ITALIANO III VE

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PROGRAMMA RECUPERO CARENZA FORMATIVA III VE
1.Letteratura:
Dante :
La Vita Nuova, Il Convivio, Il De vulgari eloquentia, il De Monarchia: sintesi del contenuto e
delle principali questioni presenti
La Divina Commedia: contesto, temi, significati, struttura, lingua e stile
Inferno:
canti I, III, V, VI (Ciacco), X (Farinata e la condanna degli epicurei), XIII, XXVI
(Ulisse), XXXIII ( il Conte Ugolino e l'arcivescovo Ruggeri)
Petrarca come nuova figura di intellettuale
Secretum
L'amore per Laura
Familiari
L'ascesa al Monte Ventoso
Canzoniere Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
Movesi il vecchierel
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
Chiare, fresche e dolci acque
Boccaccio
Decameron Proemio
La peste
Lisabetta da Messina
Nastagio degli Onesti
Federigo degli Alberighi
Andreuccio da Perugia
Calandrino e l'elitropia
Frate Cipolla
Ser Ciappelletto
L'Umanesimo e il Rinascimento
2.Letture estive:
tre romanzi di autori novecenteschi (quelli indicati in classe)
lettura e recensione
3.Produzione scritta:
svolgere sei temi (almeno uno deve essere della
tipologia saggio breve, uno di analisi del testo)
Titoli tracce:
TEMI DI ORDINE GENERALE
Crescere significa emanciparsi dalla tutela e dalla guida dei genitori e conquistare un’autonomia
dalla famiglia. A tuo parere la scuola, la società, la famiglia stessa aiutano i giovani a diventare
adulti?
Lista delle idee
·
I genitori faticano spesso ad accettare l’autonomia de figli
·
La mancanza di lavoro prolunga la dipendenza economica
·
Si è abbassata a diciotto anni l’età per diventare maggiorenni
·
Pur non condividendone i valori, la grande maggioranza dei giovani è contenta diu vivere in
famiglia
·
I giovani sono ugualmente liberi di fare quello che vogliono anche se restano con i genitori.
·
Solo l’entrata nel mondo del lavoro e l’indipendenza economica garantiscono la libertà
·
La scuola non impone regole e modelli forti di responsabilità
·
Situazione contraddittoria dei giovani: si chiede loro di comportarsi da adulti, ma viene loro offerta
una limitata responsabilità sociale e personale
“Ti rispetto, ma non ti accolgo” è una frase che esprime bene un atteggiamento diffuso tra la gente
di fronte all’aumento degli immigrati.
Inquadra il problema ed esprimi un tuo giudizio in proposito
Lista delle idee
·
La paura degli immigrati: c’è chi pensa che l’immigrazione porti via lavoro e sia un danno
·
·
In presenza di sacche di povertà gli immigrati possono scatenare una guerra tra poveri
L’immigrazione invece è vantaggiosa anche se pone problemi: è utile allo sviluppo economico del
nostro paese, comporta vantaggi demografici perché ringiovanisce la popolazione, la pluralità etnica
e culturale è ricchezza per un popolo, etc.
·
L’odierna immigrazione pone problemi nuovi di convivenza sociale e culturale
·
L’accoglienza è un atto di solidarietà e di razionalità
·
L’immigrazione è sintomo della disuguaglianza tra Paesi ricchi e Paesi poveri
·
E’ destinata ad aumentare
·
E’ meglio lasciarsi cogliere impreparati o pensare a come gestire le future ondate migratorie?
Lo sport nella società contemporanea occupa un ruolo significativo, ma non sempe limpido. E'
ancora un mezzo valido di formazione alla fatica e alla collaborazione con gli altri, oppure
l'aggressività, la competizione, il risultato a qualunque costo ne hanno stravolto inevitabilmente la
fisionomia?
Analizzate luci ed ombre che circondano le attività sportive, a livello tanto amatoriale che
professionistico.
Comunicare le emozioni: un tempo per farlo si scriveva una lettera, oggi si invia un sms.
Così idee e sentimenti viaggiano attraverso abbreviazioni e acronimi, in maniera veloce e funzionale.
E' una nuova forma di comunicazione che ha cambiato le relazioni tra gli uomini: mentre quella di ieri
era una comunicazione anche fisica, fatta di scrittura e attesa, quella di oggi è incorporea,
impersonale e immediata.
Affronta l'argomento , illustrandone, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze personali, gli
aspetti che ritieni più significativi
"Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi
quel che costi, perchè è in ciò che sta l'essenza della dignità umana".
Commenta,anche alla luce delle tue esperienze , l'affermazione di Giovanni Falcone (Palermo, 18
maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992)
A nessuno, neanche allo Stato , è consentito di togliere la vita: è questo il principio morale che anima
il movimento crescente di tutti coloro che, da parti diverse e talora contrapposte, chiedono
l’abolizione della condanna a morte ancor oggi vigente in molti paesi del mondo.
Affronta la questione proposta, soffermandoti sulla situazione attuale e accenna, con riflessioni
personali, alle ragioni addotte sia a sostegno che contro la pena capitale.
Conoscere, comprendere ed esprimere le proprie emozioni è indispensabile per vivere in maniera
autentica. Purtroppo, però, non siamo abituati a dar loro la giusta importanza; al contrario, siamo,
nella maggior parte dei casi, educati a soffocarle. A un noto studioso statunitense, Daniel Goleman,
si deve la diffusione del concetto di “intelligenza emotiva”, vale a dire la capacità di armonizzare
mente e cuore, ragione e sentimento, che si può apprendere, perfezionare ed insegnare.
Rifletti su quanto scritto sopra provando a definire che cos’ è per te un’emozione.
Fai qualche esempio di emozioni negative e positive provate di recente.
Ascolta attentamente il tuo corpo quando sei contento. Quali reazioni fisiche avverti? Quando sei
triste, invece, cosa ti succede?
Racconta un avvenimento che ti ha causato una forte emozione, negativa o positiva.
8 milioni e mezzo di bambini nel mondo sono ridotti in schiavitù
246 milioni di minori sono sfruttati nel mondo
400 mila donne, di età inferiore ai 18 anni e provenienti dai paesi dell’Est, sono costrette a prostituirsi
in Europa
16 milioni e mezzo di minori sono sfruttati in Africa (140 mila in Italia)
4 milioni di essi sono avviati al lavoro nero ed esso porta 60 mila dollari al giorno ai loro sfruttatori
(in La Repubblica, 11 gennaio 2004)
E il mondo occidentale civilizzato, così attento, a suo dire, all’infanzia sta a guardare?
Rifletti sull’argomento proposto e trai alcune tue conclusioni
“Uno dei valori di cui la civiltà occidentale parla molto è l’accettazione delle differenze. Teoricamente
siamo tutti d’accordo, è politically correct dire in pubblico di qualcuno che è gay, ma poi a casa si
dice ridacchiando che è un frocio. Come si fa ad insegnare l’accettazione della differenza?
L’Academie Universelle des Cultures ha messo in linea un sito dove si stanno elaborando materiali
su temi diversi ( colore, religione, usi e costumi e così via) per gli educatori di qualsiasi paese che
vogliono insegnare ai loro scolari come si accettano coloro che sono differenti da loro. Anzitutto si è
deciso di non dire bugie ai bambini, affermando che tutti siamo uguali. I bambini si accorgono
benissimo che alcuni vicini di casa o compagni di scuola non sono uguali a loro, hanno una pelle di
colore diverso, gli occhi tagliati a mandorla, i capelli più ricci o più lisci, mangiano cose strane, non
fanno la prima comunione. Né basta dirgli che sono tutti figli di Dio, perché anche gli animali sono
figli di Dio, eppure i ragazzi non hanno mai visto una capra in cattedra a insegnargli l’ortografia.
Dunque bisogna dire ai bambini che gli esseri umani sono molto diversi tra loro, e spiegare bene in
che cosa sono diversi, per poi mostrare che queste diversità possono essere una fonte di
ricchezza.”
(U.Eco, Le guerre sante, passione e ragione, da La Repubblica, 5/10/2001)
Si dice da parte di alcuni esperti che la forza delle immagini attraverso cui viene oggi veicolata gran
parte delle informazioni, rischia, a causa dell'impatto immediato e prevalentemente emozionale,
tipico del messaggio visivo, di prendere il sopravvento sul contenuto concettuale del messaggio
stesso e sulla riflessione critica del destinatario. Ma si dice anche, da parte opposta, che è proprio la
immagine a favorire varie forme di apprendimento, rendendone più efficaci e duraturi i risultati.
Discuti criticamente i due aspetti della questione proposta, avanzando le tue personali
considerazioni.
“Il fine di un serio percorso educativo è la “strutturazione dell’identità personale” degli allievi.
Questo significa che il compito più importante della scuola è aiutare i suoi alunni ad individuare e
costruire la propria personalità, a scoprire e perfezionare le caratteristiche e le differenze che
rendono ciascuno un soggetto unico, a rendersi riconoscibili a se stessi e agli altri.
Rendere possibile questo percorso e conseguire questo obiettivo non è tuttavia, come
qualcuno oggi sembra credere, un problema psicologico, da affrontare come se alle bambine
e ai bambini presenti a scuola si dovesse offrire qualcosa di simile ad una psicoterapia.
L’identità si costruisce con la conoscenza, perché ciascuno diventa se stesso grazie alle
cose che sa e che sa esprimere, alla capacità di manifestare preferenze, di fare comparazioni
ed esprimere giudizi. E la capacità di osservare e scoprire il mondo si conquista attraverso gli
strumenti intellettuali e culturali contenuti in quei “saperi” che gli insegnanti offrono agli
alunni. Saperi come la lettura, la scrittura, la matematica e la geometria, le scienze e la
musica, che ogni ragazzo,se ben guidato e aiutato, elaborerà in modo personale. Infatti,
grazie agli alfabeti, ai linguaggi, al patrimonio di idee e di chiavi di lettura della realtà di cui
solo a scuola ci si può impadronire, l’allievo scoprirà e costruirà la propria visione del mondo
e la propria identità personale.”
(prof. Marco Dallari, pedagogista dell’Università di Trento).
Dopo aver analizzato attentamente il pensiero del prof. Dallari, sintetizzane brevemente i punti
salienti e confrontalo con la tua “idea” di scuola, con le tue attuali aspettative all’inizio di questo
impegnativo quadriennio di scuola superiore.
Autorevoli operatori sanitari sostengono che la distinzione tra droghe cosidette “leggere” e
“pesanti” non ha più alcuna validità , perché sostanze stupefacenti un tempo ritenute “leggere” sono
oggi diffuse conn concentrazioni estremamente dannose, a volte letali, e producono danni
irreversibili non soltanto a lungo termine, ma anche nell’immediato.
Ti pare che tra i giovani vi sia un’adeguata percezione del pericolo che tali sostanze rappresentano?
Quale atteggiamento è diffuso nei confronti delle “pasticche” e di sostanze analoghe?
Quali ragioni possono spingere un giovane a farne uso?
Quali motivazioni possono invece aiutare a tenersene lontani?
Vegetariano, vegano o onnivoro?
Già il filosofo Feuerbach asseriva che noi “siamo quel che mangiamo”. E il cibo influenza non solo il
fisico, ma anche la coscienza e il modo di pensare.
Esprimi il tuo giudizio (o la tua scelta) sostenendolo con argomentazioni efficaci.
Scegli una delle seguenti frasi e commentale, costruendo un testo che sviluppi l’argomento in modo
personale e critico e che sia, possibilmente, ricco di esempi anche presi dalle proprie esperienze
personali:
1.
2
“Non è mai stato bene aggiustare i vestiti. Buttateli via quando hanno dei buchi e
compratene di nuovi. Aggiustare è antisociale” (A.Huxley, Il mondo nuovo)
“La libertà consiste nel fare ciò che si desidera” (J.S.Mill, La libertà)
3
“Le leggi sono ragnatele che le mosche grosse sfondano mentre le piccole ci restano
impigliate” (H.de Balzac, La casa Nucingen)
4
“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il
proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la miglior
approssimazione concreta della felicità sulla terra; ma questa è una verità che molti non
conoscono” (P.Levi, La chiave a stella)
5
“In guerra, qualunque parte possa vantarsi di aver vinto, non ci sono vincitori, tutti
sono perdenti.” (N.Chamberlain, primo ministro inglese, 3 luglio 1938)
REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE
Sviluppa l’argomento scelto in forma di “saggio breve”, interpretando e confrontando i documenti e i dati
forniti.
Argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
ARGOMENTO: Da Gutenberg al libro elettronico: modi e strumenti della comunicazione
DOCUMENTI
1. "L'homo sapiens che moltiplica il proprio sapere è il cosiddetto uomo di Gutenberg. È vero che la Bibbia
stampata da Gutenberg tra il 1452 e il 1455 ebbe una tiratura (per noi, oggi, risibile) di 200 copie. Ma quelle
200 copie erano ristampabili. Il salto tecnologico era avvenuto. E dunque è con Gutenberg che la
trasmissione scritta della cultura diventa potenzialmente accessibile a tutti.
Il progresso della riproduzione a stampa fu lento ma costante e culmina nell'avvento - a cavallo tra il
Settecento e l'Ottocento - del giornale che si stampa ogni giorno, del "quotidiano". Nel contempo, dalla metà
dell'Ottocento in poi comincia un nuovo e diverso ciclo di avanzamenti tecnologici. Primo, l'invenzione del
telegrafo, poi quella del telefono (di Alexander Graham Bell). Con queste due invenzioni spariva la distanza e
cominciava l'era delle comunicazioni immediate. La radio, anch'essa un eliminatore di distanze, aggiunge un
nuovo elemento: una voce facile da diffondere in tutte le case. La radio è il primo formidabile diffusore di
comunicazioni; ma un diffusore che non intacca la natura simbolica dell'uomo.
[...] La rottura avviene, alla metà del nostro secolo, con la televisione.
La televisione - lo dice il nome - è "vedere da lontano" (tele), e cioè portare al cospetto di un pubblico di
spettatori cose da vedere da dovunque, da qualsiasi luogo e distanza. E nella televisione il vedere prevale
sul parlare, nel senso che la voce in campo, o di un parlante, è secondaria, sta in funzione dell'immagine,
commenta l'immagine. Ne consegue che il telespettatore è più un animale vedente che non un animale
simbolico. Per lui le cose raffigurate in immagini contano e pesano più delle cose dette in parole. E questo è
un radicale rovesciamento di direzione, perché mentre la capacità simbolica distanzia l'homo sapiens
dall'animale, il vedere lo ravvicina alle sue capacità ancestrali, al genere di cui l'homo sapiens è specie.
[...] I veri studiosi continueranno a leggere libri, avvalendosi di Internet per i riempitivi, per le bibliografie e le
informazioni che prima trovavano nei dizionari; ma dubito che se ne innamoreranno."
G. SARTORI, Homo videns, Laterza Bari 1997
2. "Attraverso il disegno e la stampa, già nei secoli scorsi, l'uomo aveva catturato e imparato a governare
l'immagine. Solo in questo secolo è stato capace di realizzare una delle sue più antiche ambizioni: quella di
catturare, riprodurre, trasmettere a distanza i suoni delle voci e delle cose.
La galassia Gutenberg ha fatto piombare il mondo nel silenzio. La galassia multimediale gli ha ridato voce,
ne ha moltiplicato le immagini acustiche."
R. MARAGLIANO, Nuovo manuale di didattica multimediale, Laterza Bari 1998
3. "La rivoluzione dell'editoria comincia a primavera. E nell'arco di pochi anni si verificheranno tali
trasformazioni nella produzione di libri e nella loro distribuzione (ma anche in quella dei giornali) che alla fine
tutto apparirà radicalmente mutato. Addio carta, addio biblioteche con chilometri di scaffali dal pavimento al
soffitto. La rivoluzione si chiama eBook. ... Gli eBook, conclude Fabio Falzea [responsabile delle relazioni
strategiche della Microsoft Italia], saranno il più grosso fattore di accelerazione della cultura dopo
Gutenberg".
L. SIMONELLI, "Tuttoscienze", 23 febbraio 2000
ARGOMENTO: L'acqua, risorsa e fonte di vita
DOCUMENTI
H²O UNA BIOGRAFIA DELL'ACQUA: H²O è l'unica formula chimica che tutti conoscono. Ed è giusto che sia
così: l'acqua non è solo la sostanza più diffusa sulla terra, ma è la condizione necessaria, la fonte, la matrice
della vita. In tutti gli antichi miti della creazione, in principio era l'acqua: nella Bibbia "lo spirito di Dio
aleggiava sulle acque"; nel Regveda, tutto "era acqua indistinta". Quando la spogliamo dei suoi abbellimenti
simbolici, della sua associazione con la purezza, l'anima, la maternità, la vita e la giovinezza; anche quando
la riduciamo ad un fenomeno da laboratorio, chimico o geologico che sia, l'acqua continua ad affascinarci.
Molecola a prima vista molto semplice, nondimeno l'acqua lancia alla scienza sfide sempre difficili."
Ph. BALL, H²O una biografia dell'acqua, Rizzoli 2000
USI E SPRECHI: "Destino veramente strano quello dell'acqua: se un essere umano ne è privato solo per
pochi giorni, muore. Se una zona attraversa un lungo periodo di siccità, migliaia o addirittura milioni di
persone muoiono di fame. Senza di essa, niente può vivere, crescere, produrre. E tutto questo si riflette nelle
idee che ci facciamo sull'acqua e nella sacralità che spesso ancora la circonda. Allo stesso tempo, però,
l'acqua è sprecata, sporcata, ignorata e dimenticata forse più di qualunque altra risorsa naturale."
M. FONTANA, L'acqua, natura, uso, consumo, inquinamento e sprechi, Editori riuniti, 1984
ACQUA, FONTE DI SICUREZZA ALIMENTARE: " Affinché vi sia cibo occorre che vi sia acqua. E' quindi
fondamentale investire per garantire la disponibilità e l'uso efficiente delle risorse idriche, in un indispensabile
contesto di salvaguardia ambientale. Acqua e cibo rappresentano il motore di quello sviluppo autosostenibile
cui tutti dobbiamo dare priorità assoluta."
Introduzione a "Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione 2002" da parte del
presidente del Consiglio dei Ministri
PROSPETTIVE FUTURE: "La società contemporanea si è abituata all'idea che risorse essenziali per la vita
e per le attività economiche e produttive, come l'acqua, siano inesauribili, a portata di mano, sempre
disponibili. Non tutti sanno, tuttavia, che questa fondamentale risorsa è limitata e, in alcune situazioni,
comincia anche a scarseggiare. Occorre, quindi, migliorare la conoscenza e la tutela dell'acqua come
elemento fondamentale esistente in natura e dell'acqua come risorsa per lo sviluppo, necessaria per la vita,
per la salute, per le città e per le campagne, e in particolare per l'agricoltura e per una sana alimentazione...
In futuro ? è ormai evidente ? l'acqua diventerà sempre più un bene prezioso ed insostituibile, anche raro. Le
difficoltà di approvvigionamento, il declino della qualità, la penuria, il consumo disattento, gli sprechi
dell'acqua sono già motivo di preoccupazione… L'acqua non dovrà essere un fattore di incertezza o, nel
caso delle catastrofi, minaccia per la popolazione del mondo, anche nei luoghi dove il clima favorevole, le
piogge, l'innevamento, l'alternarsi delle stagioni l'hanno resa abbondante."
Atti della Giornata mondiale per l'alimentazione 2002
È L'ANNO DELLA VITA: "E' certamente una coincidenza che il 2003, atteso da tempo per celebrare i
cinquant'anni dalla scoperta della struttura a doppia elica del Dna, sia stato dedicato anche all'acqua.
L'accostamento non poteva essere, comunque, più pertinente. Il Dna è, soprattutto nell'immaginario
collettivo, il simbolo biologico della vita, ed è un luogo non meno comune che l'acqua è una condizione
indispensabile per la vita. Nonché un ambiente che offre straordinarie opportunità evolutive. Con
conseguenze non sempre benefiche per l'uomo: nel passaggio a una civiltà più sedentaria l'acqua ha infatti
cominciato a rappresentare un grave rischio di morte per l'umanità, veicolando gli agenti di malattie come il
tifo e il colera o favorendo lo sviluppo di artropodi in grado di trasmettere virus, o parassiti come la malaria. Il
rapporto fra acqua e vita è stato intuito da molti miti della creazione, in particolare presso quelle civiltà che si
svilupparono sulle sponde dei grandi fiumi e fatto proprio addirittura dal primo filosofo naturalista, Talete."
G. CORBELLINI, Una molecola nell'oceano, in IL SOLE 24 ORE, 5 gennaio 2003
"La molecola è sempre H2O ma in molte parti del mondo è marrone, sporca di fango e portatrice di funghi e
batteri e quindi di malattie e di morte: Oppure è assente del tutto. Per l'Organizzazione mondiale della Sanità
la situazione peggiora: nel 2025 l'oro blu potrebbe essere insufficiente per due persone su tre. Urgono nuovi
accordi internazionali. L'acqua è un problema globale, ma a differenza del riscaldamento del clima, è
affrontabile su scala locale. Lo stress idrico è, per esempio, spesso causato da sprechi locali: in primo luogo
dalle inefficienze in agricoltura (attività per la quale utilizziamo il 70% dell'acqua), ma anche da semplici,
stupide perdite delle tubature o contaminazioni evitabili… Ma ciò che in Italia è un problema, in Bangla Desh
può diventare un dramma. Fino a una trentina di anni fa, tutti bevevano acqua contaminata dalle fognature.
Ascoltando i geologi, però, si scopre che basterebbe scavare i pozzi a una profondità di 80 metri, anziché di
50 circa per eliminare il problema alle radici nel 99% dei casi."
M. MERZAGORA, Un patto sul colore dell'acqua, in IL SOLE 24 ORE, 5 gennaio 2003
L'EMERGENZA IDRICA E LA STIMOLAZIONE DELLA PIOGGIA: "L'agricoltura italiana può contare sempre
meno sulle piogge… Una situazione che provocherà pesanti ripercussioni economiche se si considera che
più del 50% del valore lordo della produzione agricola italiana dipende dall'irrigazione e che i due terzi del
valore delle esportazioni è costituito da prodotti che provengono da territori irrigati. Alla stimolazione delle
piogge si lavora nei Paesi più avanzati al mondo, come gli Stati Uniti, e in nazioni, come Israele, che hanno
adottato la tecnologia italiana e si avvalgono della consulenza dei nostri esperti. Non solo. Il convegno
dell'Organizzazione meteorologica mondiale ha riaffermato, lo scorso anno a Ginevra, il grande interesse per
la stimolazione della pioggia riprendendo l'indicazione data dalla Conferenza di Rio de Janeiro che cita
questa tecnologia quale sistema di lotta alla desertificazione della terra. Cos'è la stimolazione della pioggia?
La tecnologia messa a punto da un'associazione italiana riproduce in sostanza il processo naturale di
formazione delle precipitazioni. Ci si avvale di piccoli aerei che volano alla base dei sistemi nuvolosi,
rilasciando microscopiche particelle di ioduro di argento in grado di accelerare il processo di condensazione
trasformando il vapore in pioggia che cade al suolo."
AGRICOLTURA, marzo/aprile 2002
ARGOMENTO: Social Network, Internet, New Media.
«Immagino che qualcuno potrebbe dire: “Perché non mi lasciate da solo? Non voglio far parte della vostra
Internet, della vostra civiltà tecnologica, o della vostra società in rete! Voglio solo vivere la mia vita!” Bene, se
questa è la vostra posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso
saranno le reti ad occuparsi di voi.
Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la
società in rete.Perché viviamo nella Galassia Internet.»
M. CASTELLS¸ Galassia Internet, trad. it., Milano 20072
«C’è una mutazione in atto ed ha a che fare con la componente “partecipativa” che passa attraverso i media.
Quelli nuovi caratterizzati dai linguaggi dell’interattività, da dinamiche immersive e grammatiche connettive.
[...] Questa mutazione sta mettendo in discussione i rapporti consolidati tra produzione e consumo, con
ricadute quindi sulle forme e i linguaggi dell’abitare il nostro tempo. Questo processo incide infatti non solo
sulle produzioni culturali, ma anche sulle forme della politica, sulle dinamiche di mercato, sui processi
educativi, ecc. [...] D’altra parte la crescita esponenziale di adesione al social network ha consentito di
sperimentare le forme partecipative attorno a condivisione di informazioni e pratiche di intrattenimento,
moltiplicando ed innovando le occasioni di produzione e riproduzione del capitale sociale.»
G. BOCCIA ARTIERI, Le culture partecipative dei media. Una introduzione a Henry Jenkins, Prefazione a
H. JENKINS, Fan, Blogger e Videogamers. L’emergere delle culture partecipative nell’era digitale, Milano
2008
«Ciò che conosciamo, il modo in cui conosciamo, quello che pensiamo del mondo e il modo in cui riusciamo
a immaginarlo sono cruciali per la libertà individuale e la partecipazione politica. Il fatto che oggi così tanta
gente possa parlare, e che si stia raggruppando in reti di citazione reciproca, come la blogosfera, fa sì che
per ogni individuo sia più facile farsi ascoltare ed entrare in una vera conversazione pubblica. Al contempo,
sulla Rete ci sono un sacco di sciocchezze. Ma incontrare queste assurdità è positivo. Ci insegna a essere
scettici, a cercare riferimenti incrociati e più in generale a trovare da soli ciò che ci serve. La ricerca di fonti
differenti è un’attività molto più coinvolgente e autonoma rispetto alla ricerca della risposta da parte di
un’autorità.»
Y. BENKLER, Intervista del 10 maggio 2007, in omniacommunia.org
«Siamo in uno stato di connessione permanente e questo è terribilmente interessante e affascinante. È una
specie di riedizione del mito di Zeus Panopticon che sapeva in ogni momento dove era nel mondo, ma ha
insito in sé un grande problema che cela un grave pericolo: dove inizia il nostro potere di connessione inizia
il pericolo sulla nostra libertà individuale. Oggi con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque,
sapere con chi parla, dove si trova, come si sposta. Mi viene in mente Victor Hugo che chiamava tomba
l’occhio di Dio da cui Caino il grande peccatore non poteva fuggire. Ecco questo è il grande pericolo insito
nella tecnologia, quello di creare un grande occhio che seppellisca l’uomo e la sua creatività sotto il suo
controllo. [...] Come Zeus disse a Narciso “guardati da te stesso!” questa frase suona bene in questa fase
della storia dell’uomo.»
D. DE KERCKHOVE, Alla ricerca dell’intelligenza connettiva, Intervento tenuto nel Convegno Internazionale
“Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova Informazione” – Novembre 2001
«Agli anziani le banche non sono mai piaciute un granché. Le hanno sempre guardate col cipiglio di chi
pensa che invece che aumentare, in banca i risparmi si dissolvono e poi quando vai a chiederli non ci sono
più. [...] È per una curiosa forma di contrappasso che ora sono proprio gli anziani, e non i loro risparmi, a
finire dentro una banca, archiviati come conti correnti. Si chiama “banca della memoria” ed è un sito internet
[...] che archivia esperienze di vita raccontate nel formato della videointervista da donne e uomini nati prima
del 1940. [...] È una sorta di “YouTube” della terza età.»
A. BAJANI, «YouTube» della terza età, in “Il Sole 24 ORE”, 7 dicembre 2008
«Una rivoluzione non nasce dall’introduzione di una nuova tecnologia, ma dalla conseguente adozione di
nuovi comportamenti. La trasparenza radicale conterà come forza di mercato solo se riuscirà a diventare un
fenomeno di massa; è necessario che un alto numero di consumatori prendano una quantità enorme di
piccole decisioni basate su questo genere di informazioni. […] Grazie al social networking, anche la reazione
di un singolo consumatore a un prodotto si trasforma in una forza che potrebbe innescare un boicottaggio
oppure avviare affari d’oro per nuove imprese. [...] I più giovani sono sempre in contatto, attraverso Internet,
come non è mai accaduto prima d’ora e si scambiano informazioni affidabili, prendendosi gioco, al
contempo, di quelle fonti su cui si basavano le generazioni precedenti. Non appena i consumatori –
specialmente quelli delle ultime generazioni – si sentono compiaciuti o irritati per la cascata di rivelazioni che
la trasparenza offre sui prodotti, diffondono istantaneamente le notizie.»
D. GOLEMAN, Un brusio in rapida crescita, in Intelligenza ecologica, Milano 2009
ARGOMENTO: Della felicità e di altri misteri
“Non sono infatti conviti e le feste continue, né la pratica sessuale con donne e fanciulli, né il pesce pregiato
e quanto offre una mensa raffinata a rendere la vita felice, ma il lucido calcolo che valuta le cause di ogni
scelta in positivo o in negativo e respinge le false opinioni, fonte del grandissimo turbamento cui vanno
soggette le anime.
Di tutte queste cose il principio e il bene maggiore è la saggezza. Perciò addirittura più apprezzabile della
filosofia è la saggezza, da cui derivano tutte le altre virtù; quella saggezza che insegna come non sia
possibile vivere felici se non si conduce una vita ragionevole, specchiata e giusta, e come non sia d’altra
parte possibile condurre una vita ragionevole, specchiata e giusta senza vivere felici.”
( Epicuro, Lettera sulla felicità)
“E’ felice dunque chi giudica rettamente. E’ felice chi è contento della sua condizione, qualsiasi essa sia, e
gode di quello che ha. E ’felice chi affida alla ragione la condotta di tutta la sua vita”
(L.A.Seneca,Sulla felicità)
“Questo è dunque il pieno appagamento dello spirito, questa è la felicità: conoscere con vivo sentimento
religioso da chi l’uomo è indirizzato alla verità, da quale verità è beatificato e mediante quale principio si
ricongiunge alla misura ideale. E questi tre principi sono il Dio unico ed unica sussistenza per coloro che
sanno intendere dopo aver superato la falsità della multiforme superstizione pagana.”
(Sant’Agostino, La felicità, all’interno dei Dialoghi I )
“La definizione di esistenza felice potrebbe essere questa: un’esistenza tale che,considerata in termini
puramente oggettivi – ovvero ( poiché qui è in gioco un giudizio soggettivo) con una riflessione fredda e
matura - , sarebbe decisamente da preferirsi alla non-esistenza. Il concetto di un’esistenza siffatta implica
che dovremmo esserle attaccati per ciò che essa è in se stessa e non solo per paura della morte, il che
implica sua volta che desideriamo vederla durare all’infinito. Come è noto, alla domanda se la vita umana
corrisponda, o possa corrispondere, a questo concetto di esistenza, la mia filosofia dà una risposta
negativa.”
( A.Schopenhauer,L’arte di essere felici)
“Felice è l’uomo che vive obiettivamente, che ha affetti liberi e vasti interessi, che si assicura la felicità
mediante questi interessi e questi affetti e mediante il fatto che essi, a loro volta, fanno di lui un oggetto di
interesse e di affetto per molti altri. Essere oggetto d’amore è una causa potente di felicità, ma l’uomo che
chiede amore non è colui al quale viene concesso. L’uomo che riceve l’amore è, generalmente, colui che lo
dà.”
(B.Russell, La conquista della felicità)
“L’anima umana ( e così tutti gli esseri viventi) desidera sempre essenzialmente, e mira unicamente, benchè
sotto mille aspetti, al piacere, ossia alla felicità, che considerandola bene, è tutt’uno col piacere. Questo
desiderio e questa tendenza non ha limiti, perché è ingenita o congenita coll’esistenza, e perciò non può
avere fine in questo o quel piacere, che non può essere infinito, ma solamente termina colla vita.(…) Quindi
non può essere alcun piacere(…)”
(Leopardi, La teoria del piacere, nello Zibaldone)
Persone felici
Persone non felici
Non sa
Svizzera
94,5
3,6
1,9
Stati uniti
90,4
7,8
1,8
Gran Bretagna
89,4
8,5
2,1
Giappone
87,6
8,3
4,1
Norvegia
84,9
10,7
4,4
Francia
84,7
10,1
5,2
Italia
71,4
26,4
2,2
(Fonte Censis- Issp)
ARGOMENTO: La riscoperta della necessità di «pensare»
DOCUMENTI
«A che serve la filosofia? A niente, e a nessuno. Non serve, anzitutto perché non ha uno scopo cui essere
asservita. E non serve a nessuno, dal momento che se ha una storia e una tradizione è perché non conosce
autorità. … Ovunque e in nessun luogo la filosofia si dispiega come libero esercizio del pensiero, che si
sottrae a qualunque rigida norma o definizione… Se incontra un qualche confine è solo per oltrepassarlo,
come hanno compreso molti tra quelli che invadono in questi giorni Modena in occasione del "Festival
Filosofia". Parecchi sono rimasti sorpresi dal successo di una simile iniziativa, in un tempo, il nostro, che
sembrerebbe sempre più quello dell'indifferenza... Eppure, anche là dove pare sia nata, cioè nell'antica
Grecia, la ricerca filosofica aveva i propri "festival", come ci hanno mostrato magnificamente i dialoghi
platonici. Non era (come non è neanche oggi) una pura e semplice celebrazione: il Socrate raccontato da
Platone sapeva fin troppo bene come chi infrange gli stereotipi del sacro e del profano, del giusto e
dell'ingiusto (noi diremmo di quello che è o non è politicamente corretto), rischi persino la vita, poiché è con
questa che alla fine il filosofo è costretto a fare i conti… Mi ha colpito a Modena soprattutto la diffusa
consapevolezza del carattere pubblico della filosofia, della sua necessità di tradursi in un dialogo in cui
qualunque "io" ha bisogno di un "tu" per essere tale, in un dialogo che può portare anche (e forse deve) allo
scontro tra diverse ragioni - una sorta di lotta che si legittima nella capacità di ciascuno di argomentare le
proprie tesi, senza alcuna pretesa di disporre di una qualche soluzione definitiva e che si concreta in un
prender partito che impone decisioni, anche radicali, senza per questo misconoscere il diritto di quelle
altrui.».
G. GIORELLO,
Filosofia in piazza. Cercando il dialogo fuori dalle accademie, IL CORRIERE DELLA SERA, 21/9/2003
«… tra le tendenze culturali positive del 2003 dobbiamo registrare quella che chiameremo la "filosofomania".
Non saremo ai milioni di persone che costituiscono l'audience dei giochi a quiz o dei varietà televisivi; ma udite udite - stiamo assistendo a una ripresa d'interesse generalizzata per la disciplina descritta dai detrattori
come quella "con la quale e senza la quale si rimane tale e quale"... È solo una moda passeggera o c'è di
più?… "Direi che dopo la caduta delle ideologie classiche, la filosofia da una parte si è affrancata dal
vassallaggio nei confronti della politica, dall'altra ha trovato nuovi canali di espressione nei mezzi di
comunicazione di massa (televisione, giornali). Questo processo si è poi incontrato con una spinta
proveniente dal basso. Dopo la crisi delle grandi chiese ideologiche, vere e proprie agenzie donatrici di
senso (in primis il Partito), e dopo un breve ma stancante periodo di fast food intellettuale procacciato dalle
televisioni, cioè di consumo rapido e commerciale di idee e stili di vita, emerge con chiarezza che, come
esseri umani, non possiamo fare a meno di un bisogno personale di orientamento… La filosofia deve restare
una disciplina rigorosa, non una collazione di idee o citazioni edificanti. Ferma restando questa esigenza, è
molto positivo che la filosofia torni nell'agorà e si esplichi nel dialogo e attraverso l'oratoria e la persuasione.
È un ritorno a Socrate… La filosofia è spirito critico. In questo senso essa può dare molto alla società. Non
però nel senso che i filosofi abbiano una voce privilegiata nel dibattito pubblico, ma in quello che la funzione
filosofica, che può essere svolta da chiunque, è un lievito straordinario per la vita in comune. In questo senso
la filosofia è profondamente democratica».
Intervista a Remo Bodei, in Corrado OCONE, Prendiamola con filosofia, IL MATTINO, 30/12/2003
«Nulla e nessuno è mai completamente al riparo dal luogo comune, dal fanatismo, dalla stupidità. Anche la
filosofia è in grado di provocare, e ha certamente provocato, disastri, non diversamente dalla scienza… ciò
accade soprattutto quando si combini con saperi più o meno occulti ed esoterici, tradizionalisti o apocalittici.
… Ma, in generale, possiamo affermare che, proprio come la scienza, la filosofia nel suo insieme non è certo
priva di ambiguità. Eppure, ne abbiamo sempre più bisogno. … la voglia di filosofia cresce, e forse
paradossalmente cresce proprio in Italia, il paese più "ricco" di cattedre e istituzioni…. La filosofia può
scendere dal piedestallo specialistico e avvicinarsi ai problemi delle persone. Il suo campo d'azione … si
dilata alle "zone calde" della nostra cultura: le neuroscienze, le scienze sociali, l'etica economica, per non
parlare della bioetica.»
Mario BAUDINO, Ricca e vestita vai, filosofia, LA STAMPA, 29/4/2003
«La filosofia richiede una meditazione solitaria, ma ha anche l'esigenza di comunicare, discutere e mettere
alla prova le idee in uno spazio pubblico. In termini provocatori, si occupa di luoghi comuni. Simili alle piazze
o ai punti di incontro in cui gli uomini scambiano i loro prodotti ed elaborano i loro vissuti, essi non sono da
confondere con le banalità. Si tratta piuttosto di zone di estrema condensazione e sedimentazione di
esperienze e di interrogativi, virtualmente condivisi da tutti perché toccano esperienze inaggirabili, sebbene
poco esprimibili in discorsi che non risultino superficiali (la vita, la morte, la verità, la bellezza, la condotta
morale, l'amore). La maggior parte di noi, in questi casi, è come quei cani ai quali, si dice, manca solo la
parola. La grande filosofia al pari della grande arte dà loro voce in forma perspicua, articolata e premiante.
Ognuno di noi, nascendo, trova un mondo già fatto, ma in costante trasformazione, a causa del succedersi
nel tempo delle generazioni e del mescolarsi nello spazio geografico di popoli e civiltà. Ognuno comincia una
nuova storia, al cui centro inevitabilmente si pone. Nel corso della vita cerca così di dare senso agli
avvenimenti in cui è impiegato, alle idee che gli attraversano la mente, alle passioni che lo impregnano e ai
progetti che lo guidano. Di quali basi e criteri affidabili può disporre? ... Per comprendere la funzione e la
rilevanza della filosofia contro quanti ritengono che non giunga alle certezze della scienza, alle consolazioni
della fede o al fascino delle arti, compiamo un esperimento mentale, proviamo ad immaginare come sarebbe
il nostro mondo senza di essa».
Remo BODEI, Perché c'è fame di filosofia, IL MESSAGGERO, 19/9/2003
«Il filosofo si riconosce dal fatto che egli ha, inseparabilmente, il gusto dell'evidenza e il senso
dell'ambiguità… Ciò che del filosofo è caratteristico è il movimento incessante che dal sapere riconduce
all'ignoranza e dall'ignoranza al sapere….La debolezza del filosofo è la sua virtù … Il mistero è in tutti come
è in lui. Che cosa dice il filosofo dei rapporti dell'anima col corpo se non ciò che ne sanno tutti gli uomini…?
Che cosa insegna sulla morte, se non che è nascosta nella vita, come il corpo nell'anima…? Il filosofo è
l'uomo che si risveglia e che parla, e l'uomo ha in sé, silenziosamente, i paradossi della filosofia, perché, per
essere davvero uomo, bisogna essere un po' di più e un po' di meno che uomo».
M. MERLEAU-PONTY, Elogio della filosofia, 1953
ARGOMENTO:Conoscenza, lavoro e commercio nell'era di INTERNET
DOCUMENTI
"Cento anni fa, il 12 Dicembre 1901, i tre punti del codice Morse che stanno per la lettera "s" passarono per
la prima volta da una sponda all'altra dell'Atlantico, attraversarono l'etere. Non lungo un cavo sottomarino ma
nell'aria, da una stazione trasmittente in Cornovaglia a una piccola costruzione distante tremila chilometri
con sopra, appeso a un aquilone, un filo oscillante nel vento rabbioso del Canada. Nasceva la radiotelegrafia
a grande distanza. Il suo inventore, Guglielmo Marconi, diventa di colpo famoso nel mondo. Da allora quel
nome significa progresso, cosmopolitismo, modernità".
G. M. PACE, "La Repubblica", 12
dicembre 2001
"Con lo sviluppo delle tecnologie per il trattamento delle informazioni e della telematica, la questione [quella
del rapporto tra istanze economiche e istanze dello Stato] rischia di divenire ancora più spinosa.
Ammettiamo per esempio che un'impresa come la IBM (International Business Machines) sia autorizzata ad
occupare un corridoio orbitale attorno alla terra per piazzarvi dei satelliti di comunicazione e/o delle banche
di dati. Chi vi avrà accesso? Chi deciderà quali siano i canali e i dati riservati? Lo Stato? Oppure esso sarà
un utente come tutti gli altri? Nascono in tal modo nuovi problemi giuridici ed attraverso di essi si pone la
domanda: chi saprà? La trasformazione della natura del sapere può dunque generare un effetto di
retroazione nei confronti dei poteri pubblici stabiliti tale da costringerli a riconsiderare i loro rapporti di diritto e
di
fatto
con
le
grandi
imprese
e
più
in
generale
con
la
società
civile".
J. F. LYOTARD, La condizione
postmoderna, Milano, 1989
"Dal lavoro interinale a quello su Internet. Non più solo annunci sui quotidiani o sulle bacheche delle
agenzie. Per chi è alla ricerca di un impiego o desidera cambiare lavoro le proposte non mancano. Grazie
anche alle immancabili "partnership", parola che indica le collaborazioni tra le agenzie di reclutamento Web
con
siti
e
portali,
sia
italiani
sia
esteri.
[...]
Pensati per chi cerca un impiego o vuole cambiarlo, gli indirizzi di ricerca del personale sono uno strumento
rapido
per
fare
incontrare
la
domanda
con
l'offerta.
Nati cinque anni fa negli Stati Uniti e soltanto da tre, con base in Scandinavia, sviluppatisi in Europa, i primi
siti di ricerca di personale via Internet sono arrivati in Italia. Dove, a tutt'oggi, ne esistono una
ventina".
Supplemento a "Panorama", 15 novembre 2001
"Il commercio elettronico consiste nello svolgimento di attività di business in via elettronica. Esso è basato
sulla elaborazione e trasmissione di dati, inclusi testi, suoni e immagini. Ricomprende una molteplicità di
attività, inclusive di attività commerciali di beni e servizi, consegne on line di contenuti digitali, trasferimenti
elettronici di fondi, scambi commerciali elettronici, fatturazione elettronica, aste di vendita, progettazione e
sviluppo collaborativo tra partner, approvvigionamenti, marketing diretto rivolto al consumatore e servizi post-
vendita. Esso comprende sia prodotti (ad esempio, beni di consumo o attrezzature specializzate), sia servizi
(ad esempio, servizi informativi, finanziari e legali); attività tradizionali (ad esempio, cure mediche,
formazione) e nuove (ad esempio, centri commerciali virtuali). (European Commission, 1997)". A. GRANDO,
Commercio elettronico e progettazione logistica. Una relazione sottovalutata, Milano, 2001
"Allo stesso modo io penso che siano stati i rivoluzionari miglioramenti tecnici, nei trasporti e nelle
comunicazioni, realizzati dalla fine della seconda guerra mondiale, ad aver consentito all'economia di
raggiungere
gli
attuali
livelli
di
globalizzazione.
[...]
Anche questo sviluppo non ci avrebbe portato molto lontano se non fossero migliorati in parallelo, e in forme
ancor più spettacolari, i sistemi di informazione, che rendono possibile controllare il processo produttivo dal
centro,
praticamente
momento
per
momento.
[…]
Sappiamo che questi processi informatici trasformano il mercato finanziario internazionale, creando un totale
squilibrio tra l'economia reale del mondo, la produzione di beni e servizi reali, e il fiume di derivati, diritti,
scommesse, insomma di tutte le transazioni finanziarie che scorrono sui computer degli operatori.
L'ammontare di questo flusso finanziario è molte volte più grande del prodotto totale reale del globo. Questo
è dovuto alla tecnologia dell'informazione, che rende tutto ciò straordinariamente facile. E rende addirittura
possibile per gente comune, [...] di entrare nel mercato realizzando profitti, comprando e vendendo nell'arco
della giornata con promesse di pagamento, senza trasferimenti reali di denaro".
E. J. HOBSBAWM,
Intervista sul nuovo secolo, Bari, 2000
ARGOMENTO: Muri e barriere che circondano e governano la nostra vita : un ostacolo o una
protezione?
DOCUMENTI:
(...)" E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia"
E.Montale, Meriggiare pallido e assorto
"Da bambini eravamo semplici: un urlo e avevamo fame , un altro eravamo stanchi. E' solo da adulti
che diventiamo complicati. Cominciamo a nascondere i sentimenti, a costruire muri; si arriva al
punto in cui non sappiamo mai veramente cosa qualcuno pensi o provi.
Meredith Grey, in Grey's Anatomy,2005/13
"Non abbiamo bisogno d'educazione,
non abbiamo bisogno di controllo del pensiero
nè di cupo sarcasmo di classe.
Professori , lasciate in pace i ragazzi
Ehi, professore, lascia in pace i ragazzi
Dopo tutto siete solo un altro mattone nel muro"
Pink Floyd, The wall
Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!
Italo Calvino, Il barone rampante, 1957
La gente sotto il cielo, anche, era sempre la stessa gente... dovunque, in tutto il mondo, centinaia o
migliaia di milioni d'individui, tutti eguali, ignari dell'esistenza di altri individui, tenuti separati da
mura di odio e di bugie, eppure quasi gli stessi.
George Orwell, 1984, 1949
L’ingenuità, l’entusiasmo dei sogni che uno fa quando è giovane sono meravigliosi. Impari presto
che i sogni sono destinati a infrangersi, ma chi se ne frega dei muri. Conta il fatto che quando uno
sogna, sta da Dio. Conta il viaggio che il sogno ti fa fare.
Vasco Rossi, La versione di Vasco, 2011
Voglio correre / Voglio nascondermi / Voglio abbattere i muri / Che mi rinchiudono / Voglio uscir
fuori / E toccare la fiamma / Dove le strade non hanno nome.
U2, Where the Streets Have No Name, in The Joshua Tree, 1987
Qualunque cosa si faccia e ovunque si vada, dei muri ci si levano intorno creati da noi, dapprima
riparo e subito prigione.
Marguerite Yourcenar, Archivi del
nord, 1977
Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti,
indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia che è la famiglia umana.
Vittorio Arrigoni, Intervista, Gaza, 2009
Scopo della scienza non è tanto quello di aprire una porta all'infinito sapere, quanto quello di porre
una barriera all'infinita ignoranza.
Bertolt Brecht, Vita di Galileo, 1938/39
L'obbiettivo del muro [di Berlino]: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare
nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale
muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunker, torri di guardia,
tetraedri anti carro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento
da parte delle guardie di confine. Ma più lavoro, ingenuità, denaro e acciaio i comunisti mettevano
per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti
in una società comunista solo con ostruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle
spalle. Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma
repelleva.
Viktor Suvorov, L'ombra della Vittoria, 2002
Caduta del muro di Berlino, 9 novembre 1989
La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione.
Carl Rogers, su Harvard business review, 1952
Liberati quanto puoi e avrai fatto ciò che sta in tuo potere; infatti non è dato a tutti di superare ogni
barriera, ossia, per parlare più chiaramente non per tutti è una barriera ciò che lo è per alcuni. Perciò
non preoccuparti delle barriere degli altri: è sufficiente che tu abbatta le tue.
Max Stirner, L'unico e la sua proprietà, 1844
Migranti, l’Austria alza una barriera nel cuore dell’Europa: iniziano i lavori al Brennero
L ’Austria, al confine del Brennero, ha cominciato oggi i lavori per la costruzione della barriera anti
migranti. «Il muro - ha detto il capo della polizia tirolese Helmut Tomac - servirà per limitare, in
caso di necessità, l'accesso degli stranieri provenienti dall'Italia. La struttura sarà lunga 250 metri e
comprenderà l'autostrada, come anche la strada statale». Tomac ha precisato che per il momento si
realizzerà il cantiere, quindi si passerà alla costruzione della barriera vera e propria, spiegando che
questa avrà anche una protezione a tettoia in modo da consentire eventuali controlli anche in caso di
pioggia o intemperie. I primi controlli potrebbero partire a fine maggio, ma dipenderà dal flusso dei
migranti.
Secondo i primi progetti la barriera sarà realizzata con filo metallico; verrà anche costruita una
corsia dedicata per la registrazione dei migranti. Dopo vent’anni dall’entrata in vigore di Schengen
verrà ripristinato un posto di blocco, una specie di check point, dove i gendarmi austriaci saranno
incaricati di controllare i documenti di chi passa, comprese ispezioni e operazioni di smistamento
degli stranieri. Si tratta dell’ottava «reintroduzione temporanea di controlli» ai confini interni
nell’area Schengen iniziata il 26 novembre del 2015 con la Norvegia, seguita dalla Danimarca, il
Belgio, la Francia, la Svezia, la Germania e infine l’Austria con il confine sloveno e ungherese e ora
con quello italiano.(...)
«Al Brennero da mesi il numero degli arrivi di migranti è stabile. In media transitano 20-25 persone
al giorno», spiega Roberto Defant dell'associazione Volontarius che si occupa dell'accoglienza di
profughi in Alto Adige. «Per il momento - prosegue - non abbiamo segnali che facciano pensare ad
un aumento sostanziale». Volontarius - dice ancora - è in stretto contatto con la Questura di Bolzano
e con la Provincia autonoma per essere pronti in caso di necessità. Al valico italo-austriaco da
tempo esiste un piccolo centro di accoglienza con 70 posti letto. «Come associazione ci occupiamo
dell'accoglienza di persone, di certo qualsiasi forma di frontiera limita il pensiero europeo e la
dignità delle persone», dice Defant.
«L'Austria non chiude le porte. Venerdì scorso il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha
incontrato la sua collega austriaca e, rispetto alle paventate intenzioni di chiudere le frontiere, non
c'è stata questa determinazione». Così ha commentato il sottosegretario all'Interno, Domenico
Manzione, a SkyTg24. Una decisione di ripristinare controlli al Brennero, peraltro, ha sottolineato
Manzione, «avrebbe implicazioni economiche tutt'altro che trascurabili. Sarebbe una perdita secca
consistente, per questo abbiamo insistito che l'area restasse aperta, ma l'Austria - ha aggiunto - ha
elezioni politiche importanti alle porte». Inoltre, ha proseguito il sottosegretario, un eventuale
decisone di chiusura «avrebbe anche ricadute dal punto di vista umano, potrebbe implicare situazioni
come quelle che vediamo purtroppo in Grecia».
Gli arrivi in Italia del 2016, ha poi rilevato Manzione, sono 20mila, contro i 13mila dello stesso
periodo del 2015, ma, ha evidenziato, «non si sono registrati incrementi significativi di siriani e
eritrei. Ciò significa che per ora non c'è stato uno spostamento dalla rotta turco-greca. Certo - ha
aggiunto - se la Grecia diventasse davvero un enorme contenitore di anime, come dice il loro
premier, quella grande marea potrebbe trovare sbocco da noi».
«Siamo arrivati al muro preventivo», ha dichiarato Gianni Pittella, presidente del gruppo dei
Socialisti e Democratici al Parlamento europeo “è del tutto inaccettabile non solo perché viola le
norme sulla libera circolazione di Schengen ma perché dimostra ancora una volta che si preferisce
chiudersi nelle piccole fortezze nazionali invece di lavorare per una soluzione europea».
/www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-04-11/migranti-l-austria-alza-muro-cuore-dell-europa-iniziano-lavoribrennero-
ANALISI DEL TESTO
G.Boccaccio, Cisti il fornaio, dal Decameron (Trovi il testo in internet o su molte antologie delle scuole
superiori)
COMPRENSIONE
Riassumi molto brevemente la novella e spiega perché Cisti decide di non partecipare al convito di Messer
Geri.
ANALISI
1)
A Cisti la fortuna (il casuale svolgersi delle cose umane) ha assegnato un mestiere umile, ma per la
sua abilità egli è diventato “ricchissimo”, ha realizzato un passaggio di classe. Di questa nuova
condizione egli fruisce attuando e praticando “virtù cortesi”.
Metti in luce, con precisi riferimenti testuali, questa componente del personaggio.
2)
Nella novella è disegnata la realtà sociale di Firenze trecentesca (i rapporti sociali, le differenze, i
comportamenti d’obbligo, etc.).
Rileva i dati che contribuiscono al disegno.
3)
Analizza il modo con cui Boccaccio costruisce il ritratto di Cisti: ci sono dati fisici? Attenzione alla
psicologia del personaggio? O la dimensione psicologica è resa attraverso il suo modo di agire?
PRODUZIONE
Formula un titolo efficace per questa novella (Aldo Busi la titola: “Quando i fornai andarono a vino.”
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XXVI, vv.90-142.
CONTESTUALIZZAZIONE:
Dante sta ascoltando le parole di Ulisse, condannato nel girone dei consiglieri fraudolenti. Siamo nel canto
XXVI, vicini al fondo dell’Inferno; Ulisse però non parla della colpa per cui è condannato, ma di una colpa
ben più grave di cui si è macchiato, che è quella che interessa Dante.
COMPRENSIONE COMPLESSIVA E PARAFRASI:
Riassumi il contenuto informativo del testo. Svolgi inoltre la parafrasi letterale del testo dal verso 112 al verso
123, riportando il linguaggio del poeta a un italiano più piano e scorrevole.
ANALISI:
Soffermati, nella tua analisi, sui seguenti punti:
 le fasi nelle quali si articola la narrazione di Ulisse (in pratica le sequenze nelle quali può essere
suddivisa);
 le caratteristiche del personaggio che ci viene introdotto e il modo in cui Dante ce ne presenta
carattere, identità e aspetti negativi;
 il significato dell’espressione “fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e conoscenza”;
 prova ad individuare alcuni elementi ritmici e stilistici delle terzine.
APPROFONDIMENTO:
Soffermati sul motivo dell’apparente fascino che Ulisse esercita su Dante e illustra i motivi del suo
turbamento: fai riferimento rapidamente anche ad un altro episodio.
Dante Alighieri, Ne li occhi porta la mia donna Amore, dalla Vita nuova, capitolo XXI
COMPRENSIONE
1. riassumi brevemente il contenuto di ciascuna strofa
2. Quali effetti produce il passaggio di Beatrice sulle persone che hanno la possibilità di assistere a tale
evento?
3. Quali conseguenze hanno le sue parole su chi le ascolta?
4. A chi si rivolge il poeta perché lo aiuti a lodare Beatrice?
ANALISI
1.Ricostruisci lo schema metrico di questo sonetto.
2.Quali termini si contrappongono , nella prima terzina, alle parole superbia e iracontenute nella seconda
quartina (v.7)?La contrapposizione di questi quattro termini dà origine alla figura retorica del chiasmo: di che
si tratta?
3.Quale figura retorica è presente nel primo verso, dove Amore è scritto con la maiuscola?
4. Su quale figura retorica è invece costruito il verso 8?
5Quale parola- chiave del linguaggio stilnovista puoi individuare nel sonetto?
CONTESTUALIZZAZIONE E APPROFONDIMENTO
1. Parla della poetica della lode che Dante esprime nella Vita nuova e riconoscila in questo sonetto
2. Quali altri aspetti della Vita nuova conosci? Parlane facendo riferimento ad un altro sonetto da te
conosciuto.
Boccaccio, Nastagio degli Onesti, dal Decameron
1. Sintetizza in poche righe il contenuto della novella
2. Quali personaggi sono protagonisti della caccia infernale a cui assiste Nastagio?
3. La visione di Nastagio costituisce una sorta di “racconto nel racconto”:Quali sono gli elementi che
rendono simili le vicende di Nastagio e quelle del cavaliere suicida? Quale la differenza?
4. La stessa visione si articola in due tempi: nel primo Nastagio vede la scena della caccia infernale,
nel secondo la mostra alla brigata e alla donna amata.
Nel primo caso la visione è quasi un sogno, una proiezione inconscia dello stato d’animo tormentato
del protagonista; nel secondo essa diventa spettacolo ed è usata a fini persuasivi.
Metti in rilievo come alla diversa funzione della scena corrispondono diverse tecniche di narrazione.
5
Il centro della novella è l’exemplum della “caccia” infernale, di cui Boccaccio capovolge messaggi
e valori: La visione non ha più nulla di sacro e nell’incredibile rapidità degli effetti rivela un intento
comico e parodistico: analizza la visione e dimostrane il carattere laico e profano.
Quale morale, completamente diversa da quella religiosa tradizionale, viene proposta?
6
Boccaccio fornisce diverse informazioni sull’appartenenza sociale, sul comportamento e sullo
stato d’animo del protagonista, ma lascia intuire, solo attraverso l’azione, l’elemento più importante
del carattere di Nastagio, quello che gli permette di soddisfare i suoi desideri. Ricostruisci il ritratto
del personaggio.
Ecco il mio “Inferno”: abbozza un possibile canto dell’Inferno seguendo le “regole dantesche”, ma
attualizzandolo.
Boccaccio, nel Decameron, traccia un profilo sorprendentemente realistico della vita urbana e dei
valori sui quali si regge la società fiorentina trecentesca.
Delineane i principali tratti ( facendo riferimento ai testi letti).
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