Arte di Cison di Valmarino - itis galileo galilei conegliano

Arte di
Cison di Valmarino
Il castello di Cison di Valmarino ha una struttura tipicamente mediavale: tre spesse cinte
murarie sono la protezione al palazzo. Lungo le mura vi erano dei contrafforti e delle
postazioni di vedetta dotate di feritoie dalle quali i soldati potevano colpire i nemici
sottostanti con le frecce. All’interno delle mura furono costruite diverse ali dai signori che lo
abitarono. Per questo motivo vi è un’ala più tipicamente medievale del periodo caminese,
una rinascimentale edificata dai Brandolini intorno al 1500 e una barocca che fu costruita
dopo l’incedio ed il terremoto del 1872 (che distrussero l’ala cinquecentesca). Sempre
all’interno delle mura vi era una cappella di palazzo caminese e un teatro.
Il teatro fu costruito dai signori Brandolini non solo per ospitare spettacoli e feste da ballo
con i nobili del tempo, ma anche per intrattenere e istruire il popolo. Esso aveva quindi
anche un ruolo civile. Il sipario del teatro fu dipinto da Edigio Dall’Oglio, il più famoso
pittore cisonese del 1700.
Una trasformazione radicale avvenne quando nel 1530 Antonio Maria Brandolini ingaggiò
Sansovino, noto architetto, per realizzare la facciata del castello con le armoniose bifore e
trifore. Egli inoltre realizzò il parco interno alle mura e la fontana con il satiro.
Alla corte dei Brandolini lavorarono anche i pittori Jacopo Bassano, Antonio Van Dick,
Mathias Cremsl, gli scultori Antonio Baratta e Marco Casagrande.
Si può affermare che gran parte delle opere realizzate da questi artisti erano protese a
celebrare la grandezza dei signori cisonesi. Molte sono ad esempio bassorilievi e quadri.
Un’altra opera molto famosa è la celebre statua di Donatello raffigurante il Gattamelata a
cavallo che si trova a Padova.
Alcune quadri invece erano a sfondo religioso. Ciò è dovuto alla profonda religiosità dei
Brandolini. In particolare si ricorda il soffitto dell’alcova dipinto da Egidio dall’Oglio in cui
compaiono lo scorpione e le tre trecce che erano simboli della famiglia Brandolini.
Se il maniero era la struttura residenziale e militare, il borgo sottostante era ka sede dei
servizi civili, sociali e religiosi. Intorno alla piazza infatti vi sono la chiesa, la loggia del
tribunale, il palazzo di rappresentanza, i magazzini e le scuderie (strutture che attualmente
sono state restaurate).
Lo stemma dei Brandolini fu disegnato dopo la prima crociata, a cui partecipò Sigismondo
Brandolini nel 1100 d.C.
Esso presenta delle bande rosse e bianche che erano l’antico simbolo della prima famiglia
di Brandeburgo. Vi furono poi apposti gli scorpioni neri perché Sigismondo in battaglia
usava uno scudo sul quale era raffigurato un grosso scorpione nero. Il Conte Brandolino
Brandolini aveva poi aggiunto le tre trecce che erano il simbolo personale del Gattamelata.
Lo stemma quindi aveva un preciso intento celebrativo e commemorativo della famiglia e
delle sue gesta.