Sulle onde a tutela della salute di Marco Gasparri L’ Con una lunga e gloriosa tradizione che risale al periodo risorgimentale, la Sanità della Marina ha oggi esteso la sua azione alla popolazione civile italiana e non solo Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce, nel proprio atto costitutivo, la salute uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, come invece voleva, ad esempio, la tradizione popolare che riteneva sano colui che non ha dolori, febbre o altri disagi. Questa definizione pone l’attenzione, per la prima volta, sull’importanza che le componenti ambientali e sociali rivestono e, in particolare, su come esse influiscano sullo stato di benessere dell’individuo; nella stessa si evidenzia inoltre come “la sanità di tutti i popoli è una condizione fondamentale della pace del mondo (…)”. Il diritto alla salute è presente nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, proclamata dalle Nazioni Unite nel 1948, il cui articolo 3 sancisce che “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza della propria persona”. Secondo l’OMS gli Stati debbono, oltre che gestire un sistema sanitario efficiente, promuovere ogni azione in grado di eliminare quei fattori che influiscono negativamente sulla salute della collettività. Oggi secondo un nuova visione della salute, la domanda che dobbiamo porci, non è più: “Quali sono le cause della malattia, e come si possono pre- 6 marzo-aprile 2017 venire?” bensì: “Quali sono le fonti della salute, come si crea, e come possiamo rinforzarla?”. Tale cambio di approccio è formalizzato nel 1978 con la dichiarazione di Alma Ata che richiama l’attenzione sull’importanza della prevenzione nell’ambito delle politiche sanitarie nazionali e internazionali. L’Italia, che ha ratificato la Costituzione dell’OMS nel 1947, riconosce la salute quale “fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività”. L’articolo 32 della nostra Costituzione per l’epoca era una disposizione all’avanguardia, sconosciuta negli ordinamenti costituzionali contemporanei e successivi, inserita solo nelle Carte di ultima generazione. Tale principio oltre che nella Legge Fondamentale dello Stato è stato ribadito nella Legge 833/78 con cui si istituiva il Servizio Sanitario Nazionale. La norma segnò una svolta epocale nell’organizzazione dei servizi del cittadino e al suo interno regolava anche le relazioni fra la sanità civile e quella militare; per pura casualità, anche in questo caso l’articolo cui facciamo riferimento è il numero 32. Oggi, a distanza di molti anni e di numerose modifiche e aggiornamenti del corpo legislativo nazionale, l’ordinamento militare in vigore mantiene forti i principi stabiliti dalla Costituzione e dis- La storia del servizio sanitario della Marina Militare, nasce ancor prima che questa divenisse Regia Marina, in quanto le prime attività in questo settore ebbero luogo durante la Guerra di Crimea, quando il nome della Forza Armata era ancora Marina Sarda. In apertura, il fregio distintivo dell’odierno Ispettorato di Sanità MM. A fianco un’immagine della prima nave ospedale entrata in servizio nella Regia Marina, la Washington, durante la Grande Guerra pone che la tutela della salute sia uno dei principali compiti del Servizio Sanitario Militare (art. 181 del Decreto Legislativo 66/2010 - Codice dell’OrdinaLo stato di buona salute degli equipaggi rappresenmento Militare) da adempiere assieme ad altre ta, infatti, il requisito indispensabile per l’operativifunzioni, quali quelle di verificare l’idoneità psicotà della Forza Armata e pertanto va preservato e gafisica dei militari all’atto dell’arruolamento e perantito ed è per questo che la prevenzione si pone riodicamente durante la carriera. Ma se posta nella come arma fondamentale a supporto della funziogiusta prospettiva, anche la visita di idoneità altro nalità dello strumento militare. Questo è il fine, che non è che una delle tante modalità che si possono sin dal principio, guida il Corpo Sanitario M.M. mettere in atto allo scopo di tutelare la salute del La sua istituzione risale al 1° aprile 1861, quando personale. È questo pertanto il cardine su cui pogCavour, ministro della Marina, propose al Re di gia l’intera struttura sanitaria e che da sempre, di dare un regolamento unitario ai Corpi Sanitari fatto, ne ha connotato l’assetto. dell’ex flotta sarda, napoletana e del Granducato Di fatti, con il nuovo ordinamento, nulla di nuodi Toscana. Il primo Capo del Corpo fu l’ispettore vo viene stabilito, in quanto l’operato delle donne Luigi Verde a cui, fra l’altro, dobbiamo la prima e degli uomini del servizio sanitario militare e più nave ospedale, la Washington. nello specifico di quelli della Marina, è da sempre volto a tutelare il “bene assoluto”, diritto di tutti, come riportato nel Crest dell’Ispettorato di Sanità “Per Undas ad Valitudinem Tuendam (Sulle Onde a Tutela della Salute)”. Un “Bene” che nelle Forze Armate assume un valore anche maggiore perché incide in maniera significativa sull’operatività, come ci ricorda il motto “Salus militum victoriae pignus” inciso sullo stemma araldico di uno dei più illustri medici di Marina, il generale Aldo Castellani. Illustre cattedratico, Castellani, medico personale di Mussolini, prese parte ai due conflitti mondiali e alla Guerra d’Etiopia; è ricordato da tutti per aver scoperto il Trypanosoma gambiensis (microrganismo che attraverso la puntura della L’immagine mostra una crocerossina che assiste un ferito italiano a bordo di una mosca tse-tse provoca la malattia del nave ospedale; queste unità, purtroppo, non vennero mai rispettate dagli aerei Alsonno nell’Africa tropicale). leati, che le affondarono quasi tutte durante la Seconda Guerra Mondiale marzo-aprile 2017 7 Personale sanitario di bordo sul ponte di volo di una unità della nostra Marina sosta, in attesa, durante lo svolgimento delle operazioni di controllo e assistenza al flusso di migrazioni clandestine nei mari italiani Impegnato nella guerra di Crimea, egli aveva potuto vedere come i nemici più pericolosi fossero le malattie. Disastroso si stava rivelando, infatti, il trasporto dei feriti con le navi verso gli ospedali alleati e ciò era dovuto principalmente alle carenze igieniche e alla inadeguatezza dei posti letto. Nel 1866, nell’imminenza dello scontro navale con la flotta austroungarica, Verde chiese l’onore di imbarcare sulla Re d’Italia e nella sfortunata battaglia di Lissa trovò la morte. In tale battaglia, assieme al suo capo, tutto il Corpo Sanitario si distinse per l’ottima organizzazione, per l’impegno qualificato e per l’eroismo dimostrato. Da quel momento, le sorti del personale di Sanità della Marina seguiranno quelle della F.A.. Non si può non ricordare, ad esempio, l’attività navale di protezione civile compiuta dal piroscafo Campania, inviato insieme alla prima divisione navale; il piroscafo fu utilizzato come Nave Ospedale per il soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto del 28 dicembre 1908 che aveva distrutto le città di Messina e Reggio Calabria. La Seconda Guerra Mondiale chiamò il Corpo Sanitario a ben più ardue prove: grazie all’imponente squadra di navi ospedale, comprendente 18 unità, furono effettuate ben 596 missioni, 115 uscite per soccorso a naufraghi; più di 250.000 i feriti e gli infermi ospedalizzati e rimpatriati. Le navi ospedale non furono risparmiate dagli attacchi del nemico, infatti delle 18 Unità 12 vennero affondate da attacchi avversari, nonostante le unità indossassero la livrea della Croce Rossa. Dagli anni settanta in poi l’attività della M.M. è stata caratterizzata dalle missioni di Peace Keeping, Peace Enforcing e dalle missioni a carattere umanitario dove l’opera dell’ufficiale medico assume carattere centrale; fra le molte attività, vale la pena citare, ad esempio, la missione umanitaria in Vietnam 8 marzo-aprile 2017 nel 1979 e quella in Sinai dall’aprile 1982. Da allora, l’impegno in tale tipologia di attività è andato sempre aumentando in termini di contributo del Corpo Sanitario. Oggi ne è vivido esempio quanto fatto nel contesto dell’Operazione Mare Nostrum. Molti sono coloro che con il proprio agire, hanno dato lustro al Corpo Sanitario nei suoi 155 anni di storia e oggi i successori di tanti illustri operatori sanitari, sono i circa 200 medici e 500 infermieri che ogni giorno prestano la loro opera sia nelle infermerie a terra che a bordo delle Unità Navali, sia in Italia che nei teatri operativi esteri. Farmacisti, odontoiatri, psicologi, biologi, veterinari e tecnici sanitari completano le fila del Corpo Sanitario e assicurano con il loro qualificato contributo il raggiungimento della mission. Tutti uniti per un unico obiettivo e cioè tutelare il bene più prezioso in assoluto “la salute”, prevenendo l’insorgenza delle malattie e curandole quando queste si dovessero verificare. La struttura di vertice del Servizio Sanitario della Marina è rappresentata dall’Ispettorato di Sanità, ente alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Marina. Esso ha il compito istituzionale di: A) sviluppare la policy generale della Forza Armata in materia logistica sanitaria e di impartire le discendenti disposizioni tecniche; B) esercitare il controllo sulle attività svolte dagli Enti e Servizi Sanitari di F.A.; C) indirizzare la formazione e l’aggiornamento del personale sanitario e le attività di studio e sperimentazione afferenti l’area sanitaria. Le attività Sanitarie, che sono coordinate a livello intermedio presso l’Ufficio Sanitario del Comando della Squadra Navale (CINCNAV), il Reparto Sanitario del Comando Logistico (COMLOG) ed il 6° Ufficio del Comando delle Scuole (COMSCUOLE), sono assicurate a bordo e a terra dai Servizi Sanitari periferici. Con la sospensione del servizio militare di leva e la nascita delle FF.AA. “professionali”, è stato necessario rivedere l’impostazione medico-legale pensando a un’architettura dell’organizzazione che fosse agile e spedita tanto da dare risposte certe nel più breve tempo possibile, essendosi elevato di molto il livello di operatività dello strumento militare e con esso la proiettabilità del personale verso teatri operativi a volte molto lontani. In tale processo di profonda revisione interna si è giunti alla stesura e, conseguentemente, all’implementazione, della principale pubblicazione medico-legale della Forza Armata (SMM-IS 150) e con essa delle principali procedure di verifica dell’idoneità al servizio del personale. L’approccio medico-legale, in un’ottica di sempre maggior attenzione agli aspetti di prevenzione, deve sempre più cedere a quello proprio della medicina del lavoro ed è anche per questo che la pubblicazione ha fondato le proprie basi su due pilastri fondamentali. Il primo è da individuarsi nell’eliminazione del concetto di “check-up”, in favore di una valutazione personalizzata, basata sul risk assessment e risk management, concetti propri della medicina occupazionale. Il secondo è rappresentato dal fatto che l’idoneità, oggi a cadenza biennale per tutto il personale, viene sancita con l’emanazione di provvedimenti medico-legali monocratici e non più collegiale, come accadeva precedentemente. Da ciò ne deriva che l’emissione del provvedimento si deve basare su un’accurata anamnesi e su un approfondito esame obiettivo e solo successivamente su un numero, limitato e mirato, di esami specialistici e di laboratorio che il medico ritiene, di volta in volta, necessario richiedere. Tale nuova concezione riconsegna Nel laboratorio oculistico di nave Etna alla fonda al largo di Luanda, in Angola, personale specialistico esegue su giovani angolani una serie di analisi preventive per il controllo di patologie dell’occhio marzo-aprile 2017 9 L’interno della camera iperbarica di Marispedal Taranto che, a seguito di un recente accordo tra la Marina e la Regione, è stata messa a disposizione della locale ASL per le necessarie terapie da adottare per i pazienti civili un ruolo centrale alla figura del medico, in una prospettiva di sempre maggiore attenzione verso la medicina basata sulle evidenze e in un’ottica di appropriatezza dei percorsi diagnostici e terapeutici. Assumono in questa nuova organizzazione un ruolo centrale le Infermerie Presidiarie che hanno il compito di: erogare, nei limiti consentiti dall’organizzazione dei servizi, prestazioni diagnostiche e terapeutiche in regime ambulatoriale; esercitare, in regime amministrativo di aggregazione, attività di cura nei confronti di personale militare affetto da patologie minori, comunemente trattate a livello domiciliare; certificare l’idoneità psico-fìsica al servizio per il personale M.M. ai fini dell’idoneità incondizionata al servizio M.M.; assolvere, a favore dei Comandi/Enti afferenti all’area giurisdizionale del Comando Logistico di appartenenza, prestazioni diagnostiche finalizzate alla tutela della salute e della sicurezza del personale militare e civile nei luoghi di lavoro militari, secondo le procedure previste dalla normativa in vigore e sulla 10 marzo-aprile 2017 base delle disposizioni emanate dall’Autorità sanitaria territorialmente competente; espletare, sia in sede di osservazione, sia di rassegna, le attività medico-legali che la normativa in vigore oggi attribuisce alle strutture ospedaliere/D.M.M.L.. Il tutto teso verso il supporto alle attività operative e addestrative della Marina, che rappresentano il core business della Forza Armata È alle componenti sanitarie delle Unità Navali e ai Servizi Sanitari dei Comandi Operativi, quali ad esempio quello del COMSUBIN e quello della Brigata San Marco, che sono devoluti, oltre ai compiti di carattere preventivo e medico legale, quelli di cura degli equipaggi impegnati in attività; ciò con particolare riguardo alla gestione delle emergenze che viene assolta attraverso la piena conoscenza e messa in atto delle manovre salva vita tendenti a stabilizzare le funzioni vitali del paziente e, in particolari contesti, della chirurgia salva vita e salva arti, che può essere effettuata sulle Unità che espletano le funzioni di ROLE 2 MTF (medical treatment facilities). Sul ponte di volo di nave Bettica, personale sanitario della Marina esegue una serie di operazioni di screening sanitario su migranti clandestini prelevati a bordo di imbarcazioni che tentavano di infiltrarsi verso la costa nelle acque italiane Non può non essere citata fra le tante componenti della sanità di Marina, la medicina subacquea e iperbarica (MSI) di fatto la branca specialistica più rappresentativa del Corpo Sanitario. Il Comando Subacquei e Incursori del Varignano (COMSUBIN) è il centro su cui fanno perno non solo le attività delle camere di decompressione operative dei nuclei subacquei ma dove, soprattutto, si svolge attività di ricerca scientifica nello specifico settore. Enzo Maiorca, illustre sportivo e subacqueo, in occasione di un recente convegno medico-scientifico svoltosi ad Augusta, ha voluto ringraziare la Sanità della Marina Militare per aver di fatto dato vita alla medicina subacquea e iperbarica e per aver salvato la vita a molti subacquei in difficoltà. Tutti gli aspiranti medici della Marina, durante il corso applicativo in Accademia, acquisiscono competenze di base in materia di medicina subacquea e iperbarica, mentre quelli che saranno poi impiegati nello specifico settore frequentano percorsi di perfezionamento, prima presso il COMSUBIN e poi presso istituti universitari. La medicina subacquea non è solo studio, ricerca e supporto alle attività operative; infatti, presso il Centro Ospedaliero Militare di Taranto è presente una camera iperbarica multiposto, a disposizione anche della popolazione civile pugliese, utilizzata per le ossigenoterapie iperbariche, sia di elezione che d’urgenza. Le camere iperbariche della Marina, infatti, oltre che a supporto delle attività degli operatori subacquei e palombari della Marina, vengono spesso impiegate per i trattamenti medici di ossigeno terapia iperbarica, sia a favore di pazienti degli ospedali civili, sia in caso di emergenze – attività di protezione civile o di calamità naturali, come è già accaduto a seguito dei terremoti di San Giuliano (2002), dell’Aquila (2009), di Haiti (2010). Tante altre sono le attività che quotidianamente vengono svolte dai 700 donne e uomini del Corpo Sanitario. Non può non essere però rammentato lo sforzo a favore delle popolazioni migranti nel Canale di Sicilia. Un’attività senza sosta che ha marzo-aprile 2017 11 In alto, a bordo di nave Zeffiro il personale addetto provvede all’evacuazione sulla nave di migranti clandestini giunti nelle nostre acque a bordo di uno dei tanti barconi della disperazione. A sinistra, il 30° Gruppo Navale della Marina Militare nel gennaio del 2014 ha sostato nel porto di Maputo, in Mozambico, dove il personale volontario di Operation Smile imbarcato sulla portaerei Cavour, con il supporto della Croce Rossa Italiana e del personale sanitario di bordo ha svolto attività di assistenza umanitaria a favore dei bambini africani portato al salvamento di molte vite umane, allo scrupoloso triage di tutti quanti vengono soccorsi con un importante ritorno in termini di tutela dei cittadini in Patria, divenendo così le Unità Navali hub sanitari di primissimo ordine. In tanta tragedia, poi, 6 nascite hanno portato qualche sorriso sui volti di tutti noi. Molte sono infine le attività che l’Ispettorato di Sanità ha posto e sta ponendo in essere per migliorare 12 marzo-aprile 2017 il grado, già elevato, di produttività ed efficienza delle nostre strutture. Prime fra tutte, si stanno proponendo una serie di collaborazioni con le università e il Servizio Sanitario Nazionale, per sempre maggiori sinergie, in un’ottica di scambio di beni, servizi e di conoscenze. Ciò consente, oltre che di tenere in efficienza le capacità, di porle al servizio del cittadino e, così, integrando l’offerta sanitaria sul territorio, di contribuire al miglior soddisfacimento della domanda di salute di tutti. n