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Comunicato stampa del 16 MARZO 2016
#SOSLUPO - APPELLO DEL WWF:
“LAVORARE PER COSTRUIRE CONVIVENZA CON I LUPI,
UCCISIONI NON RISOLVONO PROBLEMA”
Il WWF replica all’Assessore all’Ambiente, Stefano Mai: uccidere il lupo non risolve i
problemi, serve invece un impegno concreto per la conservazione del Lupo. La Regione
Liguria utilizzi le risorse del PSR 2014 – 2020 per la prevenzione dei danni alla zootecnia
“Uccidere il lupo non risolverebbe il problema dei danni alla zootecnia, anzi rischierebbe di aggravarlo”,
questa la replica del Delegato del WWF per la Liguria, Marco Piombo, alle recenti dichiarazioni
dell’Assessore all’Ambiente, Stefano Mai, in merito all’ipotesi di abbattimenti legali del lupo in Liguria.
“Serve piuttosto un piano regionale per la convivenza con il lupo, specie protetta e salvata dall’estinzione,
utilizzando anche le risorse del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 per promuovere investimenti
per la prevenzione dei danni alla zootecnia, come hanno previsto altre Regioni”, dichiara il rappresentante
regionale del WWF nella sua risposta alla Regione che ha richiesto l’intervento del Ministero dell’Ambiente
per consentire la condanna a morte legale del lupo in Liguria.
È infatti in discussione a livello nazionale il nuovo “Piano di conservazione e gestione del Lupo in
Italia”, predisposto dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con l’Unione Zoologica Italiana e il
supporto dell’ISPRA. Il Piano è stato presentato alle Regioni il 17 febbraio in una riunione del tavolo
paritetico della Strategia Nazionale per la Biodiversità per la discussione tecnica. Accogliendo l’invito
lanciato dal WWF Italia, la discussione è stata però aggiornata e sono state chieste ulteriori valutazioni
alle Regioni.
“Questo Piano prevede una pericolosa scorciatoia per risolvere i conflitti con le attività zootecniche,
soluzione che la Regione Liguria non solo condivide ma avrebbe perfino sollecitato” dichiara Marco
Piombo, Delegato del WWF per la Liguria - “per la prima volta dagli Anni ’70 si torna così a parlare di
abbattimenti legali del Lupo nel nostro paese”.
Il Piano proposto dal Ministero ha accolto al momento le richieste della Regione Liguria ed introduce la
possibilità di derogare al divieto di uccisione, autorizzando l’abbattimento di circa 60 lupi ogni anno
a livello nazionale. Una proposta che ha sollevato le proteste si tutte le Associazioni ambientaliste ed
animaliste mobilitate per contrastare questa ipotesi di caccia di selezione al lupo.
Il WWF ha già scritto nelle settimane scorse al Ministro dell’Ambiente e alle Regioni affinché sia cancellata
dal Piano questa possibilità, lanciando anche una petizione online che in 1 mese è stata sottoscritta da
oltre 70.000 italiane e italiani e che si può continuare a sottoscrivere sul sito www.wwf.it/soslupo per dire
NO all’abbattimento anche di un solo lupo e dire SI ad azioni concrete contro il bracconaggio.
Alla Regione Liguria, che al tavolo paritetico Ministero-Regione si è espressa in favore del Piano, posizione
confermata anche dalle recenti dichiarazioni dell’Assessore Mai, il WWF chiede di rivedere la sua posizione
favorevole agli abbattimenti del lupo e lavorare insieme a tutti i soggetti interessati per favorire la
convivenza con questo predatore. Gli strumenti e le risorse finanziarie per promuovere la prevenzione dei
danni non mancano, sono infatti utilizzabili per questo scopo anche le risorse del Programma regionale
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per lo sviluppo rurale, risorse che l’Unione Europea assegna agli agricoltori – allevatori anche per
assicurare la tutela delle specie selvatiche ed habitat protetti dalle Direttive comunitarie.
Ricorrere all’abbattimento di lupi quale risposta a situazioni locali critiche assicura solo un’illusoria e
temporanea riduzione dei danni causati alla zootecnia, non risolvendo il problema e non placando i
malumori degli allevatori, bensì aumentando in poco tempo la minaccia del bracconaggio. Tutti gli studi
più recenti dimostrano, infatti, che l’abbattimento di alcuni esemplari di Lupo, destrutturando i branchi e
aumentando la dispersione dei suoi componenti, può determinare nel medio e lungo termine un
incremento della predazione sul bestiame domestico. La scorciatoia ipotizzata, quindi, rischia di aggravare,
piuttosto che risolvere, il problema della predazione degli animali domestici da parte del Lupo.
Il WWF considera da sempre prioritaria la mitigazione del conflitto con la zootecnia, nel solco della
coesistenza con i grandi predatori naturali: per questo chiede forti sinergie tra le Istituzioni al fine di
attuare efficaci, concrete e diffuse misure di prevenzione. Nel contempo è necessario e urgente
contrastare efficacemente il bracconaggio e il randagismo/vagantismo canino.
Per il WWF la bozza del nuovo Piano nazionale sul Lupo può e deve essere migliorata attraverso un più
ampio ed approfondito dibattito. L’Associazione ha per questo evidenziato 6 specifiche azioni da
mettere in pratica anche in Liguria per risolvere efficacemente la convivenza tra attività economiche e
presenza dei grandi predatori sul territorio:
1. aumentare la lotta al bracconaggio attraverso l’incremento delle pene e delle sanzioni e il
potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle
indagini antibracconaggio;
2. aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema
dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il Lupo;
3. applicare e valutare l’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia;
4. garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di
trattamento tra le diverse Regioni;
5. attuare una seria e costante campagna per la tutela del Lupo con particolare riguardo al ruolo svolto
dai mezzi di informazione;
6. avviare un monitoraggio della specie a scala regionale e nazionale per arrivare ad una stima
attendibile del numero dei lupi oggi presenti nel nostro paese. Una necessità in particolare per la
Liguria in considerazione dei numeri poco attendibili forniti dall’Assessore regionale all’Ambiente nelle
sue recenti dichiarazioni.
È bene ricordare che solo grazie al divieto di abbattimento, in Italia la popolazione di Lupo oggi è in
ripresa dopo che era arrivata sull’orlo dell’estinzione. Secondo una stima del 2015, oggi in Italia sono
presenti circa 1.500 lupi sull’Appennino e 100/120 sull’arco alpino. Nel 1971, quando il WWF lanciò
l’Operazione San Francesco, il Lupo era una specie cacciabile, percepito come “animale nocivo” da
sterminare e vi erano solo 100 esemplari in tutta Italia. Grazie alle norme di tutela e alla realizzazione di
un sistema di aree naturali protette il lupo è riuscito a rioccupare naturalmente il suo areale, tornando in
territori dai quali era scomparso da secoli come nel caso della Liguria, una regione ponte tra l’appennino e
le alpi dove il lupo è considerato ancora in uno stato di conservazione non favorevole.
Ancora oggi il Lupo non è fuori pericolo a causa di rilevanti minacce, su tutte il bracconaggio (con fucili,
lacci e bocconi avvelenati) che ogni anno colpisce fino al 20% della popolazione, e l’ibridazione, vale a
dire l’incrocio con cani vaganti, che in alcune aree supera il 40% degli individui monitorati.
Secondo i dati del Corpo Forestale dello Stato nel triennio 2013/15 in Italia sono stati trovati morti 115
lupi, e l’esperienza insegna che il numero degli animali ritrovati morti è minore rispetto a quelli realmente
uccisi.