Il ‘900 Fabrizio Mazzucconi Società Astronomica Italiana Il ‘900 Descrivere in due ore i progressi dell’astronomia, anzi dell’Astrofisica, nel XX secolo è un compito estremamente difficile, direi impossibile La ricerca si è estesa a tutto il mondo e, dal prodotto di una sintesi o di un’intuizione di un grande genio, si è trasformata in un mosaico, in cui in tanti aggiungono un piccolo o grande tassello. Questo ha portato ad uno sviluppo dell’Astrofisica esponenziale, tanto che attualmente non è più possibile essere aggiornati in tutti i campi in cui si è suddivisa 17/09/2016 Il '900 2 Il ‘900 Per questo mi limiterò a parlare di pochi argomenti, quelle che secondo me sono le più importanti conquiste del XX secolo, dopo aver inquadrato le due cose che hanno permesso la grande crescita: • l’evoluzione degli strumenti • l’evoluzione di tutte le altre scienze che nell’Astrofisica trovano una sintesi mirabile 17/09/2016 Il '900 3 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Il più grande telescopio esistente all’inizio del ‘900 era il rifrattore di Yerkes (102 cm di diametro e 19 metri di lunghezza) Questo è il limite a cui può praticamente giungere uno strumento a lente, per due motivi: • Fragilità di una lente, che per funzionare deve essere «sottile» • Il peso (notevole) della lente che viene concentrato in cima allo strumento 17/09/2016 Il '900 4 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Ma perché diametri maggiori Per migliorare le osservazioni occorrevano diametri maggiori: • Per aumentare la quantità di radiazione raccolta e quindi osservare oggetti sempre più deboli • Per migliorare il potere risolutivo delle immagini, che è proporzionale alla lunghezza d’onda e inversamente proporzionale al diametro del raccoglitore 17/09/2016 Il '900 5 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Mt. Wilson e Mt. Palomar Nel 1908 viene inaugurato sul Mt. Wilson un telescopio da 1,50 m, seguito nel 1917 da un altro rifrattore da 2,50 m (telescopio Hooker), che rimase il più grande telescopio al mondo, fino al 1949, all’entrata in servizio del telescopio Hale di Mt. Palomar di 5 metri di diametro 17/09/2016 Il '900 6 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti il dopo Palomar Nel 1976 la Russia inaugurò nel Caucaso un telescopio da 6 m A cui nel 1991 seguì il telescopio da 10 m. Keck delle Hawai. Oltre questo limite è difficile, e per quei tempi inutile, andare anche con i riflettori, perché siamo ai limiti di quello che ci permetteva l’atmosfera 17/09/2016 Il '900 7 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Entra in gioco lo spazio In effetti questo parve un’operazione eccessiva ed inutile, perché nel 1990 fu messo in orbita un telescopio di ‘soli’ 2,50 m, che nonostante le difficoltà iniziali, parve subito eclissare qualsiasi telescopio terreste: Hubble Space Telsecope I risultati ottenuti da questo strumento hanno rivoluzionato l’Astrofisica e fatto pensare seriamente ad abbandonare l’osservazione da Terra 17/09/2016 Il '900 8 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti nuove tecniche L’uso di specchi fatti a tasselli per semplificare la costruzione del primario (l’idea è di un italiano Guido Horn d’Arturo che ne 1952 completo un telescopio di 180 cm nell’osservatorio di Bologna, formato da 61 tasselli esagonali) L’uso di ottiche adattive per compensare le distorsioni introdotte dall’atmosfera 17/09/2016 Il '900 9 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Nuove tecniche L’uso dell’interferometria, che permette di abbinare più telescopi come se fossero uno. I 4 telescopi da 8,2 m di diametro ciascuno che formano il VLT del Cerro Paranal, quando lavorano in modalità interferometrica simulano un telescopio di 16 m per la quantità della luce raccolta e un telescopio di 100 m per la risoluzione massima raggiungibile 17/09/2016 Il '900 10 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Lo stato attuale e il futuro Attualmente la situazione è questa: Sui 4 m. numero telescopi 12 5 – 6 m. 5 telescopi 8 – 10 m. 10 telescopi + 3 in costr. Progetti futuristici: 2 telescopi da 50 m. 1 da 100 m. di diametro (OWL) 17/09/2016 Il '900 11 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Ancora lo spazio Meno noti dell’HST, ma altrettanto importanti sono le decine di altri satelliti che ci hanno fornito una quantità eccezionale di informazioni: Per esempio: Hipparcos che ci ha fornito la parallasse (e quindi la distanza) di 120.000 stelle Gaia che ha fatto la stessa cosa per 1 miliardo di stelle 17/09/2016 Il '900 12 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Il resto dello spettro Ma ulteriori progressi si sono aggiunti quando alle informazioni che la «luce» ci poteva fornire, si sono aggiunte quelle delle altre regioni spettrali, a partire dalla radioastronomia. Nel 1931 un ingegnere della Bell Telephone (Jansky) notò una sorgente di rumore radio a l15 m, avente una periodicità di 23h 56m, tipica delle sorgenti siderali, che sembrava provenire dal centro della Via Lattea 17/09/2016 Il '900 13 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti I primi risultati Nel 1937 Reber, osservando alla lunghezza d’onda di 1,85 m, mise in evidenza picchi di intensità nel Sagittario, nel Cigno e in Cassiopea. Ma la scoperta più importante fu quella fatta da Penzias e Wilson di una radiazione (l 7 cm) distribuita in modo isotropo su tutto il cielo, corrispondente ad una temperatura di circa 3° K, proprio a quella che era stata dedotta essere il residuo del Big Bang 17/09/2016 Il '900 ALMA – 66 antenne da 12 e 7 m 14 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Ulteriori risultati Inoltre la radioastronomia ha permesso di scoprire enormi nubi di H monoatomico, invisibile agli strumenti ottici, ma rilevabile a 21 cm per una rara emissione dovuta all’inversione di spin dell’elettrone. Questo ha permesso di stilare una mappa della Galassia, anche per regioni inaccessibile all’osservazioni ottiche, in quanto questa radiazione passa indisturbata attraverso la polvere interstellare. 17/09/2016 Il '900 15 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Le nubi molecolari Altro grande risultato della radioastronomia è stato la scoperta delle emissioni di decine di molecole complesse, invisibili ad occhio nudo, dal radicale ossidrile OH, fino alla metilammina e all’acido formico, precursori degli amminoacidi, fondamentali per lo sviluppo della vita La grande nube molecolare di Orione 17/09/2016 Il '900 16 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Altre scoperte …. Sempre alla radioastronomia si deve la scoperta di una serie di nuovi oggetti, alcuni esotici, altri solo immaginati da fervide menti: Pulsar Quasar Nuclei di galassie radio attivi Immagine del Emissione X della nucleo Pulsar attivodella di M87 Vela 17/09/2016 Il '900 17 Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti Nelle varie lunghezze d’onda Altri risultati nuovi e importanti si sono avuti dalle decine di sonde che ci hanno mostrato aspetti nuovi della nostra stella: Il Sole Oppure dalle sonde che osservavano nei campi preclusi dall’atmosfera, come l’X (Chandra), il g e l’infrarosso, come Spitzer, che ha scoperto un nuovo anello di Saturno Che ci hanno permesso di studiare oggetti già noti con nuove informazioni estremamente importanti 17/09/2016 Il '900 18 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Un altro motivo dell’evoluzione dell’Astrofisica è da ricercarsi anche nel rapido sviluppo di tutte le altre scienze, che nell’Astrofisica trovano una mirabile sintesi. Bunsen Maxwell In poco più di mezzo secolo la Matematica, la Chimica e soprattutto la Fisica hanno fatto passi da gigante nella comprensione della struttura della materia e soprattutto del suo comportamento, anche in condizioni estreme Mendeleev Planck 17/09/2016 Il '900 19 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze La struttura nucleare - Già all’inizio del novecento si sapeva che un atomo è costituito da un nucleo, con carica positiva, contornato da una nuvola di elettroni negativi, che bilanciano normalmente la carica del nucleo Nel 1932 Chadwich provò l’esistenza all’interno dei nuclei di due tipi di particelle: i protoni, carichi positivamente e i neutroni senza carica elettrica - + - + + + 17/09/2016 20 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Gli elementi più importanti - L’idrogeno (H) è l’atomo più semplice, costituito da un solo protone e un elettrone L’elemento successivo è l’elio (He), con un nucleo più complesso, costituito da due protoni, la cui carica è bilanciata dalla presenza di due elettroni negativi. Per schermare le cariche positive dei protoni nel nucleo ci sono dei neutroni, normalmente in numero di due. 17/09/2016 + - + + 21 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Gli altri elementi Tutti gli altri elementi sono formati da un numero diverso di queste particelle, ma sempre in modo che la carica positiva nei protoni nucleari sia esattamente schermata da uno stesso numero di elettroni: Il numero delle cariche elettriche determina le caratteristiche chimiche dell’elemento Il numero delle particelle nucleari (protoni+neutroni) determina il peso e quindi le caratteristiche fisiche dell’elemento Isotopi – Ioni -- Trasmutazioni nucleari Tutti questi cambiamenti sono accompagnati da emissioni o acquisti di energia 17/09/2016 Il '900 22 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Il neutrino • Dall’osservazione che: quando un nucleo radioattivo emette una particella b ((un elettrone), l’energia perduta dal nucleo non corrisponde a quella dell’elettrone emesso, il quale in media risulta averne circa la metà, mentre il resto sembra svanito. - + n • Nel 1933 Pauli postulò l’esistenza di una nuova particella: il neutrino, senza carica e senza massa di riposo, che quindi non poteva essere rivelato facilmente, ma che si portava via l’energia sparita, sotto forma di energia cinetica. 17/09/2016 23 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Bethe 1939 Scoprì che l’H può trasformarsi in He H+ Protone Nucleo idrogeno Neutrone H+ - H+ H+ n H+ Elettrone positivo H+ n H+ D+ D+ He3 He3 g + Elettrone negativo g g H+ H+ He4 Raggio g F. Mazzucconi Evoluzione stellare g n Neutrino Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Il ciclo p - p 4p+ = 4,0312 He4+ = 4,0026 Dm = 0,0286 (0,7%) DE = Dm c2 Se si trasforma 1 grammo di H, l’energia emessa è: DE = 0,007 x 9 1020 = 6,3 1018 erg Questa reazione è particolarmente sensibile alla temperatura mH = 1,0078 Dov’è che abbiamo tanto H e temperature elevate? Nel Sole e nelle altre stelle L’Astrofisica diviene il laboratorio della Fisica F. Mazzucconi Evoluzione stellare 900 - L’evoluzione stellare: i prerequisti Occorrerebbe • • • • • • • Magnitudine apparente e assoluta Spettroscopia Composizione delle stelle Struttura del Sole Massa delle stelle Curve di Planck Legge Stefan-Boltzmann Sirio A e B 17/09/2016 Il '900 26 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Magnitudini apparenti Nel II° secolo a.C. Ipparco, probabilmente spinto dall’apparizione di una stella «nova», volle compilare un catalogo delle stelle e per fare questo definì una scala di luminosità, suddividendole in sei classi: dalle stelle di prima grandezza a quelle appena visibili ad occhio nudo. Gli studi sulla fisiologia dell’occhio umano hanno permesso di comprendere come esso reagisce a stimoli esterni: m1 – m2 = -2,5 log (I1/I2) Ove il segno e il coefficiente venivano introdotti per mantenere una certa uniformità con la scala stabilita da Ipparco Nel 1908 venne pubblicato un catalogo (Harvard Photometry) contenente la magnitudine apparente di 45.000 stelle 17/09/2016 Evoluzione stellare 27 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Magnitudine apparente m Tale grandezza dipende da quattro fattori: due intrinseci (l’intensità dell’emissione propria della stella e il suo raggio) e due esterni (l’assorbimento e la distanza): • Se S è la luminosità di un cm2 di superficie stellare, l’emissione totale sarà L = 4 p r2 S • Poiché la luminosità viene emessa in tutte le direzioni, essa si distribuisce su tutta la sfera, alla distanza d la luminosità sarà: m = L d = L / 4 p d2 17/09/2016 Evoluzione stellare 28 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Magnitudine assoluta M L d = L / 4 p d2 m1 – m2 = -2,5 log (I1/I2) m – M = 5 log d – 5 Modulo della distanza Orbita della Terra 17/09/2016 Evoluzione stellare 1 sec 1 parsec – 3,26 anni luce Per avere una misura della luminosità indipendente dalla distanza si suppone di portare tutte le stelle alla distanza di 10 parsec e si confrontano le magnitudini così ottenute M: Ld /L10 = 100 / d2 log Ld /L10 = 2 – 2 log d U.A. 29 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Confronto fra magnitudine apparente e assoluta F. Mazzucconi Evoluzione stellare Il ‘900 – L’evoluzione stellare Densità media del Sole Dalle leggi Keplero e di Newton si ricava la massa del Sole 1,991 1033 gr • Conoscendo il volume e la massa si ha la densità media, che risulta essere 1,41 gr/cm3 di poco superiore a quella dell’acqua • La misura della densità media del Sole ci da un’informazione importante, un’indicazione molto stringente sulla sua composizione chimica:Una densità media così bassa, in un corpo tanto grande e quindi con pressioni interne estremamente elevate, ci porta a pensare che tale corpo non possa essere costituito che dagli elementi più leggeri che esistono in natura H e He 17/09/2016 31 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Massa delle stelle Il Sole non è l’unica stella di cui possiamo misurare la massa: dopo anni (o secoli) di osservazioni, si può ottenere l’orbita apparente di una stella doppia. e da questa si derivano i parametri orbitali del sistema: a = semiasse dell’orbita UA T = periodo in anni F. Mazzucconi Evoluzione stellare Il sistema di Il sistema diaaCen Cen Proxima P=106 anni P=80 anni Giove a Cen B ? 11,6 ua 36 ua a Cen A 13.000 ua (300 Plutone) = O,24 al Urano 17/09/2016 F. Mazzucconi 33 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Misura della massa stellare dalla terza legge di Keplero nella sua formulazione completa a3 / T2 = G/4p2 (M1 + M2) se le masse sono espresse in masse solari: G/4p2= 1 a3/T2 = M1 + M2 e dalla legge di Newton F = G (M1 + M2)/d2 Si può ricavare la massa delle due stelle F. Mazzucconi Evoluzione stellare Eddington: diagramma Massa/Luminosità Con la massa, determinata per le stelle doppie, e la magnitudine assoluta fu costruito un diagramma L/M (1919 Hertzspung, poi giustificata teoricamente nel 1924 da Eddington) in cui si scoprì un legame stretto fra le due grandezze L = a Mb Limiti della relazione F. Mazzucconi Evoluzione stellare Il ‘900 – L’evoluzione stellare Il ‘900 – L’evoluzione stellare Spettroscopia Primo passo per superare i limiti alla conoscenza della fisica e della chimica dei corpi celesti: le osservazioni di Fraunhofer 1817 Le tre leggi di Kirchhoff 1859 17/09/2016 Evoluzione stellare 36 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Gli spettri stellari di Donati (1862) La Terra, il Sole e le stelle sono fatte dello stesso materiale! F. Mazzucconi Evoluzione stellare Il ‘900 – L’evoluzione stellare I primi cataloghi (Secchi 1863) - 300 stelle Basati su caratteristiche morfologiche dello spettro Colore bianco:-blu Righe molto intense (Sirio, Vega, Altair) Colore giallo: Moltissime righe, molto sottili (Sole, Capella, Polluce) Colore arancione: righe ancora più numerose e anche bande molecolari (Betelguese, Aldebaran, Mira) Colore rosso: Solo bande molecolari (Proxima Cen) F. Mazzucconi Evoluzione stellare Il ‘900 – L’evoluzione stellare Cataloghi degli spettri Nel 1890, usando i soldi della donazione della vedova Draper, fu pubblicato a cura di miss Fleming, una collaboratrice di Pickerig, un primo catalogo di spettri stellari classificati in 17 classi dalla A alla Q, in base all’intensità delle righe dell’H e del CaII (in effetti le ultime 4 classi contengono solo righe in emissione). Un’altra allieva (miss Maury) rilevò una caratteristica importante: stelle appartenenti alla stessa classe, presentavano righe di aspetto diverso, normali (a), dai contorni mal definiti (b) o righe particolmente nette e sottili (c). Nel 1901 miss Cannon rielaborò il sistema di classificazione, togliendo alcune classi superflue e operando delle inversioni: O, B, A, F, G, K, M, R, N, S 17/09/2016 Il '900 39 Catalogo Henry Draper Il ‘900 – L’evoluzione stellare Il primo catalogo, con 1.000 spettri, fu pubblicato nel 1909, nel 1925 uscì il decimo volume del catalogo Henry Draper con 300.000 spettri. Il lavoro era importante in quanto si capiva che l’aspetto dello spettro dipendeva soprattutto dalla temperatura e quindi la classificazione proposta era una classificazione secondo la temperatura decrescente. Questo ebbe importanti ripercussioni anche sulle idee di evoluzione stellare. F. Mazzucconi Evoluzione stellare Il ‘900 – L’evoluzione stellare Confronto di spettri Confrontiamo la stessa regione dello spettro per due stelle dalle caratteristiche diverse, Vega (blu e calda ~ 10.000°K) e il Sole (verde e più freddo ~ 6.000°K) F. Mazzucconi Evoluzione stellare Il ‘900 – L’evoluzione stellare La chimica e la fisica Queste osservazioni portano a definire le caratteristiche chimiche, ma anche fisiche, delle stelle, perché la presenza di certe righe ci indica: la temperatura della superficie stellare, la presenza di determinati elementi chimici, ma l’aspetto delle righe ci dice anche quali sono le condizioni di abbondanza degli elementi, nonché la presenza o meno e l’intensità di campi elettrici e magnetici. Gli spettri porteranno a definire differenze chimiche nette fra le stelle, definendo l’esistenza di popolazioni stellari di diversa composizione: Popolazione I (stelle ricche di metalli) Popolazione di disco (popolazione intermedia) Popolazione II (stelle povere di metalli) 17/09/2016 Evoluzione stellare 42 La temperatura superficiale delle stelle Il ‘900 – L’evoluzione stellare Gli studi di Plank sull’emissione della radiazione e la sua distribuzione in lunghezza d’onda, avranno come conseguenza immediata la legge di Wien lm T = 0,2897 cm °K e quindi la possibilità di definire la temperatura superficiale dal colore delle stelle e conoscendo la temperatura possiamo avere anche una stima del raggio delle stelle L = 4 p R2 SsT4 17/09/2016 Evoluzione stellare 43 Prime idee di evoluzione stellare Alla fine dell’800 si pensava, spinti da un’osservazione di Huggins di righe di emissione in nebulose planetarie (il che presupponeva gas caldo) che le stelle nascessero dalla contrazione di nebulose planetarie molto calde, massicce e grandi, per poi lentamente consumare la propria energia divenendo sempre più piccole e fredde. Quindi la classificazione degli spettri rappresentava la linea evolutiva delle stelle: esse nascevano come luminosissime stelle O-B, per poi passare attraverso le fasi intermedie (A, F, G) e finire come piccole stelle rosse (ultimi tipi spettrali) 17/09/2016 Il '900 44 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Diagramma H/R Quando furono disponibili un numero sufficiente di distanze stellari si cercò di mettere in correlazione la magnitudine assoluta delle stelle con il loro tipo spettrale (e quindi la loro temperatura) Prima Hertzsrung (1905) sotto forma di tabella e poi Russel (1913) sotto forma di grafico costruirono quello che poi venne chiamato il Diagramma H-R 17/09/2016 Il '900 45 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Stelle giganti Alcuni risultati erano in linea con quanto aspettato: in effetti la luminosità intrinseca diminuiva passando dai «primi tipi spettrali» agli ultimi, ma dal tipo F in poi apparivano stella la cui luminosità si manteneva ai livelli delle stelle di tipo A. Queste stelle vennero definite «giganti», infatti la luminosità di una stella dipende dalla temperatura e dal raggio, ma uguale tipo spettrale = stessa temperatura, quindi maggiore luminosità = raggio maggiore. L = 4 ps R2 T4 17/09/2016 Il '900 46 Il ‘900 – L’evoluzione stellare Stelle nane Russel coniò anche il termine stella «nane» per le stelle dal tipo G in giù di bassa luminosità e riuscì a dimostrare che le stelle giganti e nane dovevano avere una massa dello stesso ordine di grandezza, quindi che ci dovesse essere una grande diversità di densità 17/09/2016 Il '900 47 Il ‘900 – L’evoluzione stellare H/R di ammasso Era evidente che la struttura di una stella, e quindi la sua luminosità, temperatura e dimensioni sono determinate dalla massa, dall’età e dalla sua composizione chimica. Stromgren nel 1933 ebbe l’idea giusta, se prendiamo i diagrammi H/R di ammassi stellari, che sono formati da stelle con la stessa composizione chimica e della stessa età, potremo capire il rapporto fra massa e struttura delle stelle 17/09/2016 NGC 2254 Pleiadi H e C Per M3 Il '900 48 La natura del diagramma Il ‘900 – L’evoluzione stellare La scoperta del meccanismo di produzione dell’energia nelle stelle permise di calcolare la struttura di una stella in tempi diversi, per stelle di diversa massa, e di capire che il diagramma H/R non rappresenta un percorso evolutivo, ma piuttosto un diagramma di stato, in cui la densità dei punti in certe zone rappresenta il tempo in cui le stelle rimangono nei vari stati. 17/09/2016 Il '900 49 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Durata del Sole Abbiamo visto che la fusione dell’H avviene solo se la temperatura supera il milione di gradi, quindi può avvenire naturalmente solo nel nucleo del Sole Per questo il materiale a disposizione può durare solo per 10 109 y Ma perché la fusione dell’H non avviene tutta contemporaneamente? F. Mazzucconi Evoluzione stellare Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Le stelle sono troppo fredde… la temperatura necessaria affinché due atomi di idrogeno nel cuore delle stelle, urtandosi, riescano a superare la barriera Coulombiana è di circa 1010 °K >> Tc del Sole L’energia con cui si scontrano i nuclei nel centro del Sole è 1000 volte più bassa di quella necessaria a superare la barriera Coulombiana! E allora? 17/09/2016 51 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze 1928: George Gamow Effetto tunnel 17/09/2016 52 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Le reazioni sono molto rare Nel centro del Sole la probabilità che due protoni urtandosi superino la barriera è di 10-20, si possono scontrare due p su 100 miliardi di miliardi di protoni 1010 105 La lunga vita delle stelle non è altro che la manifestazione macroscopica della vita media dei nuclei 10 10-5 106 17/09/2016 107 108 °K Ricordiamo che solo questo avviene Tsolo nel nucleo, all’interno di un raggio pari ad circa il 25% Rʘ 53 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Fase post-sequenza Una volta che sia esaurito l’H nel nucleo, la stella, avendo perso la sua fonte di energia, ricomincia a contrarsi. Questa contrazione produce un aumento della pressione, e quindi della temperatura interna, Il nucleo, ormai costituito di He, non brucia facilmente Ma immediatamente all’esterno del nucleo comincia a bruciare l’H si ha un distacco fra le due zone 17/09/2016 54 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Fase di gigante rossa 17/09/2016 55 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze La fine di una stella come il Sole Se la massa è troppo piccola, non si raggiungerà mai la temperatura di bruciamento dell’He (>108 °K): L’esterno continua a espandersi e il nucleo a contrarsi 17/09/2016 56 Fase di nebulosa planetaria Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze La materia che costituiva l’involucro della stella, ancora H e He, si disperde a disposizione per la formazione di nuove stelle Non abbiamo guadagnato niente, siamo un’altra volta al punto di partenza! 17/09/2016 57 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Il problema del 5 e dell’8 Nella costruzione dei nuclei degli elementi avevamo a disposizione protoni e neutroni (peso atomico 1) e poi nuclei di He (o particelle a) (peso atomico 4), purtroppo si nota che: vi è un’evidente difficoltà nel creare elementi con peso atomico 5 e 8 e questo produce una specie di collo di bottiglia, oltre il quale non si riesce ad andare Perchè nessun protone avrà, neanche nel centro di una stella, l’energia sufficiente a superare la barriera coulunbiana di un nucleo, quindi tutto si ferma. 17/09/2016 58 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze La soluzione del problema (secondo Gamow) In principio Dio creò le radiazioni e la materia primordiale. La materia primordiale era informe e senza numero e i nuclei si muovevano all’impazzata sopra la faccia dell’abisso. E Dio disse:”Sia il numero di massa 2”. E il numero di massa 2 fu. E Dio vide il deuterio, ed era cosa buona. E Dio disse: ”Sia il numero di massa 3”. E il numero di massa 3 fu. E Dio vide il tritio, ed era cosa buona. E Dio continuò a chiamare numeri finché non arrivò agli elementi transuranici. Ma quando guardò la propria opera, scoprì che non era cosa buona. Nell’eccitazione del conteggio, aveva dimenticato di chiamare il numero di massa 5 e così, naturalmente, non si sarebbero potuti formare elementi più pesanti. 17/09/2016 59 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Dio rimase molto deluso, e in un primo momento voleva contrarre di nuovo l’universo e ricominciare tutto daccapo. Ma sarebbe stato davvero troppo semplice. Perciò, essendo onnipotente, Dio decise di correggere il proprio errore in un modo più complicato. E Dio disse:”Sia Fred Hoyle”. E Hoyle fu. E Dio guardò Hoyle e gli disse di creare gli elementi pesanti a suo piacimento. E Hoyle decise di creare gli elementi pesanti nelle stelle e di disperderli attraverso le esplosioni di supernovae. […] E così, con l’aiuto di Dio, Hoyle creò gli elementi pesanti in questo modo, ma fu talmente complicato che oggi né Hoyle né Dio né nessun altro riescono a capire esattamente come sia stato possibile. Amen” (G. Gamow) 17/09/2016 60 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Combustione dell’He Venne previsto un processo altamente improbabile, l’incontro contemporaneo di tre corpi Il processo 3 a L’incontro deve avvenire entro 2,6 10-6 sec 4He + 4He 8Be + 4He 17/09/2016 8Be 12C In un ambiente ricco di He, a pressione elevatissima e ad una temperatura superiore a 100.000.000 °K + g ( 7,367 MeV) 61 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Superato il collo di bottiglia! Momento decisivo nella storia della materia, dell’Universo e della vita “Il carbonio, infatti, è un elemento singolare: è il solo che sappia legarsi con se stesso in lunghe catene stabili senza grande spesa di energia, ed alla vita sulla terra occorrono appunto lunghe catene.” (Primo Levi, Il sistema periodico, 1975) 17/09/2016 62 Come si sono formati tutti gli altri elementi? Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Le fucine in cui sono stati forgiati sono le STELLE B2FH Alte temperature per tempi molto lunghi 17/09/2016 63 Fase di post-sequenza per stelle massicce Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Se la massa è tale da innescare la fusione dell’He, questo si trasformerà in C e alla fine si creerà una struttura a “cipolla” con nuclei concentrici di H, He, C, O ……… Fino a? 17/09/2016 64 a Erc - Ralsalgheti Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Questo è l’aspetto esteriore, Ma dentro….. 4 (1H) → 4He + energia 3 (4He) → 12C + energia 4He + 12C → 16O + energia 12C + 12C → 24Mg + energia 16O + 16O → 32S + energia 28Si + 7 (4He) → 54Ni + energia ………….. → Fe 17/09/2016 Evoluzione stellare 65 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze Quando si di arresta processo Stelle grandeil massa Fino a quando non si formerà un nucleo di Fe, a questo punto il processo si arresta, perché a partire dal Fe non esiste nessuna reazione in grado di fornire l’energia necessaria a sostenere la struttura della stella: 17/09/2016 66 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze la stella crolla ed esplode 17/09/2016 67 Supernovae di1054 tipo II Cina, anno 17/09/2016 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze 68 La stessa stella oggi 17/09/2016 Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze 69 Abbondanze relative Polvere di stelle Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze C, N sono prodotti in gran parte nelle stelle di massa intermedia O, Ne, Mg, Al, Si, S, Ar e Ca prodotti principalmente nel nucleo delle stelle massicce Elementi del picco del Fe nelle esplosioni di SN, assieme agli elementi Au, Ag e Pt e gli elementi più pesanti 17/09/2016 70 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo La spettroscopia permise di affrontare, con nuovi elementi un grande dibattito sulla natura delle nebulose, sulla struttura della Galassia e sulle dimensioni dell’Universo Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Le prime nebulose Nel 1612 Marius osserva la “nebulosa” di Andromeda e nel 1619 Cysat osserva la nebulosa di Orione Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Cataloghi di oggetti nebulari • 1771 Messier Catalogo di oltre 100 oggetti non stellari • 1864 Herschel General Catalogue GC (5079 oggetti) • 1888 Dreyer New General Catalogue NGC (7840) Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Nebulose a spirale Parson (Lord Rosse) nel 1845 osservo' la prima struttura a spirale in una nebulosa dei Cani da Caccia e successivamente ne scoprì altre. Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Le vere nebulose Il velo del Cigno Nel XIX sec. molte nebulose furono risolte in stelle, mentre altre si dimostrarono costituite da gas Si formarono due partiti e il dibattito divenne acceso Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Le ragioni degli uni • Osservazioni di asserite variazioni di luminosità e di forma • Osservazioni spettroscopiche di nebulose che davano spettri di gas • La loro distribuzione evita il piano galattico (non si conosceva l'estinzione dovuta al materiale interstellare) quindi devono essere associate alla Galassia. Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Le ragioni degli uni Nel 1885 fu osservata una "Nova" in M31 la cui luminosità raggiunse 1/10 di quella dell'intera nebulosa, questo rendeva impensabile che la nebulosa fosse un sistema come la Galassia formata da miliardi di stelle. Successivamente il confronto con la nova Persei galattica, osservata nel 1901, diede una distanza molto inferiore alla realta', il che fece concludere che M31 doveva appartenere alla Galassia 17/09/2016 Il '900 77 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo ….e quelle degli altritro La tesi dei sistemi estragalattici fu invece sostenuta da Curtis, che contro l'argomento più valido degli avversari, la distribuzione asimmetrica, portò sue osservazioni di bande scure di materiale assorbente nelle nebulose a spirale viste di taglio, il che portava ipotizzare che se tale materiale fosse presente anche nella Galassia, questo avrebbe portato all'inibizione di osservare oggetti extragalattici lungo il piano galattico. Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Lo scontro Lo scontro sfocio' nel 1920 in dibattito pubblico tenutosi a Washington alla National Academy of Sciences: la tesi dei sistemi galattici fu sostenuta da Shapley, valente astronomo, a cui si dovevano la teoria delle pulsazioni delle cefeidi e la misura della distanza degli ammassi globulari. 17/09/2016 Il '900 79 Le misure di Miss Leavitt 1909 - 1912 Misurando le variazioni di luminosità delle stelle di tipo Cefeide della Grande “Nebulosa” di Magellano, Miss Leavitt era stata in grado di rilevare un legame fra periodo di variazione e luminosità della stella Mv = -2,87 logP – 1,40 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo La distanza di Andromeda Dalla misura della distanza di una cefeide come campione, fatta proprio da Shapley, nel 1923 Hubble, usando il telescopio da 252 cm. di Mt. Wilson, fu in grado di identificare una cefeide in M31 e dalla relazione di Miss Leavitt e ne pote' dedurre la distanza : 106 a. l. Il ‘900 – Lo studio dell’Universo La struttura dell’Universo Siamo decisamente fuori dalla nostra Galassia, quindi l’universo risulta formato da tante galassie, isolate o in ammassi, ciascuna delle quali formate da miliardi di stelle Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Inizia lo studio dell’evoluzione Nel 1912 Slipher osservò lo spostamento verso il rosso delle righe di una galassia a spirale. Nel 1922 Friedmann ricavò dalla relatività generale che l’Universo doveva essere in espansione, in contrasto con quello statico di Einstein Altrettanto, ma indipendentemente Lemaitre sviluppò le equazioni di quello che poi fu con disprezzo chiamato Big Bang 17/09/2016 Il '900 83 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo La dinamica delle galassie Prescindendo dal Gruppo Locale, dove la dinamica è determinata dalle reciproche attrazioni, il moto delle galassie nel suo complesso è altrettanto interessante. Hubble nel 1929 fu in grado di misurare la distanza di molte galassie e notò che tutte presentavano un moto di allontanamento proporzionale alla distanza v=H0D: L’universo è in espansione? 17/09/2016 Il '900 84 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Ma un’espansione comporta… La radiazione a 3°K (in effetti 2,726°K) è una delle conferme della teoria del Big Bang: Questo pone il problema dell’origine, dell’evoluzione e della fine dell’universo. L’universo ha avuto origine da una tremenda esplosione circa 13,73 miliardi di anni fa e si sta espandendo Fino a dove? 17/09/2016 Il '900 85 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo La teoria del Big Bang Tutto l’universo si sia originato da un’unica enorme esplosione iniziale. La fisica non dispone dei mezzi, né teorici né tanto meno tecnici, per descrivere quello che avvenne nei primi 10-43 secondi dall’inizio del Big Bang, quindi non ha senso domandare cosa sia avvenuto prima di questo momento. D’altra parte, essendo tutto nato con il Big Bang, compreso lo spazio e il tempo, è ancora più improponibile la domanda di cosa ci fosse prima del Big Bang, risulta infatti impossibile ragionare in termini fisici, cioè di spazio e tempo, prima che questi si siano formati. 17/09/2016 86 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Un minuto dopo il Big Bang Negli anni settanta, quando comincia ad affermarsi la teoria del Big Bang, i calcoli dell’andamento della temperatura e della pressione dopo l’esplosione iniziale portano ad affermare che un minuto dopo l’esplosione, la T e P sono calate abbastanza da permettere la formazione di protoni e neutroni (questo è un punto delicato ancora molto discusso) con un’abbondanza che può essere calcolata. T = 1033 °K Ovviamente si avevano più protoni che neutroni, dato che questi ultimi sono molto instabili, con periodo di dimezzamento di 15 minuti 17/09/2016 87 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Primi problemi I protoni e i neutroni liberi sono meno stabili dei nuclei di elio e quindi sono portati a formare He4++, ma la formazione dell’elio richiede come passo intermedio la formazione di deuterio e, durante la nucleosintesi primordiale, la temperatura è più alta dell’energia nucleare del deuterio, quindi ogni nucleo di deuterio che si forma viene distrutto. la formazione dell’elio 4 è ritardata fino a quando la temperatura non scende sotto T=0,1 MeV, dopo di che si comincia a formare deuterio. Subito dopo, a tre minuti dal Big Bang, l’Universo diventa troppo freddo per far avvenire fusioni nucleari. A questo punto l’abbondanza degli elementi è fissata: 74% H, 25% He, 1% D, tracce di Li e Be eV= en.elettrone accelerato da d.d.p di 1Volt T = EV/k, con k cost. di Boltzmann 8,6 10-5 17/09/2016 88 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo 3 minuti dopo il Big Bang He H+ He++ D+ Altri 74% 25% 1% tracce H l’Universo primordiale era molto povero di specie chimiche 17/09/2016 89 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Dopo 3 minuti Per alcune centinaia di migliaia di anni, non successe più niente di interessante, tranne il fatto che l’Universo continuò a espandersi e raffreddarsi. Ma quando finalmente la temperatura raggiunse le poche migliaia di gradi gli elettroni (380.000 anni), che fino ad allora avevano vagato liberi, rallentando, consentirono ai nuclei di legarli a se e formare i primi atomi neutri, ovviamente di H e He. Da questo momento l’Universo divenne trasparente alla radiazione, mentre la materia comincio ad addensarsi sotto l’azione della gravità. 17/09/2016 90 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Era della materia Diametro: 100 milioni di anni luce Temperatura: 3000 °k Tempo: 379 000 anni Nell'era della materia, i fotoni rimasti si disaccopiarono dalla materia, formando la radiazione cosmica di fondo. Le asimmetrie nella distribuzione della materia cominciarono ad attrarre altra materia e cominciarono a formarsi stelle e galassie. L'era della materia perdura ancora da circa 13,7 miliardi di anni. 17/09/2016 Il '900 91 Si formano le galassie e le prime stelle Come saranno fatte le stelle di prima generazione ? (quelle che noi chiamiamo di Popolazione III e che ancora non sono state trovate) Dovrebbero essere formate unicamente di H e He Mentre si sono osservate stelle con molti meno elementi pesanti del Sole (Popolazione di disco), ma già più evolute (Popolazione II) 17/09/2016 92 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Elementi pesanti? Il primo dubbio che gli elementi più pesanti dell’He si siano formati nel centro delle stelle si ebbe negli anni ‘50 , quando furono osservate, nell’atmosfera di una stella, le righe del Tecnezio (numero atomico 43), l’elemento radioattivo prodotto artificialmente nel 1937 da Segrè. Questo elemento decade molto velocemente (la sua vita media è di soli 2,6 milioni di anni) e quindi quello osservato doveva essersi prodotto nella stella. 17/09/2016 93 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Il futuro? In effetti l’universo in espansione deve fare i conti con il contrasto dell’attrazione gravitazionale della massa che esso contiene. Ma la massa della materia osservabile è solo un decimo di quella necessaria per frenare l’espansione, quindi per questo l’espansione dovrebbe proseguire all’infinito, anche se rallentata 17/09/2016 Il '900 94 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Ma c’è qualcosa che non torna Confrontando un classico moto kepleriano (sistema planetario) e il moto della materia e delle stelle della Galassia, si nota immediatamente una differenza 17/09/2016 Il '900 95 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo La materia oscura Per giustificare un tale andamento occorre postulare l’esistenza all’interno e ma soprattutto all’esterno della Galassia di una grande quantità di materia invisibile e irrilevabile se non per i suoi effetti gravitazionali, e per questo chiamata: Materia oscura 17/09/2016 Il '900 96 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Il Gruppo Locale Questo spiega anche il fatto che le galassie tendono a riunirsi in gruppi che sembrano legati gravitazionalmente, come l’ammasso della Vergine, o come il nostro gruppo locale, che riunisce una trentina di galassie attorno alle due più massicce, Andromeda e la Via Lattea 17/09/2016 Il '900 97 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Energia oscura Anche a questo punto nasce un nuovo problema: molti indizi fra cui il più importante sono le supernove di tipo Ia, indicano che l’espansione dell’Universo sta accelerando. Einstein, per ragioni ideologiche (voleva un universo statico), aveva introdotto un termine che contrastasse l’azione della massa del rallentare l’espansione. 17/09/2016 Il '900 98 Il ‘900 – Lo studio dell’Universo Quando entra in gioco Ora si chiama in causa una forma di energia, di natura sconosciuta (da qui energia oscura) che ha cominciato a far sentire la sua presenza circa 5 - 6 miliardi di anni fa, quando la materia presente nell’universo (barionica e oscura) si è abbastanza diluita da perdere forza nel frenamento dell’espansione. 17/09/2016 Il '900 99 ‘900 - La nuova planetologia Parlando di strumentazione ho trascurato le sonde che, a partire dalle prime sonde lunari Luna e Pioneer del 1959, hanno percorso il sistema solare in lungo e largo. Inizialmente queste erano solo una nuova forma di «guerra fredda» per dimostrare la propria tecnologia, ma i risultati hanno rivoluzionato le nostre conoscenze del sistema solare, dando vigore allo studio della planetologia che ai miei tempi non si insegnava più neanche nei corsi di Astronomia 17/09/2016 Il '900 La sonda Cassini - Huygens 100 ‘900 - La nuova planetologia Le sonde Ho fatto un rapido conto, dovrebbero essere 153 le sonde lanciate nello spazio, che ci hanno portato un numero incredibile di nuovi e inaspettati risultati su tutti i corpi del sistema solare (manca Plutone verso cui sta viaggiando la sonda New Orizons, partita nel 2006 e che dovrebbe arrivare nel 2015, alla velocità di 58.536 km/h), compresi asteroidi e comete‘ Opportunity su Marte Il Sole visto da SOHO 17/09/2016 Il '900 101 ‘900 - La nuova planetologia I principali risultati Abbiamo così compreso la struttura, la natura e l’evoluzione della Luna. Le sonde ci hanno permesso di vedere la faccia nascosta (Luna 3 - 1959) E le missioni Apollo ci hanno portato campioni che ci hanno indicato la sua origine. 17/09/2016 Il '900 102 Marte Molte sonde sono andate verso e su Marte, dandoci informazioni notevoli sulla struttura del pianeta e sulla storia evolutiva del pianeta 17/09/2016 Il '900 103 Venere - Mercurio ‘900 - La nuova planetologia Ma numerose sono state anche le sonde inviate verso Venere, a partire dal Mariner 10 (1973) che, nel suo viaggio verso Mercurio, ha mostrato la prima immagine del pianeta. Ma non si è trattato di una passeggiata solo il Venera 9 riesce ad atterrare (1975) 17/09/2016 Il '900 104 I Voyager – 1977 ‘900 - La nuova planetologia Nel 1977 furono lanciate due sonde gemelle che ci portarono immagini e informazioni su Giove e Saturno e i loro sistemi satellitari 17/09/2016 Il '900 105 ‘900 - La nuova planetologia Urano - Nettuno Visto il successo della prima sonda il Voyager 2 fu dirottato verso Urano (1986), Con i suoi sottili anelli E poi verso Nettuno (1989) 17/09/2016 Il '900 106 ‘900 - La nuova planetologia Asteroidi Nel 1991 la sonda Galileo osserva il primo asteroide della fascia da vicino Gaspa e Ida Antecedentemente (1986) la sonda Giotto si è avvinata a 596 km dalla cometa di Halley 17/09/2016 Il '900 107 ‘900 - La nuova planetologia La fascia di Kuiper Con il 2000 comincia a delinearsi la consistenza della fascia di Kuiper, di cui noi conosciamo dal 1936 Plutone e il suo satellite Caronte, Attualmente ne conosciamo circa 800, di cui alcuni grandi come Plutone, ma non ci si dovrebbe meravigliare se si trovassero corpi delle dimensioni della Terra Per esempio Eris (2006) è più grande di Plutone (2.326 km) 17/09/2016 Il '900 108 ‘900 - La nuova planetologia I pianeti extrasolari Ma a partire dal 1995 Mayor e Queloz furono in grado di annunciare la scoperata del primo pianeta attorno ad una stella diversa dal Sole (51 Peg). Attualmente si conoscono 923 pianeti attorno ad altre stelle, ovviamente i metodi usati privilegiano la scoperta di pianeti giganti e vicini alla stella, ma attualmente siamo arrivati a pianeti simili alla Terra, rocciosi e in zona abitabile, per esempio Kepler-62 17/09/2016 Il '900 109 E adesso non manca altro che trovare la vita fuori della Terra Fine 17/09/2016 Il '900 110