Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Nicoletta Fabio
settembre 28, 2014
Emma Dante porta in scena al Teatro Parenti uno spettacolo ironico e dolceamaro.
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Tre ballerine entrano in scena tenendo tra le mani altrettanti pupazzi di legno.
I loro movimenti a scatti, spigolosi e meccanici, ricordano quelli di malinconiche marionette mosse da fili invisibili,
legati alle dita di chissà quale divinità. Prende vita così Io, Nessuno e Polifemo, ironica e “impossibile” intervista
al terribile ciclope che l’ispirata Emma Dante porta sulla scena del Teatro Parenti.
Scritta e interpretata dall’artista siciliana, l’opera ci offre un nuovo e insolito punto di vista su una storia che
credevamo di conoscere sotto ogni aspetto, tramandata fino a noi da fonti inconfutabili: Omero, Euripide, Dante…
Avventuratasi nell’antro di Polifemo, l’attrice cerca coraggiosamente di gettare nuova luce sulla vicenda, di trovare
risposte alle sue domande, dando al temibile ciclope l’opportunità di riscattarsi, di offrire al pubblico la sua
versione dei fatti.
Apprendiamo allora come l’animo del mostro fosse in realtà volto al bene, al rispetto della natura che lo circondava
e con cui viveva quasi in simbiosi. Era libero e leggero, amante del mondo e dei suoi colori, prima che Ulisse –
Nessuno – lo accecasse e ne spegnesse per sempre la voglia di vivere.
Chiuso nella sua caverna, nel suo dolore e nella sua rassegnazione, Polifemo ha finito col diventare un tutt’uno con
la roccia, vuota e priva di emozioni, che divide con uno strano e improbabile compagno: lo stesso Ulisse, entratogli
nella testa e da lì mai più uscito.
Grazie a Emma Dante, veniamo a conoscenza del particolarissimo rapporto, quasi di amore e odio, nato tra i due,
di quanti “errori” vi siano nel nostro immaginario collettivo e di come in realtà i due personaggi non abbiano una
sola chiave di lettura, ma siano costituiti da mille sfaccettature, molteplici aspetti che ci erano stati nascosti. La
natura “semplice” e ferina di Polifemo fa allora da controcanto alla personalità “elaborata”, materiale e spirituale
allo stesso tempo, di Ulisse.
Queste rivelazioni, così rivoluzionarie e private, segnano per l’intervistatrice il punto finale, oltre il quale non è più
concesso indagare. Ecco allora che ognuno dei tre protagonisti sulla scena si muove per cercare il proprio “vero”
posto, per ricomporre l’ordine delle cose: il sipario nelle profondità del palcoscenico è pronto ad accogliere le due
figure mitologiche; l’altro, dinanzi al pubblico in sala, si chiude alle spalle di Emma Dante.
Mirabili le interpretazioni di Ulisse e Polifemo, rispettivamente opera di Carmine Maringola e Salvatore D’Onofrio,
che riescono a coniugare abilmente pathos e ironia, comicità napoletana e dimensione drammatica.
Di grande effetto gli intermezzi musicali, eseguiti dal vivo dall’ottima interprete Serena Ganci, che ha realizzato il
tappeto sonoro su cui hanno danzato le tre brave ballerine, a cui va il merito di aver arricchito la piéce di fascino e
suggestioni.
Assolutamente perfetta Emma Dante, a suo agio nei panni della cronista-antropologa, che ha saputo “colorare”
l’opera con l’uso sapiente del dialetto e offrire al pubblico un ritratto ironico e divertente, tragicomico e moderno,
di due figure ancestrali, lontanissime da noi sul piano cronologico, ma straordinariamente vicine.
Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a martedì 30 settembre
Io, Nessuno e Polifemo
Intervista impossibile
testo e regia Emma Dante
con Emma Dante, Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola, Federica Aloisio, Giusi Vicari, Viola Carinci
musiche eseguite dal vivo da Serena Ganci
costumi Emma Dante
scene Carmine Maringola
luci Cristian Zucaro
coreografie Sandro Maria Campagna
assistente alla regia Daniela Gusmano
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settembre 28, 2014
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produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo
in collaborazione con 67° Ciclo Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza
durata 70 minuti
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