arts club All’interno: MI AMI + Festivals Muse The Radio Dept. N. 4 16 GIUGNO 2010 ArtsClub Italia Local Boy In The Photograph La tragedia di Stuart Cable 1 news Tornano gli Strokes Sotto il falso nome di Venison, gli Strokes sono tornati a suonare insieme dal vivo dopo ben quattro anni. È accaduto a Londra, al Dingwalls, storico locale di musica dal vivo all’interno del mercato di Camden Town. Previste altre esibizioni in alcuni fra i principali festival europei, ma per ora non in Italia. Unknown Pleasures Peter Hook, ex membro di Joy Division e New Order, riporta il capolavoro ‘Unknown Pleasures’ live sui palchi d’Europa. Date italiane a Novembre: 25 (Magazzini Generali, Milano), 26 (New Age, Roncade, TV), 27 (Brancaleone, Roma). Inside The Smiths Mike Joyce, batterista degli Smiths, è in Italia per promuovere il docu-movie intitolato ‘Inside The Smiths’, realizzato insieme al compagno di band, il bassista Andy Rourke. Date: 23 Giugno a Firenze (EX3), 25 Giugno a Milano (Plastic), 26 Giugno a Ancona (Mole Vanvitelliana). Al termine di ogni serata, lo stesso Joyce terrà un DJ Set indie. !!! free track I !!! (Chk Chk Chk) hanno rilasciato una traccia gratuita, intitolata ‘AM/FM’, disponibile in download sul sito ufficiale della band (www. chkchkchk.net), anteprima del nuovo album ‘Strange Weather, Isn’t It?’, in uscita il prossimo 23 Agosto. No more Supergrass I Supergrass si sono definitivamente sciolti con un ultimo concerto celebrativo lo scorso 10 Giugno alla O2 Brixton Academy, al termine di diciassette anni di carriera. Fra i primi alfieri del brit pop, il loro più grande successo è probabilmente il singolone ‘Alright’, anno 1995. Il pallone che era musica … e tutti gli amici lasciano i f iori . . . di Alessandro Re di Alessandro Gandini S e non fossi diventato un cantante « sarei stato un calciatore… o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione». Eccolo qui il collegamento tra musica e mondiali FIFA in Sud Africa. Bob Marley, nato in Giamaica, Caraibi, popolazione di ex schiavi africani. Il calcio come la musica. Il calcio che segue l’ispirazione, massima espressione della libertà. Il calcio di Marley era il calcio del ventennio ‘60-‘80. Gli anni di Pelè e di Di Stefano. Gli anni dove il pallone era pallone, non valanga di soldi, pubblicità e copertine. Gli anni in cui si giocava coi pantaloncini cortissimi, le maglie pesanti, senza nome né sponsor, gli anni in cui i fuoriclasse erano “sporchi”, geni danzanti per il campo che prendevano e davano calci, vestendo le maglie stracciate dagli strattoni. Ora il calcio è illusione. Immagine. È star da brillantina, denti puliti e soldi. Tanti soldi. Troppi soldi. Un calcio dove se vinci la Champions dopo quarant’anni, la prima cosa che dici ai microfoni è “non so se resto”, perché prendi poco, Milito. Pochi 4 milioni di euro per prendere a calci un pallone. Comunque, che mondiali siano. Sud Africa. Finalmente Africa. Se ne parlerà solo per il mondiale, poi sparirà di nuovo. Ma almeno se ne parlerà. E forse questo ritorno alle origini, alla “terra del sole”, riuscirà a riportare indietro anche il calcio. E a ridarci il pallone bianco a toppe nere. Il pallone che era di Pelè e di Di Stefano. Il pallone che era musica. (Paper Street ai Mondiali: http://www.paperstreet.it/new/fest.php?id=12) Muse @ Stadio Meazza (MI) S tuart Cable, membro fondatore degli Stereophonics, eccentrico batterista, intrattenitore televisivo e radiofonico, si è spento a 40 anni esatti, lo scorso 7 Giugno, soffocato dal suo stesso vomito dopo una notte drammaticamente alcolica. Si è trasformato così nella tragica incarnazione della canzone che li ha resi famosi, quel ‘Local Boy In The Photograph’ che nell’ormai lontano 1997 fece conoscere la sua band, gli Stereophonics, ai sudditi della Regina e poi al mondo. Una fine tanto ingloriosa quanto gloriosa, sia detto senza cinismo, lui Stuart morto come Jimi Hendrix, appena due notti dopo che la sua ex band, quegli Stereophonics da cui è stato cacciato nel 2003, avevano fatto i profeti in patria nell’autocelebrativo concerto nel nuovo stadio di Cardiff. Sì perché fu la band a mollarlo, non il contrario: Kelly Jones, l’amico, gli diede il benservito, stufo delle sue assenze, della sua dipendenza dalla cocaina, della sua vita spericolata. Beffe del destino vile: dopo il gelo, Kelly e Stuart si erano ritrovati, e pochi giorni prima di morire, rispondendo al messaggio di auguri di compleanno di Jones, Cable profetizzò: “Non avrei mai pensato di arrivare a quarant’anni”. Cose che fanno pensare. Passato attraverso una vita di eccessi, narrati nell’autobiografia ‘Demons and Cocktails’ in cui parla dei suoi anni da rock star, Stuart era pronto a tornare al suo primo amore, la musica, con la sua nuova band, i Killing for Company, previsti live in questi giorni al Download Festival 2010. Non ne ha avuto il tempo. “E tutti gli amici lasciano i fiori, si siedono sulle panchine e parlano di lui, dell’ultima volta in cui l’hanno visto: è il ragazzo del posto nella fotografia”. Si chiamava Stuart Cable. Suonava la batteria. F di Giovanni Lucev 8 Giugno 2010. Ore 23: la fiumana di gente esce da San Siro dopo due ore di un concerto definibile in una sola parola: spaziale. Sia per le coreografie sul palco, con una piattaforma che in alcuni brani si libra in aria verso il pubblico e un’acrobata che pende dal cielo milanese, sia per i costumi di Matthew Bellamy, costantemente agghindato di luci. La cosa che salta di più all’occhio (e all’orecchio), però, è la performance dei tre inglesi, forse poco comunicativi con il pubblico, ma fenomenali nell’esecuzione. Menzione d’onore per Bellamy, artista a tutto tondo, chitarrista eccezionale, pianista da conservatorio e voce strepitosa. Un live travolgente, che inizia con una trentina di manifestanti sul palco con bandiere e uno striscione che recita ‘’We will be victorious’’, un verso di ‘Uprising’, la prima canzone, un chiaro invito alla alla rivolta per un brano ‘’against the power’’. Due ore dopo, il finale in crescendo, con ‘Plug In Baby’ e ‘Knights of Cydonia’ e il pubblico in delirio, che salta e si sgola. Nel mezzo, anche una chicca: la cover di Back in Black degli AC/DC, con Nic Cester dei Jet alla voce. 2 u lui insieme a Kelly Jones (foto a sinistra) e Richard Jones (nessuna parentela fra i due) a formare i Tragic Love Company che cambiarono nome successivamente in Stereophonics (foto a destra), proposto da Cable, scritta che lesse per caso sul grammofono del padre. Negli Stereophonics sin dalle origini, dall’ormai lontano 1992 fino al 2003, anno della cacciata quando i problemi di Stuart iniziarono a non poter convivere con le sorti di una band ormai affermata. Il licenziamento fu comunicato telefonicamente da Kelly Jones, frontman degli Stereophonics e amico fraterno di Stuart. Buon batterista, perfetto per il brit pop e rock in generale, minimale ma di gusto, senza troppi fronzoli. Mi piace ricordarlo con quella testa di riccioli e il sorriso in faccia di chi la vita la amava e se l’è goduta, oltre il limite di non ritorno. (n.d.a.) 3 Tre Allegri MI AMI 2010: Ragazzi Morti Il Festival della musica @ MI AMI‘10 bella e dei baci I Festival dell’estate 2010 di Alessandro Blangetti L’ esibizione che probabilmente meglio rappresenta il MI AMI ‘10 è anche quella che ci ha congedato da esso. Stiamo parlando del live dei Tre Allegri Ragazzi Morti (foto), da anni veri pionieri dell’indie nostrano, che hanno avuto il difficile compito di chiudere in bellezza questa riuscita manifestazione. Dopo una buona esibizione dei Perturbazione, la band di Pordenone si presenta sul palco, munita delle solite maschere che sono diventate un po’ il loro simbolo. Davide Toffolo come al solito si introduce al pubblico parlando in uno strano linguaggio veneto-spagnoleggiante e delizia tutti con brani dell’ultimo album ma anche con alcuni dei migliori pezzi del suo repertorio. Canzoni come ‘Il Mondo Prima’ fanno letteralmente impazzire la platea, e inoltre certi motivi storici come 15 Anni Già sono stati rivisti in chiave reggae, in linea coi suoni del loro ultimo, coraggioso album. Così, dopo il consueto Dj Set post concerto, si chiudono tre giorni di musica nuova e importante a Milano. Rimaniamo con i ricordi di un MI AMI che si conferma come uno dei più interessanti festival della nostra nazione, e che è riuscito nuovamente a farci innamorare. (a.b.) Teatro Degli Orrori @ MI AMI ‘10 I l MI AMI è un festival che ormai è diventato una tradizione più che consolidata nell’estate meneghina. Organizzato dai volenterosi ragazzi di Rockit, è giunto quest’anno alla sua sesta edizione. La location è ancora una volta quella del circolo magnolia, che ha quindi ospitato per l’occasione, tra il 4 e il 6 giugno di quest’anno, alcuni dei nomi più interessanti della musica italiana indipendente di ieri, di oggi e di domani. I palchi sono come al solito due. Il classico Sandro Pertini è calcato dai nomi più altisonanti della manifestazione come Teatro degli Orrori, Africa Unite e Tre Allegri Ragazzi Morti. La collinetta di Jack, più piccola ma con una location assai azzeccata, accoglie invece alcuni debuttanti ma anche molti gruppi già affermati . Tra un palco e l’altro, molti banchetti di piccole case discografiche indipendenti e di marchi e negozi emergenti. E poi tanta birra e bella gente. Le esibizioni più divertenti a cui ho potuto assistere alla Collinetta sono sicuramente quelle di My Awesome Mixtape ed Ex-Otago. I primi, ormai per me una certezza live (li avevo già visti ben due volte), confermano la bontà e la carica dei loro pezzi. Me and The Washing Machine e Diderot si rivelano ancora particolarmente azzeccate nella loro esecuzione dal vivo e stupisce poi una cover di All That She Wants degli Ace Of Base, reinterpretata con il loro originale stile electro-pop. Gli Ex-Otago invece deliziano con le solite piccole gemme pop, e presentando alcuni pezzi del loro nuovo album in uscita dimostrano di non aver perso lo smalto e saperci ancora fare con le melodie. Tra i componenti del gruppo poi, spicca il Pernazza (conosciuto ai più come il coniglio del Chiambretti Night) che con la sua energia e stravaganza regala ai pezzi una dimensione live ancora più godibile. Al Pertini la grande sorpresa sono stati gli Amor Fou, un gruppo che ha nelle melodie struggenti alla Coldplay e nelle liriche alla Francesco Bianconi i principali punti di forza. (Leggi Alessandro sul suo blog http://thecoolnesssurfer.blogspot.com) I l nome più di spicco della prima, calda, giornata del MI AMI è stato sicuramente quello del Teatro degli Orrori. Il gruppo in questione, reduce da due dischi particolarmente azzeccati in quanto amati sia da pubblico che da critica, raduna un grandissimo numero di persone in attesa spasmodica intorno al palco Pertini. La band parte subito forte, con la canzone che dà il nome al loro secondo album, A Sangue Freddo, molto energica e con un testo intelligente che tratta dell’eroe nigeriano Ken Saro Wiwa. Purtroppo l’esibizione è tarpata da una pessima acustica, soprattutto per chi si trova proprio sotto il palco. La band ha però i pezzi e il carisma dalla sua e, complice anche la cornice, questo primo giorno do MI AMI riesce tutto sommato a soddisfare. (a.b.) 4 di Nicholas David Altea Estate coincide imprescindibilmente con Festival e a chi di musica se ne nutre giornalmente in vari modi ecco un po’ di ottime opportunità da sfruttare in Italia: So ‘90s >> Lustando 2010 – Rock in Lu, dal 18 al 20 Giugno ore 21,00, Lu Monferrato (AL). Headliner: Africa Unite, Teatro degli Orrori, Linea 77. Prezzo: 1 gg. 10 €/ 3 gg. 25 €. Stereophonics “W ord Gets Around” (1997) - Tredici anni fa esordirono con “Word Gets Around”: questo trio gallese (ora sono in quattro) lo si conosce molto bene. Gli Stereophonics sono fortemente caratterizzati dal brit pop ma riescono a spiccare su altre band anche grazie alla splendida voce piacevolmente sporca, che aggiunge una forte componente rock anni ’70 ben sostenuta dalle chitarre molto presenti. ‘A Thousand Trees’ viaggia abbastanza e la ritmica delle parole e tutto l’andamento della canzone trascina al primo ascolto. ‘Local Boy In The Photograph’ tradisce le aspettative, non pare triste come invece si rivela il reale significato del testo, che tratta di un ragazzo che Kelly Jones conosceva ucciso da un treno in corsa. E la voce melanconica di Kelly amplifica tutto il ricordo di questa foto nelle parole “And all the friends lay down their flowers / Sit on the banks and drink for hours/ Talk of the way they saw him last /Local boy in the photograph, today / He’s gone away”. L’andamento rallenta con ‘Traffic’ ma l’intensità è alta, il tiro risale con ‘Not Up To You’. Anche ‘Same Size Feet’ farebbe pensare un altro pezzo più tranquillo, ma il riff di chitarra è fantastico nella sua semplicità da alzare il livello del pezzo ad apici da pochi raggiunti, tanto che i ben più osannati Oasis ne hanno fatto chiaro riferimento cinque anni dopo riprendendo questo riff quasi fedelmente, per utilizzarlo in ‘The Hindu Times’. La vena della vita da pub e del piacere lo si canta in ‘The Last Of The Big Time Drinkers’ con tastiere annesse a rendere nel miglior modo l’atmosfera conviviale. Album dove tutti i pezzi scorrono bene e trasudano situazioni e intenti altrettanto veri. Reali. (n.d.a.) >> British Invasion Club Festival 2010 Chiusura delle stagione della British Invasion. 19 Giugno ore 15,00, San Donato Milanese (MI). Bands: Remington, Likely Lads, The Tigers of Mompracen, Daisy Chains e molte altre. Free Entry. >>Trouble Festival 2010, organizzato dal sito di musica Troublezine: 19 Giugno ore 14,00, Campo del Rugby, Monza. Bands: The Futureheads, Orange, Hacienda e molte altre. Prezzo: 10 € con tessera socio. >>Heineken Jammin’ Festival, dal 3 al 6 Luglio, Parco San Giuliano, Venezia. Headliner: Aerosmith, Green Day, Black Eyed Peas, Pearl Jam. Prezzo: 1 gg. 50 €/ 3 gg. 130 €/ 4 gg. 160 €. >> Traffic Festival, dal 14 al 17 Luglio, Piazza Castello e Reggia di Venaria (TO). Headliner: Charlotte Gainsbourg, Paul Weller, Klaxons. Free Entry. >> Italia Wave 2010, dal 21 al 25 Luglio, Livorno. Headliner: Groove Armada, OK Go, Editors, Underworld, Faithless. Prezzo: 1 gg. Dai 12 ai 25 €/ 4 gg. 60 € >> I Days 2010, 2 e il 4 Settembre, Arena Parco Nord, Bologna. Headliner: Arcade Fire, Blink 182. Prezzo: 1° gg. 36 €/ 2° gg. 40 €. The Radio Dept. “Clinging To A Scheme” I l terzetto svedese di Lund arriva al terzo album dopo quattro anni dal convincente a tratti “Pet Grief” del 2004. Sgorga indie-pop con arpeggi di chitarra in entrata piacevolmente aggrappati alla voce velata in ‘Domestic Scene’, poi ti ritrovi esattamente fra il Maggio e il Giugno scandinavo quando ‘Heaven’s On Fire’, perfetto pezzo pop accompagnato da fiati, spensierato e pieno di buoni propositi, freme di piacere. Time Around’ s’incupisce di atmosfere più shoegaze rispetto all’inizio e ‘Video Dept.’ potrebpotrebbe far pensare ad una deformazione più allegra e più elettronica dei Cure del periodo “funny”. Non mancano appunto scenari pop a cavallo fra ’80-’90 di quell’Inghilterra più sognante e più dolce, un po’ twee, quasi disinteressata a ciò che la circonda, ma non superficiale. ‘David’ è il riassunto delle sensazioni che quest’album provoca punto d’incontro tra i precedenti lavori. ‘You Stopped Making Sense’ ti accompagna alla fine come un caldo arrivederci d’inizio estate. Rassicuranti. (n.d.a.) 5 Quelle che l’Heineken Storia di donne da Festival Il paradosso della celebrità di Marlene Barrett tratto da Cultural Studies Italia (culturalstudiesitalia.wordpress.com) H Intervista: Last Day Before Holiday di Lucio Laugelli S iete tornati recentemente dal vostro tour in Russia, com’è andata? Per un musicista quali sono le differenze con l’Italia? “Penso che sia stata l’esperienza più bella della nostra vita, abbiamo suonato 10 date in 11 giorni, ci hanno trattato da vere star. Speriamo di ritornarci presto con il prossimo tour.” Start Living Your Life, il vostro primo album, uscito da pochissimo con Wynona Records, contiene 11 canzoni molto incisive e orecchiabili: c’è una tematica generale che le accomuna, un filo che lega tutto il vostro lavoro? “Start Living Your Life è il frutto di diversi anni di duro lavoro, siamo molto legati all’album. Sicuramente uno dei temi più importanti nasce dal titolo stesso della canzone che dà il nome all’album: capita spesso che molta gente critichi il lavoro svolto da una band o le decisioni prese e si tende a parlare del gruppo stesso in modo negativo, Start Living Your Life vuole essere un invito a smetterla di parlare male e di criticare le scelte altrui e di iniziare a vivere la propria vita.” Spesso si sente parlare di Roma e Milano come le due capitali della musica, mentre in realtà esiste invece una grossa qualità musicale che si sviluppa dalle province: cosa consi- ai 19 anni. Hai 19 anni e ti sei catapultata fuori dal tuo studentato perché Polly passa a prenderti. Indossi una lunga gonna zingaresca, che urla al mondo quanto il primo anno da universitaria a Bologna abbia cambiato il tuo look. È estate, è giugno, è caldo ma non ancora quel caldo da scorticarsi vivi. Polly guida un maggiolone d’epoca blu metallizzato decappottabile. Sali a bordo e il bolide sgangherato, ma inesplicabilmente stiloso, parte alla volta di via Irnerio per raccattare anche la Fra e poi procedere verso Imola, destinazione: Heineken Jammin’ Festival. Mentre viaggiate e il vento si accanisce sulla tua già opinabile capigliatura, pensi che ci sono poche cose fighe come andare al Jammin’ Festival, senza biglietti, mentre il sole tramonta su qualche statale che si snoda per l’Emilia, con un maggiolone decappottabile sgangherato, 2 amiche e 19 anni all’anagrafe. Arrivate, intenzionate ad entrare gratis. In serata, suonano gli Oasis. Circumcamminate l’autodromo, guadate un fiumiciattolo (e nel mentre tu subisci un attacco di panico che ti blocca esattamente a metà del guado, perché hai l’agilità di un tricheco sui roller blade e l’audacia di una testuggine sotto morfina) ed, infine, riuscite a infiltrarvi. Ci siete. Siete dentro. Procedete verso il palco, pare che poco prima abbiano suonato i Negramaro (n.d.r.), ora ci sono i Velvet Revolver e a breve suoneranno i fratelli Gallagher. Arrivate sotto al palco e siete circondate da una manica di inglesi, come da tradizione, ubriachi persi. E poi, l’atteso momento: sul palco gli Oasis. Morning Glory. All’autodromo di Imola è scesa la notte. Pensi che ti senti al posto giusto al momento giusto, finché un armadio inglese alle tue spalle non ti fa una doccia di Heineken. Per farsi perdonare, l’inglese in delirio etilico ti prende in braccio, così vedi meglio il palco. Tu ridi. E nell’aria le note di Don’t Look Back In Anger. La performance dura 45 minuti. Pochi ma non importa, perché mentre il maggiolone sgangherato torna a Bologna, voi siete perfette, esattamente dove dovreste essere, a vivere esattamente ciò che dovreste vivere. (Leggi Marlene sul suo blog www.marlenebarrett.blogspot.com) gliate a chi invece comincia a suonare solo ora ed è alla prime armi? “Conosciamo molti gruppi di Milano, Roma e soprattutto Torino, ma anche gruppi di province più piccole, noi pensiamo che se si crede in quello che si fa e se c’è passione non c’è nessun limite e tutti possono arrivare a togliersi delle piccole soddisfazioni.” Quali sono i programmi per l’estate dei Last Day Before Holiday? Durante quest’estate faremo molte apparizioni live per promuovere il disco appena uscito in Italia, dopodiché ci concentreremo, con molta calma, sulla stesura di pezzi nuovi: visto che il nostro è un genere estivo e allegro vogliamo sfruttare al meglio questo periodo. (Visita il myspace del gruppo: http://www.myspace.com/lastdaybeforeholiday) 6 N el 1968, Andy Warhol predisse che nel futuro tutti avrebbero avuto quindici minuti di celebrità. Non ci è voluto molto perché questo fosse una realtà: gli anni ’80 sono stati il ‘decennio di plastica’, con cantanti e starlette da un successo e via. Si è parlato, soprattutto in musica, di new romantic: trionfo dell’effimero, ritorno del dandy. Oggi non è poi molto diverso: si pensi alle celebrità da reality show, famose per una stagione e poi, salvo rare eccezioni, buttate nel dimenticatoio – luogo certamente peggiore dell’anonimato della common people (per dirla coi Pulp). Colpisce in questo senso la storia di Laura Antonelli. Che fu bella e brava, non certo meteora, e che ora è povera e dimenticata: forse, Laura, non abbastanza cinica per vivere (sopravvivere) in un mondo come quello dello showbiz che facilmente fa sentire superati, che di colpo fa invecchiare, mangia e assimila senza lasciar nulla nel piatto. Storia, questa, di cui colpisce la dignità di una donna triste. Storia di solitudine e abbandono che la fama non riesce a compensare, e che forse, per una volta, è finita meglio di altre. Il paradosso dell’essere una celebrità: uno status tanto invidiato da chi non lo possiede, quanto opprimente per qualcuno. Al punto da fuggirne. in uscita playlist concerti 14 Giugno, Oasis: Time Flies, The Singles Collection Stereophonics, Local Boy In The Photograph 15 Giugno, Tom Petty & The Heartbreakers: Mojo !!!, AM / FM 18 Giugno, The Futureheads: The Chaos 21 Giugno, Kele Okereke: The Boxer 28 Giugno, Kula Shaker: Pilgrim’s Progress 28 Giugno, Scissor Sisters: Night Work Bombay Bicycle Club, Ivy and Gold The National, Bloodbuzz Ohio The Drums, Let’s Go Surfin’ Muse, Neutron Star Collision (Love Is Forever) Scissor Sisters, Fire With Fire The Radio Dept., David The Divine Comedy, At The Indie Disco credits ArtsClub Italia è un allegato quindicinale alla Rivista Paper Street. Da un’ idea di Alessandro Gandini. Scrivici a [email protected]. Aggiungi ArtsClub ai tuoi amici di Facebook (profilo: ArtsClub Italia). ArtsClub Italia, Indie is cool. 16 Giugno, Temper Trap @ Alcatraz, Milano 18-20 Giugno, Lustando, Lu Monferrato (AL) with Africa Unite, Teatro degli Orrori, Linea 77 19 Giugno, British Invasion Club Festival, San Donato Milanese (MI) 19 Giugno, Trouble Festival @ Stadio Del Rugby, Monza with The Futureheads, Orange, Hacienda 19 Giugno, Babyshambles @ Ferrara Sotto Le Stelle 21 Giugno, Rod Stewart @ Arena di Verona 24 Giugno, LCD Soundsystem @ Bands Apart, Ferrara 25 Giugno, Juliette Lewis @ Villa Serra Breakout, Genova 25 Giugno, Milano Brucia vs Kiss This @ Arci Magnolia, Segrate (MI) staff Coordinamento: Alessandro Gandini. Grafica: Francesca Avian. Hanno collaborato: Nicholas David Altea, Marlene Barrett, Alessandro Blangetti, Giacomo Lamborizio, Lucio Laugelli, Giovanni Lucev, Alessandro Re. 7