Girasole - Associazione Studenti di Agraria IAAS Sassari

Girasole
Helianthus annus (L.)
Girasole (Helianthus annus L.)
– Il girasole ha raggiunto un posto importante nell’agricoltura
europea dopo la prima guerra mondiale grazie ai molteplici
vantaggi offerti dalla sua coltivazione:
–
valorizzazione di ambienti a siccità estiva
–
buona produttività
–
prodotto che ben si presta all’estrazione di olio di ottima
qualità
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Caratteri botanici
– Famiglia Compositae
–
è la più importante specie del genere Helianthus che include
sia specie spontanee sia specie coltivate tra loro talvolta
interfertili
– Pianta annuale caratterizzata da notevole sviluppo dei suoi organi
– Fusto
– eretto, vigoroso, cilindrico, internamente pieno di midollo
– lunghezza
– nelle specie da olio varia tra 60 e 220 cm
– diametro
– varia da 2 a 5 cm ed è ineguale nei diversi tratti.
– a maturità tende a piegarsi al di sotto della calatide con
un’inclinazione variabile
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Caratteri botanici
– Fusto
–
nelle forme sottoposte a miglioramento genetico è privo
di ramificazioni
– che costituiscono un carattere negativo in quanto le
calatidi secondarie maturano più tardi e producono
semi più piccoli
– Cotiledoni
– ruolo importante nella crescita della pianta
– precoce perdita determina la formazione di una minore
quantità di s.s.
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Caratteri botanici
– Foglie
–
grandi e alterne
– margine dentato e pubescenti su entrambi i lati
– forma
– cambia a seconda della posizione rispetto al fusto
– numero varia da 12 a 40
– in funzione delle condizioni di coltivazione e delle
caratteristiche varietali
– picciolo
– presenta nella parte superiore una doccia attraverso
la quale l’acqua piovana accumulatesi sulle foglie
viene guidata verso il colletto
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Caratteri botanici
– Infiorescenza
–
Calatide
– formata da numerosi fiori collocati sul ricettacolo
discoidale
– diametro varia molto (tra i10 e i 40 cm) in funzione della
varietà e delle condizioni di coltura.
– fino all’inizio della fioritura effettua movimenti di
rotazione per i quali la superficie discoidale forma
costantemente un angolo retto con la direzione dei raggi
solari
– dopo la fioritura le calatidi rimangono rivolte
– verso Est, Nord-Est nell’emisfero Nord
– verso Sud-Est nell’emisfero Sud
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Caratteri botanici
– Infiorescenza
–
–
–
sul ricettacolo si trovano i fiori
ligulati
– disposti radialmente in 1-2 file con 30-70 fiori
asessuati di colore giallo dorato, giallo paglierino o
giallo arancio
tubulosi
– ermafroditi e disposti in archi spiraliformi che
irradiano dal centro del disco
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Caratteri botanici
– Il frutto
–
achenio compresso
– pericarpo duro e fibroso, finemente vellutato
– colore variabile dal bianco al nero
– a volte con nervature bianche o grigie
– Apparato radicale
– costituito da una radice principale fittonante
– dalla quale si dipartono numerose ramificazioni che
tendono a spingersi in profondità formando un
abbondante capillizio
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Ciclo della pianta e sue fasi
– Durata del ciclo dall’emergenza alla maturazione fisiologica
–
110-145 giorni
– assumendo come temperatura base per il calcolo delle
“somme termiche” 6°C
– le cv precoci richiedono, per il compimento di questo
ciclo, 1600°C
– quelle tardive ne richiedono circa 2700°C
– In condizioni ottimali di sviluppo
– la pianta è in grado di produrre una biomassa di 12 t ha-1
– Il ciclo di sviluppo della pianta può essere suddiviso nelle
fasi indicate nella tab. 6.2
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Ciclo della pianta e sue fasi
– Tab. 6.2
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Esigenze e adattamento ambientale
– Esigenze climatiche
–
–
–
In fase germinativa il girasole ha minori esigenze
termiche rispetto al mais
Temperature ottimali:
– 15°C per la germinazione
– 18°C per le prime fasi di sviluppo
– 18-22°C per le prime fasi di fioritura e maturazione
Le plantule sono resistenti alle gelate tardive
– infatti, allo stadio cotiledonare, la pianta può
sopravvivere alla temperatura di -3, -5°C
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Esigenze e adattamento ambientale
– Esigenze climatiche
–
–
–
Alte temperature nella fase di maturazione
– possono dar luogo a stress idrico che può determinare
 la riduzione della percentuale in olio del seme
 diversa composizione degli acidi grassi
La fase di fioritura è quella più sensibile alla carenza
idrica
Alcuni genotipi in situazione di stress
– chiudono gli stomi presenti nella pagina inferiore
riducendo le perdite idriche del 60%
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Esigenze e adattamento ambientale
– Esigenze climatiche
–
Pianta neutrodiurna
– le foglie sono eliotropiche nella fase giovanile e tale
capacità diminuisce con lo sviluppo
– manifesta una particolare sensibilità per l’intensità della
luce
 soprattutto durante la fase compresa tra la
formazione dei primordi fiorali e quella delle tetradi
polliniche
 infatti,
durante
questo
periodo,
l’ombreggiamento della pianta può causare una
decurtazione significativa della produzione di
semi e di olio
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Esigenze e adattamento ambientale
– Esigenze pedologiche
–
–
Predilige
– terreni profondi
– di medio impasto
– oppure organici
– con pH sub-acido.
Tollera moderatamente la salinità
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Esigenze e adattamento ambientale
– Esigenze nutrizionali
–
La pianta raggiunge il ritmo più intenso del suo
accrescimento massale nel periodo compreso tra il 40° e
l’80° giorno dalla semina
– periodo nel quale costruisce il 76% della sua s.s.
– Il periodo di più intensa crescita si colloca tra la comparsa
del bottone fiorale e la fase di piena fioritura
– Il vero organo di riserva per il seme è la calatide, la cui
entità ponderale (che è intorno al 40% in fase di fioritura)
si riduce, al momento della maturazione, a solo il 22% del
totale della pianta
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Esigenze e adattamento ambientale
– Esigenze nutrizionali
–
–
Asportazioni per una produzione media di 3,5 t ha-1 di
seme:
– 160 kg di N
– 60 kg di P2O5
– 400 kg di K2O
– 90 kg di MgO
– 200 kg di CaO
A completamento del ciclo, per una resa di 3,5 t ha-1, la
pianta restituisce con i suoi residui:
– Circa il 50% dell’azoto assorbito
– Circa il 18% del fosforo assorbito
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Esigenze e adattamento ambientale
– Traslocazione e ridistribuzione degli assimilati
–
Fino all’apparizione del bottone fiorale
– gli assimilati migrano verso l’apparato radicale
– per orientare poi la loro migrazione verso la
calatide
– Nella fase di riempimento dei semi
– gli assimilati, sotto forma di zuccheri riducenti, sono
utilizzati per la lipogenesi
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Esigenze e adattamento ambientale
– Traslocazione e ridistribuzione degli assimilati
–
Durante la fase iniziale della maturazione
– la sintesi dei lipidi avviene soprattutto nella zona periferica
della calatide, in quanto i vasi libro-legnosi giungono alla
calatide dalla periferia, mentre la zona centrale è costituita
da un parenchima midollare sprovvisto di vasi
– Inverso è invece il gradiente per i composti azotati
– Per questo motivo il peso medio dell’achenio ed il
contenuto in olio
 diminuiscono dalla periferia della calatide verso il
centro
 mentre si osserva nella stessa direzione un leggero
aumento del contenuto in proteine
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Esigenze e adattamento ambientale
– Fig. 6.4
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Esigenze e adattamento ambientale
– Fig. 6.5
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Esigenze e adattamento ambientale
– Fig. 6.6
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Esigenze e adattamento ambientale
– Fig. 6.7
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Esigenze e adattamento ambientale
– Sintesi dell’olio
–
Il tenore in olio nel seme
– aumenta regolarmente fino a 30 giorni dopo la
fioritura
– successivamente rallenta progressivamente
– A maturità
– il 95% dell’olio è contenuto nella mandorla
– la sua composizione varia
 secondo la cv. utilizzata
 alto oleico o meno
 secondo la latitudine della località di coltivazione
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Tecnica colturale
– Avvicendamento
–
–
Tipica pianta da rinnovo
– l’entità e la composizione dei residui lasciati nel
terreno dopo la raccolta costituiscono un ottimo
apporto per la coltura successiva
Allo scopo di evitare problemi legati al diffondersi di
malattie
– è opportuno che il girasole non ritorni sullo stesso
terreno prima di 3-5 anni
– a sufficiente distanza da altre oleaginose
 es. colza
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Tecnica colturale
– Lavori preparatori del terreno
–
–
Le lavorazioni tendono principalmente ad aumentare la
capacità idrica del terreno
Da studi condotti in questi ultimi anni è emerso
– che le arature a ridotta profondità (25-30 cm) possono
fornire risultati analoghi o addirittura superiori
rispetto alle arature profonde
 a causa di una migliore emergenza delle plantule
 della minore difficoltà di insediamento della
coltura
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Tecnica colturale
– Concimazione
–
Azoto
– Un adeguato assorbimento nelle prime fasi del ciclo
vegetativo è indispensabile
 per un ottimale sviluppo e mantenimento della
massima superficie fogliare
 conseguentemente per la formazione di un
sufficiente numero di acheni
– Massima utilizzazione dell’azoto
 si verifica generalmente al momento della fioritura
 in questa fase il 50-60% dell’azoto assorbito
come fertilizzante si ritrova nelle foglie
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Tecnica colturale
– Concimazione
–
Azoto
– Le foglie rappresentano un organo di stoccaggio transitorio
dell’azoto
 dopo la fioritura avviene una intensa ridistribuzione
dell’azoto presente nelle foglie e nel fusto verso la calatide
ed i semi
– Ai fini dell’elaborazione di un corretto piano di fertilizzazione
azotata della coltura
 occorre considerare l’entità delle risorse idriche disponibili
(naturali ed artificiali)
– Nelle condizioni ambientali italiane, tenuto conto della scarsa
disponibilità di azoto mediamente rilevata nei nostri terreni, le
dosi consigliate
 sono di circa 80-100 kg ha-1 per gli investimenti
tradizionalmente adottati (5-6 piante/m2)
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Tecnica colturale
– Concimazione
–
–
Fosforo
– In suoli ben dotati con pH vicino alla neutralità:
 60-80 kg ha-1 di P2O5
Potassio
– Assorbe un alto quantitativo di potassio
– Dosi in funzione della dotazione del suolo
 fino a 150 kg ha-1 di K2O
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Semina
– Il seme del girasole
–
inizia a germinare con una temperatura del terreno di 6-7°C
– la semina può perciò essere anticipata di circa 30 gg rispetto a
quella del mais
– viene venduto in dosi per ettaro di 70.000 o 75.000 semi
– pari a 4-6 kg
– è calibrato e trattato con prodotti contro le crittogame
– La semina viene effettuata mediante seminatrici pneumatiche di
precisione con dischi da girasole
– La densità di semina
– in terreni con buone capacità di rifornimento idrico
– 7-9 semi m-2
 al fine di ottenere un investimento alla raccolta di 6-7
piante m-2
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Semina
– La produzione è determinata da
–
Numero di calatidi ad ettaro
– Numero di semi per calatide
– Peso medio del seme
– Poiché il girasole coltivato produce una sola calatide per pianta
– il numero di piante per unità di superficie costituisce il
parametro produttivo più importante
– Bassi investimenti
– aumenta il numero di semi per calatide ed il peso medio dei
semi
– Elevati investimenti
– queste variabili registrano valori inferiori ed aumenta
invece la produzione di olio per pianta
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Irrigazione
– In regime di massima disponibilità idrica
–
Le attuali cv presentano un fabbisogno idrico di circa 600
mm per l’intero ciclo.
– Il fabbisogno idrico minimo è così suddiviso tra le diverse
fasi fenologiche:
– Dall’emergenza alla fioritura:
– 160-180 mm necessari per l’ottenimento di un indice
fogliare ottimale
– Durante la fase di fioritura:
– 70 mm per evitare carenze idriche
– Dopo la fioritura:
– 160-200 mm per mantenere più a lungo efficiente
l’apparato fogliare
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Irrigazione
– Una distribuzione di acqua così equilibrata nelle varie fasi
fenologiche può consentire rese anche molto elevate
– 3,5-4 t ha-1
– È in grado di fornire una certa produzione anche in
condizioni di limitata disponibilità idrica
– In raffronto ad altre specie annuali (mais, soia) presenta
un rapporto tra deficit evapotraspirativo e decremento di
resa nettamente maggiore
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Irrigazione
– In ambienti con disponibilità idriche limitanti
–
occorre prevedere apporti idrici solo nelle fasi più critiche
per la formazione della produzione
– comparsa del bottone fiorale e riempimento degli
acheni
– questi apporti permettono di ottenere
– produzioni similari o lievemente ridotte rispetto a
quelle ottenibili con irrigazioni effettuate durante
tutto il ciclo
– Nel girasole a semina primaverile
– si possono generalmente considerare non necessari gli
apporti irrigui durante la fase vegetativa
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Maturazione e raccolta
– Epoca
–
15-20 giorni dopo la maturazione fisiologica
– indici attendibili del raggiungimento di questa fase sono:
– caduta degli involucri fiorali dei frutti
– viraggio al bruno delle calatidi
– completa secchezza delle foglie basali e di parte di quelle
mediane
– L’umidità alla raccolta degli acheni deve essere pari al 9-10%
– Il prezzo del seme è fissato considerando un prodotto
– al 9% di umidità
– al 2% di impurità
– Effettuata
– con la mietitrebbiatrice da frumento
– adottando opportuni accorgimenti
– o impiegando la specifica testata per girasole
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Caratteristiche del prodotto ed Utilizzazione
– I semi di girasole trovano impiego quasi esclusivamente
–
–
–
–
nell’industria olearia
Peso di 1000 semi
– da 40 a 90 grammi
Tenore in olio del seme intero
– varia tra il 30 ed il 50%
Olio di eccellenti qualità dietetiche
– elevato contenuto di acidi grassi insaturi
– alto contenuto di vitamine
Le varietà “alto oleico”
– con contenuto di questo acido grasso superiore all’80%
– sono utilizzate anche nell’industria per la produzione di
lubrificanti e detersivi
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Caratteristiche del prodotto ed Utilizzazione
– La lecitina ed i fosfatidi estratti dall’olio
–
vengono usati nell’industria dolciaria e nei salumifici
– La farina
– viene utilizzata in alimentazione animale
– fonte di proteine
– così come i semi interi
– concentrato energetico
– I semi di girasole contengono in media:
– 48% olio
– 18% proteine
– 20% fibra
– 9% acqua
– 2-3% ceneri
– Dalla lavorazione di 1 t di semi
– dopo l’estrazione dell’olio si ottengono in media 400 kg di farine
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Caratteristiche del prodotto ed Utilizzazione
– Biodiesel
–
–
–
L’olio ottenuto dalle piante oleaginose (girasole, colza e
soia)
– è utilizzato esterificato come carburante (puro o in
miscela) dei motori a ciclo diesel
– come combustibile per il riscaldamento delle
abitazioni
– in impianti per la produzione di energia elettrica
Considerando una produzione media di 3 t ha-1 di
girasole
con una percentuale in olio del 50%
– si possono ottenere 1,5 t di olio
 pari a 1.909 litri di Biodiesel per ha
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Cultivar e Miglioramento Genetico
– L’ibrido di girasole ideale per l’ambiente italiano dovrebbe
avere le seguenti caratteristiche:
– Numero di semi per pianta: 1.500-2.000
– Peso ettolitrico: 45-50 kg hl-1
– Peso di 1.000 semi: 50-60 grammi
– Percentuale di guscio: 20-21%
– Contenuto in olio del seme: 50%
– Un ideotipo con queste caratteristiche potrebbe fornire
una produzione media superiore alle 2 t di olio per ettaro
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Cultivar e Miglioramento Genetico
– Altri
aspetti di interesse per il miglioramento genetico
riguardano:
– selezione di piante ad internodi raccorciati che permettano
– una maggiore resistenza all’allettamento
– un aumento della densità di semina (tale da compensare la
minore produttività delle piante a taglia bassa)
– forma ed inclinazione della calatide
– la selezione è volta all’ottenimento di tipi con il dorso della
calatide leggermente convesso e con posizione
dell’infiorescenza parallela alla superficie del terreno
– selezione di tipi ad alto contenuto di acido oleico
– resistenza alla siccità
– tolleranza alla salinità
– resistenza alle malattie
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Cultivar e Miglioramento Genetico
– Metodi di selezione utilizzati per l’ottenimento degli ibridi
–
Per sfruttare il fenomeno dell’eterosi e gli incrementi di resa
ad esso dovuti
– sono state create varietà ibride
– la loro produzione su scala industriale è stata
notevolmente facilitata dalla scoperta della sterilità
maschile citoplasmatica
– Per produrre ibridi è necessario
– incrociare piante maschiosterili con piante recanti i due
geni ristoratori della fertilità
– il processo passa attraverso molte tappe e, una volta
identificati fenotipicamente gli individui più promettenti,
viene effettuata l’autofecondazione
– in seguito viene svolta una selezione in ogni linea e tra
diverse linee
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