Un’associazione per imparare a vivere meglio. Centro di riabilitazione del malato oncologico a Padova L’OPINIONE Prevenzione senologica a rischio in Veneto. L’associazione dice no! LA PAGINA DELLO PSICOLOGO Quando le parole aiutano a curare LA VOCE DEL MEDICO La medicina basata sull’evidenza in oncologia BUONE NOTIZIE IN ONCOLOGIA PERIODICO QUADRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 COMMA 20/LETT. C. - LEGGE 662/1996 - PADOVA CMP n° 81 - febbraio 2017 Editoriale Associazione “Noi e il Cancro – Volontà di Vivere” ONLUS Via Paruta, 32 – 35126 Padova tel. 049 8025069 - cell. 331 1477310 e-mail: [email protected] sito Internet: www.volontadivivere.org posta certificata: [email protected] Periodico quadrimestrale N. 81 FEBBRAIO 2017 COD. FISC. 80040220289 Riconoscimento giuridico N. 115 (PD/495) L’Associazione è iscritta al Registro Regionale del Volontariato Veneto al N. PD0050, al Registro Provinciale delle libere forme associative al N. 25/A e al Registro Comunale al N.125 sez. 5 Segreteria di redazione presso l’Associazione Volontà di Vivere Conto corrente postale: 000014469357 Conti Correnti Bancari: BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA Ag. S. Osvaldo IBAN: IT38Y0103012194000001032671 BANCA ANNIA CRED. COOP. CARTURA E POLESINE Fil. Ponte S. Nicolò – IBAN: IT66W0845262770010130001749 L’Associazione non ha delegato nessuno a raccogliere offerte a domicilio. Direttore di redazione: Federica Cappellato Direttore responsabile: Anna Donegà Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Conca L., D’elia C., Donegà A., Fabretto M., Falasco M., Michielotto M., Padoan A., Tanzella C., Toderini L, Vescovi B., Vitalone C. La collaborazione alla rivista è aperta a tutti. Decliniamo la responsabilità per gli articoli pubblicati, che ricade esclusivamente sugli autori. I diritti d’autore dei lavori sono riservati all’Associazione Volontà di Vivere. Impostazione grafica e impaginazione a cura di CSV Padova. Le immagini utilizzate sono realizzate dai soci dell’Associazione o tratte dal sito pixabay.com Foto di copertina di Paolo Conca. Stampa: Tipografia Nuova Grafotecnica Siamo soci di: Autorizzazione Tribunale di Padova n° 1274 del 27.3.1991 Spedizione in abbonamento postale Art. 2 comma 20/C Legge 662/1996 Padova CMP Carissimi, È con emozione che introduco il mio primo numero del notiziario in qualità di Presidente. So che siete in molti a leggerci, vicini e lontani e a tutti voi voglio portare il mio saluto e il mio ringraziamento per il modo in cui ci seguite e ci sostenete. Conosco l’associazione da molti anni e la frequento da quasi 4. Pur essendo nata prima di me (ma siamo quasi coetanee!) la sento parte di me e nutro estrema riconoscenza per quanto l’associazione ha fatto. È per questi motivi, e per un po’ di incoscienza, che ho accettato questo importante incarico, di per sé impegnativo ma reso ancora più difficile per il fatto di subentrare ad una presidenza materna e storica come quella di Caterina Tanzella. Già in occasione dell’evento dI ottobre è stato ben espresso come sia nel naturale corso delle cose che una “figlia” come è l’associazione per Caterina, ad un certo punto prenda la sua strada e prosegua con le proprie gambe. Era evidentemente giunto questo tempo e quindi con senso di responsabilità l’intero Consiglio Direttivo ha accordato il “pensionamento” alla nostra storica Presidente. Ci tengo a ribadire che questa sarà una presidenza condivisa con tutti gli 11 Consiglieri e per questo abbiamo assegnato ruoli e incarichi precisi a ciascuno. Saró quindi meno in prima linea rispetto a Caterina, ma l’associazione continuerà ad essere presente e rappresentata in tutti i contesti locali e nazionali e proseguirà tutti i suoi impegni e i servizi con senso di responsabilità. La forza dell’associazione sta nel fatto di essere una grande famiglia allargata, pertanto spero di avere occasione di conoscervi tutti, personalmente. Sono anche disponibile ad incontrarvi in sede se ci sono particolari questioni che vorreste affrontare, iniziative o contributi che vorreste proporre. Non mi dilungo oltre, perché avrò modo di raccontarvi di me e dell’associazione. Vorrei invece entrare nel cuore del notiziario, per raccontarvi brevemente cosa troverete. Nelle testimonianze abbiamo raccolto alcuni dei moltissimi pensieri arrivati per Caterina, con una sua risposta collettiva. Come da tradizione troverete un resoconto delle attività del 2016 e alcune interessanti proposte per il 2017. Vi segnalo in particolare il concerto di primavera del 9 aprile, l’evento del 23 maggio all’Orto Botanico con l’Università di Padova e l’avvio d un nuovo laboratorio espressivo. Ma troverete molto altro! Abbiamo inoltre inserito una rubrica per far conoscere altre associazioni padovane impegnate in ambito sociosanitario e una rubrica per raccontare le buone pratiche in oncologia. Ci tengo inoltre ad invitarvi a partecipare all’annuale assemblea dei soci, che sarà aperta a quanti sono interessati e nel corso della quale racconteremo il nostro 2016 e i risultati raggiunti. Trovate inoltre allegato a questo numero un biglietto e un segnalibro da portare sempre con voi , o da regalare a chi volete, per ricordarvi di donare il vostro 5 per mille all’associazione. Sapete infatti che riusciamo a continuare la nostra attività con fatica e solo grazie ai contributi privati. Vi invito pertanto ad essere generosi! Il 5 per mille non vi costa nulla e inoltre potete contribuire con donazioni, anche in occasione di ricorrenze particolari, e con il vostro tempo. Buona lettura. Vi aspetto in associazione! Anna 3 L’OPINIONE L’OPINIONE PREVENZIONE SENOLOGICA A RISCHIO IN VENETO VOLONTÀ DI VIVERE DICE NO! La diagnosi precoce in ambito oncologico è e continuerà ad essere la soluzione più sostenibile a livello umano, sociale ed economico. Non ci stancheremo di ripeterlo come associazione e come pazienti. Le novità restrittive introdotte dalla Regione Veneto a maggio 2016 suonano come anacronistiche e per Volontà di Vivere sono una amara sconfitta. Da decenni siamo infatti impegnati in prima linea per ottenere una maggiore considerazione del paziente -persona che deve essere al centro del percorso di cura e di prevenzione. Con il Decreto 47 del 17 maggio 2016 la soglia per accedere alla mammografia gratuita è fissata a 50 anni (con limite fino a 69 anni) e inoltre diviene praticamente impossibile farsi prescrivere un esame clinico strumentale delle mammelle completo (che prevede mammografia, ecografia e visita senologica contestuali e da parte di un unico specialista) per donne non sintomatiche. Questo significa che una donna che vuole accedere ad un controllo completo deve farsi fare tre impegnative diverse, con il pagamento di tre ticket, la necessità di tre appuntamenti diversi, con molta probabilità in giorni differenti. Considerata la difficoltà in certi casi di poter ottenere facilmente permessi lavorativi, in un contesto lavorativo sempre più precario, tutto ciò significa aver pensato alla norma senza prendere in minima considerazione il paziente. La testimonianza di una donna alle prese con questo iter – che pubblichiamo – ci mostra quanto poco sia agevolata una persona che intenda salvaguardare la propria salute. L’insensatezza delle restrizioni imposte è evidente non solo per i dati che confermano un aumento costante delle diagnosi di tumore sotto i 50 anni e sopra i 70, ma anche perché il costo economico di un solo paziente oncologico non diagnosticato precocemente è elevatissimo (personalmente ho fatto una stima di almeno 100.000 euro tra esami, visite, terapie, interventi chirurgici…). Ma quello che mi preme sottolineare qui è il costo in termini umani e sociali. Una diagnosi di tumore per una persona è uno sconvolgimento di fronte al quale è molto difficile mantenere lucidità, forza di volontà e un atteggiamento positivo. A livello sociale ne viene sconvolta l’intera famiglia e a livello lavorativo si può arrivare a considerevoli riduzioni della capacità lavorativa (non per nulla è riconosciuta una invalidità permanente attorno al 75% in caso di mastectomia). Non credo serva continuare. Mi sembra evidente che dovrebbe essere questione di buon senso. Siamo contenti che questo appello, che continueremo a diffondere, sia sostenuto anche da alcuni medici, perché ci fa sentire meno soli. Nello spirito che ha sempre contraddistinto Volontà di Vivere non vogliamo combattere battaglie, vogliamo costruire una cultura di umanizzazione delle cure e di centralità del paziente che possa partire dal livello politico e che non sia frutto di iniziative spontanee di singoli medici illuminati. Anna Donegà 4 La storia Come ogni anno mi sono recata dal medico di base per la prescrizione dell’esame clinico strumentale delle mammelle, ma la Regione Veneto ha introdotto una novità: in assenza di sintomi specifici, il medico può prescrivere solo la mammografia. Tramite il CUP fisso l’appuntamento e, dopo aver valutato le lastre, la dottoressa consiglia viste le mie caratteristiche - di approfondire con ecografia e visita senologica. Altra attesa all’ambulatorio del medico di base per queste 2 impegnative: gli appuntamenti sono in strutture diverse e, per evitare di interferire troppo con i miei orari di lavoro, a distanza di quasi un mese. Uno degli specialisti, più che della mia salute, sembra impegnato a farmi capire che dovrebbe essere lo stesso medico a fare tutti gli esami…come se dipendesse da me … e, comunque, dice che con la mammografia hanno creato un falso allarme. L’altro, invece, mi consiglia di fare altri accertamenti per approfondire. Terza attesa dal medico di base per l’impegnativa, di nuovo la chiamata al CUP e la ricerca delle date compatibili con il lavoro; a questo punto poi comincio anche a preoccuparmi. Particolare ultimo ma non ultimo: finora tutto ciò mi è costato più di 120 euro, con la prospettiva di spendere altrettanto per gli ulteriori esami. Conclusione: a più di 3 mesi dall’inizio di questo iter sono ancora in attesa del referto definitivo. E rimango con tanti dubbi: ha più ragione lo specialista che vede tutto nella norma o quello che vuole approfondire? Le opinioni contrastanti dei medici non fanno altro che spingere i pazienti verso il privato, dove si effettuerebbero i tre accertamenti contestualmente, con lo stesso medico e con gli stessi costi, ma rinunciare ad avvalersi del servizio pubblico equivarrebbe ad approvare il cambiamento della normativa, che non considera il disagio che si crea alla persona. Io ho fatto tutti gli accertamenti che mi sono stati indicati perché, lavorando nel settore, sono sensibile al tema della prevenzione e perché, con una patologia cronica invalidante, sono ormai rassegnata alle attese estenuanti, ai malumori dei medici, al continuo via vai tra ambulatori e sale operatorie. Ma quante donne sono disponibili a fare altrettanto e ad investire tempo e denaro? 5 IL PATRIMONIO ASSOCIATIVO DI PADOVA Sommario pag. 3 Editoriale pag. 4 L’opinione pag. 7 Il patrimonio associativo di Padova pag. 8 Testimonianze e storie di vita pag. 10 La pagina dello psicologo QUANDO LE PAROLE AIUTANO A CURARE pag. 13 Appuntamenti e opportunità APPUNTAMENTI ISTITUZIONALI: ASSEMBLEA DEI SOCI CONSULTA MASCHILE CON IL DR. TREVISAN CICLO DI CONFERENZE A CURA DEL DR. TREVISAN “GESTIRE LA PRECARIETA’” SCRITTURA CREATIVA E TEATRO PERFORMATIVO NELLA RIABILITAZIONE ONCOLOGICA - NUOVA INIZIATIVA DEL GRUPPO “CRESCERE CON ARTE” CONCERTO DI PRIMAVERA CON L’ACCADEMIA DELLA MUSICA GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO TAI CHI AL PARCO CON LA M° WANG XIAOHUI MOSTRA “CON IL SEN(N)O DI POI” ALL’ORTO BOTANICO pag. 16 La pagina del medico LA MEDICINA BASATA SULL’EVIDENZA IN ONCOLOGIA pag. 19 Notizie, eventi e recensioni PHOTOVOICE ALL’UNIVERSITA’ DI CORSA E IN BARCA CONTRO IL CANCRO GRAZIE PROF! UMBERTO VERONESI, QUANDO IL MALE DIVENTÒ GUARIBILE CENA DI NATALE - I RINGRAZIAMENTI IMMAGINI DAL 2016 BUONE NOTIZIE IN ONCOLOGIA DA VEDERE DA LEGGERE pag. 27 Info utili LE BUONE AZIONI IN MEDICINA pag. 28 Ringraziamenti pag. 30 Agenda pag. 31 Promemoria CEAV Onlus – Cancro e assistenza volontaria Via Marzolo, 15/b - Padova La CEAV - Cancro e Assistenza Volontaria – nasce a Padova nel 1989 per fornire un’attività organizzata di assistenza, personale e gratuita, a favore di coloro che stanno vivendo l’esperienza della malattia oncologica, siano essi pazienti o familiari. La mission dell’Associazione è offrire compagnia ed ascolto al paziente assistendolo nei contatti con parenti ed amici, nelle piccole commissioni, nel disbrigo di pratiche burocratiche, nei rapporti con il medico di famiglia e con gli operatori socio-sanitari; una particolare attenzione viene riservata ai malati più anziani, spesso i più soli e in difficoltà. I volontari si trovano allo IOV ed in Azienda Ospedaliera; inoltre possono recarsi anche al domicilio del paziente, oppure su richiesta al Centro di cure e sollievo Paolo VI e alla Casa S. Chiara (entrambi Hospice). Particolare attenzione l’Associazione dedica alla formazione ed al reperimento di nuovi volontari, con corsi annuali aperti alla cittadinanza ed incontri interni mensili. Per saperne di più: Tel./Fax: 049776860 [email protected]; www.ceavonlus.org ASSOCIAZIONE “VALENTINA PENELLO” Onlus Via Tullio Lombardo, 9 – Padova Nata a Padova nel 2009, l’Associazione prende il nome da una giovane mamma prematuramente mancata e facendo sue le caratteristiche principali di Valentina, la grande forza e la generosità, persegue la mission, che è l’assistenza e solidarietà per i malati terminali e le loro famiglie. Tanti i servizi attivi: il sostegno psicologico – domiciliare o in sede, individuale e in gruppo – con psicologi e psicoterapeuti specializzati nel supporto ai pazienti e ai loro familiari sia per la malattia che per l’elaborazione del lutto; ”Life care”, progetto di assistenza domiciliare che segue il malato e la sua famiglia, sia supportandolo dal punto di vista pratico nelle incombenze anche organizzative, che operando per una qualità della vita accettabile; l’Ambulatorio dolce, primo ambulatorio in Veneto che mette la medicina complementare al servizio del malato oncologico. L’Associazione propone anche momenti di incontro, corsi sulla prevenzione e la terapia, percorsi di formazione e sostegno finanziario alla ricerca. Per saperne di più: 348 6043240 347 4346886 [email protected] ; www.valentinapenellonius.org 7 TESTIMONIANZE E STORIE DI VITA Cosa significa per Volontà di Vivere accogliere un tirocinio? Martina – in Associazione per tre mesi – non avrebbe potuto spiegarlo meglio… Un’inaspettata emozione Già, non sapevo cosa la nuova Presidente con il Consiglio Direttivo e la Segreteria avevano organizzato per il mio saluto di commiato dall’Associazione ed ero appena tornata dopo tre mesi in Puglia. Vedervi in tante quel 7 di ottobre e soprattutto vedere persone e compagne di viaggio conosciute e seguite oltre 20 anni fa mi ha procurato un’emozione profonda. Il “Grazie a Caterina” per me si è tramutato in “Grazie a tutti voi” per la fiducia che avete dimostrato, lasciandovi accompagnare con affetto per stimolarvi a vivere. Come dico sempre perché lo sento profondamente non è la quantità del tempo che dobbiamo rincorrere quanto la qualità della vita che dobbiamo difendere anche perché questo dipende unicamente da noi per vivere al meglio; se con il nostro operato siamo riusciti a farvi realizzare questo progetto di vita (e questo è quanto leggevo nei vostri occhi quel giorno) posso dire di aver raggiunto l’obiettivo che mi ero proposta quando ho assunto la direzione dell’Associazione. Pertanto caramente ringrazio tutti voi presenti quel giorno e con molto affetto sento il bisogno di ringraziare anche il Dott. Adriano Fornasiero, il Dott. Alfonso Pluchinotta, la Dott.ssa Vittorina Zagonel, il Dott. Evelino Trevisan, la Prof. Gemma Martino, la Dott.ssa Paola Mosconi, il Dott. Fabio Verlato, il Dott. Emanuele Alecci ospiti graditissimi della giornata, il Dott. Paolo Giaretta che non ha voluto mancare all’appuntamento, non solo per quello che hanno detto sul mio operato ma per aver seguito negli anni e sostenuto con interesse l’Associazione e gli sforzi compiuti per portarla avanti lungo tutti questi 37 anni. Auguro ad Anna Donegà, che mi succede, un cammino sereno e ricco di soddisfazioni com’è stato il mio e le assicuro la mia costante vicinanza. Grazie ancora amici, vi abbraccio tutti Caterina TESTIMONIANZE E STORIE DI VITA Grazie Caterina! Raccolta di pensieri in occasione dell’omaggio a Caterina Tanzella Grazie con tutto il cuore, cara Caterina per aver dedicato la tua vita all’Associazione, preziosissima per tutti noi. Continua sempre!!! So che non potrai smettere di fare ciò che ti detta il cuore. Con riconoscenza. Cara Caterina, ci siamo viste una sola volta quasi nove anni fa, ma la sua “magia” mi è entrata nel cuore, e oggi sono qui per ammirarla e salutarla. Cara Caterina, conoscerti è stato uno dei regali più belli della mia vita. Alla forza che avevo, hai unito determinazione, coraggio e desiderio di “esserci” per aiutare altre donne. Ti voglio bene e ti abbraccio con affetto. Caterina!! …la mia “isola di Lampedusa!” Grazie cara compagna di viaggio. Auguri per questo tuo nuovo percorso di vita. Siamo eternamente grati per la tua disponibilità e apprezzamento per il tempo che hai dedicato alle associazioni. Grazie Caterina per tutto quello che hai fatto per me dal lontano 1997, che mi hai accolto come una mamma, nella mia disperazione. 88 Quando per la prima volta ho varcato la soglia di Volontà di Vivere, pronta a svolgere le mie ore di tirocinio universitario, pensavo che avrei solo dovuto fare quello che mi sarebbe stato richiesto, senza metterci troppo della mia vita privata. Probabilmente non avrei potuto sbagliarmi di più. Quando si è giovani e senza troppi pensieri è facile scordarsi di essere solo uno tra tanti: avevo il mio piccolo giardino personale di esperienze, con qualche erbaccia lasciata crescere dalla pigrizia, tanti fiori colorati ed alcuni rovi in un angolo, così da poterli vedere solo io. Era un giardino modesto e delicato, senza pretese, come ce ne sono tanti altri… eppure, progetto dopo progetto, sentivo che qualcosa di tutto questo non tornava, che non mi bastava più. Ho così alzato la testa e sbirciato con curiosità ed un po’ di timore nei giardini delle donne dell’Associazione. Alcuni sono talmente ricchi che sembra che da un momento all’altro debbano strabordare in quelli vicini, altri sono curatissimi e senza una foglia fuori posto, altri ancora hanno al centro un ulivo secolare e tanti alberi da frutto. Ciò che mi ha stordita però sono state le donne che li curano: sorridenti, energiche, chine sul proprio lavoro ma sempre pronte ad aiutare la vicina che davanti ad un’inaspettata pianta di fico d’India, irta di spine come lo è la malattia, non sa proprio come comportarsi. Da queste donne, tutte voi, ho imparato ad osservare quello che mi circonda, a non dare subito un giudizio. Ho imparato che certe piante quando vengono tolte lasciano un segno sul terreno che solo il tempo riesce a far scomparire. Ho imparato che a volte certi rovi non si possono sradicare, ma che c’è sempre un modo per farvi crescere a fianco nuovi splendidi alberi. Ringrazio Caterina, Anna, i professionisti, le volontarie, le amiche, le confidenti e le utenti che ogni giorno, magari senza saperlo, mi hanno donato ritagli delle loro vite e dei loro pensieri: tanti piccoli semi dei loro bellissimi giardini. Martina Ecco un bell’esempio di collaborazione tra scuola e volontariato, con l’obiettivo di coltivare il seme della solidarietà. E’ ambientata ad Altamura questa storia che vede protagoniste una docente, un gruppo di ragazze delle medie ed un’associazione del territorio; racconta di un gesto semplice – la donazione di una ciocca di capelli - ma di forte impatto. Ne abbiamo chiesto notizia al Dirigente Scolastico che ha seguito la vicenda, la Dott.ssa Maria Dartizio. La scuola Secondaria di I Grado “Serena Pacelli” di Altamura ha avviato nella scorsa primavera un’azione di solidarietà in collaborazione con l’Associazione “Una stanza per il sorriso” ONLUS anch’essa di Altamura. L’associazione - fondata dalla Dott.ssa Rosanna Galantucci - opera per aiutare le pazienti a migliorare il proprio aspetto fisico, offrendo loro idee e consigli per fronteggiare meglio gli effetti indesiderati dei trattamenti. Si avvale di un team di psicologhe, fisioterapiste, nutrizioniste, parrucchiere ed estetiste che coccolano le pazienti per far riacquistare loro la fiducia in se stesse. Inoltre all’interno del reparto oncologico dell’Ospedale “Fabio Perinei” di Altamura-Gravina è nata un anno fa “La Stanza del Sorriso”, uno spazio dedicato al benessere psico-fisico delle pazienti. Dopo aver illustrato l’iniziativa alla Dirigente Scolastica Maria Dartizio, la docente Grazia Perrucci, con l’ausilio della Dott.ssa Marialisa Moramarco, che ha fatto da gancio tra la scuola e l’Associazione, ha accompagnato venticinque alunne di una classe terza a donare una ciocca di capelli, al fine di realizzare parrucche per le pazienti oncologiche. Le alunne si sono subito entusiasmate all’idea di poter dare il loro piccolo contributo, consapevoli nel testimoniare che la prevenzione non deve essere vista come un “impegno” che solo gli adulti devono darsi, quanto un habitus mentale, che deve appartenere a ciascuno di noi. In futuro, sarebbe auspicabile che accanto alla cultura del “donare” ci fosse quello del “crederci”: credere in un futuro migliore, in cui le alunne di oggi si proietteranno come donne forti e coraggiose, pronte ad affrontare il DOMANI. 9 LA PAGINA DELLO PSICOLOGO LA PAGINA DELLO PSICOLOGO Quando le parole aiutano a curare Dott.ssa Carmela D’Elia, laureata in Psicologia Clinica Dott.ssa Anna Padoan, laureata in scienze psicologiche dello sviluppo della personalità e delle relazioni interpersonali Con la collaborazione della Dott.ssa Chiara Vitalone, psicologa e psicoterapeuta La prima cosa che impariamo realmente nella vita è comunicare. E’ buffo che più cresciamo, più impariamo nuove parole e più diventa difficile capire cosa dire, quando dirlo o peggio ancora ottenere ciò che realmente vogliamo. Ci sono parole che non vogliamo sentire e altre le diciamo perché diventa così difficile tenere dentro. TRA MEDICO E PAZIENTE Una comunicazione efficace e positiva è il pre-requisito per una positiva relazione personale e consente di sviluppare quella fiducia che attiva il processo di collaborazione, comprensione e condivisione tra le persone in relazione. Comunicare una diagnosi di tumore non è mai cosa facile anche per chi, come il medico, si trova ad affrontare tutti i giorni situazioni delicate. Negli anni, si è passati dall’informare e quindi dare una notizia senza nessun tipo di rapporto emotivo tra medico e pazienti al comunicare (dal latino “cum” “munis”, mettere insieme, compiere il proprio dovere a favore degli altri), dando così grande importanza alla relazione di fiducia e al coinvolgimento emotivo e affettivo tra medico e paziente. Sicuramente questo è dato dal cambiamento nel concetto di salute: questa era intesa esclusivamente come assenza di malattia, e perciò era vista come unico polo di interesse medico senza nessun tipo di dimensione emotiva. Erano esclusi sia gli aspetti psicologici sia quelli sociologici. La malattia era ricondotta ad un’unica causa, quella del malfunzionamento biologico. Alla metà del XX secolo, il concetto di salute viene totalmente rivoluzionato, tanto da essere definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come “stato di completo benessere fisico, psicologico e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o 10 infermità” (OMS, 1946). Da questo momento in poi, il medico non identifica il paziente con la malattia, ma nella sua totalità di persona, considerando l’influenza degli aspetti psicosociali (cambiamento dell’immagine corporea, delle dinamiche familiari,relazioni e lavorative) che possono intervenire a seguito di una diagnosi. Quando un medico comunica una diagnosi di tumore diventa portavoce di una rottura tra ciò che il paziente era prima e ciò che sarà a causa della malattia per cui è necessario essere attenti ad alcuni elementi come il setting (inteso come ambiente fisico, ma anche come spazio relazionale in cui si instaura una relazione di fiducia) in cui avviene la comunicazione della diagnosi: spazi dedicati alla comunicazione e non corridoi dei reparti, spazi sgombri da stimoli esterni (si pensi al telefono o al computer), spazi in cui è possibile entrare nell’intimità del paziente e del momento delicato che sta vivendo. Sarebbe consigliabile che il paziente fosse accompagnato da un familiare o caregiver (colui/e che si occupa del paziente) per dare il sostegno e presenza fisica ed emotiva. Un altro elemento importante è il linguaggio del medico, che deve essere comprensibile, chiaro, semplice e non specifico: molto spesso il paziente rimane come “fossilizzato” sulla parola tumore, senza ascoltare tutto ciò che il medico ha da dire. Anche il tempo della comunicazione è una delle richieste dei pazienti, ciò significa che il medico deve capire cosa il paziente vuole sapere, come lo vuole sapere, lasciando spazio ad eventuali emozioni, come anche al silenzio. Il primo bisogno imprescindibile di un paziente oncologico è l’informazione. Solo se hanno accesso a informazioni appropriate e comprensibili essi potranno divenire parte attiva nel processo clinico. In questo contesto solo una buona comunicazione e relazione terapeutica potranno assicurare una partecipazione attiva e consapevole alla cura. TRA VOLONTARIO E PAZIENTE Spesso chi decide di fare volontariato in ambito oncologico ha vissuto in prima persona la malattia e quindi “sa cosa significa”. Ciò comporta che l’esperienza di malattia è un vissuto che emerge costantemente insieme all’impatto che ha avuto su se stesso. “Esserci passati” può essere una grande risorsa perché i volontari riescono a mettersi nei panni del paziente, ad essere empatici (dal greco “en” dentro “pathos” sentimento) ma anche a rappresentare la speranza nella rinascita, nella guarigione, nella vita. come già accennato per la relazione medico-paziente è l’ascolto empatico. Ciò significa entrare in relazione con il paziente, ascoltando ciò che ha da dire quando è pronto, incoraggiandolo ad aprirsi, prestando attenzione al silenzio e alla comunicazione non verbale (i silenzi non devono essere colmati, bensì ascoltati e uno sguardo, un gesto del paziente può comunicare, a volte, molto di più di una parola). Il paziente non ha bisogno solo di un atto tecnico, ma vuole sentirsi ascoltato per quello che è, per quello che è stato, per la sua storia, per i suoi legami relazionali, per quello che ha rappresentato ed è stato il suo mondo. “il medico non identifica il paziente con la malattia, ma nella sua totalità di persona, considerando l’influenza degli aspetti psicosociali” E’ anche vero, che se l’aver vissuto la malattia può essere una risorsa per il paziente, per il volontario incontrare tutti i giorni una persona che vive il tumore significa riportare a galla, a livello conscio la propria esperienza ed è quindi importante che ci sia stata una graduale elaborazione del vissuto di malattia. Molto spesso l’azione del volontario inizia durante la fase di elaborazione del paziente, ossia del “periodo attivo” dei trattamenti. Il paziente si trova di fronte ad una situazione di vita obiettivamente mutata e spesso sembra aver perso la propria progettualità per cui elemento cardine, Bibliografia Piccolo, L. La comunicazione della diagnosi di tumore al paziente e ai familiare: linee guida. Recenti progressi in Medicina, 98, 5, 2007. Ripamonti C.A., Clerici C.A., Psicologia e salute. Introduzione alla psicologia clinica in ambiente sanitario. Bologna: Il Mulino, 2008. 11 SPIKES (Buckman, 1992): COME COMUNICARE CATTIVE NOTIZIE S=SETTING iniziare, preparando il contesto e disponendosi all’ascolto. Corrisponde alla condizioni ambientali in cui avviene il colloquio e alle condizioni mentali con cui si dispone il curante verso il paziente. P=PERCEPTION capire il punto di vista del paziente circa la propria situazione (che idea si è fatto, cosa sa riguardo la malattia). I=INVITATION invitare il paziente a esplicitare in che misura vuole essere informato rispetto alla diagnosi, alla prognosi e sui dettagli della malattia. Se non è emerso un chiaro atteggiamento, è possibile porre domande per incoraggiare il paziente ad esprimere quali informazioni desidera. K=KNOWLEDGE fornire le informazioni necessarie a comprendere la situazione clinica. Il medico entra nel merito della diagnosi personalizzando le informazioni, utilizzando un linguaggio che riprenda alcuni punti salienti messa in evidenza dalla narrazione fatta dal paziente stesso nelle fasi precedenti. E=EMOTIONS facilitare l’espressione delle emozioni, in modo tale da comprendere la reazione emotiva e rispondervi in modo empatico. Ai fini della costruzione dell’alleanza terapeutica è essenziale osservare la reazione emotiva del paziente e, nel caso non sia chiaro ciò che prova sollecitarlo a parlarne. S=STRATEGY AND SUMMARY negoziare una strategia d’ azione che tenga in considerazione le aspettative e i risultati raggiungibili. Lasciare spazio ad eventuali domande, riassumere quanto detto, verificare la comprensione e concludere. Al termine del colloquio è fondamentale tener conto degli elementi di speranza fondati su ciò che emerso durante il colloquio. APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’ APPUNTAMENTI ISTITUZIONALI Assemblea dei soci venerdì 5 maggio 2017 Tutti i soci sono invitati all’Assemblea Annuale prevista dallo Statuto e prevista per venerdì 5 maggio alle ore 17 nella sede di Via Paruta, 32. La Presidente presenterà una relazione morale di quanto è stato svolto durante l’ultimo anno di operatività e i relativi risultati. Verranno inoltre presentati i bilanci – consuntivo e preventivo – da parte dei revisori dei conti e il programma delle iniziative del prossimo anno. Consulta Maschile con il Dr. Trevisan da venerdì 27 gennaio 2017 A volte l’amore non basta. Quando in una coppia si presenta una diagnosi di tumore non sempre è facile trovare il modo giusto per aiutarsi. L’associazione Volontà di Vivere offre da oltre vent’anni un servizio rivolto ai mariti, compagni, padri, amici e fratelli delle donne operate al seno. La Consulta Maschile è un luogo in cui incontrarsi e confrontarsi, sotto la guida di un professionista, il dottor Evelino Trevisan. Insieme vengono trattati i problemi di chi sta accanto ad una persona traumatizzata, ma che sta vivendo, contemporaneamente, le sue stesse paure. “Il problema grosso è l’impatto”, spiega Gianni Maso, che ne fa parte da anni, “quando ti trovi di fronte alla realtà dei fatti. Ti senti al di sopra delle parti, ma non è vero. Di fronte a certi eventi siamo tutti fragili, e gli uomini lo sono di più”. Una situazione completamente nuova, di fronte alla quale non si sa che pesci prendere, mai uguale ad un’altra, ma che ha molti elementi in comune ad altre situazioni analoghe. Tutto ciò che viene detto nell’ambito degli incontri della Consulta è vincolato alla totale segretezza. “Ognuna delle persone presenti, anche soltanto per buon senso, ha la coscienza di non rivelare ad altri quello che viene detto”. Ma di cosa si parla, concretamente? “Si parla dell’approccio al dolore e dell’approccio alla persona che subisce il dolore. E di quel senso di solitudine che spesso avverte la persona che subisce un trauma. Il dolore è un argomento del quale normalmente si preferisce non parlare. La gente ha paura del dolore, come dell’incerto. Gli uomini in particolare non sanno come rapportarsi alla donna che soffre, non sono abituati a sacrificarsi. Quando si trovano di fronte a un problema riesce loro difficile uscirne senza essere stati educati a farlo”. Forse non è semplice aprirsi con gli altri in un momento così complesso… “All’inizio anch’io, quando sono venuto qui”, ricorda Maso, “non sapevo se avrei dovuto raccontare i miei segreti. Poi ho capito che l’aiuto di tutti è indispensabile pe il singolo. Hai delle aspettative, speri che siano gli altri a risolvere i tuoi problemi, invece gli altri possono aiutarti a risolverli. C’è chi si abbatte nell’esperienza e chi combatte. Parlarne aiuta a non scappare, ma ad affrontare le cose in prima persona. E’ per questo che continuo a frequentare la consulta maschile. Perché a me è stata utile e ora spero di poter essere utile agli altri”. Il gruppo si riunisce ogni ultimo venerdì del mese, alle ore 21 in sede. Queste le date: 27 gennaio – 24 febbraio – 31 marzo – 28 aprile – 26 maggio 12 APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’ Ciclo di conferenze a cura del Dr. Trevisan “Gestire la precarietà” Scrittura creativa e teatro performativo nella riabilitazione oncologica da venerdì 10 marzo 2017 La storia dell’uomo può essere vista anche come l’incessante ricerca di affrancarsi dall’incertezza sul futuro, dall’imprevedibilità degli eventi, in sostanza dalla precarietà per molti aspetti intrinseca alla vita. Il grande paradosso della nostra epoca consiste nell’osservare che disponiamo di strumenti di previsione sempre più precisi ed affidabili (basti pensare ai servizi metereologici o alla innumerevole serie di telegiornali che giornalmente ci inondano) ma in realtà ci sentiamo sempre più esposti all’incertezza. Cresce la nostra capacità previsionale ma paradossalmente cresce anche la nostra percezione di precarietà. E ciò non è solo conseguenza di una società sempre più “liquida” (lavoro precario, relazioni precarie, etc) ma forse anche di una nostra maggiore vulnerabilità alle incertezze. La malattia poi, ed il cancro in modo particolare, è l’esperienza che forse più ci fa sentire precari, anche quando la prognosi è sostanzialmente favorevole. Si può gestire la precarietà? Vi possono essere strategie efficaci di adattamento? La risposta è affermativa. Gestire la precarietà è argomento di grande attualità e fortemente correlato alle strategie di prevenzione medica. Le risposte a questi interrogativi le scoprirete nei cinque incontri che si terranno nel mese di Marzo e Aprile con il Dott. Evelino Trevisan,psicologo e psicoterapeuta. L’elenco completo delle date è consultabile nella sezione agenda. Per informazioni e iscrizioni contattare la Segreteria (049 8025069). Nuova iniziativa del Gruppo “Crescere con arte” da mercoledì 29 marzo 2017 Parole e teatro come strumenti per la cura dell’anima. Scrivere per raccontarsi, rappresentare un proprio pezzo di vita, la propria esperienza di malattia per condividere non solo con chi l’ha già vissuta, ma anche con chi non conosce, esternare un messaggio di speranza, di fiducia nella bellezza della vita, di rinascita dopo la malattia. Aristotele affermava che le parole e il teatro sono i veri strumenti per la cura dell’anima, sottolineandone la funzione catartica, ossia di purificazione, liberazione, elaborazione, riflessione profonda e costruttiva. Per questo, in aprile sarà avviato un nuovo percorso di scrittura creativa e teatro-terapia, condotto dalla Dott.ssa Chiara Vitalone, dalla Dott.ssa Carmen D’Elia e dalla Prof.ssa Marina Agostinacchio. Il percorso nasce dall’idea di scrivere e di “mettere in scena” per raccontare, condividere l’esperienza di malattia, di crisi esistenziale e la successiva e graduale elaborazione e ricostruzione attraverso la metodologia della scrittura creativa e della teatroterapia. Non solo, in questo percorso il gruppo avrà grande importanza, proprio come “contenitore” in cui mettere a nudo e condividere i propri vissuti. Il percorso si strutturerà in un primo momento di elaborazione degli stimoli scelti che saranno testi tratti dalla letteratura, racconto di miti, immagini evocative e musica e successiva breve drammatizzazione di quanto scritto. In un secondo momento si raccoglieranno tutte le produzioni per portare all’esterno quanto elaborato, con uno spettacolo. Lo spettacolo avrà come “fil rouge” il teatro classico, dal mito di Pandora a quello di Mnemosine, dea della memoria, alla nascita del Chaos. Il percorso inizia con un primo appuntamento mercoledì 29 marzo alle ore 16.30 in sede; sono previsti poi altri tre appuntamenti di due ore ciascuno nel mese di Aprile. La lista completa è consultabile nella sezione agenda. Per ulteriori informazioni contattate la Segreteria. 13 APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’ Concerto di primavera con l’Accademia della musica domenica 9 aprile 2017 Quando le note incontrano la solidarietà regalano emozioni; se gli interpreti sono i maestri dell’Accademia della Musica il risultato è un pomeriggio di brani straordinari. Il consueto concerto di raccolta fondi a favore di Volontà di Vivere si tiene domenica 9 aprile alle ore 17, presso l’Auditorium del Centro Culturale S. Gaetano di Via Altinate. Si esibiscono - con grande spirito di solidarietà - Valentina Todesco (violoncello), Stefano Medici (chitarra), Stefania Todesco (pianoforte), con la partecipazione straordinaria del M° Piero Toso (violino). Gli artisti propongono brani di Handel, Vivaldi, Mendelssohn, Chopin e due brani inediti di Stefania Todesco. L’evento è aperto a tutti ed a offerta libera: il ricavato sarà destinato a sostenere i servizi che l’Associazione propone per la riabilitazione del malato oncologico. APPUNTAMENTI E OPPORTUNITA’ Tai chi al parco con la M° Wang Xiaohui Mostra “Con il sen(n)o di poi” all’Orto Botanico da mercoledì 3 maggio 2017 martedì 23 maggio 2017 Con la primavera arriva una nuova iniziativa dedicata come sempre al benessere della persona. Nel mese di maggio infatti presentiamo il Tai chi: a condurre le lezioni che si terranno nel Parco di Santa Rita sarà la M° Wang Xiaohui, Presidente dell’Associazione Health&Care, che gratuitamente ci offre questo servizio. L’Associazione nasce un anno fa per promuovere l’interesse verso la cultura orientale attraverso conferenze, mostre, visite culturali ed ha già avuto un bel riscontro per le iniziative realizzate; dagli incontri sul benessere e sulla prevenzione, alla pratica delle antiche tecniche cinesi alle visite culturali, dalle sessioni di arti marziali al servizio di doposcuola. L’associazione Volontà di Vivere è stata coinvolta dal Comitato Unico di Garanzia (CUG) dell’Università degli Studi di Padova per una giornata di approfondimento dedicata alla qualità della vita e del lavoro delle donne operate al seno. La giornata, rivolta al personale dell’ateneo e alla cittadinanza, si inserisce nell’ambito del Piano di Azioni positive del CUG che riguarda la tutela della salute e della promozione del benessere delle lavoratrici e dei lavoratori nell’ambiente di lavoro universitario e coinvolge anche la Commissione per la Parità di genere dell’Ateneo patavino. Gruppo di auto mutuo aiuto da aprile 2017 “Le persone comprendevano perfettamente chi ero in quel momento e questo mi faceva stare bene” ricorda Antonella, che ha partecipato all’ultimo Gruppo di Auto Mutuo Aiuto curato dalla Dr.ssa Vitalone. “E’ stato utilissimo, mi sentivo a casa come mai in nessun altro posto” prosegue, parlando di questa esperienza con entusiasmo e sottolineando la sensazione di essere compresa ed ascoltata, avendo a fianco persone aperte all’accoglienza profonda in quel momento di grande fragilità della sua vita. Questa testimonianza dice molto, se non tutto riguardo ai gruppi AMA (auto mutuo aiuto): sono dei gruppi di persone che si ritrovano per raccontare momenti delicati della vita come la diagnosi di malattia, l’impatto sociale e psicologico che ha avuto su ognuno e il gruppo in questo senso rappresenta un vero e proprio “contenitore” che raccoglie i vissuti del singolo, restituendoli come vissuti del gruppo. Ogni singolo partecipante impara nuove modalità per fronteggiare i problemi e le difficoltà, condividendo la propria storia con persone che hanno passato esperienze simili; non solo, ognuno ascolta e incontra l’altro, rafforzando la propria autostima, le proprie abilità e risorse. L’importanza del confronto traspare anche dalle parole di Alessandra, che raccontando la sua partecipazione al Gruppo sottolinea come ogni persona fosse differente dall’altra, nonostante condividessero la stessa malattia e ognuno di loro, poco a poco, svelava parti di sé che gli altri non si sarebbero mai aspettati. Il Gruppo di Auto Mutuo Aiuto – gestito dalla Dr.ssa Chiara Vitalone – riprende a primavera. Per informazioni contattare la Segreteria (049 8025069) Martedì 23 maggio, a partire dalle ore 9.30, all’Orto Botanico, la mattinata si aprirà con un convegno nel quale interverranno la dott.ssa Eleonora Capovilla, il dott. Luigi Pescarini e altri docenti individuati dall’Università degli Studi di Padova. Nella seconda parte della mattina la nostra associazione porterà la propria esperienza del laboratorio di photovoice realizzato nel 2016, e a seguire porteranno la loro esperienza di riabilitazione attraverso lo sport le donne di U.G.O Dragon Fly - Donne in rosa. Gli incontri di maggio saranno l’opportunità di ritrovare una condizione di tranquillità interiore e di benessere, permettendo il recupero energie a tutti; per migliorare il fluire dell’energia vitale, gli incontri si svolgeranno a contatto con la natura in spazi aperti. Queste le date degli incontri, che si svolgono dalle 17.30 alle 18.30: 3 -10 -17 – 24 maggio. Per iscrizioni e informazioni contattare la Segreteria. Al termine del convegno sarà offerto un coffee break e per i partecipanti sarà possibile visitare gratuitamente l’Orto Botanico. La mostra “Con il sen(n)o di poi”, frutto del laboratorio di photovoice, sarà allestita e visitabile per tutta la giornata, fino alla chiusura dell’Orto Botanico. Per iscrizioni e informazioni alla giornata contattare la Segreteria. 14 15 15 LA PAGINA DEL MEDICO LA PAGINA DEL MEDICO La medicina basata sull’evidenza in oncologia Intervista ad Antonella Novello, medico legale, bioeticista, è ex giudice onorario del Tribunale per i Minorenni di Venezia a cura di Luisa Toderini La vita di Eleonora Bottaro, brillante studentessa di 17 anni, cambia il giorno in cui arriva per lei la diagnosi di leucemia. Che non è una condanna a morte, come alcuni anni fa, ma una patologia che grazie ai progressi della scienza ha percentuali di guarigione molto alte. Ricoverata nel reparto di emato-oncologia di Padova non inizierà mai le terapie perché la famiglia ne chiede le dimissioni per affidarsi alla medicina alternativa: i genitori sostengono le teorie di Hamer, medico tedesco che ritiene il tumore una risposta dell’organismo ad un trauma. L’equipe medica che ha in cura la ragazza non si arrende ed inizia un “braccio di ferro” con la famiglia; la conclusione della vicenda è la fuga da Padova, il ricovero in un ospedale svizzero ed il trattamento della leucemia con terapie alternative, a base di cortisone e vitamina C, che non evitano la prematura scomparsa di Eleonora. Da questo fatto di cronaca prende spunto l’intervista ad Antonella Novello, medico legale del trevigiano, che ci parla di medicina tradizionale (basata sulle prove di efficacia) e di medicine alternative e delle loro ricadute sui pazienti, in particolare su quelli oncologici. corroborato da osservazioni su campioni selezionati di popolazioni più o meno specifiche (livello 3), si fanno studi (trial) clinici e studi su popolazione (livello 2) che controllano tutti i fattori che possono influenzare quel dato e cercano di capire realmente se una certa associazione o un certo effetto o un certo evento sono determinati dal caso oppure sono davvero legati fra loro. Fatti gli studi osservazionali e i trial clinici - di fase 1-2 e 3 cioè con sperimentazione su animali e sugli esseri umani anche a doppio cieco, nei quali vengono messi a confronto gruppi con caratteristiche quanto più simili possibili, a cui vengono somministrati o il farmaco che si deve testare, o un placebo o un farmaco già in uso e di comprovata efficacia – e raccolte tantissime prove che hanno trasformato un sospetto clinico in un dato fortemente supportato, si arriva alle revisioni sistematiche e alle metanalisi (livello 1) che equiparano tutti gli studi. Un dato diventa allora un’evidenza, cioè un fatto di tale rilevanza che trasforma il comportamento dei medici e si “ Non basta dire “su di me ha funzionato” per dimostrare una teoria scientifica o l’efficacia di un farmaco. Il sintomo potrebbe anche essere passato da solo o per altri motivi” riflette sulle conoscenze. Il contenuto di ciò che viene pubblicato è molto più importante della pubblicazione, perché il fatto di essere pubblicato non vuol dire nulla se il livello di evidenza è basso e non cambierà perciò il percorso della sconoscenza. I livelli di evidenza, infatti, sono uno strumento standardizzato che permette di misurare quanto siano importanti le conclusioni di uno studio, ovvero quanto è probabile che i risultati ottenuti corrispondano alla realtà. Non basta dire “su di me ha funzionato” per dimostrare una teoria scientifica o l’efficacia di un farmaco. Il sintomo potrebbe anche essere passato da solo o per altri motivi. Passando alla medicina alternativa, come deve essere considerata la “Cura Di Bella”? Il cosiddetto Metodo Di Bella (o multitrattamento Di Bella) è una terapia alternativa per il trattamento dei tumori priva di riscontri scientifici circa i suoi fondamenti e la sua efficacia. Ideata dal medico Luigi Di Bella, fra il 1997 e il 1998 ha sollevato grande attenzione da parte dei mass media italiani e nel 1999 è stata oggetto di una sperimentazione da parte del di sopravvivenza relative alle specifiche forme di tumore in assenza di trattamento: in poche parole quei pazienti non avevano avuto alcun beneficio né terapeutico né in termini di allungamento della sopravvivenza con il metodo di Bella. La rivista Cancer scrisse che i pazienti trattati con la terapia Di Bella vivevano in media meno di quelli trattati con terapie tradizionali di riconosciuta efficacia e sottolineava che tale terapia non era comunque priva di effetti collaterali; sottolineava inoltre la nocività del pratica medica c’è ancora poca chiarezza, tanto che molte persone la confondono con la fitoterapia, pratica basata sull’utilizzo di piante o estratti di piante per curare le malattie, considerando entrambe come terapie su base naturale. Altri ancora pensano che l’omeopatia funzioni alla stregua dei vaccini: idea sbagliata in entrambi i casi. Perché sia i rimedi fitoterapici sia i vaccini contengono una sostanza “attiva” in grado di curare i sintomi nel primo caso, o di stimolare una risposta immunitaria dell’organismo “In ambito oncologico è possibile che i pazienti si facciano travolgere dalle emozioni e da una via “facile” per guarire.” Ministero della Salute. Lo studio – i cui risultati sono stati pubblicati sul British Medical Journal – ha sancito la sostanziale “inattività”, cioè l’inefficacia terapeutica del metodo. All’epoca vennero anche osservate in via complementare (anche se questo non rientrava negli scopi della sperimentazione) le curve di sopravvivenza dei pazienti sottoposti allo studio. Tutte rientravano nei parametri delle curve Cominciamo con la medicina moderna, che è basata sulle prove d’efficacia (evidence based medicine). Cosa significa? I livelli di evidenza di uno studio scientifico si distinguono in 5, dal meno accurato al più affidabile (fig. 1). Quando un sospetto biologico (pre-evidenza) o clinico (livello 4) è 16 metodo per i pazienti nella misura in cui negava loro (o costringe a procrastinare) l’accesso a farmaci anti-neoplastici di dimostrata efficacia. E l’omeopatia? Samuel Hannemann è il “padre” dell’omeopatia: il suo motto era “I simili devono essere curati con i simili”. A due secoli di distanza su questa 17 ad agenti esterni – come virus o batteri – nel secondo caso, in modo da difendersi e diventare resistenti a questi ultimi. Nel caso dell’omeopatia non accade niente di simile. All’interno dei rimedi omeopatici non ci sono sostanze “attive”. Non solo, va anche detto che tolta l’etichetta, nessuno saprebbe riconoscere un rimedio da un altro dopo la diluizione (o NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI LA PAGINA DEL MEDICO dall’acqua o dal solvente utilizzato) perché non c’è modo per distinguerli dal punto di vista chimico-fisico. Per esempio, una diluizione con potenza 12D, oggi comunemente utilizzata in omeopatia, significa una diluizione di 1 a 10 praticata per 12 volte successive. Questo significa che finiamo per avere una parte della tintura madre di partenza su 1012 parti di solvente: vale a dire una parte su mille miliardi. Sarebbe come mettere un millimetro cubo del preparato di partenza in mille metri cubi di acqua. Oppure un paio di microlitri (la milionesima frazione del litro) in una piscina olimpionica. Immaginiamoci con le diluizioni centesimali. Secondo Hahnemann l’effetto dei preparati omeopatici era dovuto al fenomeno della dinamizzazione (cioè nell’agitazione vigorosa delle provette di soluzione tra una diluizione e l’altra) e della “memoria dell’acqua”. Ma si tratta di un’ipotesi che non ha nessuna dimostrazione scientifica, nessuna evidenza. Di recente infine anche uno studio australiano condotto dall’Australia’s National Health and Medical Research Council ha monitorato l’efficacia di differenti rimedi omeopatici in 68 diverse patologie per cui erano indicati arrivando a concludere che “non c’è alcuna evidenza che l’omeopatia sia efficace”. Medicina tradizionale e medicina alternativa: il paziente come può orientarsi coscientemente? In questo ambito la legislazione, in Italia come in Europa, mostra non poche contraddizioni. Il medicinale omeopatico, per esempio, può essere venduto in farmacia alla stregua di un farmaco tradizionale; ma per farlo la confezione deve riportare la scritta “senza indicazioni terapeutiche approvate”. In altre parole un rimedio omeopatico è commerciabile nell’Unione europea solo a condizione che sia tanto diluito da risultare innocuo; ma in questo caso salterebbe fuori il rischio indiretto, dovuto al fatto che se si usa un rimedio omeopatico si corre il rischio di non curare la patologia. I cosiddetti “integratori” sono considerati vitamine e venduti senza ricetta, così come alcuni farmaci fitoterapici. In oncologia la scelta del paziente è ancora più rischiosa, con soggetti che a livello psicologico possono essere in una condizione di grande fragilità. In ambito oncologico è possibile che i pazienti si facciano travolgere dalle emozioni e da una via “facile” per guarire. Personalmente ritengo che per guarire sia necessario affidarsi al proprio medico condividendo con lui i dubbi, le perplessità e le paure e che sia dovere del medico rendere chiaro al paziente che una medicina basata sull’evidenza non lo priva di umanità e non ne fa un numero di un protocollo. Perché i malati, e in particolare gli oncologici, sono così vulnerabili? La patologia oncologica induce un grande stress nel paziente e nella sua famiglia. Oggi sappiamo che ci sono basi neurofisiologiche che dimostrano questo. L’asse ipotalamoipofisi-surrene è il principale mediatore ormonale della risposta allo stress; in situazioni stressanti, infatti, i centri corticali e sottocorticali modulano l’attivazione del nucleo paraventricolare dell’ipotalamo, il quale stimola una reazione neuroendocrina vitale per il mantenimento dell’omesostasi. Recenti studi di neuroimaging volti ad indagare gli effetti dello stress psicologico sulla attività neurale hanno utilizzato una serie di paradigmi sperimentali per ottenere 18 una risposta allo stress acuto. La ricerca fino ad oggi ha delineato il coinvolgimento delle aree della corteccia prefrontale e delle regioni limbiche nella percezione e modulazione di stress psicologico. La depressione e lo stress cronico accompagnano spesso molte patologie oncologiche ed è pure dimostrato che supportare psicologicamente i pazienti oncologici migliora la risposta alla terapia e la sopravvivenza. E’ sempre consigliabile associare alla terapia farmacologica una terapia psico-oncologica. Inoltre sostenere un paziente oncologico dal punto di vista psichico gli permette una migliore qualità della vita. Ma, su questo, credo ormai non si discuta più. Trattare un paziente oncologico è molto complesso perché spesso il tumore compromette un pregresso equilibrio psichico precario e costringe a mettere in discussione moltissime delle certezze che si credevano ormai scontate. Photovoice all’Università Un invito all’Università è un onore e la dimostrazione che anche soggetti istituzionali autorevoli riconoscono l’importanza della nostra opera: venerdì 14 dicembre il Progetto “Photovoice” è arrivato nelle aule della Facoltà di Psicologia, partecipando ad una lezione del Prof. Massimo Santinello. Per Volontà di Vivere erano presenti la Dr.ssa Chiara Vitalone e la Dr.ssa Giulia Dante – coordinatrici del progetto – e Barbara Vescovi, una delle partecipanti, che con grande emozione racconta l’esperienza. Quando mi è stato chiesto di portare la mia testimonianza, in quanto partecipante del gruppo ho detto subito di sì, senza pensarci troppo, ma a pochi giorni dalla lezione mi sono ritrovata inguaiata fra i dubbi, le paure e la fedeltà alle nostre storie condivise nel gruppo. Ho provato allora a scrivere un piccolo canovaccio da seguire, giusto dei riferimenti empirici e tangibili sul percorso dei nostri incontri, ma, il giorno della lezione, appena Chiara e Giulia hanno iniziato a parlare ho capito che gli appunti non mi sarebbero serviti a nulla. Panico… non sapevo come dire, da dove partire e in particolare cosa e quanto dire di noi. A quel punto ho preso spunto dalla foto di Laura, il tavolo in disordine, il caos (in fin dei conti mi trovavo proprio in un caos mentale), mi sono resa conto che dovevo riuscire a raccontare in qualche modo il disorientamento della malattia, ed è stato proprio a quel punto che mi sono riaffiorati alla mente i nostri incontri. Mi sono ritrovata così a parlare “a braccio” di noi, riportando gli stralci delle nostre storie mostrate nelle foto. Parlando ho realizzato che quei giovani uditori erano rapiti da quanto riportavo, incuriositi dal significato e dal senso delle nostre foto, ma che non potevo proseguire con un elenco di citazioni. Ho chiesto allora se qualcuno voleva fare delle domande. L’iniziale imbarazzo si è dileguato velocemente e questi giovani, futuri analisti della psiche umana, hanno iniziato a farmi domande sul motivo di certe scelte di immagini o sulle nuove chiavi di lettura delle nostre vite. L’aula era composta per la maggior parte da studentesse, che in base a quanto mi hanno chiesto, ho diviso in tre gruppi: le empatiche, giovani donne colpite e partecipate, attente ed interessate, magari proprio perché in famiglia avevano storie di malattia, comunque con il coraggio di confrontarsi; le impaurite, nascoste dietro alla testa di qualche compagno o dietro a domande sui tecnicismi del progetto, mi facevano tenerezza in quelle emozioni incerte e tremolanti; ed infine quelle del “tanto a me non capita”, quante volte lo dissi pure io in tempi non sospetti, ragazze sicure e determinate negli impegni e nei progetti di vita, ignare delle loro rimozioni. Spero abbiano la fortuna di tenersela ancora per molto quella femminilità, di cui sono tanto sicure. La presenza maschile, anche se in numero molto ridotto, è stata molto attenta e protesa a cogliere quel nostro disagio di donne, generosi nel farci i complimenti per come siamo riuscite ad esprimere con le immagini il nostro dolore, la paura, l’inadeguatezza, l’incompletezza, la rassegnazione, l’accettazione e la rinascita. Uomini che cercano di capire le donne… chapeau! Barbara Vescovi 19 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Di corsa e in barca contro il cancro Cronaca di un incontro a Volontà di Vivere Più che uno scambio di opinioni è stato uno scambio di emozioni quello avvenuto lunedì 13 febbraio nella sede dell’Associazione con una nutrita rappresentanza delle atlete di RUN FOR IOV e di U.G.O. (Unite Gareggiamo Ovunque) Dragon Fly. Due esperienze diverse, ma accomunate dalla volontà di offrire alle donne operate al seno un’esperienza sportiva come strumento di riabilitazione dopo la malattia. L’incontro è stato introdotto da un saluto della presidente Anna Donegà, che ha ringraziato le presenti per la partecipazione e ha illustrato brevemente la mission dell’associazione e i servizi forniti, sottolineando l’obiettivo comunque di affiancare le donne durante e dopo il periodo di malattia. A questo proposito è stato proiettato il video realizzato in occasione del laboratorio performativo e riabilitativo seguito dalla dottoressa Chiara Vitalone. Sullo schermo sono poi passate le emozionanti immagini della partecipazione delle runner di RUN FOR IOV della Maratona di New York lo scorso novembre. La promotrice dell’iniziativa, Sandra Callegarin, ha spiegato che quello era l’obiettivo che si era prefissata fin da quando, due anni prima, proprio mentre si stava curando, aveva accompagnato il marito alla mitica maratona. “Il mio sogno era quello di coinvolgere altre donne e far sentire loro il beneficio che la corsa può dare a chi ha attraversato la mia stessa esperienza”, ha detto Sandra. Il gruppo ha coinvolto non solo pazienti Iov, ma anche dottoresse. “Unite nella lotta comune contro il nemico comune. Per vincere una scommessa e anche prenderci una rivincita. Anche perché dopo un periodo difficile, la corsa ti fa riappropriare del tuo corpo”. Dallo skyline di Manhattan ai tramonti lungo il fiume, con il video delle atlete del gruppo U.G.O. Dragon Fly. Il Dragon boat si pratica su un’imbarcazione con la prua a forma di drago che può trasportare fino a venti vogatori seduti a coppie utilizzando una pagaia monopala. “Già da trent’anni si è scoperto che questa disciplina, che fa bene a chiunque, è utile nella riabilitazione delle donne operate al seno e in particolare per prevenire e curare il linfedema”, ha spiegato Cristina, capitano della squadra. “E’ contrassegnata da uno spirito di squadra molto forte, perché si pagaia all’unisono”. Il gruppo si è formato con il sostegno di Arcs dell’Università di Padova e della Canottieri. Gli allenamenti sono il martedì e il venerdì dalle 6 alle 7. Obiettivi futuri: il trofeo “Dragon Porteo” a maggio e i mondiali di Pink Dragon Boat, che si disputeranno nel luglio 2018, a Firenze. 20 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Grazie Prof! Umberto Veronesi, quando il male diventò guaribile Paladino della prevenzione e della ricerca, Umberto Veronesi non ha cambiato soltanto il modo di intervenire chirurgicamente sul cancro al seno, ma di pensarlo. Nell’arco della vita non è riuscito a coronare il sogno di sconfiggere la malattia, ma di conquiste ne ha raggiunte comunque tante, a cominciare da quella per la chirurgia conservativa. Le altre sue battaglie, come quelle per la cultura scientifica, per una sana alimentazione, per l’eutanasia, sono il frutto dalla visione laica del mondo elaborata nel corso della sua lotta al cancro. Ho avuto la fortuna di incontrare il professor Veronesi all’inizio della mia carriera. Era il 1986 ed era appena uscito il suo saggio “Un male curabile”. Il volume illustrava i benefici della quadrantectomia, il metodo non invasivo da lui introdotto e presentato a un convegno internazionale già nel 1969 (quando lo presero per pazzo). La tecnica consiste nell’asportazione della sola area della mammella in cui è localizzato il tumore, permettendo alla paziente di conservare il proprio seno. Il libro anticipava anche le ricerche sul linfonodo sentinella, che si sarebbero tradotte, soltanto dieci anni dopo, in un’altra rivoluzione chirurgica. Quello che mi colpì della persona fu la disponibilità e la gentilezza riservata a una giornalista come me, alle prime armi (doti, come ebbi modo di appurare in seguito, tutt’altro che comuni). Quello che mi colpì del saggio fu la prospettiva futura e l’ottimismo con cui si parlava di una malattia che all’epoca veniva comunemente considerata come una condanna senza appello. Non a caso il titolo si opponeva ad un luogo comune. Chiesi al professore se considerava il tumore non solo un male “curabile”, ma anche “guaribile”. Mi rispose che era proprio ciò che intendeva, e che il titolo era una traslazione dall’inglese, lingua che non distingue tra i due vocaboli. Io credo sia proprio questa l’eredità più importante di Veronesi: aver liberato il cancro al seno dai luoghi comuni, aver avuto una visione politica della malattia e aver dato spazio alle esigenze delle sue pazienti, alle loro sofferenze, alle ricadute psicologiche, fisiche ed estetiche del cancro al seno. La politica non lo ricambiò con altrettanto impegno, in particolare per il suo messaggio più urgente, quello per lo sviluppo della ricerca e l’importanza di affiancarla alla cura. Messaggio che attuò nell’Istituto Tumori di Milano da lui diretto. Ebbe maggiori soddisfazioni dalle donne, alle quali riconosceva la superiorità morale e intellettuale sull’uomo. “Quella della donna – ha scritto - è una grandezza istintiva e completa, una grandezza genetica perché basata su una combinazione di DNA e caratteristiche mentali”. 21 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Cena di Natale I ringraziamenti Per aver contribuito con generosi omaggi alla lotteria di beneficenza organizzata nel corso della Cena di Natale, il cui ricavato è andato a sostenere le attività istituzionali di Volontà di Vivere, l’Associazione ringrazia: Calzature Altino Mercerie al Gatto Bianco Andreosi Rosanna Calzature Bedei Beghin Profumeria Maglificio Bertha Bolzonella Lilia Calore Piante Cappellari Lia Cavezzana Annamaria Centro Anziani di Maserà - Corso di ricamo Farmacia Ciato Associazione Dire Fare De Francesco Concetta del Giudice Augusta De Toni Donatella Pasticceria Estense Farmacia Faccioli Fioreria Madonna Pellegrina “Fiori Ovunque” Erboristeria “I semplici” Furlan Maria Luisa Giacomazzi Sline Fioreria Le bouquet di Lazzaro Teresa Il Paradiso delle sorprese Cartoleria l’Idea Longo Calzature Macelleria Tiziano Longato Maccarone Lidia Mademoiselle snc Massì Parrucchieri di Battipiero Massimo & c. 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Rita Evento “Una storia a fianco del malato oncologico” - Padova Laboratorio creativo multidisciplinare - in sede Incontro “Gestire la sofferenza” con il Dr. Trevisan – Santuario di Monteortone 22 22 23 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Da vedere BUONE NOTIZIE IN ONCOLOGIA Dagli Stati Uniti arriva il batterio sintetico “suicida”, nuova arma contro il cancro Un batterio che produce farmaci anti-cancro, ma non solo; dopo averli rilasciati nelle cellule malate per distruggerle, si “suicida” per non esporre il paziente a rischi. La scoperta arriva dagli Stati Uniti dove ricercatori dell’Università di San Diego e del Massachussets Institute of Technology (MIT) hanno creato in laboratorio il batterio “suicida” che attiva un meccanismo di autodistruzione delle cellule tumorali e che ha il vantaggio di ridurre i danni ai tessuti sani circostanti. I primi test dello studio su modelli animali con metastasi al colon retto – abbinati a trattamenti chemioterapici – hanno dimostrato una riduzione della massa tumorale e l’aumento della sopravvivenza. A Milano il Robot che cura il seno “Il nostro obiettivo è ridurre la cicatrice chirurgica”, così spiega il Dott. Toesca, della Senologia Chirurgica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano, parlando della chirurgia robotica in ambito senologico. In Italia la prima mastectomia con chirurgia robotica è avvenuta nel 2014 e ad oggi sono trenta le donne che si sono sottoposte a questo tipo di intervento; lo IEO è tra le pochissime realtà al mondo ad usare i robot anche per le patologie del seno. L’operazione viene eseguita dall’ascella, quindi lontano dal tessuto mammario e consente un intervento con l’asportazione della ghiandola che è più preciso rispetto alla chirurgia tradizionale e conserva i tessuti. Questa tecnologia è stata pensata per tutte quelle donne che non possono avere accesso alla chirurgia conservativa e che devono, purtroppo, andare incontro a un intervento totale del seno. Inaugurato a Padova il nuovo centro scientifico per i tumori muscolo scheletrici Punta a diventare un centro di riferimento a livello internazionale per la ricerca, la didattica e le prospettive di cura sui tumori muscolo-scheletrici il nuovo Centro Scientifico “Tumori dell’Apparato locomotore Mario Mercuri”, inaugurato a Padova a gennaio. Il centro, diretto dal professor Pietro Ruggieri, ordinario della Clinica Oncologica ortopedica - Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell’Università di Padova, intende rafforzare le collaborazioni a livello internazionale, come quelle già avviate con l’Università di Harvard, con il Moffitt Cancer Center di Tampa (Florida), e con l’Università di Hong Kong. Si parte comunque dalle sinergie a livello locale, in primis con lo IOV, che è parte integrante del progetto, e con equipe di diversi dipartimenti universitari, in un’ottica multidisciplinare. Dall’immunoterapia il vaccino terapeutico per il cancro al seno Passi in avanti nell’immunoterapia, ossia quella disciplina che dimostra che le cellule del nostro sistema immunitario riescono a riconoscere e a colpire le cellule tumorali: i ricercatori del “Moffitt Cancer Center” di Tampa in Florida hanno sviluppato un vaccino che risulta essere efficiente per il 25% dei tumori al seno. Il vaccino stimola, infatti, il sistema immunitario a prendere di mira la proteina HER2 sulle cellule del cancro alla mammella. Il gene HER2 è di grande importanza, in quanto sovraespresso nel 25% di tutti i tumori al seno ed è associato a una cattiva prognosi. Alle 54 pazienti che si sono sottoposte allo studio è stato iniettato una dose di vaccino personalizzato in un linfonodo, sul tumore stesso o in entrambi i siti. I risultati hanno dimostrato che il vaccino era ben tollerato, poco tossico e la reazione immunitaria si è sviluppata nell’80% dei casi. Il responsabile dello studio ha spiegato che i risultati suggeriscono che i vaccini siano più efficaci contro i carcinomi duttali in situ. 24 24 Allacciate le cinture 2014 Di Ferzan Ozpetek – con Kasia Smutniak e Francesco Arca Collateral beauty Quelle che ci sono passate avranno riconosciuto certamente, in certe scene del film di Ferzan Ozpetek “Allacciate le cinture”, alcuni elementi della loro personale storia di cancro al seno. Avranno riconosciuto il terremoto che provoca la diagnosi di tumore nella vita quotidiana di una donna - che già di per sé non è mai troppo tranquilla – o l’importanza dell’amicizia con le altre donne, o i problemi che può causare la sofferenza in una coppia. O tutte queste cose insieme, che nel film ci sono, come ci sono il day hospital e i lettini pronti per la flebo. Altre cose, come la mammografia fatta lì per lì senza prenotazione, sono inevitabili espedienti narrativi dell’ottimo regista turco, naturalizzato italiano. C’è da dire che il cancro al seno non è il fulcro intorno al quale ruota il film, ma uno degli ostacoli che dovranno affrontare, nella loro storia d’amore, Elena e Antonio: lei, interpretata da Kasia Smutniak, colta, sensibile e di buona famiglia, lui, Francesco Arca, ruvido proletario, omofobo e razzista. “La cosa importante è cogliere la bellezza collaterale che è il legame profondo con tutte le cose.” Howard Inlet (interpretato da Will Smith) è un importante agente pubblicitario di New York. Quando una tragedia colpisce la sua vita in modo irrimediabile, Howard finisce in un vero e proprio circolo vizioso, in cui non vuole più vivere con entusiasmo. L’uomo inizia a scrivere lettere indirizzate a tre entità astratte che regolano la vita come il tempo, l’amore e la morte. Un giorno, i suoi migliori amici per riportare Howard alla sua vita ingaggiano tre attori che interpreteranno amore, tempo e morte e che risponderanno alle lettere. Tema centrale di Collateral Beauty sono la perdita e lo smarrimento conseguente, ma anche il ritrovarsi e il comprendere che la bellezza è in tutte le cose, nell’amore, nel tempo che scorre e perfino nella morte, vista come la conclusione di un viaggio e l’inizio di un altro. 2016 Di David Frankel - con Will Smith, Edward Norton, Kate Winslet 25 NOTIZIE EVENTI E RECENSIONI Da leggere Jennifer Hayden La storia delle mie tette Edizioni BD L’autrice ha impiegato 10 anni per realizzare questa graphic novel autobiografica, ma il risultato ripaga ampiamente l’attesa. La storia delle mie tette parla di lei e della sua famiglia con un registro basato sull’ironia, che non si perde neppure quando l’autrice incontra la malattia, prima quella della madre e poi la sua. Allora arrivano la paura, le debolezze, i dubbi che vengono bilanciati dalla forza di Jennifer, alimentata dal sostegno del marito e dall’amore delle persone che le stanno intorno. Leggero ma non superficiale, questo volume viaggia sul filo dell’umorismo e dell’intelligenza lasciando il segno. Gianni Ballestrin A partire da zero – breve storia dell’oncoematologia pediatrica L’immunoterapia si sta affermando come la nuova frontiera della lotta contro i tumori. Un’arma trasversale, utile per la prevenzione ed efficace nella cura di tutti i tipi di tumore, anche dei più aggressivi. La storia di questo nuovo approccio è raccontato nel recente “Il corpo anti cancro” (Piemme), scritto da Michele Maio, direttore del Centro di Immunoterapia Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e fondatore dei Nibit (Network Italiano per la BioTerapia dei Tumori), insieme alla giornalista scientifica Agnese Codignola. Il libro è scritto in un linguaggio semplice - pur mantenendo il rigore scientifico - e coinvolgente, anche perché la storia dell’immunoterapia è raccontata anche attraverso l’esperienza delle pazienti che l’hanno sperimentata. Per chiarire perplessità e dubbi sul tema vi consigliamo anche la pubblicazione “Immuno-oncologia 100 domande 100 risposte”, realizzata da AIOM Associazione Italiana di Oncologia Medica e scaricabile dal sito www.aiom.it; obiettivo del volume è informare i cittadini sulle nuove armi in grado di cambiare la storia della lotta alle patologie più gravi. Edizioni Esedra E’ una storia carica di umanità e di speranza quella raccontata da Gianni Ballestrin in questo volume. La “partenza da zero” si riferisce al 1968, quando di fronte a una diagnosi di leucemia i medici si ritrovavano completamente disarmati e quando fu creato un piccolo reparto destinato alla cura dei piccoli pazienti oncologici affidato al professor Luigi Zanesco, allora trentatreenne. I protagonisti di questa storia sono i medici, le infermiere, i genitori, il personale e i bambini di questo reparto, uniti dal comune obiettivo: aiutare i piccoli pazienti a guarire sempre di più e a soffrire sempre di meno. L’autore è stato per dieci anni insegnante nella sezione della scuola media della Clinica Pediatrica di Padova. I proventi del libro andranno interamente all’Ail, Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma, per il progetto di assistenza domiciliare. 26 INFO UTILI Le buone azioni in medicina Questa nuova sezione del nostro notiziario nasce dalla voglia di raccontare di quei gesti e di quelle parole che sono state “terapeutiche” per i pazienti. La prima “buona azione” è un bellissimo “gesto terapeutico” raccontato con emozione dalla paziente che ne è protagonista. L’appuntamento è per le 17.00 e alle 17.00 in punto il professore fa capolino dalla porta dell’ambulatorio si guarda intorno e, non appena mi scorge, con un largo sorriso mi fa cenno di entrare. E’ sempre così in questo posto che sembra fuori dal mondo per l’organizzazione, l’efficienza, la competenza dei professionisti che vi operano, per la sensazione netta, inequivocabile della centralità del malato. Dopo anni di frequentazione di altri centri oncologici dove le cose più di qualche volta sono esattamente all’opposto, connotate da trascuratezza, disorganizzazione, attese oltre i limiti sopportabili, insensibilità nei confronti dei problemi dei malati, approssimazione, finalmente sono approdata in questa utopia fattasi realtà. Il professore si aggiorna sulle mie condizioni, mi visita di tutto punto, ascolta ciò che ho da dirgli, controlla gli esami e soddisfatto mi dice “Ha visto che abbiamo mantenuto la promessa di dare tempo alla sua vita? Ricorda? Quando è arrivata da noi le veniva pronosticato qualche mese di vita, ma ad oggi abbiamo superato i 18 mesi e arriveremo oltre, parecchio oltre, ovviamente con la sua collaborazione e disponibilità a sottoporsi alle terapie innovative che individuiamo per lei” “Grazie professore, sa che le sono profondamente grata. Le chiedo però se ci sia la possibilità di ridurre gli effetti collaterali delle terapie e se si può promuovere una migliore qualità della mia vita che al momento è pessima” Il professore mi lancia uno sguardo pieno di solidarietà, si alza, gira intorno alla scrivania, viene verso di me dicendo “…si lasci abbracciare…”, mi alzo anch’io e lui mi abbraccia e mi stampa due sonori baci sulle guance. Rimango emozionata e meravigliata. Un gesto di tale vicinanza, di tale empatia non l’ho mai visto, né vissuto in tutti gli anni nei quali la malattia mi ha portata a contatto con numerosi specialisti. Il Professore ha avuto il coraggio di annullare quella invisibile, ma intensamente presente, barriera che distingue i nostri ruoli: io malata, lui terapeuta. Due condizioni antitetiche e, per forza di cose, generanti una vistosa asimmetria nel rapporto fra curato e curante. Salute contro malattia, da un lato il potere dato dall’avere gli strumenti per curare e dall’altro la frustrazione di chi si deve necessariamente affidare a qualcuno che diventerà arbitro per lui di vita o di morte. Egli, senza atteggiamenti paludati e colti discorsi, con un solo gesto muto di parole ma pregno di senso, ha dato risposta alla mia domanda: posso farti sopravvivere ma non posso alleviare le sofferenze dovute alla chemioterapia; però comprendo le tue difficoltà, ti sono vicino e te lo dimostro col mio abbraccio. E’ come se in quel momento di contatto fisico egli avesse condiviso con me tutto il dolore, tutta la difficoltà della mia esistenza di malata di cancro in stadio avanzato prendendone su di se parte del peso. Non esiste farmaco capace di sortire gli stessi effetti benefici di un tale comportamento. 27 27 GRAZIE! GRAZIE! Ringraziamo coloro che, dal 29/06/2016 al 16/02/2017, hanno contribuito con le loro offerte a mantenere attivi i servizi di riabilitazione in atto. Ricordiamo che, essendo la nostra Associazione riconosciuta come ONLUS, i contributi inviati per conto corrente postale, tramite bonifico bancario o effettuati presso di noi con assegno, sono deducibili in base all’Art.13 del D.L. 460/97. Non è possibile detrarre i versamenti in contanti. Agostinacchio Marina Agostinis Elisabetta Agresti Agar Alberini Wilma Andreoli Paolo Andreosi Rosanna Andriolo Lucia Anguillari Elda Arcangeli Michela Artosin Giuseppina Ass. Lodigiana Amici Oncologia Badanai Paola Baraldo Monica Baraldo Silvia Battistello Carlisa Battistello Violetta Beo Daniela Bertelle Rossana Bertin Franca Berto Luciano Betto Nazarena Bevilacqua Velia Biasiolo Dolores Bilato Rosanna Boaretto Lisi Barbara Boesso Antonella Bolzonella Lilia Bonato Adriana Bonato Andreina Bonato Luciana Bonvicini Faustina Bortolami Nicoletta Botton Silvana Bozzolan Adelina Branca Maria Rosaria Brescello Gemma Bresciani Marta Bretti Lucia Brignola Sergio Brussolo Alma Busolin Alessandra Camporese Mirella Candian Sonia Cannarile Vita Antonia Capitanio Roberta Carraro Eddy Carraro Maddalena Caruso Arcangela Cataldo Oscar Cavalletto Elisa Cavattoni Anna Cavezzana Annamaria Cazzoli Bazza Fiorenza Cecchinato Raffaella Cicciarella Giuseppina Coccato Adriana Colombo Silvana Costa Angelina Costanzo Santa Maria Crema Teresina Cunico Ines Renata Cuscianna Antonietta Dainese Donatella D’Andrea Emma Danieli Massimo De Marco Chiara Del Basso Pinuccia del Giudice Augusta De Piccoli Ivana De Toni Donatella Diana Paola Discardi Adriano Di Stefano Piera Dobrillo Vido Donabello Fabiola Donegà Anna Durello Teresa Esposito Anna Fabris Nicoletta Facchin Giuliano Fantini Luigina Ringraziamo sentitamente tutti coloro che, indicando il nostro codice fiscale 80040220289 nel riquadro “sostegno del volontariato....”della dichiarazione dei redditi, hanno scelto di destinare il cinque per mille alla nostra Associazione. Fasolato Edda Favaron Elisa Ferrari Beatrice Fioramonti M. Beatrice Fior Giuseppina Francescato Sabrina Franco Maria Donata Furlan Maria Luisa Furlan Sandra Gaiani Maria Galiazzo Renata Galiazzo Sabrina Gallo Mariagrazia Gambato Rossella Garbari Gino Gelmini Dario Giacomini Marina Giacon Cristina Grones Michela Guadagnini Ines Maria Lafratta Francesco Lago Roberto Lavorato Adriana Lazzaro Fulvio Lentola Mariarosa Lavorato Adriana Lissandron Fabiola Liviero Rosa Longo Katiuscia Lunardi Anna Maccarone Lidia Magagnato Franca Maiorino Maria Manaigo Patrizia Mancini Paola Manganello Alberto Marcato Cristina Marini Mauro Martini Laura Masin Luciana Masin Maria Teresa Massella Cristina 28 Marcon Gianpaolo Marton Maria Assunta Mastronardi Aurelia Mattei Silvana Mazza Francesca Meneghini Annalisa Michelazzo Gianni Miola Bruna Miotello Maddalena Montin Emilia Moro Anna Moro Rina Muiesan Anna Nascimbeni Daniela Negrisolo Adriana Nicastri Margherita Norbiato Renata Pan Gemma Panizza Sergio Paronitti Doriana Pasinati Marisa Pastorello Maurilla Pavan Tiziana Pegoraro Emanuela Petrosino Filomena Pezzato Gianna Piccolo Sandra Piovan Roberta Polchi Maria Gabriella Polin Luciana Portalupi Erminia Preto Lucia Raho Cosima Rampazzo Sonia Rampin Luigina Rizzato Marilena Rocchi Alessandra Rocco Giuseppe Romanato Gabriella Russo Maria Sabbion Lucia Salmistraro Margherita Sanvitale Giuliana Scarpazza Ines Schiavo Francesca Schiavon Martina Scirè Maria Scorzon Alessandra Scotton Monica See Ilonka Sernini Marcella Simeonato Ivana Simonato Annamaria Stimamiglio Anna Simeonato Ivana Tanzella Caterina Tanzella Margherita Tazza Maria Paola Toderini Luisa Tognon Nicoletta Toffano Graziella Tormene Donatella Tredici Rossella Trevisan Maurizio Trevisan Ornella Trivillin Laura Trolio Gabriella Valenti Cristina Vanzo Elda Varotto Stefania Velicogna Giuliana Vellar Donatella Verza Luisa Vescovi Barbara Vezzani Gabriella Vigolo Monica Vinaccioli Monica Vitadello Lucia Vitalone Vincenzo Zampieron Sandra Zanforlin Brunetta Zanetti Roberta Zanovello Milvia Zennaro Marina Ringraziamenti per donazioni particolari I gesti di generosità – piccoli o grandi che siano – sono di fondamentale importanza per un’Associazione come la nostra che riesce a garantire ai suoi assistiti la quantità e la qualità dei propri servizi solo grazie all’autofinanziamento. Per questo dedichiamo uno spazio all’interno di ogni Notiziario a quanti sostengono concretamente il nostro impegno a fianco dei malati oncologici. In questo numero vogliamo ringraziare per il contributo dato Enzo Bacchin, Maria Cavallo, Gian Pietro Donegà, Luciana Giorato e Nicoletta Sonino. Un ringraziamento di cuore va anche alle persone che scelgono di ricordare chi non c’è più compiendo un gesto concreto di sostegno a quanti lottano contro la malattia: ricordiamo con profonda gratitudine le donazioni fatte da amici e parenti in memoria di Maria Paola Tazza ed Erika Larosi. Grazie anche a quanti condividono con entusiasmo e solidarietà le nostre iniziative di raccolta fondi: in particolare i partecipanti al Torneo di Burraco di martedì 8 novembre, i presenti alla Cena di Natale di sabato 3 dicembre e i clienti del Negozio “Tigotà” di Via Crescini che hanno lasciato offerte alle volontarie presenti per i pacchetti nel periodo natalizio. Doveroso ed caloroso il ringraziamento anche per le volontarie dell’Associazione che hanno collaborato in maniera del tutto gratuita alla realizzazione di questi eventi. E grazie anche a chi promuove iniziative in nostro favore, come Angelo Grigolon che si è adoperato affinché parte del ricavato della Cena del Gran Bollito alla Padovana dello scorso novembre fosse destinato al sostegno dei servizi in Associazione. La nostra gratitudine va anche alle ditte ed alle associazioni che ci hanno fatto pervenire i loro contributi, come la S.Com srl e l’ASD “Il maestro per amico”. Ringraziamo anche chi ha sensibilizzato parenti e amici, in occasione delle proprie ricorrenze personali a devolvere in contributi all’Associazione quanto sarebbe stato destinato ai regali, trasformando momenti particolarmente felici della propria vita in opportunità per essere solidali; grazie a Francesca Maso ed al marito Marco, per averlo fatto in occasione delle proprie nozze. I lasciti testamentari sono un gesto di grande generosità che lascia un segno importante per chi lo fa e in chi lo riceve; la Signora Rosanna Melato aveva nominato l’Associazione nelle sue ultime volontà ed alla sua dipartita la Signora Luisa Nicoletti, tutrice ed esecutrice testamentaria, ha fatto sì che tutto procedesse nel modo giusto e per questo la ringraziamo. Profonda gratitudine nei confronti di coloro che, in occasione dell’evento del passaggio di consegne alla nuova Presidente, hanno partecipato al regalo alla Presidente Onoraria; la cifra raggiunta per l’assegno virtuale consegnato a Caterina Tanzella servirà per rendere più funzionale e accogliente la sala del linfodrenaggio nella nostra sede. A questo proposito un ringraziamento di cuore all’Architetto Maddalena Poggi per la consulenza professionale che in via del tutto amichevole ha offerto gratuitamente all’Associazione. Ringraziamo sentitamente anche per le donazioni di oggetti ricevute da amici dell’Associazione: grazie a Maurilla Pastorello e a Sabrina Galiazzo, autrice di pregevoli manufatti. Il progetto “Riabilitazione psico-fisica del malato oncologico” nel corso dell’anno 2016 è stato parzialmente sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese 29 PROMEMORIA AGENDA Gennaio 2017 27 21.00 venerdì Febbraio 2017 24 21.00 venerdì 19 Primo incontro Consulta Maschile - in sede mercoledì lun 24 e mart 25 Secondo incontro Consulta Maschile - in sede 28 venerdì Marzo 2017 10 venerdì 17 venerdì 24 venerdì 29 mercoledì 31 venerdì 31 venerdì 17.00 17.00 17.00 16.30 17.00 21.00 5 16.30 7 17.00 9 17.00 venerdì domenica 12 mercoledì 16.30 L’Associazione rimane chiusa 21.00 Quarto incontro Consulta Maschile - in sede Maggio 2017 Primo incontro “Gestire la precarietà” con il Dr. Trevisan - in sede Secondo incontro “Gestire la precarietà” con il Dr. Trevisan - in sede Terzo incontro “Gestire la precarietà” con il Dr. Trevisan - in sede Primo incontro “Laboratorio di Scrittura Creativa e teatro terapia”, con la Dr.ssa Vitalone - in sede Quarto incontro “Gestire la precarietà” con il Dr. Trevisan - in sede 17.30 Sessione di Tai chi con l’Ass. ne “Health & Care” - Parco S. Rita 5 17.00 Assemblea dei Soci 10 17.30 3 mercoledì venerdì mercoledì 17.30 23 10-18 Mostra “Col Sen(n)o di poi” Orto Botanico di Padova 24 17.30 Sessione di Tai chi con l’Ass. ne “Health & Care” - Parco S. Rita 26 21.00 Quinto e ultimo incontro Consulta Maschile - in sede martedì Terzo incontro Consulta Maschile - in sede mercoledì venerdì Secondo incontro “Laboratorio di Scrittura Creativa e teatro terapia”, con la Dr.ssa Vitalone - in sede Quinto e ultimo incontro “Gestire la precarietà” con il Dr. Trevisan - in sede Concerto di Primavera con l’Accademia della Musica Auditorium S. Gaetano Terzo incontro “Laboratorio di Scrittura Creativa e teatro terapia”, con la Dr.ssa Vitalone - in sede Sessione di Tai chi con l’Ass. ne “Health & Care” - Parco S. Rita Sessione di Tai chi con l’Ass. ne “Health & Care” - Parco S. Rita 17 mercoledì Aprile 2017 mercoledì 16.30 Quarto e ultimo incontro “Laboratorio di Scrittura Creativa e teatro terapia”, con la Dr.ssa Vitalone - in sede Giugno 2017 lun 12 e mart 13 L’Associazione rimane chiusa Agosto 2017 da sab 12 L’Associazione chiude per le ferie estive a dom 20 da ven 14 L’Associazione chiude per le festività a lun 17 pasquali Lo Yoga è un’ottima tecnica di rilassamento, che rimuove tensioni che si sono accumulate in diverse parti dell’organismo e che possono avere origine fisica o mentale; la loro rimozione produce un rigenerazione organica e uno stato di benessere. SEGRETERIA Per qualsiasi informazione rivolgersi in Via Paruta al N. 32 tel: 049-8025069 cell: 3311477310 dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00; il venerdì dalle 8.30 alle 12.00 PROVA PROTESI E PARRUCCHE Previo appuntamento telefonico per essere certi di trovare una volontaria addetta a questo servizio. e-mail: [email protected] sito internet: www.volontadivivere.org facebook: Volontà di Vivere La sede dell’Associazione si trova a Padova nella Zona S. Rita ed è raggiungibile con gli autobus n. 14 e n. 16. PREVENZIONE Il Progetto Martina è un’iniziativa di informazione alla prevenzione dei tumori giovanili con incontri nelle scuole superiori di Padova e Abano. Inoltre organizziamo seminari, convegni e incontri a tema medico-psicologico. ACCOGLIENZA L’Accoglienza è il fulcro del programma riabilitativo, l’occasione che stimola le persone a cogliere le tante opportunità che la vita può offrire. Per accedere ai servizi dell’Associazione è necessario fare un colloquio di prima accoglienza, da fissare previo appuntamento telefonico. ASCOLTO Alcune volontarie incontrano allo IOV di Padova ed al Policlinico di Abano Terme le donne neo operate; con discrezione rispondono a domande e dubbi, consegnano materiale informativo e supportano i familiari. SERVIZIO DI LINFODRENAGGIO MANUALE Con prescrizione da parte di un fisiatra o di uno specialista. Trattiamo la problematica del linfedema postoperatorio, che rappresenta la conseguenza più grave – a volte sottovalutata – dopo l’intervento chirurgico. Il Metodo Vodder (praticato dalle nostre terapiste) è l’unico trattamento la cui validità è riconosciuta a livello internazionale. Il momento del massaggio è anche un momento di contatto personale e di dialogo molto importante tra professioniste e pazienti. I servizi di psicologia e riabilitazione fisica sono accessibili a pazienti con qualsiasi patologia oncologica. COMUNICAZIONI DELLA SEGRETERIA Desideriamo sensibilizzare tutta l’utenza sul fatto che spesso gli appuntamenti fissati non vengono rispettati. Ogni utente ha infatti il DIRITTO di usufruire dei servizi attivati dall’Associazione, però ha il DOVERE di RISPETTARE l’impegno preso perchè: - tutti i professionisti hanno UN COSTO - ogni appuntamento che salta allunga le liste d’attesa per chi ha bisogno Chiediamo pertanto di avvisarci tempestivamente in caso di impedimenti di qualsiasi tipo che non permettano di usufruire del servizio prenotato; questo ci metterà in grado di chiamare un altro utente in lista d’attesa. È possibile contattarci telefonando al numero 049 8025069 oppure, • tramite un SMS al numero 331 – 1477310 specificando il vostro nome, cognome, numero telefonico e data dell’appuntamento • con una mail all’indirizzo [email protected] SERVIZIO DI PSICOLOGIA Nel percorso dell’esperienza oncologica il paziente deve fare i conti con le sofferenze del corpo e con quelle dell’anima. Se le prime vengono trattate con terapie predisposte da protocolli medici, anche le seconde devono essere seguite, nel particolare per quel che riguarda la dimensione della comunicazione, degli affetti e delle paure di ciascuno. Per questo prevediamo per i pazienti oncologici e per i loro familiari percorsi di psicoterapia individuali e di coppia, gruppi di sostegno, e seminari di psicologia aperti a tutti. GINNASTICA DOLCE La ginnastica di gruppo è un servizio dedicato alle neo-operate e a coloro che si trovano in difficoltà nel normale decorso di recupero della motilità e della funzionalità del braccio. È utile per rimuovere subito i blocchi causati dagli interventi che, se trascurati, fanno assumere posture sbagliate. YOGA 30 31 31 Centro di riabilitazione psicofisica del malato oncologico Il tuo 5 per mille ci aiuta a migliorare la qualità della vita dei malati oncologici ...Perchè il bisturi non può guarire l’anima Nella dichiarazione dei redditi firma nel riquadro “sostegno del volontariato...” ed inserisci il codice fiscale: 80040220289 www.volontadivivere.org [email protected] 049 8025069 – 331 1477310