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Estratto della pubblicazione
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Estratto della pubblicazione
Copyright © 2004 Esselibri S.p.A.
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È vietata la riproduzione anche parziale
e con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione
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l’editore è a disposizione degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle
opportune correzioni nel caso di errori e/o omissioni a seguito della
segnalazione degli interessati.
Prima edizione: Febbraio 2004
PK33
ISBN 88-244-8741-6
Ristampe
8 7 6 5
4
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1
2004
2005
2006
2007
Questo volume è stato stampato presso
Officina Grafica Iride
Via Prov.le Arzano-Casandrino, VII Traversa, 24 Arzano (NA)
Per informazioni, suggerimenti, proposte: [email protected]
A cura di:
Grazia Sammartino
Grafica e copertina: Gianfranco De Angelis
2
Estratto della pubblicazione
Presentazione
................................
Il testo si presenta come uno strumento efficace per la comprensione e il rapido apprendimento degli argomenti fondamentali della disciplina, attraverso un percorso chiaro ed essenziale che tiene comunque presenti le posizioni teoriche dei vari studiosi.
Il linguaggio semplice ma chiaro, coadiuvato da una serie di glosse
esplicative, facilita l’acquisizione dei termini tecnici della disciplina,
indispensabili per affrontare un colloquio o una prova scritta di Sociologia.
Il testo è articolato in capitoli, arricchiti con schemi, rubriche di approfondimento e conclusi da una serie di test di verifica con soluzioni e brevi commenti, che consentono di valutare il livello di preparazione acquisito.
3
Estratto della pubblicazione
1. Introduzione alla sociologia
................................
Come ogni scienza anche la sociologia è nata dal bisogno dell’uomo di fornire delle risposte razionali ad alcuni aspetti problematici della vita umana. Gli uomini sin dalle origini hanno sentito il bisogno di aggregarsi ad altri e si sono posti domande sulla natura dei
loro rapporti sociali. Sarebbe, perciò, riduttivo analizzare le azioni e i
comportamenti umani solo dal punto di vista biologico e psicologico
trascendendo la dimensione sociale: l’uomo è tale anche perché vive
in una società.
La riflessione sulla società, dunque, è Società: aggregazione di
iniziata in stretta connessione ai problemi individui diversi, accomue alle situazioni che via via gli uomini si nati da modelli culturali
sono trovati ad affrontare vivendo con i omogenei trasmessi di generazione in generazione e
propri simili. Infatti, già prima che la so- soggetti a innovazioni.
ciologia si affermasse come scienza auto- Teoria: insieme sistematinoma e distaccata dalla filosofia molti co e consolidato di conopensatori avevano cercato di interpretare i scenze.
fenomeni e i processi sociali, pur restando Ricerca empirica: analisi
fondata su una concezione
nel campo della pura speculazione filoso- che individua nell’espefica e senza condurre indagini di tipo rienza il punto di partenza
scientifico. Basti pensare ad opere come o il criterio di validità di
ogni conoscenza.
La repubblica di Platone, gli scritti politici
di Aristotele, il De re publica di Cicerone, il Principe di Machiavelli, il De monarchia di Dante ecc.
La sociologia, invece, intesa come scienza che ha per oggetto di
studio la società e il comportamento sociale degli individui nasce nel
XIX secolo e si avvale di un metodo scientifico, che integra teoria e
ricerca empirica dei processi sociali, procedendo per ipotesi e verifiche.
La ricerca su un determinato fenomeno viene effettuata raccogliendo sistematicamente prove vagliate dall’esperienza, in grado di ricon5
Estratto della pubblicazione
1. Introduzione alla sociologia
1) La sociologia come scienza
fermare o meno lo schema teorico da cui è partita l’ipotesi, tali prove
potranno in seguito essere accertate anche da altri studiosi dando sempre i medesimi risultati.
La sociologia indaga, quindi, l’origine dei processi di aggregazione,
strutturazione, cambiamento e conflitto dei vari raggruppamenti
umani e dei loro rapporti, per fornire un’interpretazione critica della
realtà sociale.
A tale scopo il sociologo cerca di ordinare gli eventi osservati in
modelli comprensibili a tutti e di analizzare perché un dato fenomeno
si verifica e quali ne sono gli effetti, per prevedere eventualmente cosa
potrà accadere nelle stesse condizioni.
Si può dunque affermare che la sociologia è:
— una scienza empirica, poiché la totalità delle sue conoscenze
proviene in origine da osservazioni effettuate sulla realtà concreta;
— una disciplina teorica, in quanto è costituita da un insieme di
proposizioni generali logicamente e ordinatamente connesse, che
estende e integra le conclusioni parziali a cui si perviene a seguito della ricerca empirica;
— una disciplina aperta, vale a dire non dogmatica, perché non
appare chiusa all’interno di dogmi o affermazioni chiusi, ma al
contrario si presenta come una disciplina a-dogmatica.
Per approfondire
Invito alla sociologia
1. Introduzione alla sociologia
«Il sociologo è una persona che ha un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Suo habitat naturale è ogni luogo ove gli uomini
si incontrano. Il sociologo può avere interesse per molte altre cose, ma il suo interesse dominante è per il mondo degli uomini, per le loro istituzioni, la loro
storia, le loro passioni. […]
L’oggetto principale della sua attenzione non è il significato ultimo dell’agire
umano, ma l’azione in se stessa in quanto costituisce un esempio della molteplicità del comportamento umano.
6
(P. L. Berger, Invito alla sociologia, Marsilio, Padova, 1967)
7
1. Introduzione alla sociologia
A volte anche il sociologo penetra in mondi che gli erano del tutto sconosciuti:
il mondo del crimine, il mondo di una strana setta religiosa. Ma di solito il sociologo si muove in campi d’esperienza che sono familiari a lui e a quasi tutti
quelli che appartengono alla sua società: le sue ricerche riguardano comunità,
istituzioni e attività di cui i giornali parlano continuamente. Eppure anche in
queste ricerche c’è l’emozione della scoperta: non, stavolta, l’emozione di scoprire cose totalmente nuove, ma di scoprire che le cose note hanno un diverso
significato. L’interesse della sociologia nasce dal fatto che la sua prospettiva ci
consente di vedere sotto una nuova luce il mondo dove abbiamo sempre vissuto. Anche questo determina un mutamento di coscienza. E dal punto di vista
esistenziale tale mutamento è più importante di quanto non sia in altre discipline intellettuali, perché è più difficile segregarlo in un particolare settore della
propria mente.
L’astronomo non vive nelle galassie remote, e il fisico nucleare quando non è in
laboratorio può mangiare, ridere, sposarsi e votare senza pensare ai segreti dell’atomo; il geologo studia le rocce solo quando lavora e il glottologo con la moglie parla la sua lingua. Il sociologo invece vive nella società quando lavora e
quando non lavora. La sua vita stessa è inevitabilmente parte della sua materia
di studio.
Il sociologo opera nel mondo comune degli uomini, a contatto di quella che
molti di loro chiamerebbero la realtà. Le categorie che egli adopera nella sua
analisi non sono che perfezionamenti delle categorie che regolano la vita di
tutti: potere, classe, status, razza, appartenenza etnica. Perciò certe indagini sociologiche hanno un apparente carattere di banalità. Uno le legge, riconosce situazioni note, pensa che sono tutte cose che sapeva già e si meraviglia che ci
sia gente che sta a perdere tempo su ovvietà simili — finché si imbatte improvvisamente in un’osservazione che sovverte completamente la sua precedente
visione di questi fatti noti. È a questo punto che si comincia ad intuire l’interesse della sociologia. […]
Possiamo dire che il primo ammaestramento della sociologia è questo: le cose
non sono quelle che appaiono. Anche questa sembra un’affermazione elementare, ma non lo è poi tanto. La realtà sociale si rivela costituita da molti
strati di significato. La scoperta di ogni nuovo strato modifica la percezione
dell’insieme».
2) Micro e macrosociologia
Lo studio dei fenomeni sociali può essere affrontato da due diversi punti di vista:
— quello microsociologico, quando si sta analizzando una piccola
frazione della società o microcosmo. L’approccio microsociologico è particolarmente adatto allo studio di tutti quei fenomeni sociali che si trovano al confine con la psicologia e privilegiano gli
aspetti sociologici della personalità;
— quello macrosociologico, quando si studia l’intera società (macrocosmo) e le sue principali strutture e istituzioni. L’approccio
macrosociologico è più adatto allo studio dei rapporti fra le principali strutture della società (classi, strati, famiglie ecc.) e dei processi che provocano delle modifiche all’interno di esse.
Ad esempio, se si vuole studiare l’influenza di un programma televisivo su un gruppo di adolescenti di una determinata scuola superiore della città si adotterà un approccio microsociologico, mentre se
si intende analizzare l’influenza del media “televisione” sulla mentalità delle giovani generazioni delle società occidentali si ricorrerà a un
approccio macrosociologico.
Per approfondire
Microcosmo e macrocosmo
1. Introduzione alla sociologia
«Nella nostra esperienza di società noi abitiamo contemporaneamente in
mondi diversi: prima di tutto noi abitiamo fondamentalmente e con continuità nel microcosmo della nostra immediata esperienza con gli altri, fatta
di rapporti personali. Oltre a ciò, noi abitiamo in modo più o meno significativo e continuativo in un macrocosmo consistente di strutture molto più vaste e che ci coinvolge in relazioni con altri quasi tutte astratte, anonime e
remote. Entrambi questi mondi sono essenziali per la nostra esperienza di
società [...], in quanto ogni mondo dipende dall’altro per ciò che significa per
noi. Il microcosmo, con tutto ciò che accade in esso, ha un senso per noi so8
Estratto della pubblicazione
lamente se viene compreso nel macrocosmo che lo avvolge; viceversa, il macrocosmo ha una scarsa realtà per noi a meno che non sia ripetutamente
rappresentato negli incontri personali del microcosmo. [...] Nella nostra esperienza, quindi, il microcosmo e il macrocosmo si compenetrano a vicenda
senza soluzione di continuità».
(P. L. Berger-B. Berger, La dimensione sociale della vita quotidiana,
il Mulino, Bologna, 1977)
La realtà sociale è un oggetto di studio mutevole e dinamico
che, per la sua estrema complessità, va analizzato e interpretato anche con l’aiuto di altre discipline che si occupano dell’uomo e delle sue interazioni con gli altri, in base a una prospettiva aperta e
interdisciplinare.
La sociologia, in quanto scienza che studia il comportamento sociale dell’uomo, fa parte delle scienze sociali: un gruppo di discipline diverse aventi tutte come oggetto di studio il comportamento
umano e che finiscono, perciò, per presentare numerosi punti di
contatto. In queste scienze sono, dunque, parzialmente sovrapponibili i contenuti, alcuni metodi di ricerca, quali l’osservazione, la sperimentazione, le interviste, i questionari ecc., e gli strumenti d’indagine e di misurazione dei dati, come i diagrammi e gli istogrammi, le
telecamere, i registratori ecc.
La sociologia, quindi, come scienza sociale può essere definita
una disciplina di sintesi in quanto nell’analisi del comportamento umano e della realtà sociale non può ignorare i vari contesti di
tipo antropologico, psicologico, storico, economico e politico. Le
discipline delle scienze sociali più vicine alla sociologia sono l’antropologia culturale e la psicologia, mentre quelle che più difficilmente possono essere confuse con la sociologia sono la storia e
l’economia.
Antropologia culturale. È la scienza che studia i comportamenti e le
abitudini dei vari popoli. Campo di interesse maggiore dell’antropo9
Estratto della pubblicazione
1. Introduzione alla sociologia
3) La sociologia e le altre scienze
1. Introduzione alla sociologia
logia è il modo in cui le culture umane variano da società a società
attraverso uno studio esteso a tutti i periodi storici e a tutti i luoghi
geografici. In pratica l’antropologia si occupa di come i differenti popoli della terra si organizzano socialmente, cioè delle strutture parentali, della famiglia, del modo di produrre economicamente e artisticamente, del governo, dei riti, della religione ecc.
L’antropologia culturale assume, quindi, come proprio oggetto di
studio l’uomo in quanto animale capace di elaborare cultura, ossia
come specie biologica capace di sviluppaCultura: l’insieme di conore prodotti culturali.
scenze, arti, valori, leggi, coL’antropologia, perciò, si occupa di
stumi e ogni altra capacità
acquisita dall’uomo come
temi molto vicini alla sociologia, non esimembro sociale di un deterstono infatti confini netti tra sociale e
minato gruppo umano.
culturale, ma solo sfumature piuttosto
vaghe. La cultura infatti può essere intesa in senso stretto e comprendere il sistema di simboli condiviso da un determinato popolo, in questo caso l’oggetto dell’antropologia si distingue in modo
specifico dalla sociologia. Tuttavia se la cultura assume un significato più ampio e questo include non solo i valori condivisi ma anche tutte le istituzioni di un determinato gruppo, allora il campo
d’azione dell’antropologia finisce per confondersi con quello della
sociologia.
La differenza principale tra le due discipline consiste nel fatto
che l’antropologia assume come fondamentale oggetto di studio
l’uomo in quanto animale culturale e le società primitive; mentre la
sociologia privilegia lo studio della società in generale e delle società
esistite ed esistenti sotto vari punti di vista. L’antropologo tende a
fornire un quadro dei popoli della terra, il sociologo, invece, è più
orientato alla ricerca di leggi generali che facilitino la comprensione
della realtà sociale.
Psicologia. Studia i processi mentali (emozione, percezione, intelligenza, apprendimento ecc.) e il modo in cui tali processi influenzano le esperienze soggettive e i comportamenti esteriori. Alcuni campi di studio della psicologia sono profondamente collegati alla biolo10
Estratto della pubblicazione
Storia. Sociologia e ricerca storica sono in stretta collaborazione,
ognuna infatti può offrire all’altra dei validi contributi. La ricerca storica mira ad accumulare dati e informazioni, attraverso l’esame delle
11
1. Introduzione alla sociologia
gia e alla fisiologia, come la percezione, l’apprendimento ecc. Altri,
come l’emozione, la cognizione, la motivazione ecc., sono fortemente connessi con la partecipazione dell’individuo alla vita sociale e in
queste ricerche il legame tra psicologia e sociologia è molto stretto,
l’una ha bisogno dell’altra. Il sociologo, infatti, per analizzare determinati fenomeni sociali, come ad esempio l’uso di droga da parte
degli adolescenti, deve necessariamente approfondire anche le motivazioni psicologiche individuali. Allo stesso tempo uno psicologo
non può fare a meno di riferirsi nelle sue indagini al contesto socioculturale dei soggetti osservati.
Uno dei campi di interesse della psicologia strettamente connesso alla sociologia è quello della psicologia sociale, che studia
i processi psicologici inerenti le relazioni tra gli individui e i gruppi cui essi appartengono. Secondo questa impostazione, l’essere
umano può essere compreso solo nelle sue relazioni con gli altri,
perché in tutti gli atti della sua vita è possibile ritrovare l’influenza
della società. Si tratta di indagare su quanto di universale esiste,
all’interno di un medesimo contesto socio-culturale, nei processi
mentali attivati dagli individui in risposta agli stimoli dell’ambiente
sociale.
La psicologia sociale, benché dotata di un campo di ricerca autonomo, integra quindi psicologia e sociologia, analizzando i comportamenti delle persone direttamente nell’ambiente sociale. La prospettiva psicologica e quella sociologica finiscono per confondersi nella
pratica effettiva della ricerca psico-sociale. Come accade spesso in
studi sull’opinione pubblica, sui comportamenti della folla nei tumulti, sui movimenti di massa, dove è quasi impossibile distinguere il lavoro dello psicologo sociale da quello dello sociologo. I principali
settori di ricerca psicosociale sono: il sé; l’attrazione interpersonale;
atteggiamenti, stereotipi e pregiudizi; l’altruismo; l’aggressività; i
gruppi; la comunicazione tra gli individui.
1. Introduzione alla sociologia
fonti e la ricostruzione documentata, per giungere alla comprensione
di determinati eventi. L’analisi sociologica offre alla ricerca storica
dei modelli per interpretare in modo critico i mutamenti attraverso il
tempo di forme istituzionali, come la proprietà terriera, la famiglia,
lo Stato ecc., o le trasformazioni dei rapporti sociali.
La storia, invece, è di aiuto alla sociologia nella comprensione
del presente e di quei fenomeni che causano trasformazioni nel tessuto sociale non tanto per i loro effetti immediati, quanto per la loro
accumulazione nel corso del tempo (fenomeni di lunga durata).
Molte delle analisi sociologiche classiche, ad esempio quelle di Max
Weber, sono state dedicate a problemi storici per spiegare il presente, come la genesi del capitalismo in Occidente, l’affermarsi dei grandi apparati burocratici e del potere legale.
Il sociologo, quindi, che non vuole fornire una visione parziale
della società, nell’analisi di qualsiasi fenomeno dovrà sempre partire
da una ricerca sulle radici storiche del fenomeno stesso.
Economia. È la disciplina che studia il comportamento dell’uomo
nel contesto socio-economico: suo principale oggetto di analisi è il
modo in cui gli uomini producono beni e servizi per soddisfare i
propri bisogni, utilizzando le risorse disponibili, e come questi beni
vengono distribuiti. L’economia ha fini prevalentemente pratici, infatti aiuta a prendere decisioni sulla produzione, la distribuzione e
il consumo di beni e servizi, offrendo gli elementi per valutare le
conseguenze dell’impiego delle risorse in un settore piuttosto che
in un altro.
L’economia, quindi, in quanto aspetto della società entra in connessione con la sociologia, che quando si occupa della dimensione
sociale e del contesto istituzionale dell’azione economica prende il
nome di sociologia economica.
La differenza fra le due discipline riguarda soprattutto l’approccio
alla realtà sociale, mentre quello della sociologia tende ad estendersi
a largo raggio per elaborare dei modelli generali, quello dell’economia è più circoscritto, questa disciplina, inoltre, ha elaborato un apparato più formale di principi e di leggi.
12
Estratto della pubblicazione
Discipline dell’area delle scienze sociali
• SOCIOLOGIA
• ANTROPOLOGIA CULTURALE
• Studia la società e il comportamento sociale.
• Studia le abitudini, le credenze, le norme e i valori
• STORIA
il corso oggettivo degli eventi umani attra• Studia
verso il tempo.
• PSICOLOGIA
i processi mentali (emozione, percezione,
• Studia
intelligenza, apprendimento ecc.) e il modo in cui
che caratterizzano i vari popoli.
tali processi influenzano le esperienze soggettive e
i comportamenti esteriori.
il comportamento degli individui nel corso
• Studia
delle loro interazioni quotidiane con gli altri.
• ECONOMIA
il modo in cui gli uomini producono beni e
• Studia
servizi per soddisfare i propri bisogni.
1. Introduzione alla sociologia
• PSICOLOGIA SOCIALE
13
Estratto della pubblicazione
Test di verifica
1. La sociologia nasce come scienza autonoma, distaccata dalla filosofia, nel:
❏
❏
❏
❏
❏
a)
b)
c)
d)
e)
Nel
Nel
Nel
Nel
Nel
XIX secolo.
XX secolo.
XVIII secolo.
XVII secolo.
XVI secolo.
2. Qual è l’oggetto di studio della sociologia?
❏ a) Il sistema di simboli condiviso da un determinato popolo.
❏ b) La società e il comportamento sociale degli individui.
❏ c) Produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi.
❏ d) I processi mentali.
❏ e) Il comportamento e le abitudini dei vari popoli.
1. Introduzione alla sociologia
3. La microsociologia si occupa:
❏ a) Di fenomeni sociali che confinano con la psicologia.
❏ b) Di fenomeni sociali che si trovano al confine con la scienza politica.
❏ c) Di fenomeni sociali che confinano con l’antropologia culturale.
❏ d) Di fenomeni sociali che si trovano al confine con l’economia.
❏ e) Delle principali strutture e istituzioni della società.
4. Perché la sociologia si differenzia delle altre scienze sociali?
❏ a) Si occupa di aspetti settoriali della società.
❏ b) Si occupa dell’intera società.
❏ c) Si occupa della cultura dei vari popoli.
❏ d) Si occupa delle norme giuridiche che disciplinano i rapporti sociali.
❏ e) Si occupa solo di alcuni aspetti dell’organizzazione sociale.
14
5. La psicologia e la sociologia si avvicinano molto nel campo particolare della:
❏ a) Psicologia dei popoli.
❏ b) Psicologia transculturale.
❏ c) Psicologia sociale.
❏ d) Psicologia differenziale.
❏ e) Psicologia dell’educazione.
1. Risposta esatta: a). L’affermazione della sociologia come scienza
autonoma dalla filosofia avviene solo nel secolo XIX.
2. Risposta esatta: b). L’oggetto di studio della sociologia è la società umana e il comportamento sociale degli individui, allo scopo
di fornire un’interpretazione critica della realtà sociale.
3. Risposta esatta: a). L’approccio microsociologico è adatto soprattutto allo studio di quei fenomeni sociali che si trovano al confine con la psicologia. La microsociologia studia il comportamento
sociale all’interno di uno spazio ridotto e concentra l’attenzione
sui piccoli gruppi.
4. Risposta esatta: b). La sociologia si occupa dell’intera organizzazione sociale della società e non di aspetti settoriali come le altre
scienze sociali.
5. Risposta esatta: c). La psicologia sociale è una disciplina in parte
derivata dalla psicologia, in parte dalla sociologia. Si occupa dei
modi in cui la personalità e il comportamento sono influenzati
dall’esperienza sociale quotidiana che ciascun individuo vive ponendosi in rapporto con i propri simili e con i diversi gruppi
umani.
15
1. Introduzione alla sociologia
Soluzioni e commenti
2. Il pensiero sociologico
................................
1) Le origini della sociologia
2. Il pensiero sociologico
L’affermazione della sociologia come scienza autonoma dalla filosofia avviene solo nel secolo XIX. La nascita e lo sviluppo del pensiero sociologico in questo periodo non è affatto casuale; questo
processo evolutivo viene infatti propiziato e favorito da un fattore
determinante: la rivoluzione industriale.
La rivoluzione industriale rappresenta una vera e propria rottura con
il passato: da una società statica, in cui le trasformazioni sociali sono intese come precostituite e giustificabili in base alla tradizione, si passa a
una società dinamica, caratterizzata da trasformazioni del tessuto sociale
rapide e traumatiche e da un intenso sviluppo economico; da una società organizzata su un’economia agricolo-artigianale, come quella feudale, si passa a una società moderna impostata sul sistema di fabbrica
che sconvolge i metodi di produzione. Questa nuova società, definita
capitalistica, ha come immediate conseguenze: l’espansione dei mercati,
lo sviluppo delle città e l’abbandono delle campagne, la trasformazione
del lavoratore in operaio, la nascita del proletariato urbano.
La società non è più un dato certo ma diventa un problema vero
e proprio, nascono così le prime teorie sulle sue origini e sui suoi
possibili sviluppi. La sociologia nasce, perciò, sia dall’esigenza di
comprendere una realtà sociale sempre più complessa, sia dalla speranza che tale comprensione possa poi trasformarsi in una conoscenza atta a garantire il controllo sugli eventi sociali. Contemporaneamente lo sviluppo impetuoso delle scienze naturali proprio in
questo periodo alimenta la speranza di poter trasferire il metodo delle scienze naturali alla realtà sociale ottenendo gli stessi successi.
2) I sociologi classici
Molti sono stati i liberi pensatori che hanno contribuito allo sviluppo del pensiero sociologico, vi sono tuttavia tra questi alcuni au16
tori riconosciuti come classici, in quanto figure centrali della storia
del pensiero sociologico e dello sviluppo della sociologia moderna.
Questi sono: Auguste Comte, Alexis de Tocqueville, Herbert Spencer,
Karl Marx, Emile Durkheim, Max Weber.
Il loro pensiero si sviluppa e si diffonde in un arco di tempo
che comprende tutto il XIX secolo e l’inizio del XX, cioè tutto il periodo durante il quale si afferma la sociologia. La loro provenienza
da paesi come Francia, Inghilterra e Germania, testimonia come la
sociologia fiorisce proprio nei centri nazionali più industrializzati.
L’importanza di questi grandi pensatori non sta soltanto nell’avere
esercitato una profonda influenza personale sul modo di concepire
la sociologia come disciplina scientifica, ma anche nell’aver dato vita a ulteriori sviluppi, da cui hanno preso spunto le principali correnti teoriche sociologiche contemporanee.
1798 - Nasce a Montpellier, in Francia, da una famiglia cattolica e monarchica, ma sin da giovanissimo dimostra insofferenza per le idee politiche e religiose del padre e aderisce alla causa repubblicana.
1832 - Nasce a Neckarau, in Germania, prima di dedicarsi alla psicologia
mostra particolare interesse soprattutto per la fisiologia che studia a Tubinga, poi a Heidelberg e infine a Berlino.
1814 - Entra alla Scuola Politecnica e si laurea nel 1816.
1817-24 - Lavora come segretario privato di Saint-Simon, ma più che un
segretario è un collaboratore intellettuale, partecipando non solo all’elaborazione delle teorie del suo maestro ma anche alla stesura dei testi.
1830-42 - Pubblica il Corso di filosofia positiva in sei volumi.
1848 - Fonda la Société positiviste, dedicata alla diffusione del “culto dell’umanità”
1849-51 - Pubblica: Calendario positivista (1849); Sistema di politica
positiva (1851); Catechismo positivista (1852).
1857 - Muore a Parigi.
17
Estratto della pubblicazione
2. Il pensiero sociologico
3) Auguste Comte
2. Il pensiero sociologico
Il filosofo positivista francese Auguste Comte è il padre riconosciuto della sociologia, con lui nasce il termine “sociologia” e si fa
avanti l’idea che il complesso delle relaPositivismo: movimento di
zioni umane sia regolato da leggi scientifipensiero, nato in Francia
camente determinabili.
nella seconda metà dell’Ottocento e successivamente
Il suo pensiero parte dalla convinzione
diffusosi nel resto dell’Euroche i fatti sociali possono essere considepa, tendente ad esaltare i
rati come semplici oggetti e che è possibifatti contro le idee, le scienze sperimentali contro quelle
le cogliere delle leggi naturali invariabili
teoriche.
dei progressi umani. Conoscere queste
leggi consente di effettuare previsioni sugli stadi futuri della società,
così come avviene nelle altre scienze. La differenza tra la sociologia
comtiana e quella contemporanea sta proprio nell’esigenza dell’autore di fornire non solo un’analisi della società moderna, ma anche
una teoria dell’evoluzione umana dal punto di vista intellettuale e
sociale.
Al metodo delle scienze sono dedicate le prime quarantacinque
lezioni della sua opera principale Corso di filosofia positiva, in cui
Comte intende fornire sia una storia sia un’enciclopedia delle scienze. Per l’autore, tutte le scienze, pur avendo differenti oggetti di studio, si sviluppano secondo la legge dei tre stadi: teologico, metafisico
e positivo.
Nello stadio teologico o fittizio la realtà è interpretata come
manifestazione di un essere sovrannaturale immaginato a somiglianza dell’uomo che trascende il mondo dei fenomeni e lo domina.
Nello stadio metafisico o astratto le cause dei fenomeni sono
rivenute in entità metafisiche eterne, principi astratti che si crede
diano ordine e significato alla realtà. Per Comte la cultura metafisica ha avuto un esito negativo, caratterizzato dalla critica distruttiva
alle istituzioni tradizionali: momento fondamentale di questo processo è stato il Protestantesimo per culminare poi nella Rivoluzione
francese.
Infine, nello stadio positivo o scientifico la realtà viene spiegata attenendosi alla rilevazione empirica e alle leggi scientifiche che si
possono trarre dall’esperienza. Ogni scienza prima o poi giunge allo
18
Estratto della pubblicazione
stadio positivo, ma quanto più i fenomeni che studia sono complessi, tanto più tardi tale scienza raggiungerà il suo stadio positivo.
Comte, quindi, a completamento della legge dei tre stadi crea
una classificazione delle scienze disponendole in ordine di universalità decrescente cui corrisponde una crescente complessità. La gerarchia prevede sei scienze fondamentali: matematica, astronomia, fisica, chimica, biologia e infine sociologia (o “fisica sociale”). La società, essendo la realtà più complessa, potrà essere compresa solo nell’ultima fase delle potenzialità conoscitive dell’uomo.
La società umana per Comte è un organismo, una totalità, sia per
quel che riguarda i vari elementi della società esaminata che costituiscono un unico organismo, sia per quel che riguarda l’evoluzione delle società umane che costituisce lo sviluppo organico di
un’unica storia.
La sociologia o fisica sociale, al pari di quanto avviene in fisica,
si articola in:
— statica sociale, che si occupa delle connessioni tra idee, costumi
e istituzioni e riguarda principalmente ciò che mantiene salda e
stabile la società;
— dinamica sociale, che costituisce una vera e propria filosofia
della storia, perché descrive il progresso storico delle varie società umane, ponendo l’attenzione sulle leggi invariabili dell’evoluzione che regolano i mutamenti all’interno di esse.
— l’osservazione distaccata e naturalistica, necessaria a liberare la
ricerca scientifica dalle visioni ideologiche e a sottoporre alla verifica empirica i fenomeni sociali;
— l’esperimento propriamente detto;
— la comparazione.
Tra questi il più importante è per Comte la comparazione che si
basa su tre varianti: confronto tra uomo e animali, confronto tra di19
2. Il pensiero sociologico
Lo studio della società va affrontato avvalendosi di metodi positivi quali:
verse civiltà nello spazio, confronto tra diverse civiltà nel tempo.
Quest’ultimo è il metodo proprio della sociologia, che Comte chiama
metodo storico. L’applicazione del metodo comparativo alla dinamica sociale dimostra anche la validità della legge dei tre stadi. Infatti, nel succedersi delle società umane allo stadio teologico corrisponde una società teocratica, feudale e militare; allo stadio metafisico un
ordine sociale scaturito dalla rivoluzione; allo stadio positivo corrisponde l’ordine sociale industriale. La sociologia quindi può aiutare
in maniera decisiva la società moderna a muovere i passi finali verso
il completamento dello stadio positivo che porterà all’umanità il benessere e il progresso.
4) Alexis de Tocqueville
2. Il pensiero sociologico
1805 - Alexis deTocqueville nasce a Parigi, da una famiglia appartenente
alla piccola nobiltà.
1826 - Si laurea in Giurisprudenza.
1827 - Viene nominato giudice uditore al tribunale di Versailles.
1831-32 - Viene mandato in America dalla sua famiglia insieme all’amico
Gustave de Beaumont per sfuggire ai tumulti dei moti rivoluzionari del 1830.
1835 - Esce la prima parte di La democrazia in America, che ottiene un
successo immediato e nel giro di un anno viene ristampata 5 volte.
1836 - Viene eletto alla Camera dei deputati e per dodici anni si dedica
all’attività politica.
1840 - Esce la seconda parte dell’opera.
1849 - Diventa ministro degli Affari esteri. Nello stesso anno Luigi Napoleone con un colpo di Stato scioglie il governo. Tocqueville resta in politica
da semplice parlamentare, rinunciando alla carica di ministro.
1851 - Luigi Napoleone scioglie gli organismi parlamentari con un altro
colpo di Stato e fa arrestare vari deputati tra cui Tocqueville, che però viene quasi subito rilasciato
1856 - Pubblica il primo volume dell’opera L’antico regime e la rivoluzione.
1859 - Muore a Cannes.
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Estratto della pubblicazione
Allo studioso francese Alexis de Tocqueville si deve la prima ricerca empirica in ambito sociologico, egli viene infatti incaricato dal
governo del suo paese di recarsi, come membro di una commissione, negli Stati Uniti per studiarne la costituzione e la legislazione penale. Dall’analisi del processo sociale di democratizzazione in America nasce l’opera, La democrazia in America, che può essere considerata una delle prime ricerche di sociologia politica. Si tratta di
un’opera che va ben oltre un’analisi specifica della situazione americana e che costituisce un’acuta indagine delle tendenze e dei caratteri della società democratica moderna.
Infatti, recandosi in America nel 1831, Tocqueville ci vede l’immagine della democrazia quale si sta formando anche in Europa.
Tuttavia insieme agli aspetti positivi della democrazia, nota anche,
già operanti, i difetti dell’eguaglianza e della sovranità popolare.
L’unica alternativa possibile alla centralizzazione del potere consiste nell’unire a un forte potere centrale un’ampia autonomia amministrativa locale e dare vita a una serie di associazioni civili e politiche che facciano da tramite tra il cittadino e lo Stato. Solo in questo
modo potrà realizzarsi un’effettiva partecipazione del cittadino alla
vita pubblica e una reale libertà.
Oltre alla polemica contro il centrali- Società di massa: sistema
smo, Tocqueville ha messo a nudo altri in cui la grande maggioranza
aspetti problematici della democrazia e della popolazione può accedella società di massa tuttora molto at- dere alle risorse economiche, politiche e culturali.
tuali: il conformismo, secondo cui chi
non si identifica con la maggioranza è punito con l’isolamento, è rifiutato dalla società e confinato nella sua solitudine; l’individualismo, ovvero la tendenza a isolarsi dal contesto sociale e a trovare
un senso alla propria vita e una compensazione alle carenze della
vita sociale in se stessi, o nella famiglia o nel gruppo di amici.
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2. Il pensiero sociologico
Il dominio della maggioranza, che caratterizza la democrazia, è per
Tocqueville un potere molto più forte del dispotismo e della tirannide abbattuti con la rivoluzione francese. Il dispotismo della “maggioranza” nasce dalla concentrazione del potere statale in unico centro.
La modernità dell’indagine di Tocqueville sta proprio nell’avere
posto l’attenzione su uno dei problemi più attuali del mondo occidentale: la possibilità di conciliare libertà individuale e potere democratico negli Stati moderni.
5) Herbert Spencer
2. Il pensiero sociologico
1820 - Nasce a Derby, in Inghilterra.
1850 - Pubblica Statica sociale, sua prima opera di un certo rilievo.
1855 - Pubblica la prima edizione di Principi di psicologia, che confluirà
dopo la seconda edizione nel Sistema di filosofia sintetica.
1892 - Pubblica la sua opera principale: Sistema di filosofia sintetica.
1903 - Muore a Brighton.
Altra figura di rilievo in ambito sociologico è stata quella del filosofo inglese Herbert Spencer che, come già aveva fatto precedentemente Comte, sottolinea il carattere unitario e organico della società
e riafferma la principale partizione della sociologia in statica e dinamica sociale
Rifacendosi alla statica comtiana Spencer paragona le società
umane a organismi viventi, le cui singole parti sono interdipendenti
e contribuiscono al perfetto funzionamento dell’intero organismo.
Per spiegare la dinamica sociale elabora una teoria che individua
nella complessità della società un principio evolutivo. Questo principio spinge la società spontaneamente e costantemente a passare da
strutture elementari, come quelle primitive, a strutture sempre più
articolate, come quelle industrializzate.
Ogni sviluppo in natura è caratterizzato da un movimento a spirale che procede da un’omogeneità indefinita a un’eterogeneità
definita. Per quanto riguarda le strutture sociali, questo passaggio
dall’omogeneo all’eterogeneo avviene in varie fasi:
— una delle prime espressioni della lotta per l’esistenza a livello sociale è la separazione di governanti e governati, di potenti e oppressi;
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Estratto della pubblicazione
— segue, poi, la separazione tra potere spirituale e temporale;
— infine, si separano dal potere temporale quello legislativo, esecutivo e giudiziario.
Nella storia esiste, quindi, una linea di evoluzione e di perfezionamento che coinvolge tutti gli ambiti della vita sociale. La crescita dell’eterogeneità non crea rischi per il sistema sociale, perché
come avviene nei sistemi biologici che incrementandosi le parti
dell’organismo, si incrementano anche i legami funzionali tra le
parti, la differenziazione contribuisce all’accrescimento del sistema
stesso.
Tuttavia, nella concezione di Spencer l’accrescimento della struttura sociale non comporta l’irrigidimento delle sue articolazioni interne, la loro subordinazione rispetto all’interno organismo, ma piuttosto un aumento dell’importanza delle singole componenti del sistema; in altri termini la differenziazione funzionale nel sistema sociale
non comporta dipendenza e massificazione delle parti, ma piuttosto
una spinta molto forte alla individualizzazione delle singole componenti del sistema sociale.
Uno dei principali meriti di Spencer è stato quello di aver preparato, grazie alla sua impostazione evoluzionistica, il terreno per l’affermarsi della ricerca interdisciplinare non solo tra le scienze umane
e sociali, ma anche tra quelle naturali (fisica, chimica, biologia ecc.).
1818 - Nasce a Treviri, in Germania, da una famiglia ebraica convertitasi
successivamente al protestantesimo.
1835-36 - Si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza a Bonn e, successivamente, a Berlino.
1841 - Si laurea in Filosofia a Jena con una tesi su Democrito ed Epicuro.
1842 - Diventa collaboratore e poi caporedattore della «Gazzetta renana»
una rivista di Colonia.
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2. Il pensiero sociologico
6) Karl Marx
2. Il pensiero sociologico
1843 - È costretto a trasferirsi a Parigi, perché la pubblicazione della rivista viene vietata in Germania. Termina la stesura della Critica della filosofia del diritto di Hegel.
1844 - Esce a Parigi il primo e unico numero degli Annali francotedeschi, che testimonia il passaggio di Marx al comunismo. Conosce Friedrich Engels con il quale stringe un’intensa amicizia destinata a durare per
tutta la vita.
1845-46 - Scrive le Tesi su Feurbach e insieme ad Engels L’ideologia tedesca, opera rimasta inedita fino al 1937, in cui si pongono le basi per la
concezione materialistica della storia.
1847-49 - Ha l’incarico dalla Lega dei comunisti di scrivere il Manifesto
del Partito comunista, che viene pubblicato nel 1848. Nel 1949 si trasferisce definitivamente a Londra.
1850 - Scrive una serie di articoli sulla rivoluzione del ‘48, che saranno
poi ripubblicati da Engels con il titolo Le lotte di classe in Francia dal 1848
al 1850.
1851 - Si ritira dalla politica attiva e inizia a lavorare al British Museum.
1857-59 - Si dedica alla stesura dei Lineamenti fondamentali della critica
dell’economia politica. Nel 1859 pubblica Per la critica dell’economia politica.
1864 - Partecipa ai lavori della Prima Internazionale socialista, di cui cura
lo statuto e l’indirizzo inaugurale.
1866 - Inizia il primo libro del Capitale, che viene pubblicato ad Amburgo
nel 1867 (gli altri volumi appariranno postumi).
1875 - Scrive gli Appunti sul libro di Bakunin “Stato e anarchia” e la Critica del programma di Gotha.
1883 - Muore a Londra in gravi ristrettezze economiche, sostenuto soltanto dall’aiuto economico e morale dell’amico Engels.
Una delle figure che ha segnato maggiormente la storia della sociologia, per l’influenza che ha avuto sulle vicende culturali e politiche successive, è stata quella del filosofo tedesco Karl Marx. Pur non
considerandosi affatto un sociologo in molte delle sue opere ha affrontato problemi economici, politici e sociali con un’intuizione e
una penetrazione sociologica tale da essere stato un termine di confronto inevitabile per generazioni e generazioni di sociologi. A diffe24
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