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6 Gennaio: Epifania o festa della Befana ?
L
a festa della Befana è certamente il giorno più atteso
dai bambini dopo il Natale. La
tradizione vuole che una donna
molto anziana chiamata appunto
"Befana", a bordo della sua scopa
magica, faccia visita ai bambini
nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio
per riempire le calze lasciate
da essi stessi; i bambini che durante l'anno si sono comportati
bene riceveranno dolci, caramelle,
o piccoli giocattoli. Al contrario,
coloro che si sono comportati
male troveranno le calze riempite con del carbone. Sebbene
sia una "dolcissima" tradizione
non è affatto questa la festa
che noi Cristiani celebriamo. Il
6 Gennaio, infatti, si celebra l'
"Epifania"
(dal
greco
"epiphàneia"
ovvero
"apparizione" o "rivelazione").
Nel Vangelo si racconta
dell'incontro di Gesù con i Magi, i quali, guidati da una stella, arrivarono alla capanna del
Messia con dei doni da offrirgli (oro, incenso e mirra). Il
cristianesimo celebra tutt'oggi l'incontro dei Magi con Gesù, mettendo in evidenza la sua
regalità spirituale, di cui è simbolo l'oro. Nei Vangeli i Magi non
vengono però presentati come re,
ma come uomini saggi venuti
dall'Oriente. Il racconto intende
ricordare che il messaggio di Gesù è rivolto non solo agli Ebrei,
ma a tutta l'umanità, e quindi anche ai fedeli delle altre culture e
religioni. Le due feste, quella cristiana e quella laica, in realtà non
sono accomunate da niente, se
non da una corruzione lessicale
del termine Epifania attraverso bifanìa e
successivamente befanìa. Come per ogni festa
cristiana ormai bisogna stare attenti a non scadere nel semplice
consumismo, ma cercare di riflettere a fondo sul significato che la
festa ci suggerisce per non finire
nell' "aridità spirituale" citata
spesso da Papa Francesco.
Alessandro Lavezza
C
ome ogni anno la nostra Parrocchia si
muove sulla scia della tradizione, ma cercando sempre di superare se stessa. Sicuramente
il Presepe è la rappresentazione più significativa
delle feste che ci hanno accompagnato in queste
ultime settimane e la nostra comunità ha avuto
varie occasioni per ammirarne di più svariate... o
di farle ammirare. È stata infatti molto ben accolta l'iniziativa
riproposta
dalla
nostra Parrocchia di premiare i più bei
presepi realizzati da noi stessi parrocchiani. Questo concorso è volto, sempre nella
freschezza delle novità tipiche della nostra
Parrocchia, a mantenere viva la tradizione del presepe e di tutti i valori di cui è portatore. Tuttavia entrando in Chiesa in queste
ultime settimane, non si sarebbe
faticato ad
in-
dividuare più di qualche presepe esposto. Ce n’erano
ben tre: il primo, il più grande, è stato esposto ai piedi dell'altare ed è stato realizzato direttamente da Don
Luca con l'aiuto principalmente dei catechisti, ma
non solo. Gli altri due presepi, più piccoli, ma non
per questo meno belli, sono stati il frutto del lavoro
dei ragazzi di due gruppi dell'oratorio: quello dei Lego e quello di Art Attack. Ma se è vero che è la dinamicità a contraddistinguere la nostra Parrocchia, potremmo trovarvi conferma anche nel presepe vivente
organizzato dai giovanissimi della nostra comunità
che,
per
quest'anno,
hanno fornito
alla Sacra Rappresentazione un'impronta francescana,
inserendovi frati e suore come figuranti.
Francesca Eufemi
Il presepe vincitore del concorso parrocchiale
“Adorazione dei magi”, Gentile Da Fabriano
T
utto è iniziato il 31 agosto con la splendida esibizione del soprano Caterina, una voce incantevole che ha stupito tutti i presenti.
L’idea del nostro parroco non è tardata ad arrivare: perché non far
condurre un corso di canto proprio da lei? Cosi molti bambini hanno
cominciato a seguire le lezioni con questa maestra capace di trasmettere allegria e gioia a tutti i suoi piccoli alunni. Chi l’avrebbe mai detto
che in pochi mesi avrebbero messo su un vero e proprio coro? Ebbene
è proprio cosi, “Gli Angeli di Santa Barbara” si esibiranno
cantando nella S. Messa dell’Epifania. Da non dimenticare è lo spettacolo del 4 gennaio a cui hanno partecipato la Corale di Nettuno introdotta dal Coro della nostra parrocchia, un insieme di musica che ha
prodotto armonia e trasmesso gioia a tutti i presenti. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la collaborazione di tanti di noi.
Alessia Marano
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3
D
Parrocchia Santa Barbara V.M. - Nettuno
alla terra
di Padre
Josephat,
la
Tanzania, ci arrivano gli auguri di Natale. Un
albero di Natale
singolare, fatto
con il prodotto
tipico
locale.
Bello vero?
GIOCHIAMO INSIEME!
Unisci i puntini da 1 a 90 e scopri la “misteriosa” figura:
Numero 6 - 06 Gennaio 2015
Liberiamo il Natale, è stato ra pito
I
SOLUZIONE:
www.santabarbaranettuno.it
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@ParrocchiaSBarb
n questi giorni di gioia natalizia il Santo Padre ha richiamato ancora una volta la nostra
attenzione sul vero significato del
Natale come tempo di speranza,
di conversione e di riflessione.
Proprio in questi giorni,
infatti, viene pubblicato il primo
volume della collana “Le parole
di Papa Francesco” dedicato al
Natale. Dice Francesco che il popolo ha sempre avuto la tentazione di cadere nell’idolatria e che la
storia non cambia neppure ai giorni nostri: “abbiamo oscurità nel
cuore, oscurità nella famiglia,
nella città, nel Paese, nel mondo.
Oscurità esistenziale che vogliamo risolvere con maggiore oscurità. Ci lasciamo ingannare da luci
che non sono vere.
Da lampioncini
artificiali o da
grandi fuochi
artificiali che
illuminano un
minuto e poi
se ne vanno.
Un Vescovo
disse pubblicamente “ci hanno sequestrato
il
Natale”.
Sembra
che
Natale sia correre dietro le
piccole luci, riempire i negozi per
lo shopping aperti fino alle quattro della mattina, tutti assillati e
con la testa in mille cose. Dopo,
quando riposiamo un po’, è già
passato”.
Qual è, allora il senso profondo del Natale? Quello della
luce di Dio tra le tenebre. Continua il Papa: “Mi piacque la frase:
‘Ci hanno sequestrato il Natale e
dobbiamo riscattarlo’. Riscattarlo
aprendo il cuore alla luce”. Il modo è semplice così come lo fu per
i pastori ai quali l’Angelo disse di
non temere, di seguire il segno:
un Bambino che ci
mostra la tenerezza di Dio.
Lui, Nostro Padre, si trasforma in
tenerezza. Questo Dio mite che
pone la sua mansuetudine nella
pazienza si avvicina nel modo più
indifeso. Il segnale è la tenerezza.
Dice ancora il Santo Padre:
“voglio dire che non ho paura
della carezza di Dio, abbiate paura, piuttosto, della spettacolarizzazione degli idoli di moda. Pensate
a questo Natale, sequestrato e riscattato, lasciandovi accarezzare
dalla tenerezza di Dio, non abbiate paura”. La tenerezza di Dio, la
carezza di Dio, è il Buon Natale
della Notte Santa.
Pro manuscripto - Ciclostilato in proprio per uso interno
Claudio Capasso
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