Comune di Civitanova | Teatri di Civitanova | Amat
con il contributo di
Ministero per i Beni e le Attività Culturali | Regione Marche
Provincia di Macerata | Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di
Macerata
Camera di Commercio di Macerata
partners
Cesare Paciotti | Eurosuole spa
Banca di Credito Cooperativo di Civitanova Marche e Montecosaro
2008
XV festival internazionale nel nome di Enrico Cecchetti
9 luglio | 10 agosto
Civitanova Marche. La città di Enrico Cecchetti danza tutto, tutto l’anno.
programma
mercoledì 9 luglio | Teatro Rossini
BALLETTO KIROV DEL TEATRO MARIINSKIJ DI SAN PIETROBURGO [Russia]
SERATA FORSYTHE
sabato 12 luglio | Teatro Rossini
MAGGIODANZA [Italia]
LA SYLPHIDE
CIVITANOVA CASA DELLA DANZA
mercoledì 16 luglio | Teatro Annibal Caro
SIMONA BERTOZZI [Italia]
TERRESTRE [anteprima nazionale] / NUOVA CREAZIONE [prima assoluta]
[progetto di residenza]
martedì 22 luglio | Teatro Rossini
HOFESH SHECHTER DANCE COMPANY [Israele/Gran Bretagna]
DE-GENERATION
domenica 27 luglio | Teatro Rossini
ITALIANS DANCE IT BETTER [Italia/Europa]
GALA DELLE STELLE D’ITALIA NEL MONDO
Mara Galeazzi [Royal Ballet], Alessio Carbone [Opéra de Paris]
Silvia Azzoni [Hamburg Ballet], Valentina Scaglia [Nederlands Dans Theater]
[prima ed esclusiva nazionale]
domenica 3 agosto | Teatro Rossini
COMPAGNIE LA BARAKA / ABOU LAGRAA [Francia]
TRIPTYQUE MASCULIN
CIVITANOVA DANZA IN TRASFERTA
passi di danza nell’Arena del musical
in collaborazione con Comune di Porto Recanati
martedì 5 e mercoledì 6 agosto | Arena Gigli di Porto Recanati
MOMIX [Usa]
THE BEST OF MOMIX
domenica 10 agosto | Piazza XX Settembre
TARANTA [Italia]
musiche e danze del Salento
con Ensemble di Antonio Castrignanò
sabato 9 agosto
stage di Taranta
aperto al pubblico in preparazione alla conclusione del festival
comunicato stampa
L’edizione 2008 (la quindicesima) del festival internazionale Civitanova
Danza – che si svolge a Civitanova Marche dal 9 luglio al 10 agosto – vuole
confermare e approfondire le proprie caratteristiche d’intervento, come sono
venute strutturandosi e consolidandosi nel corso della sua storia.
“Civitanova danza tutto”, slogan che accompagna da qualche anno la
manifestazione, testimonia da un lato la tensione ad una onnicomprensività
dello sguardo per le differenti tipologie di danza (dalla tradizione del
balletto classico alle esperienze più contemporanee), ma anche indicare
l’aspirazione a riunire in sé i rappresentanti del mondo, come accadrà
quest’anno per Russia, Israele, Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e
naturalmente Italia.
L’inaugurazione del festival il 9 luglio (Teatro Rossini) è affidata ad un
vero e proprio evento. Torna infatti nella “città della danza” il Balletto
Kirov del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo che presenta al pubblico del
festival Serata Forsythe. Lo spettacolo, espressione dell’eccellenza della
danza classica mondiale, è portato in scena da un corpo di ballo considerato
da secoli la roccaforte della danse d’école e da circa un trentennio apertosi
al secondo Novecento coreografico.
Il corpo di ballo di uno dei maggiori enti lirici italiani – il Maggio
Musicale Fiorentino – arriva al festival il 12 luglio sull’onda dei rinnovati
successi ottenuti grazie alla direzione artistica di Vladimir Derevianko,
danzatore russo tra i più amati degli ultimi decenni. In programma un
capolavoro come La Sylphide - prototipo del balletto romantico che vede
impegnati circa quaranta ballerini – che riempirà di meraviglie il
palcoscenico del Teatro Rossini come gli occhi degli spettatori.
La grande capacità e maturità interpretativa, il coraggio di mettere in gioco
un patrimonio di esperienze – tra le quali quella maturata nell’ambito della
compagnia di Virgilio Sieni e un linguaggio autonomo di grande
comunicatività hanno condotto Simona Bertozzi ad essere considerata una
coregrafa e danzatrice tra le più apprezzate della nuova scena italiana.
Il festival accoglie una serata dal sapore esclusivo (16 luglio al Teatro
Annibal Caro nell’ambito del progetto Civitanova Casa della Danza), in cui il
suo intenso assolo Terrestre che scruta il rapporto tra azione e memoria si
accompagna ad un inedito lavoro a due, che vede la luce al termine di una
residenza presso le strutture della città alta (Foresteria Imperatrice
Eugenia e Teatro Annibal Caro).
Il 22 luglio il festival prosegue al Teatro Rossini con la Hofesh Shechter
Dance Company. Israeliano di nascita, Hofesh Shechter vive e lavora in
Inghilterra dove ha iniziato un proprio percorso artistico rivelandosi un
coreografo di grandissimo talento il cui lavoro, estremamente originale, si
distingue per la forza fisica che caratterizza la sua danza unita
all’eleganza scenica. De-generation è il titolo della serata composta da Cult,
lavoro virtuosistico che affronta in maniera ironica il tema del potere nella
società contemporanea, Fragments – sua prima creazione – un duetto raffinato
ed intenso che ha vinto il primo posto alla Serge Diaghilev Choreographic
Competition nel 2004 e Uprising interpretato da sette danzatori uomini che
emergono dall’ombra per aggredire il palcoscenico con una forza folgorante ed
una potente musica che assale i sensi degli spettatori.
Quattro eccellenze italiane (accompagnate da importanti partner) della scena
mondiale per una serata esclusiva (27 luglio al Teatro Rossini in prima ed
esclusiva italiana) non a caso intitolata Italians dance it better. Stimati
come
ballerini
di
rara
qualità
all’estero,
questi
artisti
si
contraddistinguono per personalità, tecnica e temperamento unici e presentano
a Civitanova Danza dei brani firmati da grandi maestri così come delle
creazioni di giovani coreografi emergenti. Mara Galeazzi (principal del
London’s Royal Ballet), Silvia Azzoni (prima ballerina dell’Hamburg Ballet e
neovincitrice del Benois de la Danse), Valentina Scaglia (Nederlands Dans
Theatre) e Alessio Carbone (primo ballerino all’Opéra de Paris) danzeranno
con Sergei Polunin, Alexandre Ryabko, Lukas Timulak e Isabelle Ciaravola per
una serata che si annuncia irripetibile.
Un trittico di grande intensità dal titolo Triptyque masculin firmato da una
delle figure di punta della danza contemporanea francese, Abou Lagraa, e
danzato da otto energici ballerini della Compagnie La Baraka è in scena il 3
agosto al Teatro Rossini. Abou Lagraa, coreografo e danzatore con radici
maghrebine ancora poco conosciuto nel nostro paese, ha realizzato negli
ultimi anni spettacoli unici, caratterizzati da un linguaggio coreografico
del tutto originale. Ad inaugurare la serata è Matrikis, coreografia in
omaggio alla figura della donna e alle tante anime e sfaccettature che le
appartengono. Come appartengono alla danza, quando è ancora capace di stupire.
Civitanova Danza va in trasferta e lo fa il 5 e 6 agosto all’Arena Gigli di
Porto Recanati con una delle compagnie più originali ed amate del mondo della
danza, i Momix, che da venticinque anni portano sulla scena coreografie
uniche in cui la loro abilità di danzatori si fonde con quella di
illusionisti. A Porto Recanati – in collaborazione con l’amministrazione
comunale locale - il gruppo statunitense presenta The best of Momix, omaggio
che il coreografo Moses Pendleton dedica alla propria compagnia la cui storia
è caratterizzata da indiscussi successi e trionfi mondiali. Al centro dello
spettacolo pezzi di alcune delle loro performances più entusiasmanti come
Opus Cactus, Passion, Sun flower Moon e Momix in orbit.
A chiudere il festival – domenica 10 agosto in piazza XX settembre – è
Taranta, una festa (ad ingresso gratuito) all’insegna di una delle più
suggestive e coinvolgenti danze popolari, la “pizzica”. Lo spettacolo si
muove attorno al repertorio musicale della tradizione orale del Salento
interpretata da Antonio Castrignanò e il suo ensemble. Melodie e ritmi
arcaici, sonagli e membrane che riconducono a pietre e colori di questo
fascinoso lembo di terra. Canti di lavoro che scandiscono da sempre i tempi e
la fatica quotidiana della gente che gli appartiene, senza tralasciare
l’espressione musicale più travolgente, ereditata dal rito del tarantismo
conosciuto in tutto il mondo, la pizzica tarantata. Musica popolare, dunque,
ma anche danza che impreziosisce e narra, attraverso un linguaggio del corpo
istintivo o studiato, usanze e abitudini del Salento.
La festa di chiusura è preceduta - sabato 9 agosto – da uno stage di Taranta
aperto al pubblico in preparazione alla conclusione del festival
Il festival internazionale Civitanova Danza 2008 è promosso da Comune di
Civitanova Marche, Teatri di Civitanova e Amat, è realizzato con il
contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Marche,
Provincia di Macerata, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di
Macerata e Camera di Commercio di Macerata. Partners del festival sono Cesare
Paciotti, Eurosuole spa e Banca di Credito Cooperativo di Civitanova Marche e
Montecosaro.
Biglietteria e informazioni: Teatro
2075880, www.civitanovadanza.it.
Inizio spettacoli ore 21.30.
ufficio stampa
Amat | Barbara Mancia
071 2075880 _ 335 7756368
[email protected]
Rossini
tel.
0733
812936,
Amat
071
9 luglio | Teatro Rossini
BALLETTO KIROV DEL TEATRO MARIINSKIJ DI SAN PIETROBURGO [Russia]
SERATA FORSYTHE
Steptext
coreografia William Forsythe
musica Johann Sebastian Bach, Partita n.2 BWV1004 in re minore, Chaconne
messa in scena, luci, costumi William Forsythe
assistente al coreografo Aaron Sean Watkin
Approximate Sonata
coreografia, messa in scena, luci William Forsythe
musica Thom Willems
costumi Stephen Galloway
assistente al coreografo Noah D. Gelber
The Vertiginous Thrill of Exactitude
coreografia, messa in scena, luci William Forsythe
musica Franz Schubert, Sinfonia n.9 in do maggiore, Finale
costumi Stephen Galloway
assistente al coreografo Noah D. Gelber
In the Middle, somewhat elevated
coreografia William Forsythe
musica Thom Willems in collaborazione con Leslie Stuck
messa in scena, luci, costumi William Forsythe
assistente al coreografo Kathryn Bennet
La produzione dei balletti Steptext, The Vertiginous of Exactitude, In the Middle,
somewhat elevated di William Forsythe è stata resa possibile grazie al supporto di
Kultur-Stiftung der Deutsche Bank
Il balletto Approximate Sonata di William Forsythe è stato reso possibile grazie a
una generosa donazione di Bettina von Siemens
Il Teatro Mariinskij è simbolo di San Pietroburgo e della Russia; da più di
duecento anni è l’accademia del balletto e dell’opera russa. Dalla sua
fondazione, il Teatro Mariinskij ha affermato la sua gloria e la fama
internazionale in tre modi diversi: con la Compagnia d’Opera, con il Corpo di
Ballo e con l’Orchestra Sinfonica.
Chiamato così in onore dell’Imperatrice Maria Alexandrovna, moglie di
Alessandro II, il teatro è stato inaugurato il 2 ottobre 1860 con l’opera di
Mikhail Glinka Una vita per lo Zar. La Compagnia d’Opera e il Corpo di Ballo,
invece, erano state create precedentemente. La loro storia, infatti, risale
al 1783, quando l’imperatrice Caterina II pubblicò un “editto imperiale” per
fondare una compagnia d’opera e di balletto russe a San Pietroburgo. Il
Teatro Mariinskij ha fatto emergere innumerevoli artisti tra i quali
ballerini quali Anna Pavlova, Vaslav Nijinsky, Galina Ulanova, Rudolf Nureyev
e Mikhail Baryshnikov. Un ruolo fondamentale nello sviluppo della danza
classica l’hanno avuto alcuni maestri di ballo, quali Marius Petipa, Michel
Fokine e George Balanchine. Il repertorio di danza del teatro, considerato a
lungo “la casa di Petipa”, va anche in una direzione coreutica contemporanea:
dal neoclassicismo di George Balanchine alle opere radicali di William
Forsythe. Nel 1989 il Teatro Mariinskij ha portato in scena, per la prima
volta, le coreografie di Balanchine, segnando il suo ritorno a San
Pietroburgo. Nel corso dell’ultimo decennio il repertorio ha visto
aggiungersi le opere dei grandi coreografi del XX e del XXI secolo come
Kenneth MacMillan, Harald Lander, John Neumeier, William Forsythe, Hans van
Manen e Pierre Lacotte.
Nell’ultima decade il teatro si è impegnato nel restauro delle due opere di
Petipa intitolate La Bella Addormentata e La Bayadère ricevendo critiche
entusiastiche dalla stampa. Nell’ultimo decennio la compagnia ha debuttato
con Cenerentola, Lo Schiaccianoci e The Magic Nut di Alexei Ratmansky,
Hoffmanniade di Chemiakin e The Golden Age con la coreografia di Noah D.
Gelber.
sabato 12 luglio | Teatro Rossini
MAGGIODANZA [Italia]
LA SYLPHIDE
balletto in due atti di August Bournonville
musica Herman Severin Løvenskjold
edizione Det Kongelige Teater, Copenhagen
allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
coreografia originale August Bournonville
regia e adattamento Frank Andersen
scene e costumi ideate e realizzate da Laboratori del Maggio Musicale
Fiorentino
luci François Saint-Cyr riprese da Luciano Roticiani
direttore MaggioDanza Vladimir Derevianko
direttore dell’allestimento Paolo Giacchero
interpreti principali Paola Vismara, Cristiano Col angelo, Leone Barilli
La Sylphide è stata realizzata per la prima volta dal coreografo Filippo
Taglioni, su musica di Jean Schneitzhoeffer: il balletto debuttò a Parigi il
12 marzo 1832 e fu creato per la figlia di Taglioni, Maria, che, secondo
August Bournonville, era la più grande ballerina che avesse mai visto. Essa
infatti divenne famosa in tutto il mondo per la sua interpretazione di
Silfide.
August Bournonville vide La Sylphide, l’emblema del balletto romantico, a
Parigi nell’estate del 1834. Partecipò a quell’evento insieme alla sua
giovane allieva, Lucile Grahn.
Egli rimase affascinato dal balletto: ciononostante, per ragioni economiche,
si astenne dall’acquisire la partitura originale. Chiese invece al
compositore danese Herman Severin Løvenskjold di comporre una partitura
comple-tamente nuova. La Sylphide di Bournonville fu rappresentata per la
prima volta a Copenhagen il 28 novembre 1836, con Lucile Grahn nella parte di
Silfide e con Bournonville stesso in quella di James: mentre il balletto di
Taglioni è scomparso dalle scene francesi nel 1860, quello danese è rimasto
in repertorio in modo stabile e viene rappresentato ogni stagione.
Bournonville, nella sua prefazione per il programma de La Sylphide del 1°
novembre 1836, scrive: “Il soggetto, tratto da una ballata scozzese, fu
inizialmente utilizzato da Taglioni per un balletto con musica di
Schneitzhoeffer. La mancanza del materiale necessario per poter rimontare la
produzione parigina de La Sylphide su un palcoscenico danese - sapendo per
esperienza che un teatro più piccolo spesso ha dei vantaggi che, se ben
sfruttati, compensano i difetti delle sue attrezzerie -, ha fatto sì che
trattassi questo balletto in un modo estremamente originale, tanto da dare al
mio lavoro quella freschezza che una copia non potrebbe mai possedere.”
Poiché in tutti i campi artistici un problema può essere risolto in vari modi,
ho dunque creato questo balletto seguendo un’idea francese, su una musica
interamente nuova di un artista danese; la danza, i movimenti mimici, la
formazione dei gruppi e un certo numero di cambiamenti nel soggetto sono mie
invenzioni personali. Pertanto, pur ammettendo che questa più giovane
Sylphide deve la sua esistenza a quella più vecchia, affido questa nuova
produzione a quella gentilezza e a quella indulgenza del pubblico che hanno
costituito fino ad ora la mia felicità e la mia ricompensa.
Copenhagen, 1 novembre 1836
August Bournonville
Mentre si celebra il 175° anniversario della prima versione francese, La
Sylphide di Bournonville non solo è divenuta un caposaldo tradizionale del
Royal Danish Ballet, ma è anche entrata a far parte del repertorio di quasi
tutte
le
grandi
compagnie
internazionali
di
danza
sin
da
quando
“l’esportazione” del balletto danese prese le mosse negli anni ‘50. La
Sylphide è uno dei balletti danesi tratti dal grande repertorio di
Bournonville
maggiormente
rappresentati,
nonostante
o
forse,
più
precisamente, grazie a - la sua malinconia e il suo finale tragico, che pure
sono ben lontani dal consueto atteggiamento ottimistico nei confronti della
vita, proprio del grande coreografo danese. Naturalmente la sua popolarità
può essere attribuita alla meravigliosa coreografia e alla bellissima musica,
ma è anche il soggetto in sé che la rende sempre attuale: infatti dibattersi
fra le rassicuranti comodità di un’esistenza borghese e il fascino
dell’ignoto è un dilemma che caratterizza il nostro mondo moderno.
Presentare La Sylphide all’estero è sempre entusiasmante, ma rappresenta
anche una grande sfida: lo stile di Bournonville, l’agilità dei passi, le
posizioni delle spalle (épaulements) e il modo in cui egli inserisce la
mimica nella coreografia sono infatti altrettante caratteristiche danesi. È
uno stile che richiede enormi sacrifici ai ballerini, ma che permette appunto
anche sfide artistiche.
August Bournonville (1805-1879) era figlio del Romanticismo ed è vissuto in
un tempo in cui passeggiando per Copenhagen poteva incontrare alcuni dei più
grandi artisti e delle più imnportanti personalità culturali del paese: era
un caro amico di Hans Christian Andersen e Bournonville stesso, come Andersen,
è un narratore di fiabe - un narratore di fiabe per balletto. I protagonisti
dei suoi lavori non sono re, regine, principi e principesse, ma gente comune:
un povero pescatore in Napoli, un giovane contadino belga ne La kermesse a
Bruges, una giovane danese bionda in Folktale, un povero ciabattino in
Abdallah e un giovanotto scozzese ne La Sylphide. Bournonville dipinse usando
tutti i colori della tavolozza, viaggiò moltissimo ma prestò la sua
immaginazione anche a racconti ambientati in paesi che non aveva mai visitato.
Rappresentò l’uomo comune e basò le sue storie su racconti e leggende locali,
cercando soprattutto di porre l’accento sulla vicenda, e utilizzò la mimica,
una forma di comunicazione non verbale, che è oggi una delle pietre miliari
del Royal Danish Ballet e della tradizione Bournonville.
La maggior parte dei suoi balletti infatti assume una forma narrativa in cui
la mimica ha un ruolo centrale e unico nel racconto. La gestualità che egli
utilizza è semplice e naturale, proprio come i gesti della mano e il
linguaggio del corpo che si usano per enfatizzare le nostre conversazioni
quotidiane. La mimica ci permette di esprimere con il gesto pensieri,
emozioni, amore, costernazione, felicità, pianto, rabbia e disperazione, e di
renderli un’espressione fisica viva che il pubblico dal canto suo può
interpretare immaginandosi delle parole secondo la propria sensibilità.
Una delle mie prime interpretazioni come ballerino avvenne nel 1963 quando,
all’età di dieci anni, danzai un ruolo di bambino ne La Sylphide. Da allora
ho interpretato tutti i balletti di Bournonville e, negli ultimi diciassette
anni, riprendere le sue coreografie in Danimarca e all’estero è stato per me
un grande privilegio. Quando affronto una nuova produzione, non importa in
quale parte del mondo, io ricomincio ex-novo, ed ogni volta si tratta di una
nuova esperienza da vivere con rinnovato entusiasmo:
ed è una sensazione
meravigliosa. Non si è mai stanchi di August Bournonville: egli avrà sempre
nuove storie da raccontare; sedurrà sempre col suo stile personalissimo e
cercherà di farci scoprire prospettive inedite.
È dunque doveroso celebrare questo grande artista, ma ciò che più importa è
far sì che egli, così come i suoi balletti e la tradizione che ha fondato,
non diventino mai pezzi da museo, ma continuino a riflettere i tempi a noi
contemporanei, per restare forma vivente di un teatro che dipinga eventi che
ci riguardano da vicino ed emozioni e sentimenti che noi stessi, ancor oggi,
possiamo sentir nostri. Se così avverrà, il nome di Bournonville vivrà per
sempre.
Copenhagen, 10 settembre 2007
Frank Andersen
Direttore artistico del Royal Danish Ballet
CIVITANOVA CASA DELLA DANZA
mercoledì 16 luglio, Teatro Annibal Caro
SIMONA BERTOZZI [Italia]
TERRESTRE IN PROGRESS [anteprima nazionale]
TERRESTRE movement in still-life
MOMENTUM E MOVIMENTUM prima traccia per uno studio [prima assoluta]
progetto di residenza
Terrestre in progress
progetto Simona Bertozzi e Marcello Briguglio
coreografia e danza Simona Bertozzi
musica e ambienti sonori Roberto Passuti
progetto luci Roberto Passuti
scenografie e costumi Simona Bertozzi, Marcello Briguglio, Ilaria
Barelli
opera realizzata con il sostegno di Comune di Bologna/Settore Cultura
nell’ambito del Progetto Internazionale Choreoroam
sostenuto da British Council/The place, Operaestate Festival/Veneto
Dansateliers/Rotterdam
Terrestre _ movement in still-life
lavoro vincitore del Premio Videodance - Moving Virtual
2008/Riccione TTV festival
opera video di Celeste Taliani
concetto Simona Bertozzi, Marcello Briguglio, Celeste Taliani
regia Celeste Taliani
fotografia Marco Colonna
musiche Roberto Passuti
scenografie e costumi Simona Bertozzi, Marcello Briguglio,
Barelli, Celeste Taliani
Bodies
Ilaria
Momentum e Movimentum prima traccia per uno studio
con Simona Bertozzi e guest
La grande capacità e maturità interpretativa, il coraggio di mettere in gioco
un patrimonio di esperienze – tra le quali quella maturata nell’ambito della
compagnia di Virgilio Sieni e un linguaggio autonomo di grande
comunicatività hanno condotto Simona Bertozzi ad essere considerata una
coregrafa e danzatrice tra le più apprezzate della nuova scena italiana.
Il festival accoglierà una serata dal sapore esclusivo, in cui il suo intenso
assolo che scruta il rapporto tra azione e memoria si accompagna ad un
inedito lavoro a due, che vede la luce al termine di una residenza presso le
strutture della città alta (Foresteria Imperatrice Eugenia e Teatro Annibal
Caro).
TERRESTRE in progress
Azione e memoria.
Azione che abita lo spazio della memoria e diviene interpretazione
organica della plasticità, in quanto capacità di trasformazione del
corpo. Dall'immagine complessa e stratificata della maturità biologica
ed emotiva, al segno dell'antropomorfo e dell'animalità.
Terrestre è una figura colta in atto di ri-composizione-evoluzione,
reminiscenza e straniamento.
All’inizio è un corpo incompleto, instabile che può rispondere a stimoli
ambientali ma con una motricità semplice, parziale, quasi imposta. E’
disarmonico e biologicamente costretto ad una reazione meccanica;
costruisce la propria azione nel presente dell’esercizio ambientale e
incede spazialmente rivelando un atto evolutivo dal taglio enciclopedico.
Poi è un corpo che riappare nella sua completezza, “già fatto”, e
significativo per sostanza emotiva ed esperienziale. Il suo tempo ha una
presenza liquida e scandisce il dialogo con il ricordo fuoriuscendo e
rientrando per interstizi articolari, prolungamenti della colonna
vertebrale, dispiegamento e vibrazione degli arti. Ha una percezione
predisposta all’inatteso-irriducibile che esprime procedendo da lunghe
stasi a formule dinamiche più ampie e strutturate, reiterazioni e
soluzione di ripartenza, per lasciare-lasciando, scolpito nello spazio,
un reticolato di affezioni profonde, fantasmi di sopravvivenze.
Movimento del corpo e della mente che rinnova le immagini per non
rimanere chiuso nella storia.
L’atto finale è una condizione di sintesi; il tentativo di dare un volto
a ciò che resta della compenetrazione animale/umano e dell’umano a tu
per tu con il suo destino al di là della storia. Risucchiare dalla
memoria biologica ed motiva il nucleo centrale e informare il corpo
sulla morfologia che può assumere in una condizione di congelamento
temporale, in cui l’azione si relaziona con lo spazio non più per
conoscenza
ma
per
rappresentazione.
Incapace
di
incedere
per
compenetrazione armonica, il corpo balza, tonfa da uno stato a quello
successivo
esasperando
lo
sforzo
fisico
e
la
ricerca
di
una
cristallizzazione della forma.
Terrestre sembra sostenersi in virtù della sua stessa instabilità. Nella
precarietà del suo sostegno trova l’equilibrio. Mira all’essenzialità
per purezza di forma e alla bellezza che il contenuto di una rinascita
sa imprimere.
Simona Bertozzi
TERRESTRE
movement in still-life
Che cosa del tempo se non la sua qualità.
Nell’attualizzazione del suo pensiero-movimento, un corpo sta tra le
scansioni di ritmo, di colore e di intensità, come in un maestoso
tentativo di equilibrio fra ciò che è, ciò che è stato, e ciò che
potrebbe essere. Così, nel rinnovamento continuo delle sue immagini, si
apre alle possibilità ellittiche offerte dalla memoria biologica
dell’umano e dalla sua natura terrestre, con traiettorie incostanti e di
velocità variabile.
Che cosa dello spazio se non la sua quantità.
In un luogo atono per saturazione, uniforme per disomogeneità delle
forme, in un continuo ribaltamento dello zenit e del nadir, la memoria
circoscrive con i movimenti la scena della sua rappresentazione, ma non
lascia modo di intravedere alcuna fine alle sue possibili (virtuali)
rappresentazioni. Anzi nella sua quantificazione spaziale, la memoria
agisce per scegliere, dividere e compenetrare, alcune delle immagini
generate dal ricordo biologico, e le attualizza in un unico luogo.
In una casualità assolutamente non caotica, dove le potenzialità
dell’azione non si esplicano per intero, la memoria si sente libera
dalle limitazioni imposte dall’interazione di un corpo con uno spazio
determinato, dalle limitazioni imposte dall’interazione di un pensiero
con il suo ricordo (pre)determinato, e può finalmente tentare di
rappresentare se stessa.
Marcello Briguglio
martedì 22 luglio | Teatro Rossini
HOFESH SHECHTER DANCE COMPANY [Israele/Gran Bretagna]
DE-GENERATION
[Cult / Fragments / Uprising]
direzione artistica e coreografie Hofesh Shechter
musiche Hofesh Shechter, Johann Sebastian Bach
Eric Idle, Hofesh Shechter
in collaborazione con British Council
Un talento giovane e graffiante quello di Hofesh Shechter, israeliano
trapiantato a Londra, la cui carriera come coreografo, iniziata solo nel 2004,
è stata fino ad oggi un susseguirsi di conferme e riconoscimenti di pubblico
e critica. Ex danzatore della Batsheva Dance Company, Shechter vive e lavora
in Inghilterra dove ha iniziato un proprio percorso artistico rivelandosi
uno dei più promettenti coreografi della scena britannica contemporanea. Nei
suoi lavori, tutti estremamente originali, forza fisica ed eleganza scenica
si fondono in un perfetto connubio, espressione di uno stile coreografico
sinuoso e forte, sempre carico di emozione e di energia fluida.
De-Generation è uno spettacolo tripartito di esilarante fisicità che racconta
il
mondo
dell’adolescenza
attraverso
una
serie
di
acuti
ritratti
generazionali affidati a un gruppo di brillanti giovani interpreti. Le stanze
della giovinezza disegnate con pochi tratti sul palco, gli abiti e la musica,
mettono in scena riferimenti a una realtà quotidiana contemporanea
riconoscibile, che viene raccontata nelle sue pieghe più misteriose, nei suoi
moventi più segreti, in un affresco di grande rigore che lascia spazio
all’ironia e al divertimento.
Il primo brano, Cult (vincitore dell’Audience Award al prestigioso The Place
Prize 2004), è un lavoro virtuosistico per sei danzatori che affronta in
maniera ironica il tema del potere nella società contemporanea. Seguono
Fragments – l’opera del suo debutto come autore – un duetto raffinato ed
intenso che ha vinto il primo posto alla Serge Diaghilev Choreographic
Competition nel 2004 e Uprising, una seducente e complessa pièce per sette
danzatori uomini, dove la contrapposizione tra il suono duro e frastornante
della musica techno e la danza che indaga elementi di mascolinità, si
allontana dalle atmosfere intimistiche dei primi due spettacoli.
domenica 27 luglio | Teatro Rossini
ITALIANS DANCE IT BETTER [Italia/Europa]
GALA DELLE STELLE D’ITALIA NEL MONDO [prima ed esclusiva italiana]
con Silvia Azzoni, Alessio Carbone, Isabelle Ciaravola, Mara Galeazzi
Sergei Polunin, Alexandre Riabko, Valentina Scaglia, Lukas Timulak
etoiles e solisti del Ballet National Opéra de Paris, Hamburg Ballett/John
Neumeier
Royal Ballet di Londra, Nederlands Dans Theater NDT 1
Oneness
coreografia Lukas Timulak musiche Gustavo Santaolalla danzatori Valentina
Scaglia e Lukas Timulak
Eclisse
coreografia Liam Scarlett musica Antonio Vivaldi danzatori Mara Galeazzi e
Sergei Polunin
Bella Figura
coreografia Jirí Kylián musica barocca danzatori Silvia Azzoni e Alexandre
Ryabko
End of Time
coreografia Ben Stevenson musica Sergej Rachmaninov danzatori Mara Galeazzi e
Sergei Polunin
L’arlesienne pas de deux
coreografia Roland Petit musica Georges Bizet danzatori Isabelle Ciaravola e
Alessio Carbone
Arepo
coreografia Maurice Béjart musica Charles Gounod da Faust danzatore Alessio
Carbone
V Sinfonia di Gustav Mahler
coreografia John Neumeier musica Gustav Mahler danzatori Silvia Azzoni e
Alexandre Ryabko
Nisi Dominus
coreografia William Tuckett musica Claudio Monteverdi danzatrice
Mara
Galeazzi
Who Cares? “The Man I Love”
coreografia George Balanchine musica George Gershwin danzatori Isabelle
Ciaravola e Alessio Carbone
Toss of a Dice pas de deux
coreografia Jirí Kylián musica Dirk Haubrich danzatori Valentina Scaglia e
Lukas Timulak
Si, è vero: Italians dance it better.
Lo sanno, da tempo, i più grandi coreografi lanciano i nostri talenti sulla
scena internazionale.
Ma finalmente lo sa bene anche il pubblico italiano, che li insegue, ogni
volta che i nostri artisti si riuniscono su un palcoscenico nazionale.
Molti hanno scelto di lavorare all’estero, dove sono fioriti come artisti di
rara qualità, miscela unica di tecnica e temperamento. E proprio questo li
rende speciali anche per il pubblico italiano, che ne coglie l’ alchimia tra
sapienza interpretativa e
personalità. Lo dimostra bene questa serata
intitolata appunto Italians dance it better! nella quale godremo di quattro
eccellenze italiane dell’arte della danza. Sono
artisti che incarnano
perfettamente la visione artistica delle compagnie cui appartengono
ma
insieme si stagliano per quel certo non-so-che, che appunto li rende ‘better’.
A loro sono stati chiesti brani del loro repertorio, ma anche titoli nuovi
che possono far scoprire lati meno noti della loro personalità.
Così Mara Galeazzi, temperamentosa principal del Royal Ballet, accanto alla
piece concertante di Stevenson, propone un assolo di William Tuckett che ne
esalta la forza scenica e una creazione,
dell’emergente Liam Scarlett, a
testimonianza della sua attuale curiosità per la danza contemporanea.
La luminosa Silvia Azzoni, prima ballerina dell’Hamburg Ballet, affianca ad
un elegiaco brano di John Neumeier, un duetto da un
poetico lavoro di un
altro grande, Jiri Kylian, il misterioso Bella Figura.
E a proposito di Kylian
Valentina Scaglia, oggi personalità di spicco del
suo NDT, danza un duetto dall’elusivo Toss of a Dice dell’autore praghese,
insieme ad una creazione firmata dal suo partner Lukas Timulak, che sta
sperimentando un bel talento di autore.
Infine Alessio Carbone, primo ballerino dell’Opéra, gioca con souplesse in
tre ruoli in cui l’ accattivante presenza è perfettamente valorizzata: dal
jazzy Who cares? a due esempi di altrettanti titani di scuola francese: il
magnetico tango da Arépo di Béjart e il duetto-tour de force da L’Arlesienne,
inno all’amour fou di Roland Petit: anch’egli, per parte di madre, italiano.
E chiara dimostrazione, appunto, che quando possono, Italians do/dance
it
better!
Silvia Poletti
domenica 3 agosto | Teatro Rossini
COMPAGNIE LA BARAKA / ABOU LAGRAA [Francia]
TRIPTYQUE MASCULIN
MatriKis
con Charles Joël Essombe, Oliver Tida Tida
regia Antoine de Gantho
luci Gérard Garchey
coproduzione Bonlieu Scène Nationale [Annecy]
Théâtre National de Chaillot [Paris], Les Gémeaux, Scène Nationale [Sceaux]
Scène Nationale les Salins [Martigues], La Coursive Scène Nationale [La
Rochelle]
Maison de la Danse [Lyon]
mecenate NEFA (New English Foundation for Arts), Caisse des Dépôts [Paris]
Où Transe
con Abou Lagraa
regia Antoine de Gantho
luci Gérard Garchey
coproduzione Bonlieu Scène Nationale [Annecy]
Le Prisme - St. Quentin en Yvelines
in collaborazione con Festival Rencontres
[Tunisie]
La Ville d’Annonay
Chorégraphiques
De
Carthage
Passage [prima nazionale]
con Yann Allard, Frederic Boisset, Bernard Wayack Pam
regia Sandrine Berlaimont
coproduzione Bonlieu Scène Nationale [Annecy], Centre d’Art et de création
[Annecy]
Suresnes Cité Danse, Théâtre Jean Vilar [Suresnes]
Figura di punta della danza contemporanea francese, Abou Lagraa porta in
scena un trittico di grande intensità, vero e proprio panorama della danza
del coreografo. Triptyque masculin raccoglie tre brani che segnano differenti
periodi creativi nella carriera dell’artista: un duo di uomini (Matrikis), il
suo solo (Où Transe) ed il trio hip-hop (Passage).
Matrikis ricongiunge due uomini organicamente uniti da legame di sangue (sono
fratelli gemelli), in un universo acquatico e matriciale.
Nel Solo, creato con una grammatica coreografica molto personale, Abou Lagraa
vi coniuga il suo presente, le sue ambiguità, i suoi dubbi. I caratteri
maschili e femminili s’intrecciano in un evidente dualismo ed è tramite
un’incredibile energia che la danza riesce a risolvere l’apparente
opposizione.
Il trio Passage, nasce dall’incontro tra il coreografo e tre danzatori di
hip-hop, così descritto dallo stesso Abou Lagraa: “Quello che mi affascina
dei danzatori hip hop è la loro vivacità, la loro generosità, e l’amore che
portano alla danza. Io, proveniente da una formazione di danza contemporanea,
fui subito appassionato dalla spontanea naturalezza di questo incontro, dal
confronto dei nostri rispettivi universi, dalla ricchezza dei nostri scambi”.
Coreografo e danzatore con radici maghrebine, Abou Lagraa frequenta il
Conservatoire National Supérieur de Musique et Danse de Lyon, iniziando la
sua carriera d’interprete presso la compagnia di Rui Horta. Nel 1997 fonda
una propria compagnia creando, da allora, dieci piéces in cui esplora il
contemporaneo, l’hip-hop, le danze orientali o africane, il classico.
Ha creato, su commissione, per l’Opéra National de Paris nel 2006 e per il
Ballet Memphis nel 2008. La sua ultima piéce, D’eux sens sarà presentata nel
settembre 2008 in occasione della Biennale de la Danse de Lyon.
CIVITANOVA DANZA IN TRASFERTA
passi di danza nell’Arena del musical
in collaborazione con Comune di Porto Recanati
martedì 5 e mercoledì 6 agosto | Arena Gigli di Porto Recanati
MOMIX [Usa]
THE BEST OF MOMIX
coreografie Moses Pendleton, Cynthia Quinn, Tim Acito, Solveig Olsen
con Heather Magee, Nicole Loizides, Paula Rivera
Sara Kappraff, Danielle McFall, Rebecca Rasmussen
Samuel Beckman, Brian Simerson, Steven Marshall, Jared Wootan
direttore tecnico Woodrow Dick
direttore palcoscenico Gianni Melis
Una delle compagnie più originali ed amate del mondo della danza, i Momix
portano sulla scena da venticinque anni coreografie di eccezionale inventiva,
capaci di evocare un mondo di immagini surreali facendo interagire corpi
umani, costumi, attrezzi e giochi di luce.
Mente compositiva e leader storico della compagnia di ballerini-illusionisti
è Moses Pendleton, il coreografo-regista che ha mantenuto intatti la
freschezza, la verve, l’esuberanza, il piglio scherzoso delle prime creazioni.
The best of Momix è l'omaggio che il geniale coreografo e i suoi strabilianti
ballerini dedicano al pubblico. Una girandola mozzafiato di pezzi scelti
dalle loro performances più entusiasmanti come Opus Cactus, Passion, Momix in
orbit e Sun Flower Moon: il meglio di tutto ciò che Momix ha creato per i
palcoscenici del mondo intero, per la televisione, per il teatro, accanto ad
alcuni numeri inediti.
Un teatro di danza libero e liberatorio, che respira di una qualità speciale:
quella di una leggerezza intelligente, una creatività sdrammatizzante,
festosa.
Poesia, illusione, comicità, dolcezza, ma anche sensualità, virilità e
potenza: questo spettacolo raccoglie ed armonizza la quintessenza delle
emozioni che solo Momix riesce a provocare.
E’ nel 1980 che Moses Pendleton, nato e cresciuto in una fattoria del Vermont,
laureatosi
in
letteratura
inglese
all’inizio
degli
anni
Settanta,
appassionato di sport e provetto sciatore, costituisce i MOMIX che, sotto la
guida, non tardano ad acquisire credibilità internazionale.
Nel 1992 MOMIX presenta Passion, che diventa in breve tempo un successo
mondiale. Si tratta di uno spettacolo ideato sulla colonna sonora del film di
Martin Scorsese L’ultima tentazione di Cristo, di Peter Gabriel. Lo stesso
anno la celebre squadra di Baseball San Francisco Giants affida a Momix la
realizzazione di una coreografia per un'inaugurazione. Darà nascita al nuovo
spettacolo chiamato, appunto, Baseball (1994). Nel febbraio 1996 debutta a
Milano lo spettacolo Supermomix. Nel febbraio 2001 la compagnia presenta la
prima mondiale dello spettacolo Opus Cactus al Joyce Theatre di New York,
osannato dalla critica mondiale. Record assoluto di pubblico nei paesi dove è
stato rappresentato in questi ultimi anni. L’ultima creazione di Moses
Pendleton, presentata in occasione del venticinquesimo anniversario (2005) di
Momix, è Sun Flower Moon, una serata di sovvertimenti e di seduzioni visuali,
in cui affascinanti oggetti cosmici guizzano e fluttuano in un metafisico
Mare lunare.
domenica 10 agosto | Piazza XX Settembre
TARANTA [Italia]
musiche e danze del Salento
con Ensemble di Antonio Castrignanò
voce, tamburello, percussioni e danza Antonio Castrignanò
voce, violino Ninfa Giannuzzi
chitarra battente, classica e acustica Attilio Turrisi
fisarmonica Rocco Nigro
tamburello, danza Carlo De Pascali
contrabbasso Francescano Congedo
chitarra acustica Valerio Daniele
danza Moana De Pascali
A chiudere Civitanova Danza una festa all’insegna di una delle più suggestive
e coinvolgenti danze popolari, la pizzica. Agli spettatori del festival è
data l’occasione di osservare e partecipare – grazie allo stage aperto al
pubblico – ad un ballo che, pur affondando le sue radici nel Sud d’Italia, è
divenuto un fenomeno di interesse internazionale.
Melodie e ritmi arcaici accompagnano una delle più suggestive e coinvolgenti
danze popolari, la “pizzica”, in uno spettacolo che si muove attorno al
repertorio musicale della tradizione del Salento interpretata da Antonio
Castrignanò e dal suo ensemble.
Una musica che resiste potente alle insidie del tempo e che ancora oggi ha il
potere di racchiudere sensazioni, sfumature, odori, suoni e parole
appartenenti ad una cultura ancora intatta; una danza che impreziosisce e
narra, attraverso un linguaggio del corpo istintivo o studiato, usanze e
abitudini di questo fascinoso lembo di terra. Sono questi gli ingredienti per
Taranta, una festa all’insegna di suoni e movimenti che custodiscono ancora
oggi, nelle loro espressioni arcaiche ricche di poesia, un mondo sempre
capace di emozionare.
Antonio Castrignanò, abilissimo tamburellista e percussionista di Calimera di
Lecce, rappresenta una delle realtà musicali più consolidate del Salento, in
quanto capace di coniugare con la massima naturalezza, e senza perdere di
vista l’appartenenza, la tradizione musicale della sua terra con i più
svariati linguaggi musicali del mondo, contribuendo a diffondere la cultura
orale e tradizionale nei circuiti nazionali e internazionali.
Già in età giovanissima ha appreso da Luigi Chiriatti, studioso e ricercatore
di tradizioni popolari e cultura orale, la tecnica del tamburello salentino
secondo lo stile tradizionale affinando via via con gusto e sensibilità la
tecnica, impreziosendola e arricchendola con influenze che gli derivano dalla
conoscenza e dallo studio delle musiche di percussione del mondo,
principalmente afro-cubane.
Accanto alla conoscenza delle arie, dei suoni e dei ritmi tradizionali, ha
educato la sua voce al canto secondo le tecniche arcaiche dei “carrettieri”.
Un canto monodico, alla “stisa,” a voce distesa. Ha impreziosito questa
tecnica di canto con melismi e vocalizzi che ricalcano gli umori dei
carrettieri salentini che partivano a notte fonda e avevano come unici
compagni di viaggio i “suoni” e le “voci” del carretto e del cavallo. Ha
saputo arricchire questi e altri canti con l’ironia propria di tutta la
canzone popolare, dandogli una loro fisionomia e un posto di rilievo nel
vasto patrimonio della musica popolare salentina.
BIGLIETTI E ABBONAMENTI
Teatro Rossini
Balletto Kirov
I sett. euro 50,00 | II sett. euro 40,00 rid.* euro 35,00 | III sett. euro
30,00 rid.* euro 25,00
MaggioDanza, Italians dance it better
I sett. euro 30,00 | II sett. euro 25,00 rid.* euro 20,00 | III sett. euro
20,00 rid.* euro 15,00
Hofesh Shechter Dance Company, Compagnie La Baraka/Abou Lagraa
I sett. euro 25, 00 | II sett. euro 20,00 rid.* euro 15,00 | III sett. euro
15,00 rid.* euro 10,00
Teatro Annibal Caro
I sett. euro 15,00 rid.* euro 12,00 | II sett. euro 12,00 rid.* euro 10,00 |
III sett. euro 10,00.
Momix
I sett. euro 40, 00 | II sett. euro 35,00 rid.* euro 30,00 | III sett. euro
25,00 rid.* euro 20,00
Taranta
ingresso gratuito
* fino a 24 anni, iscritti scuole di danza, soci Touring Club e convenzionati
vari
Carta Civitanova Danza
[ingresso ai 5 spettacoli del Teatro Rossini + prelazione sull’acquisto dei
biglietti per gli spettacoli fuori abbonamento]
I sett. euro 143,00 | II sett. euro 115,00 rid.* euro 92,00 | III sett. euro
87,00 rid.* euro 65,00
* giovani fino a 24 anni e iscritti scuole di danza
PRENOTAZIONE E VENDITA
9 e 10 giugno rinnovo abbonamenti* senza diritto di conferma dello stesso
posto
dal 13 al 21 giugno nuovi abbonamenti*
dal 22 giugno vendita biglietti
vendita on line dal 22 giugno
www.teatridicivitanova.com - www.amat.marche.it - www.vivaticket.it
*ogni abbonato potrà acquistare, contestualmente all’abbonamento, i biglietti
per The best of Momix
nei giorni di spettacolo vendita dei biglietti presso i teatri di riferimento
[18.30 - inizio spettacolo]
BIGLIETTERIE
Civitanova Marche biglietteria del festival c/o Teatro Rossini [18.30 – 21.00]
tel. 0733 812936
Ancona Amat [10.00 – 16.00 sab e festivi esclusi] tel. 071 2072439 / 071
2075880
Ascoli Piceno Teatro Ventidio Basso [lun – ven 9.30 -12.30 / 16.30 – 19.30;
sabato 9.30 -12.30] tel. 0736 244970
Fermo Teatro dell’Aquila [9.30 - 12.30 sabato e festivi esclusi] tel. 0734
284295
Macerata Biglietteria dei Teatri [10.30 – 13.00 / 17.00 – 20.00] tel. 0733
230735
Porto Recanati Pro Loco [9.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30 tutti i giorni] tel.
071 7591872
INFORMAZIONI
Teatro Rossini | Civitanova Marche, via Bruno Buozzi 6
0733 812936 – [email protected]
Teatro Annibal Caro | Civitanova Marche Alta, c.so Annibal Caro
0733 892101
Amat | Ancona, c.so Mazzini 99
071 2072439 – [email protected]
www.civitanovadanza.it
www.teatridicivitanova.com
www.amat.marche.it
INIZIO SPETTACOLI
ore 21,30