Ing. Giulia Armezzani [email protected] Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 1 La geotermia L’energia geotermica è quella forma di energia rinnovabile prodotta recuperando e sfruttando il calore terrestre. • Flusso termico medio = 0,065 W/m2 • Gradiente geotermico crosta terrestre = 30°C/km • Anomalie: flussi termici maggiori e gradienti geotermici fino a 90-120°C/km Alla base del meccanismo dei sistemi geotermici vi sono le leggi che regolano la convezione dei fluidi. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 2 I sistemi geotermici I sistemi geotermici possono formarsi in regioni con gradiente geotermico normale o poco più alto e, soprattutto, in regioni prossime ai margini delle zolle crostali, dove il gradiente geotermico può essere anche notevolmente superiore a quello medio. Nel primo caso, questi sistemi hanno temperature basse minori di 100°C a profondità economicamente utili, mentre nel secondo caso, si può avere una vasta gamma di temperature, da basse sino ad oltre 400°C. I sistemi geotermici sono classificati in cinque gruppi: 1. 2. 3. 4. 5. I sistemi idrotermali I sistemi ad acqua calda I sistemi geopressurizzati Le rocce calde secche (Hot Dry Rock) I sistemi magmatici Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 3 I sistemi geotermici 1. SISTEMI IDROTERMALI Attualmente gli unici ad essere sfruttati a livello industriale, sia nella produzione di energia elettrica che negli impieghi diretti. Sono costituiti dai serbatoi geotermici che contengono acqua sia in fase liquida che di vapore (a seconda delle condizioni di pressione e temperatura), ricoperti da rocce impermeabili. Tra i sistemi idrotermali si possono distinguere i sistemi "acqua dominante" e i sistemi "vapore dominante". Sistemi ad acqua dominante sono i più diffusi al mondo (90%) producono acqua in fase liquida o miscele acqua-vapore l’acqua estratta ha in superficie una 30°C<T<370°C in base alla pressione per la produzione di energia elettrica viene utilizzato solamente il vapore, mentre l’acqua viene allontanata con appositi separatori e reimmessa nel sottosuolo. spesso associati a manifestazione superficiali come sorgenti bollenti, geyser, soffioni. Sistemi a vapore dominante la temperatura è così elevata che il fluido geotermico è presente sotto forma di vapore secco (accompagnato da altri gas o sostanze solubili: CO2, H2S, B, NH3) sono sistemi rari. Il primo campo utilizzato al mondo è stato invece quello di Larderello in Toscana. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 4 I sistemi geotermici 2. I SISTEMI AD ACQUA CALDA Contengono acqua a temperatura inferiore ai 100° C (50-82° C) utilizzabile soprattutto per usi diretti (riscaldamento delle abitazioni, delle serre, impianti industriali). 3. I SISTEMI GEOPRESSURIZZATI Sono sistemi che contengono acqua a temperature maggiori rispetto a quelli idrotermali e con pressioni superiori di quella idrostatica che gli competerebbe a causa della loro profondità. Possono produrre energia geotermica, meccanica, chimica. Ancora non si è provveduto ad uno sfruttamento di tali sistemi. 4. LE ROCCE CALDE SECCHE (HOT DRY ROCK) Le rocce calde secche sono rocce in cui non è presente la circolazione di fluidi in quanto impermeabili e che, essendo caratterizzate da elevata temperature (200 - 350°C), è possibile sfruttare tramite la fatturazione artificiale e la circolazione forzata del fluido. In questi casi si parla anche di “Enhanced (Engineered) Geothermal Systems” o “EGS”. 5. I SISTEMI MAGMATICI Sono sistemi artificiali che mirano a sfruttare il calore diretto di un magma con temperature dai 600°C ai 1400°C per riscaldare un fluido di lavoro. Sono al primo stadio di sperimentazione (tecnologia Power Tube). Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 5 Esplorazione geotermica Per gli elevati costi della ricerca, delle perforazioni dei pozzi di produzione e reiniezione (fino ai 2/3 dei costi totali), dell’installazione delle condutture di vapore, della costruzione delle centrali, sono possibili condizioni di economicità solo in situazioni di gradiente geotermico anomalo, con disponibilità di grandi portate di fluidi a temperature molto elevate. L’individuazione di un serbatoio geotermico è un’attività complessa che si articola su diverse fasi, a partire dall’esplorazione in superficie di una data area. Essa consiste nel censimento preliminare delle manifestazioni geotermiche presenti, cui seguono indagini geologiche, geochimiche, geofisiche e la perforazione di pozzetti esplorativi (di qualche centinaio di metri) per misure di temperatura e di flusso di calore terrestre. L’interpretazione dei dati raccolti suggerirà dove procedere con l’esplorazione profonda, mediante la perforazione di pozzi (i limiti di profondità che attualmente è possibile ed economicamente conveniente raggiungere con la perforazione sono di circa 5000 m), per accertare l’esistenza di fluidi geotermici. In caso di esito positivo il campo geotermico così individuato sarà utilizzato con la perforazione di un numero di pozzi sufficiente per la produzione di fluido geotermico. Va ricordato che, concettualmente, la geotermia è una risorsa energetica rinnovabile in quanto, anche nel caso di utilizzo diretto del fluido endogeno, si può ritenere che il fluido sottratto venga sostituito, in un’area di alimentazione esterna, dall’acqua meteorica, mentre, in caso di serbatoi “confinati”, la ricarica si può effettuare artificialmente con la reiniezione tramite appositi pozzi; questa tecnica permette inoltre di mantenere la pressione del serbatoio e di evitare l’inquinamento di falde o corsi d’acqua in superficie, riducendo drasticamente l’impatto ambientale degli impianti geotermici. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 6 Classificazione e utilizzazione della risorsa geotermica Le risorse geotermiche vengono classificate in funzione dell’entalpia (H) dei fluidi geotermici, che ne determinano quindi i settori di impiego. Risorse geotermiche ad alta entalpia (T >150°C): impiegate negli usi indiretti del calore tramite impiego di fluidi geotermici per la produzione di energia elettrica Risorse geotermiche a media entalpia (90°C°C<T<150°C): per cui si hanno sia impieghi diretti che indiretti, quest’ultimi tramite impianti a ciclo binario Risorse geotermiche a bassa entalpia (T<90°C): impiegate negli usi diretti del calore Diagramma di Lindal Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 7 Classificazione e utilizzazione della risorsa geotermica Seguendo la nomenclatura proposta da Muffler e Cataldi (1978), con il termine risorsa geotermica si identificano i fluidi geotermici utili ed accessibili (sia identificati che non), mentre per riserva geotermica si intende quella parte della risorsa che è identificata (mediante perforazioni e/o in base a evidenze geologiche, geochimiche e geofisiche) ed estraibile a costi competitivi con quelli di altre fonti energetiche. riserve geotermiche per generazione diretta di energia elettrica: fluidi localizzati a profondità inferiori a 3 km e T≥200°C, corrispondente a una pressione di saturazione di 15,5 bar. usi diretti e produzione di energia elettrica mediante cicli binari: economicamente vantaggioso per fluidi con 100°C<T <200°C a una profondità limite di 1500 m sotto il piano campagna. usi diretti: sono economicamente sfruttabili fluidi geotermici con 30°C<T<100°C solo se localizzati a moderata profondità, cioè entro i 1000 m. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 8 Produzione di energia elettrica Generalmente un impianto geotermoelettrico è costituito dai seguenti componenti: 1. sistema di raccolta, trattamento e convogliamento del fluido geotermico fino all’impianto di produzione dell’energia elettrica (pozzi, sistemi di sicurezza e sfioro a bocca pozzo, tubazioni di trasporto, sistemi di separazione acqua-vapore) 2. sistema di produzione dell’energia elettrica (condotto di ammissione in turbina, turbinageneratore, trasformatore elevatore e connessione alla rete elettrica) 3. sistema di trattamento del vapore esausto (condensatore e relativa pompa di estrazione condensato, torre di raffreddamento ad aria, sistema di estrazione dei gas incondensabili) 4. sistema di reiniezione dell’acqua nel serbatoio geotermico. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 9 Produzione di energia elettrica L’energia elettrica è prodotta in impianti convenzionali o a ciclo binario, secondo le caratteristiche delle risorse geotermiche disponibili. 1. Gli impianti convenzionali richiedono fluidi con una temperatura di almeno 150°C e sono disponibili nel tipo : - a contropressione (1%) - a condensazione (i più diffusi). 2. Gli impianti a ciclo binario (8%) richiedono fluidi geotermici a temperatura medio-bassa (tra gli 85°C e i 180°C) Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 10 Produzione di energia elettrica Impianti tradizionali a contropressione Sono semplici e meno costosi Il consumo di vapore per kWh prodotto è circa il doppio di un impianto a condensazione Dimensioni generalmente piccole (2,5-5 MWe) Utilizzati come impianti pilota o quando il vapore ha un contenuto elevato di gas incondensabili (>12% in peso) Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 11 Produzione di energia elettrica Impianti tradizionali a condensazione Potenze installate 55-60 MWe fino a 110 MWe Sono più complesse di quelle a contropressione L’impatto ambientale è minimo Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 12 Produzione di energia elettrica Impianti a ciclo binario-ORC Utilizzano un fluido secondario di lavoro, di solito un fluido organico (come n-pentano), che ha un basso punto di ebollizione ed un’elevata pressione di vapore a bassa temperatura rispetto al vapore acqueo Possono usare acque calde di scarico emesse dai separatori nei campi geotermici ad acqua dominante Di solito costruiti in unità modulari di potenza compresa tra poche centinaia di kWe ed alcuni MWe; queste unità possono essere collegate l’una con l’altra in modo da formare impianti della potenza di qualche diecina di megawatt Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 13 Produzione di energia elettrica Tecnologia EGS (Enhanced Geothermal Systems) Sfruttano i sistemi Hot Dry Rock, raggiungendo profondità fino a 5000 m sperimentazioni avanzate sono state svolte in Giappone e a Soultz sous Forêts, in Francia esistono alcune significative difficoltà tecniche necessità di applicare alte pressioni si possono indurre microsismi modesta potenza dell’impianto. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 14 Usi diretti del calore geotermico Il calore geotermico può essere impiegato in applicazioni dirette sfruttando acqua a temperature comprese tra i 20 e i 150°C. L’utilizzazione diretta del calore è la forma di sfruttamento dell’energia geotermica più antica, più diversificata, versatile e più comune. Quattro diversi tipi di risorsa geotermica: serbatoi di acqua in pressione a profondità tra 200-300m e qualche migliaio di metri, con T>50°C; falde acquifere in pressione e a pelo libero, a piccola profondità (fino a 300m), con T max di alcune decine di gradi; complessi geologici impermeabili in aree con flusso di calore più o meno elevato, oppure in aree nelle quali la temperatura, entro i primi 2-3 km, presenta un gradiente costante > 30°C/km; acquiferi sub-superficiali ed acque superficiali (fiumi, laghi etc.) con T> 5-10°C. Utilizzazioni: riscaldamento e raffrescamento urbano e di ambienti balneologia usi agricoli serre acquacoltura alcuni impieghi industriali. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 15 Usi diretti del calore geotermico Riscaldamento e raffrescamento di ambienti Possono essere ottimamente utilizzati come fonte primaria tutti e quattro i diversi tipi di risorsa indicati. Qualora i fluidi geotermici non raggiungessero le temperature richieste (50-80°C per gli impianti a termosifone, 35-50°C per i pannelli radianti), si adottano dei sistemi integrativi quali una caldaia o una pompa di calore. Diffuso è il condizionamento di edifici, sia privati che pubblici, o di interi quartieri (reti TLR). Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 16 Usi diretti del calore geotermico Pompe di calore geotermiche Permettono di estrarre e impiegare economicamente il calore contenuto in corpi a bassa temperatura come terreno, acquiferi poco profondi e masse d’acqua superficiali (10°C nel caso di fiumi e laghi), per la climatizzazione e la produzione di acqua calda sanitaria. Molte pompe di calore sono reversibili ed il loro funzionamento può essere invertito, potendo operare alternativamente come unità riscaldanti o raffreddanti. Componenti principali: 1) pompa di calore 2) connessione a terra 3) sistema di distribuzione interno Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 17 Usi diretti del calore geotermico Pompe di calore geotermiche Q1 Q1 COP L Q1 Q2 Q2 EER L ≈ 3,5-6 D’inverno, la pompa assorbe calore ad una temperatura che può essere fino a circa 12– 15°C (temperatura costante nel sottosuolo) per riscaldare acqua fino a 35–50°C ed oltre (riscaldamento/acqua sanitaria). D’estate, invertendo il ciclo, assorbe calore dall'abitazione e lo trasferisce al terreno, al Q2 ≈ 3,5-4 fine di affrescare gli ambienti interni. Per far questo è necessario fornire energia elettrica Q2 Q1 esterna. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 18 Usi diretti del calore geotermico Pompe di calore geotermiche – accoppiamento al terreno Le pompe di calore che sfruttano il terreno come sorgente termica si possono distinguere in 3 categorie: 1. impianti accoppiati direttamente con il terreno attraverso un sistema di tubazioni a circuito chiuso (sonde geotermiche) al cui interno scorre il fluido termovettore 2. impianti che utilizzano l’acqua di falda come fluido termovettore, con o senza reimmissione nella falda stessa dopo l’uso 3. impianti che sfruttano l’acqua di laghi, fiumi, canali, mare e bacini idrici come sorgente termica attraverso un circuito sia aperto che chiuso. Il caso 1 è un sistema più adattabile alle diverse condizioni, anche per quanto riguarda la disposizione delle tubazioni stesse nel terreno, che possono assumere uno sviluppo orizzontale o verticale. I casi 2 e 3 richiedono delle situazioni ambientali particolari legate alla disponibilità idrica ma soprattutto all’adeguamento dei vincoli legislativi sull’inquinamento termico delle acque. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 19 Usi diretti del calore geotermico Pompe di calore geotermiche – accoppiamento al terreno 1. 2. La caratteristica principale a vantaggio del terreno come sorgente termica è la sua elevata inerzia termica (o capacità di accumulo). Questo consente di avere una temperatura media costante durante tutto l’anno, già sotto i 20 m, consentendo di raggiungere buoni valori del coefficiente di effetto utile. Utilizzano l’acqua di falde poste a profondità limitate, entro i 30m, prelevate tramite pozzi di emungimento. 3. Le risorse idriche superficiali hanno il vantaggio di non richiedere lavori di perforazione (costi e rischio minerario azzerati) e di consentire una facile misurazione dei parametri fisici di progetto (temperatura, portata). Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 20 Usi diretti del calore geotermico Usi agricoli L’utilizzazione più comune dell’energia geotermica in agricoltura è il riscaldamento di serre, che è stato sviluppato su larga scala in molti paesi. L’acqua calda può essere usata nelle coltivazioni a cielo aperto per irrigare e/o riscaldare il terreno. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 21 Usi diretti del calore geotermico Acquacoltura L’acquacoltura, vale a dire l’allevamento controllato di forme di vita acquatiche, che richiede temperature tra i 20 e i 30°C, in questi ultimi tempi si è diffuso notevolmente in campo mondiale, a seguito dell’ampliamento del mercato. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 22 Usi diretti del calore geotermico Usi industriali Tutto l’intervallo di temperatura dei fluidi geotermici, vapore o acqua, può essere sfruttato in usi industriali per fornire il “calore di processo” utilizzato nel ciclo di produzione. Le diverse possibili forme di utilizzazione comprendono processi a caldo, evaporazione, essiccamento, distillazione, sterilizzazione, lavaggio, decongelamento, estrazione di sostanze chimiche e di sostanze minerali. Sistemi a cascata Un uso razionale che permette di ottenere la massima efficienza dai fluidi geotermici, è rappresentata dagli usi integrati dello stesso fluido per impianti ed utenti diversi, con un sistema in serie “a cascata” (Fig.2.3.2.14): le acque reflue a bassa temperatura di una centrale geotermica, possono essere usate, per esempio, per il riscaldamento, per la serricoltura, per l’acquacoltura e per l’irrigazione. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 23 Impatto sull’ambiente Rischio geologico che si traduce in una ricerca infruttuosa della risorsa; Inquinamento da calore e da sostanze del sottosuolo; Reflui liquidi; Effluenti gassosi (contenuti nel vapore, tra i quali l’anidride carbonica, circa il 98%, l’idrogeno solforato, l’ammoniaca e il metano. La CO2 rilasciata in atmosfera è in media 170 g/kWhe contro i 453 del gas naturale, i 906 del petrolio e i 1042 del carbone, Fridleifsson 2001); Emissione di odori sgradevoli ; Sismicità; Subsidenza; Emissioni sonore; Impatto paesaggistico delle centrali geotermiche (prodotto perforazione, dall’installazione degli equipaggiamenti accessori dalla delle tubazioni per il trasporto dei fluidi geotermici e dalla costruzione degli impianti di utilizzazione). Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 24 Diffusione della geotermia Produzione di energia elettrica Nel 2010 la potenza installata a livello mondiale era di 10.715 MW con una produzione totale di energia pari a circa 67 TWh. I paesi guida risultano gli USA (che detengono il primato coprendo il 30% del mercato mondiale), Filippine, Messico, Indonesia, Italia, Giappone, Nuova Zelanda, Islanda, Kenya, El Salvador e Costa Rica. L’Italia è quinta in questa speciale classifica con i suoi 810 MW di potenza installata (tutta in Toscana), ma terza per produzione di energia geotermoelettrica con i suoi 5,4 TWh prodotti nel 2009. Si trova invece al primo posto nell’Unione Europea. Le previsioni sono che queste quantità cresceranno in maniera sempre più consistente a livello globale, grazie soprattutto a numerosi progetti avviati in paesi in via di sviluppo. I futuri programmi di sviluppo daranno inoltre maggiore attenzione agli impianti che producono in cascata energia elettrica e calore (specialmente quelli che usano fluidi a medio-bassa temperatura), permettendo di migliorare il rendimento economico e l’efficienza dei relativi impianti. Tuttavia l’energia elettrica geotermica rappresenta solo lo 0,5% circa della produzione elettrica mondiale. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 25 Diffusione della geotermia Produzione di energia termica Premesso che fare un censimento sicuro e completo degli usi geotermici diretti mondiali è molto complicato, la potenza termica e la quantità di calore geotermico usata nel mondo possono essere solo stimate. Questi sono stati caratterizzati da un tasso di crescita più o meno stabile nell’ultimo trentennio, intorno al 10% all’anno, grazie soprattutto al contributo delle pompe di calore, che coprono il 70% del mercato degli usi diretti. Il potenziale energetico delle acque calde è assai ampio in Europa, in Asia, America Centrale e Meridionale; ma nel geotermico a uso diretto il primato nel 2010 è spettato agli Usa, seguiti da Cina e Svezia. L'Italia con 867 MW si colloca tra i primi posti per potenza geotermica installata destinata agli usi diretti. Ma le cose cambiano radicalmente se si va ad analizzare lo sfruttamento dell' energia geotermica per la climatizzazione in ambito civile. In questo settore il mercato italiano è cresciuto poco negli ultimi anni rispetto a quanto avvenuto in altri Paesi europei come Germania e Francia che vedono incrementi tripli rispetto a quelli nazionali. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 26 Diffusione della geotermia Nel contesto europeo, risulta quindi che le risorse geotermiche utilizzabili per la produzione di energia elettrica sono piuttosto limitate ed irregolarmente distribuite. Per gli usi diretti le condizioni di sfruttamento sono molto più favorevoli. Nel breve termine non si prevedono significativi incrementi nella generazione di energia elettrica, soprattutto per limitazioni di tipo decisionale e finanziario, e le applicazioni finora descritte continueranno ad essere le uniche commercialmente utilizzabili. Per gli usi diretti del calore geotermico si prevede invece un ulteriore sviluppo degli impianti a pompe di calore in quei paesi che non usano ancora, se non marginalmente, questa tecnologia (come la Spagna), nonché lo sviluppo di impianti combinati di riscaldamento/raffrescamento. È un dato di fatto che l'energia geotermica potrebbe fornire un contributo eccezionale al mix energetico europeo e potrebbe arrivare a fornire il 20% della domanda di energia primaria in Europa al 2030 nel rispetto dei parametri dettati dal protocollo di Kyoto. Nel 2005 si sono risparmiati 270 milioni di barili di petrolio evitando così l’immissione in atmosfera di 28, 118 e 137 milioni di t di CO2 rispetto a gas naturale, petrolio, carbone rispettivamente. Minori emissioni in atmosfera anche per SOx e Nox. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 27 La situazione in Italia Produzione di energia elettrica Flusso termico tra 30 e 100 mW/m2, con picchi nel settore tirrenico fino a 450 mW/m2 . Due le principali aree geotermiche in sfruttamento: Larderello-Travale/Radicondoli e Monte Amiata. Il primo esperimento di sfruttamento geotermico fu portato avanti a Larderello nel 1904. Nel 2012 772 MW installati, tutti in Toscana, (rispetto ai 128.134,1 GW totali e 47,3 GW totali da FER e in Italia), con produzione di energia elettrica di 5.591,7 GWh (su un totale di 299.275,9 GWh prodotti e di 92.222,4 GWh da FER ), circa l’1,8% del fabbisogno nazionale. Numerosità, potenza e produzione degli impianti geotermoelettrici in Italia (fonte GSE). Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 28 La situazione in Italia Produzione di energia elettrica Mappa della classificazione geotermica del territorio italiano a 3000m dal piano campagna (elaborazione su software ArcGIS di Calore at al., 1994). Mappa dei flussi termici in Italia (elaborazioni su software ArcGIS di Calore et al., 1994). Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 29 La situazione in Italia Produzione di energia elettrica Le risorse ad alta temperatura adatte per la generazione di energia elettrica sono concentrate, come visto, in poche aree della fascia pre-appenninica tosco-lazialecampana Le prospettive di aumento della produzione di energia geotermoelettrica in Italia dai tradizionali sistemi idrotermali, e con le attuali tecnologie, sono limitate. C’è necessità di promuovere e sviluppare nuove tecnologie, non impiegate fino ad oggi in Italia, quali l’EGS, i cicli binari (solo impianti pilota) e piccoli impianti locali. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 30 La situazione in Italia Produzione di energia termica Le risorse di media e bassa temperatura adatte per usi diretti del calore naturale si trovano in Italia quasi dappertutto. Il loro sviluppo per scopi civili e industriali è rimasto fino ad ora modesto. Fanno eccezione l’impiego delle acque calde per scopi termali e nella serricoltura. Diffusione recente di teleriscaldamento urbano con impianti a pompe di calore, mediante acque di falda a bassa temperatura o acque superficiali (es. Milano e Ferrara). Potenza termica totale installata al 2009 di circa 850 MWt, con un utilizzo complessivo di energia termica di 10.000 TJ circa, suddivisi come mostrato in figura. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 31 Aspetti legislativi e amministrativi L’energia geotermica nonostante “rinnovabile” è una “risorsa mineraria”. Pertanto, come le altre risorse minerarie, è patrimonio indisponibile dello Stato e la relativa disciplina normativa (sino ad ora dettata dalla legge 9 dicembre 1986, n. 896) è di tipo minerario, con previsione della fase di “ricerca” (durata massima di quattro anni prorogabile per un biennio) e della fase di “coltivazione” (durata di trenta anni), entrambe disposte in regime di concessione. L’istituto della concessione permette di compensare il rischio che il ricercatore minerario assume (l’operazione di ricerca mineraria è molto costosa ed aleatoria), ma appare ancora valido in quanto si tratta di risorse pubbliche il cui sfruttamento economico è logico che avvenga tenendo conto dell’interesse pubblico. Con il varo del decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22, vengono in particolare semplificate le regole per ottenere le autorizzazioni necessarie all’attuazione di progetti di valorizzazione delle risorse geotermiche a fini energetici. Attualmente, con il D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (cd. Bassanini), la gestione delle risorse geotermiche ad alta entalpia, in terraferma, tra cui le funzioni di rilascio e controllo relative a permessi di ricerca e concessioni di coltivazione di risorse geotermiche in terraferma, è delegata alle singole Regioni. Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015 Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 32