Comune di Civitanova | Teatri di Civitanova | Amat con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali | Regione Marche Provincia di Macerata | Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata Camera di Commercio di Macerata partners Cesare Paciotti | Eurosuole spa Banca di Credito Cooperativo di Civitanova Marche e Montecosaro 2008 XV festival internazionale nel nome di Enrico Cecchetti 9 luglio | 10 agosto Civitanova Marche. La città di Enrico Cecchetti danza tutto, tutto l’anno. programma mercoledì 9 luglio | Teatro Rossini BALLETTO KIROV DEL TEATRO MARIINSKIJ DI SAN PIETROBURGO [Russia] SERATA FORSYTHE sabato 12 luglio | Teatro Rossini MAGGIODANZA [Italia] LA SYLPHIDE CIVITANOVA CASA DELLA DANZA mercoledì 16 luglio | Teatro Annibal Caro SIMONA BERTOZZI [Italia] TERRESTRE [anteprima nazionale] / NUOVA CREAZIONE [prima assoluta] [progetto di residenza] martedì 22 luglio | Teatro Rossini HOFESH SHECHTER DANCE COMPANY [Israele/Gran Bretagna] DE-GENERATION domenica 27 luglio | Teatro Rossini ITALIANS DANCE IT BETTER [Italia/Europa] GALA DELLE STELLE D’ITALIA NEL MONDO Mara Galeazzi [Royal Ballet], Alessio Carbone [Opéra de Paris] Silvia Azzoni [Hamburg Ballet], Valentina Scaglia [Nederlands Dans Theater] [prima ed esclusiva nazionale] domenica 3 agosto | Teatro Rossini COMPAGNIE LA BARAKA / ABOU LAGRAA [Francia] TRIPTYQUE MASCULIN CIVITANOVA DANZA IN TRASFERTA passi di danza nell’Arena del musical in collaborazione con Comune di Porto Recanati martedì 5 e mercoledì 6 agosto | Arena Gigli di Porto Recanati MOMIX [Usa] THE BEST OF MOMIX domenica 10 agosto | Piazza XX Settembre TARANTA [Italia] musiche e danze del Salento con Ensemble di Antonio Castrignanò sabato 9 agosto stage di Taranta aperto al pubblico in preparazione alla conclusione del festival comunicato stampa L’edizione 2008 (la quindicesima) del festival internazionale Civitanova Danza – che si svolge a Civitanova Marche dal 9 luglio al 10 agosto – vuole confermare e approfondire le proprie caratteristiche d’intervento, come sono venute strutturandosi e consolidandosi nel corso della sua storia. “Civitanova danza tutto”, slogan che accompagna da qualche anno la manifestazione, testimonia da un lato la tensione ad una onnicomprensività dello sguardo per le differenti tipologie di danza (dalla tradizione del balletto classico alle esperienze più contemporanee), ma anche indicare l’aspirazione a riunire in sé i rappresentanti del mondo, come accadrà quest’anno per Russia, Israele, Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e naturalmente Italia. L’inaugurazione del festival il 9 luglio (Teatro Rossini) è affidata ad un vero e proprio evento. Torna infatti nella “città della danza” il Balletto Kirov del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo che presenta al pubblico del festival Serata Forsythe. Lo spettacolo, espressione dell’eccellenza della danza classica mondiale, è portato in scena da un corpo di ballo considerato da secoli la roccaforte della danse d’école e da circa un trentennio apertosi al secondo Novecento coreografico. Il corpo di ballo di uno dei maggiori enti lirici italiani – il Maggio Musicale Fiorentino – arriva al festival il 12 luglio sull’onda dei rinnovati successi ottenuti grazie alla direzione artistica di Vladimir Derevianko, danzatore russo tra i più amati degli ultimi decenni. In programma un capolavoro come La Sylphide - prototipo del balletto romantico che vede impegnati circa quaranta ballerini – che riempirà di meraviglie il palcoscenico del Teatro Rossini come gli occhi degli spettatori. La grande capacità e maturità interpretativa, il coraggio di mettere in gioco un patrimonio di esperienze – tra le quali quella maturata nell’ambito della compagnia di Virgilio Sieni e un linguaggio autonomo di grande comunicatività hanno condotto Simona Bertozzi ad essere considerata una coregrafa e danzatrice tra le più apprezzate della nuova scena italiana. Il festival accoglie una serata dal sapore esclusivo (16 luglio al Teatro Annibal Caro nell’ambito del progetto Civitanova Casa della Danza), in cui il suo intenso assolo Terrestre che scruta il rapporto tra azione e memoria si accompagna ad un inedito lavoro a due, che vede la luce al termine di una residenza presso le strutture della città alta (Foresteria Imperatrice Eugenia e Teatro Annibal Caro). Il 22 luglio il festival prosegue al Teatro Rossini con la Hofesh Shechter Dance Company. Israeliano di nascita, Hofesh Shechter vive e lavora in Inghilterra dove ha iniziato un proprio percorso artistico rivelandosi un coreografo di grandissimo talento il cui lavoro, estremamente originale, si distingue per la forza fisica che caratterizza la sua danza unita all’eleganza scenica. De-generation è il titolo della serata composta da Cult, lavoro virtuosistico che affronta in maniera ironica il tema del potere nella società contemporanea, Fragments – sua prima creazione – un duetto raffinato ed intenso che ha vinto il primo posto alla Serge Diaghilev Choreographic Competition nel 2004 e Uprising interpretato da sette danzatori uomini che emergono dall’ombra per aggredire il palcoscenico con una forza folgorante ed una potente musica che assale i sensi degli spettatori. Quattro eccellenze italiane (accompagnate da importanti partner) della scena mondiale per una serata esclusiva (27 luglio al Teatro Rossini in prima ed esclusiva italiana) non a caso intitolata Italians dance it better. Stimati come ballerini di rara qualità all’estero, questi artisti si contraddistinguono per personalità, tecnica e temperamento unici e presentano a Civitanova Danza dei brani firmati da grandi maestri così come delle creazioni di giovani coreografi emergenti. Mara Galeazzi (principal del London’s Royal Ballet), Silvia Azzoni (prima ballerina dell’Hamburg Ballet e neovincitrice del Benois de la Danse), Valentina Scaglia (Nederlands Dans Theatre) e Alessio Carbone (primo ballerino all’Opéra de Paris) danzeranno con Sergei Polunin, Alexandre Ryabko, Lukas Timulak e Isabelle Ciaravola per una serata che si annuncia irripetibile. Un trittico di grande intensità dal titolo Triptyque masculin firmato da una delle figure di punta della danza contemporanea francese, Abou Lagraa, e danzato da otto energici ballerini della Compagnie La Baraka è in scena il 3 agosto al Teatro Rossini. Abou Lagraa, coreografo e danzatore con radici maghrebine ancora poco conosciuto nel nostro paese, ha realizzato negli ultimi anni spettacoli unici, caratterizzati da un linguaggio coreografico del tutto originale. Ad inaugurare la serata è Matrikis, coreografia in omaggio alla figura della donna e alle tante anime e sfaccettature che le appartengono. Come appartengono alla danza, quando è ancora capace di stupire. Civitanova Danza va in trasferta e lo fa il 5 e 6 agosto all’Arena Gigli di Porto Recanati con una delle compagnie più originali ed amate del mondo della danza, i Momix, che da venticinque anni portano sulla scena coreografie uniche in cui la loro abilità di danzatori si fonde con quella di illusionisti. A Porto Recanati – in collaborazione con l’amministrazione comunale locale - il gruppo statunitense presenta The best of Momix, omaggio che il coreografo Moses Pendleton dedica alla propria compagnia la cui storia è caratterizzata da indiscussi successi e trionfi mondiali. Al centro dello spettacolo pezzi di alcune delle loro performances più entusiasmanti come Opus Cactus, Passion, Sun flower Moon e Momix in orbit. A chiudere il festival – domenica 10 agosto in piazza XX settembre – è Taranta, una festa (ad ingresso gratuito) all’insegna di una delle più suggestive e coinvolgenti danze popolari, la “pizzica”. Lo spettacolo si muove attorno al repertorio musicale della tradizione orale del Salento interpretata da Antonio Castrignanò e il suo ensemble. Melodie e ritmi arcaici, sonagli e membrane che riconducono a pietre e colori di questo fascinoso lembo di terra. Canti di lavoro che scandiscono da sempre i tempi e la fatica quotidiana della gente che gli appartiene, senza tralasciare l’espressione musicale più travolgente, ereditata dal rito del tarantismo conosciuto in tutto il mondo, la pizzica tarantata. Musica popolare, dunque, ma anche danza che impreziosisce e narra, attraverso un linguaggio del corpo istintivo o studiato, usanze e abitudini del Salento. La festa di chiusura è preceduta - sabato 9 agosto – da uno stage di Taranta aperto al pubblico in preparazione alla conclusione del festival Il festival internazionale Civitanova Danza 2008 è promosso da Comune di Civitanova Marche, Teatri di Civitanova e Amat, è realizzato con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Marche, Provincia di Macerata, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata e Camera di Commercio di Macerata. Partners del festival sono Cesare Paciotti, Eurosuole spa e Banca di Credito Cooperativo di Civitanova Marche e Montecosaro. Biglietteria e informazioni: Teatro 2075880, www.civitanovadanza.it. Inizio spettacoli ore 21.30. ufficio stampa Amat | Barbara Mancia 071 2075880 _ 335 7756368 [email protected] Rossini tel. 0733 812936, Amat 071 9 luglio | Teatro Rossini BALLETTO KIROV DEL TEATRO MARIINSKIJ DI SAN PIETROBURGO [Russia] SERATA FORSYTHE Steptext coreografia William Forsythe musica Johann Sebastian Bach, Partita n.2 BWV1004 in re minore, Chaconne messa in scena, luci, costumi William Forsythe assistente al coreografo Aaron Sean Watkin Approximate Sonata coreografia, messa in scena, luci William Forsythe musica Thom Willems costumi Stephen Galloway assistente al coreografo Noah D. Gelber The Vertiginous Thrill of Exactitude coreografia, messa in scena, luci William Forsythe musica Franz Schubert, Sinfonia n.9 in do maggiore, Finale costumi Stephen Galloway assistente al coreografo Noah D. Gelber In the Middle, somewhat elevated coreografia William Forsythe musica Thom Willems in collaborazione con Leslie Stuck messa in scena, luci, costumi William Forsythe assistente al coreografo Kathryn Bennet La produzione dei balletti Steptext, The Vertiginous of Exactitude, In the Middle, somewhat elevated di William Forsythe è stata resa possibile grazie al supporto di Kultur-Stiftung der Deutsche Bank Il balletto Approximate Sonata di William Forsythe è stato reso possibile grazie a una generosa donazione di Bettina von Siemens Il Teatro Mariinskij è simbolo di San Pietroburgo e della Russia; da più di duecento anni è l’accademia del balletto e dell’opera russa. Dalla sua fondazione, il Teatro Mariinskij ha affermato la sua gloria e la fama internazionale in tre modi diversi: con la Compagnia d’Opera, con il Corpo di Ballo e con l’Orchestra Sinfonica. Chiamato così in onore dell’Imperatrice Maria Alexandrovna, moglie di Alessandro II, il teatro è stato inaugurato il 2 ottobre 1860 con l’opera di Mikhail Glinka Una vita per lo Zar. La Compagnia d’Opera e il Corpo di Ballo, invece, erano state create precedentemente. La loro storia, infatti, risale al 1783, quando l’imperatrice Caterina II pubblicò un “editto imperiale” per fondare una compagnia d’opera e di balletto russe a San Pietroburgo. Il Teatro Mariinskij ha fatto emergere innumerevoli artisti tra i quali ballerini quali Anna Pavlova, Vaslav Nijinsky, Galina Ulanova, Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov. Un ruolo fondamentale nello sviluppo della danza classica l’hanno avuto alcuni maestri di ballo, quali Marius Petipa, Michel Fokine e George Balanchine. Il repertorio di danza del teatro, considerato a lungo “la casa di Petipa”, va anche in una direzione coreutica contemporanea: dal neoclassicismo di George Balanchine alle opere radicali di William Forsythe. Nel 1989 il Teatro Mariinskij ha portato in scena, per la prima volta, le coreografie di Balanchine, segnando il suo ritorno a San Pietroburgo. Nel corso dell’ultimo decennio il repertorio ha visto aggiungersi le opere dei grandi coreografi del XX e del XXI secolo come Kenneth MacMillan, Harald Lander, John Neumeier, William Forsythe, Hans van Manen e Pierre Lacotte. Nell’ultima decade il teatro si è impegnato nel restauro delle due opere di Petipa intitolate La Bella Addormentata e La Bayadère ricevendo critiche entusiastiche dalla stampa. Nell’ultimo decennio la compagnia ha debuttato con Cenerentola, Lo Schiaccianoci e The Magic Nut di Alexei Ratmansky, Hoffmanniade di Chemiakin e The Golden Age con la coreografia di Noah D. Gelber. sabato 12 luglio | Teatro Rossini MAGGIODANZA [Italia] LA SYLPHIDE balletto in due atti di August Bournonville musica Herman Severin Løvenskjold edizione Det Kongelige Teater, Copenhagen allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino coreografia originale August Bournonville regia e adattamento Frank Andersen scene e costumi ideate e realizzate da Laboratori del Maggio Musicale Fiorentino luci François Saint-Cyr riprese da Luciano Roticiani direttore MaggioDanza Vladimir Derevianko direttore dell’allestimento Paolo Giacchero interpreti principali Paola Vismara, Cristiano Col angelo, Leone Barilli La Sylphide è stata realizzata per la prima volta dal coreografo Filippo Taglioni, su musica di Jean Schneitzhoeffer: il balletto debuttò a Parigi il 12 marzo 1832 e fu creato per la figlia di Taglioni, Maria, che, secondo August Bournonville, era la più grande ballerina che avesse mai visto. Essa infatti divenne famosa in tutto il mondo per la sua interpretazione di Silfide. August Bournonville vide La Sylphide, l’emblema del balletto romantico, a Parigi nell’estate del 1834. Partecipò a quell’evento insieme alla sua giovane allieva, Lucile Grahn. Egli rimase affascinato dal balletto: ciononostante, per ragioni economiche, si astenne dall’acquisire la partitura originale. Chiese invece al compositore danese Herman Severin Løvenskjold di comporre una partitura comple-tamente nuova. La Sylphide di Bournonville fu rappresentata per la prima volta a Copenhagen il 28 novembre 1836, con Lucile Grahn nella parte di Silfide e con Bournonville stesso in quella di James: mentre il balletto di Taglioni è scomparso dalle scene francesi nel 1860, quello danese è rimasto in repertorio in modo stabile e viene rappresentato ogni stagione. Bournonville, nella sua prefazione per il programma de La Sylphide del 1° novembre 1836, scrive: “Il soggetto, tratto da una ballata scozzese, fu inizialmente utilizzato da Taglioni per un balletto con musica di Schneitzhoeffer. La mancanza del materiale necessario per poter rimontare la produzione parigina de La Sylphide su un palcoscenico danese - sapendo per esperienza che un teatro più piccolo spesso ha dei vantaggi che, se ben sfruttati, compensano i difetti delle sue attrezzerie -, ha fatto sì che trattassi questo balletto in un modo estremamente originale, tanto da dare al mio lavoro quella freschezza che una copia non potrebbe mai possedere.” Poiché in tutti i campi artistici un problema può essere risolto in vari modi, ho dunque creato questo balletto seguendo un’idea francese, su una musica interamente nuova di un artista danese; la danza, i movimenti mimici, la formazione dei gruppi e un certo numero di cambiamenti nel soggetto sono mie invenzioni personali. Pertanto, pur ammettendo che questa più giovane Sylphide deve la sua esistenza a quella più vecchia, affido questa nuova produzione a quella gentilezza e a quella indulgenza del pubblico che hanno costituito fino ad ora la mia felicità e la mia ricompensa. Copenhagen, 1 novembre 1836 August Bournonville Mentre si celebra il 175° anniversario della prima versione francese, La Sylphide di Bournonville non solo è divenuta un caposaldo tradizionale del Royal Danish Ballet, ma è anche entrata a far parte del repertorio di quasi tutte le grandi compagnie internazionali di danza sin da quando “l’esportazione” del balletto danese prese le mosse negli anni ‘50. La Sylphide è uno dei balletti danesi tratti dal grande repertorio di Bournonville maggiormente rappresentati, nonostante o forse, più precisamente, grazie a - la sua malinconia e il suo finale tragico, che pure sono ben lontani dal consueto atteggiamento ottimistico nei confronti della vita, proprio del grande coreografo danese. Naturalmente la sua popolarità può essere attribuita alla meravigliosa coreografia e alla bellissima musica, ma è anche il soggetto in sé che la rende sempre attuale: infatti dibattersi fra le rassicuranti comodità di un’esistenza borghese e il fascino dell’ignoto è un dilemma che caratterizza il nostro mondo moderno. Presentare La Sylphide all’estero è sempre entusiasmante, ma rappresenta anche una grande sfida: lo stile di Bournonville, l’agilità dei passi, le posizioni delle spalle (épaulements) e il modo in cui egli inserisce la mimica nella coreografia sono infatti altrettante caratteristiche danesi. È uno stile che richiede enormi sacrifici ai ballerini, ma che permette appunto anche sfide artistiche. August Bournonville (1805-1879) era figlio del Romanticismo ed è vissuto in un tempo in cui passeggiando per Copenhagen poteva incontrare alcuni dei più grandi artisti e delle più imnportanti personalità culturali del paese: era un caro amico di Hans Christian Andersen e Bournonville stesso, come Andersen, è un narratore di fiabe - un narratore di fiabe per balletto. I protagonisti dei suoi lavori non sono re, regine, principi e principesse, ma gente comune: un povero pescatore in Napoli, un giovane contadino belga ne La kermesse a Bruges, una giovane danese bionda in Folktale, un povero ciabattino in Abdallah e un giovanotto scozzese ne La Sylphide. Bournonville dipinse usando tutti i colori della tavolozza, viaggiò moltissimo ma prestò la sua immaginazione anche a racconti ambientati in paesi che non aveva mai visitato. Rappresentò l’uomo comune e basò le sue storie su racconti e leggende locali, cercando soprattutto di porre l’accento sulla vicenda, e utilizzò la mimica, una forma di comunicazione non verbale, che è oggi una delle pietre miliari del Royal Danish Ballet e della tradizione Bournonville. La maggior parte dei suoi balletti infatti assume una forma narrativa in cui la mimica ha un ruolo centrale e unico nel racconto. La gestualità che egli utilizza è semplice e naturale, proprio come i gesti della mano e il linguaggio del corpo che si usano per enfatizzare le nostre conversazioni quotidiane. La mimica ci permette di esprimere con il gesto pensieri, emozioni, amore, costernazione, felicità, pianto, rabbia e disperazione, e di renderli un’espressione fisica viva che il pubblico dal canto suo può interpretare immaginandosi delle parole secondo la propria sensibilità. Una delle mie prime interpretazioni come ballerino avvenne nel 1963 quando, all’età di dieci anni, danzai un ruolo di bambino ne La Sylphide. Da allora ho interpretato tutti i balletti di Bournonville e, negli ultimi diciassette anni, riprendere le sue coreografie in Danimarca e all’estero è stato per me un grande privilegio. Quando affronto una nuova produzione, non importa in quale parte del mondo, io ricomincio ex-novo, ed ogni volta si tratta di una nuova esperienza da vivere con rinnovato entusiasmo: ed è una sensazione meravigliosa. Non si è mai stanchi di August Bournonville: egli avrà sempre nuove storie da raccontare; sedurrà sempre col suo stile personalissimo e cercherà di farci scoprire prospettive inedite. È dunque doveroso celebrare questo grande artista, ma ciò che più importa è far sì che egli, così come i suoi balletti e la tradizione che ha fondato, non diventino mai pezzi da museo, ma continuino a riflettere i tempi a noi contemporanei, per restare forma vivente di un teatro che dipinga eventi che ci riguardano da vicino ed emozioni e sentimenti che noi stessi, ancor oggi, possiamo sentir nostri. Se così avverrà, il nome di Bournonville vivrà per sempre. Copenhagen, 10 settembre 2007 Frank Andersen Direttore artistico del Royal Danish Ballet CIVITANOVA CASA DELLA DANZA mercoledì 16 luglio, Teatro Annibal Caro SIMONA BERTOZZI [Italia] TERRESTRE IN PROGRESS [anteprima nazionale] TERRESTRE movement in still-life MOMENTUM E MOVIMENTUM prima traccia per uno studio [prima assoluta] progetto di residenza Terrestre in progress progetto Simona Bertozzi e Marcello Briguglio coreografia e danza Simona Bertozzi musica e ambienti sonori Roberto Passuti progetto luci Roberto Passuti scenografie e costumi Simona Bertozzi, Marcello Briguglio, Ilaria Barelli opera realizzata con il sostegno di Comune di Bologna/Settore Cultura nell’ambito del Progetto Internazionale Choreoroam sostenuto da British Council/The place, Operaestate Festival/Veneto Dansateliers/Rotterdam Terrestre _ movement in still-life lavoro vincitore del Premio Videodance - Moving Virtual 2008/Riccione TTV festival opera video di Celeste Taliani concetto Simona Bertozzi, Marcello Briguglio, Celeste Taliani regia Celeste Taliani fotografia Marco Colonna musiche Roberto Passuti scenografie e costumi Simona Bertozzi, Marcello Briguglio, Barelli, Celeste Taliani Bodies Ilaria Momentum e Movimentum prima traccia per uno studio con Simona Bertozzi e guest La grande capacità e maturità interpretativa, il coraggio di mettere in gioco un patrimonio di esperienze – tra le quali quella maturata nell’ambito della compagnia di Virgilio Sieni e un linguaggio autonomo di grande comunicatività hanno condotto Simona Bertozzi ad essere considerata una coregrafa e danzatrice tra le più apprezzate della nuova scena italiana. Il festival accoglierà una serata dal sapore esclusivo, in cui il suo intenso assolo che scruta il rapporto tra azione e memoria si accompagna ad un inedito lavoro a due, che vede la luce al termine di una residenza presso le strutture della città alta (Foresteria Imperatrice Eugenia e Teatro Annibal Caro). TERRESTRE in progress Azione e memoria. Azione che abita lo spazio della memoria e diviene interpretazione organica della plasticità, in quanto capacità di trasformazione del corpo. Dall'immagine complessa e stratificata della maturità biologica ed emotiva, al segno dell'antropomorfo e dell'animalità. Terrestre è una figura colta in atto di ri-composizione-evoluzione, reminiscenza e straniamento. All’inizio è un corpo incompleto, instabile che può rispondere a stimoli ambientali ma con una motricità semplice, parziale, quasi imposta. E’ disarmonico e biologicamente costretto ad una reazione meccanica; costruisce la propria azione nel presente dell’esercizio ambientale e incede spazialmente rivelando un atto evolutivo dal taglio enciclopedico. Poi è un corpo che riappare nella sua completezza, “già fatto”, e significativo per sostanza emotiva ed esperienziale. Il suo tempo ha una presenza liquida e scandisce il dialogo con il ricordo fuoriuscendo e rientrando per interstizi articolari, prolungamenti della colonna vertebrale, dispiegamento e vibrazione degli arti. Ha una percezione predisposta all’inatteso-irriducibile che esprime procedendo da lunghe stasi a formule dinamiche più ampie e strutturate, reiterazioni e soluzione di ripartenza, per lasciare-lasciando, scolpito nello spazio, un reticolato di affezioni profonde, fantasmi di sopravvivenze. Movimento del corpo e della mente che rinnova le immagini per non rimanere chiuso nella storia. L’atto finale è una condizione di sintesi; il tentativo di dare un volto a ciò che resta della compenetrazione animale/umano e dell’umano a tu per tu con il suo destino al di là della storia. Risucchiare dalla memoria biologica ed motiva il nucleo centrale e informare il corpo sulla morfologia che può assumere in una condizione di congelamento temporale, in cui l’azione si relaziona con lo spazio non più per conoscenza ma per rappresentazione. Incapace di incedere per compenetrazione armonica, il corpo balza, tonfa da uno stato a quello successivo esasperando lo sforzo fisico e la ricerca di una cristallizzazione della forma. Terrestre sembra sostenersi in virtù della sua stessa instabilità. Nella precarietà del suo sostegno trova l’equilibrio. Mira all’essenzialità per purezza di forma e alla bellezza che il contenuto di una rinascita sa imprimere. Simona Bertozzi TERRESTRE movement in still-life Che cosa del tempo se non la sua qualità. Nell’attualizzazione del suo pensiero-movimento, un corpo sta tra le scansioni di ritmo, di colore e di intensità, come in un maestoso tentativo di equilibrio fra ciò che è, ciò che è stato, e ciò che potrebbe essere. Così, nel rinnovamento continuo delle sue immagini, si apre alle possibilità ellittiche offerte dalla memoria biologica dell’umano e dalla sua natura terrestre, con traiettorie incostanti e di velocità variabile. Che cosa dello spazio se non la sua quantità. In un luogo atono per saturazione, uniforme per disomogeneità delle forme, in un continuo ribaltamento dello zenit e del nadir, la memoria circoscrive con i movimenti la scena della sua rappresentazione, ma non lascia modo di intravedere alcuna fine alle sue possibili (virtuali) rappresentazioni. Anzi nella sua quantificazione spaziale, la memoria agisce per scegliere, dividere e compenetrare, alcune delle immagini generate dal ricordo biologico, e le attualizza in un unico luogo. In una casualità assolutamente non caotica, dove le potenzialità dell’azione non si esplicano per intero, la memoria si sente libera dalle limitazioni imposte dall’interazione di un corpo con uno spazio determinato, dalle limitazioni imposte dall’interazione di un pensiero con il suo ricordo (pre)determinato, e può finalmente tentare di rappresentare se stessa. Marcello Briguglio martedì 22 luglio | Teatro Rossini HOFESH SHECHTER DANCE COMPANY [Israele/Gran Bretagna] DE-GENERATION [Cult / Fragments / Uprising] direzione artistica e coreografie Hofesh Shechter musiche Hofesh Shechter, Johann Sebastian Bach Eric Idle, Hofesh Shechter in collaborazione con British Council Un talento giovane e graffiante quello di Hofesh Shechter, israeliano trapiantato a Londra, la cui carriera come coreografo, iniziata solo nel 2004, è stata fino ad oggi un susseguirsi di conferme e riconoscimenti di pubblico e critica. Ex danzatore della Batsheva Dance Company, Shechter vive e lavora in Inghilterra dove ha iniziato un proprio percorso artistico rivelandosi uno dei più promettenti coreografi della scena britannica contemporanea. Nei suoi lavori, tutti estremamente originali, forza fisica ed eleganza scenica si fondono in un perfetto connubio, espressione di uno stile coreografico sinuoso e forte, sempre carico di emozione e di energia fluida. De-Generation è uno spettacolo tripartito di esilarante fisicità che racconta il mondo dell’adolescenza attraverso una serie di acuti ritratti generazionali affidati a un gruppo di brillanti giovani interpreti. Le stanze della giovinezza disegnate con pochi tratti sul palco, gli abiti e la musica, mettono in scena riferimenti a una realtà quotidiana contemporanea riconoscibile, che viene raccontata nelle sue pieghe più misteriose, nei suoi moventi più segreti, in un affresco di grande rigore che lascia spazio all’ironia e al divertimento. Il primo brano, Cult (vincitore dell’Audience Award al prestigioso The Place Prize 2004), è un lavoro virtuosistico per sei danzatori che affronta in maniera ironica il tema del potere nella società contemporanea. Seguono Fragments – l’opera del suo debutto come autore – un duetto raffinato ed intenso che ha vinto il primo posto alla Serge Diaghilev Choreographic Competition nel 2004 e Uprising, una seducente e complessa pièce per sette danzatori uomini, dove la contrapposizione tra il suono duro e frastornante della musica techno e la danza che indaga elementi di mascolinità, si allontana dalle atmosfere intimistiche dei primi due spettacoli. domenica 27 luglio | Teatro Rossini ITALIANS DANCE IT BETTER [Italia/Europa] GALA DELLE STELLE D’ITALIA NEL MONDO [prima ed esclusiva italiana] con Silvia Azzoni, Alessio Carbone, Isabelle Ciaravola, Mara Galeazzi Sergei Polunin, Alexandre Riabko, Valentina Scaglia, Lukas Timulak etoiles e solisti del Ballet National Opéra de Paris, Hamburg Ballett/John Neumeier Royal Ballet di Londra, Nederlands Dans Theater NDT 1 Oneness coreografia Lukas Timulak musiche Gustavo Santaolalla danzatori Valentina Scaglia e Lukas Timulak Eclisse coreografia Liam Scarlett musica Antonio Vivaldi danzatori Mara Galeazzi e Sergei Polunin Bella Figura coreografia Jirí Kylián musica barocca danzatori Silvia Azzoni e Alexandre Ryabko End of Time coreografia Ben Stevenson musica Sergej Rachmaninov danzatori Mara Galeazzi e Sergei Polunin L’arlesienne pas de deux coreografia Roland Petit musica Georges Bizet danzatori Isabelle Ciaravola e Alessio Carbone Arepo coreografia Maurice Béjart musica Charles Gounod da Faust danzatore Alessio Carbone V Sinfonia di Gustav Mahler coreografia John Neumeier musica Gustav Mahler danzatori Silvia Azzoni e Alexandre Ryabko Nisi Dominus coreografia William Tuckett musica Claudio Monteverdi danzatrice Mara Galeazzi Who Cares? “The Man I Love” coreografia George Balanchine musica George Gershwin danzatori Isabelle Ciaravola e Alessio Carbone Toss of a Dice pas de deux coreografia Jirí Kylián musica Dirk Haubrich danzatori Valentina Scaglia e Lukas Timulak Si, è vero: Italians dance it better. Lo sanno, da tempo, i più grandi coreografi lanciano i nostri talenti sulla scena internazionale. Ma finalmente lo sa bene anche il pubblico italiano, che li insegue, ogni volta che i nostri artisti si riuniscono su un palcoscenico nazionale. Molti hanno scelto di lavorare all’estero, dove sono fioriti come artisti di rara qualità, miscela unica di tecnica e temperamento. E proprio questo li rende speciali anche per il pubblico italiano, che ne coglie l’ alchimia tra sapienza interpretativa e personalità. Lo dimostra bene questa serata intitolata appunto Italians dance it better! nella quale godremo di quattro eccellenze italiane dell’arte della danza. Sono artisti che incarnano perfettamente la visione artistica delle compagnie cui appartengono ma insieme si stagliano per quel certo non-so-che, che appunto li rende ‘better’. A loro sono stati chiesti brani del loro repertorio, ma anche titoli nuovi che possono far scoprire lati meno noti della loro personalità. Così Mara Galeazzi, temperamentosa principal del Royal Ballet, accanto alla piece concertante di Stevenson, propone un assolo di William Tuckett che ne esalta la forza scenica e una creazione, dell’emergente Liam Scarlett, a testimonianza della sua attuale curiosità per la danza contemporanea. La luminosa Silvia Azzoni, prima ballerina dell’Hamburg Ballet, affianca ad un elegiaco brano di John Neumeier, un duetto da un poetico lavoro di un altro grande, Jiri Kylian, il misterioso Bella Figura. E a proposito di Kylian Valentina Scaglia, oggi personalità di spicco del suo NDT, danza un duetto dall’elusivo Toss of a Dice dell’autore praghese, insieme ad una creazione firmata dal suo partner Lukas Timulak, che sta sperimentando un bel talento di autore. Infine Alessio Carbone, primo ballerino dell’Opéra, gioca con souplesse in tre ruoli in cui l’ accattivante presenza è perfettamente valorizzata: dal jazzy Who cares? a due esempi di altrettanti titani di scuola francese: il magnetico tango da Arépo di Béjart e il duetto-tour de force da L’Arlesienne, inno all’amour fou di Roland Petit: anch’egli, per parte di madre, italiano. E chiara dimostrazione, appunto, che quando possono, Italians do/dance it better! Silvia Poletti domenica 3 agosto | Teatro Rossini COMPAGNIE LA BARAKA / ABOU LAGRAA [Francia] TRIPTYQUE MASCULIN MatriKis con Charles Joël Essombe, Oliver Tida Tida regia Antoine de Gantho luci Gérard Garchey coproduzione Bonlieu Scène Nationale [Annecy] Théâtre National de Chaillot [Paris], Les Gémeaux, Scène Nationale [Sceaux] Scène Nationale les Salins [Martigues], La Coursive Scène Nationale [La Rochelle] Maison de la Danse [Lyon] mecenate NEFA (New English Foundation for Arts), Caisse des Dépôts [Paris] Où Transe con Abou Lagraa regia Antoine de Gantho luci Gérard Garchey coproduzione Bonlieu Scène Nationale [Annecy] Le Prisme - St. Quentin en Yvelines in collaborazione con Festival Rencontres [Tunisie] La Ville d’Annonay Chorégraphiques De Carthage Passage [prima nazionale] con Yann Allard, Frederic Boisset, Bernard Wayack Pam regia Sandrine Berlaimont coproduzione Bonlieu Scène Nationale [Annecy], Centre d’Art et de création [Annecy] Suresnes Cité Danse, Théâtre Jean Vilar [Suresnes] Figura di punta della danza contemporanea francese, Abou Lagraa porta in scena un trittico di grande intensità, vero e proprio panorama della danza del coreografo. Triptyque masculin raccoglie tre brani che segnano differenti periodi creativi nella carriera dell’artista: un duo di uomini (Matrikis), il suo solo (Où Transe) ed il trio hip-hop (Passage). Matrikis ricongiunge due uomini organicamente uniti da legame di sangue (sono fratelli gemelli), in un universo acquatico e matriciale. Nel Solo, creato con una grammatica coreografica molto personale, Abou Lagraa vi coniuga il suo presente, le sue ambiguità, i suoi dubbi. I caratteri maschili e femminili s’intrecciano in un evidente dualismo ed è tramite un’incredibile energia che la danza riesce a risolvere l’apparente opposizione. Il trio Passage, nasce dall’incontro tra il coreografo e tre danzatori di hip-hop, così descritto dallo stesso Abou Lagraa: “Quello che mi affascina dei danzatori hip hop è la loro vivacità, la loro generosità, e l’amore che portano alla danza. Io, proveniente da una formazione di danza contemporanea, fui subito appassionato dalla spontanea naturalezza di questo incontro, dal confronto dei nostri rispettivi universi, dalla ricchezza dei nostri scambi”. Coreografo e danzatore con radici maghrebine, Abou Lagraa frequenta il Conservatoire National Supérieur de Musique et Danse de Lyon, iniziando la sua carriera d’interprete presso la compagnia di Rui Horta. Nel 1997 fonda una propria compagnia creando, da allora, dieci piéces in cui esplora il contemporaneo, l’hip-hop, le danze orientali o africane, il classico. Ha creato, su commissione, per l’Opéra National de Paris nel 2006 e per il Ballet Memphis nel 2008. La sua ultima piéce, D’eux sens sarà presentata nel settembre 2008 in occasione della Biennale de la Danse de Lyon. CIVITANOVA DANZA IN TRASFERTA passi di danza nell’Arena del musical in collaborazione con Comune di Porto Recanati martedì 5 e mercoledì 6 agosto | Arena Gigli di Porto Recanati MOMIX [Usa] THE BEST OF MOMIX coreografie Moses Pendleton, Cynthia Quinn, Tim Acito, Solveig Olsen con Heather Magee, Nicole Loizides, Paula Rivera Sara Kappraff, Danielle McFall, Rebecca Rasmussen Samuel Beckman, Brian Simerson, Steven Marshall, Jared Wootan direttore tecnico Woodrow Dick direttore palcoscenico Gianni Melis Una delle compagnie più originali ed amate del mondo della danza, i Momix portano sulla scena da venticinque anni coreografie di eccezionale inventiva, capaci di evocare un mondo di immagini surreali facendo interagire corpi umani, costumi, attrezzi e giochi di luce. Mente compositiva e leader storico della compagnia di ballerini-illusionisti è Moses Pendleton, il coreografo-regista che ha mantenuto intatti la freschezza, la verve, l’esuberanza, il piglio scherzoso delle prime creazioni. The best of Momix è l'omaggio che il geniale coreografo e i suoi strabilianti ballerini dedicano al pubblico. Una girandola mozzafiato di pezzi scelti dalle loro performances più entusiasmanti come Opus Cactus, Passion, Momix in orbit e Sun Flower Moon: il meglio di tutto ciò che Momix ha creato per i palcoscenici del mondo intero, per la televisione, per il teatro, accanto ad alcuni numeri inediti. Un teatro di danza libero e liberatorio, che respira di una qualità speciale: quella di una leggerezza intelligente, una creatività sdrammatizzante, festosa. Poesia, illusione, comicità, dolcezza, ma anche sensualità, virilità e potenza: questo spettacolo raccoglie ed armonizza la quintessenza delle emozioni che solo Momix riesce a provocare. E’ nel 1980 che Moses Pendleton, nato e cresciuto in una fattoria del Vermont, laureatosi in letteratura inglese all’inizio degli anni Settanta, appassionato di sport e provetto sciatore, costituisce i MOMIX che, sotto la guida, non tardano ad acquisire credibilità internazionale. Nel 1992 MOMIX presenta Passion, che diventa in breve tempo un successo mondiale. Si tratta di uno spettacolo ideato sulla colonna sonora del film di Martin Scorsese L’ultima tentazione di Cristo, di Peter Gabriel. Lo stesso anno la celebre squadra di Baseball San Francisco Giants affida a Momix la realizzazione di una coreografia per un'inaugurazione. Darà nascita al nuovo spettacolo chiamato, appunto, Baseball (1994). Nel febbraio 1996 debutta a Milano lo spettacolo Supermomix. Nel febbraio 2001 la compagnia presenta la prima mondiale dello spettacolo Opus Cactus al Joyce Theatre di New York, osannato dalla critica mondiale. Record assoluto di pubblico nei paesi dove è stato rappresentato in questi ultimi anni. L’ultima creazione di Moses Pendleton, presentata in occasione del venticinquesimo anniversario (2005) di Momix, è Sun Flower Moon, una serata di sovvertimenti e di seduzioni visuali, in cui affascinanti oggetti cosmici guizzano e fluttuano in un metafisico Mare lunare. domenica 10 agosto | Piazza XX Settembre TARANTA [Italia] musiche e danze del Salento con Ensemble di Antonio Castrignanò voce, tamburello, percussioni e danza Antonio Castrignanò voce, violino Ninfa Giannuzzi chitarra battente, classica e acustica Attilio Turrisi fisarmonica Rocco Nigro tamburello, danza Carlo De Pascali contrabbasso Francescano Congedo chitarra acustica Valerio Daniele danza Moana De Pascali A chiudere Civitanova Danza una festa all’insegna di una delle più suggestive e coinvolgenti danze popolari, la pizzica. Agli spettatori del festival è data l’occasione di osservare e partecipare – grazie allo stage aperto al pubblico – ad un ballo che, pur affondando le sue radici nel Sud d’Italia, è divenuto un fenomeno di interesse internazionale. Melodie e ritmi arcaici accompagnano una delle più suggestive e coinvolgenti danze popolari, la “pizzica”, in uno spettacolo che si muove attorno al repertorio musicale della tradizione del Salento interpretata da Antonio Castrignanò e dal suo ensemble. Una musica che resiste potente alle insidie del tempo e che ancora oggi ha il potere di racchiudere sensazioni, sfumature, odori, suoni e parole appartenenti ad una cultura ancora intatta; una danza che impreziosisce e narra, attraverso un linguaggio del corpo istintivo o studiato, usanze e abitudini di questo fascinoso lembo di terra. Sono questi gli ingredienti per Taranta, una festa all’insegna di suoni e movimenti che custodiscono ancora oggi, nelle loro espressioni arcaiche ricche di poesia, un mondo sempre capace di emozionare. Antonio Castrignanò, abilissimo tamburellista e percussionista di Calimera di Lecce, rappresenta una delle realtà musicali più consolidate del Salento, in quanto capace di coniugare con la massima naturalezza, e senza perdere di vista l’appartenenza, la tradizione musicale della sua terra con i più svariati linguaggi musicali del mondo, contribuendo a diffondere la cultura orale e tradizionale nei circuiti nazionali e internazionali. Già in età giovanissima ha appreso da Luigi Chiriatti, studioso e ricercatore di tradizioni popolari e cultura orale, la tecnica del tamburello salentino secondo lo stile tradizionale affinando via via con gusto e sensibilità la tecnica, impreziosendola e arricchendola con influenze che gli derivano dalla conoscenza e dallo studio delle musiche di percussione del mondo, principalmente afro-cubane. Accanto alla conoscenza delle arie, dei suoni e dei ritmi tradizionali, ha educato la sua voce al canto secondo le tecniche arcaiche dei “carrettieri”. Un canto monodico, alla “stisa,” a voce distesa. Ha impreziosito questa tecnica di canto con melismi e vocalizzi che ricalcano gli umori dei carrettieri salentini che partivano a notte fonda e avevano come unici compagni di viaggio i “suoni” e le “voci” del carretto e del cavallo. Ha saputo arricchire questi e altri canti con l’ironia propria di tutta la canzone popolare, dandogli una loro fisionomia e un posto di rilievo nel vasto patrimonio della musica popolare salentina. BIGLIETTI E ABBONAMENTI Teatro Rossini Balletto Kirov I sett. euro 50,00 | II sett. euro 40,00 rid.* euro 35,00 | III sett. euro 30,00 rid.* euro 25,00 MaggioDanza, Italians dance it better I sett. euro 30,00 | II sett. euro 25,00 rid.* euro 20,00 | III sett. euro 20,00 rid.* euro 15,00 Hofesh Shechter Dance Company, Compagnie La Baraka/Abou Lagraa I sett. euro 25, 00 | II sett. euro 20,00 rid.* euro 15,00 | III sett. euro 15,00 rid.* euro 10,00 Teatro Annibal Caro I sett. euro 15,00 rid.* euro 12,00 | II sett. euro 12,00 rid.* euro 10,00 | III sett. euro 10,00. Momix I sett. euro 40, 00 | II sett. euro 35,00 rid.* euro 30,00 | III sett. euro 25,00 rid.* euro 20,00 Taranta ingresso gratuito * fino a 24 anni, iscritti scuole di danza, soci Touring Club e convenzionati vari Carta Civitanova Danza [ingresso ai 5 spettacoli del Teatro Rossini + prelazione sull’acquisto dei biglietti per gli spettacoli fuori abbonamento] I sett. euro 143,00 | II sett. euro 115,00 rid.* euro 92,00 | III sett. euro 87,00 rid.* euro 65,00 * giovani fino a 24 anni e iscritti scuole di danza PRENOTAZIONE E VENDITA 9 e 10 giugno rinnovo abbonamenti* senza diritto di conferma dello stesso posto dal 13 al 21 giugno nuovi abbonamenti* dal 22 giugno vendita biglietti vendita on line dal 22 giugno www.teatridicivitanova.com - www.amat.marche.it - www.vivaticket.it *ogni abbonato potrà acquistare, contestualmente all’abbonamento, i biglietti per The best of Momix nei giorni di spettacolo vendita dei biglietti presso i teatri di riferimento [18.30 - inizio spettacolo] BIGLIETTERIE Civitanova Marche biglietteria del festival c/o Teatro Rossini [18.30 – 21.00] tel. 0733 812936 Ancona Amat [10.00 – 16.00 sab e festivi esclusi] tel. 071 2072439 / 071 2075880 Ascoli Piceno Teatro Ventidio Basso [lun – ven 9.30 -12.30 / 16.30 – 19.30; sabato 9.30 -12.30] tel. 0736 244970 Fermo Teatro dell’Aquila [9.30 - 12.30 sabato e festivi esclusi] tel. 0734 284295 Macerata Biglietteria dei Teatri [10.30 – 13.00 / 17.00 – 20.00] tel. 0733 230735 Porto Recanati Pro Loco [9.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30 tutti i giorni] tel. 071 7591872 INFORMAZIONI Teatro Rossini | Civitanova Marche, via Bruno Buozzi 6 0733 812936 – [email protected] Teatro Annibal Caro | Civitanova Marche Alta, c.so Annibal Caro 0733 892101 Amat | Ancona, c.so Mazzini 99 071 2072439 – [email protected] www.civitanovadanza.it www.teatridicivitanova.com www.amat.marche.it INIZIO SPETTACOLI ore 21,30