Quanto è grande il Sistema Solare? Obiettivo generale Avvicinare gli studenti allo studio del Sistema Solare e all’analisi critica delle sue dimensioni. L’obiettivo principale è quello di far costruire un modello in scala del Sistema Solare, sia per quanto riguarda il diametro dei corpi celesti che le distanze che intercorrono tra di essi. I bambini, dopo aver raccolto su internet in maniera autonoma le informazioni di diametri e distanze degli oggetti coinvolti, verranno guidati nella scelta della scala da utilizzare per la riproduzione. Inoltre, spesso sui libri di testo della scuola primaria, quando si parla di Sistema Solare vengono illustrati il Sole e i pianeti, dimenticando la fascia di Kuiper e della Nube di Oort. Ai ragazzi verranno fornite alcune conoscenze che per gli astronomi sono già conoscenze acquisite, ma che non lo sono altrettanto per la gente comune, avvicinandoli in questo modo all’affascinante campo della ricerca scientifica. Destinatari Classi IV e V della Scuola Primaria; Scuola Secondaria di I grado. Descrizione Il progetto si articola in tre fasi, che avvengono in tempi diversi: 1. Raccolta delle informazioni. Durante questa prima fase i bambini ricercano in rete le informazioni relative alle dimensioni e alle distanze dei corpi del Sistema Solare: wikipedia risulta essere un’ottima fonte (oltre alla descrizione, presenta una scheda riassuntiva con tutti i dati numerici relativi all’oggetto), ma possono essere consultati anche siti di Osservatori Astronomici, di gruppi astrofili, di Agenzie Spaziali nazionali o internazionali (ESA e NASA, per chi conosce l’inglese). Essendo le orbite dei pianeti ellittiche, i bambini troveranno due valori relativi alla distanza dal Sole: il perielio e l’afelio, che verranno registrati entrambi. Occorre prestare attenzione alla data in cui i siti sono stati aggiornati: le conoscenze in questo campo sono sempre in evoluzione e un sito datato potrebbe riportare valori non aggiornati. Successivamente, i bambini confrontano tra di loro i valori ottenuti, rivolgendo domande di chiarimento al docente, nel caso in cui si presentino incongruenze. In alternativa, le domande possono essere raccolte e presentate all’astronomo, durante la seconda fase del progetto. Questa prima fase può essere svolta con il docente, senza la presenza dell’astronomo, che tuttavia si rende disponibile a presenziare. 2. Riduzione in scala. I dati vengono raccolti in un foglio di calcolo. Per quanto riguarda la distanza del corpo dal Sole, si pone la scelta di quale valore adottare (perielio, afelio, media delle due). Nel caso della media, i bambini verranno aiutati a fare il calcolo usando il foglio di calcolo stesso. A questo punto, avendo preparato tutti i dati, occorre scegliere il luogo in cui eseguire la riproduzione. Dalle dimensioni del luogo dipenderà la scelta della scala. Il passaggio successivo risulta quindi la riduzione in scala dei diametri dei corpi celesti e delle distanze. L’astronomo userà il foglio di calcolo insieme ai bambini, utilizzando la LIM. La scala dovrebbe essere la stessa, per diametri e distanze, in quanto la doppia scala nasconderebbe la distanza reale tra un corpo e l’altro, rispetto alle dimensioni. In questa seconda fase, della durata di due ore, il docente viene affiancato dall’astronomo, che accompagna le considerazioni matematiche Istituto Nazionale di Astrofisica – IASF Bologna 1 ad una breve descrizione dei corpi del Sistema Solare. Si allega una tabella con i valori aggiornati e una possibile scelta riduzione in scala. I bambini possono anche decidere di rappresentare il sistema solare fino a un certo pianeta (Giove, ad esempio) a beneficio delle maggiori dimensioni che avrebbero i pianeti rappresentati. 3. Preparazione del materiale e realizzazione. I bambini riproducono i corpi del Sistema Solare con la plastilina, e li sistemano nel luogo scelto in base alle distanze calcolate. Anche in questo caso, se ritenuto opportuno dal docente, l’astronomo si rende disponibile ad affiancare il docente stesso nella realizzazione dei corpi del sistema solare, illustrando le caratteristiche dei corpi in oggetto. Il lavoro nella parte iniziale è previsto essere svolto a coppie, per la ricerca dei dati. Successivamente, si possono fare piccoli gruppi per una condivisione e rielaborazione dei dati stessi. La parte di riproduzione in scala invece può essere svolta suddividendo la classe in due grossi gruppi, che alla fine confronteranno le soluzioni trovate e decideranno quale strada seguire. Il progetto proposto può costituire un utile esercizio alternativo per fissare alcuni importanti concetti legati alla riproduzione in scala, e nel contempo avvicinare i bambini allo studio dell’astronomia. Referenti Maura Sandri Istituto Nazionale di Astrofisica – IASF Bologna 2