www.giuseppemilazzo.it 2. GLI STRUMENTI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE • Il programma è un insieme di istruzioni, espresse in un linguaggio comprensibile alla macchina, ideate per la soluzione di un problema. www.giuseppemilazzo.it 2. GLI STRUMENTI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE • Il computer è un sistema composto da varie parti connesse tra loro, realizzato da componenti elettronici (valvole, transistor, microchip), che possono riconoscere ed elaborare soltanto grandezze binarie (bit, binary digit); in particolare l’informazione è convertita in segnali numerici codificati secondo un sistema binario. www.giuseppemilazzo.it 2. GLI STRUMENTI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE • In un elaboratore elettronico, a seconda di come si tracciano i confini tra le varie parti che lo costituiscono, si individuano sottosistemi funzionali di natura diversa, con l’interazione di parti fisiche (hardware) e parti concettuali (software). www.giuseppemilazzo.it 2. GLI STRUMENTI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE • La caratteristica fondamentale è la proceduralità, ossia il compito da svolgere deve essere descritto alla macchina mediante una sequenza di operazioni. Affinché il computer possa eseguire un compito, gli deve essere fornito un programma (un insieme di istruzioni che gli dica cosa fare un istante dopo l’altro). www.giuseppemilazzo.it 2. GLI STRUMENTI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE • i dati e le istruzioni devono essere codificati nello stesso formato, per poter essere memorizzati nello stesso dispositivo. www.giuseppemilazzo.it 2. GLI STRUMENTI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFORMAZIONE • Un computer riceve i dati e le istruzioni mediante i dispositivi di ingresso/input, la CPU li elabora e invia il risultato all’esterno mediante i dispositivi di uscita/output. • La memoria è utilizzata per la memorizzazione dei dati e delle istruzioni. www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER • I computer possono essere suddivisi in differenti tipologie: • Supercomputer • Mainframe • Minicomputer Server • Microcomputer • Personal computer Desktop • Workstation • Dispositivi Portatili • Laptop o notebook PC Tablet PC • Pocket PC e Personal Digital Assistant (PDA) • Dispositivi di gioco • Telefoni cellulari • Network computer • Terminali www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Supercomputer • Molto costosi, con elevata potenza di calcolo, utilizzati per applicazioni specializzate che richiedono grosse quantità di calcoli; esempi sono le previsioni meteorologiche, le attività di animazione grafica, i calcoli di fluidodinamica, le attività di ricerca in ambito di energia nucleare, e simili. www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Mainframe • Grossi computer con funzioni centralizzate di elaborazione dati, utilizzati nelle aziende di grandi dimensioni (banche, istituti finanziari, borse, pubbliche amministrazioni). La differenza tra un supercomputer e un mainframe consiste nel fatto che il supercomputer concentra la sua potenza di calcolo nell’esecuzione di pochi programmi, con la maggiore velocità possibile, mentre un mainframe esegue in modo concorrente molti programmi. www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Minicomputer • Computer meno potenti dei mainframe, di dimensioni medie e che consentono l’accesso simultaneo a molti utenti (multiutente). È una tipologia di macchine che si collocano a metà strada tra i mainframe multiutente e i desktop monoutente, nel tempo si sono trasformati e oggi corrispondono ai sistemi dedicati alle applicazioni aziendali e ai server. www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Server • Computer ad alte prestazioni ed elevata affidabilità, che forniscono servizi a molti utenti finali (altri PC, detti client). www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Microcomputer • Sono macchine con un solo microprocessore come unità centrale di elaborazione. • Hanno dimensioni fisiche ridotte rispetto ai mainframe e minicomputer e rappresentano la più piccola delle quattro classi di computer (supercomputer, mainframe e minicomputer). www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Personal computer • Sono progettati per un utilizzo individuale e comprendono le seguenti tipologie: www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Desktop • Comunemente chiamati personal computer (PC) o semplicemente PC, sono progettati come dispositivi per utenti finali; • supportano molte funzionalità e dispongono di un’ampia varietà di modelli e periferiche, con differenti tipologie di connessioni; • sono utilizzati comunemente per eseguire applicazioni di elaborazione di testi, foglio elettronico e applicazioni di rete (posta elettronica e navigazione web). www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Workstation. • Computer ad elevate prestazioni, progettati per applicazioni specializzate (per esempio progetti di applicazioni grafiche 3-D, animazioni video e simulazioni di realtà virtuale). www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Dispositivi Portatili. • Sono variabili per dimensioni, potenza e prestazioni grafiche; comprendono: www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Laptop o notebook PC. • Sono comparabili ai desktop per utilizzo e potenza di calcolo ma, essendo dispositivi portatili, sono più leggeri, con monitor, tastiera e mouse integrati; www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Tablet PC. • Computer contenuto in un singolo pannello; la sua caratteristica distintiva è rappresentata dal display di tipo touch screen, cioè un display che consente di interagire con il computer mediante le dita o una penna stilo; www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Pocket PC e Personal Digital Assistant (PDA). • Hanno processore meno potente, memoria ridotta, una tastiera e/o uno schermo touch-screen, con un Sistema Operativo simile a quello dei PC; lo schermo è più piccolo, con ridotte capacità di visualizzazione; svolgono funzioni di rubrica, calcolatrice, sveglia, browser, Client di posta e GPS/navigatore. Spesso sono dotati di connettività Bluetooth e via cavo USB; www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Telefoni cellulari e smartphone. • I telefoni cellulari sono dispositivi che, oltre alla parte ricetrasmittente, dispongono di una memoria dati, di un processore per eseguire varie applicazioni e di un software per gestire tali funzionalità. • I telefoni di ultima generazione dispongono di un microdiffusore integrato (per la riproduzione di musica), di una radio integrata, di un chip per la connessione Wi- Fi, di uno slot USB per collegare il cellulare al PC, di fotocamere, etc. • Gli “smartphone ” sono telefoni cellulari con funzioni da PDA, da “tenere in mano”. Consentono di fare foto, accedere ai documenti e alle e-mail, prendere appunti scritti o audio, mostrare la TV. www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Dispositivi di gioco (o Console). • Sono piccoli computer special purpose, ideati per giocare, cioè per l’elaborazione di videogiochi; possono essere "portatili" e "da tavolo". Sono dotati di uno schermo di buona qualità e sono sempre più potenti. • Le console portatili sono dispositivi palmari di piccole dimensioni, dotati di schermo a cristalli liquidi (monocromatico o a colori), lettore di cartucce elettroniche o dischi ottici, nelle quali si trova memorizzato il programma, e sono alimentati a batterie. www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER • Le console "da tavolo" hanno dimensioni maggiori, circuiteria più complessa (più simile a quella dei personal computer), presenza di connettori dove collegare periferiche, un cavo per l'alimentazione e uno per la connessione ad uno schermo televisivo. • Le console differiscono dai personal computer per la ridotta espandibilità, per la quasi nulla disponibilità di applicazioni non dedicate all'intrattenimento e per la facilità di utilizzo; www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER Network computer • È un computer ideato per un utilizzo esclusivo in ambienti dotati di una connessione a una rete telematica. • Questo dispositivo non dispone di unità di immagazzinamento (come hard disk o altro) poiché il caricamento del sistema operativo e delle applicazioni avviene esclusivamente mediante la rete, così come il caricamento e il salvataggio dei dati elaborati. www.giuseppemilazzo.it 3. CLASSIFICAZIONE DEI COMPUTER • • • • Terminali Dispositivi senza alcuna potenza di calcolo, collegati a un server del quale utilizzano le varie funzionalità. È un dispositivo hardware progettato per inserire dati all'interno di un computer o di un sistema di elaborazione e riceverli per la visualizzazione. Per estensione, terminale è anche il nome di un dispositivo equivalente realizzato dal sistema operativo o mediante un emulatore software (terminale virtuale). Nell'ambito delle reti wireless il terminale ricetrasmittente è noto come terminale mobile. www.giuseppemilazzo.it 4. IL CONCETTO DI INFORMAZIONE INFORMAZIONE BINARIA L’informazione è un’ entità astratta , quindi, affinché il computer possa elaborarla per eseguire il compito richiesto, è necessario che essa sia rappresentata mediante grandezze fisiche concrete (una tensione, una corrente o un flusso magnetico), compatibili con le unità che compongono il calcolatore; in particolare, si suddivide la grandezza fisica in più livelli discreti e, associando a ciascun livello un simbolo diverso, si ottiene un alfabeto. Con l’ausilio di questo alfabeto è possibile esprimere e trattare le informazioni. www.giuseppemilazzo.it 4. IL CONCETTO DI INFORMAZIONE È necessario distinguere tra informazione e supporto su cui essa è memorizzata e/ o trasmessa La relazione che intercorre tra di essi è molto importante e l’insieme delle regole che ne definiscono la corrispondenza costituisce la base di un linguaggio. www.giuseppemilazzo.it 4. IL CONCETTO DI INFORMAZIONE Codici binari Nel computer l’informazione è memorizzata, trasmessa e restituita all’esterno in “pacchetti” o unità d’informazione, costituiti secondo una struttura gerarchica, cioè ogni unità è definibile mediante un insieme di unità di informazione di livello più basso. L’unità elementare di informazione è il bit (binary digit) e può assumere solo due valori, 0 e 1 . www.giuseppemilazzo.it 5. STRUTTURA FISICA DELL’INFORMAZIONE La struttura gerarchica delle unità fisiche di informazione è la seguente: Il bit , unità fondamentale in termini della quale si struttura ogni altra informazione, può assumere solo i valori 0 e 1 ; tipicamente questi valori sono utilizzati per rappresentare lo stato di un dispositivo digitale, in particolare 0 rappresenta lo stato OFF (spento) e 1 lo stato ON (acceso) . www.giuseppemilazzo.it 5. STRUTTURA FISICA DELL’INFORMAZIONE il byte (B), struttura costituita da otto bit; ordinariamente è la più piccola unità di memorizzazione digitale presente nei computer; è l’unità minima di misura per la rappresentazione dei dati (un numero, un carattere o un simbolo); www.giuseppemilazzo.it 5. STRUTTURA FISICA DELL’INFORMAZIONE la parola (word), formata da un numero intero di byte, è l’unità fondamentale di un calcolatore; infatti il canale di comunicazione fra processore e memoria è largo una parola, i registri sono lunghi una parola, la maggior parte delle operazioni sono eseguite su parole. www.giuseppemilazzo.it 5. STRUTTURA FISICA DELL’INFORMAZIONE il vettore, un insieme di byte o parole consecutivi su cui è possibile operare in due modi: singolarmente (cioè su ciascuno degli elementi e in qualsiasi ordine) o in blocco; lo stack di byte o parole, struttura caratterizzata dal fatto che le operazioni possono essere eseguite soltanto sull’ultimo o sugli ultimi due elementi inseriti.. www.giuseppemilazzo.it 5. STRUTTURA FISICA DELL’INFORMAZIONE In generale i multipli del byte sono: • il kilobyte (KB), costituito da 1024 byte (in media corrisponde allo spazio necessario per memorizzare una pagina di testo; • il megabyte (MB), costituito da 1.048.576 byte (1024 Kilobyte), corrisponde a circa 1000 pagine di testo; • il gigabyte (GB), costituito da 1.073.741.824 byte (1024 Megabyte), circa un milione di pagine di testo; • il terabyte (TB), costituito da 1.099.511.627.776 byte (1024 gigabyte), circa un miliardo di pagine di testo. www.giuseppemilazzo.it 6. LA CODIFICA DELL’INFORMAZIONE Si chiama codifica l’operazione di scrittura dell’informazione su un supporto fisico e decodifica l’operazione inversa, ossia la lettura dell’informazione dal supporto fisico. www.giuseppemilazzo.it 6. LA CODIFICA DELL’INFORMAZIONE I computer adottano un alfabeto di due soli simboli, l’alfabeto binario; le informazioni da elaborare (dette dati di input o dati in ingresso), espresse nel nostro alfabeto, sono convertite in simboli dell’alfabeto binario e, in questa forma, sono sottoposte alle varie fasi di elaborazione; al termine, i risultati ottenuti in formato binario (dati di output), sono riconvertiti nel nostro alfabeto. www.giuseppemilazzo.it 7. LA COMPONENTE HARDWERE Con il termine hardware, si indica la parte fisica di un computer, ovvero tutte quelle parti elettroniche, elettriche, meccaniche, magnetiche, ottiche che ne consentono il funzionamento. Più in generale il termine si riferisce a qualsiasi componente fisico di una periferica o di una apparecchiatura elettronica. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) Per architettura hardware si intende l'insieme dei criteri di progetto in base ai quali è progettato e realizzato un computer, oppure un dispositivo facente parte di esso. Il termine è usato in riferimento alla configurazione dei processori riconosciute come soluzioni hardware; infatti risolvono le funzionalità dei svilluppatori di softwere essendo dispositivi dedicati che tramite i programmi eseguibili caricano i softwere. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) SCHEDA MADRE La scheda madre è il componente principale di un PC. Le sue dimensioni variano in base alla tipologia d'appartenenza. È dotata di circuiti integrati che hanno il compito di collegare fra loro i componenti del sistema. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) SCHEDA MADRE È responsabile dunque della trasmissione e temporizzazione corretta di molte centinaia di segnali diversi, tutti ad alta frequenza e sensibili ai disturbi, tra processore e Ram, schede di espansione e periferiche esterne attraverso i vari bus di sistema. La sua buona realizzazione è quindi un fattore chiave per le prestazioni e l'affidabilità dell'intero computer. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) La scheda madre è una parte fondamentale di un moderno personal computer: sotto forma di scheda elettronica principale raccoglie in sé tutta la circuiteria elettronica e i collegamenti di interfaccia tra i vari componenti interni principali del PC. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) Alloggiati sulla scheda madre è possibile trovare: • il processore (CPU) • la memoria RAM, • l'insieme di unità di memoria ROM che contengono il BIOS, • le schede grafiche e di rete. Tutti i componenti collegati alla scheda madre sono divisi tra il northbridge (o ponte nord) e il southbridge (o ponte sud). www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) Il northbridge (dall'inglese ponte nord), conosciuto anche come Memory Controller Hub (MCH) o Host Bridge, costituisce, insieme al Southbridge, la parte logica (chipset) di una scheda madre. Il northbridge è quindi il chip che mette in relazione i vari bus collegati alla CPU e ai dispositivi più veloci. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) Il Chipset: l'insieme di chip che si occupano di smistare e dirigere il traffico di informazioni passante attraverso il Bus di sistema, fra CPU, RAM e controller delle periferiche di input/output (come Floppy disk, Hard disk ecc.). Il chipset montato sulla scheda madre, viene dunque separato in due parti: Southbridge e Northbridge; sebbene ci siano delle istanze che collegano i due bridge è comodo dividere in due parti il chipset per ridurre al minimo effetti di collo di bottiglia. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) Il Southbridge (chiamato anche ICH da I/O Controller Hub), è un chip, che è parte del chipset, che implementa le capacità più "lente" di una scheda madre come: • il collegamento con i bus PCI e USB, • i canali ATA, le porte seriali e parallele, • il floppy disk e tutti i dispositivi esterni, in un'architettura basata su un chipset northbrige/southbridge. Generalmente il southbridge è legato alla CPU tramite il northbridge, il quale invece dialoga direttamente con il processore e la memoria RAM. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) In generale, uno specifico chipset è progettato per una determinata famiglia di processori e, qualora debba occuparsi anche della gestione della memoria, anche per una specifica tecnologia di RAM; • supporta quindi le velocità di Bus frontale (FSB) e le velocità del Bus di memoria corrispondenti ai processori e ai moduli di memoria. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) La scheda madre è composta da un circuito stampato estremamente complesso, ricavato da un sandwich di strati di vetronite e rame: generalmente una scheda madre può avere da quattro a sei strati di rame. In questi sono ricavate le piste che collegano i componenti, che devono essere calcolate con molta cura. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) Sul circuito stampato vengono saldati una serie di circuiti integrati, di zoccoli e di connettori; gli integrati più importanti sono il chipset che svolge la gran parte del lavoro di interfaccia fra i componenti principali e i bus di espansione, la ROM (o PROM, EEPROM o simile), il Socket per il processore e i connettori necessari per il montaggio degli altri componenti del PC e della espansione www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) I componenti di una scheda madre possono variare a seconda di che tipo di computer si sta considerando: nel seguito di questa descrizione faremo riferimento a una generica scheda madre per personal computer. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) Socket (CPU), è una parte fondamentale del computer che accoglie la CPU. Il processore è saldato direttamente sullo stampato. Lo zoccolo (socket) può essere di tipo PGA o LGA. Nel caso di processori di tipo PGA, i pin di interconnessione risiedono sulla parte inferiore della CPU. www.giuseppemilazzo.it 8. ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE (HARDWARE) Se il socket è di tipo LGA (ovvero Land Grid Array) i pin risiedono sul socket ed è necessaria una piastra di caricamento per tenere in posizione la CPU dato che, a differenza delle CPU PGA, non è tenuta in posizione dai piedini che vanno ad incastrarsi nel socket. Esistono vari tipi di socket. Per quanto riguarda i circuiti integrati, variano a seconda della tipologia di package. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE La RAM, acronimo dell'inglese Random Access Memory ovvero memoria ad accesso casuale, è un tipo di memoria volatile, permette l'accesso diretto a qualunque indirizzo di memoria con lo stesso tempo di accesso. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE La memoria ad accesso casuale si affianca ad altre tipologie di memoria come la memoria ad accesso sequenziale e alla memoria ad accesso diretto. Per le sue caratteristiche viene utilizzata come memoria primaria nei più comuni computer. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE Le schede madri in commercio adottano slot DDRAM, evoluzione delle precedenti SDRAM. L'acronimo RAM identifica, anche, le schede fisiche che vengono installate negli odierni computer (vedi moduli DIMM, SIMM, SODIMM, etc..) www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE Nelle SRAM, acronimo di Static Random Access Memory, ovvero RAM statica ogni cella è costituita da un latch realizzato da due porte logiche. Le celle sono disposte a matrice e l'accesso avviene specificando la riga e la colonna. Proprio per la loro bassa capienza, sono solitamente usate per le memorie cache, dove sono necessarie elevate velocità in abbinamento a ridotti consumi e capienze non troppo elevate (dell'ordine di pochi Mb). www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE La DRAM, acronimo di Dynamic Random Access Memory, ovvero ram dinamica, è costituita - a livello concettuale - da un transistor che separa un condensatore, il quale mantiene l'informazione, dai fili di dati. Le DRAM sono asincrone, ovvero l'accesso in scrittura ed in lettura è comandato direttamente dai segnali in ingresso al contrario delle memorie sincrone in cui il passaggio da uno stato all'altro è sincronizzato ad un segnale di clock. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE La SDRAM, acronimo di Synchronous Dynamic Random Access Memory, ovvero DRAM sincrone, si differenzia dalla DRAM normale per il fatto che l'accesso è sincrono, ovvero governato dal clock. Tale segnale di clock temporizza e sincronizza le operazioni di scambio di dati con il processore, raggiungendo una alta velocità. Tipicamente saldata in un modulo di tipo DIMM, è normalmente impiegata come memoria principale dei Personal Computer di tipo Pentium e successivi. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE La FeRAM, acronimo di Ferroelectric Dynamic Random Access Memory, ha la peculiarità di mantenere i dati senza l'ausilio del refresh di sistema. Utilizzano un materiale denominato ferroelettrico che ha la capacità di mantenere la propria polarizzazione anche dopo esser scollegato dalla fonte energetica. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE Un RAM disk non è altro che una porzione di RAM utilizzata come se fosse un disco rigido, col vantaggio di avere prestazioni in lettura e scrittura enormemente più elevate, con tempi di accesso significativamente migliori. Un altro relativo vantaggio è la volatilità di questo disco virtuale, che rende necessario salvare i dati sui quali si è lavorato su una memoria permanente per evitare la perdita di questi ultimi allo spegnimento della macchina. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE • ROM Read Only Memory, è la piccola memoria presente su tutti i personal computer, che in alcuni casi può essere riprogrammata, (può essere PROM, EEPROM, flash o altro) contenente il BIOS della scheda madre. Il BIOS è un tipo di firmware dalle funzionalità molto limitate. Le sue funzioni sono essenzialmente tre: • a) eseguire il controllo dell'hardware all'accensione (il POST, Power On Self Test), • b) eseguire alcune istruzioni basilari per il controllo dell'hardware stesso, • c) caricare il sistema operativo. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE •Gli elementi fisici di memoria utilizzati dalle ROM sono diodi o transistor, e la loro scelta dipende dalle caratteristiche di utilizzo del dispositivo: per applicazioni che richiedono bassi tempi di lettura si usano transistor a giunzione bipolare, mentre per memorie ad alta capacità si sfrutta la tecnologia a transistor ad effetto di campo. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE • COMPLEMENTARY MOS (METAL OXIDE SEMICONDUCTOR) CMOS, piccola memoria RAM, in cui sono memorizzate le impostazioni del BIOS. Il CMOS è un semiconduttore che richiede pochissima energia per funzionare. Quando il Personal Computer viene spento, per mantenere memorizzate le impostazioni del BIOS, utilizza una piccola batteria al litio. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE • BUS (canale di trasmissione) In linea di principio ad un bus può essere collegato hardware di ogni tipo: schede video aggiuntive, schede audio professionali, schede acquisizione dati, unità di calcolo specializzate, coprocessori: nella pratica si ricorre ad una scheda di espansione su slot interno solo per hardware che ha bisogno di una collaborazione estremamente stretta con la CPU o con la memoria RAM; www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE • Il bus di sistema si divide in quattro bus minori: • bus alimentazione • bus dati • bus indirizzi • bus controlli www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE La scheda di rete è a livello logico un'interfaccia digitale, costituita a livello hardware da una scheda elettronica inserita/alloggiata solitamente all'interno di un personal computer, server, stampante, router ecc., •svolge tutte le elaborazioni o funzioni necessarie a consentire la connessione dell'apparato informatico ad una rete informatica. Un particolare tipo di scheda di rete è la scheda di rete wireless cioè una scheda che permette la connessione ad una rete tramite collegamento senza fili a mezzo di onde radio. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE La scheda Wi-Fi e la scheda Bluetooth. Ne sono dotati tutti i PC portatili (laptop), mentre spesso non è una dotazione tipica di base per i PC fissi, per i quali risulta però installabile a posteriori[ La scheda di rete e l'antenna ad essa associata comunicano con l'Access Point della rete wireless o direttamente con gli altri terminali in maniera bidirezionale. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE USB (Universal Serial Bus) Bus per il collegamento di periferiche (lente). Caratteristiche: flessibilità, semplicità; un unico bus per molte periferiche; non sono necessari dispositivi di controllo e porte dedicate; facilmente espandibile; economico e con possibilità di connessione a caldo; supporto dispositivi tempo reale (audio - telefono). Il cavo è composto da 4 fili: massa, alimentazione (5V), Dati+, Dati-. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE SCSI (Small Computer System Interface) Collegamento per dispositivi interni o esterni al computer: dischi rigidi (dischi SCSI), ma anche CD DVD – unità nastro - stampanti - scanner. Collega sino a 7- 15 controllori (unità) e massimo 2048 periferiche per controllore. Collegamento a cascata, con terminatore. Semplice ed economico. Il bus SCSI è un bus parallelo, mentre una sua estensione, il Serial Attached SCSI(SAS), è di tipo seriale. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE FireWire (IEEE 1394) Ha molte similitudini con l'USB: bus seriale con alimentazione (60W); possibilità di connessione a caldo, meccanismi di identificazione, struttura ad albero. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE Protocolli di comunicazione In ogni transazione sul bus: • un dispositivo prende il controllo del bus • invia una richiesta (I/O) ad un secondo dispositivo • svolta la richiesta, il bus viene liberato per un'altra comunicazione. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE FIRMWARE Il firmware è un programma, ovvero una sequenza di istruzioni, integrato direttamente in un componente elettronico nel senso più vasto del termine (integrati, schede elettroniche, periferiche). Il suo scopo è quello di avviare il componente stesso e consentirgli di interagire con altri componenti hardware tramite l'implementazione di protocolli di comunicazione o interfacce di programmazione. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE FIRMWARE Il termine deriva dall'unione di "firm" (stabile) e "ware" (componente), indica che il programma non è immediatamente modificabile dall'utente finale, ovvero risiede stabilmente nell'hardware integrato in esso, e che si tratta del punto di incontro fra componenti logiche e fisiche, ossia fra software e hardware. www.giuseppemilazzo.it 9. DISPOSITIVI PER LA MEMORIZZAZIONE E LA TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE FIRMWARE Il firmware forse più conosciuto in ambito informatico (anche ai non addetti ai lavori) è quello della scheda madre, chiamato comunemente BIOS, è responsabile del corretto avvio del computer, ma quasi sempre sono dotati di proprio firmware anche i singoli componenti di un computer, come dischi fissi, lettori o masterizzatori di CD e DVD, schede di espansione in genere. www.giuseppemilazzo.it 10. DESCRIZIONE DEI COMPONENTI DEL CALCOLATORE Struttura della CPU Una generica CPU contiene: • un'unità di controllo (anche nota con la sigla CU) che legge dalla memoria le istruzioni, se occorre legge anche i dati per l'istruzione letta, esegue l'istruzione e memorizza il risultato se c'è, scrivendolo in memoria o in un registro della CPU. www.giuseppemilazzo.it 10. DESCRIZIONE DEI COMPONENTI DEL CALCOLATORE Struttura della CPU Una generica CPU contiene: • un'unità aritmetica e logica (anche nota con l'acronimo ALU) che si occupa di eseguire le operazioni logiche e aritmetiche; • dei registri, speciali locazioni di memoria interne alla CPU, molto veloci, a cui è possibile accedere molto più rapidamente che alla memoria: il valore complessivo di tutti i registri della CPU costituisce lo stato in cui essa si trova attualmente. www.giuseppemilazzo.it 10. DESCRIZIONE DEI COMPONENTI DEL CALCOLATORE Struttura della CPU Una generica CPU contiene: • Due registri sempre presenti sono: •il registro IP (Instruction Pointer) o PC (Program Counter), che contiene l'indirizzo in memoria della prossima istruzione da eseguire; •il registro dei flag: questo registro non contiene valori numerici convenzionali, ma è piuttosto un insieme di bit, detti appunto flag, che segnalano stati particolari della CPU e alcune informazioni sul risultato dell'ultima operazione eseguita. www.giuseppemilazzo.it 10. DESCRIZIONE DEI COMPONENTI DEL CALCOLATORE Una generica CPU deve eseguire i suoi compiti sincronizzandoli con il resto del sistema: perciò è dotata, oltre a quanto sopra elencato, anche di uno o più bus interni che si occupano di collegare registri, ALU, unità di controllo e memoria: inoltre all'unità di controllo interna della CPU fanno capo una serie di segnali elettrici esterni che si occupano di tenere la CPU al corrente dello stato del resto del sistema e di agire su di esso. www.giuseppemilazzo.it 10. DESCRIZIONE DEI COMPONENTI DEL CALCOLATORE Possono affiancare la CPU le seguenti unità ausiliarie: • una FPU (Floating Point Unit), che si occupa di eseguire calcoli in virgola mobile; • una MMU (Memory Management Unit), che si occupa di tradurre gli indirizzi di memoria logici in indirizzi fisici, supportando la protezione della memoria e/o uno o più meccanismi di memoria virtuale. www.giuseppemilazzo.it 10. DESCRIZIONE DEI COMPONENTI DEL CALCOLATORE Tipicamente la CPU è l'Interprete del linguaggio macchina. Come tutti gli interpreti, si basa sul seguente ciclo: • Acquisizione dell'istruzione (Instruction Fetch): il processore preleva l'istruzione dalla memoria, presente nell'indirizzo (tipicamente logico) specificato da un registro "speciale" ("speciale" opposto di "generico"), il PC www.giuseppemilazzo.it 10. DESCRIZIONE DEI COMPONENTI DEL CALCOLATORE Tipicamente la CPU è l'Interprete del linguaggio macchina. Come tutti gli interpreti, si basa sul seguente ciclo: • Decodifica (Operand Assembly): una volta che la word è stata prelevata, viene determinata quale operazione debba essere eseguita e come ottenere gli operandi, in base ad una funzione il cui dominio è costituito dai codici operativi (tipicamente i bit alti delle word) ed il codominio consiste nei brani di microprogramma da eseguire www.giuseppemilazzo.it 10. DESCRIZIONE DEI COMPONENTI DEL CALCOLATORE Tipicamente la CPU è l'Interprete del linguaggio macchina. Come tutti gli interpreti, si basa sul seguente ciclo: • Esecuzione (Execute): viene eseguita la computazione desiderata. Nell'ultimo passo dell'esecuzione viene incrementato il PC: tipicamente di uno se l'istruzione non era un salto condizionale, altrimenti l'incremento dipende dall'istruzione e dall'esito di questa. www.giuseppemilazzo.it DESCRIZIONE ATTIVAZIONE DEL CALCOLATORE 1. Caricamento dell'istruzione dalla memoria principale Per prima cosa il Sistema Operativo, dopo aver ricevuto comando dall'esterno (come un click su un'icona, o Enter, ecc.), avvia l'eseguibile che inserisce all'interno del PC (Program Counter) l'indirizzo associato alla prima cella di memoria contenente l'istruzione desiderata per l'esecuzione delle fasi successive del programma. La CPU carica l'istruzione dalla memoria principale mediante Data Bus nella Memory Data Register (MDR). Il valore dalla MDR è poi depositato nell'Instruction Register (IR), un circuito che trattiene l'istruzione temporaneamente così che possa essere decodificata ed eseguita. www.giuseppemilazzo.it DESCRIZIONE ATTIVAZIONE DEL CALCOLATORE 2. Caricamento dei dati dalla memoria principale Legge l'indirizzo dalla memoria principale se l'istruzione ha un indirizzo indiretto. Dopodiché carica i dati richiesti dalla memoria principale per poi essere processati e depositati all'interno dei registri. www.giuseppemilazzo.it DESCRIZIONE ATTIVAZIONE DEL CALCOLATORE 3. Esecuzione dell'istruzione Dall'Instruction Register, l'istruzione è decodificata dall'Unità di Controllo (Control Unit). Eventuali indirizzi di memoria in cui leggere o scrivere dati sono contenuti nel MEM reg., un ulteriore registro oltre l'Instruction Register. A questo punto, se l'istruzione decodificata è tale da portare i dati memorizzati precedentemente in IR all'interno dei registri ALU, i dati possono essere manipolati da quest'ultima: in generale il dato nuovo viene scritto mediante "scrittura distruttiva" in uno dei registri stessi dell'ALU, il che comporta la perdita eventuale di dati precedentemente memorizzati nello stesso registro. www.giuseppemilazzo.it 11. DISPOSITIVI DI MEMORIA DI MASSA Un disco rigido o disco fisso, anche chiamato hard disk drive (abbreviato comunemente in hard disk o HDD) o fixed disk drive (abbreviato in fixed disk o FDD), è un dispositivo di memoria di massa di tipo magnetico che utilizza uno o più dischi magnetizzati per l'archiviazione dei dati (file, programmi e sistemi operativi). www.giuseppemilazzo.it 11. DISPOSITIVI DI MEMORIA DI MASSA Il disco rigido è costituito fondamentalmente da uno o più piatti in rapida rotazione, realizzati in alluminio o vetro, rivestiti di materiale ferromagnetico e da due testine per ogni disco (una per lato), le quali, durante il funzionamento "volano" alla distanza di poche decine di nanometri dalla superficie del disco leggendo o scrivendo i dati. www.giuseppemilazzo.it 11. DISPOSITIVI DI MEMORIA DI MASSA La testina è tenuta sollevata dall'aria mossa dalla rotazione stessa dei dischi la cui frequenza o velocità di rotazione può superare i 15.000 giri al minuto; attualmente i valori standard di rotazione sono 4.200, 5.400, 7.200, 10.000 e 15.000 giri al minuto. www.giuseppemilazzo.it 11. DISPOSITIVI DI MEMORIA DI MASSA Struttura della superficie di un piatto: A) Traccia B) Settore C) Settore di una traccia. Solitamente 512 byte D) Cluster, insieme di frammenti di tracce contigui. www.giuseppemilazzo.it 11. DISPOSITIVI DI MEMORIA DI MASSA Una chiave USB (Universal Serial Bus) o chiavetta USB o penna USB (anche in inglese USB flash drive, o pendrive) è una memoria di massa portatile di dimensioni molto contenute (qualche centimetro in lunghezza e intorno al centimetro in larghezza) che si collega al computer mediante la porta USB. www.giuseppemilazzo.it 11. DISPOSITIVI DI MEMORIA DI MASSA Quasi tutte le chiavette di nuova costruzione utilizzano le più veloci versioni 2.0 o 3.0, perfettamente retrocompatibili con la versione 1.1, e dotate di una banda passante rispettivamente di 480 Mbit/s e di 4,8 Gbit/s. È da precisare però che la velocità non dipende solo dall'interfaccia, ma anche dal tipo di memoria flash utilizzata, e dalla eventuale presenza di microchip dedicati all'interno della chiavetta stessa. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT Periferiche di ingresso Le periferiche di ingresso consentono di acquisire dati dall'esterno. Le principali sono: www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • I Dispositivi di Input/Output (o periferiche), sotto il controllo e coordinamento del processore, consentono l’interazione tra il computer e l’utente (più in generale, l’interazione tra il computer e l’ambiente), in particolare consentono l’immissione dei dati all’interno del computer e la comunicazione all’esterno dei risultati ottenuti con l’elaborazione. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • Per unità di Input si intende un dispositivo che consente di immettere dei dati nel computer. Rientrano in questa categoria i seguenti: www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT DISPOSITIVI DI PUNTAMENTO: consentono di trasmettere dati di posizione spaziale al computer. Sono dispositivi di puntamento il mouse e il tappetino tattile. I movimenti del mouse vengono interpretati e convertiti nel movimento di un apposito cursore sullo schermo (detto puntatore) e nelle opportune modifiche all'ambiente grafico. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • MOUSE: è un piccolo dispositivo utilizzato per puntare e selezionare un punto particolare dello schermo ed eseguire una o più azioni: • è possibile indicare, selezionare e spostare gli oggetti, selezionare un menu e relativi comandi. dimensionare le finestre, avviare i programmi, etc. • Solitamente il mouse ha uno o più pulsanti (solitamente due, il tasto sinistro e il tasto destro), e una piccola sfera nella parte inferiore che rileva i movimenti del mouse e li invia al computer. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • Azioni del mouse: • Click sinistro: utilizzato per selezionare un item. • Doppio Click: utilizzato per avviare un programma o aprire un file. • Click destro: utilizzato di solito per visualizzare un insieme di comandi. • Drag and Drop (letteralmente trascina e lascia): è una funzione che consente di selezionare e spostare un item da un posto a un altro. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • tastiera del computer: è il dispositivo base per l’inserimento di testo, numeri e altri caratteri (e comandi ); è costituita da una serie di tasti posti su una base, che riportano l’indicazione di lettere e numeri, in particolare ci sono i: www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • trackball: dispositivo di puntamento simile al mouse; la sua componente principale è una sfera che, ruotando in una cavità dell'involucro dove si trovano dei sensori che ne rilevano il movimento, è in grado di seguire i movimenti impressi dall’esterno (dalla mano dell’operatore); in prossimità della sfera si trovano pulsanti e rotelline. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • touchpad (o trackpad): presente nella maggior parte dei computer portatili, ha la stessa funzione del mouse, ossia spostare il cursore captando il movimento del dito dell'utente sulla sua superficie liscia. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT TASTIERA : acquisisce caratteri, numeri e comandi grazie alla pressione di tasti; i caratteri corrispondenti al tasto premuto sono memorizzati nella memoria temporanea di ingresso dati o, in caso di digitazione troppo veloce nella memoria temporanea della tastiera. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT La tastiera si presenta come una serie ordinata di tasti la cui pressione permette l'inserimento, nella memoria del computer, di un particolare carattere, oppure l'esecuzione di un particolare comando da parte del computer. A tal fine, su ogni tasto, è presente una serigrafia che ricorda all'utente a quale carattere o comando corrisponde il tasto. ALT + 0 (zero) + 65 cifra binaria 01000001=1+64 www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • • • • • • • • • • • • • • tasti numerici tasti funzione (F1, F2, F3… F12) tasti funzione speciali tasto enter barra spaziatrice tasto Backspace tasto Delete tasto Shift tasto Caps Lock tasto Tab tasto Ctrl tasto Esc tasto Alt tasti Freccia (su, giù, sinistra, destra) www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • joystick: è un dispositivo che trasforma i movimenti di una leva (munita di due o più pulsanti) manovrata dall'utente in una serie di segnali elettrici o elettronici che permettono di controllare un programma, un'apparecchiatura o un attuatore meccanico. È utilizzato principalmente nei videogiochi www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • scanner: è un dispositivo che consente l’acquisizione di fotografie, disegni e testi da una superficie piana (fogli stampati, pagine di libri e riviste, fotografie, diapositive, ecc.), di interpretarli come un insieme di pixel, e quindi di restituirne la copia fotografica sotto forma di immagine digitale. L’uso dello scanner è legato ai programmi di riconoscimento dei caratteri (OCR, ossia Optical Character Recognition) o di elaborazione delle immagini. 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • penna ottica: è un dispositivo di forma simile a una penna, utilizzato per selezionare oggetti su uno schermo; è simile al mouse per funzionalità ma utilizza una penna luminosa per spostare il puntatore e selezionare l’oggetto da sottoporre all’elaborazione. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • lettore di codice a barre: è una specializzazione di penna ottica, ossia un dispositivo capace di leggere numeri/caratteri rappresentati da sequenze di linee verticali. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • macchina fotografica: consente di acquisire le fotografie che poi, trasferite sul computer, possono essere elaborate con programmi di elaborazione grafica e/o inserite in altri documenti. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • microfono: consente di acquisire i suoni che, trasferiti al computer, e opportunamente trattati, sono resi disponibili per applicazioni multimediali e riproduzioni. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • Per unità di Output si intende un dispositivo che riceve dal sistema i risultati dell’elaborazione dei dati e li trasmette all’utente. • Le principali unità di output sono: www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • Monitor (CRT – Cathode Ray Tube, LCD – Liquid Crystal Display, PDP – Plasma Display Panel e LED – Light Emitting Diode): è un'unità simile a un televisore, collegata a una tastiera per l’inserimento manuale dei caratteri, che visualizza l’informazione così come è digitata sulla tastiera e traduce in immagini i dati ricevuti dalla scheda grafica del computer. L'unità di misura delle dimensioni di un monitor è il pollice (circa 2,6 centimetri) e la dimensione è espressa in pollici sulla diagonale (cioè la misura indica la lunghezza della diagonale della superficie del monitor); valori tipici possono essere 14, 15, 17 , 19, 21… pollici. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • Stampante : dispositivo che consente di ottenere una copia su carta dei risultati elaborati dal computer (e può essere anche fax e fotocopiatrice). • Possono essere di vari tipi, a getto di inchiostro, laser, ad aghi, etc. e sono valutate in riferimento a due parametri che le caratterizzano, la risoluzione (misurata in dpi - punti per pollice) e la velocità (misurata in termini di caratteri stampati in una unità di tempo(cps), righe stampate al minuto (lpm) o pagine stampate al minuto(ppm)). www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • Plotter è un dispositivo che consente di riprodurre le immagini (soprattutto grafici) su fogli di grandi dimensioni ed è utilizzato in ambito scientifico e tipografico. • Proiettori (LCD, DLP e DMD). • Casse , altoparlanti e cuffie : dispositivi molto utili per le applicazioni multimediali. www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • Dispositivi di input/output • In questa classe rientrano le unità periferiche che svolgono entrambe le funzioni di input e output, per esempio: www.giuseppemilazzo.it 12. DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT • Modem : è un dispositivo di ricetrasmissione, cioè che consente la comunicazione di più computer utilizzando la linea telefonica; • Monitor touch screen : è un dispositivo costituito da uno schermo ed un digitalizzatore, che consente all'utente di interagire con l’interfaccia grafica mediante apposita penna/stilo o con le dita. • Interfacce analogiche e digitali per collegare i dispositivi al sistema. • www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • In informatica con il termine inglese cloud computing (in italiano nuvola informatica) si indica un modello di riferimento di erogazione di risorse informatiche: – l'archiviazione, l'elaborazione o la trasmissione di dati, caratterizzato dalla disponibilità su richiesta dell’utente, attraverso Internet a partire da un insieme di risorse preesistenti e configurabili. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • Sfruttando la tecnologia del cloud computing gli utenti collegati ad un cloud provider possono svolgere tutte queste mansioni, anche tramite un semplice internet browser. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • Possono, utilizzare software remoti non direttamente installati sul proprio computer e salvare dati su memorie di massa on-line predisposte dal provider stesso (sfruttando sia reti via cavo che senza fili). • Nonostante il termine sia piuttosto vago e sembri essere utilizzato in diversi contesti con significati differenti tra loro, si possono distinguere tre tipologie fondamentali di servizi cloud computing: www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • SaaS (Software as a Service) - Consiste nell'utilizzo di programmi installati su un server remoto, cioè fuori dal computer fisico o dalla LAN locale, spesso attraverso un server web. Questo acronimo condivide in parte la filosofia di un termine oggi in disuso, ASP (Application service provider). www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • DaaS (Data as a Service) - Con questo servizio vengono messi a disposizione via web solamente i dati ai quali gli utenti possono accedere tramite qualsiasi applicazione come se fossero residenti su un disco locale. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • HaaS (Hardware as a Service) - Con questo servizio l'utente invia dati a un computer che vengono elaborati da computer messi a disposizione e restituiti all'utente iniziale. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • PaaS (Platform as a Service) -Piattaforma software che può essere costituita diversi servizi, programmi, librerie, etc. -Tale servizio è tipico di alcune piattaforme utilizzate sviluppare altri programmi. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • IaaS (Infrastructure as a Service) – Oltre alle risorse virtuali in remoto, vengono messe a disposizione anche risorse hardware, quali server, capacità di rete, sistemi di memoria, archivio e backup. La caratteristica dello IaaS è che le risorse vengono istanziate su richiesta o domanda al momento in cui una piattaforma ne ha bisogno. Classici esempi di questo modello di servizio sono Dropbox o Google Drive. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING • Il cloud computing rende disponibili all'utilizzatore le risorse come se fossero implementate da sistemi (server o periferiche personali) "standard". • L'implementazione effettiva delle risorse non è definita in modo dettagliato; anzi l'idea è proprio che l'implementazione sia un insieme eterogeneo e distribuito di risorse le cui caratteristiche non siano note all'utilizzatore. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING Il sistema del cloud computing prevede tre fattori distinti: •Fornitore di servizi (cloud provider) – Offre servizi (server virtuali, applicazioni complete) generalmente gratuito o a pagamento in base all'effettiva utilizzazione che se ne fa. •Cliente amministratore – Sceglie e configura i servizi offerti dal fornitore, generalmente offrendo un valore aggiunto come ad esempio applicazioni software; •Cliente finale – Utilizza i servizi opportunamente configurati dal cliente amministratore. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING I principali processi su cui i diversi fornitori cominciano a proporre soluzioni in modalità cloud sono: •Customer relationship management (CRM), •Human Capital Management (HCM), •Enterprise resource planning (ERP). L'architettura informatica del cloud computing prevede uno o più server reali, generalmente in architettura ad alta affidabilità e fisicamente collocati presso il data center del fornitore del servizio. www.giuseppemilazzo.it 13. CLOUD COMPUTING www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING I grid computing o sistemi grid (griglia) sono un'infrastruttura di calcolo distribuito, utilizzati per l'elaborazione di grandi quantità di dati, mediante l'uso di una vasta quantità di risorse. In particolare, tali sistemi permettono la condivisione coordinata di risorse all'interno di un'organizzazione virtuale. www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING Il vero e specifico problema alla base del concetto di griglia è la condivisione coordinata di risorse all'interno di una dinamica e multi-istituzionale organizzazione virtuale (Virtual Organization, brevemente indicata con VO). www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING La condivisione non è limitata solo allo scambio dei file, ma si estende all'accesso diretto al computer, al softwere, in generale a tutto l’ hardwere necessario alla risoluzione di un problema scientifico, ingegneristico o industriale. www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING Gli individui e le istituzioni, che mettono a disposizione della griglia le loro risorse per la medesima finalità, fanno parte della stessa VO. www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING Caratteristica comune dei progetti grid è la necessità di disporre un ambiente di calcolo data-intensive, all'interno del quale le applicazioni hanno il bisogno di accedere a grandi quantità di dati geograficamente distribuiti in maniera veloce e affidabile ed, è proprio l'onere della grid, far operare tali applicazioni nel miglior modo possibile www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING la condivisione di risorse quali CPU e dischi opportunamente coordinati può dare l'impressione all'utente di accedere ad un supercomputer virtuale, con una incredibile potenza e capacità di memorizzazione in grado di sopportare grandi carichi di lavoro. www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING L'idea è di far apparire tutta l'architettura di un grid come un unico supercomputer virtuale, celando all'utilizzatore tutta la complessità interna e mostrandogli solo i benefici. www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING Tali sistemi vengono indicati con i termini Local Area Grid (LAG) e Metropolitan Area Grid (MAG) o, più semplicemente, Metropolitan Grid con chiaro riferimento alla classificazione introdotta nell'ambito del network. www.giuseppemilazzo.it 14. GRID COMPUTING La coordinazione di grid nazionali prevede la futura costituzione di un world wide grid, le implementazioni di locali o di grid metropolitane si avvicinano al mondo delle Intranet. www.giuseppemilazzo.it 15. SERVER FARM In informatica il termine inglese Server Farm (letteralmente fattoria di server) (anche chiamata webfarm) è utilizzato per indicare una serie di server collocati in un unico ambiente in modo da poterne centralizzare la gestione, la manutenzione e la sicurezza. www.giuseppemilazzo.it 15. SERVER FARM Spesso all'interno delle server farm vengono costituiti dei sistemi cluster per gestire in maniera migliore, attraverso una tipica architettura distribuita, carichi di lavoro pesanti o critici (server email, web, database, GRID…) garantendo al contempo affidabilità e tolleranza ai guasti. www.giuseppemilazzo.it 15. SERVER FARM Non è raro, trovare server farm composte da centinaia, se non da migliaia di server virtuali, rappresentati su macchine fisiche dedicate appositamente per utilizzi in queste tipologie di impresa. La realizzazione di una server farm permette di distribuire i costi di costruzione e gestione di una struttura sicura e di abbattere i costi per la connettività. www.giuseppemilazzo.it 15. SERVER FARM Quando le server farm vengono realizzate l'esplicito obiettivo di affittarne lo spazio, si parla data center o Network Operating Center (NOC). www.giuseppemilazzo.it 15. SERVER FARM Dal punto di vista hardware le tipologie di macchine di produzione in uso presso una server farm sono blade (lama) server e soprattutto i mainframe ovviamente supportanti complesse architetture virtualizzazione. www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS In telecomunicazione Internet delle cose (o, più propriamente, Internet degli oggetti o IoT, acronimo dell’inglese Internet of Things) è un neologismo riferito all'estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS L'Internet delle cose è vista come una possibile evoluzione dell'uso della Rete. Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete. www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS L'obiettivo dell'internet delle cose è di far sì che il mondo elettronico tracci una mappa di quello reale, dando un'identità elettronica alle cose e ai luoghi dell'ambiente fisico. Gli oggetti e i luoghi muniti di etichette Identificazione a radio frequenza (Rfid) o Codice QR (Quick Response Code) comunicano informazioni in rete o a dispositivi mobili come i telefoni cellulari. www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS •I campi di applicabilità sono molteplici: dalle applicazioni industriali (processi produttivi), alla logistica e all'infomobilità, fino all'efficienza energetica, all'assistenza remota e alla tutela ambientale. www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS •I principali domini applicativi ed ambiti operativi interessati dallo sviluppo della IoT sono riportati sinteticamente nel seguente elenco: Domotica Robotica Avionica Industria automobilistica Biomedicale Monitoraggio in ambito industriale Reti wireless di sensori Sorveglianza Rilevazione eventi avversi www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS • I dispositivi RFID possono essere quindi assimilabili a sistemi di lettura e/o scrittura senza fili con svariate applicazioni. In questi ultimi anni si sta affermando man mano anche lo standard NFC (Near Field Communication, 13,56 MHz e fino a 10 cm, ma con velocità di trasmissione dati fino a 424 kbit/s) che estende gli standard per consentire lo scambio di informazioni anche tra lettori. www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS • Un sistema RFID è costituito da tre elementi fondamentali: •Un apparecchio di lettura e/o scrittura (lettore). •Uno o più etichette RFID (o tag o Transponder) •Sistema informativo di gestione dei dati per il trasferimento dei dati da e verso i lettori. www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS • L'etichetta RFID può essere attiva, passiva, semi-passiva o semi-attiva. Se è attiva, dispone di: •una batteria per alimentarla •una o più antenne per inviare il segnale di lettura e ricevere le risposte anche su frequenze diverse •uno o più transponder/tag RFID e possono contenere sensori. •in genere hanno distanze operative maggiori dei tag passivi ed in genere arrivano al massimo a 200m •Se è passiva: contiene semplicemente www.giuseppemilazzo.it 16. INTERNET OF THINGS L'elemento principale che caratterizza un sistema RFID è l'etichetta RFID o transponder o tag ed è costituito da: un microchip che contiene dati in una memoria (tra cui un numero univoco universale scritto nel silicio), una antenna, un supporto fisico che tiene insieme il chip e l'antenna chiamato "substrato" e che può essere in Mylar, film plastico (PET, PVC, ecc), carta o altri materiali. (in rari casi viene usata una batteria). www.giuseppemilazzo.it HARDWERE Motherboard CPU CPU Dual e Quad CORE Unit HARDWERE CPU Central Processing (Microprocessore) RAM Random Access Memory ROM Read Only Memory