SANITÀ AL FUTURO Numero SEI - Inverno 2009 Periodico di informazione di IRCCS MultiMedica - nuova edizione PRIMA PAGINA essere un IRCCS oggi BUONO E SANO ipercolesterolemia come prevenirla, come curarla new IN-DOLORE dolore pelvico: parliamone Diamo un taglio al diabete 2 INSERTO SALUTE E LAVORO rapporto medico - impresa: la necessità di una nomina propedeutica 2009-2010 SCELTE PER CRESCERE IN EFFICIENZA E EFFICACIA L a ragion d’essere di un’azienda e, al tempo stesso, la sua prima responsabilità anche sociale, è far bene il proprio mestiere. Per un gruppo ospedaliero come il nostro questo significa assicurare salute, ovvero contribuire al miglioramento complessivo della qualità di vita della popolazione, facendo leva su tre asset per noi strategici: la formazione culturale nel rispetto del paziente, la centralità della persona nei processi, l’ospitalità della struttura. Sanità al Futuro Periodico di informazione di IRCCS MultiMedica Reg. Tribunale di Milano n. 336 del 19 maggio 2003 Direttore responsabile: ALESSANDRA CHIARELLO, Responsabile Marketing e Comunicazione IRCCS MultiMedica Coordinamento redazionale: CHIARA PARATICO, SEC Relazioni Pubbliche e Istituzionali Progetto editoriale: SEC Relazioni Pubbliche e Istituzionali Progetto grafico e impaginazione: GABRIELE MONTINGELLI, DULCAMARA Grafica e Comunicazione Editore: Fondazione MultiMedica ONLUS e-mail della redazione: [email protected] Servizio fotografico: VALERIO GAVANA - agenzia ARPE Questo giornale è realizzato con carta patinata certificata FSC mista ed è stampato con processo ECO OFFSET (a basso impatto ambientale) da Gam Edit Srl, Curno (BG), www.gamedit.it Sulla base di questi principi, nel 2009 abbiamo dato vita a numerosi progetti volti a migliorare l’efficienza e l’efficacia delle nostre attività. I progetti di ampliamento dell’Ospedale di Castellanza e dell’Istituto Scientifico di Sesto, dove a breve potremo inaugurare il nuovo Padiglione di Radioterapia e Medicina Nucleare. Il potenziamento delle tecnologie per la diagnostica, con l’acquisto, tra l’altro, di una TAC coronarica di ultima generazione. Gli investimenti in risorse umane altamente formate e specializzate, al fine di potenziare sempre più le nostre équipe interdisciplinari, che, ogni giorno, lavorano sinergicamente per combattere “la malattia”. E, di recente, l’allargamento del Gruppo con l’acquisizione della gestione di uno dei più illustri ospedali milanesi, il San Giuseppe di via San Vittore. Con una superficie di circa 37.000 mq, 357 posti letto accreditati e un servizio di Pronto Soccorso e Terapia Intensiva, il San Giuseppe annovera molteplici specialità e dal 1990 è anche sede di formazione e tirocinio per gli studenti di medicina e per i medici specializzandi dell’Università degli Studi di Milano. Al di là di questo rapido excursus esemplificativo, ciò che vorrei sottolineare è che per MultiMedica l’innovazione scientifica, le apparecchiature tecnologiche più avanzate, la competenza professionale sono solo strumenti al servizio del paziente, in un’ottica di rispetto, sicurezza, responsabilità e trasparenza. Etica, per noi, non è solo un’enunciazione di principio, ma pratica quotidiana, poiché ogni giorno operiamo al fine di restituire al paziente quella centralità che gli spetta. editoriale ÉQUIPE INTERDISCIPLINARI DI MEDICI E PERSONALE ALTAMENTE SPECIALIZZATO, PROGETTI DI AMPLIAMENTO STRUTTURALE DELL’OSPEDALE, POTENZIAMENTO DELLE TECNOLOGIE DIAGNOSTICHE, ACQUISIZIONE DEL SAN GIUSEPPE. Numero 6 - Inverno 2009 1 indice articoli prima pagina ESSERE UN IRCCS OGGI 4 capire DIAMO UN TAGLIO AL DIABETE 2 CON LA CHIRURGIA BARIATRICA 6 scoprire CASTELLANZA: NUOVI AMBULATORI PER POLSO E NERVI 8 Un obiettivo che non sarebbe possibile raggiungere senza il supporto fattivo di quanti vi hanno creduto e continuano a crederci e di chi, con il proprio lavoro e la propria professionalità, contribuisce ogni giorno a trasformare in realtà ciò che per molti è solo uno slogan. Mi riferisco ai medici, agli infermieri, al personale amministrativo, di ogni ordine e grado, che ogni giorno, con impegno e passione, contribuiscono a fare, degli ospedali del Gruppo MultiMedica, luoghi di relazione umana aventi come missione la cura della persona, non semplicemente della malattia. Stefania Colombi Direttore Generale cura e cure ENDOMETRIOSI: “QUELLO CHE NON SO DI ME” 10 rubriche cambio di stagione INVERNO: PRENDERSI CURA DI OSSA E ARTICOLAZIONI 12 in-dolore DOLORE PELVICO: PARLIAMONE 14 buono & sano IPERCOLESTEROLEMIA COME PREVENIRLA, COME CURARLA 16 la posta del cuore 18 multimedica flash 19 2 Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica Numero 6 - Inverno 2009 3 prima pagina ESSERE UN IRCCS OGGI COSA SIGNIFICA ESSERE ASSISTITI PRESSO UN IRCCS, UN ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO? COSA DEVE ASPETTARSI UN CITTADINO QUANDO NE VARCA LA SOGLIA? Francesco Donatelli, Direttore Dipartimento Cardiovascolare, IRCCS MultiMedica CENTRALITÀ DEL PAZIENTE L’Istituto MultiMedica di Sesto San Giovanni è un IRCCS a indirizzo cardiovascolare, una qualifica importante assegnataci dal Ministero della Salute nel 2006 come riconoscimento dell’eccellenza in questo settore. Ma cosa significa IRCCS, in termini di cura e assistenza, oggi? Innanzitutto erogazione di un servizio assistenziale attraverso un’informazione corretta, chiara e completa, che permetta una vera “alleanza” tra paziente e struttura sanitaria, non solo durante la degenza ma nella fase preliminare e nel follow up. Un disegno così ambizioso poggia in primis su valori, persone, strutture, servizi e prestazioni sanitarie di alto livello, sulla ricerca scientifica e sulla formazione che curiamo in collaborazione con i più prestigiosi centri nazionali e internazionali. L’ingresso nella struttura ospedaliera non può significare infatti per il paziente l’inizio di un pellegrinaggio da uno specialista all’altro, soprattutto alla luce della sempre maggiore complessità dei casi e della costante presenza di patologie multiorgano. Bisogna cambiare la prospettiva e, per usare una metafora, considerare gli specialisti come tanti pianeti che ruotano intorno al sole, il paziente. INTERDISCIPLINARIETÀ Nel segno dell’interdisciplinarietà, la collaborazione fra le singole unità operative e il dialogo fra tutti gli specialisti sono infatti costanti, a garanzia dell’appropriatezza e qualità nella cura. Con questa filosofia è nato, per esempio, il progetto “CARE ME”, una rete di gestione interdisciplinare di pazienti con patologia cardio-nefro-metabolica. L’integrazione perfetta di tutte le competenze in fase diagnostica consente la pianificazione degli interventi sulla base delle specificità del singolo paziente, il tempestivo riscontro di eventuali patologie associate e la prevenzione delle possibili complicanze. Obiettivo primario è infatti la valutazione globale della patologia, dall’indicazione all’intervento terapeutico, Una valutazione globale della patologia, per la massima tutela dei rischi e il vaglio di tutte le possibilità terapeutiche 4 Sanità al Futuro - IRCCS Multimedica dalla stratificazione del rischio fino alla previsione dell’andamento postchirurgico e riabilitativo, cui si aggiunge la piena disponibilità da parte degli stessi specialisti a seguire il paziente nel tempo. Totale è la proiezione verso la specificità del singolo paziente, nella convinzione che l’integrazione delle conoscenze possa garantire la massima tutela dei rischi e contemporaneamente il vaglio di tutte le soluzioni terapeutiche possibili. LA RICERCA Anche la formazione di medici e specialisti obbedisce alla medesima filosofia: al giovane medico o allo specialista inseriti nel team viene trasferita una disciplina ma anche uno stile di approccio al malato, che valorizzano un interscambio continuo fra clinica e ricerca scientifica (da cui l’acronimo IRCCS, ovvero Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). È questa pertanto la peculiarità degli IRCCS: garantire attività di ricerca e formazione che abbiano un impatto diretto sulla cura dei pazienti. L’originalità di un IRCCS come MultiMedica è infatti data dalla stretta e armonica integrazione tra assistenza, ricerca e formazione. Tre anime che si fondono per orientare le proprie attività a tutto vantaggio dei pazienti, garantendo metodiche personalizzate e sempre più all’avanguardia e applicando clinicamente le tecniche più innovative. L’IRCCS MULTIMEDICA Per sintetizzare, i cardini della cura e dell’assistenza di un IRCCS come MultiMedica sono: • La multidisciplinarietà Il paziente è seguito da personale altamente qualificato e specializzato che lavora in équipe pluridisciplinari e multiprofessionali. • La partecipazione La partecipazione è assicurata dal Codice Etico, dal diritto di accedere agli atti e di esprimere proposte di miglioramento o reclami, dalla collaborazione con associazioni di volontariato e dalla promozione di incontri su temi specifici con gruppi di familiari e cittadini. • Il diritto di scelta Ogni paziente ha il diritto, ove sia consentito dalle specifiche condizioni clinico-assistenziali, dalle normative vigenti e dall’organizzazione, di compiere autonomamente le proprie scelte attraverso la sottoscrizione del “consenso informato”, dopo avere ricevuto le opportune informazioni su rischi, benefici e sulle modalità operative dei diversi trattamenti. • Il ruolo della famiglia La famiglia è co-protagonista nell’intervento diagnostico, terapeutico e riabilitativo così da garantire la continuità assistenziale anche a domicilio. • La riservatezza Tutti i dati personali sono trattati nel rispetto dei diritti fondamentali della persona e della legislazione vigente. • L’imparzialità I comportamenti di tutti gli operatori verso le persone assistite e le loro famiglie sono ispirati a criteri di obiettività, di giustizia e di imparzialità. E infine l’Etica intesa non solo come obbedienza a una serie di principi ma come una missione, che antepone le persone e il loro benessere a qualsiasi altra istanza. È così che il malato, la sua famiglia e il suo medico curante diventano il perno dell’assistenza, cura e ricerca del nostro Istituto. Numero 6 - Inverno 2009 5 capire ANCHE MULTIMEDICA PARTECIPA ALLO STUDIO AVVIATO IN ITALIA PER LA CURA CHIRURGICA DEL DIABETE 2, IN PAZIENTI OBESI LIEVI. Valerio Ceriani, Responsabile Chirurgia Generale, IRCCS MultiMedica N egli ultimi due decenni diabete e obesità sono fra le malattie croniche più comuni e con una diffusione di tipo epidemico, in gran parte dei Paesi del mondo. Si stima che vi siano almeno 300.000.000 di individui obesi, la maggior parte dei quali è anche diabetica. Si tratta di un fenomeno con importanti conseguenze destinato purtroppo a peggiorare. Studi compiuti dall’International Obesity Task Force (IOTF) nell’ambito del World Health Report del 2002 indicavano che in tutto il mondo circa il 58% del diabete di tipo 2 può essere attribuito a un BMI (il rapporto tra peso e altezza elevata al quadrato di un individuo) superiore a 25. Un BMI superiore a 30 aumenta il rischio di diabete fino a 10 volte di più rispetto a una persona in peso forma; se superiore a 35, 80 volte. Il diabete di tipo 2 è il risultato di due eventi: da una parte un pancreas geneticamente compromesso, dall’altra l’insulino resistenza. Se c’è resistenza all’insulina, il pancreas ne deve produrre di più per mantenere la glicemia normale. L’aumento dei valori glicemici, e quindi la comparsa del diabete, si verifica in seguito all’incapacità del pancreas di produrre insulina in quantità sufficiente. La causa più comune della resistenza all’insulina è l’eccessiva disponibilità di grasso legata, non solo all’obesità, ma anche al semplice sovrappeso. In presenza di peso superfluo infatti la cellula muscolare trova più comodo usare il grasso come combustibile anziché lo zucchero offerto dall’insulina. La chirurgia bariatrica si propone non solo come trattamento risolutivo per la perdita di peso in eccesso e il ripristino di un BMI normale (compreso tra 25 e 20) ma anche come trattamento risolutivo per la guarigione del diabete. Nel 2004 una importante ricerca scientifica del Prof. Buchwald dell’Università di Minneapolis, pubblicata sul Journal of the American Medical Association, ha quantificato, su un campione di 22.094 pazienti, le percentuali di successo dell’intervento (con conseguente possibilità di interrompere la terapia antidiabetica e mantenere normali livelli di glicemia ed emoglobina glicata nel tempo): 98.9% La chirurgia bariatrica ha un effetto risolutivo per il ripristino del peso forma e per il diabete 6 Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica Costoro inoltre saranno sottoposti a un periodo di osservazione di 10 anni per valutare, oltre al mantenimento dello stato di risoluzione del diabete, anche una serie di parametri riguardanti gli organi maggiormente colpiti dalla malattia (occhi, reni e apparato cardiovascolare). Si conta di potere dare i primi risultati dello studio entro due anni. Per candidarsi: www.multimedica.it Per informazioni: tel. 02 2420.9252. “ DIABETE DI TIPO 2 È la forma di diabete più frequente e tipico dell’età matura. L’insulina è prodotta a ritmo rallentato, in quantità quasi normale, ma è poco attiva sulle cellule. Questo diabete è detto Non Insulino Dipendente (NID) perché l’iniezione di insulina esterna non è vitale, a differenza del tipo 1 detto ID (Insulino Dipendente), tipico del giovane, in cui il pancreas non produce più l’insulina o ne produce troppo poca ed è necessario, anzi vitale, fornirla dall’esterno con una, due o più iniezioni al giorno. “ “ DIAMO UN TAGLIO AL DIABETE 2 CON LA CHIRURGIA BARIATRICA per l’intervento di Diversione Bilio Pancreatica (DBP) e 83.8% per il By Pass Gastrico (BPG). A differenza di altri interventi della chirurgia dell’obesità, i due sopra citati, in uso in tutto il mondo da oltre 30 anni, hanno sul diabete un effetto benefico specifico, cioè indipendente dalla perdita di peso e quindi assolutamente duraturo. In entrambi gli interventi, il By Pass Gastrico e la Diversione Bilio Pancreatica, il cibo non transita infatti dal duodeno (uno dei tre segmenti in cui è suddiviso l’intestino tenue). Ciò determina una serie di modificazioni della produzione di ormoni gastrointestinali, con un effetto benefico sulla funzione del pancreas. La Diversione Bilio Pancreatica ha inoltre il vantaggio di limitare fortemente l’assorbimento intestinale dei grassi, riducendo la loro presenza all’interno della cellula muscolare che può quindi tornare a utilizzare il glucosio come fonte di energia. L’esito positivo del controllo della glicemia e dei livelli di emoglobina glicata, in pazienti sottoposti a un intervento bariatrico, è stato seguito e documentato relativamente a un periodo di 16 anni. La mortalità per complicanze legate al diabete è inoltre decisamente diminuita. Data l’importanza dei risultati, il Comitato Etico di Ricerca Scientifica ha accettato un protocollo di studio nazionale per estendere questi due interventi di chirurgia bariatrica, il By Pass Gastrico e la Diversione Bilio Pancreatica, a persone diebetiche con grado di obesità non così grave o semplicemente in sovrappeso. Il Prof. Scopinaro, già ideatore della chirurgia bariatrica e di tale progetto, ha identificato i 20 centri in Italia idonei per serietà ed esperienza a partecipare allo studio multicentrico. Tra questi il Centro di Chirurgia Bariatrica di MultiMedica, selezionato come centro con una significativa esperienza nella Diversione Bilio Pancreatica su pazienti superobesi. Precisi i criteri per entrare in questo protocollo di studio: “ BMI Dall’inglese Body Mass Index (BMI), Indice di Massa Corporea (IMC), è l’indicatore biometrico dello stato di peso forma, espresso come rapporto fra il peso e l’altezza di un individuo secondo la formula: peso in kg diviso il quadrato dell’altezza in metri. Unendo con un righello la colonna della statura a quella del peso è possibile verificare la propria condizione. RANGE DI INCLUSIONE Età 35-70 BMI attuale 30-35 Diabete di tipo II Da più di 5 anni BMI all’insorgenza 30-35 del diabete Hb glicata ≥ 8% Comorbilità (coesistenza Almeno 1 tra: dislipide- di due o più patologie) mia, ipertensione, insufficienza renale, neuropatia, retinopatia Numero 6 - Inverno 2009 7 scoprire CASTELLANZA: NUOVI AMBULATORI PER POLSO E NERVI CRESCE LA SPECIALIZZAZIONE NEL SETTORE DELLA CHIRURGIA DELLA MANO E MULTIMEDICA SI CONFERMA UN’ECCELLENZA REGIONALE, E NON SOLO. INTERVISTA A GIORGIO PIVATO E A LORIS PEGOLI, UNITÀ CHIRURGIA DELLA MANO, GRUPPO MULTIMEDICA. D ott. Pivato, perché aprire due ambulatori dedicati alle patologie del polso e dei nervi della mano anche a Castellanza? Per rispondere al moltiplicarsi di casi e casistiche? La nostra Unità di Chirurgia della Mano rappresenta un punto di riferimento regionale per la diagnosi e il trattamento delle patologie del polso e della mano, di natura traumatica, degenerativa, congenita e neurologica, perché garantisce un’alta specializzazione anche alla luce dei numerosi casi trattati negli ultimi anni. Oltre agli eventi traumatici, molte patologie della mano dipendono dall’attività lavorativa: si pensi agli sportivi o ai musicisti ma anche ai danni più comuni dovuti a posture scorrette. L’apertura degli ambulatori a Castellanza punta a rafforzare il presidio del territorio, garantendo un’assistenza altamente specializzata e limitando tempi d’attesa troppo lunghi. Quali sono le patologie che oggi curate più frequentemente? L’approccio è multidisciplinare e copre tutta l’area di competenza della patologia osteo-articolare, muscolo-tendinea, nervosa, vascolare, cutanea della mano e del polso. Accanto alle patologie più comuni come le sindromi dei nervi periferici (contiamo 5 8 Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica mila interventi l’anno di tunnel carpale), tendiniti croniche (per esempio la tendinite di De Quervain) e artrosi (casi di rizoartrosi, una forma di osteoartrite degenerativa più comune nelle donne dopo i 40 anni), vengono eseguiti interventi più complessi (reimpianti) e sofisticati come le lesioni nervose postraumatiche, le gravi alterazioni meccaniche del polso, le artriti. In cosa differenzierete l’assistenza a Castellanza da Sesto San Giovanni? In nulla. L’approccio è il medesimo e punta all’assistenza del paziente a 360°- sia nei casi di terapia conservativa (con tutori o infiltrazioni corticosteroidee) che di interventi chirurgici - durante l’intero iter, dalla prima visita alla riabilitazione, grazie al costituirsi di un’équipe ad hoc composta da un chirurgo, da un neurofisiologo (per il monitoraggio delle condizioni dei nervi prima, durante e dopo l’operazione, soprattutto nel caso di interventi delicati), da un fisioterapista e da uno psicologo di supporto nel percorso riabilitativo. Quali i progressi nel campo della diagnostica? Quale sarà la strumentazione di supporto di cui doterete anche gli ambulatori di Castellanza? I progressi più recenti riguardano proprio la codifica delle patologie e la conseguente indicazione al trattamento più appropriato. L’esame clinico e la diagnostica strumentale - la radiologia convenzionale, la risonanza magnetica, l’elettromiografia (tutte possibili anche a Castellanza) - consentono di formulare una diagnosi e avviare l’iter terapeutico già dopo la prima o la seconda visita ambulatoriale. Per la diagnosi della sindrome del tunnel carpale, per esempio, è l’elettromiografia (EMG) che consente di stabilire il grado e la cronicizzazione del danno al nervo. Dott. Pegoli, quali i progressi in tema di diagnosi e terapia per le patologie del polso? Grazie ai progressi della diagnostica oggi siamo in grado d’identificare lesioni ai legamenti anche di un 1 mm. Le più moderne tecniche chirurgiche a bassa invasività – in primis l’artroscopia - consentono inoltre di curare in day hospital casi che fino a poco tempo fa venivano trattati con interventi molto più invasivi, e di recuperare la funzionalità in tempi rapidi. L’artroscopia ha uno scopo diagnostico o terapeutico? Entrambi. L’artroscopio usato per la diagnosi e la cura delle patologie del polso e della mano è uno strumento del diametro di 2 mm circa che, collegato a un cavo a fibre ottiche e a una telecamera, consente di osservare su un monitor tutte le strutture che si trovano all’interno dell’articolazione. Oltre a una “diagnosi di certezza” consente anche il trattamento chirurgico. L’artroscopia è eseguita in anestesia loco-regionale praticando piccolissime incisioni e quando la causa della patologia non risulta individuabile con indagini strumentali di altro tipo (Rx, Ecografia, Tac, RM). Quali sono i casi trattabili con artroscopia ? Beneficiano di un trattamento artroscopico patologie dei legamenti, della cartilagine o delle ossa. Lei è il presidente del WRISTH - World Research Institute for Sport Traumatology of the Hand - che ha sede in MultiMedica, quali gli obiettivi dell’Istituto? Il WRISTH, Istituto Mondiale di Traumatologia Sportiva della Mano, ha come obiettivo quello di offrire agli atleti un network internazionale (dagli Stati Uniti, al Giappone, dal Brasile all’Australia, all’Europa) di competenze iperspecialistiche – chirurghi della mano, ma anche psicologi, fisioterapisti, terapisti occupazionali, e, non ultimi, ricercatori - per consentire diagnosi e percorsi riabilitativi in tempi ragionevolmente rapidi, sempre nel rispetto dei tempi di guarigione dell’atleta. Il fattore tempo è determinante soprattutto per gli sportivi, non solo in fase di diagnosi. Quanto conta la terapia riabilitativa per un pieno recupero? È decisiva. Grazie a un dialogo continuo tra il chirurgo e il fisioterapista oggi si applicano percorsi riabilitativi innovativi - utilizzando gli attrezzi della pratica sportiva (bicicletta, palla, manubrio) - che iniziano il giorno stesso dell’intervento. In tutti i casi in cui la patologia lo consenta si adotta inoltre il cosiddetto “splinting intrachirurgico”, confezionando l’ortesi, il tutore, direttamente in sala operatoria. Chirurgo e terapista valuteranno poi eventuali modifiche al protocollo adottato, monitorando, singolarmente e insieme, le condizioni del paziente. La riabilitazione è determinante per il recupero delle funzioni motorie ma anche come prevenzione della deformità. L’approccio alla riabilitazione è dunque globale e didattico: fondamentale è infatti educare il paziente affinché esegua correttamente e quotidianamente gli esercizi riabilitativi, anche a casa e in autonomia. Numero 6 - Inverno 2009 9 cura e cure ENDOMETRIOSI: “QUELLO CHE NON SO DI ME” QUESTO IL TITOLO DELLA CAMPAGNA DEL MINISTERO DELLA SALUTE SULL’ENDOMETRIOSI, UNA MALATTIA “SILENZIOSA” CHE COLPISCE OGNI ANNO TRE MILIONI DI DONNE. Alfredo Porcelli e Prisca Sozzani, Unità di Chirurgia Ginecologica, MultiMedica Castellanza L’ endometriosi è una malattia ginecologica causata dalla crescita dell’endometrio (mucosa interna all’utero che ciclicamente si forma e viene espulsa con il ciclo mestruale) in aree al di fuori della sua sede fisiologica, la cavità uterina. L’endometrio ectopico (esterno alla sua sede), al pari di quello che normalmente riveste la cavità dell’utero, ogni mese risente degli stimoli derivanti dalle variazioni ormonali si sfalda e sanguina. Tale micromestruazione ectopica (esterna all’utero) non ha modo tuttavia di fuoriuscire all’esterno del corpo e causa un’infiammazione e la formazione di aderenze e fibrosi tra gli organi pelvici. Soffre di endometriosi pelvica il 10% della popolazione femminile e il 35-50% di dolore pelvico cronico - ne parliamo in questo numero nella rubrica in-dolore - e/o infertilità, soprattutto tra i 30 e i 40 anni. In alcuni casi la malattia può non evolvere, in altri progredisce velocemente e si manifesta come dolore pelvico o lombare, ciclo mestruale doloroso e irregolare (dismenorrea), sterilità, dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), nell’emissione di urina (disuria), alla defecazione (dischezia). La ricerca scientifica oggi sembra confermare la tesi di un nesso causale tra la presenza di endometriosi e una condizione di subfertilità (difficoltà a concepire autonomamente). Circa il 30-40% delle donne affette da endometriosi infatti non riesce a concepire. La malattia agisce alterando i rapporti anatomici tra ovaio e tuba, determinando l’occlusione delle tube per la formazione di aderenze o, ancora, ostacolando il processo ovulatorio o la funzione del corpo luteo (la ghiandola endocrina che produce gli ormoni). In un’endometriosi lieve si osservano “focolai endometriosici” isolati, che aderiscono all’esterno della parete uterina, alle tube e alle ovaie. Un caso di endometriosi avanzata è l’endometrioma ovarico, che consiste nella presenza nelle ovaie delle cosiddette “cisti cioccolato”, che contengono sangue in degenerazione. Sono interessati da focolai endometriosici anche La ricerca conferma un nesso fra endometriosi e infertilità 10 Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica altri organi: l’intestino, la vescica e gli ureteri (i condotti che collegano il rene alla vescica). La Diagnosi Diagnosticare un’endometriosi è complesso. Sono necessari un’anamnesi e un esame clinico, un’accurata ecografia (per l’identificazione delle cisti nelle ovaie) e, nei casi di endometriosi intestinale e dell’apparato urinario, una risonanza magnetica addomino-pelvica. Può inoltre essere importante rilevare la presenza nel sangue di un marcatore denominato CA 125 (Cancer Antigen 125 o Cancro Antigene 125) che, se presente in alta percentuale, può portare al sospetto di tumori alle ovaie. Restano fondamentali una laparoscopia (tecnica di diagnosi e chirurgia mininvasiva) e l’esame istologico, ovvero l’osservazione al microscopio di un campione di tessuto asportato. Il trattamento medico o chirurgico Trattare l’endometriosi significa mantenere la patologia in stand-by: si cura il sintomo ma non la malattia. La terapia farmacologica agisce riducendo il ciclo mestruale, bloccando l’ovulazione e inducendo l’ipoestrogenismo (riduzione della produzione di estrogeni). Pertanto la terapia farmacologica di lunga durata deve necessariamente considerare gli effetti collaterali dei farmaci e il miglior rapporto rischio/beneficio. L’intervento chirurgico può prevedere, a seconda del quadro clinico della paziente, un trattamento di tipo radicale o di tipo conservativo. Il primo ha una percentuale di successo dell’80% rispetto ai sintomi, e del 55% sulla sterilità, ed è indispensabile nella stenosi intestinale (ostruzione fino all’occlusione) e nei casi di stenosi dell’uretere con conseguenti danni ai reni. L’intervento conservativo ha una percentuale di successo del 50% rispetto ai sintomi, e del 45% sulla sterilità. La terapia conservativa prevede l’asportazione di tutti i focolai di endometriosi visibili e l’asportazione di endometriomi (cisti). Si può effettuare nel 99% dei casi in laparoscopia, ovvero ricorrendo a interventi di chirurgia mininvasiva, con minore rischio di emorragia e di aderenze post-operatorie e un periodo di degenza e convalescenza minimi. Numero 6 - Inverno 2009 11 cambio di stagione INVERNO: PRENDERSI CURA DI OSSA E ARTICOLAZIONI CON LE BASSE TEMPERATURE E L’UMIDITÀ IL DOLORE SI ACUTIZZA. QUALI SONO I PRIMI RIMEDI E QUALE LA SINTOMATOLOGIA DEI CASI PIÙ COMPLESSI. Isabella Faccenda, Medicina Riabilitativa, IRCCS MultiMedica È noto che organismo e ambiente s’influenzano reciprocamente. Basse temperature, pioggia, vento e umidità sono responsabili di patologie dolorose a carico della colonna cervicale e lombosacrale, e di spalle, ginocchia e articolazioni. La diminuzione della temperatura e l’alto tasso di umidità agiscono infatti sia sulla struttura interna delle articolazioni (ossa e cartilagini) sia sulle strutture esterne (capsule e tendini), determinando una progressiva perdita di elasticità (per esempio al risveglio). Ciò si manifesta in maniera più evidente nei soggetti adulti (dopo i 50-60 anni), nei quali lo stato di salute osteoarticolare è spesso già parzialmente compromesso. Detto questo, è bene chiarire che nella maggior parte dei casi quei “dolori” più o meno intensi che si riacutizzano nei mesi più freddi e umidi dell’anno non hanno nulla a che vedere con quadri clinici di patologie ben più complesse e importanti. L’artrosi colpisce colonna vertebrale, ginocchia, anche, dita, ed è un processo degenerativo che ha inizio con un’usura lenta e continua della cartilagine di copertura delle estremità ossee. Deteriorando la car tilagine, l’artrosi riduce sensibilmente la capacità di ammortizzare gli impatti legati all’attività motoria. Progressivamente il processo artrosico coinvolge anche le ossa, sottoponendo tendini e muscoli a sollecitazioni inconsuete. Ma come contrastare questa condizione? Innanzitutto con semplici rimedi e piccoli accorgimenti Non bisogna confondere i semplici dolori alle articolazioni con quadri clinici più complessi, come l’artrosi 12 Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica quotidiani: un bagno o una doccia calda al mattino per “sciogliere” i muscoli; un abbigliamento adeguato alle basse temperature, per evitare il raffreddamento degli arti, del collo e della zona lombare. Non meno importante è poi seguire una corretta alimentazione e un adeguato apporto energetico, soprattutto nel caso d’intensa attività sportiva. Mantenersi in movimento è in generale un aspetto importante, perché una vita sedentaria e l’adozione di posture scorrette (protratte nel tempo) compromettono l’equilibrio biomeccanico della colonna e delle articolazioni. È opportuno tuttavia escludere tutte quelle attività che comportano sovraccarico funzionale e prediligere piuttosto attività di mobilizzazione globale, rilassamento e allungamento muscolare. Naturalmente nelle fasi più acute della patologia artrosica è necessario che il medico valuti l’opportunità di terapie mirate: per esempio l’adozione di una terapia farmacologica a base di antidolorifici, antinfiammatori, miorilassanti, condroprotettori (i farmaci che proteggono la cartilagine). I pazienti possono inoltre sottoporsi a trattamenti fisioterapici: • terapie fisiche, per diminuire la sintomatologia infiammatoria e dolorosa; • massoterapia, per ridurre la contrattura muscolare; • cinesiterapia, per contrastare e prevenire i dolori e la riduzione della mobilità con esercizi idonei. Il nostro apparato osteoarticolare potrà così superare tranquillamente e senza conseguenze il periodo di “letargo” invernale. Numero 6 - Inverno 2009 13 in-dolore new LA PERCEZIONE DEL DOLORE È UN FENOMENO COMPLES- SO, CONDIZIONATO DA DIVERSI FATTORI, CULTURALI, SOCIOLOGICI E PSICOLOGICI. QUESTA NUOVA RUBRICA, TRATTERÀ DELLE SINDROMI DOLOROSE, DAL PUNTO DI VISTA DIAGNOSTICO, TERAPEUTICO, E NON SOLO. PERCHÉ IL DOLORE È UN SINTOMO DA COMBATTERE INSIEME ALLA MALATTIA. DOLORE PELVICO: PARLIAMONE Francesco Cappellano, Responsabile Servizio di Neurourologia e Coordinatore del Programma Dolore Pelvico Cronico, IRCCS MultiMedica In questo numero parliamo di dolore pelvico cronico, una malattia che non si riconosce e accetta facilmente. D el dolore pelvico spesso si evita di parlare perché tocca una sfera molto intima: è il dolore che si prova a livello dei genitali e/o dell’ano. Nonostante sia invalidante, spesso non si ha il coraggio di affrontare l’argomento neppure con i familiari e gli amici più stretti. Ma la cosa peggiore è che spesso si rinuncia a parlarne anche con il proprio medico. Ma, questa patologia ha un nome - Sindrome da Dolore Pelvico Cronico (Chronic Pelvic Pain Syndrome, CPPS) - e interessa sia uomini che donne in un rapporto di 1:3. Diagnosticare il dolore pelvico può essere estremamente complesso soprattutto perché è una 14 patologia collegata a un elevato numero di disturbi di diversa origine: ginecologici, riproduttivi, gastrointestinali, urinari, muscolo-scheletrici. Spesso le diagnosi sono le più disparate: vulvodinia superficiale o profonda, prostatodinia, orchialgia idiopatica, proctalgia fugax, coccigodinia, sindrome dell’elevatore dell’ano, sindrome uretrale o, addirittura un disturbo psichiatrico. Il rischio è di includere patologie non effettivamente correlate e considerare il dolore pelvico cronico legato a “casi irrisolti” per problemi urologici, ginecologici e colon-proctologici. Una delle cause più frequenti del dolore pelvico cronico è l’infiammazione del nervo pudendo, che procura dolore nella regione anale, vaginale e del pene. Strani formicolii possono estendersi all’inguine, all’interno delle cosce, ai glutei e all’addome. Il tempo medio per una diagnosi corretta è di 4 anni, e prevede il consulto di almeno otto specialisti Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica Il dolore si acuisce stando seduti e migliora, fino a scomparire del tutto, in piedi o distesi. In genere si manifesta da un solo lato (destra o sinistra) e si può presentare sotto svariate forme: come un bruciore, uno spasmo, un senso di peso o una stilettata. Non è mai presente al mattino appena svegli. La causa spesso è un danno meccanico (traumi o microtraumi) o infiammatorio a carico del nervo pudendo e può essere associato a disturbi funzionali come l’incontinenza urinaria e fecale e problemi sessuali. Le varie manifestazioni della sindrome dolorosa pelvica cronica (dolore vaginale, dolore vescicale, defecazione ostruita, disturbi sessuali) hanno una genesi unica: la neuropatia del pudendo. Di notevole importanza nella diagnostica della CPPS è la valutazione della postura e della muscolatura del bacino e degli arti inferiori, e la possibilità di trattare le disfunzioni dal punto di vista fisioterapico. Altrettanto importante è l’aspetto psicologico: il 17.8% dei pazienti è affetto da depressione. Le terapie mediche per la CPPS sono di tipo tradizionale (antinfiammatori, antidepressivi e morfina) o più innovativo (anticonvulsivanti, antidepressivi di ultima generazione, inibitori della degranulazione dei mastociti, farmaci neurotrofici). La terapia mininvasiva propone le infiltrazioni con anestetici, cortisone e altre sostanze neuroprotettive del pudendo, o sotto guida TAC, o sotto guida ECO, anche se il monitoraggio elettrofisiologico rimane la metodica più affidabile e funzionale per raggiungere il nervo, evitando una sua diffusione passiva. Per i pazienti che non rispondono alle terapie conservative restano o la neuromodulazione dell’area sacrale (stimolazione elettrica dei nervi che passano attraverso il sacro) o la terapia iniettiva con tossina botulinica, entrambe sperimentali. La terapia chirurgica classica (liberazione e/o trasposizione del nervo o sezione dei legamenti del bacino) deve essere adottata con molta cautela. Nel trattamento di questi pazienti resta decisivo l’approccio multidisciplinare, come in MultiMedica: i fattori che concorrono alla CPPS sono molteplici e complessi e solo un team di specialisti (neurourologo, neurologo, neurofisiologo, psicologo clinico, uroginecologo, fisiatra, coloproctologo) può dare risposte esaurienti in termini di diagnostica e terapia. Numero 6 - Inverno 2009 15 buono & sano SE PRESENTE IN ECCESSO, IL COLESTEROLO TENDE A DEPOSITARSI SULLE PARETI INTERNE DELLE ARTERIE FORMANDO DELLE PLACCHE CHE OSTACOLANO IL FLUSSO SANGUIGNO. COME INTERVENIRE IN PRIMIS CON LA DIETA. IPERCOLESTEROLEMIA COME PREVENIRLA, COME CURARLA Augusta Sonato, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica, IRCCS MultiMedica I l colesterolo è una molecola importante per il nostro benessere. Prodotto prevalentemente nel fegato, svolge diverse funzioni, fra queste la biosintesi degli acidi biliari (indispensabili per il corretto assorbimento intestinale dei grassi e delle vitamine liposolubili), degli ormoni sessuali (estrogeni e androgeni), degli ormoni steroidei placentari, degli ormoni steroidei della corteccia surrenale, della vitamina D. Inoltre concorre alla costruzione delle membrane di tutte le cellule. Il problema nasce quando il tasso di colesterolo circolante nel sangue è troppo elevato. Nel torrente circolatorio la diffusione del colesterolo è veicolata da alcune macromolecole di natura proteica denominate LDL (a bassa densità) e HDL (ad alta densità). Le prime hanno tendenza a depositarsi sulle pareti delle arterie accumulandosi in placche aterosclerotiche. Queste ultime sono responsabili dei noti disturbi cardio-circolatori (infarto, ictus, arteriopatie). Le seconde, prive di tale caratteristica, esercitano un’azione di 16 Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica protezione, rimuovendo il colesterolo confinato nelle placche. Una corretta alimentazione è la prima “terapia” (anche se a volte non sufficiente) per correggere l’ipercolesterolemia, e sicuramente la più efficace per la prevenzione. Più dell’esclusione di alcuni alimenti (o peggio di intere categorie alimentari) è necessario impostare un’alimentazione equilibrata, che fornisca cioè la quantità corretta di proteine (di derivazione sia animale che vegetale), zuccheri (prevalentemente sotto forma di amidi), grassi (polinsaturi, monoinsaturi e saturi), fibra alimentare, vitamine e sali minerali. Spesso, invece, si riscontra un eccesso di assunzione di grassi saturi, contenuti prevalentemente nei formaggi, nelle uova, negli affettati, nella carne rossa, nel burro, in tutti i condimenti di origine animale (panna, strutto, besciamella, salse varie…) e nei dolci. Scarseggiano invece gli alimenti che ci aiutano a prevenire o curare l’ipercolesterolemia: il pesce (da consumarsi almeno 2-3 volte alla settimana), il pol- lame, l’olio di oliva, i legumi, la verdura e la frutta. Ovviamente l’eccezione di un pasto più ricco di condimenti e grassi saturi è prevista, ma deve rimanere un fatto esclusivo. Dobbiamo tuttavia abituarci a un corretto regime alimentare, per evitare di vedere il colesterolo salire a livelli pericolosi per la nostra salute, ma anche per mantenere il normopeso, fattore esso stesso indispensabile per il nostro benessere. LA DIETA DEL COLESTEROLO Una dieta che ci aiuti a mantenere il giusto tasso di colesterolo nel sangue deve quindi prevedere: lame, cucinato con pochi grassi. • Verdura condita con olio. • Pane, frutta. Colazione Una tazza di latte parzialmente scremato o yogurt magro e cereali o pane o fette biscottate, marmellata o miele. Spuntino del pomeriggio Frutta fresca in macedonia o cotta o grattugiata o spremuta. Spuntino della mattina Frutta fresca o in macedonia o cotta o grattugiata o spremuta. Pranzo • Primo piatto: pasta o riso o gnocchi di patate. • Secondo piatto: prevalentemente pesce o pol- Cena • Primo piatto: minestrone di verdura o brodo. • Secondo piatto: pesce o pollame o carne rossa o formaggi o latticini o uova o affettati (non più di 2 volte a settimana) o legumi (almeno 2-3 volte a settimana). • Verdura condita con olio di oliva. • Pane, frutta. Numero 6 - Inverno 2009 17 la posta del cuore EDOARDO GRONDA, RESPONSABILE DELL’UNITÀ DI CARDIOLOGIA, RISPONDE ALLE VOSTRE DOMANDE SULLE MALATTIE DI CUORE. INVIATELE PER POSTA ELETTRONICA A [email protected] a cura di Pierluigi Villa, Ufficio Marketing e Comunicazione, IRCCS MultiMedica flash IL CUORE DELLE DONNE IN TOUR S Gentilissimo Dottore, soffro di fibrillazione atriale. Per tre casi, verificatisi a distanza di circa un anno l’uno dall’altro, sono stato sottoposto, con successo, a cardioversione. Ora, dopo due anni e mezzo, mi ritrovo alle prese con un quarto episodio, per il quale mi viene sconsigliata la cardioversione. Ho sentito parlare, con commenti discordanti, di ablazione. Di cosa si tratta? Le sarei grato se potesse darmi il suo parere in proposito. Cordiali saluti, Giovanni Gentile Giovanni, l’ablazione è una procedura di elettrofisiologia interventistica che consiste nell’erogare onde elettromagnetiche a livello del tessuto atriale tramite un elettrocatetere opportunamente manovrato. Tali onde sono in grado d’interrompere il circuito dell’aritmia. La procedura ha una percentuale di successo variabile dal 50% al 75% in rapporto al tipo di indicazione e all’esperienza dell’operatore. È pertanto una soluzione terapeutica da applicare con discernimento e ponderatezza. L’invito è di affidarsi con fiducia all’esperienza dello specialista che l’ha seguita in questi anni. 18 Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica i è concluso il 21 ottobre a Milano il tour di prevenzione cardiovascolare femminile “Il Cuore delle Donne”, promosso dall’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni. Partito da R o m a il 2 3 settembre s co r s o, ha percorso più di 3.000 km, toccando 15 c it t à i n 12 diverse regioni d’Italia. 5 équipe di medici e infermieri si sono alternati, con grande passione e coinvolgimento, sottoponendo a screening gratuiti più di 1.000 donne, a fronte di circa 1.500 richieste. 2.400 gli stick utilizzati per la valutazione di glicemia e colesterolo; 7 le risme di carta impiegate per la stampa dell’elettrocardiogramma; più di 1.000 i referti redatti. A testimoniare il successo dell’iniziativa: 18 ore di filmati con interviste e storie personali, più di 3.000 scatti fotografici che hanno immortalato visi sorridenti e città sempre diverse, migliaia di gadget e brochure informative. Un grande lavoro di squadra che ha portato all’attenzione delle donne e di tutti, l’allarmante incremento dell’incidenza della malattia cardiovascolare, oggi la prima causa di mortalità fe m minile. Un bilancio senza dubbio positivo, addirittura superiore alle aspettative tanto da indurci a pensare di riproporre presto l’iniziativa, toccando nuove piazze e nuove città. IL SAN GIUSEPPE ENTRA NEL GRUPPO D allo scorso ottobre l’Ospedale San Giuseppe di Milano è entrato a far parte del Gruppo MultiMedica e in queste settimane è oggetto d’importanti cambiamenti volti ad adeguare struttura e servizi agli standard di eccellenza conosciuti dai nostri pazienti. Contatti: Ospedale San Giuseppe via San Vittore 12, Milano Prenotazioni Telefoniche: 02.8599 dalle 8.30 alle 16.00 Ulteriori informazioni: www.multimedica.it MULTIMEDICA.IT DIVENTA UN PORTALE I l Gruppo MultiMedica negli ultimi anni non ha mai smesso di crescere. Sono concreti ed evidenti i numerosi passi fatti nel campo della ricerca scientifica e il continuo aggiornamento della dotazione tecnologica per la cura del paziente. Da qualche settimana, è on-line il nuovo portale www.multimedica.it. frutto di una completa trasformazione, ancora in fase di completamento, che, ci auguriamo, lo porterà a diventare un punto di riferimento per tutti i nostri utenti. Numero 6 - Inverno 2009 19 il mondo IL NUOVO PADIGLIONE DI MEDICINA NUCLEARE E RADIOTERAPIA A SESTO A8 Au tos tra d ad ei La gh i Istituto MultiMedica Limbiate via Fratelli Bandiera 3 Limbiate (MI) tel. 02 242091 Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) via Milanese 300 - Sesto S. Giovanni (MI) tel. 02 242091 ge nz ial ano Ospedale San Giuseppe via San Vittore 12 Milano tel. 02 85991 MILANO Ta n ge nz ia le Ov Tan o-Mil A4 Torin eE st Istituto MultiMedica Castellanza v.le Piemonte 70 Castellanza (VA) tel. 0331 393111 es Procedono alacremente il lavori per l’edificazione del nuovo Padiglione di Medicina Nucleare e Radioterapia dell’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni. La nuova palazzina di due piani (di cui uno interrato) sorgerà accanto all’attuale Istituto su una superficie di circa 3000 mq e ne occuperà quasi la metà. La struttura, con un’architettura semicircolare caratterizzata da grandi superfici vetrate e circondata da un’area verde di 300 mq, s’inserirà nel contesto urbano senza stravolgerne l’equilibrio. L’inaugurazione è prevista per l’estate 2010. 20 Sanità al Futuro - IRCCS MultiMedica t Centri Ambulatoriali Multispecialistici MultiMedica: - via San Barnaba 29, Milano - tel. 02 242091 - p.zza della Repubblica 7/9, Milano - tel. 02 242091 MultiLab/Polo Scientifico e Tecnologico via Fantoli 16/15 Milano tel. 02 554061