Geotermia presentazione - Università degli Studi di Roma "Tor

Ing. Giulia Armezzani
[email protected]
Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
1
La geotermia
L’energia geotermica è quella forma di energia rinnovabile prodotta recuperando e
sfruttando il calore terrestre.
• Flusso termico medio = 0,065 W/m2
• Gradiente geotermico crosta terrestre = 30°C/km
• Anomalie: flussi termici maggiori e gradienti geotermici fino a 90-120°C/km
Alla base del meccanismo
dei sistemi geotermici vi
sono le leggi che regolano
la convezione dei fluidi.
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I sistemi geotermici
I sistemi geotermici possono formarsi in regioni con gradiente geotermico normale o poco
più alto e, soprattutto, in regioni prossime ai margini delle zolle crostali, dove il gradiente
geotermico può essere anche notevolmente superiore a quello medio.
Nel primo caso, questi sistemi hanno temperature basse minori di 100°C a profondità
economicamente utili, mentre nel secondo caso, si può avere una vasta gamma di
temperature, da basse sino ad oltre 400°C.
I sistemi geotermici sono classificati in cinque gruppi:
1.
2.
3.
4.
5.
I sistemi idrotermali
I sistemi ad acqua calda
I sistemi geopressurizzati
Le rocce calde secche (Hot Dry Rock)
I sistemi magmatici
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I sistemi geotermici
1. SISTEMI IDROTERMALI
Attualmente gli unici ad essere sfruttati a livello industriale, sia nella produzione di
energia elettrica che negli impieghi diretti. Sono costituiti dai serbatoi geotermici che
contengono acqua sia in fase liquida che di vapore (a seconda delle condizioni di
pressione e temperatura), ricoperti da rocce impermeabili. Tra i sistemi idrotermali si
possono distinguere i sistemi "acqua dominante" e i sistemi "vapore dominante".
 Sistemi ad acqua dominante




sono i più diffusi al mondo (90%)
producono acqua in fase liquida o miscele acqua-vapore
l’acqua estratta ha in superficie una 30°C<T<370°C in base alla pressione
per la produzione di energia elettrica viene utilizzato solamente il vapore, mentre l’acqua viene
allontanata con appositi separatori e reimmessa nel sottosuolo.
 spesso associati a manifestazione superficiali come sorgenti bollenti, geyser, soffioni.
 Sistemi a vapore dominante
 la temperatura è così elevata che il fluido geotermico è presente sotto forma di vapore secco
(accompagnato da altri gas o sostanze solubili: CO2, H2S, B, NH3)
 sono sistemi rari. Il primo campo utilizzato al mondo è stato invece quello di Larderello in
Toscana.
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I sistemi geotermici
2. I SISTEMI AD ACQUA CALDA
Contengono acqua a temperatura inferiore ai 100° C (50-82° C) utilizzabile soprattutto per usi diretti
(riscaldamento delle abitazioni, delle serre, impianti industriali).
3. I SISTEMI GEOPRESSURIZZATI
Sono sistemi che contengono acqua a temperature maggiori rispetto a quelli idrotermali e con
pressioni superiori di quella idrostatica che gli competerebbe a causa della loro profondità. Possono
produrre energia geotermica, meccanica, chimica. Ancora non si è provveduto ad uno sfruttamento
di tali sistemi.
4. LE ROCCE CALDE SECCHE (HOT DRY ROCK)
Le rocce calde secche sono rocce in cui non è presente la circolazione di fluidi in quanto
impermeabili e che, essendo caratterizzate da elevata temperature (200 - 350°C), è possibile
sfruttare tramite la fatturazione artificiale e la circolazione forzata del fluido. In questi casi si parla
anche di “Enhanced (Engineered) Geothermal Systems” o “EGS”.
5. I SISTEMI MAGMATICI
Sono sistemi artificiali che mirano a sfruttare il calore diretto di un magma con temperature dai
600°C ai 1400°C per riscaldare un fluido di lavoro. Sono al primo stadio di sperimentazione
(tecnologia Power Tube).
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Esplorazione geotermica
Per gli elevati costi della ricerca, delle perforazioni dei pozzi di produzione e reiniezione (fino ai 2/3 dei costi
totali), dell’installazione delle condutture di vapore, della costruzione delle centrali, sono possibili condizioni
di economicità solo in situazioni di gradiente geotermico anomalo, con disponibilità di grandi portate di
fluidi a temperature molto elevate.
L’individuazione di un serbatoio geotermico è un’attività complessa che si articola su diverse fasi, a partire
dall’esplorazione in superficie di una data area. Essa consiste nel censimento preliminare delle manifestazioni
geotermiche presenti, cui seguono indagini geologiche, geochimiche, geofisiche e la perforazione di pozzetti
esplorativi (di qualche centinaio di metri) per misure di temperatura e di flusso di calore terrestre.
L’interpretazione dei dati raccolti suggerirà dove procedere con l’esplorazione profonda, mediante la
perforazione di pozzi (i limiti di profondità che attualmente è possibile ed economicamente conveniente
raggiungere con la perforazione sono di circa 5000 m), per accertare l’esistenza di fluidi geotermici. In caso di
esito positivo il campo geotermico così individuato sarà utilizzato con la perforazione di un numero di pozzi
sufficiente per la produzione di fluido geotermico.
Va ricordato che, concettualmente, la geotermia è una risorsa energetica rinnovabile in quanto, anche nel
caso di utilizzo diretto del fluido endogeno, si può ritenere che il fluido sottratto venga sostituito, in un’area di
alimentazione esterna, dall’acqua meteorica, mentre, in caso di serbatoi “confinati”, la ricarica si può
effettuare artificialmente con la reiniezione tramite appositi pozzi; questa tecnica permette inoltre di
mantenere la pressione del serbatoio e di evitare l’inquinamento di falde o corsi d’acqua in superficie,
riducendo drasticamente l’impatto ambientale degli impianti geotermici.
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Classificazione e utilizzazione della risorsa geotermica
Le risorse geotermiche vengono classificate in funzione dell’entalpia (H) dei fluidi
geotermici, che ne determinano quindi i settori di impiego.
Risorse geotermiche ad alta entalpia
(T >150°C):
impiegate negli usi indiretti del calore
tramite impiego di fluidi geotermici per la
produzione di energia elettrica
Risorse geotermiche a media entalpia
(90°C°C<T<150°C):
per cui si hanno sia impieghi diretti che
indiretti, quest’ultimi tramite impianti a
ciclo binario
Risorse geotermiche a
bassa entalpia (T<90°C):
impiegate negli usi diretti del calore
Diagramma di Lindal
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Classificazione e utilizzazione della risorsa geotermica
Seguendo la nomenclatura proposta da Muffler e Cataldi (1978), con il termine risorsa
geotermica si identificano i fluidi geotermici utili ed accessibili (sia identificati che non),
mentre per riserva geotermica si intende quella parte della risorsa che è identificata
(mediante perforazioni e/o in base a evidenze geologiche, geochimiche e geofisiche) ed
estraibile a costi competitivi con quelli di altre fonti energetiche.
 riserve geotermiche per generazione diretta di energia elettrica: fluidi localizzati a
profondità inferiori a 3 km e T≥200°C, corrispondente a una pressione di saturazione
di 15,5 bar.
 usi diretti e produzione di energia elettrica mediante cicli binari: economicamente
vantaggioso per fluidi con 100°C<T <200°C a una profondità limite di 1500 m sotto il
piano campagna.
 usi diretti: sono economicamente sfruttabili fluidi geotermici con 30°C<T<100°C solo
se localizzati a moderata profondità, cioè entro i 1000 m.
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Produzione di energia elettrica
Generalmente un impianto geotermoelettrico è costituito dai seguenti componenti:
1. sistema di raccolta, trattamento e convogliamento del fluido geotermico fino
all’impianto di produzione dell’energia elettrica (pozzi, sistemi di sicurezza e sfioro a
bocca pozzo, tubazioni di trasporto, sistemi di separazione acqua-vapore)
2. sistema di produzione dell’energia elettrica (condotto di ammissione in turbina, turbinageneratore, trasformatore elevatore e connessione alla rete elettrica)
3. sistema di trattamento del vapore esausto (condensatore e relativa pompa di estrazione
condensato, torre di raffreddamento ad aria, sistema di estrazione dei gas incondensabili)
4. sistema di reiniezione dell’acqua nel serbatoio geotermico.
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Produzione di energia elettrica
L’energia elettrica è prodotta in impianti convenzionali o a ciclo binario, secondo
le caratteristiche delle risorse geotermiche disponibili.
1. Gli impianti convenzionali richiedono fluidi con una temperatura di almeno
150°C e sono disponibili nel tipo :
- a contropressione (1%)
- a condensazione (i più diffusi).
2. Gli impianti a ciclo binario (8%) richiedono fluidi geotermici a temperatura
medio-bassa (tra gli 85°C e i 180°C)
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Produzione di energia elettrica
Impianti tradizionali a contropressione
 Sono semplici e meno costosi
 Il consumo di vapore per kWh
prodotto è circa il doppio di un
impianto a condensazione
 Dimensioni generalmente piccole
(2,5-5 MWe)
 Utilizzati come impianti pilota o
quando il vapore ha un contenuto
elevato di gas incondensabili
(>12% in peso)
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Produzione di energia elettrica
Impianti tradizionali a condensazione
 Potenze installate 55-60 MWe
fino a 110 MWe
 Sono più complesse di quelle a
contropressione
 L’impatto ambientale è minimo
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Produzione di energia elettrica
Impianti a ciclo binario-ORC
 Utilizzano un fluido secondario di lavoro, di solito
un fluido organico (come n-pentano), che ha un
basso punto di ebollizione ed un’elevata
pressione di vapore a bassa temperatura rispetto
al vapore acqueo
 Possono usare acque calde
di scarico emesse dai
separatori
nei
campi
geotermici
ad
acqua
dominante
 Di solito costruiti in unità
modulari
di
potenza
compresa
tra
poche
centinaia di kWe ed alcuni
MWe;
queste
unità
possono essere collegate
l’una con l’altra in modo
da formare impianti della
potenza di qualche diecina
di megawatt
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Produzione di energia elettrica
Tecnologia EGS (Enhanced Geothermal Systems)
 Sfruttano i sistemi Hot Dry Rock,
raggiungendo profondità fino a
5000 m
 sperimentazioni avanzate sono
state svolte in Giappone e a
Soultz sous Forêts, in Francia
 esistono alcune
significative
difficoltà tecniche
 necessità di applicare alte
pressioni
 si possono indurre microsismi
 modesta potenza dell’impianto.
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Usi diretti del calore geotermico
Il calore geotermico può essere impiegato in applicazioni dirette sfruttando acqua a
temperature comprese tra i 20 e i 150°C.
L’utilizzazione diretta del calore è la forma di sfruttamento dell’energia geotermica
più antica, più diversificata, versatile e più comune.
Quattro diversi tipi di risorsa geotermica:
 serbatoi di acqua in pressione a profondità tra
200-300m e qualche migliaio di metri, con T>50°C;
 falde acquifere in pressione e a pelo libero, a
piccola profondità (fino a 300m), con T max di
alcune decine di gradi;
 complessi geologici impermeabili in aree con
flusso di calore più o meno elevato, oppure in aree
nelle quali la temperatura, entro i primi 2-3 km,
presenta un gradiente costante > 30°C/km;
 acquiferi sub-superficiali ed acque superficiali
(fiumi, laghi etc.) con T> 5-10°C.
Utilizzazioni:
 riscaldamento e raffrescamento
urbano e di ambienti
 balneologia
 usi agricoli
 serre
 acquacoltura
 alcuni impieghi industriali.
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Usi diretti del calore geotermico
Riscaldamento e raffrescamento di ambienti
 Possono essere ottimamente utilizzati come fonte primaria tutti e quattro i diversi tipi di
risorsa indicati.
 Qualora i fluidi geotermici non raggiungessero le temperature richieste (50-80°C per gli
impianti a termosifone, 35-50°C per i pannelli radianti), si adottano dei sistemi integrativi
quali una caldaia o una pompa di calore.
 Diffuso è il condizionamento di edifici, sia privati che pubblici, o di interi quartieri (reti TLR).
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Usi diretti del calore geotermico
Pompe di calore geotermiche
 Permettono di estrarre e impiegare economicamente il calore contenuto in
corpi a bassa temperatura come terreno, acquiferi poco profondi e masse
d’acqua superficiali (10°C nel caso di fiumi e laghi), per la climatizzazione e la
produzione di acqua calda sanitaria.
 Molte pompe di calore sono reversibili ed il loro funzionamento può essere
invertito, potendo operare alternativamente come unità riscaldanti o
raffreddanti.
Componenti principali:
1) pompa di calore
2) connessione a terra
3) sistema di distribuzione interno
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Usi diretti del calore geotermico
Pompe di calore geotermiche
Q1
Q1
COP  
L Q1  Q2

Q2
EER 

L
≈ 3,5-6
D’inverno, la pompa assorbe calore ad una
temperatura che può essere fino a circa 12–
15°C (temperatura costante nel sottosuolo) per
riscaldare acqua fino a 35–50°C ed oltre
(riscaldamento/acqua sanitaria).
D’estate, invertendo il ciclo, assorbe calore
dall'abitazione e lo trasferisce al terreno, al
Q2
≈ 3,5-4 fine di affrescare gli ambienti interni. Per far
questo è necessario fornire energia elettrica
Q2  Q1
esterna.
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Usi diretti del calore geotermico
Pompe di calore geotermiche – accoppiamento al terreno
Le pompe di calore che sfruttano il terreno come sorgente termica si possono distinguere
in 3 categorie:
1. impianti accoppiati direttamente con il terreno attraverso un sistema di tubazioni a
circuito chiuso (sonde geotermiche) al cui interno scorre il fluido termovettore
2. impianti che utilizzano l’acqua di falda come fluido termovettore, con o senza
reimmissione nella falda stessa dopo l’uso
3. impianti che sfruttano l’acqua di laghi, fiumi, canali, mare e bacini idrici come sorgente
termica attraverso un circuito sia aperto che chiuso.
Il caso 1 è un sistema più adattabile alle diverse condizioni, anche per quanto riguarda la
disposizione delle tubazioni stesse nel terreno, che possono assumere uno sviluppo orizzontale
o verticale.
I casi 2 e 3 richiedono delle situazioni ambientali particolari legate alla disponibilità idrica ma
soprattutto all’adeguamento dei vincoli legislativi sull’inquinamento termico delle acque.
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Usi diretti del calore geotermico
Pompe di calore geotermiche – accoppiamento al terreno
1.
2.
La caratteristica principale a vantaggio del terreno
come sorgente termica è la sua elevata inerzia termica
(o capacità di accumulo). Questo consente di avere una
temperatura media costante durante tutto l’anno, già
sotto i 20 m, consentendo di raggiungere buoni valori
del coefficiente di effetto utile.
Utilizzano l’acqua di falde poste a profondità limitate,
entro i 30m, prelevate tramite pozzi di emungimento.
3.
Le risorse idriche superficiali hanno il vantaggio di non
richiedere lavori di perforazione (costi e rischio
minerario azzerati) e di consentire una facile
misurazione dei parametri fisici di progetto
(temperatura, portata).
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Usi diretti del calore geotermico
Usi agricoli
L’utilizzazione più comune dell’energia
geotermica in agricoltura è il
riscaldamento di serre, che è stato
sviluppato su larga scala in molti paesi.
L’acqua calda può essere usata nelle
coltivazioni a cielo aperto per irrigare
e/o riscaldare il terreno.
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Usi diretti del calore geotermico
Acquacoltura
L’acquacoltura,
vale
a
dire
l’allevamento controllato di forme
di vita acquatiche, che richiede
temperature tra i 20 e i 30°C, in
questi ultimi tempi si è diffuso
notevolmente in campo mondiale,
a seguito dell’ampliamento del
mercato.
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Usi diretti del calore geotermico
Usi industriali
Tutto l’intervallo di temperatura dei fluidi geotermici, vapore o
acqua, può essere sfruttato in usi industriali per fornire il “calore
di processo” utilizzato nel ciclo di produzione. Le diverse
possibili forme di utilizzazione comprendono processi a caldo,
evaporazione, essiccamento, distillazione, sterilizzazione,
lavaggio, decongelamento, estrazione di sostanze chimiche e di
sostanze minerali.
Sistemi a cascata
Un uso razionale che permette di ottenere la
massima efficienza dai fluidi geotermici, è
rappresentata dagli usi integrati dello stesso
fluido per impianti ed utenti diversi, con un
sistema in serie “a cascata” (Fig.2.3.2.14): le
acque reflue a bassa temperatura di una centrale
geotermica, possono essere usate, per esempio,
per il riscaldamento, per la serricoltura, per
l’acquacoltura e per l’irrigazione.
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Impatto sull’ambiente




Rischio geologico che si traduce in una ricerca infruttuosa della risorsa;
Inquinamento da calore e da sostanze del sottosuolo;
Reflui liquidi;
Effluenti gassosi (contenuti nel vapore, tra i quali l’anidride carbonica, circa il 98%,
l’idrogeno solforato, l’ammoniaca e il metano. La CO2 rilasciata in atmosfera è in media 170
g/kWhe contro i 453 del gas naturale, i 906 del petrolio e i 1042 del carbone, Fridleifsson
2001);





Emissione di odori sgradevoli ;
Sismicità;
Subsidenza;
Emissioni sonore;
Impatto paesaggistico delle centrali geotermiche (prodotto
perforazione, dall’installazione degli equipaggiamenti accessori
dalla
delle tubazioni per il
trasporto dei fluidi geotermici e dalla costruzione degli impianti di utilizzazione).
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Diffusione della geotermia
Produzione di energia elettrica
Nel 2010 la potenza installata a livello mondiale era di 10.715 MW con una
produzione totale di energia pari a circa 67 TWh. I paesi guida risultano gli USA (che
detengono il primato coprendo il 30% del mercato mondiale), Filippine, Messico,
Indonesia, Italia, Giappone, Nuova Zelanda, Islanda, Kenya, El Salvador e Costa
Rica. L’Italia è quinta in questa speciale classifica con i suoi 810 MW di potenza
installata (tutta in Toscana), ma terza per produzione di energia geotermoelettrica
con i suoi 5,4 TWh prodotti nel 2009. Si trova invece al primo posto nell’Unione
Europea.
Le previsioni sono che queste quantità cresceranno in maniera sempre più
consistente a livello globale, grazie soprattutto a numerosi progetti avviati in paesi in
via di sviluppo.
I futuri programmi di sviluppo daranno inoltre maggiore attenzione agli impianti che
producono in cascata energia elettrica e calore (specialmente quelli che usano fluidi
a medio-bassa temperatura), permettendo di migliorare il rendimento economico e
l’efficienza dei relativi impianti.
Tuttavia l’energia elettrica geotermica rappresenta solo lo 0,5% circa della
produzione elettrica mondiale.
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Diffusione della geotermia
Produzione di energia termica
Premesso che fare un censimento sicuro e completo degli usi
geotermici diretti mondiali è molto complicato, la potenza
termica e la quantità di calore geotermico usata nel mondo
possono essere solo stimate. Questi sono stati caratterizzati da
un tasso di crescita più o meno stabile nell’ultimo trentennio,
intorno al 10% all’anno, grazie soprattutto al contributo delle
pompe di calore, che coprono il 70% del mercato degli usi
diretti. Il potenziale energetico delle acque calde è assai ampio
in Europa, in Asia, America Centrale e Meridionale; ma nel
geotermico a uso diretto il primato nel 2010 è spettato agli Usa,
seguiti da Cina e Svezia.
L'Italia con 867 MW si colloca tra i primi posti per potenza
geotermica installata destinata agli usi diretti. Ma le cose
cambiano radicalmente se si va ad analizzare lo sfruttamento
dell' energia geotermica per la climatizzazione in ambito civile.
In questo settore il mercato italiano è cresciuto poco negli ultimi
anni rispetto a quanto avvenuto in altri Paesi europei come
Germania e Francia che vedono incrementi tripli rispetto a
quelli nazionali.
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Diffusione della geotermia
Nel contesto europeo, risulta quindi che le risorse geotermiche utilizzabili per la
produzione di energia elettrica sono piuttosto limitate ed irregolarmente distribuite.
Per gli usi diretti le condizioni di sfruttamento sono molto più favorevoli.
Nel breve termine non si prevedono significativi incrementi nella generazione di energia
elettrica, soprattutto per limitazioni di tipo decisionale e finanziario, e le applicazioni
finora descritte continueranno ad essere le uniche commercialmente utilizzabili.
Per gli usi diretti del calore geotermico si prevede invece un ulteriore sviluppo degli
impianti a pompe di calore in quei paesi che non usano ancora, se non marginalmente,
questa tecnologia (come la Spagna), nonché lo sviluppo di impianti combinati di
riscaldamento/raffrescamento.
È un dato di fatto che l'energia geotermica potrebbe fornire un contributo eccezionale al
mix energetico europeo e potrebbe arrivare a fornire il 20% della domanda di energia
primaria in Europa al 2030 nel rispetto dei parametri dettati dal protocollo di Kyoto.
Nel 2005 si sono risparmiati 270 milioni di barili di petrolio evitando così l’immissione in
atmosfera di 28, 118 e 137 milioni di t di CO2 rispetto a gas naturale, petrolio, carbone
rispettivamente. Minori emissioni in atmosfera anche per SOx e Nox.
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La situazione in Italia
Produzione di energia elettrica
Flusso termico tra 30 e 100 mW/m2, con
picchi nel settore tirrenico fino a 450 mW/m2 .
Due le principali aree geotermiche in
sfruttamento: Larderello-Travale/Radicondoli
e Monte Amiata. Il primo esperimento di
sfruttamento geotermico fu portato avanti a
Larderello nel 1904.
Nel 2012 772 MW installati, tutti in Toscana,
(rispetto ai 128.134,1 GW totali e 47,3 GW
totali da FER e in Italia), con produzione di
energia elettrica di 5.591,7 GWh (su un totale
di 299.275,9 GWh prodotti e di 92.222,4 GWh
da FER ), circa l’1,8% del fabbisogno nazionale.
Numerosità, potenza e produzione degli
impianti geotermoelettrici in Italia
(fonte GSE).
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La situazione in Italia
Produzione di energia elettrica
Mappa della classificazione geotermica del territorio italiano a
3000m dal piano campagna (elaborazione su software ArcGIS di
Calore at al., 1994).
Mappa dei flussi termici in Italia (elaborazioni su software
ArcGIS di Calore et al., 1994).
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La situazione in Italia
Produzione di energia elettrica
Le risorse ad alta temperatura adatte per la generazione di energia elettrica sono
concentrate, come visto, in poche aree della fascia pre-appenninica tosco-lazialecampana
Le prospettive di aumento della produzione di energia geotermoelettrica in Italia dai
tradizionali sistemi idrotermali, e con le attuali tecnologie, sono limitate.
C’è necessità di promuovere e sviluppare nuove tecnologie, non impiegate fino ad
oggi in Italia, quali l’EGS, i cicli binari (solo impianti pilota) e piccoli impianti locali.
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30
La situazione in Italia
Produzione di energia termica
 Le risorse di media e bassa temperatura adatte
per usi diretti del calore naturale si trovano in
Italia quasi dappertutto.
 Il loro sviluppo per scopi civili e industriali è
rimasto fino ad ora modesto.
 Fanno eccezione l’impiego delle acque calde per
scopi termali e nella serricoltura.
 Diffusione recente di teleriscaldamento urbano
con impianti a pompe di calore, mediante acque
di falda a bassa temperatura o acque superficiali
(es. Milano e Ferrara).
 Potenza termica totale installata al 2009 di circa
850 MWt, con un utilizzo complessivo di energia
termica di 10.000 TJ circa, suddivisi come
mostrato in figura.
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Aspetti legislativi e amministrativi
 L’energia geotermica nonostante “rinnovabile” è una “risorsa mineraria”.
 Pertanto, come le altre risorse minerarie, è patrimonio indisponibile dello Stato e la relativa
disciplina normativa (sino ad ora dettata dalla legge 9 dicembre 1986, n. 896) è di tipo minerario,
con previsione della fase di “ricerca” (durata massima di quattro anni prorogabile per un biennio)
e della fase di “coltivazione” (durata di trenta anni), entrambe disposte in regime di concessione.
 L’istituto della concessione permette di compensare il rischio che il ricercatore minerario assume
(l’operazione di ricerca mineraria è molto costosa ed aleatoria), ma appare ancora valido in
quanto si tratta di risorse pubbliche il cui sfruttamento economico è logico che avvenga tenendo
conto dell’interesse pubblico.
 Con il varo del decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22, vengono in particolare semplificate le
regole per ottenere le autorizzazioni necessarie all’attuazione di progetti di valorizzazione delle
risorse geotermiche a fini energetici.
 Attualmente, con il D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (cd. Bassanini), la gestione delle risorse
geotermiche ad alta entalpia, in terraferma, tra cui le funzioni di rilascio e controllo relative a
permessi di ricerca e concessioni di coltivazione di risorse geotermiche in terraferma, è delegata
alle singole Regioni.
Corso Fonti Rinnovabili di Energia – a.a. 2014/2015
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
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