Burocrazia e ritardi informatici L`agenzia del lavoro resta al palo

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20 .Lavoro in corso
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 11 GENNAIO 2016
COME
SARANNO
I NUOVI
CONTRATTI
Il caso
lavoro
Conad crea 1300 posti
Duecento opportunità con Fercam
Conad conferma il programma di crescita e
investe 188 milioni di euro per potenziare la sua
rete di vendita nel 2016. L’investimento servirà
a supportare e a varare l’apertura di 88 nuovi
supermercati con la creazione di 1300 posti di
lavoro, dei quali 880 riguarderanno nuove
assunzioni. Info: conad.it. Lavora con noi.
Il piano d’espansione di Fercam (logistica e
trasporti) porta a un anno ricco di opportunità.
L’azienda prevede la creazione di 200 nuovi
posti di lavoro che si aggiungono agli oltre
1550 dipendenti. I profili sono operatori di
magazzino e autisti addetti a raccolta e
distribuzione merci. Info: jobs.fercam.com/it/.
Così il lavoro a novembre
Nov 2015
Ott 2015
La storia
I
l 17% delle grandi imprese ci ha già pensato, un altro 14% ci sta pensando e
ha avviato una fase di esplorazione, un altro 17% lo ha introdotto per alcune figure e
alcuni profili professionali. Il
2016 sarà l’anno dello smart
working: niente o molto poco da vedere con il vecchio
telelavoro, che di fatto non è
mai decollato.
Sta arrivando la legge: costituirà la cornice dentro la
quale imprese e lavoratori si
muoveranno, ma è dalla contrattazione aziendale che ci
aspetta una decisa accelerazione. Il dilemma che ha
bloccato il telelavoro nel nostro Paese è politico-culturale: i telelavoratori saranno
Variazioni tendenziali
Set-Nov 2015 Set-Nov 2015
Giu-Ago 2015 Giu-Ago 2015
Nov 2015
Nov 2014
%
Nov 2015
Nov 2014
%
MASCHI
13.137
1.598
5.030
E
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Nov 2015
Ott 2015
%
WALTER PASSERINI
ntro questa settimana, i tre sindacati
maggioritari Cgil, Cisl e Uil presenteranno la loro
riforma delle relazioni sindacali e della contrattazione. Il documento verrà presentato a Confindustria e alle altre organizzazioni d’impresa, ma anche al governo
in quanto datore di lavoro
nel pubblico impiego, che
aspetta da oltre sei anni il
contratto nazionale. Il sistema delle nuove relazioni sindacali prevede il mantenimento del contratto nazionale di categoria, l’estensione della contrattazione di
secondo livello aziendale e la
contrattazione territoriale.
La produttività sarà il baricentro della contrattazione
in tutti i settori. I contratti
nazionali stabiliranno la cornice delle tutele di base, tra
cui i minimi sindacali e gli
adeguamenti all’inflazione,
che in una fase di ripresa potrebbe risalire. Inoltre, il
modello prevede lo sviluppo
del welfare aziendale e della
partecipazione alle scelte
dell’impresa fino all’azionariato dei dipendenti. La
mossa unitaria dei tre sindacati tende da un lato a ridurre la polverizzazione sindacale, soprattutto nei servizi,
ma anche a prefigurare una
forte rappresentanza, evitando la frantumazione di rivendicazioni e scioperi. Le
tre confederazioni in questo
modo cercano di dettare
l’agenda delle prossime relazioni industriali, dopo le minacce del governo di stilare
un proprio testo di legge;
dall’altro lato tentano di depotenziare le proposte sul
salario minimo, che offuscherebbe la contrattazione.
Variazioni congiunturali
Valori assoluti (migliaia di unità)
Occupati
Disoccupati
Inattivi 15-64 anni
-3
-34
31
0,0
-2,1
0,6
24
-55
6
0,2
-3,3
0,1
190
-201
-45
1,5
-11,2
-0,9
39
-14
-35
0,4
-1,1
-0,4
-36
-79
82
-0,4
-5,8
0,9
16
-278
183
0,2
-17,9
2,1
36
-45
-4
0,2
-1,6
0,0
-12
-134
88
-0,1
-4,4
0,6
206
-479
138
0,9
-14,3
1,0
FEMMINE
9.343
1.272
9.097
Occupati
Disoccupati
Inattivi 15-64 anni
22.480
2.871
14.128
Occupati
Disoccupati
Inattivi 15-64 anni
TOTALE
Fonte: ISTAT novembre 2015
- LA STAMPA
Burocrazia e ritardi informatici
L’agenzia del lavoro resta al palo
L’Anpal dovrebbe rilanciare le politiche per l’impiego, però non riesce a partire
L
a rivoluzione dei servizi
all’impiego può attendere. Gli ultimi dati sull’occupazione rivelano alcune luci
ma non possono tranquillizzare: abbiamo 2,9 milioni di persone in cerca di lavoro, alle quali il Jobs act ha promesso un impegno. Ma gli effetti delle nuove
normative non possono dispiegarsi per i soliti ritardi della burocrazia.
L’Anpal, Agenzia nazionale
per le politiche attive, che è il
cervello delle nuove politiche
del lavoro, non ha ancora acceso la macchina operativa, ingolfata da procedure e adempimenti ancora tutti da attuare.
Per applicare il decreto legislativo 150 del 2015, operativo dal
24 settembre, che è il certificato
di nascita dei nuovi servizi all’impiego e dell’Anpal, non basta infatti la circolare 34 uscita
il 23 dicembre scorso. Restano
da sciogliere altri nodi, che costringono l’attuale rete dei ser-
Emergenza
In Italia
ci sono 2,9
milioni
di persone
in cerca
di lavoro
a cui il Jobs
Act promette
un impiego
L’Anpal però
non è ancora
decollata
vizi al solito bricolage regionale.
Eppure le innovazioni, se attuate, sarebbero tante. La prima è
un nuovo modello di intervento
che dal prevalere delle politiche
passive e di assistenza, costoso
quanto inefficace, passi alla creazione di una rete di servizi, che
unisca il sostegno al reddito a
un effettivo percorso di reinserimento lavorativo dei disoccupati. Alla chiarezza del disegno
non corrisponde ancora la sua
concreta realizzazione.
I nodi sono tre: la nascita del
nuovo portale Internet, il patto
di servizio e l’assegno di ricollocazione. Il nuovo portale costituisce la cabina di regia delle informazioni di tutto il sistema; è
il cuore pulsante delle azioni,
senza il quale non possono dialogare tra loro le informazioni
del ministero del Lavoro, delle
regioni, dell’Inps, dell’Inail e
dell’Isfol. Il bricolage dovrà lasciare il posto al coordinamento digitale delle operazioni. Il
portale serve soprattutto a profilare i disoccupati, ad accertare lo status di disoccupazione e
i diversi profili di occupabilità
della persona.
La seconda questione riguarda i centri per l’impiego pubblici
che, con i privati, dovranno gestire i disoccupati proponendo
loro il patto di servizio. Qui va
sciolto definitivamente il dilemma tra domicilio del disoccupato e sua residenza, dal momento
che al servizio hanno diritto tutti i cittadini senza distinzioni. Il
disoccupato, che deve manifestare di essere alla ricerca di un
lavoro, dovrà recarsi al centro
per l’impiego per attuare la dichiarazione di immediata disponibilità (Did), senza la quale rischia il mantenimento dei sussidi e l’accesso ai servizi. E’ possibile realizzare la dichiarazione
anche attraverso i sistemi telematici regionali. Scatta a questo punto il patto di servizio personalizzato tra centri per l’im-
piego e agenzie private e il cittadino che è alla ricerca del lavoro. Con un’importante innovazione: chi non accetta una congrua offerta di lavoro rischia di
perdere i sussidi e il sostegno al
reddito. Insomma, al di là di una
più puntuale definizione di congrua offerta, il disoccupato deve
attivarsi personalmente e non
può più restare in una passiva
attesa di un lavoro.
Il terzo nodo è l’assegno di ricollocazione, che però va anch’esso meglio definito e che
«sarà riconosciuto - come recita la circolare 34 - con le modalità definite dall’Anpal, solo ai
disoccupati percettori della Naspi, la cui durata di disoccupazione ecceda i quattro mesi».
Insomma, con il nuovo anno si è
riaperto il cantiere: il paese
chiede che la nuova casa delle
politiche attive del lavoro venga
al più presto definitivamente
costruita e aperta.
[W.P.]
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LE SFIDE DEL DIGITALE
Arrivano le nuove regole per l’occupazione “smart”
esattamente uguali ai loro colleghi dipendenti o godranno
di clausole più flessibili più simili a quelle dei lavoratori autonomi? La legge ha volutamente un’impostazione aperta e vuole rappresentare uno
strumento agile, proprio quella agilità che viene richiamata
dalla traduzione italiana dello
smart working: lavoro agile.
Il testo di legge è pronto,
anche se non è riuscito a entrare nella recente legge di
Stabilità, e verrà presentato
alle Camere nelle prime settimane dell’anno, prima della
terza Giornata del lavoro agile, che è prevista come gli altri
anni nella seconda metà di
marzo. Il testo è stato curato
da Maurizio Del Conte, non
Maurizio Del Conte, consigliere del premier e presidente Anpal
solo consigliere giuridico del
presidente del Consiglio ma
anche presidente dell’Anpal,
l’Agenzia nazionale per le poli-
tiche attive in fase di partenza. La stesura degli articoli
appare come uno slalom che
tende a evitare la vecchia diatriba del telelavoro.
Innanzitutto nella decina
di articoli in cui sarà varata
stabilisce il principio della
volontarietà, dei lavoratori e
delle imprese, superando gli
eccessi di prescrizione che
hanno tarpato le ali del telelavoro. In secondo luogo viene stabilità la necessità di un
patto o accordo tra le parti,
che ne stabilisca modalità e
limiti. L’accordo non sarà un
nuovo contratto ma una
clausola integrativa del contratto di lavoro esistente,
che interessa sia i lavoratori
già in azienda sia i nuovi as-
sunti. In questo modo tutti i
collaboratori, compatibilmente con la loro funzione,
potranno accedere all’opportunità, avendo anche modo
di ripensarvi: la clausola di
recesso non coinvolge il contratto di assunzione, così che
dopo una fase di sperimentazione le parti hanno la facoltà di tornare sui propri passi. Negli altri articoli si sottolinea l’assoluta parità di tutele e di diritti. Le retribuzioni non potranno essere differenziate o peggiorate a parità di mansione. Gli aspetti
della sicurezza sul lavoro saranno particolarmente monitorati. Inoltre vi sarà la
possibilità di un aggancio tra
lavoro agile e contratti di
produttività: in pratica, se
una quota di lavoro verrà
svolta fuori azienda, a domicilio o in appositi spazi (uffici
satellite o coworking), e
un’altra parte internamente
all’azienda, la quota esterna
potrà godere di incentivi fiscali e della decontribuzione
prevista dalla legge.
Insomma, l’avvio di una
nuova norma potrà rilanciare lo strumento del lavoro a
distanza, incentivando la
produttività e conciliando
tempi di vita e di lavoro. L’importante è che non abbassi le
tutele ma che non sia nemmeno quella gabbia giuridica
che ha impedito al telelavoro
[W.P.]
di decollare.
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