CARNEVALE AL COMUNALE - Emilia Romagna Teatro Fondazione

n.99
febbraio-marzo
2010
rotopalco
TEATRO COMUNALE
LUCIANO PAVAROTTI
CARNEVALE AL COMUNALE
Direttore responsabile
Eduardo Sammartino
Redazione Emilia Romagna Teatro
Anna Bergamin, Giovanna Botti, Silvia Pacciarini,
Marisa Tucci
Redazione Fondazione Teatro Comunale di Modena
Lorena Loschi, Maria Rosaria Corchia, Fabio Ceppelli
Impaginazione e stampa Edicta
B0420110
Teatro Storchi
Largo Garibaldi, 15 - 41124 Modena
Tel. (059) 2136011 - Fax (059) 234.979
email: [email protected]
http://www.emiliaromagnateatro.com
Teatro Storchi – pubblicazione bimestrale – Largo Garibaldi, 15 – 41100 Modena
Poste Italiane s.p.a. – spedizione in abbonamento postale 70%
Iscrizione Tribubale di Modena n. 1158/1993.
CON ARLECCHINO FINTO MORTO
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
ALL’OPERA CON NABUCCO E IDOMENEO
DANZA PRIMAVERA: IN SCENA IL MONDO FANTASTICO DI SHEN WEI
AL TEATRO DELLE PASSIONI TRE DEBUTTI: SAMUEL BECKETT CON LA REGIA
DI CASTRI, LA DANZA DI MICHELA LUCENTI E NACERA BELAZA
TEATRO STORCHI: ALBANESE, LATELLA, LAVIA, ROBIN HOOD
STAGIONE 2010 CALENDARIO FEBBRAIO/MARZO
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Giovedì 4 febbraio ore 18
Invito all’opera
Nabucco
Incontro con Alessandro Taverna
TEATRO DELLE PASSIONI
dal 4 al 6 febbraio ore 21 , 7 febbraio ore 17
FRANKESTEIN
(ossia il Prometeo moderno)
testo e regia STEFANO MASSINI
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Venerdì 5 febbraio ore 20,30
Domenica 7 febbraio ore 15,30
Opera
NABUCCO
Musica di Giuseppe Verdi
BIBLIOTECA DELFINI
SHAKESPEARE È COME UN PEZZO DI
CARBONE?
6 febbraio ore 17
LAURA MARINONI
Letture attorno a
Romeo, Giulietta e la regina Mab:
da Ovidio a Rubén DanÍo
TEATRO STORCHI
STORCHI OPERETTA
6 febbraio ore 21
7 febbraio ore 15.30
MADAMA DI TEBE
di Carlo Lombardo
regia CORRADO ABBATI
TEATRO STORCHI
dal 11 al 13 febbraio ore 21
14 febbraio ore 15.30
ROMEO E GIULIETTA
di William Shakespeare
regia FERDINANDO BRUNI
TEATRO DELLE PASSIONI
dal 11 al 13 febbraio ore 21
NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE
di Bernard- Marie Koltès
regia CLAUDIO LONGHI
TEATRO DELLE PASSIONI
13 febbraio ore 22.30
14 febbraio ore 21
SALLINGER
di Bernard-Marie Koltès
regia CLAUDIO LONGHI
BIBLIOTECA DELFINI
SHAKESPEARE
È COME UN PEZZO DI CARBONE?
13 febbraio ore 17.30
I destini incrociati nella Verona di Bruni
Incontro con la compagnia di Romeo e Giulietta
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Domenica 14 febbraio ore 16
Musica su Misura
All’opera in famiglia!
ARLECCHINO FINTO MORTO
Musica di Aldo Tarabella
TEATRO STORCHI
dal 18 al 20 febbraio ore 21
21 febbraio ore 15.30
IL DIO DELLA CARNEFICINA
di Yasmina Reza
regia ROBERTO ANDÒ
2
TEATRO DELLE PASSIONI
dal 18 al 20 febbraio ore 21
ANIMALI VIVI
PRIMO SLUM
ideazione, coreografia e messa in scena
MICHELA LUCENTI
TEATRO DELLE PASSIONI
19 e 20 febbraio ore 22.30
AMA LA TUA SCIMMIA
SECONDO SLUM
ideazione, coreografia e messa in scena
MICHELA LUCENTI
FOYER DEL TEATRO STORCHI
CONVERSANDO DI TEATRO
20 febbraio ore 17.30
Incontro con Anna Bonaiuto, Alessio Boni,
Michela Cescon, Silvio Orlando
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Domenica 21 febbraio ore 21
Concerti
FILARMONICA ARTURO TOSCANINI
Dmitrij Kitajenko direttore
TEATRO DELLE PASSIONI
27 febbraio e 1 marzo ore 21
28 febbraio ore 17
LE CRI
ideazione, video , musiche e coreografia
NACERA BELAZA
TEATRO STORCHI
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA
Rassegna di Teatro per famiglie
28 febbraio ore 16
OUVERTURES DES SAPONETTES
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Mercoledì 3 marzo ore 21
Danza primavera
SHEN WEI DANCE ARTS
Re - (Part I)
Map
BIBLIOTECA DELFINI
SHAKESPEARE
È COME UN PEZZO DI CARBONE?
4 marzo ore 21
Il Bardo bifronte: conversazioni shakespeariane
tra teatro e …
conversazione tra Salvatore Veca e Loretta
Innocenti
TEATRO STORCHI
5 e 6 marzo ore 21
7 marzo ore 15.30 e ore 21
ROBIN HOOD
di Beppe Dati
adattamento e regia
CHRISTIAN GINEPRO
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Domenica 7 marzo ore 21
Concerti
EUROPA GALANTE
Fabio Biondi violino e direttore
TEATRO STORCHI
- fuori abbonamento 8 marzo ore 21
LE NUVOLE
di Aristofane
regia
ANTONIO LATELLA
TEATRO STORCHI
- fuori abbonamento 10 e 11 marzo ore 21
PERSONAGGI
con Antonio Albanese
regia
GIAMPIERO SOLARI
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Giovedì 11 marzo ore 18
Invito all’opera
Idomeneo, re di Creta
Incontro con Giuseppe Fausto Modugno
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Venerdì 12 marzo ore 20,30
Domenica 14 marzo ore 15,30
Opera
IDOMENEO, RE DI CRETA
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
TEATRO DELLE PASSIONI
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA
Rassegna di Teatro per famiglie
13 marzo ore 16
14 marzo ore 15 e ore 16.30
LA LEGGENDA DEL CONIGLIO VOLANTE
TEATRO STORCHI
STORCHI OPERETTA
13 marzo ore 16
14 marzo ore 15.30
LA STRADA
di Tullio Pinelli e Bernardino Zapponi
regia
MASSIMO VENTURIELLO
TEATRO STORCHI
dal 25 al 27 marzo ore 21
28 marzo ore 15.30
DANZA DI MORTE
di August Strinberg
regia
GABRIELE LAVIA
FOYER DEL TEATRO STORCHI
CONVERSANDO DI TEATRO
26 marzo ore 17.30
Conferenza – conversazione
Anna Teresa Tubini presenta Finale di partita
TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
Sabato 27 marzo ore 21
Concerti
ORCHESTRA DA CAMERA DI MANTOVA
Andrea Lucchesini pianoforte
Julian Kovacev direttore
TEATRO DELLE PASSIONI
dal 30 marzo al 1 aprile dal 6 al 10 aprile
– dal 13 al 17 aprile ore 21
11 e 18 aprile ore 17
FINALE DI PARTITA
di Samuel Beckett
regia
MASSIMO CASTRI
romeo e giulietta
ROMEO E GIULIETTA
dal 11 al 13 febbraio ore 21 – 14 febbraio ore 15.30
TEATRO STORCHI
romeo e giulietta
di William Shakespeare
regia e traduzione Ferdinando Bruni
scene Andrea Taddei
costumi Ferdinando Bruni
luci Nando Frigerio
suono Giuseppe Marzoli
maschere Giovanni De Francesco
duelli e risse a cura di Beniamino Caldiero
con Nicola Russo, Federica Castellini, Ida Marinelli, Luca Toracca, Edoardo Ribatto,
Alberto Mancioppi, Alessandra Antinori, Fabiano Fantini, Alessandro Rugnone,
Andrea Fugaro, Nicola Stravalaci, Tommaso Amadio, Jacopo Fracasso
produzione Teatridithalia
Romeo e Giulietta è il quinto “Shakespeare” messo in scena da Teatridithalia in
cui il regista Ferdinando Bruni, autore anche della traduzione e dei costumi, dirige
un gruppo di giovani interpreti, in buona parte sotto i trent’anni nell’essenziale
scenografia di Andrea Taddei che ricorda un’opera di action painting.
il dio della carneficina
Note rileggendo Romeo e Giulietta:
“ (...) scena del nostro spettacolo sarà una Verona cupa, stremata da queste
lotte intestine, percorsa dai bagliori delle fiaccole delle ronde, risuonante dei
clamori delle risse, dal clangore delle armi, ma anche capace di feste, di balli, di
scherzi e risate. Una Verona anche sanguigna, che sa ancora ridere dell’amore
e dei suoi tormenti attraverso l’umorismo non certo lieve della Balia, uno dei
personaggi femminili più potenti del teatro shakespeariano, e attraverso i lazzi
osceni e poetici di Mercuzio, “l’esibizionista più famigerato”, la cui morte, ancora
una volta assurda e futile, segna il punto di passaggio fra l’andamento leggero,
quasi da commedia della vicenda e il suo precipitare verso la tragedia. Una
Verona evocata da uno spazio elisabettiano essenziale e duttile dove le luci, le
musiche, i suoni facciano vivere ambienti e situazioni senza rallentare il famoso
“Two hours’ traffic of our stage”, senza togliere centralità al ruolo dell’attore, al
gioco fra i personaggi, alla loro fisicità, che qui più che mai è chiamata in causa
dal ribollire giovanile del sangue, da un tumulto degli ormoni che, se non trova
sfogo nei baci, si placa nelle risse e nei duelli (…).”
Ferdinando Bruni
IL DIO DELLA CARNEFICINA
dal 18 al 20 febbraio ore 21 – 21 febbraio ore 15.30
TEATRO STORCHI
di Yasmina Reza
traduzione di Alessandra Serra
regia Roberto Andò
scene, costumi, luci Gianni Carluccio
con Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon, Silvio Orlando
produzione Nuovo Teatro, Gli Ipocriti
il dio della carneficina
Semplice la trama: Véronique e Michel Houillé, genitori del piccolo Bruno,
ricevono in casa Annette e Alain Reille, genitori di Ferdinand, che ha colpito al
viso il loro figlio in una lite di strada. Le due coppie hanno deciso di incontrarsi
per regolare la disputa nel segno della civiltà e del buon senso. All’inizio,
dunque, ben disposti e concilianti, tentano di approcciarsi con buoni propositi
di tolleranza e comprensione reciproca che, però, poco a poco svaniranno del
tutto.
Il testo è pervaso da una specie di furibondo humour sarcastico, sviluppato
con l’abilità cesellatrice di un dialogo in bilico tra commedia e tragedia, ricreato
ascoltando il potere micidiale e terribile della parola media, la musicalità e la
fraseologia irresistibili della medietà.
Yasmina Reza, francese, sin dalla fine degli anni Ottanta si è aggiudicata con
le sue pièce più di un premio Molière. I suoi testi sono andati in scena in tutto
il mondo interpretati da grandi protagonisti del teatro e del cinema; Il Dio della
carneficina, la sua ultima creazione, è stato interpretato in Francia da Isabelle
Huppert e in Inghilterra da Ralph Fiennes.
15
NELLA SOLITUDINE
DEI CAMPI DI COTONE
dal 11 al 13 febbraio ore 21
nella solitudine dei campi di cotone
TEATRO DELLE PASSIONI
di Bernard-Marie Koltès - traduzione Anna Barbera - con Lino Guanciale, Luca Micheletti
SALLINGER
13 febbraio ore 22,30 - 14 febbraio ore 21
regia Claudio Longhi - costumi Gianluca Sbicca
spazio scenico Marta Montevecchi - produzione Teatro di Roma
sallinger
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sallinger
Per la tragica rapidità con cui ha attraversato le scene di fine millennio e la seducente
forza della sua scrittura, Bernard-Marie Koltès (1948-1989) si è imposto nel teatro
contemporaneo come un vero e proprio “mito d’oggi”. Grazie alla speciale attenzione
da lui rivolta alla sperimentazione linguistica e al recupero della drammaturgia
classica, letta attraverso il multicolore caleidoscopio di quello che già negli anni
ottanta cominciava a chiamarsi “postmoderno”, l’enfant terrible della scena francese
di fine millennio è riuscito a proporre una drammaturgia vitale e – entro un orizzonte di
marca beckettiana e post-beckettiana – di nuovo fondata sulla parola. D’altra parte,
nel rifiuto di una sperimentazione tutta e soltanto formale, nell’epoca del “riflusso”
a-ideologico, Koltès non ha esitato ad affrontare temi sociali, quando non strettamente
politici, ponendo radicalmente nei suoi drammi questioni di scomoda attualità, come
il rapporto con lo straniero, la deriva dell’istituzione familiare, il motore erotico che
fa correre la società di massa (oggi globale) verso il proprio disfacimento, ma che
costituisce anche la superstite possibilità di riscatto dell’uomo contemporaneo.
Grazie ad una speciale riproposta di un modello narrativo “epico”, smontato e rimontato
all’interno delle sequenze episodiche che caratterizzano la sua drammaturgia, egli
impone – senza disdegnare incidentali sentimentalismi – un modello di coinvolgimento
pericoloso e tagliente, mai biecamente retorico e pure poggiante in massima parte
sul lavoro dell’attore, testimone e interprete “immedesimato” di una partitura
drammaturgica ad elevato contenuto filosofico ed emotivo insieme.
Per rendere omaggio al grande drammaturgo francese nella ricorrenza del ventennale
della morte, il Teatro di Roma presenta al Teatro delle Passioni un dittico incentrato
sul tema del “desiderio”, cruciale nel teatro koltèsiano, esplorato sul doppio versante
dell’antropologia e della politica.
Sallinger – un testo del 1977 che segna per Koltès l’inizio della stagione più critica
della sua poetica (quella della piena maturità) – già dal titolo denuncia la sua prima
fonte ispiratrice: quel J.D. Salinger che nel 1951 pubblica uno dei libri cult più celebri
al mondo, Il giovane Holden – romanzo di cui il copione koltèsiano è una liberissima
reinvenzione scenica. Attraverso la violenta incursione nel più tradizionale salotto della
borghesia militare americana alle soglie del conflitto del Vietnam, Koltès racconta la
crisi dell’american dream: metafora di essa, e pretesto narrativo, il suicidio di uno dei
figli della più classica famiglia modello, il preferito, il genio ribelle con velleità anarcoidi
che si rifugia nel nichilismo e risolve con un colpo di rivoltella la sua indecisione tra la
“torre d’avorio” (dell’arte o del gioco intellettuale) e la ripugnante quotidianità. Il fratello e
la sorella, la madre e il padre, la vedova e gli amici, raccolgono diversamente l’estrema
provocazione del caro estinto, che esce dal proprio mausoleo per giustificare, post
mortem, il suo gesto agli occhi innamorati e furiosi di chi è rimasto vivo.
Nella solitudine dei campi di cotone è invece la laica parabola in cui Koltès concentra,
come in una sorta di maturo manifesto poetico e politico insieme, la riflessione sopra
uno dei gangli essenziali della sua speculazione o, se si vuole, della sua critica – o lotta
senza quartiere – mossa alla società di massa: il desiderio come motore immobile
del confronto/scontro tra gli esseri umani distinti, per “specie” o per “classe”, tra chi
vende – e possiede dunque una merce di scambio – e chi compra – avendo con sé
i mezzi materiali per l’acquisto. È notte: in un anfratto di una non meglio precisata
foresta metropolitana, due uomini in preda ad istinti bestiali, protagonisti di un cruento
e morboso rito di corteggiamento e impegnati ad opporsi parole tanto forti da far
sanguinare, si incontrano per concludere l’ambiguo commercio di un deal… A partire
da questo sistema di immagini, in un dialogo che fa il verso tanto ai simposi platonici
che agli eroi della retorica raciniani, i due protagonisti s’impegnano in una sottile e
feroce singolar tenzone all’ultimo sangue, le cui armi e i cui esiti rimarranno celati fino
alla fine.
nella solitudine dei campi di cotone
di Bernard-Marie Koltès - traduzione Franco Quadri e Cherif
con Valentina Bartolo, Fausto Cabra, Lino Guanciale, Diana Manea, Barbara Mazzi,
Adolfo Micheletti, Luca Micheletti, Claudia Scaravonati
passioni stagione 2010/ passioni stagione 2010/
animali vivi
TEATRO DELLE PASSIONI
ANIMALI VIVI (PRIMO SLUM)
dal 18 al 20 febbraio ore 21
ideazione, coreografia e messa in scena Michela Lucenti
lavoro sulle intenzioni Valerio Binasco
con Emanuele Braga, Maurizio Camilli, Michela Lucenti, Emanuele Serra
AMA LA TUA SCIMMIA
(secondo slum)
prima assoluta
19 e 20 febbraio ore 22.30
ideazione, coreografia e messa in scena Michela Lucenti
drammaturgia Alessandro Berti - con Michela Lucenti
produzione Balletto Civile – Progetto Detriti
in collaborazione con Fondazione Teatro Due
ama la tua scimmia
ama la tua scimmia
La danza rende esplicito il linguaggio del corpo, perché il corpo è centrale nella
relazione con l’altro, perché è strumento innanzitutto, ma anche fine, è con il corpo
che si racconta ed è con il corpo che ci si misura.
Il corpo di Balletto Civile è un corpo ideologico, è testimone, è un corpo politico.
Il progetto Detriti è composto da tre spettacoli, ora separati ma uniti alla fine in un
unico evento: il primo è Animali Vivi, che ha debuttato in forma definitiva a giugno
2009, il secondo è Ama la tua scimmia, che a Modena è in prima assoluta.
Il corpo di Detriti è uno Slum, una baraccopoli, un luogo di vita privo dei servizi
fondamentali per vivere, un luogo dimenticato che sembra essere molto vicino alla
morte e che invece si rivela un corpo attivo, che sa inventarsi quotidianamente una
risposta alle proprie necessità. “Chiamiamo questi studi Slum perché immaginiamo
di essere noi stessi quei luoghi degradati, come se il nostro spazio corpo fosse un
luogo squallido, instabile, pericoloso, provvisorio, mancante di tutto ma allo stesso
tempo intraprendente”.
Con questo corpo vitale, che vive al margine, Animali Vivi entra nel porno, Ama la
tua scimmia nella malattia, l’evento finale sarà una sorta di “percorso di rinascita dal
basso” che mira direttamente all’inconscio dello spettatore.
In Animali Vivi una coppia emiliana e una veneta si incontrano in una stanza, sono
normali coppie di scambisti che dopo i preliminari per conoscersi iniziano l’incontro
dei loro corpi. Maschere sadomaso e pantaloni in pelle per uno Slum che non
contiene moralismi né esibizione, ma danza dei corpi e della carne.
Nella piattaforma di lavoro di Detriti Emanuele Braga, che è la penna di
Balletto Civile, ragiona su identità, nazionalismo, cultura di massa e
partendo dall’osservazione della società contemporanea, dalla crisi del
patriarcato e della famiglia tradizionale, osserva come la pornografia sia una
realtà innegabile che rappresenta la nostra società. Priva di effetti emotivi,
autistica, la pornografia si rivela un’arma contro la società tradizionale,
una ricerca di credibilità nell’affrontare il proprio piacere. “Nessuna critica
sociale, nessuno spaccato sulla quotidianità aberrante delle nostre città,
ma un discorso senza buone o cattive intenzioni sugli uomini e le donne
del nostro paese, sui loro corpi martoriati da un secolo mediocre”. Il
corpo, protagonista assoluto, è un corpo che non si stanca, che non si
ferma, come il corpo degli abitanti dello Slum, che nel suo essere vitale
in condizioni estreme, che paiono negarne l’esistenza, è testimonianza di
resistenza, è lotta e risposta. Un corpo reattivo, che risponde al fallimento
con il recupero delle forze, un corpo vitale, in continuo movimento.
“Quando qualcuno ci guarda da fuori tutto è molto semplice, molto
risolvibile, ma entra in me, prendi al guinzaglio la mia scimmia e vedrai che
non sarà così facile domarla”.
La scimmia si prende al guinzaglio nello Slum della malattia di Ama la tua
scimmia che vede sola in scena Michela Lucenti. Grande e variegato il
mondo del porno, globale il mondo della malattia, perché tutti, in modi
diversi ma in fondo simili, abbiamo sperimentato il nostro corpo in ostaggio
di una macchina esaminatrice, o pietosamente dolorante, o in officina per
essere riparato, tutti abbiamo dovuto vedere il nostro corpo toccare la
sostanza della materia e in qualche modo rivelarsi.
“Ognuno di noi tocca la deriva della malattia ed è costretto a sentire il
proprio corpo in una forma estremamente viva e pulsante, in una forma
totale, deflagrante, invasiva”.
passioni stagione 2010/ passioni stagione 2010/
17
la crisi
LE CRI
27 febbraio e 1 marzo ore 21 – 28 febbraio ore 17
- prima nazionale -
TEATRO DELLE PASSIONI
in collaborazione con Fondazione Teatro Comunale di Modena
coreografia, video e colonna sonora Nacera Belaza
con Dalila Belaza, Nacera Belaza
luci Éric Soyer
regia luci Christope Renaud
canto Larbi Betsam
immagini Corinne Dardée
montaggio suono Nicolas Perrin
produzione Compagnia Nacera Belaza
Nel mondo arabo la religione islamica svolge un ruolo fondamentale nella
considerazione morale delle arti e quindi nel definire ciò che è haram, proibito.
Per non distrarsi dalla devozione si devono infatti rifuggire le tentazioni e le
seduzioni procurate dalla musica e dal canto, soprattutto se è femminile perché
la “voce della donna è una cosa vergognosa” e poiché l’eccitazione procurata
dalla vista è considerata più forte di quella procurata dall’ascolto ne deriva che
la danza è considerata la più vergognosa tra le forme d’arte e possiamo dire
che in generale il contegno e lo stare fermi sono preferibili.
Ma allo stesso tempo Dio non è contrario al piacere, se è morale, quindi è
apprezzabile la danza che conduce all’estasi, spirituale, e “se il piacere che
genera la danza è lodevole, e la danza lo accresce e lo fortifica, allora la danza
è lodevole” così come non è haram danzare lontano da sguardi maschili e
nei balli tra donne, in cui si mescolano tutte le età, si percepisce una gioia
del movimento e una ricchezza dell’intimità femminile, che l’occidente non
conosce, serena e tangibile come la libertà dei corpi nell’hammam.
Nacera Belaza, musulmana, compie attraverso la danza un’esplorazione
dell’essere umano e il divieto, l’haram, ha in qualche modo accompagnato
la ricerca conducendo a domande più profonde. Algerina di nascita, vive in
Francia dall’età di cinque anni, è autodidatta e ha trovato da sola la strada
che coniuga la sua fede con il movimento e questa solitudine creativa e
spirituale, questo silenzio e ascolto del corpo, è percepibile anche dallo
spettatore come un incanto da non spezzare. “Coreografa rivelazione” del
2008, per la critica francese, apre la sua fede al rapporto col mondo e con la
vita, lavora sul corpo per non trasformarlo in oggetto, lo indaga per scoprirne
i recessi e preservarlo da ogni ammiccamento o seduzione.
Per Le cri è in scena con la sorella, che le assomiglia moltissimo, tanto che
quasi sembra raddoppiarne l’immagine. All’inizio sembrano dervisci rotanti,
con i piedi attaccati alla terra e il busto che fa da pendolo, il viso inespressivo,
un unico movimento ripetitivo che ipnotizza e mette lo spettatore in un altro
stato, lavora sul suo senso del tempo. Poi il
ritmo cambia e ogni danzatrice entra nella
sua musica interna, i movimenti non sono
più sincronici e i visi si fanno espressivi,
aumentano velocità e forza. In questo
affondo nello spirito attraverso il corpo ogni
elemento teatrale è fondante, essenziale,
lo è la luce e il nero di scena, l’immagine
video, così come la musica, con i salmi di
Larbi Bestam e le voci di Maria Callas e
Amy Winehouse.
Le cri costituisce un punto d’arrivo, la tappa
importante di un viaggio interiore che si fa
manifesto grazie all’arte del movimento,
una ricerca spirituale che si compie col
corpo.
Scrive Nacera Belaza “un vuoto inatteso
che cambia tutte le nostre aspettative (…)
ecco che cosa ho perseguito attraverso tutti
miei lavori, scolpire questo vuoto, dargli un
corpo e renderlo palpabile, condividerlo
con gli altri e infine lasciarlo disperdersi
nello spazio infinito dei nostri corpi”.
18
passioni stagione 2010/ passioni stagione 2010/
le nuvole
FUORI ABBONAMENTO
LE NUVOLE
8 marzo ore 21
TEATRO STORCHI
di Aristofane
traduzione Letizia Russo
regia Antonio Latella
scene e costumi Annelisa Zaccheria
suono e musiche Franco Visioli
ideazione luci Giorgio Cervesi Ripa
con Marco Cacciola, Annibale Pavone, Maurizio Rippa, Massimiliano Speziani
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
le nuvole
Le nuvole, opera scritta da Aristofane nel 243 avanti Cristo, ritrova nella
rivisitazione del regista Antonio Latella la sua spietata contemporaneità grazie
alla capacità di darne una dimensione universale nel perenne conflitto tra le
generazioni in una società che ha smarrito il senso del giusto.
La satira scardinatrice del testo, a distanza di secoli, ancora ci fa ridere e ci
rimanda inevitabilmente all’oggi; un testo che Latella da un lato asciuga affidando
i personaggi a soli quattro attori, ma dall’altro amplia la sua scena nuda con
apparizioni, visioni e suggestioni sceniche come in un cabaret esistenzialista.
La storia vede un padre disperato per l’inadeguatezza del figlio scioperato e
scialacquatore e della moglie, che si rivolge alla comunità di sofisti diretta da
Socrate per apprendere quelle arti dialettiche che possano aiutarlo a risolvere la
sua situazione economica. Ma il responso degli Dei di un Olimpo dissipato per
sanare la situazione sarà quello di rivolgersi alle Nuvole del titolo che porterà a
conseguenze facilmente immaginabili.
«Il giuoco del Teatro si moltiplica in questa commedia umana, la porta della
conoscenza si è fatta minuscola, varcarla è impegnativo ma è dietro a quel
cancello di velluto rosso che si imparano i trucchi della finzione, a bluffare sulla
verità o a saperla riconoscere […] Agli attori il grande compito di coccolarci e di
farci pensare, tra le pause di una risata. Un gioco buffo, semplice e pericoloso,
come un tuffo nel vuoto; senza RETE.”
Antonio Latella
PERSONAGGI
10 e 11 marzo ore 21
antonio albanese
TEATRO STORCHI
testi Michele Serra, Antonio Albanese
collaborazione ai testi Piero Guerrera, Enzo Santin, Giampiero Solari
regia Giampiero Solari
con Antonio Albanese
produzione Bea srl
Lo spettacolo riunisce alcuni tra i volti creati da Antonio Albanese: dall’immigrato
che non riesce a inserirsi al Nord, all’imprenditore che lavora sedici ore al giorno,
dal sommelier serafico nel decantare il vino, al candidato politico poco onesto,
dal visionario Ottimista ‘’abitante di un mondo perfetto’’ al tenero Epifanio e
i suoi sogni internazionali. In scena, una galleria di anti-eroi che incarnano
ossessioni, paure, deliri di onnipotenza e vuoto ideologico, ma dove alla fine
anche la poesia trova posto. Se c’è qualcosa che unifica i volti creati da Albanese
per raccontare il nostro tempo, è quel senso di umanità che riesce a superare
gli effetti più immediati e visibili della vena surreale dell’attore. C’è qualcosa che
conosciamo bene in queste maschere irriverenti: sono cittadini italiani a tutti gli
effetti, ne conosciamo tutti qualcuno. A volte capiamo che noi stessi portiamo
dentro qualcosa di loro. L’incontenibile comicità e lo sfrontato umorismo con
cui questi Personaggi sono presentati nei monologhi scritti da Michele Serra e
Antonio Albanese, rendono lo spettacolo brillante ed estremamente divertente,
col rischio di essere travolti da una valanga di risate.
20
STORCHI
stagione
2010/
STORCHI
stagione
2010/
danza di morte
dal 25 al 27 marzo ore 21 – 28 marzo ore 15.30
TEATRO STORCHI
di August Strindberg
regia Gabriele Lavia
con Gabriele Lavia, Monica Guerritore
produzione Teatro di Roma, Compagnia Lavia Anagni
danza di morte
robin hood
Danza di morte è la traduzione impossibile del capolavoro di August Strindberg
Dodsdansen.
È un’opera in cui i personaggi si scontrano e si fronteggiano in lotta fra loro, lotta
senza esclusione di colpi, lotta di valori e desideri, in cui Strindberg travalica
i contenuti narrativi per affondare lo scontro nell’intimo e nella riflessione
sull’esistenza stessa, sul significato della vita e della morte; che pone al centro
un’inquietudine e una ricerca assolutamente contemporanee dalle risonanze
metafisiche e mistiche.
“Un’opera scritta come l’eruzione di un’anima gonfia di dolore. Di getto.
(…) Un tempo solo. L’azione semplificata, serrata, classica. Protagonista,
antagonista.
Questa è la mia quinta regia di un’opera di Strindberg. (…)
Era un Realista? Un Naturalista? Un Simbolista? Un Espressionista ante
litteram? Strindberg è tutto questo e ancor di più. È Strindberghiano.
Collocarlo criticamente è limitarne la sua speciale modernità che lo rende
moderno tra i moderni. Dodsdansen è qualcosa di “a sé stante” di unico.
Nessun altro prima di lui e dopo di lui ha avuto il genio di concepirla.
Innamorato dei filosofi Pre –Socratici per cui “il padre di tutto è Polemos”
la Guerra. Appassionato dei Pitagorici coi loro Dieci principi dei contrari
(uno-molteplice, limite–illimite, luce-tenebra, buono–cattivo, destro-sinistro,
fermo-mosso, retto-curvo, quadrato-rettangolo, luminoso-buio, maschiofemmina) ne mette in scena il Polemos, la guerra che non ha vincitori né vinti.
Come “principio” maledetto dell’Essere nel Mondo”.
Gabriele Lavia
ROBIN HOOD – IL MUSICAL
5 e 6 marzo ore 21.00 - 7 marzo ore 15.30 e ore 21.00
TEATRO STORCHI
di Beppe Dati
adattamento e regia CHRISTIAN GINEPRO
coreografia Fabrizio Angelini
direzione musicale Giovanni Maria Lori
costumi Sabrina Chiocchio
scenografie Aldo De Lorenzo
con Manuel Frattini, Valeria Monetti, Simone Sibillano, Mimma Lovoi,
Lello Abate, Marco Manca, Diego Casalis, Chiara Scipione
produzione Nausica srl
robin hood
STORCHI
DANZA DI MORTE
stagione
Una leggenda eterna di eroi e malvagi, in un grande musical dove un ladro
gentiluomo che ruba ai ricchi per dare ai poveri, diventerà il principe della
foresta incantata di Sherwood. Uno spettacolo moderno con impatto
scenografico da grande cinema, una storia che sa ancora affascinare i
ragazzi di oggi che, nonostante siano cresciuti con i Gormiti e con le Winx
non si sono affatto dimenticati di questo eroe medioevale. Dopo aver
interpretato Pinocchio e Peter Pan, Manuel Frattini è Robin Hood: dinamico,
vivace, ricco di verve, passa con gran disinvoltura e professionalità, dai
brani recitati a quelli cantati e danzati secondo i ritmi di una calibrata
coreografia firmata da Fabrizio Angelini. Le canzoni tutte dal vivo, così
come la gestualità, i costumi, le scene sono all’insegna di una grande
spettacolarità in cui l’intreccio fiabesco e la sincronia dei movimenti e
delle parole hanno un ruolo molto coinvolgente. Tutto lo spettacolo è come
uno scoppiettante fuoco d’artificio in cui la vicenda di Robin si configura
anche come l’avventura e le scelte di ognuno di noi nel momento in cui ci
assumiamo le responsabilità della vita.
2010/
STORCHI
stagione
2010/
21
vittorio franceschi
FINALE DI PARTITA
dal 30 marzo al 1 aprile – dal 6 al 10 aprile – dal 13 al 17 aprile ore 21
11 e 18 aprile ore 17
TEATRO DELLE PASSIONI
di Samuel Beckett
traduzione Carlo Fruttero
regia MASSIMO CASTRI
con Vittorio Franceschi, Milutin Dapcevic, Diana Hobel, Antonio Peligra
scene e costumi Maurizio Balò
assistente alla regia Marco Plini
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Teatro Metastasio
Stabile della Toscana
Questo è il suo primo Beckett, può spiegarne la ragione?
diana hobel
Effettivamente questa è la prima volta che metto in scena un’opera di Beckett e
a dire la verità non stavo pensando a Beckett, ma ci sono arrivato attraverso
Cechov.
Qualche mese fa stavo rileggendo Finale di partita e mi sono reso conto
che facevo delle associazioni tra Finale di partita e Tre sorelle, lavoro che ho
messo in scena due anni fa. Sono partito da considerazioni molto semplici;
la scrittura di Beckett fa il paio con quella di Cechov nelle Tre sorelle per la
sua essenzialità ed asciuttezza; un momento di scrittura che nasce nel ‘800
ma che penetra nel ‘900 e del ‘900 riassumeva, secondo me, nella maniera
più efficace alcuni stimoli. Questo cortocircuito che si è venuto a creare tra
Cechov e Beckett ha risvegliato in me l’interesse verso questo autore.
Partendo da questo ho iniziato a pensare di rovesciare il luogo comune
registico secondo il quale si dice: “facciamo Cechov come fosse Beckett”,
invece ho pensato perché non fare Beckett come fosse Cechov; proprio
perché in Beckett ho ravvisato una sorta di continuazione della scrittura di
Cechov. L’idea di partenza è stato questo semplice pensiero che ancora non
so bene dove mi porterà, ma l’interesse è nato da lì.
Quale strada ha percorso per arrivare a Finale di partita, per decidere
che quella era la porta da cui entrare?
Finale di partita è un testo che mi interessa molto, mi affascina molto di più
dell’assai più celebre Aspettando Godot perché è un testo più complesso,
più articolato, più affascinante di quanto non sia Aspettando Godot. La
scelta è stata quindi quasi automatica, non molto meditata. Un testo come
Aspettando Godot è stato messo in scena molte volte arrivando quasi a
divenire ‘un classico’ mentre Finale di partita non lo è ancora. È un testo
che si ritrae, sta chiuso in sè stesso, non è un testo che si espande come
Aspettando Godot.
antonio peligra
Beckett scrisse le sue commedie in francese per scrivere “senza stile”,
per disciplina, e quest’asciuttezza del dialogo sembra difficile per un
attore.
Come si guida lo stare in scena in un’opera di Beckett?
Premetto che come si guida un attore solitamente lo si inventa mentre si
prova lo spettacolo quindi ancora non so dare una risposta precisa. Ho in
mente un percorso per gli attori simile al percorso che ho fatto io sul testo,
un percorso abbastanza tortuoso, perché è un testo che si sottrae ad una
spiegazione unica ed univoca. Nel mio lavoro di interpretazione del testo
ho accumulato molte domande che mi propongo di porre al testo stesso in
fase di allestimento e ho cambiato punto di vista per vedere se, partendo
dal basso, il rapporto con il testo fosse più semplice. Così ho rovesciato
l’approccio per capire ciò che nel testo è conoscibile e ciò che non lo è; ho
l’impressione di una doppia natura del testo. Un testo che da una parte nega
una sua conoscibilità generale, il senso, il significato, e dall’altro è fortemente
connotato nelle partiture, nei segni sui quali è costruito, molto rigido nella sua
partitura e permette un’adesione che prescinde una lettura calata dall’alto.
Per cercare una lettura del testo nella sua completezza dovevo porre al testo
stesso delle domande molto semplici, concrete, domande del genere “come
sono i costumi?” “come è l’ambiente?” “quanto è connotata la recitazione?”
Insomma domande elementari che si pongono ad un testo teatrale. Tutto
22
STORCHI
stagione
2010/
STORCHI
stagione
2010/
La mancanza di una trama, di uno sviluppo narrativo, è motivo di libertà
o rappresenta un ostacolo?
milutin dapcevic
Non saprei rispondere in modo preciso, però penso che non sia del tutto
vero che Finale di partita manca di una trama ed in questo si differenzia da
Aspettando Godot; nel senso che Aspettando Godot è una giornata che si
ripete sempre identica mentre in Finale di partita non c’è questo movimento
ellittico e ripetitivo.
Mentre il ritorno di Godot si può immaginare uguale a mille altri che sono
venuti prima e che verranno dopo, al contrario Finale di partita racconta un
giorno particolare, forse addirittura il giorno finale di questa comunità, quindi
ha un percorso seminarrativo, da un certo punto di vista, che lo differenzia
molto appunto da Aspettando Godot. Un percorso che va da un punto A ad
un punto B con un finale sospeso come sarebbe difficile non aspettarsi da
Beckett.
Tutto sembra finire veramente; Clov è vestito per partire, Hamm ha recitato
il monologo finale e tutto si arresta, ma sembra che tutto potrebbe anche
ricominciare. In Finale di partita c’è sia un senso di ripetizione sia un senso
di cose nuove che accadono e quindi l’accadere ed il ripetere connotano
questo testo molto più che altri di Beckett.
Hamm - Non può darsi che noi… che noi… si abbia un qualche significato?
Clov - Un significato. Noi un significato! Ah, questa è buona!
Lei ritiene che questo dialogo estratto da Finale di partita ne esprima in
parte il significato o concorda con le letture apocalittiche che ne hanno
dato alcuni critici?
Non credo che questo brano sia particolarmente significativo all’interno di
Finale di partita anche perché se lo si contestualizza è un dialogo molto
ambiguo che non si sa bene se leggere in maniera ironica o spaventata
perché sembra che i due siano spaventati dal possedere un significato. Per
quanto riguarda le letture apocalittiche credo che in questo momento storico
siano piuttosto datate, perché legate al periodo storico in cui si saldavano
con eventi successi da poco come la Seconda Guerra Mondiale, lo scoppio
dell’atomica.
Piuttosto mi sembra più apocalittico Beckett quando fa delle affermazioni
veramente spaventose per chi
poi deve interpretare il testo e
leggerlo. Per esempio: “non c’è
niente da esprimere, niente con
cui esprimere, nessuna capacità
di esprimere, nessun desiderio di
esprimere, e insieme c’è l’obbligo
di esprimere”. In questo brano
c’è il senso della scrittura di
Beckett; una scrittura che si nega
nel momento in cui si fa. Da cui
la difficoltà estrema di mettere in
scena i suoi testi e specialmente
un testo come Finale di partita
perché c’è tutta l’ambiguità di una
scrittura che vuole esprimere e
che contemporaneamente tende
al silenzio; questo è il maggiore
problema che si deve affrontare
nel momento in cui si intende
allestire un testo di Beckett.
massimo castri
STORCHI
questo sarà poi da verificare nella fase del lavoro di scena; il testo rende
possibile questo lavoro. Seguendo questo percorso vorrei arrivare ad una
recitazione che permetta di aderire ai salti e ai cambi improvvisi del testo, ma
sia una recitazione calda, riscaldata dal sottotesto, che permetta all’attore
di recitare con calore, non una recitazione astratta o fredda. Questa la mia
intenzione: vorrei arrivare a restituire il testo nella sua semplicità, alla sua
godibilità, alla scorrevolezza che comunica alle prime letture.
stagione
2010/
STORCHI
stagione
2010/
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BIBLIOTECA DELFINI – Corso Canalgrande 103 Modena
le nuvole
SHAKESPEARE È COME UN PEZZO DI CARBONE?
6 febbraio ore 17
LAURA MARINOni
Letture attorno a Romeo, Giulietta e la regina Mab:
da Ovidio a Rubén Dario
Laura Marinoni si forma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio
D’Amico”. È stata diretta dai più importanti registi italiani, ha vinto il premio
Flaiano nel 2004 e il premio Duse nel 2007. Ha girato numerosi film per la tv e
per il cinema.
13 febbraio ore 17.30
I destini incrociati
nella Verona di Bruni
le nuvole
Incontro con la compagnia di Romeo e Giulietta
conduce Andrea Marcheselli
4 marzo ore 21
i volti del potere
conversazione sul teatro shakespeariano
tra Loretta Innocenti e Salvatore Veca
conduce Claudio Longhi
“I WILL BE BRIEF ” cortometragg i
a tema shakespeariano
Concorso a premi per nuove interpretazioni del famoso dialogo d’amore tra
Giulietta e Romeo.
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antonio albanese
I Comuni di Nonantola e Castelfranco Emilia e Emilia
Romagna Teatro Fondazione promuovono il concorso
“I WILL BE BRIEF” nell’ambito della 4° edizione del
Nonantola Film Festival. L’iniziativa è parte di Shakespeare
è come un pezzo di carbone?, con la collaborazione
di Biblioteche del Comune di Modena, Biblioteche
Scolastiche, Amici dei Teatri Modenesi e Università di
Modena e Reggio Emilia Facoltà di Lettere e Filosofia.
“I WILL BE BRIEF” ha come obiettivo la realizzazione di cortometraggi e sceneggiature
che nel breve spazio di dieci minuti sappiano confrontarsi creativamente attraverso
lo strumento audiovisivo con l’opera di William Shakespeare.
Il tema proposto per il concorso è la reinterpretazione della frase tratta dal Romeo
e Giulietta: “Chi sei tu che così protetto dalla notte inciampi in questo modo nel
mio segreto?”.
Il concorso si articola in due sezioni: una, aperta a tutti, dedicata a cortometraggi
già realizzati e/o appositamente sviluppati; una, riservata agli istituti scolastici,
dedicata a sceneggiature inedite.
I cortometraggi presentati non dovranno avere una durata superiore ai 10 minuti
e così pure le sceneggiature dovranno essere compatibili con la realizzazione di
un corto di dieci minuti. Ogni prodotto presentato al concorso dovrà avere come
caratteristica vincolante l’introduzione di una scena in cui sia rappresentato un
dialogo d’amore alla finestra.
Le opere premiate e segnalate (1° premio € 2.500,00 – 2° premio € 1.250,00 –
3°premio € 750,00) saranno presentate durante il prossimo Nonantola Film Festival
in aprile 2010.
TUTTI I MATERIALI dovranno pervenire alla segreteria organizzativa entro il 31
marzo 2010.
Il bando e la scheda di iscrizione al concorso sono scaricabili dal sito
www.nonantolafilmfestival.it
madama di tebe
TEATRO STORCHI
6 febbraio ore 21 - 7 febbraio ore 15.30
MADAMA DI tebe
la strada
di Carlo Lombardo
musiche Carlo Lombardo
adattamento e regia CORRADO ABBATI
scene Stefano Maccarini costumi Artemio Cabassi
coreografie Giada Bardelli direzione musicale Marco Fiorini
con Antonella Degasperi, Fabrizio Macciantelli, Carlo Monopoli, Raffaella Montini,
Francesca Dulio, Mattia Lanteri, Lucia Antinori, Francesca Araldi, Lucrezia
Bencivenga, Silvia Chizzolini, Valentina De Menech, Elisa Mazzoli, Leonardo
Mazzoni, Emanuele Micheli, Alessandro Pini, Roberto Riganello
produzione InScena
Corrado Abbati mette in scena Madama di Tebe, una delle operette piu’ amate e
popolari fra quelle firmate da Carlo Lombardo. È la storia di una bella cartomante
parigina che lavora in un cabaret di Montmartre, legandosi ad alcuni personaggi
altolocati e intrecciando amori, ovviamente a lieto fine.
TEATRO STORCHI
13 marzo ore 21 - 14 marzo ore 15.30
LA STRADA
overtures des saponettes
STORCHI
STORCHIOPERETTA
di Tullio Pinelli e Bernardino Zapponi
dramma con musiche tratto dal film di Federico Fellini
regia MASSIMO VENTURIELLO
musiche Germano Mazzocchetti
testi delle canzoni Nicola Fano e Massimo Venturiello
scene Alessandro Chiti costumi Sabrina Chiocchio
coreografie Fabrizio Angelici disegno luci Iuraj Saleri
con Massimo Venturiello e Tosca, Camillo Grassi
e con Franco Silvestri, Barbara Corradini, Daniela Cera, Alberta Izzo, Dario Ciotoli
produzione La Contemporanea, Compagnia Mario Chiocchio
L’impianto resta fedele, all’omonimo e celeberrimo film diretto da Federico Fellini,
con trama e dialoghi originali, ma aggiunge, con intuizione acuta e geniale, una
tessitura musicale e canora che gli dona leggerezza e poeticità, allontanandolo
dal dramma spietato e crudele che caratterizza il film ma, arricchendolo di tratti
più umani.
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA
OUVERTURES DES SAPONETTES
28 febbraio ore 16.00 TEATRO STORCHI
clown e bolle di sapone
di e con Michele Cafaggi
regia DAVIDE FOSSATI
produzione L’Atlante
È un vero e proprio concerto per bolle di sapone: un direttore senza orchestra,
un musicista senza strumenti, un cantante senza fiato, un concerto anomalo, per
pensieri fragili, leggeri, silenziosi, proprio come bolle di sapone.
E così, tra strumenti che non suonano musica, ma, appunto, bolle di sapone,
e tra bolle di sapone che rimbalzano e avvolgono nel vero senso della parola il
pubblico, trasportandolo in un’atmosfera incantata, Michele Cafaggi si presenta
come un direttore d’orchestra eccentrico, in grado di unire clownerie, pantomima
e musica. Cafaggi infatti, è mimo, clown e giocoliere. Ha sviluppato teatralmente
la tecnica delle bolle di sapone giganti. Dal 1993 lavora come artista di strada,
collaborando con centri di aggregazione giovanile, case di riposo, carceri, scuole,
asili, ospedali.
stagione
2010/
STORCHI
stagione
2010/
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conversando di teatro
foyer del TEATRO STORCHI
20 febbraio ore 17.30
Incontro con
Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon, Silvio Orlando
in occasione delle recite di Il Dio della carneficina
conduce Gianluigi Lanza
26 marzo ore 17.30
Conferenza – conversazione
Anna Teresa Tubini presenta Finale di partita
Al termine degli incontri che sono a ingresso libero un aperitivo per tutti i partecipanti.
In collaborazione con
GLI APPUNTAMENTI DEI NOSTRI TEATRI IN REGIONE
TEATRO DADà - Castelfranco Emilia
TEATRO NUOVO - Mirandola
18 febbraio 2010 ore 21
PROVANDO IN NOME DELLA MADRE
di Erri De Luca
regia Simone Gandolfo con Erri De Luca
2 febbraio 2010 ore 21
MY FAIR LADY di Frederick Loewe
regia Corrado Abbati
con Compagnia Corrado Abbati
4 febbraio 2010 ore 21
TUTTO QUELLO CHE LE DONNE (NON) DICONO
regia Valter Lupo
con Francesca Reggiani
20 febbraio 2010 ore 21
OTELLO di William Shakespeare
regia Arturo Cirillo
13 febbraio 2010 ore 21
LA MACCHINA DEL CAPO
di e con Marco Paolini
3 marzo 2010 ore 21
SHYLOCK: IL MERCANTE DI VENEZIA IN PROVA
da William Shakespeare
testo e regia Roberto Andò e Moni Ovadia
con Moni Ovadia e Shel Shapiro
19 febbraio 2010 ore 21
RACCONTI DI GIUGNO
di e con Pippo Delbono
2 febbraio 2010 ore 21
OTELLO di William Shakespeare
regia Arturo Cirillo
26 febbraio 2010 ore 21
TUTTO QUELLO CHE LE DONNE (NON) DICONO
regia Valter Lupo
con Francesca Reggiani
5 marzo 2010 ore 21
COLORES MORENOS musica e flamenco
con Compagnia Flamenquevive
11 marzo 2010 ore 21
NUOVO SPETTACOLO di Francesco Freyrie
con Vito
AUDITORIUM FERRARI – Maranello
3 febbraio 2010 ore 21
TUTTO QUELLO CHE
LE DONNE (NON) DICONO
regia Valter Lupo
con Francesca Reggiani
2 marzo 2010 ore 21
NUOVO SPETTACOLO di Francesco Freyrie
con Vito
17 marzo 2010 ore 21
MY FAIR LADY di Frederick Loewe
regia Corrado Abbati
con Compagnia Corrado Abbati
TEATRO A. TESTONI - Casalecchio
3 febbraio 2010 ore 21
FRANKENSTEIN
scritto e diretto da Stefano Massini
viso e voce della Creatura Sandro Lombardi
18 febbraio 2010 ore 21
AMLETO A PRANZO E A CENA
da Amleto di William Shakespeare
ideazione e regia Oscar De Summa
26
23 marzo 2010 ore 21
CASANOVA coreografie Eugenio Scigliano
produzione Aterballetto
29 marzo 2010 ore 21
ROMAN E IL SUO CUCCIOLO di Reinaldo Povod
interpretazione e regia Alessandro Gassman
TEATRO MAC MAZZIERI - Pavullo
3 febbraio 2010 ore 21
OTELLO di William Shakespeare
regia Arturo Cirillo
TEATRO ASIOLI - Correggio
24 e 25 febbraio 2010 ore 21
VERSO MISTERO BUFFO di Dario Fo
con Paolo Rossi
12 marzo 2010 ore 21
LA STRADA
regia Massimo Venturiello
con Tosca, Massimo Venturiello
16 e 17 marzo 2010 ore 21
ROMAN E IL SUO CUCCIOLO
di Reinaldo Povod
interpretazione e regia Alessandro Gassman
11 febbraio 2010 ore 21
LA MACCHINA DEL CAPO
di e con Marco Paolini
dal 18 al 24 marzo 2010 ore 21
Parco Urbano di Correggio
OBLUDARIUM
creazione di Matej Forman, Petr Forman
regia Petr Forman
24 febbraio 2010 ore 21
LA SIRENA dal racconto Lighea di Tomasi di
Lampedusa
interpretazione e regia Luca Zingaretti
30 e 31 marzo 2010 ore 21
DANZA DI MORTE
di August Strindberg - regia Gabriele Lavia
con Monica Guerritore, Gabriele Lavia
30 marzo 2010 ore 21
MY FAIR LADY di Frederick Loewe
regia Corrado Abbati
con Compagnia Corrado Abbati
TEATRO GONZAGA – Bagnolo in Piano
23 febbraio 2010 ore 21
MADAMA DI TEBE di Carlo Lombardo
con Compagnia Corrado Abbati
regia Corrado Abbati
di e con Marco Paolini
TEATRO DELLA ROCCA – Novellara
5 febbraio 2010 ore 21
NON AL DENARO, NE’ ALL’AMORE,
NE’ AL CIELO
di Fabrizio De André
ideato e diretto da David Riondino
con David Riondino, Chiara Riondino
Orchestra Scuola Civica di musica di Novellara
26 febbraio 2010 ore 21
PALI di Spiro Scimone
regia Francesco Sframeli
14 febbraio 2010 ore 21
ORSON WELLES’ROAST
scritto da Michele De Vita Conti, Giuseppe Battiston
regia Michele De Vita Conti
con Giuseppe Battiston
5 e 6 marzo 2010 ore 21
LE NUVOLE di Aristofane
regia Antonio Latella
27 marzo 2010 ore 21
SI VIVE UNA VOLTA. SOLA.
di e con Geppi Cucciari
STAGIONE TEATRALE 2009/2010 TEATRO STORCHI – TEATRO DELLE PASSIONI Modena
Via Ganaceto 129, 41121 Modena
tel. 059/2136011 fax 059/245332
e-mail: [email protected]
www.emiliaromagnateatro.com
INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA
Biglietteria telefonica
tel. 059/2136021dal lunedì al venerdì ore 9/13
Teatro Storchi
Largo Garibaldi, 15 – Modena
orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 14 e sabato
dalle 10 alle 13
Teatro delle Passioni
Via C. Sigonio, 382 – Modena
orari: martedì, giovedì e sabato dalle 16.30 alle 19
informazioni e vendita on line:
www.emiliaromagnateatro.com
Circuito di prevendita on line Vivaticket by charta:
www.vivaticket.it
biglietti
TEATRO STORCHI
Platea balconata e palco intero € 24,00 ridotto 10% € 22,00
ridotto Giovani/Anziani € 18,00 ridotto 15% € 20,50
I e II galleria intero € 14,00 ridotto 10% € 12,50
ridotto Giovani/Anziani € 11,00 ridotto 15% € 12,00
STORCHI OPERETTA
Platea balconata e palco intero € 24,00
ridotto convenzionati € 20,00
ridotto under 14 € 12,00
I e II galleria intero € 16,00
ridotto convenzionati € 12,00
ridotto under 14 € 8,00
TEATRO DELLE PASSIONI
Intero € 11,00 ridotto 10% € 10,00
ridotto Giovani/Anziani € 8,00
PROMOZIONE
Chi desidera vedere nella stessa sera entrambi
gli spettacoli Nella solitudine dei campi di cotone
e Sallinger (13 febbraio), Animali vivi e Ama la
tua scimmia (19/20 febbraio), pagherà il secondo
biglietto € 5,50.
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA
bambini € 5,00 adulti € 8,00
sconto di € 1,00 sul biglietto per i possessori di
Cartainsieme Conad
Il diritto di prevendita è 8% con arrotondamento a € 0,50
LAST MINUTE: solo on line il giorno di spettacolo 50% di riduzione
sul prezzo intero
Abbonamenti
È ancora possisibile sottoscrivere i seguenti tipi di
abbonamento:
PASSIONI
QUATTROCARD
CARNET 7
CARTATEATRO
Per lo spettacolo: ROBIN HOOD
Platea balconata e palco intero € 28,00 ridotto 10% € 25,00
ridotto Giovani/Anziani € 21,00 ridotto 15% € 24,00
I e II galleria intero € 17,00 ridotto 10% € 15,00
ridotto Giovani/Anziani € 13,00 ridotto 15% € 14,50
Per lo spettacolo URBAN RABBITs
posto unico
intero € 20,00
ridotto Giovani/Anziani € 15,00
ridotto under 14 € 5,00
Avvisiamo il gentile pubblico
che lo spettacolo Buffoni armati
previsto al Teatro delle Passioni
dal 4 al 6 marzo 2010 è stato
rinviato a date da definirsi.
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