Grazie
Presidente!
Durante il discorso pronunciato lo
scorso 18 settembre in occasione dell’apertura del nuovo anno scolastico,
rivolgendosi ai ragazzi di tutta Italia, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto, tra l’altro:
“La passione non vi manca. I temi che avete scelto per
questa apertura di anno scolastico vi fanno onore. Toccano
valori fondamentali della nostra democrazia. Oggi qui siete
protagonisti di esperimenti e di vari momenti di spettacolo. E mi piacerebbe che la musica entrasse nei programmi
scolastici. La musica, ha detto un grande musicista italiano, ‘aiuta le nuove generazioni a trovare la strada’. Anche
il riscatto sociale passa per la strada dell’arte. Tra tutti i
ragazzi oggi protagonisti, voglio indirizzare un saluto e un
augurio speciale ai ragazzi di Nisida, ancora ‘dentro’ il carcere, ma già ‘fuori’ se sono capaci di produrre e di rappresentare così bene un testo teatrale.”
È consolante scoprire nel Capo dello Stato questa sensibilità verso la musica e le arti, ed è importante sottolineare
questo passaggio del suo discorso.
Da quasi venticinque anni, come Associazione dei produttori e distributori di strumenti ed edizioni musicali, ci stiamo battendo perché la musica ritorni ad essere protagonista nel percorso di formazione culturale dei nostri giovani,
e lo facciamo perché sappiamo quali benefici effetti abbiano lo studio della materia musicale e la conseguente
pratica musicale sull’armonico sviluppo delle capacità della persona, sia come apprendimento che come evoluzione
comportamentale.
Ma se lo dice un’associazione come la nostra, c’è sempre
il sospetto che, sotto sotto, ci sia più la volontà di aumentare le vendite che quella di promuovere il benessere socio-culturale di una nazione.
Il fatto che la massima voce super partes del nostro Paese abbia voluto dedicare un passaggio così esplicito alla
musica e alle arti nel discorso di apertura del nuovo anno
scolastico è quindi particolarmente significativo, perché
avalla istanze culturali al di sopra delle logiche di mercato,
sottolinea prospettive di interpretazione della materia musica che fanno riflettere e aprono nuovi orizzonti e sollecita
in modo forte e chiaro a riconsiderare il ruolo della musica
sia nella scuola che nella vita.
Anche la citazione del teatro è importante: l’arte teatrale va spesso di pari passo con la musica, e, come questa,
aiuta a socializzare in modo positivo, detta tempi e modi
relazionali e insegna ad apprezzare e a praticare il rispetto reciproco.
Grazie Presidente! Noi ci auguriamo che gli educatori sappiano fare tesoro delle Sue importanti sollecitazioni, nella
prospettiva di disegnare, nel tempo, una società più tollerante, più sensibile, più colta e, in contrasto con un presente così devastato e stridente, più armonica.
Gianni Cameroni
Nuova data per il Salone di Milano
Dal 21 al 24 settembre 2007, la Musica sarà
al centro dell’attenzione. In tutti i sensi.
L’Assemblea Generale Dismamusica, svoltasi lo scorso 18
settembre a Bologna, ha deliberato all’unanimità l’adesione
al suggerimento di posticipare
lo svolgimento di Meet Milano
al settembre 2007.
Motivo di questo spostamento,
che peraltro ridisegna percorsi
già noti al marketing musicale
(per oltre vent’anni lo storico
SIM di Milano si è svolto proprio a settembre), è quello di
inserire l’appuntamento milanese con lo strumento musicale, con la musica e le attrezza-
ture professionali per lo spettacolo nel vasto percorso culturale all’insegna della musica che
le municipalità di Milano e Torino hanno deciso di promuovere
proprio in settembre.
Secondo quanto annunciato
dall’assessore alla cultura Vit-
torio Sgarbi nei giorni scorsi,
infatti, le città di Milano e Torino organizzeranno il prossimo
settembre un grandioso ed articolato festival internazionale
della musica (MiTo) destinato
segue a pag. 4
Sul prossimo
numero
REPORTAGE
DISMAMUSICA MAGAZINE - Settembre 2006 - Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Milano - Anno VIII - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni - Editore e proprietario: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) - Tel. 0362 583672
Stampa MK editore - Fino Mornasco (CO) - Aut. Trib. di Monza 1.701 del 16/12/2003 - Contiene I.P.
Organo ufficiale di DISMAMUSICA - Associazione Italiana Produttori e Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali - Anno VIII - n. 30 - SETTEMBRE 2006
9 settembre. Un mattino luminoso saluta l’apertura del
Salon de La Musique et du Son, un appuntamento che,
dopo anni di digiuno, torna a vivacizzare la vita musicale
della capitale francese.
La folla è quella di sempre:
giovani musicisti, eleganti uomini d’affari, affannati rivenditori e insegnanti un po’ bohé-
mien (si sa, siamo a Parigi) si tare la mostra degli strumenti:
accalcano alle biglietterie.
con la promessa di poter anUn gruppo di bambini sfila con che provare a suonare.
segue a pag. 6
cappellini rosso fuoco per visi-
Il 12 novembre 2006
si terrà all’Alcatraz di
Milano la ventinovesima
Second Hand Guitars,
la mostra-mercato
di chitarre e bassi
organizzata da
Accordo.it.
Dismamusica Magazine,
come è ormai tradizione,
produrrrà il Catalogo
della manifestazione, che
verrà allegato alla rivista.
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concept-piano: PX-700, è il nuovo Privia con mobile dove il design e la compattezza lo rendono unico nel suo
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amplificazione più potente e preciso. Privia: il nuovo standard nei piani digitali.
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Come Together
“Come Together” vuole quindi essere un invito a partecipare con convinzione. Un invito sia
per chi ha deliberato questa svolta, sia per chi si pone prudentemente ai margini dell’evento,
sia per chi (incredibilmente) si chiama fuori, emulando i giocatori che fanno di tutto per
rimanere in panchina (o in tribuna) mentre si gioca la finale di Coppa del Mondo.
Guardando al futuro, secondo me, bisogna accettare le nuove frontiere della globalizzazione,
della digitalizzazione, della rimappatura distributiva: ma bisogna farlo giocando dalla
parte degli attori del mercato, e non da quella dei semplici spettatori.
“Come Together” diventa quindi un invito nel segno di un leit-motiv che è stato bandiera
di un cambiamento epocale a livello musicale, e mi sembra un “buon motivo” per segnare
con una svolta decisa questo nostro mercato che da due anni ricomincia a dare segni di
tangibile reattività.
Vecchia Volpe
SOMMARIO
in questo numero:
pag. 1
Parigi: torna il Salone
pag. 6
Dall’estero
pag. 8
Korg is back
pag. 10
Parola d’ordine: accoglienza
pag. 12
Leggendo qua e là
pag. 16
Dalle aziende
pag. 20
Meet Milano entra nel... MiTo
di Gianni Cameroni
dal nostro inviato
a cura della Redazione
di Gianni Cameroni
di Cristiano Cameroni
di Caterina De Gregori
a cura della Redazione
colophon
DI S M A M U S ICA M A G A Z INE
N. 30 - settembre 2006 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni
Editore e proprietario: S&G Partners srl - Direzione e Amministrazione:
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Aut. Trib. di Monza no 1.701 del 16/12/2003.
Direzione Editoriale: Antonio Monzino jr.
Redazione: Silvana Antonioli, Cristiano Cameroni, Anna Cristofaro (Art Director).
Hanno collaborato a questo numero: Alessandro De Cristoforis, Patrizio Vertuani, Vittorio Gallarotti, Caterina De Gregori
Grafica, impaginazione e coordinamento:
S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI)
Tel. 0362 583672 - Fax 0362 544356 - e-mail: [email protected].
AIARP spesso si distingue per
l’attenzione che riserva alla crescita professionale dei suoi associati,
crescita che promuove attraverso incontri con grandi esponenti della tecnica, della tecnologia e
della tradizione pianistica, sia livello di costruzione che di riparazione, accordatura e restauro.
La terza settimana di settembre
AIARP ha organizzato a Torre Pedrera, in quest’ottica, un corso di
quattro giorni sul restauro conservativo dei pianoforti, con particolare riferimento alla sostituzione della tavola armonica.
“Attore” e docente il socio Marco De Lellis, proveniente da New
York, città nella quale si è trasferito alcuni anni fa e dove ha aperto
un grande laboratorio di accordatura e restauro.
La lezione è ricca di spunti, suggerimenti, consigli e rivelazioni, e
stabilisce un percorso e un metodo molto rigoroso, che parte dalla
perizia sullo strumento e dal vero
e proprio rituale di rilevamento
di dati e misure che consentiranno la perfetta ricostruzione dello
strumento secondo le sue caratteristiche originali.
Con l’aiuto di una ricchissima
documentazione fotografica, si
ripercorre il restauro in dettaglio
di un bellissimo pianoforte a coda Bechstein (originariamente arrugginito nelle corde e con la tavola armonica piena di spaccature
tanto negli acuti quanto nei medi
e bassi), per il quale viene anche
effettuata la sostituzione dell’intera tavola armonica.
Dopo aver “disarmato” lo strumento (prendendo nota di ogni
misura e dettaglio), avviene il distacco della tavola armonica, con
cunei di legno ribattuti con un
martello dalla parte sottostante
lo strumento. Poi si sono visti i
dettagli della ripulitura del letto con l’attenta misurazione della tavola e delle catene, per poter
stilare un ordine molto preciso
alla casa produttrice delle tavole migliori: il relatore ci fa notare che anche in America sono
preferite le tavole armoniche italiane della ditta Ciresa di Tesero,
in quanto reputate le migliori in
assoluto.
xi. È impensabile infatti girare a
Manhattan o a New York City
con la propria auto e sperare di
trovare un parcheggio... per questo Levitan si è costruito uno zainetto attrezzatissimo (con piani,
scomparti, rastrelliere elastiche e
via discorrendo) per avere a portata di mano tutto l’occorrente in
ogni situazione di lavoro.
Alla testimonianza di De Lellis si
è aggiunta poi la raffinata lezione di Daniel Levitan (tecnico accordatore ed editorialista di Piano Tech. Journal), che ha
illustrato un aspetto pratico decisamente inconsueto: “La valigia porta-attrezzi per New
York City”. Si
tratta di una soluzione forzata
per un’area vastissima nella quale è importante spostarsi con i mezzi pubblici (metropolitana) o con il ta-
che (scelta e costruzione) e che
si evolve in una presentazione di
diffusori acustici raffinati, di design e tratti proprio dal massello
delle tavole armoniche,
vere e propre “Opere Sonore”.
L’incontro si conclude poi con
la relazione di Fabio Ognibeni,
che tratta delle tavole armoni-
È proprio
questo che
ci si aspetta da un’associazione come
AIARP: una attenta preoccupazione alla crescita professionale degli associati, invitati anche a condividere, come in
questo, caso, approfondimenti
(come una serie di proiezioni sulla comunità della Val di Fiemme
e sulla scelta degli abeti, visto che
il maltempo ha impedito la prevista escursione) e un percorso di
convivialità e di reciproca conoscenza.
Il prossimo appuntamento, sempre a Torre Pedrera, sarà alla fine
di novembre, per il rinnovo delle cariche sociali e per una serena riflessione su quanto AIARP
ha fatto in questa sua passata...
legislatura.
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IL Sommario
Il titolo di una canzone dovrebbe ispirare. In questo
caso, dovrebbe ispirare un settore, chiamato a “stare
unito” per dare vita a un evento capace di “fare
rumore” in tutti i sensi.
Meet Milano sarà la nuova sfida del settore per
compiere il salto di qualità che gli operatori da anni
richiedono e reclamano. E Milano è una sede, forse l’unica in Italia, che può permettere il
compiersi di questo salto di qualità, con un bacino d’utenza imponente, con una struttura
fieristica che è assolutamente prima al mondo, con un tessuto culturale (musicale) di assoluta
eccellenza e con una vocazione europea che le deriva dal primato economico nazionale.
Dalla PRIMA
segue da pag. 1
a catalizzare l’attenzione dei
media, degli appassionati e dei
professionisti su tutto quanto è
musica. Nel comunicato ufficiale, che riportiamo integralmente qui a fianco, Vittorio Sgarbi
dichiara: “Il MiTo festival porterà una nuova energia in città
perché verranno sfruttati spazi,
luoghi e palcoscenici naturali
nuovi o sconosciuti agli stessi
milanesi. Porteremo concerti e spettacoli ovunque, nelle splendide abbazie
intorno a Milano come
Morimondo
o Chiaravalle, nei cortili dei palazzi
storici o nelle sale da musica di Palazzo
Clerici o al Palazzo
della Borsa. Ma anche in
luoghi inusuali come il piazzale
della Stazione Centrale”.
In Fiera e oltre
“Questa prospettiva si inserisce perfettamente nel percorso che avevamo in animo di costruire con lo spostamento del
Salone dello strumento musicale e della Musica a Milano”,
dichiara il presidente Dismamusica Antonio Monzino.
“Meet Milano, inserito nella logica di MiTo”, gli fa eco Claudio
Formisano, presidente di Disma Servizi, “risponde a pieno
alle aspettative dell’industria e
della distribuzione, e consente
di ottimizzare gli investimenti in
comunicazione allineandosi a
un momento mediatico già sen-
sibile ai temi musicali”. Nell’ambito di Meet Milano verranno peraltro organizzati moltissimi incontri con musicisti e altrettanti concerti, sia
presso gli stand che in appositi
spazi “live” attrezzati messi a
disposizione dall’organizzazione, in quanto un Salone dello
Strumento musicale è luogo
deputato ad esprimere proprio
questo tipo di attenzione per
musicisti, appassionati e neofiti della pratica musicale.
La convergenza tematica
dell’avvenimento
fieristico e delle
molte iniziative musicali
che ruoteranno attorno a MiTo richiamerà sul
capoluogo
lombardo l’attenzione nazionale ed internazionale di musicisti, organizzatori di concerti, gestori di reti televisive e radiofoniche e, in
genere, di operatori dello spettacolo tout-court.
Dal punto di vista del marketing
aziendale sarà pertanto quasi imperativo presidiare Meet
Milano con una adeguata superficie espositiva per tutte le
aziende che si muovono in questo segmento merceologico e
commerciale.
“È fortemente probabile che
convergano su Milano sia i rivenditori che i grossisti di un
vastissimo bacino di utenza”,
sostiene ancora Formisano,
“motivati dalla consapevolezza di ritrovare in Fiera Milano
stimoli commerciali importanti, oltre a una gamma di offerta ricca e diversificata, grazie
alle tre ‘anime’ che
contraddistinguono
la struttura espositiva di Meet
Milano”.
Il pubblico
Meet Milano, specialmente nell’area dedicata allo strumento
musicale e alle edizioni musicali (MIV – Music International
Village), vuole essere da una
parte la cartina di tornasole di
un mercato che da alcuni anni
ha ripreso vivacità e interesse
(e lo dimostrano anche i numeri di mercato, che hanno timidamente ripreso ad essere di
segno positivo), e dall’altra un
polo catalizzatore dell’interesse di tutti coloro che fanno musica dal vivo.
L’invito ai visitatori sarà quello
di provare gli strumenti, di imparare tecniche e “trucchi del
mestiere” guardando da vicino
strumentisti, artisti e virtuosi di
ogni strumento, e la frequentazione in Fiera sarà quella dei
grandi avvenimenti musicali,
nella prospettiva, grazie alla
contemporaneità con MiTo, di
tenere viva poi l’emozione della musica anche alla sera, dopo la fiera, in uno qualsiasi dei
luoghi dove si proporranno kermesse musicali di ogni tendenza: dalla classica al rap, dal
jazz all’hip-hop e così via.
I rivenditori
Anche i rivenditori avranno molto da dire e da fare in occasione di questo appuntamento, un
avvenimento che seguirà di poco l’estate e che farà da preludio alla stagione di vendita autunnale. Sarà imperativo esserci per osservare da vicino l’offerta e il pubblico, per capire
quali sono le tendenze, le preferenze, le possibili evoluzioni
di un mercato sempre alla ricerca di nuovi coinvolgimenti
sia tecnologici che emotivi,
Ai rivenditori sarà anche
Andrew Howe in... batteria con Tama e Zildjan
Di norma, quando dicono di lui
che va in batteria è perché Andrew Howe, campione europeo
del salto in lungo e grande velocista, sta per iniziare una gara.
Lo scorso 29 settembre, però,
le cose sono andate in modo un
po’ diverso, in quanto Howe, che
affianca all’attività atletica un’intensissima passione per la mu-
sica, è stato ospite della
Mogar Music, che gli ha
donato una scintillante batteria Tama completa di un
set di piatti Zildjan.
Seduto allo strumento,
Howe ha suonato a più riprese per il piacere dei
giornalisti e dello staff Mogar, dimostrando una notevole maestria (suona da
più di dieci anni, e il suo gruppo tiene regolarmente concerti
quando non è periodo di gare).
Al termine della... demo, il sorridente Howe ha scambiato alcune battute con Carlo Bonomi,
Marco Guazzoni e Antonio Monzino jr., che hanno posato insieme
a lui per la foto di rito. “L’atletica
e la musica” –ha dichiarato fra
l’altro l’azzurro– “sono per me
ugualmente irrinunciabili. Al punto che non ho dovuto decidere
se suonare o meno, se gareggiare o meno. Semplicemente, non
ne ho potuto fare a meno.”
demandato il compito di sensibilizzare il loro pubblico sull’evento, in modo da sollecitare
i clienti a visitare la Fiera, a frequentare Milano e a trovarsi immersi nella musica dal mattino
a notte inoltrata: Meet e MiTo
promettono moltissimo a livello
musicale in tutti i sensi.
Gli organizzatori si aspettano
di vedere rivenditori da tutta
Italia, e non solo. La vicinanza
con Svizzera, Germania, Francia e Austria fa anche sperare
infatti nella possibilità di suscitare l’interesse di numerosi rivenditori e operatori d’oltralpe,
e soprattutto dei cosiddetti bigbuyers.
In questo senso la maggiore
lontananza temporale che le
nuove date consentono di raggiungere rispetto all’appuntamento primaverile di Francoforte gioca a favore di una crescita di interesse per il Salone Milanese sia da parte dei visitatori che, naturalmente, da parte
anche dei potenziali espositori.
Il coraggio
di avere fiducia
Meet Milano prosegue quindi nella strada intrapresa con
punti in più, opportunità in più
e prospettive in più. Può essere più grande, più seguito e più
efficace, grazie alla contemporaneità di un grande evento mediatico-musicale come quello
promesso da Milano e Torino e
grazie a quanto ciascun attore
del mercato andrà costruendo
nell’arco di tempo di poco meno di un anno che ci divide dal
nuovo appuntamento fieristico
con il mondo della musica nella
sua più ampia accezione.
Guardiamo avanti con fiducia: ci
è finalmente data l’opportunità
di compiere un importante salto
qualitativo. Squillino dunque le
trombe e rullino i tamburi!
Gianni Cameroni
Comunicato Stampa
del Comune di Milano
Sgarbi annuncia il festival internazionale
della musica
in collaborazione con Torino
Vittorio Sgarbi – Assessore alla Cultura Comune di Milano
Due città mito unite dal ”MiTo” della musica. Con queste parole l’Assessore alla cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi, ha
annunciato a Palazzo Marino la creazione di
un festival internazionale della musica che sarà organizzato nel 2007 da Milano e Torino.
“Oggi – ha detto Sgarbi – abbiamo idealmente aperto la “costituente” dell’asse musicale
tra le due città.”.
Alla conferenza stampa erano presenti Fiorenzo Alfieri, assessore alla Cultura del Comune di Torino; Enzo Restagno, direttore artistico di “Torino
Settembre Musica”, Ezio Gribaudo, presidente dell’Accademia Albertina
delle Belle Arti di Torino e Francesco Micheli, presidente del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
Milano si candida così a diventare fautore di un “grande polo italiano della musica”. Un progetto reso possibile dal prestigioso apporto artistico e
organizzativo di Torino Settembre Musica. Direttore del “MiTo festival”
sarà Enzo Restagno, già alla guida artistica della kermesse piemontese
giunta alla sua 29ma edizione.
Presidente del Comitato di gestione della manifestazione sarà Francesco
Micheli. A Micheli, secondo una linea di coerenza nella programmazione
delle attività in campo musicale, sarà affidata anche la presidenza del Teatro
degli Arcimboldi che, a sua volta, diverrà il “motore creativo” del Festival.
“Il MiTo festival porterà una nuova energia in città – ha detto Sgarbi –
perché verranno sfruttati spazi, luoghi e palcoscenici naturali nuovi o sconosciuti agli stessi milanesi. Porteremo concerti e spettacoli ovunque,
nelle splendide abbazie intorno a Milano come Morimondo o Chiaravalle, nei cortili dei palazzi storici o nelle sale da musica di Palazzo Clerici o
al Palazzo della Borsa. Ma anche in luoghi inusuali come il piazzale della Stazione Centrale”.
L’assessore alla Cultura ha però escluso che piazza del Duomo possa essere impiegata in futuro per ospitare concerti e manifestazioni: “La centralità centrifuga del Festival non riguarda certo piazza del Duomo. Accolgo
decisamente la proposta di Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro
“Franco Parenti”, si deve rispettare il valore storico religioso del sagrato. Le uniche manifestazioni compatibili e coerenti con la tradizione sono il Carnevale Meneghino e la Festa di Sant’Ambrogio”. L’assessore ha
sottolineato come la collaborazione tra Milano e Torino, anche a livello
di investimenti e risorse, consentirà di allestire un cartellone di spettacoli di altissimo livello, ipotizzando un budget complessivo intorno ai 10 milioni di euro.
Sgarbi, infine, non ha escluso la possibilità di aprire il festival ad altre collaborazioni: “Il Festival musicale di Spoleto – ha aggiunto l’assessore
– è tra i candidati”.
Milano, 1 settembre 2006
Uno Stradivari a Shanghai
Si è scritto molto, negli ultimi tempi, a proposito
delle relazioni commerciali italo-cinesi e delle ripetute missioni commerciali che il nostro Governo ha
appoggiato nel tentativo di dare un forte impulso
alla creazione di una partnership economica duratura. A queste numerose iniziative se ne aggiunge
una che nasce proprio nel nostro settore, e che vedrà coinvolto nelle prossime settimane l’intero staff
di Mondomusica, il Salone cremonese
degli strumenti musicali d’alto artigianato. Da diversi anni a questa parte, infatti,
Mondomusica ospita iniziative organizzate in collaborazione con gli Enti fieristici dell’Estremo Oriente... ed è giunto il momento in cui possono
essere colti i frutti di questo paziente lavoro.
Oltre ad occupare uno stand istituzionale presso la
Music China, il Salone cinese degli strumenti musicali che si terrà a Shanghai dal 18 a 21 ottobre
prossimi, Mondomusica porterà in oriente un preziosissimo Stradivari. Questo strumento, che simboleggia l’eredità della grande tradizione musicale
italiana, verrà suonato in concerto da uno dei più
raffinati interpreti cinesi e si trasformerà in un “ponte” ideale fra le due culture.
La realizzazione di questo evento è stata resa possibile dagli sforzi congiunti di CremonaFiere, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
del Ministero per gli Esteri italiano e del
Ministero per gli Esteri cinese. Secondo i
responsabili delle quattro istituzioni, i risultati di questa iniziativa non si faranno attendere.
Anche perché, fanno notare a Mondomusica, il numero delle imprese cinesi che decidono di esporre
a Cremona è in continua crescita, a riconferma del
ruolo di riferimento a livello mondiale che il Salone
cremonese ha ormai raggiunto nel settore.
DISMAMUSICA MAGAZINE
I numeri del Salone
Retrospettiva
Gli organizzatori hanno diramato un commento generale sulla manifestazione tre
giorni dopo la sua chiusura. I visitatori sono
stati quasi 35.000, nei quattro giorni di fiera, e hanno dimostrato un interesse genericamente condiviso sui 200 espositori che
proponevano circa 800 marchi differenti.
Oltre 100 concerti e show cases hanno
animato la manifestazione nei quattro giorni di apertura, che hanno visto la presenza di circa 1.600 “apprendisti” alle prese
con gli strumenti di “Osez la Musique” e di
30 relatori che hanno animato dieci convegni settoriali.
Un ultimo dato: il prossimo appuntamento
con il Salon de La Musique et du Son è a
Parigi dal 12 al 15 settembre 2008.
segue da pag. 1
Spartano, ma efficace.
L’impatto agli ingressi è di tipo minimalista. Addetti alla sicurezza certamente palestrati controllano attentamente badge e biglietti. Non ci sono
tornelli e lettori di codici a barre o di schede magnetiche: le barriere sono semplici nastri tirati
tra due piantane, ma l’efficacia è identica.
Subito dietro i controlli la prima
sorpresa (non l’evevamo
mai visto): lo strillonevenditori di cataloghi.
“Voulez vous acheter
le catalogue officiel
du Salon?”, ci apostrofa con un gran
sorriso. Poi sbircia
il badge “Presse” e
non insiste: il giornalista ha il privilegio di ave-
re gratis il catalogo
se si registra in sala
stampa.
Dopo le registrazioni di rito (e con il catalogo in mano) iniziamo a girare per il
padiglione. Siamo al
Parc des Expositions
de Versailles, alla periferia sudovest di Parigi,
e davanti a noi
un grande spazio si estende alle spalle della prima
fila di stand. È curioso, ma
dovevamo aspettarcelo: in prima fila, a Parigi, ci sono le fisarmoniche
(l’Accordéoniste in Francia si è anche
meritato l’onore di uno dei più grandi
successi di Edith Piaf, ricordate?).
Tra gli italiani presenti riconosciamo PiginiExcelsior, Armando Bugari, Fratelli Crosio, Beltuna e Cooperfisa. Molti per una prima parigina, anche se possono
comunque contare su un
mercato consolidato in terra
francese, un
mercato che
vale
certamente la pena di coltivare
da vicino.
Subito dietro le
fisarmoniche si
presentano i pianoforti e, accanto,
i fiati, anch’essi con
la grande tradizione
francese (bastano i nomi
Buffet Crampon e Selmer?),
anche se tra gli ottoni appaiono nomi d’oltreoceano (come
Weril) e spagnoli (come Stomvi)
che espongono con notevole
evidenza.
La musica
stampata
Gli “altri”
strumenti
Proseguendo nella visita ci imbattiamo nella terza parte del Salon de La Musique: gli strumenti
più venduti. Gli stand dei grandi marchi internazionali (Yamaha, Roland, Fender) fanno da corollario a una serie di altri grandi stand di distributori internazionali (come non citare Mogar Music
France, presso il cui stand abbiamo incontrato
Carlo Bonomi e Marco Guazzoni) fino a formare un panorama convincente dell’offerta francese di strumenti.
Tra le aziende italiane rappresentate riconosciamo UFIP, EKO, Montarbo, Bespeco e, in
uno stand curiosamente condiviso, gli organi Viscount accanto alle percussioni Tamburo.
Notevoli alcuni liutai francesi, impegnati a mostrare produzioni decisamente interessanti, e notevole comunque
la convinvenza tra i vari
operatori.
Insieme
Accanto ai fiati, e con una
per esporre
notevolissima estensione,
Molte volte, in quefa bella mostra di sé l’edisti anni di presenza sul
toria musicale. Gli espositomercato, abbiamo assiri, percentualmente, sostito a vere gare di volumi
Naturalmente abbiamo incontrato molti operatori nei due giorni di visino tantissimi, e l’attentra espositori confinanti. “Deta. Ed abbiamo potuto raccogliere un po’ di impressioni.
zione rivolta alla musica
vo dimostrare gli ampli per chi“L’impatto è decisamente positivo”, ci ha detto Claudio Formisano, prestampata da parte del pubblitarra!”, tuona uno, “E io devo far capire
sente anche come responsabile di Dismamusica per il settore Fiere.
co francese ci fa subito riflettere la potenza dei bassi e la qualità delle percussio“È bello vedere come non si sia voluto strafare con allestimenti faraosul livello medio di cultura mu- ni!”, risponde l’altro. Per non parlare poi di chi
sicale che differenzia la nostra approfitta delle diatribe altrui per inserirsi con vonici, ma si sia semplicemente voluto presentare gli strumenti. È un
bella Italia dai cugini d’oltral- lumi decisamente inaccettabili alimentando inumodo forse più pacato, ma certamente efficace, soprattutto pensanpe... Ma lasciamo cadere l’ar- tili sfide a suon di decibel “sparati” sugli incoldo che a Parigi erano più di cinque anni che mancava un vero salone
gomento.
pevoli visitatori.
dello strumento musicale. Per essere una première mi pare un’espeFra
i
tanti
espositori
schierati
Anche a Parigi, effettivamente, alcuni espositori
rienza riuscita”.
lungo
le
corsie,
si
nota
l’imnon scherzano per nulla, con i volumi. E c’è chi
Antonio Monzino lo abbiamo incontrato allo stand Selmer, mentre era a
portante presenza di Cari- sottolinea urbanamente qualche intemperanza.
colloquio con Patrick Selmer, responsabile dell’omonima casa e presidensch, dove un soddifatto Ma, per lo più, i vari espositori si alternano alle
te della CSFI (Chambre Syndicale de la Facture Strumentale). “È un esperimenMarco Volonté ci ac- demo, consentendo a ciascuno di trovare un proto riuscito”, ha sottolineato Antonio Monzino, “che il mercato francese attendeva da
coglie con grandi prio spazio dimostrativo soddisfacente.
tempo. Grazie all’impegno dell’associazione francese in collaborazione con Reed International, il salone si è svolto nei tersorrisi. Già dal Anche il doppio palco live (nascosto dietro grandi
mini promessi, ed è stato un successo annunciato”.
primo giorno le tendaggi) non disturba più di tanto, e consente
Dello stesso parere anche Marco Guazzoni, positivamente impressionato dalla qualità media dei visitatori, decisamente interescose promet- al pubblico di ascoltare una demo o un gruppo
tono bene. intanto che l’altro palco (letteralmente affiancato
sati alla musica in tutte le sue forme e molto preparati, e dalla folta presenza di rivenditori.
al primo) viene allestito per il gruppo successivo.
“La fisarmonica è lo strumento principe nella cultura francese”, ha sottolineato Emiliana Roviero della Cooperfisa di Vercelli, “e lo
si nota dalla qualità molto elevata dei prodotti esposti. Anche la nostra gamma ha riscontrato notevole interesse, sia per il suono,
che è la cosa più importante, sia per le finiture che abbiamo in gamma, nuove, coloratissime e capaci di affiancarsi ai colori severi delIn alto: lo stand Mogar Music France e lo spazio Eko.
la gamma tradizionale”.
I commenti
di chi c’era
Nei tondi, in senso orario:
l’esposizione degli strumenti Weril;
un sorridente Marco Volonté;
il presidente di Disma Servizi,
Claudio Formisano;
lo strillone che metteva
in vendita i cataloghi del Salone.
Qui a fianco, da sinistra a destra:
Patrick Selmer e Antonio Monzino jr.
Carlo Bonomi e Marco Guazzoni.
Lo stand Cooperfisa.
DISMAMUSICA MAGAZINE
Più di 5 milioni di francesi
fanno musica
st’area di circa 1.600 visitatori. Tanti, per il tipo
di proposta davvero impegnativa, ma
testimoni di una voglia di “fare musica” che non è solo
sulla carta.
Il pubblico professionale è ampiamente
presente al Salone.
Per ammissione degli stessi espositori,
sono arrivati al Salon
de la Musique moltissimi rivenditori, che hanno
apprezzato il gradito ritorno del
momento espositivo parigino, e
che salutano l’evento con una
lunga permanenza all’interno
del vasto padiglione.
Per loro è anche stata organizzata una cena alla quale si sono visti più di 250 dettaglianti:
un vero avvenimento per il mercato francese, un avvenimento
che sottolinea ancora una volta
come una manifestazione fieristica
possa catalizzare il mercato, stimolare
al confronto e aggregare un settore che qui,
come altrove, è sempre alla ricerca di una sua
definita identità.
G.C.
In questa pagina, dall’alto:
un’esposizione di piatti presso lo stand del distributore Ufip; una veduta
della superficie espositiva dedicata alle edizioni musicali; uno dei tanti
momenti di musica dal vivo che hanno visto protagonisti in eguale misura
professionisti e semplici visitatori; l’area Montarbo.
Nei tondi, in alto lo striscione con lo slogan “Osez la Musique”; in
basso, una violinista dimostra un modello “silent” presso lo stand
Yamaha.
Nel box qui a destra, due diversi momenti della lavorazione artigianale a
bulino sulla campana di un saxofono Selmer, e lo strumento finito.
DISMAMUSICA MAGAZINE
I rivenditori
DALL’Estero
Così, al cambio, il pubblico deve semplicemente
spostarsi di pochi metri per ascoltare un nuovo
concerto live e consentire un nuovo allestimento nel palco rimasto libero.
Non solo. All’insegna di un simpatico slogan che recita “Osez la Musique!” (letteralmente “osate la Musica”, e per estensione sfidatela,
cimentatevi con uno strumento,
provate!) un palco più defilato e
una serie di salette attrezzate con
una grande varietà di strumenti a disposizione di chiunque voglia provarli
(legni, ottoni, violini, tastiere e via
discorrendo) invita i visitatori
a cimentarsi con il segmento acustico. Questa
è l’area più
frequentata
dalle scuole e
dai piccoli gruppi
da camera: abbiamo ascoltato quattro
giovanissimi ottoni esprimere un notevole repertorio, ed anche questo ci sembra degno di nota. I dati ufficiali indicano peraltro una frequentazione di que-
In Francia, su 60 milioni di
abitanti, oltre 5 milioni fanno
musica a livello amatoriale. Il
dato, decisamente impressionante, è fornito dal Ministero
francese della Cultura e della
Comunicazione, che dichiara
di voler sostenere la pratica
musicale per il grande significato che ha sul piano della
crescita culturale e come momento di democratizzazione, oltre che per il suo peso
economico e per le prospettive che essa apre in termini
di impiego.
In un testo divulgativo distribuito al Salon de la Musique
et du Son presso lo stand del
Ministero sono riportati molti altri dati interessanti. Uno
per tutti: per effetto del boom
musicale iniziato 30 anni fa
grazie alle radio libere, all’allargamento della cultura
di base e allo sviluppo delle
scuole di musica e dei conservatori, in Francia ci sono
oggi il doppio di adolescenti
che fanno musica rispetto alle generazioni nate prima del
1960.
E se la pratica musicale rappresenta un’attività prevalentemente giovanile (coinvolge
più di 1/3 dei giovani di età
compresa tra i 15 e i 19 anni e ¼ dei giovani di età compresa fra i 19 e i 24 anni), il
rinnovamento generazionale
e l’iniziazione artistica in atto
all’interno della scuola e negli
spazi del tempo libero creano tutte le premesse per una
continua crescita della pratica musicale, negli anni a venire, in ogni fascia di età.
Il profondo radicamento della pratica musicale nel paese
della Marseillaise è dimostrato del resto dalle dimensioni che vi ha assunto la Festa
della Musica, nata proprio in
Francia.
La Fête de la Musique
Istituita per iniziativa dell’allora Ministro della Cultura
Jack Lang nel 1982, la prima Festa della Musica doveva durare, la sera del solstizio
d’estate, solo poco più di una
mezz’oretta. E invece… si è
allargata dapprima all’intero
Vecchio Continente – a partire dal 1985, Anno Europeo
della Musica – e oggi, secondo i dati dell’Associazione europea della Festa della
Musica, conta l’adesione di
oltre 120 Stati e più di 250
comuni e città che celebrano
contemporaneamente l’evento il 21 giugno d’ogni anno in
ogni parte del mondo.
Ma torniamo alla Francia: qui
Festa della Musica significa
più di 1.000 manifestazioni
a Parigi e nella sola regione dell’Ile-de-France, 18.000
concerti su tutto il territorio
nazionale, 10 milioni di spettatori per 800.000 musicisti,
5 milioni di persone coinvolte nel piacere di suonare o di
cantare. Complessivamente,
secondo i dati del Ministero,
circa il 28% della popolazione
francese ha a che fare con la
Festa, che, grazie alla straordinaria passione dei francesi per i cosiddetti calembours
(giochi di parole), viene proposto con l’intraducibile e
simpatico slogan: Fête de la
Musique: Faites de la Musique! (ahimè, solo chi conosce la lingua francese potrà
apprezzare l’arguzia).
s.a.
La magia dell’incisione (il caso Selmer)
Lo stand Selmer era tra i più grandi ed eleganti del Salone. Fiati stupendi, sax lucentissimi, ottoni e clarinetti facevano bella mostra di
sè in un piccolo labirinto di pareti in vetro e di
salottini. Ma c’era di più. Sabato e domenica
un valentissimo operaio della Selmer si produceva davanti a un pubblico attentissimo (passandogli davanti ci si fermava ad osservare in
silenzio) perché incideva, con un bulino affilatissimo, stupendi fregi nelle lucentissime campane dei sax Selmer. Fiori, volute,
uccelli in volo, ali spiegate e armoniosissime curve lucenti prendevano forma, a mano libera, davanti
agli occhi dei visitatori.
Abbiamo chiesto all’artista quanto ci mette a ornare un sax tenore. “Tre ore e mezzo, quattro ore”,
ha desto modestamente l’incisore. “E non sbaglia mai?”. l’abbiamo incalzato. Guardandoci con
un sorriso disarmante ci ha risposto: “Non più. Che incisore sarei,
altrimenti?”.
Dall’ESTERO
MUSIC FOR ALL FOUNDATION
e BANDS OF AMERICA si uniscono:
nasce MUSIC FOR ALL, INC.
La finalità di questa fusione è quella di ottenere un più
ampio ed efficace impatto sulla promozione dell’educazione musicale
È scomparso
William ‘Bill’ Schultz
William C. “Bill” Schultz, l’uomo che ha
guidato il leggendario cambiamento di rotta
di Fender nel mondo, si è spento serenamente
giovedì 21 settembre nella sua residenza
a Scottsdale, in Arizona, circondato
dall’amorosa presenza dei suoi cari.
Lo ricordiamo in queste pagine con un riassunto della sua
esaltante biografia: la storia di
un imprenditore le cui doti umane ed imprenditoriali hanno fatto letteralmente risorgere dalla
cenere il marchio Fender.
Nato a McKeesport in Pennsylvania, Mr Schultz si è laureato all’università di Duquesne in musica, business administration e
contabilità. Terminati gli studi e
lasciata Duquesne, ha suonato
professionalmente il clarinetto
e il sassofono. Al termine della Seconda Guerra Mondiale,
di ritorno negli Stati Uniti dal
servizio militare in aereonautica, partecipò alla fondazione
della Dorn and Kirchner School
of Band Instrument Repair. Intraprese quindi la prima di una
lunga serie di avventure imprenditoriali come proprietario
e gestore di servizi di riparazione di strumenti musicali.
A Chicago
Il primo grande trasferimento
nella vita di Mr Schultz avvenne
nel 1962, quando fu al contempo Service Manager e addetto
vendite per il più importante
negozio di strumenti musicali
dell’area di Chicago, Lyon and
Haley Co. Ebbe quindi modo di
espandere notevolmente le sue
conoscenze nel campo degli
strumenti musicali nel 1967,
quando divenne Education Director e Coordinatore Vendite
per la Fred Gretsch and Co. Tra
le sue responsabilità, ricordiamo lo sviluppo e l’ampliamento dei programmi di marketing,
l’espansione dei programmi di
training per gli addetti vendite
e la gestione degli show e delle
fiere di settore.
Con la Yamaha
Il 1969 fu un’anno cruciale per
Mr Schultz. Gli fu infatti data la
possibilità di introdurre sul mercato americano una nuova linea
di strumenti musicali per la neonata Yamaha Musical Products
Co. In quattro anni, come Direttore Vendite del distretto com-
prendente dodici stati centrali
degli Stati Uniti, Mr Schultz aprì
negozi, tenne seminari e conferenze, e fu artefice di grandi
incrementi nelle vendite più di
chiunque altro prima. Negli otto anni successivi scalò rapidamente le gerarchie aziendali, ricoprendo le cariche di Direttore
Vendite (1973), Vice Presidente
(1975) e Presidente (1978); in
aggiunta alla carica di Presidente, Mr Schultz fu anche, contemporaneamente, Vice Presidente della correlata Yamaha
International Corp.
L’arrivo in Fender
Nel 1981 assunse il ruolo di
Presidente della Fender Musical Instruments, allora divisione della CBS Inc. La sua notevole esperienza nel settore e la
sua profonda conoscenza del
business degli strumenti musicali, gli permisero di compiere
un efficace lavoro di ristrutturazione dei critici settori delle
vendite e del marketing, ammodernando contemporaneamente i processi produttivi mediante l’introduzione di nuove
strutture in Estremo Oriente e
in Messico, investendo maggiori risorse in Ricerca e Sviluppo.
Il 12 Marzo del 1985, a capo di
un piccolo gruppo di investitori,
William Schultz rilevò la Fender
Musical Instruments attraverso
una operazione di leverage buy
out e diventò così Presidente
e Chief Executive Officer della
nuova Fender Musical Instruments Corporation (FMIC). Il
suo successo a capo della
Fender è ormai avvolto nella leggenda: da un piccolo ufficio con annesso magazzino
a Brea e una piccola fabbrica
a Corona (entrambi in California), Fender è cresciuta
in maniera esponenziale, fino a includere
ben tre stabilimenti di
produzione tecnologicamente all’avanguardia
in due Stati diversi e
sette nuovi uffici vendi-
te e marketing sparsi in tutto il
mondo.
Le associazioni
Mentre concentrava la sua attenzione principalmente sulle
politiche di sviluppo futuro della Fender, Schultz trovò anche il
tempo di divenire membro attivo della Guitar and Accessories
Marketing Association (GAMA),
della Music Educators National Conference (MENC) e della
National Association of Music
Merchants (NAMM). Il risultato
dei suoi sforzi fu una aggressiva politica di “alfabetizzazione musicale” a livello scolastico, con programmi estivi basati
sullo studio della chitarra volti a
espandere lo studio dello strumento e a favorirne la presenza
nei curricola scolastici.
A William Schultz fu dedicato,
dalla Berklee School of Music,
una borsa di studio. Ricevette quindi un dottorato “ad honorem” in musica dalla Duquesne University e una menzione
d’onore dalla Music Industry
Conference. Nell’ambito dell’operazione Save The Music,
fu istituito il Bill Schultz/Fender
Guitar Lab Programme, che nel
2001 ha fatto dono di chitarre
in tutti gli Stati Uniti per un valore di più di 1 milione di dollari.
Nel 2005 Bill Schultz si è ritirato
dalla carica di CEO della Fender
Musical Instrument Corporation
per poter dedicare più tempo alla famiglia. Il suo collega, amico
e Presidente di FMIC Bill Mendello ha così assunto il suo
ruolo, mentre Mr Schultz è
rimasto Presidente Onorario.
Bill Schultz verrà ricordato come colui che riportò il marchio
Fender alla fama, e ciò accadde quando il futuro era molto
incerto. Grazie a lui, oggi, nel
2006, quel futuro è invece pienamente luminoso.
La foto in alto, risalente allla
Musik Messe 2005, vede
Bill Schultz tra Patrizia
Bauer e Giorgio Masetti
Bands of America e Music for All Foundation
hanno deciso di convergere in un’unica organizzazione, Music for All, Inc., che diventa una
delle maggiori realtà statunitensi per la promozione del “fare musica”.
Leader nel loro settore, Bands of America
(BOA) e la sua divisione Orchestra America sono attive da 31 anni nella promozione di esperienze educative spettacolari nel settore della
musica strumentale. La Music for All Foundation (MFA), una delle maggiori organizzazioni
americane dedicate alla ricerca nell’educazione alla musica e alle arti, è sorta invece per rispondere alle politiche dissennate che hanno
generato nelle scuole pubbliche forti barriere
alla diffusione e alla promozione dei percorsi
didattici musicali e artistici, che devono al contrario essere parte fondamentale nel percorso
educativo dei bambini.
Le due realtà hanno fuso i loro vertici dirigenziali in modo da garantire con la nuova organizzazione il mantenimento delle attività di
entrambe le precedenti. Scott McCormick è
il Presidente e CEO, Robert Morrison diventa
presidente onorario con mansioni di Vice Presidente, insieme a Eric Martin, anch’egli Vice
Presidente. Scott McCormick era Presidente di
Bands of America, mentre Robert Morrison è
il fondatore e Presidente di Music for All Foundation.
Con la fusione di questi due organismi, ci si
aspettano importanti risultati nella diffusione
dell’educazione musicale a tutti i livelli. “La
forza riconosciuta di BOA e MFA garantisce
alla nuova organizzazione le armi per raggiungere più importanti successi nel lungo cammino che vuole garantire alla musica di essere
realmente alla portata di tutti”, afferma Robert
Morrison. “Bands of America ha inoltre una
lunga tradizione nell’organizzazione di grandi
eventi fortemente sostenuti e apprezzati da
studenti, genitori, insegnanti e comunità scolastiche in genere”.
“Nonostante la maggior parte delle persone percepisca istintivamente i benefici della
musica, troppo spesso i programmi di educazione musicale sono i primi ad essere tagliati
quando le scuole hanno problemi di budget”,
sottolinea il Governatore dell’Arkansas Mike
Huckabee, ex-presidente ed attuale Consigliere della National Governor’s Association e della Commissione Educazione degli Stati Uniti.
“Ed è per questo che sono particolarmente felice di questa fusione tra Music for All e Bands
of America. Nasce in questo modo una delle
più grandi organizzazioni americane impegnate nella promozione dell’edicazione musicale
e del fare musica insieme”.
La nuova organizzazione ha già aderito anche
alla NAMM.
(per maggiori informazioni si può visitare
il sito www.musicforall.org)
In alto, il governatore dell’Arkansas, Mike
Huckabee, durante una conferenza sulla scuola.
Qui a sinistra, Huckabee mentre suona il basso
elettrico, sua grande passione.
Betty Heywood a Milano
Betty Heywood è il nuovo Director of International Affairs della NAMM. Qui la vediamo
in compagnia di Andrea Arnaldi, Segretario,
Antonio Monzino, Presidente, e Claudio Formisano, Vicepresidente dell’Associazione Dismamusica, al termine di un cordiale incontro
tenutosi ad inizio settembre a Milano presso
la sede dell’Unione Commercianti.
Betty Heywood ha voluto sottolineare in quell’occasione la volontà della NAMM, come as-
sociazione mondiale del mercato degli strumenti musicali nella sua globalità, di favorire
lo sviluppo e la diffusione della musica a ogni
livello e di promuovere l’educazione musicale
nelle scuole.
In questo senso ha avuto parole di particolare
apprezzamento per Scuola Musicafestival, e ha
definito “impressionante” la straordinaria panoramica dell’immensa orchestra del Concertone
Finale dell’ultima edizione dell’iniziativa.
DISMAMUSICA MAGAZINE
Dall’ITALIA
Hotel Federico II, Jesi – interno. Gente con badge che si dirige verso una porta. Soggettiva
degli ospiti: visi allegri, battute, una punta di curiosità.
Campo lungo: la porta vista da un interno con effetto studio televisivo. Gli stessi soggetti
prendono posto su sedie ad anfiteatro. Stelvio Lorenzetti prende il microfono e comincia lo
spettacolo: “Buongiorno a tutti e Benvenuti!”.
Se fosse la trama di un film, o
l’inizio di una sceneggiatura,
l’incontro con rivenditori e giornalisti organizzato da Esound
per presentare al mercato italiano la nuova distribuzione
Korg dovrebbe essere descritto
proprio così.
E in effetti la realtà si discosta
di poco da questo tratteggio:
abbiamo effettivamente preso
posto alla spicciolata in quello
che sembrava essere uno studio televisivo, con una telecamera manuale, una telecamera fissa, una giraffa video a panoramicare e un banco di regia
destinato a coordinare audio e
video.
Il tutto, per noi giornalisti (sempre un po’ privilegiati), era stato preceduto da un incontro con
Stelvio Lorenzetti (Amministratore delegato del gruppo EKO),
Giovanni Matarazzo (responsabile della comunicazione del
Gruppo EKO) e John McCubbe-
10
ry (Vice Presidente International Sales and Marketing della
KORG): un incontro centrato soprattutto sulla filosofia KORG,
che vede nel prodotto non un
plus di vendita, ma un
prodotto (al punto
che non esistono plurirepliche
o espansioni artificiose
delle gamme vincenti),
che punta soprattutto sulla
qualità globale
e che gestisce la
sua presenza in un
Paese dato soprattutto su un criterio di lealtà e di
continuità di rapporto. Spesso,
indipendentemente dai risultati
di fatturato.
Parlando del prodotto, McCubbery ha affermato che KORG
vende molto anche in luoghi
del tutto improbabili, come
l’IRAN (500 pezzi al mese della
X50), la Turchia (dove è vivace
la vendita della PA 80) o l’Indonesia. Luoghi dove non esiste una stampa specializzata,
dove non è presente battage pubblicitario, dove non conta la suggestione
promozionale...
Paesi dove la leva
di vendita
è la consapevolezza di qualità, durata nel tempo
e convinzione artistica, dove il
passaparola da un musicista a
un altro è probabilmente il più
potente volano delle vendite.
E con questa premessa, ripetuta poi anche ai dealer presenti
in sala (c’era anche una folta
delegazione di rivenditori pro-
venienti dalla Gran Bretagna, a
significare l’internazionalità del
meeting), McCubbery ha dato
il via alle successive presentazioni.
I prodotti
Non possiamo certo farvi sentire le differenti presentazioni,
né vogliamo dilungarci sulle
caratteristiche dei prodotti (altri lo fanno su riviste più autorevoli in questo senso). Quello che vorremmo sottolineare è
la vivacità della presentazione,
senza inutili tecnicismi, con le
informazioni tecniche essenziali (anche per sottolineare le
novità reali, fatte di suoni, di
qualità dei campionamenti, di
duttilità di impiego e di facilità di gestione di vari prodotti)
e soprattutto con una ricca e
completa dimostrazione dal vivo delle qualità effettive di ogni
singolo prodotto.
Dal pianoforte digitale al synth più carrozzato, dalla tastiera-arranger più evoluta (la PA
800) agli accordatori per chitarra e pianoforte, dal pad-generatore per DJ all’ultima evoluzione della sempre nuovissima Oasys, tutto è stato ampiamente dimostrato e fatto
ascoltare con completezza e inventiva dai dimostratori e dagli
stessi progettisti di KORG Italy
(evidentemente presenti in forze), ai quali si deve anche l’intero progetto che sta alla base
della tastiera-arranger PA 800
(che tra le voci campionate —
per far fischettare un motivetto
alla potente tastiera— ha anche un fischio davvero convincente “rubato” a uno dei collaboratori KORG Italy).
Inutile anche sottolineare la regia, con un sapiente uso del
maxischermo sul quale si alternavano le immagini delle tre
telecamere, che ha reso davvero piacevoli le quattro ore “spese” in questa dimostrazione.
Value for Money
Nella prima parte del meeting
(quella per i giornalisti) avevamo chiesto a John McCubbery
di spiegarci come pensa di
“trasferire” ai dealer
il concetto di valore, il relativo disinteresse per
il prezzo e la
consapevolezza di essere comunque leader di
mercato anche con prodotti più cari di quelli
della concorrenza.
“Non importa se sono più
cari”, ha dichiarato il vicepresidente, “se il loro valore è superiore. La differenza tra prezzo e valore è chiara a qualsiasi
consumatore o utente. Se andate dal medico per un’operazione, non state certo lì a chiedere il prezzo più basso: volete
probabilmente la soluzione migliore indipendentemente dal
prezzo. E se un musicista cerca uno strumento per un uso
professionale o amatoriale di
livello, non credo voglia accontentarsi di un suono più povero
solo perché lo strumento costa
meno. Se il rivenditore vuole
davvero accontentare il cliente, deve mettergli in mano
qualcosa che sappia muovere le
sue emozioni
e che sappia rispondere a
pieno alla sua voglia di musica. Per
questo non
ci preoccupiamo mai del prezzo. E siamo comunque
leader di mercato”.
Queste affermazioni hanno trovato conferma in tutta la loro
portata nel pomeriggio: si è
sempre parlato di prodotti, di
valore, di funzioni, di tecnologie e di soluzioni, e mai di
prezzo.
DISMAMUSICA MAGAZINE
Tutto pronto a Parma per il Primo Festival
Nazionale di Improvvisazione Organistica
Lo svolgimento del Festival chiamerà in causa
numerosi “luoghi musicali” della città: accanto al Conservatorio (che ospiterà la maggior
parte delle conferenze e dei workshop), i protagonisti dell’iniziativa potranno frequentare
di volta in volta la Casa della Musica, le chiese di Santa Cristina e del Santo Sepolcro,
nonché la Pieve di Santa Maria, dove avranno luogo due Vespri d’Organo e il Concerto
in omaggio a Santa Margherita, con musiche
per organetto e viola.
Per informazioni dettagliate sul programma,
per accreditarsi o iscriversi al Festival è possibile consultare le pagine web del portale
italiano della musica antica, Aliamusica, all’indirizzo www.aliamusica.net/organo/
Audiocoop, il MEI e le Indies
sotto i riflettori a Berlino
La sorpresa:
Mr Katoh
Al termine dei lavori e delle presentazioni, Stelvio Lorenzetti
ha chiesto a tutti di indossare
un simpaticissimo cappellino
arancione, con la scritta KORG
molto evidente, per una coloratissima foto di gruppo.
E a quel punto ha
fatto il suo ingresso nella sala Tsutomu Katoh, C.E.O.
e fondatore della KORG, la
cui presenza
era invece prevista solo alla sera, a cena.
“È un segno di grande disponibilità e rispetto nei nostri confronti”, ha sottolineato Stelvio Lorenzetti tra gli applausi
che hanno fatto ala all’arrivo
di Mr. Katoh, accompagnato
dal figlio.
Quando poi il presidente di
KORG ha preso la parola, sono emerse la sua signorilità e
la sua straordinaria attenzione
al nostro mercato. “Devo scusarmi con voi”, ha esordito infatti l’anziano e carismatico
operatore giapponese, “per il
disagio che vi abbiamo causato in questi ultimi anni di fatica distributiva. Da oggi in poi
però, grazie al Gruppo EKO e
a Esound, questi problemi non
saranno più tali. Grazie per la
vostra pazienza e per la vostra
volontà di continuare a lavorare con noi”.
Se la sua presenza è stata una
sorpresa, le sue parole sono
state una ulteriore riconferma
di quanto era stato detto all’inizio. Stelvio Lorenzetti aveva infat-
ti ricordato il suo primo incontro con Mr. Katoh, un incontro
accuratamente preparato con
statistiche ed analisi di mercato, numeri e previsioni di breve, medio e lungo periodo...
come si usa in questi casi.
Ebbene, quando finalmente Mr. Katoh riuscì a
raggiungerlo nella sala riunioni
della KORG
in Giappone, gli strinse la mano
e, disdegnando numeri, cifre
e statistiche,
gli chiese semplicemente guardandolo negli occhi:
“Stelvio, lei crede nella lealtà?”. Avuta una risposta positiva, e con grande sorpresa
dello stesso Stelvio Lorenzetti, aggiunse: “Questo mi basta. È sulla lealtà reciproca
che impostiamo i nostri rapporti commerciali”. Detto
questo se ne andò
dalla stanza lasciando ai suoi
funzionari il
compito di
perfezionare
un accordo
che, per lui,
era già ampiamente sottoscritto.
Concludendo
Grande presentazione per un
marchio che torna in Italia promettendo presenza, attenzione
e continuità. Grande coinvolgimento emotivo nelle parole di
McCubbery, Stelvio Lorenzetti e
Tsutomu Katoh. E grande esito
anche per l’intervento accorato
e deciso di don Lamberto Pigini,
operatore di grande spessore a
capo di un pool di dieci aziende
attive in numerosi segmenti industriali, oltre che capostipite
della realtà EKO. Don Lamberto vive infatti il proprio impegno
in azienda come omaggio alla
memoria del fratello Oliviero,
fondatore della EKO e pioniere
dell’industria musicale italiana,
scomparso giovanissimo 39
anni orsono. “Il prossimo anno”, ha sottolineato don Lamberto, “saranno 40 anni dalla
scomparsa di mio fratello. Faremo qualcosa di importante per
ricordare la sua figura
di imprenditore e
di innovatore.
E sono grato
a tutti i collaboratori
che hanno saputo
riportare
la EKO, da
me rilevata
18 anni orsono, alla posizione leader che in Italia ha saputo pienamente raggiungere”.
Che dire? Ad majora, EKO!
Ha riscosso un grande successo la partecipazione della collettiva italiana organizzata da
Audiocoop e Mei in occasione del PopKomm
2006 di Berlino. Alla manifestazione tedesca,
uno degli appuntamenti di settore più importanti a livello internazionale, le etichette italiane si
sono presentate compatte, e hanno quindi potuto ottenere un’ampia visibilità a fronte di un
investimento estremamente contenuto in termini di spazio espositivo.
Grande interesse è stato suscitato anche dalla
presentazione della prossima edizione del MEI
(che si terrà a Faenza dal 25 al 26 novembre
prossimi). Molti degli operatori stranieri presenti a Berlino hanno infatti confermato la propria
adesione alla manifestazione italiana, che quest’anno giunge all’importante traguardo dei dieci anni di vita. Il Womex, lo stesso Popkomm,
French Music Export, Music Export Finland, Apecat - associazione di promozione catalana, FMI
Brasile, Music Export Hungary, Wallonie Bruxelles Musiques, Music Export Svizzera e tanti altri
operatori saranno quindi presenti al MEI 2006,
ad ulteriore conferma della grande credibilità ormai acquisita in tutto il mondo dalla manifestazione italiana.
Gianni Cameroni
Qui a
fianco, la
nuova tastiera
arranger PA800.
In alto, Stelvio Lorenzetti fra
Tsutomu Katoh e Seiki Katoh.
Nei tondi, dall’alto in basso, il fondatore e CEO
di Korg Tsutomu Katoh e don Lamberto Pigini.
Nella pagina a fianco, alcuni momenti della giornata di Jesi.
Nei tondi della pagina a fianco, l’amministratore delegato
del Gruppo EKO Stelvio Lorenzetti e il vicepresidente di Korg, John McCubbery.
DISMAMUSICA MAGAZINE
11
DALL’Italia
Si svolgerà a Parma lungo l’arco di tre
weekend (dal 6 al 22 ottobre 2006) il Primo
Festival Nazionale di Improvvisazione Organistica. Organizzato dall’Accademia Organistica
di Parma con la direzione artistica di Francesco Pedrini, il festival porterà nella città emiliana alcuni dei più importanti interpreti del
repertorio organistico barocco.
Ogni fine settimana vedrà l’alternanza di conferenze, workshop e concerti: il programma è
fittissimo e prevede la partecipazione di grandi interpreti italiani e stranieri.
Le riflessioni sul ruolo dell’improvvisazione
organistica si allargheranno ai rapporti con le
arti figurative, con la poesia e con lo studio filologico dei testi antichi.
Le opinioni di un RIVENDITORE
Parola d’ordine:
ACCOGLIENZA
di Cristiano Cameroni e Anna Cristofaro
Verso la fine del mese di luglio, durante uno di quei pomeriggi caldi e afosi
che l’estate appena conclusa ci ha elargito con fin troppa generosità,
ci siamo presentati in uno dei punti vendita di riferimento di Cosenza
e della Calabria: De Luca Strumenti Musicali.
Lo scopo, ben presto dichiarato, era
quello di parlare della situazione di
mercato, delle prospettive di sviluppo,
delle strategie di marketing e delle sinergie commerciali che contraddistinguono questo lembo d’Italia incastonato fra la Sila Grande e quella parte di Appennino che sorge dalle acque
del basso Tirreno. Lungi dall’essere delusi per la nostra
qualifica di giornalisti
(in realtà il tamburellare ozioso su
di un cajón, mentre aspettavamo
che venissero
servite le due
persone che ci
precedevano,
poteva far credere che fossimo dei
clienti… veri), i dipendenti dell’autorevole negozio calabrese ci hanno da
subito accolti con tutti gli onori.
Gianni, in particolare, che aggiunge ai
diciotto anni di servizio la qualifica di
direttore del punto vendita, ci ha fatti
accomodare nel suo ufficio; e, nell’attesa che ci venissero serviti té freddo
e biscotti di pasta di mandorle, ha ricambiato le nostre presentazioni con
un sorriso aperto e luminoso che –di
questi tempi e nel nostro settore– non
capita spesso di incontrare.
Parlando
di mercato
Esaurito lo scambio dei saluti (ivi compreso il ricordo di una piccola manifestazione alla cui organizzazione avevamo partecipato insieme anni fa), il discorso si imposta subito sulle caratteristiche del mercato. Che, come Gianni ci dimostra con qualche esempio, in
questa parte d’Italia ha delle caratteristiche del tutto particolari.
Anche qui, come altrove, il settore conosce momenti esaltanti e fasi di stagnazione; anche qui si vivono le stesse
“stagioni felici” in rapporto a questo o
quello strumento. Ma le condizioni della vita economica –caratterizzata da un
forte tasso di disoccupazione e dall’incedere prepotente della grande distribuzione– fanno sì che il profilo tipico
12
del cliente medio sia diverso dalla norma. “Il nostro cliente”, riassume Gianni
con una punta d’orgoglio, “è una persona esigente, che cerca il prezzo ma che
allo stesso tempo riconosce la validità
del servizio che gli offriamo. Quest’ultimo dato, in particolare, si è rivelato decisivo per contrastare il fenomeno Internet che, in un primo momento,
ci aveva creato non poche
difficoltà.”
Chiediamo a Gianni
di entrare un po’
di più nei dettagli, cosa che fa
di buon grado.
“Conosciamo
tutti”, precisa
il nostro ospite,
“i valori di crescita del mercato online, che fiorisce in
modo impetuoso nelle
grandi città e al Nord in genere (qui da noi, complice la superiorità
di costi di spedizione e tempi di consegna, il fenomeno è ancora relativamente compresso). Al di là delle singole vendite perdute a vantaggio di chi
opera su Internet, tuttavia, la Rete ha
generato una certa confusione e un
clima di sospetti intorno ai cosiddetti
street price.”
Il valore aggiunto
di un rivenditore
di alto profilo
“In altre parole”, prosegue Gianni,
“chi ha un minimo di consuetudine
con il mezzo informatico si presenta
in negozio con l’intenzione di spendere la cifra più bassa rintracciabile online, indipendentemente da tutti quei
parametri (garanzia, assistenza, presenza di personale qualificato, disponibilità di strumenti in prova, assortimento dell’offerta) che segnano la differenza fra un sito Internet e un buon
rivenditore. E che, come sa chiunque
faccia il nostro mestiere, non è facile far apprezzare al potenziale cliente.
Noi, comunque, abbiamo deciso di restare fuori dalla mischia del prezzo e
di investire al massimo nella nostra
professionalità senza abdicare al nostro ruolo. E devo dire che, come diret-
Nel tondo, una intensa espressione di Gianni.
Sopra e sotto, alcune immagini del negozio De Luca Strumenti Musicali di Cosenza
ta conseguenza di questo impegno, la
clientela è tornata a riconoscere il valore aggiunto che offriamo, ed è felice
di spendere qualche punto percentuale in più pur di non rinunciare a tutto
questo”. Con un occhio fisso al plateau di pasta di mandorle che troneggia al centro della scrivania, osserviamo compiaciuti che anche noi ci prenderemmo volentieri il disturbo di spendere qualche euro in più pur di non rinunciare a questa accoglienza…
Le iniziative
per il mercato
Gianni sorride, tenta scherzosamente di farci credere che l’accoglienza a
suon di té coi pasticcini sia una consuetudine del negozio; poi, più seriamente, precisa: “Dopotutto, quello che
offriamo ai nostri clienti va molto al di
là di una singola merenda, perché riguarda la passione che li tocca più da
vicino. Vedete, qui a Cosenza siamo al
di fuori del circuito dei grossi concerti,
per cui può capitare che anche chi studia musica si trovi nell’impossibilità di
incontrare dal vivo i propri artisti preferiti. Noi, come De Luca, esercitiamo
una costante attività di promozione; e,
attraverso la nostra sala-demo dedicata e gli auditorium che di volta in volta affittiamo, facciamo sì che i musicisti di riferimento incontrino il pubblico.
Di recente, tanto per fare un esempio,
abbiamo portato a Cosenza Gregg Bissonnette; e uno come lui vale ben più
di un vassoio di pasticcini…”.
Il mondo delle scuole:
una opportunità
in crescita
Mentre parliamo, ci raggiungono le
note cristalline prodotte dalla mano
che un cliente, buon pianista jazz,
ha appoggiato sulla tastiera di un C2
in esposizione. È quindi naturale per
noi porre qualche domanda in merito
a questo segmento del mercato, e al
rapporto con le istituzioni che si occupano di didattica della musica sul territorio. Anche in questo caso, Gianni
non ha nessuna esitazione, e ci rivela
che il settore del pianoforte fa rilevare in massima parte la vendita di strumenti usati. Questo dato, che suona
a riconferma di una tendenza ben nota a livello nazionale, è da mettere in
relazione, secondo Gianni, anche con
le caratteristiche delle strutture che si
occupano della formazione musicale.
A Cosenza, negli ultimi anni, si è affermato un modello che vede, accanto alle tradizionali accademie specializzate vuoi nella musica colta vuoi in
quella popular, l’apertura di numerosi laboratori pomeridiani di strumento
nella scuola dell’obbligo. I corsi sono
tenuti da esperti che lavorano “a progetto” con contratti annuali –e il tipo
di studente (e di cliente) che nasce da
questo stato di cose è del tutto nuovo,
almeno in questa zona. “Non è, tanto per capirsi”, precisa Gianni,”il classico ragazzo che vuol fare il Conservatorio e che quindi va in cerca dello
strumento professionale; ma è un dilettante evoluto, che cerca uno strumento buono ad un prezzo contenuto.
E che, posto di fronte all’alternativa
fra un pianoforte verticale entry-level
e un verticale usato di fascia medioalta che viene via per la stessa cifra o
addirittura per qualcosa meno, punta
con decisione sulla seconda ipotesi.
Mentre parliamo, il negozio si anima:
le lancette dell’orologio hanno compiuto ben più di un giro, ed è tempo
che Gianni torni al grande bancone in
legno dove i clienti lo aspettano.
Lo ringraziamo quindi per la grande disponibilità e per l’ospitalità davvero
squisita. Anche questa, davvero, vale
molto più di un pur delizioso plateau
di pasticcini…
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Dall’ITALIA
Addio, Bequadro!
Si è serenamente spento nella sua casa di Ancona, all’età di 94 anni, il
Maestro Bio Boccosi, figura di riferimento per il mondo italiano della
musica e dello strumento musicale nell’intero dopoguerra.
“Bequadro” era il curioso pseudonimo che siglava gli arguti
editoriali di Strumenti e Musica, la rivista attraverso la quale Bio Boccosi (“B” al quadrato, e, per assonanza musicale
“Bequadro”) parlava al mercato italiano, prediligendo temi
quali concorsi, giovani talenti
ed esperienze locali, con
una particolarissima attenzione alla fisarmonica.
Dal mio osservatorio un
po’ privilegiato dell’Ufficio
Stampa del
SIM di Milano, negli anni
’80 avevo frequenti contatti
con il maestro Boccosi, al quale mi rivolgevo con particolare
ossequio. Ma non avevo fatto i
conti con il piglio del Maestro,
che con grande cortesia e fermezza pretese da me (il verbo
è imperativo) un più cordiale e
amichevole “tu”, nonostante i
quarant’anni che ci dividevano
a livello anagrafico. Ne rimasi
commosso.
Poi, negli anni, ci incontrammo
più volte in occasione di fiere,
convegni e concorsi. E ogni volta era un sorriso, una cordialissima stretta di mano o il fitto
intersecarsi di considerazioni e
stimoli, sempre nell’ottica
di promuovere
la crescita del
settore della
musica e degli strumenti
musicali.
Bio Boccosi,
musicista innanzitutto,
ma anche raffinato imprenditore (come
dimenticare
la Farfisa?), editore (come non
citare Bérben?) e giornalista
attento e puntuale, riuscì a riversare nelle pagine della sua
rivista la passione di chiunque
incontrasse nei luoghi della
musica, senza l’assillo delle
grandi platee dell’International
Music Business.
In un accorato ricordo apparso in inglese sul sito della
C.M.A. (Bio Boccosi era conosciutissimo in tutto il mondo)
si legge tra l’altro:
“Bio Boccosi era cittadino onorario delle
città di Castelfidardo, Osimo e Recoaro Terme, fondatore
e direttore di numerose sezioni del Centro Didattico Musicale Italiano. (...) Bio Boccosi
è stato il Segretario Generale
della Confédération Mondiale de l’Accordéon per oltre 50
anni. È stato anche tra i fondatori della ‘Coppa Pianisti’ di
Osimo, e, oltre ad avere ricevuto l’Accordion World Oscar,
a lui si deve l’avvio dell’Incontro Nazionale di Fisarmonica di
Recoaro Terme. Tra i tanti premi ricevuti, vanno citati il Premio ‘Giuseppe Verdi’ conferitogli dalla DISMA, il Premio ‘Gorni Kramer’ di Stradella, il premio ‘Applauso d’Oro’ di Clivio,
il premio SIAE per i
suoi 50 anni di attività come autore e il
premio ‘Nota d’Oro’
di Santa Giustina.
Bio Boccosi è stato
anche tra i fondatori del Premio Internazionale di Fisarmonica Città di Castelfidardo (...)”.
A me piace ricordarlo
così, circondato dall’affetto di tantissimi
protagonisti del mondo musicale internazionale e italiano. Con in più una
nota sulla sua seconda grande
passione: la campagna, dove si
ritirava ogni volta che i suoi impegni glielo permettevano.
Quando, qualche anno fa, venne presa la decisione di sospendere la pubblicazione di
Strumenti e Musica, che diventava ogni anno sempre più
“smilza”, qualcosa cominciò a
mancare al nostro mercato.
Ora che anche il suo fondatore
si è ritirato da questo mondo, il
vuoto si è fatto più ampio.
Gianni Cameroni
Ricordando Bio Boccosi
Dal prossimo Natale non avrò più la possibilità di passare alcuni momenti al telefono con Bio Boccosi: questo era rimasto
il nostro unico contatto, che puntualmente, ogni anno, si materializzava in occasione degli auguri.
Nelle nostre conversazioni c’era tutto
un mondo, ma principalmente ci soffermavamo sull’analisi della situazione del
mercato dello strumento e delle edizioni
musicali: si parlava di ciò che facevano
o meno le Istituzioni a favore dell’insegnamento della musica nella scuola; la
salute delle aziende, da quelle marchigiane, più a lui vicine geograficamente, a
quelle sparse in tutta Italia; l’andamento
del settore, sia riferito ai rivenditori che
ai fabbricanti ed agli importatori, agli accordatori di pianoforte piuttosto che agli
insegnanti di musica privati… il tutto condito da qualche pettegolezzo che, come
alcuni sostengono, è il sale della vita.
Vita che purtroppo per Bio non c’è più,
e la sua mancanza è una perdita per
tutti noi.
Prima che gli anni facessero sentire il loro peso, Bio non mancava mai a nessuna manifestazione dove era giusto esserci: alle fiere, ai concorsi, agli incontri tra
operatori, e sempre portava la sua parola, che era un misto di pensiero critico e
passione. Chi lo ascoltava, si arricchiva
di nuovi stimoli per la professione… quella che vede noi tutti impegnati nel mondo
della musica, quella suonata, da parte di
chi produce strumenti e spartiti e da parte di chi assiste il musicista in erba fino
al professionista.
Lo ricordo e lo rivedo, nelle foto del nostro archivio, alle cene Disma ed a quelle
aziendali in occasione delle nostre manifestazioni fieristiche: al SIM di Milano, a
Pesaro, e poi a Rimini, circondato da moltissimi amici… oltre a quelli di sempre,
Gervasio e Felice, con i quali ritornavano
alla mente gli aneddoti di episodi relativi
al piacere di fare il proprio lavoro con passione, ma anche con tanta gioia di vivere
che potevano deliziare così gli occasionali interlocutori.
Con Bio scompare una figura emblematica e non credo vi sia una sola persona, appartenente al nostro piccolo mondo, che non abbia nostalgia dei momenti
passati in sua compagnia e che restano
in me fissati in modo indelebile.
Antonio Monzino jr.
Una tavola rotonda
per il futuro della musica liturgica
Fra le molte eredità culturali che il nostro Paese (e non
solo esso) rischia di perdere
c’è anche la tradizione musicale legata alla liturgia della
Chiesa cattolica. Si tratta di
un patrimonio immenso che
coinvolge le origini della musica occidentale (con il canto
romano antico, il canto gregoriano e le prime polifonie)
e il suo intero percorso evolutivo, lungo un cammino che
da Guillaume de Machaut arriva a don Lorenzo Perosi –passando per Palestrina, Monteverdi, Scarlatti... e chi più ne
ha più ne metta.
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Messa a repentaglio dal dilagare di un’ansia di rinnovamento che ha finito per sostituire le composizioni del passato con brani musicali dalla
veste moderna, la tradizione
musicale cattolica è oggi oggetto di un rinnovato interesse, che vede coinvolti prelati
e musicisti. Sono quindi pienamente giustificate le grandi
attese riposte nel convegno
Musica e liturgia oggi, che si
terrà a Cremona il 6 ottobre
prossimo, durante Mondomusica, e che metterà a confronto compositori, docenti e rappresentanti della CEI.
La decisione di ospitare questo evento a Mondomusica si
deve naturalmente anche alle
indicazioni del mercato. Fra i
padiglioni del Salone cremonse, infatti, l’organo liturgico
conquista anno su anno posizioni sempre più importanti
–e la rivalutazione del patrimonio musicale che lo vede
protagonista è a detta di tutti
gli operatori un passo fondamentale nella prospettiva di
una crescita anche economica dell’intero settore.
per informazioni:
www.cremonamondomusica.it
Pubblichiamo anche un toccante ricordo di Luciano Del Rio,
che ci scrive sia come amico di Bio Boccosi, sia come presidente AIARP.
Quante volte, nell’arco della mia
Presidenza, ho dovuto assumermi l’incarico di commemorare la
scomparsa di un Socio o di un amico; oggi, purtroppo, questo mesto
compito mi è richiesto per ricordare una persona a me molto cara,
un grande collaboratore, a cui ero
legato non solo da vera amicizia,
ma anche da quell’intesa che nasce
spontaneamente, fin dal primo incontro, tra chi ha le stesse idee, il
medesimo sentire, lo stesso spirito
operativo.
Il 28 giugno 2006 è deceduto nella sua casa di Ancona il Maestro Bio
Boccosi, nato il 10 febbraio del 1912. Ricordare questa persona eccezionale ha, per me, due significati. Il primo, sicuramente piacevole, mi
riporta indietro nel tempo, ai tanti viaggi di divertimento e lavoro. Non
posso dimenticare la prima visita alla sede Yamaha, in Giappone, nel
1978; e le molte occasioni d’incontro durante le assemblee e le fiere
di settore. Quante volte, poi, di ritorno dai miei numerosi viaggi a Castelfidardo, mi ritagliavo un momento per fermarmi ad Offagna, nella
campagna marchigiana dove il Maestro Boccosi amava ritirarsi alla
fine della giornata lavorativa, al cospetto di oltre duemila piante da lui
messe a dimora, con i suoi adorati animali e i tre asini prediletti, con
cui diceva di parlare. Recitavo una preghiera nella bellissima cappella
che aveva fatto erigere commissionando, per il piccolo campanile, una
preziosa campana fusa in terra reggiana, a Castelnovo ne’ Monti.
Lo ricordo, ancora Presidente di Farfisa, quando fondò le omonime
Edizioni Musicali, oggi Edizioni Berben, ma anche ideatore e organizzatore dei Campionati Mondiali di Fisarmonica, nonché promotore
di una catena di scuole di musica CIDIM, diffuse su tutto il territorio
nazionale. Rammentarne tutte le imprese sarebbe difficile, anzi impossibile; ma è facile pensare a lui come ad una personalità instancabile
in campo didattico e musicale.
Il mio ricordo ha, però, il sapore amaro di una scomparsa che lascia
un vuoto incolmabile. Il settore musicale, la fisarmonica in particolare
e, in genere, le scuole musicali, da lui create e magistralmente dirette,
perdono un timoniere, un eccezionale animatore di concorsi, esami e
incontri musicali d’indimenticabile valore.
Personalmente perdo un punto di riferimento; soprattutto negli ultimi
tempi della malattia parlargli al telefono, tentare di risollevarlo nel
morale era, per me, motivo d’orgoglio, ma anche stimolo a trarre dalla
sua esperienza e saggezza la carica necessaria per continuare la mia
vita professionale ed associativa. Vorrei che, come lo è stato per me,
divenisse esempio anche per i nostri giovani: come uomo, musicista e
organizzatore, ma, particolarmente, come convinto assertore dei valori dell’Associazionismo. Le sue parole, durante le nostre ultime chiacchierate telefoniche, erano sempre d’incitamento a credere nel proprio
lavoro, ad operare per il bene dell’AIARP, cercando di rendere sempre
più coesi ed uniti tutti i tecnici ed accordatori di pianoforte. Questo era
il suo ideale e l’ambìto traguardo a cui ha dedicato la vita.
Grazie caro Bio, siamo orgogliosi di essere stati tuoi amici. La nostra
associazione non dimenticherà quanto hai rappresentato per tutti noi.
Luciano Del Rio - Presidente AIARP
Un libro da leggere. E da guardare.
Per i tipi de Il Saggiatore è stato recentemente pubblicato
un volume particolarmente interessante (completato da un
DVD), che raccoglie la grande
esperienza venezuelana di promozione sociale attraverso la
musica di José Antonio Abreu.
Gli autori hanno accompagnato Claudio Abbado nei tre mesi trascorsi in Venezuela nell’inverno 2006 per conoscere
e dirigere l’orchestra giovanile
Simon Bolivar. L’orchestra è la
punta di diamante di un progetto educativo fortemente voluto
da José Antonio Abreu (Premio
Nobel alternativo per la pace)
che organizza e sostiene l’in-
tero arco della formazione musicale di migliaia di ragazzi salvati dalla miseria e dallo sfruttamento. L’esperienza, che ha
visto anche una breve tappa a
Cuba, è culminata con i concerti trionfali di Caracas e ha
permesso un fecondo contatto con realtà sociali e musicali di immenso valore umano e
artistico. Da sempre sostenitore dei giovani talenti, Abbado è stato conquistato soprattutto dall’approccio collettivo
alla musica, dalla gioia di fare musica assieme. Cittadino
del mondo, il maestro denuncia la terribile disparità economica esistente in Venezuela
tra la ricchezza
petrolifera e la
povertà di milioni di persone che vivono
nei barrios,
per le quali
il progetto di
Abreu rappresenta “una
nuova luce”.
Helmut Failoni
Francesco Merini
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Quei violini
partiti per
l’Oriente
Ospedale che vai, musica che trovi
Sorrida chi deve entrare in
sala operatoria! Secondo
quanto affermato nell’ampio
reportage pubblicato l’undici giugno scorso a pagina 25
di Repubblica, nella maggior
parte degli ospedali del pianeta si è ormai consolidato
l’uso –a prima vista discutibile– di ascoltare musica registrata durante gli interventi
chirurgici. Dalle operazioni di
routine alle sessioni più lunghe e complesse, pare che il
ricorso ai sistemi hi-fi sia una
costante per tutte le équipe
più moderne ed efficienti.
La questione, che al di là della
patina di curiosità nasconde
un interesse di natura scientifica, viene affrontata sulle pagine di Repubblica da Daniel
J. Wakin, un giornalista del
New York Times che, dati alla
mano, appoggia la tesi secondo cui “una crescente mole di
documenti e ricerche attesta i
benefici a cui vanno incontro
sia i pazienti che i chirurghi”.
La musica, secondo gli studi
citati dal quotidiano, “rende
più calmi, più precisi e più veloci” i medici, ed è oggi talmente diffusa nei reparti di
chirurgia che nel corso di “un
sondaggio su 200 anestesisti
pubblicato nel 1997 dalla rivista britannica Anaesthesia,
il 72% degli intervistati aveva
dichiarato che nelle sape operatorie si ascolta musica regolarmente.”
Più difficile, a quanto pare, è
stabilire quale sia il genere
di musica più apprezzato dalle équipe. Sembra che diver-
La musica
e i bambini
Studiare musica, come ben sa
chi opera nel nostro settore, fa
bene alla mente e stimola l’apprendimento. A conferma di
questo è stata di recente pubblicata una ricerca della canadese McMaster University di cui
Avvenire ha parlato il 22 settembre. I ricercatori, riassume l’articolista, hanno seguito per un anno un gruppo di bambini tra i
4 e i 6 anni. Nell’ambito delle attività extrascolastiche, alcuni di
loro studiavano uno strumento musicale, altri svolgevano attività completamente lontane dalla musica. Al termine dei 12 mesi,
i “musicisti in erba” sono stati più veloci dei compagni nel memorizzare con esattezza una sequenza di numeri; e il loro quoziente intellettivo si è dimostrato più alto rispetto a quello dei
loro coetanei.
Un risultato, chiosa il giornalista, che conferma su base scientifica quanto già i fratelli Grimm avevano intuito e raccontato nella
favola I musicanti di Brema.
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si stili siano da mettere in relazione a diverse tipologie di
intervento. Al punto che, ad
esempio, il dottor Inabnet, dopo avere riferito della propria
passione per il jazz, dichiara
di preferire la musica dei Red
Hot Chili Peppers “quando
affronta operazioni difficili”.
Altri preferiscono la musica
classica. Come il dottor Nas
Eftekhar, pioniere nel campo degli innesti di anca e ginocchia, che “utilizzava l’Eine
Kleine Nachtmusik di Mozart
per sottolineare il momento
esatto nel quale applicare il
cemento mastice al femore
e inserire l’articolazione artificiale”.
Sulla questione interviene
nella stessa pagina anche
Enzo Jannacci, il cantautore
di cui è nota la professione
di medico. Secondo Jannacci, “soprattutto durante un intervento chirurgico d’urgenza
può succedere di tutto, ogni
momento può rivelarsi drammatico. Tutti quelli che sono
lì, intorno al paziente, devono
mantenere una concentrazione altissima”. E la musica,
sempre secondo il cantautore milanese, “distoglie l’attenzione”.
Più moderato il parere del chirurgo Licinio Angelini, che, intervistato sullo stesso problema da Elena Dusi, dichiara
non senza un pizzico d’ironia
che, comunque la si pensi,
“la musica è sempre meglio
del chiacchiericcio di anestesisti e infermieri”.
Domenica 2 luglio, a pagina
5 dell’inserto di Avvenire dedicato alla Lombardia, troneggiano orgogliosi alcuni strumenti realizzati dai maestri
liutai del Consorzio Liutai &
Archettai Antonio Stradivari di
Cremona.
Il motivo di tanto orgoglio è decisamente giustificato, sia sul piano
culturale che su quello
economico. Come apprendiamo dall’articolo
di Maria Chiara Gamba, infatti, questi ed altri strumenti di analoga provenienza
sono stati protagonisti di una
prestigiosa tournée in Bulgaria che ha portato per la prima volta in quel Paese i preziosi manufatti dei maestri liutai italiani. Gli artigiani cremonesi, ci informa Maria Chiara
Gamba, sono stati “chiamati
a rappresentare l’italian sty-
le in occasione di Bravo
Italia, il business forum
allestito a Sofia.” E per l’occasione, sottolinea la giornalista, “si sono
ritagliati uno spazio espositivo unico: il foyer del teatro
Bulgaria.”
Qui è stata allestita una mostra che guida i visitatori lungo l’intero processo di fabbricazione di uno strumento di
liuteria, “dal blocco di legno
grezzo di abete rosso del-
la val di Fiemme (…) fino ad
arrivare al pezzo da suonare
e quindi ai capolavori firmati
da Stefano Conia, Alessandra
Pedota, Elena Bardella e Angelo Sperzaga”.
La “missione” italiana, che
ad agosto è sbarcata anche
in Estonia, ha il compito di
far conoscere questi prodotti
di altissimo valore all’interno
delle economie di quei Paesi che, come la Bulgaria, sono particolarmente vicini “alla
piccola e media impresa italiana e lombarda”.
Per diventare liutai
Il Corriere della Sera del 16 giugno scorso dedica un piccolo
spazio alla Civica Scuola di Liuteria del Comune di Milano. L’occasione è data dall’open-day che,
dalle 10 alle 17, ha permesso al
pubblico generico di entrare nelle
stanze dell’istituzione di via Noto
per visitare “tutti i laboratori, le
aule e gli auditorium, a disposizione dei visitatori per ascoltare
prove e brevi esecuzioni.” Intervistata da Chiara Vanzetto, la direttrice della scuola milanese, Virginia Villa, ha ricordato che alla Civica Scuola di Liuteria di Milano “arrivano giovani da tutto il mondo” e che quello che viene proposto
è “un mestiere di alta gamma, tipicamente italiano.”
I suoni al centro
della Terra
Su Famiglia Cristiana del 2
luglio scorso, Alberto Leggia
presenta “Musica in miniera
2006”, una rassegna di cinque concerti in programma
tra luglio e agosto nel cuore
dell’antico impianto minerario di Ridanno, in Trentino Al-
to Adige. La manifestazione,
scrive Leggia, “è l’ultima invenzione del Museo delle Miniere di Monteneve, un museo atipico perché il suo allestimento non è stato realizzato in uno spazio tradizionale,
ma corrisponde alle strutture
di quella che fu la miniera più
importante del Tirolo”. L’impianto, attivo fra il 1327 e il
1985, comprende circa centotrenta chilometri di gallerie
e ha garantito il sostentamento a migliaia di persone nel
corso dei secoli. Oggi, “tutta
l’epopea mineraria, gloriosa e
tragica, di Monteneve rivive in
questo museo che ha recuperato molte parti del complesso estrattivo”. E, in occasione dei concerti… minerari, “il
visitatore che sale fin quassù
e s’infila nelle gallerie che fino a poco tempo fa rimbombavano del crepitìo delle perforatrici, ora può avere la ventura di ascoltare le note ben
più armoniose di un’arpa o di
un sax suonati del vivo sottoterra in una cornice surreale e
affascinante”.
DISMAMUSICA MAGAZINE
È particolarmente toccante l’esperienza che Paola Farina raccoglie dalle parole di una giovane immigrata romena, Alina
Mihai, e propone sulle pagine di Avvenire del 7 luglio scorso.
Giunta a Milano con il marito e tre figli “tre anni fa, per scappare dalla povertà della sua Romania”, Alina “ha trovato ancora miseria”. Senza lavoro, senza prospettive, ha vissuto in una
baracca nel campo di via Capo Rizzuto, dalla quale usciva solo
per andare a suonare nel metrò insieme al marito. I pochi soldi
raccolti in questo modo non riuscivano a garantire nemmeno il
cibo quotidiano. Poi, un anno fa, la svolta. In via Capo Rizzuto
“sono arrivate le ruspe, che le hanno portato via quel poco che
aveva”. Ma Alina è stata accolta nella “Banda del Villaggio, il
complesso musicale rom nato grazie alla Fondazione Casa della Carità e all’associazione Dopolavoro Ferroviario. Insieme agli
altri componenti del gruppo, otto in tutto, porta un pezzo della
sua cultura nelle piazze e nei locali di Milano”.
La musica è stata per Alina e per la sua famiglia una grande occasione per ripartire con una vita dignitosa e con molti progetti.
Come la protagonista di questa storia confida ai lettori del quotidiano: “Adesso abbiamo un tetto sotto cui dormire e possiamo
mangiare tutti i giorni. Io e mio marito abbiamo voglia di impegnarci e di andare avanti”.
Il Presidente
e la Musica nelle scuole
CorrierEconomia, il periodico di economia del Corriere della Sera, ha dedicato mezza pagina, lo scorso 10 luglio, alle vicende della Fazioli srl, l’azienda italiana leader nella produzione
di pianoforti da concerto. L’articolo, a firma di Laura Bonani, è
costruito intorno ad una intervista con il fondatore Paolo Fazioli, e presenta in poche righe l’intera storia dell’azienda. Nata in
cento metri quadrati ricavati “in un angolo dello stabilimento di
famiglia”, la Fazioli Pianoforti si è sempre mossa “dando priorità assoluta alla ricerca”. Con un team di quattro persone dalle
altissime competenze tecniche e artigianali, Paolo Fazioli si è
messo alla ricerca del “suo” suono. Che è stato ottenuto anche attraverso una grande intuizione. “La centralità della nostra innovazione”, racconta l’ingegner Fazioli, “è stata la
qualità del legno per costruire la tavola armonica: abete rosso della Val di Fiemme. Leggero, flessibile, lo stesso da
cui sono nati i primi Stradivari”.
La storia dell’azienda si muove quindi, dal 1981 ad oggi, di pari passo con gli importanti riconoscimenti ottenuti “sul
campo”, quando i grandi artisti di fama internazionale (da Martha Argerich a Vladimir Ashkenazy, da Lazar Berman ad
Aldo Ciccolini) scelgono di utilizzare proprio i gran coda italiani per i propri concerti. Ma l’allargamento della produzione, che ha portato anche alla costruzione di uno stabilimento vero e proprio, non ha modificato lo stile di lavoro dell’ingegner Fazioli. Come lo stesso intervistato tiene a precisare:
“(…) noi siamo lontani dalla logica della catena di montaggio.
Perché lavoriamo con un’attenzione maniacale per ogni dettaglio”.
Viaggio nei locali
di Milano:
tanta passione,
pochi euro
Non lascia molto spazio alle illusioni il breve pezzo che IFG Tabloid, il supplemento al notiziario dell’Ordine dei Giornalisti di
Lombardia, dedica ai giovani che fanno jazz a Milano. Nelle due
colonne firmate da Veronica Fernandes si legge fra l’altro che
“Milano non aiuta (…), ha tagliato i fondi per i festival jazz che
raccoglievano pubblico”. E ai giovani che vogliono scommettere
sulla professione di musicista non resta che trasferirsi all’estero o, alla peggio, “formarsi con i concerti”. E questo perché,
sottolinea la Fernandes, il jazz, a Milano, “richiede pazienza e
volontà: la sera tardi si smonta la batteria e la si incastra nel
bagagliaio, e di mattina lezioni private o lavori saltuari”.
Avviene così che chi ha 20 anni deve accontentarsi di suonare
nei locali più piccoli e tenere duro “per evitare il tradimento dei
Il papa che suona
Ha suscitato grandissima risonanza su tutti i media il discorso
che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha pronunciato di fronte ai 2.000 ragazzi convenuti da tutta Italia nel Cortile
d’onore del Palazzo del Quirinale in occasione dell’apertura ufficiale dell’anno scolastico 2006-2007. Alla coloratissima cerimonia,
interamente riproposta in tutto il Paese dalle telecamere di RaiUno, hanno partecipato, oltre al Capo dello Stato, il Ministro della
Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni e numerose personalità dello
spettacolo e del mondo sportivo.
È stato così che, al culmine di un crescendo di entusiasmo provocato con sapiente regia teatrale dall’alternarsi di campioni sportivi
(alcuni calciatori della Nazionale campione del mondo, Massimiliano Rosolino, Andrew Howe) e di cantanti e attori di primissimo
piano (Claudio Baglioni, gli Zero Assoluto, Stefania Sandrelli), il
Presidente ha pronunciato il suo applauditissimo discorso di inizio
anno, che qui riassumiamo sulle orme dell’articolo apparso su Avvenire il 19 settembre scorso con la firma di Luca Liverani.
Fra i tanti temi trattati da Giorgio Napolitano ci sono stati il richiamo al rispetto e alla tolleranza reciproca fra gli studenti di diverse
estrazioni culturali, l’esortazione –rivolta a tutto il mondo politico– per un aumento delle risorse umane ed economiche investite nella scuola, e l’auspicio, più volte ribadito, che la musica sia
finalmente inserita nei curricula scolastici. E questo non in virtù
di un desiderio soggettivo, ma perché, come ha detto testualmente il Capo dello Stato, “il riscatto sociale passa per la strada dell’arte”. All’indomani della prolusione, resta un piccolo rammarico:
non tutti i media hanno colto il senso delle indicazioni contenute
nel messaggio, al punto che l’importante accenno al ruolo della
musica è stato riproposto solo da alcune testate.
DISMAMUSICA MAGAZINE
Tutte le volte che se ne
parla, i media al gran
completo si affrettano
a riproporre la notizia
con sollecitudine mista
a sorpresa quasi si trattasse di gossip. Ma il
fatto, ormai, è universalmente noto: papa Benedetto XVI ama suonare il pianoforte, e durante le recenti vacanze estive è stato ripreso alla tastiera di
un modello verticale rigorosamente… nero. Sul leggio uno spartito non meglio identificato, ma sul quale i giornalisti non hanno dubbi: è senz’altro
un’opera di “Bach o di Mozart”, entrambi autori estremamente
cari al pontefice.
L’immagine del “papa che suona”, trasmessa in un primo tempo
dal TG1, è stata ripresa immediatamente dai principali quotidiani (qui sotto la pagine di Repubblica e, sopra, quella del Corriere
della Sera) in modo analogo a quanto accadeva con le foto che
ritraevano Giovanni Paolo II durante le sue memorabili passeggiate sulla neve.
Ora, è assodato che gli sci di
Karol Woityla abbiano contribuito ad una rinnovamento nella valorizzazione dello sport in un’ampia parte della sempre numerosa
opinione pubblica cattolica. Chissà che l’immagine “al pianoforte” del papa tedesco non aiuti a
rinvigorire, presso questo stesso
pubblico (e non solo), l’idea che
la cultura musicale e lo studio di
uno strumento fanno parte dello stesso contesto di ricchezza
culturale in cui si riconosce chi
professa con intensità un credo
religioso.
30 anni (…) quando dal part-time tutti passano al contratto a
tempo indeterminato e il jazz rimane solo un hobby, da inserire
nel curriculum tra le esperienze giovanili”.
Wim Wenders:
salvato dalla musica
Ospite il 12 luglio scorso di Milanesiana, il grande regista
tedesco Wim Wenders è stato intervistato da Filippo Mazzarella sulle pagine del Corriere della Sera. Al centro della conversazione, al di là delle domande d’obbligo sui progetti del
cineasta di Düsseldorf, il suo rapporto personalissimo con la
musica. Wenders, che in gioventù è stato giornalista e come
tale si è occupato di musica, racconta del suo incontro folgorante con i Madredeus, che lo ha portato a scrivere di getto
la sceneggiatura per Lisbon Story. “Un amico”, racconta il
regista, “mi portò allo studio dove i Madredeus registravano dei demo. Fui ipnotizzato. Realizzai che stavo ascoltando
quel mio film ancora non fatto”.
Intervistato ancora sul ruolo del cinema nella società moderna, Wim Wenders dichiara fra l’altro che il cinema “è stato
creato per preservare la memoria, concepire la bellezza con
nuove modalità, reinventare il racconto e trovare risposte
sempre nuove a vecchie domande”. Bellezza e memoria sono categorie inglobate nella realtà della musica, “e la realtà”, conclude il regista, “può essere in assoluto la cosa più
spettacolare e affascinante da mostrare”.
17
RASSEGNA Stampa
I pianoforti
dell’ingegnere
I concerti del metrò
Dall’ITALIA
Tonino
Formisano
Il padre di Claudio Formisano
(titolare di Master Music, Vicepresidente Dismamusica e Presidente Disma Servizi) era un
notissimo clarinettista e sassofonista. Si è spento il 5 agosto,
all’età di 82 anni, dopo un’intera vita all’insegna dell’arte e
della musica.
Nato a Napoli il 20 aprile del
1924, era figlio d’arte. Sua
mamma (Di Giacomo) è tra l’altro cugina di Gegè Di Giacomo,
il famoso batterista di Renato
Carosone che per anni ha reso
famosi la nostra musica, il nostro swing, la nostra creatività
in Italia e all’estero. Nell’aprile
del 1944, a soli 19 anni, Tonino sposa Tina e tra il 1947 e il
1953 nascono quattro figli (Roberto, Luciano, Sergio e Claudio) e tutti nel corso del tempo
imparano a suonare uno o più
strumenti musicali.
Tonino ha imparato giovanissimo a suonare il sax, e già nel
1935 a soli undici anni suona
il sax tenore con un quartetto
americano. Negli anni ‘40, la
passione per la musica, l’influenza e la presenza americana, la necessità di imparare una professione e di sostenere una famiglia numerosa
gli fanno bruciare le tappe. A
vent’anni fa già parte di compagnie teatrali e musicali di Fuorigrotta, Nel ’45 entra nel quartetto Denis dove si esibisce anche come cantante. Ben presto
il successo si diffonde, Capri,
Ischia attendono la bella stagione per il mare, per il sole e
per sentire la calda voce e gli
strumenti di Tonino. Nell’esta-
non suona più
te del ’51 Totò chiede a Tonino di cantare nel più celebre e
mondano club di Ischia alcune
canzoni che ha composto per
la Piedigrotta ’51: il successo
è travolgente. La carriera prosegue, arrivano le prime incisioni, le aperture di locali alla
moda, la partecipazione a programmi radiofonici...
Questa notorietà lo porta verso
nuove esperienze: a Viareggio
è con l’orchestra di Totò Ruta
e subito dopo fonda una formazione tutta sua. Al “Rendez
Vous”, Esther Williams, mentre
lui canta Nun è peccato gli cor-
re incontro, lo abbraccia e lo
bacia facendo parlare del fatto
tutti i giornali.
Le tournée
all’estero
Poi arrivano le tournée all’estero: Grecia, Libia, Germania,
Svizzera. dove apre la stagione al “Gstaad Palace”, meta
preferita dello Shah di Persia
o di Moshe Dayan, o ancora di
re Houssein dell’Irak (quest’ultimo gli propone un contratto
“faraonico”, che però lui rifiuta). Sempre allo Gstaad Palace conosce Louis Armstrong e
Charles Aznavour, e suona con loro.
Negli anni Sessanta,
si trasferisce definitiva­
mente in Svizzera, dove
continua la sua carriera
affiancato spesso da
suo figlio Luciano, che
ha deciso di abbracciare la stessa professione. Tutto questo fino
ai primi anni novanta
quando per motivi di
salute si ritira dalle scene, senza però rinunciare alla musica,
linfa vitale della sua esistenza.
A casa, da solo, impara a suonare la chitarra e il pianoforte
e incide con pazienza e costanza ammirevoli, prima cassette,
e successivamente CD. E per il
suo ultimo viaggi i figli hanno
voluto che fosse accompagnato dal suo clarinetto.
Ci ha colpito una frase che
Claudio Formisano ha scritto a
ricordo di suo padre: “Ciao Tonino, mi sembra di vederti
lassù che chiedi se c’è una
presa elettrica perché devi assolutamente registrare un brano
per l’ennesimo ammiratore che
te l’ha chiesto. Hai avuto tante persone che ti hanno amato, tante che ti hanno seguito
fino al deporre un fiore... Facci
un regalo: continua, rimani nei
nostri ricordi e nei nostri pensieri allietandoci con le tue note romantiche, e con quel pizzico di malinconica tipica di ogni
napoletano verace”.
Angolo spirituale a duemila metri
In occasione dell’uscita del numero 700, la redazione di Musica & Dischi
ha deciso di pubblicare un racconto scritto fra il 1939 e il 1940
dal fondatore della testata, Aldo Mario De Luigi.
D’accordo con Mario De Luigi, figlio di Aldo Maria e attuale direttore
di Musica & Dischi, lo ripubblichiamo, certi che la sua sorprendente
attualità abbia molto da insegnare anche a noi...
«A due minuti troverete alloggio. Se è pieno di gente
anche lassù cercate di arrangiarvi. Gli alberghi del paese
sono ormai al completo e non troverete per questa notte
neppure una sedia...».
Mi avviai correndo verso una casetta piantata nella neve
Un vento gelido mi picchiava sul viso. Cercai di trovare
un campanello, ma finii per tirare alla porta una serie di
poderosi calci.
I battenti si aprirono. Con un’ondata di luce e di tepore,
ecco la calda musica di un grammofono.
«Bene padrone, si balla...».
«Mi dispiace signore, non si balla. Sono rimasto solo
stasera. Se volete alloggio accomodatevi pure. Posso
provvedere anche per la cena. La mia famiglia è scesa in
città e rientrerà solamente domani».
È un uomo di circa cinquant’anni. Faccia burbera,
intelligente, da capitano a riposo. Parla serio senza
entusiasmo. Ripete “sono solo” quasi rassegnato e
sembra gli si legga sul volto: “ora non più purtroppo”...
«Non si balla, oggi: scambiavo quattro chiacchiere col
mio grammofono».
Siamo rimasti seduti accanto al fuoco dopo aver
consumato uno spuntino. Di fronte a noi larghe tazze di
vino caldo. Cucina di montagna arredata all’antica.
Un grosso grammofono, una discoteca piena di album per
dischi. Li sfoglio. Molta, molta musica “seria”. Invano
cerco un motivetto spensierato.
I vetri della finestra si sono tinti di nero e la neve vi
disegna curiose figurine di zucchero. Si ode fischiare il
vento.
Perché non diventiamo amici io e il misterioso signore?
Egli risponde distratto alle mie domande. Negli occhi noto
un velo di disappunto. Tento di indovinare con qualche
frase il filo misterioso del suo pensiero.
«Quanti dischi avete! Certamente amate molto la musica.
Io pure...». Egli si scuote:
«Perdonate se vi contraddico. Voi non amate la musica.
18
Me ne sono accorto...».
Abbasso gli occhi come uno scolaretto di fronte al
maestro. Taccio.
E il mio timore lo invita alla confidenza
«Non stupitevi. Posso provarvi quanto vi dico. Forse a voi
pure piacciono, come a tutti i giovani, i ballabili moderni,
le canzoni briose, i ritmi facili e leggeri. Gusterete
anche qualche bel pezzo d’opera e non disdegnerete
la suonata tepida, ricamata con grazia sulle corde del
violino. Questo sta bene, ma e poi? Io vi osservavo
poc’anzi, mentre sfogliavate i miei album pieni di dischi.
Vi era un briciolo di curiosità, un semplice desiderio di
trovare qualche aria conosciuta. “Avete provato invece
un senso di delusione nel leggere gli aridi titoli dei pezzi
che possiedo. Null’altro. Forse se io ora vi costringessi
ad ascoltare qualche ‘studio’, pensereste che desidero
mandarvi a dormire innanzi tempo o avreste un motivo
domani per raccontare agli amici che in una casetta
sepolta nella neve avete trovato un vecchio maniaco, che
posa a intenditore di musica classica. Non interrompetemi.
È così... Conosco anch’io la vita nella quale vivete oggi.
Vi ho vissuto anch’io. Solo da poco tempo mi sono portato
quassù, in questa casupola di montagna, destinata forse a
diventare con gli anni un grande albergo alpino, con tutti i
conforti moderni, con i camerieri in livrea, la mescita per
le misture alcoliche e l’altoparlante che ulula nel salone
da ballo. I miei figlioli ci stanno pensando: gli amanti
della neve e degli sci sono in aumento continuo...».
Seguo i miei ragionamenti.
Egli è lanciato ormai sulla via delle confessioni. Parla
calmo e sereno quasi dovesse ripetere a sé stesso le
ragioni che lo spinsero a confinarsi a duemila metri.
«Ero commerciante di musica in città. Avevo ereditato da
mio padre un negozio di strumenti musicali. Magazzino
di note, bottega di oggetti delicati e massicci, emporio di
ottoni dorati e legni lucenti: collezioni di spartiti, volumi
densi di gocce nere di note. Fonografi chiacchieroni e
giudiziosi, dalle larghe trombe puntate al soffitto e dischi,
dischi, scrigni di virtuosismi artistici, copie fedeli del
pensiero luminoso dei “grandi”. Possedevo questi tesori.
Leggevo la storia dei musicisti; seguivo le conversazioni
degli appassionati. Così ho appreso ad amare la musica.
Per anni ho pensato e vissuto per essa: conosco i suoi
segreti, ho l’esatta percezione del sublime al quale essa
arriva. Non mi atteggio ad artista: sono un uomo qualsiasi
che ama l’arte. Mi si mise dietro a un banco di vendita e
fui costretto ad appassionarmi dei ferri del mestiere. Se
mio padre fosse stato contabile o meccanico, forse amerei
meglio la macchina calcolatrice e gli urli laceranti di
un motore a scoppio. “Parliamo pure dei dischi. Me li
sono trascinati fin qui perché ormai mi necessitano.
Analizzo in essi il pensiero degli autori, trovo in essi la
medicina per tener sereno il mio spirito. Voi non ne sentite
il bisogno. Non ne avete colpa. Avete una alimentazione
irrazionale di musica. Oggi andate in visibilio per la
piatta cantilena d’un trio o per le grida sincopate d’una
cornetta starnazzante che imita il verso di un tacchino
spaventato. Ma voi, come la maggior parte dei giovani,
non conoscete un preludio di Debussy, un capriccio
di Ciaikowski, non avete mai approfondito il mistero
di uno studio di Beethoven o analizzato un concerto di
Mozart, non avete mai seguito il sogno d’un ‘Notturno’
di Chopin! Con questo non voglio concludere che oggi
non vi è più senso d’arte, che una volta si ammiravano
le opere dell’ingegno e ora non più, che le menti sono
diverse e vi erano anni fa intelligenze più vivide. Niente
di tutto questo. Oggi il bimbo nasce molto più sveglio
d’una volta ma non può avere il tempo di essere spinto a
meditare tranquillamente ed a riflettere con calma . Egli
è afferrato immediatamente dalla pratica delle necessità.
Non vive più per sé perché la vita lo esige per gli altri.
Ode parlare dell’arte, ne afferra gli svolgimenti, ma non
ha il tempo per cercarne il significato. Come noi a piccole
dosi gustavamo una bella pagina di musica, egli può ora
nello stesso giorno ascoltare alla radio, al cinema sonoro,
al Teatro, diversi capolavori ugualmente mirabili. Pochi
istanti solo perché viene trascinato poi da un’auto che
marcia a cento chilometri all’ora. Ritmo poi che apporta
in lui questo mutamento profondo. Per l’ansia di vivere
presto, sempre più presto, il suo animo non sente la
necessità di nutrirsi, lo spirito eccitato non ha più bisogno
di abbeverarsi di serenità».
Il mio amico si alza lentamente, si avvicina alla sua
cassaforte sonora: sorride, crollando la testa.
«Voi mi potete chiedere perché con le mie idee io abbia
abbandonato il campo di battaglia, il vecchio ripostiglio
di oggetti musicali. Semplicissimo: un piano regolatore
della città. Bisognava trasferirsi, rinnovare il negozio,
acquistare l’insegna luminosa, mettersi in relazione con
i fabbricanti di ‘batterie’, disfarsi di tutta la roba vecchia,
lanciare le canzonette di moda, le orchestre di oggi. Io
non mi sentivo più adatto. Ho preferito vendere tutto e
ritirarmi quassù nel futuro albergo alpino: una iniziativa
dei miei figlioli che renderà molto più di un vecchio
negozio di ottoni e d’ebaniti. Mi rassegno. Poche sere mi
restano ormai a disposizione per ripassare la mia musica:
se tornerete fra qualche tempo troverete l’amplificatore e i
celebri ritmi delle orchestre di moda» .
Fuori fischia il vento gelato: l’ultimo intenditore di
musica ‘classica’ sfoglia attentamente un album, sceglie
un disco. Osserva a lungo le spirali, ne soffia via qualche
grano di polvere...
Così conobbi Grieg.
Aldo Mario De Luigi
DISMAMUSICA MAGAZINE
Player Pack e Starter Set:
Gewa aiuta i principianti
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Sesto Ulteriano (MI)
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CD recorder, ma non solo...
Fra le novità Tascam del
mese di settembre, un
posto di primissimo piano spetta senz’altro al recorder professionale CD-RW900.
Oltre a registrare da sorgenti analogiche e digitali con risoluzione
a 24 bit, il CD-RW900 è in grado di riprodurre file MP3 e di visualizzare sul display tutte le informazioni ad essi relativi (i tag ID3).
Ma non è tutto: perché, grazie al potente processore incorporato,
il CD-RW900 permette di variare la velocità di riproduzione delle
tracce mantenendo inalterato il pitch –una funzione che risulterà
particolarmente gradita a DJ e insegnanti di musica e di danza.
Grazie poi all’ingresso PS/2, attraverso il quale è possibile collegare all’apparecchio una tastiera da computer, il CD-RW900 permette di registrare informazioni dettagliate su ogni singola traccia,
organizzare i file MP3 in cartelle prima della loro masterizzazione e
creare playlist personalizzate di notevole complessità.
Particolarmente curato nei materiali e nelle finiture, il CD-RW900
è da consigliare a tutti i “power users” che non possono accontentarsi di un semplice apparecchio Hi-Fi.
EXHIBO
www.exhibo.it
Monza
039 2084.1
Sono finalmente disponibili
anche per il mercato italiano
le chitarre Behringer iAXE393
con connessione USB. Annunciate in anteprima mondiale lo
scorso aprile durante la MusikMesse di Francoforte, queste chitarre possono essere
collegate direttamente ad un
PC o ad un Mac grazie alla
porta USB integrata e ai driver
ASIO proprietari a bassissima
latenza.
Questi ultimi assicurano una
fluidità notevole sia in registrazione (con il software multitraccia Kristal Audio Engine)
che nell’elaborazione del segnale. In questo senso, gli
utenti finali che sceglieranno
le iAXE393 saranno sicuramente felici di scoprire che fra
i molti programmi che accompagnano lo strumento figura
anche una “Behringer Edition”
del popolare pacchetto Guitar
BEHRINGER
www.behringer.com
Prosegue il “Grand Prix” Roland
Sono state annunciate le nuove date del Grand Prix Roland, il
“tour” che porta i dimostratori e i product specialist del distributore di Arese nei principali punti vendita del territorio italiano. L’appuntamento è per i giorni 29 e 30 settembre ad Azzano Decimo
(PD) presso Biasin Strumenti Musicali, dove verranno presentati
le tastiere arranger e i sintetizzatori. Quindi, il 10 e l’11 novembre,
l’intera gamma Roland e Boss sarà protagonista della due-giorni
organizzata presso All for Music di Bologna.
ROLAND ITALY
www.roland.it
Arese (MI)
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Alla chitarra metal, con la grinta
di Troy Stetina
Le Edizioni Curci propongono il primo volume di quello che diventerà
un manuale di riferimento fra i giovani appassionati della chitarra metal.
È il metodo firmato da Troy Stetina,
l’eclettico chitarrista statunitense famoso, oltre che per i libri editi dalla Hal Leonard Corporation, per il suo
passato da ciclista professionista.
Si tratta, come lo stesso Troy Stetina
ha più volte osservato, di un’eredità
solo apparentemente lontana rispetto allo strumento che imbraccia; e in effetti il suo manuale, quasi fosse un ruolino di marcia per la preparazione atletica, contiene tantissimi argomenti, per ciascuno dei quali vengono proposti
esercizi, spunti creativi, un glossario dei termini tecnici più diffusi
e... tablature bianche. Queste ultime, in particolare, si devono all’idea dell’autore secondo la quale è sempre necessario che un chitarrista si misuri con la composizione; e che le idee migliori –siano
esse complesse o semplici– devono comunque essere annotate da
qualche parte. il libro, che si conclude al termine di un ideale “primo anno” di lavoro, è naturalmente accompagnato da un CD che
contiene gli esempi da seguire per superare le difficoltà tecniche
sparse in ordine progressivo lungo il cammino.
EDIZIONI CURCI
www.edizionicurci.it
SCHOTT
www.schott-music.com
DISMAMUSICA MAGAZINE
rispettivamente per pianoforte solo (Jazz
Preludes Collection) e per pianoforte e
clarinetto (Concert Collection for
Clarinet), che vengono proposti ora dalla Boosey & Hawkes
anche sul mercato italiano.
Entrambi i volumi
contengono una raccolta di piccoli pezzi originali attraverso i quali è
possibile esplorare diversi stili esecutivi della tradizione jazz: ci sono pagine
in puro swing, altre dedicate al ragtime, altre ancora alle sonorità delle ballad...
Naturalmente non bisogna pensare che
ta cuffie, grazie alla quale si
può suonare con la distorsione più potente senza disturbare i propri vicini...
Willich
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Milano
02 76.03.61
Si scrive Norton, si pronuncia Jazz
Alzi la mano chi, fra i giovani studenti
di pianoforte e i loro meno giovani insegnanti, non ha mai sentito fare il nome
di Christopher Norton. Il poliedrico musicista neozelandese si è conquistato negli
ultimi venticinque anni una solidissima
fama nel campo della didattica dello strumento. E
questo è accaduto soprattutto grazie alla serie Microjazz, una delle pubblicazioni didattiche più richieste
in tutto il mondo, che ha di
recente festeggiato il notevoletraguardo del milione di copie vendute.
Forte di questi traguardi, e sull’onda della sua spumeggiante
ispirazione, Christopher Norton ha di recente dato alle stampe due nuovi lavori,
Combos firmato da Native Instruments.
Chi non riesce a fare a meno dei sistemi tradizionali di
amplificazione ed elaborazione del segnale può comunque dormire sonni tranquilli: Behringer ha dotato le iAXE393 di una “normalissima”
uscita jack attraverso la quale
si può collegare lo strumento
all’ampli preferito. Non manca neppure una comoda usci-
questi testi siano dei manuali per lo studio del jazz, dal momento che il jazz è
improvvisazione, e qui tutte le note sono scritte con grande cura. Lo scopo di queste
raccolte è invece quello di
lanciare degli stimoli a chi
sta studiando secondo le
norme della didattica tradizionale, in modo da coltivare fin dai primi anni di studio
la conoscenza del repertorio
e della “pronuncia” jazz. Non
è quindi un caso che entrambi i volumi siano accompagnati da un CD audio nel quale lo stesso autore siede al pianoforte: lo scopo è quello di trasmettere al fruitore del libro non
soltanto le note, ma anche il sound complessivo dei pezzi.
Mainz
0373 68.493
Sonate francesi per violino
È disponibile anche per il mercato italiano il primo volume
delle Sonate francesi per violino proposto dalle Edizioni Durand e distribuito da BMG Ricordi.
Si tratta di un progetto editoriale particolarmente curato
nei dettagli, che affianca alla
ristampa delle eleganti partiture Durand (nella doppia versione per pianoforte e violino
e per violino solo) un’introduzione critica in tre lingue (francese, inglese, tedesco). Attraverso questo testo, il curatore Gérald Hugon offre una visione d’insieme su questo repertorio, il cui periodo di massimo
splendore va dagli ultimi decenni dell’Ottocento alle composizioni per violino e pianoforte firmati da alcuni dei membri
del Gruppo dei Sei.
Di questo repertorio, oggi ancora relativamente poco conosciuto, il primo volume propone un primo “assaggio” che mette a confronto le pagine di Claude Debussy, Albert Roussel,
Louis Aubert e Maurice Ravel.
BMG PUBLICATIONS San Giuliano Milanese (MI)
02 98813.4279
www.ricordi.it
Come registrare il pianoforte
e vivere felici
I tecnici del suono sanno bene che
registrare bene un pianoforte è tutt’altro che facile. Gli stessi esperti si dividono sulla scelta dei microfoni e sulla
loro disposizione, e le diverse scuole
di pensiero non sono ancora arrivate
ad una sistemazione teorica definitiva
della materia. Quando poi a volersi registrare è una persona completamente a digiuno di nozioni tecniche, il problema diventa davvero insormontabile...
Un grosso aiuto a chi non possiede uno studio di registrazione
viene in questo senso dalla Kawai, che ha di recente presentato il
recorder stand-alone PR-1 dedicato in modo specifico a pianoforti
verticali e a coda. Composto da una unità centrale dalle dimensioni compatte, da due microfoni e dai cavi di collegamento necessari, il sistema PR-1 è estremamente semplice da usare e può essere utilizzato anche per l’amplificazione e per lo studio.
L’idea rivoluzionaria che ha portato alla sua realizzazione è racchiusa... nella forma dei microfoni. Si tratta di due trasduttori che
devono essere montati lungo la struttura dello strumento, in prossimità della cassa armonica. Per fissarli in posizione si utilizza un
nastro di velcro, che, oltre a non danneggiare lo strumento, permette di modificare con facilità qualsiasi posizionamento.
Il segnale catturato dai due microfoni viene inviato direttamente
all’unità centrale del PR-1, che provvede a registrare il suono su
CD o, all’occorrenza, ad inviarlo alle uscite Jack/XLR per la connessione con un impianto PA. Non mancano il riverbero ad alta
definizione e l’ingresso AUX attraverso il quale si può mixare il segnale proveniente da una sorgente esterna.
La presenza di un’uscita cuffie permette di utilizzare il PR-1 anche
come strumento di studio (per esercitarsi, ad esempio, con CD
minus-one o con parti registrate attraverso lo stesso sistema); e
l’intero apparecchio può essere “scorporato” in modo da ricavare
un comodo lettore portatile.
FURCHT
www.furcht.it
Milano
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19
DALLE aziende
Sono decisamente “marketing oriented” le soluzioni che Gewa
Med propone nell’ambito dell’offerta di chitarre e bassi Tenson. Oltre ad una gamma completa di strumenti in grado di
rispondere a tutte le richieste del settore –con un ventaglio
di venti modelli fra chitarre classiche, acustiche, elettroacustiche, elettriche e bassi– Gewa offre infatti due pacchetti di
sicuro impatto dedicati rispettivamente ai chitarristi e ai bassisti elettrici.
Sono due kit che, oltre allo strumento, mettono a disposizione
dell’acquirente un amplificatore, una gig-bag, tutti i cavi necessari e un set di plettri. Anche se si tratta di bundle dedicati a
chi muove i primi passi nel mondo delle sei corde, le caratteristiche dei “pacchetti” sono di
tutto rispetto. Il Player Pack offre infatti una chitarra Sd-Special F503.400 nera con corpo in
tiglio massiccio, manico in acero, tastiera in palissandro, hardware cromato, meccaniche diecast, ponte Tune-O-Matic, 2 humbucker aperti,
un regolatore di volume e 1 regolatore tono. Ad essa è affiancato un amplificatore Tenson
con cono
da 6,5” in grado di erogare una potenza di 10 Watt.
Più alta la potenza dell’amplificatore incluso nello Starter Kit destinato ai bassisti: si tratta infatti di un modello con cono da
8” capace, con i suoi 15 Watt,
di valorizzare il suono del PJBass F504.200 a 26 tasti.
Chitarre USB da Behringer
Dalle AZIENDE
KSM9: il microfono a due
diaframmi ora anche
con il cavo
Cubase nel segno del 4
Al rientro dal periodo estivo, Shure ha presentato la versione
con cavo della capsula KSM9. Si tratta di un microfono per voce ad altissime prestazioni che era stato introdotto in un primo
tempo soltanto nella categoria dei radiomicrofoni UHF-R.
La caratteristica fondamentale di questa capsula, che spiega
anche le sue prestazioni di assoluto riferimento, consiste nella presenza di due
diaframmi, il cui modello polare è commutabile da cardioide a supercardioide.
Questo accorgimento fa sì che le capsule KSM9 siano in grado di catturare anche i minimi dettagli del suono della voce e garantiscano allo stesso tempo una
grande dinamica su tutte le frequenze e una flessibilità operativa senza precedenti, che beneficia fra l’altro della riduzione dell’effetto prossimità.
Disponibili nella finitura Champagne o Grigio Antracite, i nuovi KSM9 sono curatissimi anche nei dettagli: tutti i connettori, comprese le uscite XLR, sono placcate in oro; e la valigetta in alluminio garantisce un trasporto sicuro e senza
rischi di sorta.
SISME
www.sisme.com
Osimo Stazione (AN)
071 78.19.666
Midiware annuncia la disponibilità,
a partire da ottobre, della versione in
lingua inglese di Cubase 4. Presentato ad Amburgo il 20 settembre scorso, il nuovo software Steinberg introduce numerose novità sia sul piano
dell’interfaccia che su quello del “motore” interno. Cubase 4 sfrutta la nuovissima architettura VST3, grazie alla
EXHIBO
www.exhibo.it
Monza
039 20.841
Era un impianto completamente firmato Proel quello
che il 15 luglio scorso ha permesso ai Toto di esibirsi di fronte al pubblico di Cinquale, presso Massa
Carrara, durante la seconda e ultima tappa italiana
del loro tour.
Il sistema installato, di proprietà di Music Service
Livorno, era davvero imponente, e prevedeva nello
specifico la presenza di trentadue diffusori passivi
AX3210P (ciascuno dei quali monta due woofer da 10” e un driver 4”+2”), ventiquattro sub EDGE121SP da 21”, dodici
amplificatori Full Switching Powersoft K10, due processori digitali Proel DSO26,
un processore digitale XTA DP226 e
quattro front fill EDGE15CXPB.
I tecnici Proel si sono affiancati allo
staff della Music Service Livorno di Alessandro Fava in base al principio che da
tempo costituisce uno dei cardini della filosofia aziendale: il cliente va sempre
aiutato anche “sul campo”. Del resto, come lo stesso ufficio tecnico commerciale Proel ha sottolineato in una nota stampa, non si tratta di un atteggiamento che va ad esclusivo vantaggio del
cliente. Infatti, se da un lato Proel
“garantisce al cliente il supporto di
personale tecnico ai massimi livelli
pronto a risolvere qualsiasi problema relativo al PA”, è pur vero che, in
questo modo, “l’azienda può contare su un feedback continuo da parte dei fonici, che possono portare le
proprie esperienze, capacità ed esigenze alla sua attenzione.”
PROEL
www.proelgroup.com
CARISCH
www.carisch.com
20
Come scrive don Silvano Quattrin
nella prefazione alla prima edizione,
nel movimento di marcia lenta con
dissonanze che fa da introduzione al
canto sacro c’è
“l’espressione
di tutta l’angoscia dell’Umanità, che avanza
Roma
06 3036.3456
Canzoni d’amore dall’Irlanda
Sant’Omero (TE)
0861 81.241
La musica sacra secondo Sergio Calligaris
La figura di Sergio Calligaris è
apprezzata in tutto il mondo in virtù
delle sue grandi doti di pianista,
didatta e compositore.
Proclamato nel 2004
Musicista Internazionale
dell’Anno dall’International Biographical Center
di Cambridge, l’autore
argentino ha di recente
dato alle stampe un
Panis Angelicus per
pianoforte, coro misto o
quartetto vocale.
Il brano, pubblicato da
Carisch, è stato accolto
con entusiasmo sia nel
mondo musicale che
in quello dei teologi. Questi ultimi,
in particolare, hanno riconosciuto
come la musica di Calligaris incarni
alla perfezione lo spirito del testo
sacro.
passato, e alla semplificazione delle
procedure più comuni. Tanto per fare
un esempio, l’assegnazione degli effetti Insert avviene in Cubase 4 attraverso un semplice drag-’n-drop.
Accanto a Cubase 4, Steinberg ha
presentato anche Cubase Studio 4,
la versione dedicata a compositori e
producer; si tratta, come fanno notare alla Steinberg, di una versione
“su misura” e non di un semplice
step-down.
MIDIWARE
www.midiware.com
Auricolari hi-fi per Music Service Livorno
il “popolo” MP3
sceglie Proel per i Toto
Hanno già riscosso un notevole successo fra il pubblico più giovane gli auricolari Sennheiser MXL-51.
Costruiti per assicurare un ascolto di
altissima qualità anche mentre si è in
movimento, questi auricolari sono caratterizzati dalla presenza del “cordino” da allacciare attorno al collo, a cui
è possibile agganciare lettori MP3 o
cellulari. Nel packaging è inclusa anche una prolunga stereofonica, grazie
alla quale si gode di una certa libertà
di movimento e di una più ampia possibilità di collegamenti.
Dotata di bassi
potenti che esaltano l’ascolto di musica rock e pop,
la MXL 51 ha un
design ergonomico che assicura un comfort assoluto.
Non manca neppure una comoda custodia a tasca dal design innovativo.
Ideale per tutti i lettori portatili, CD,
MP3 e cellulari di ultima generazione
con ingresso audio da 3,5 mm, si distingue dai prodotti “da banco” più comuni proprio per la sua grande musicalità, ed è quindi uno dei modelli da
proporre che avranno maggiore successo fra i musicisti.
quale i Virtual Instruments sono molto più veloci e stabili. Ottimizzato per i
processori più diffusi, supporta in modo nativo l’architettura Mac PPC/Intel
e introduce un set di 30 nuovi plugin
e 4 nuovi Virtual Instruments.
Le nuove funzioni includono poi il rivoluzionario sistema SoundFrame per la
gestione dei file audio, delle patch e
dei suoni in genere; e la nuovissima
ControlRoom, dalla quale si può avere il controllo completo delle sorgenti
esterne e dei sistemi di monitoring.
Grande attenzione è stata dedicata
dai progettisti anche al rinnovo dell’interfaccia della sezione Score, oggi decisamente più funzionale che in
faticosamente da millenni verso
la sua ricomposizione pacifica”. A
questo fa da contraltare l’ultima
sezione del Panis Angelicus, quando,
grazie alla speranza, la marcia
dell’Umanità “si fa gradualmente
lieve e serena, nella struggente e
delicatissima armonia di un canto
dolcissimo (...)”.
Va da sè che il Panis Angelicus, che
Sergio Calligaris ha scritto nell’Anno
dell’Eucarestia dedicandolo a papa
Benedetto XVI “con devota ammirazione”, è un brano impegnativo,
adatto per le formazioni che si
dedicano alla musica sacra con
impegno e che intendono dedicare
tempo ed energie nella ricerca di testi
di grande spessore ed intensità.
Le partiture sono disponibili nella
versione completa (con le parti
staccate per i solisti o per il coro) e
nel formato per pianoforte.
S. Giuliano Milanese (MI)
02 98.221.212
La collana Schott Piano Lounge propone una
serie di volumi firmati da Carsten Gerlitz e dedicati rispettivamente alle ballate pop e jazz, alle
colonne sonore e alla tradizione celtica.
Celtic Lovesongs, il quarto volume della serie,
è dedicato ai canzonieri d’amore irlandesi, dai
quali sono estratte le 20 Songs che Gerlitz ha
trascritto e arrangiato in perfetto stile Lounge.
Il risultato, che naturalmente rimanda alla tradizione originale solo per quanto riguarda i testi e
le melodie, permette di integrare nei programmi
di intrattenimento queste musiche le cui radici affondano in una tradizione
millennaria. È peraltro spendibile con successo anche nei confronti degli
allievi dei corsi di tastiera e di piano pop, tradizionalmente attratti da un
repertorio che affianca alle piacevoli digressioni di gusto esotico una scrittura limpida, priva di virtuosismi e di facile lettura.
SCHOTT
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Mainz
0373 68.493
Quando lo studio
è una questione di... testa
Chiunque abbia studiato in modo
approfondito uno strumento musicale conosce bene le piccole grandi
difficoltà di carattere psico-fisico che
accompagnano le tappe fondamentali della carriera... accademica.
Dall’ansia da lezione al sacro terrore
dei concorsi, giù
giù fino ad arrivare agli episodi di
scoraggiamento
e di stanchezza
che spesso fanno compagnia a
chi passa ore allo strumento: gli
episodi che limitano la produttività e minacciano la riuscita delle esecuzioni in
pubblico non si
contano...
Un’ottima strategia per mettere
in fuga buona parte di queste... nubi può essere quella di approfondire
la conoscenza del training mentale.
Questa disciplina, ormai parte integrante del programma di formazione
di chi (soprattutto nell’ambito delle
discipline sportive) ricerca l’eccellenza delle prestazioni fisiche e mentali, stenta ad essere accolta con favore negli ambienti musicali. Eppure, come gli abbondanti riscontri raccolti in sede scientifica dimostrano,
i benefìci del training mentale sono
davvero notevoli. Con un allenamenEDIZIONI CURCI
www.edizionicurci.it
to mentale costante, ad esempio, si
può potenziare l’uso della memoria,
favorire la concentrazione e rendere
possibile lo studio... senza strumento –una pratica attraverso la quale si
risparmiano preziose energie e si riflette più a lungo sul significato di ciò
che si deve suonare e sui meccanismi fondamentali di una buona
esecuzione.
Naturalmente,
come tutte le tecniche di studio
che si rispettino,
anche il training
mentale per i musicisti si fonda
su di un metodo
rigoroso, che va
conosciuto ed applicato un po’ per
volta e con grande rigore. Il che
è precisamente quello che insegna
il volume Training mentale per il musicista firmato da Renate Klöppel e
pubblicato in Italia dalle Edizioni Curci.
Il volume, che può essere letto anche a più riprese –e non necessariamente tutto d’un fiato– può essere
proposto con successo agli studenti
come ai loro insegnanti. E se per i
primi sarà un utile strumento di lavoro, per gli ultimi potrà rivelarsi un potente aiuto nella comprensione delle
difficoltà dei propri allievi.
Milano
02 76.03.61
DISMAMUSICA MAGAZINE
Un pianista...
diplomatico
Line Array per tutti grazie a
Exhibo e Service for Service
li, product manager per EAW
della Exhibo SpA. Quest’ultimo, in particolare, ha dimostrato agli ospiti della Service for Service la semplicità
d’uso del software per lo studio della configurazione ottimale e la rapidità della messa a punto dell’impianto, resa possibile dall’interfaccia
grafica estremamente intuitiva dei processori MX 8750.
A conferma del successo
dell’iniziativa e dei valori di
riferimento dell’impianto installato, riportiamo l’unanime commento degli operatori presenti, che hanno definito il Line Array EAW “un
enorme impianto hi-fi” in grado di riprodurre la musica
con la massima fedeltà anche alle pressioni sonore più
elevate.
EXHIBO
www.exhibo.it
Sono in molti a
ricordare la figura di Ignaz Paderewski, uno dei
più grandi pianisti della storia.
Non tutti sanno però che Paderewski fu anche un importante
uomo politico polacco, e che
ricoprì la carica di Presidente
del Consiglio e di Ministro degli Esteri negli anni immediatamente successivi alla Prima
Guerra Mondiale.
Scelto per rappresentare il proprio Paese alla Società delle
Nazioni che si andava formando proprio in quegli anni, Paderewski concluse la propria carriera politica nel 1921, ma fu
ancora capace di prese di posizione anche “scomode” negli
interessi del proprio Paese.
A fare luce sulle alterne fortune del Paderewski impegnato sul fronte politico interviene oggi il volume Ignaz Paderewski - Il Patriota, firmato da
Piero Rattalino ed edito da
Zecchini Editore.
In 128 pagine di piacevole lettura, Rattalino ci conduce per
mano attraverso “l’epopea di
un moderno eroe, di un cavaliere dell’ideale, e del solo pianista capace di fare il sold out
nell’enorme spazio - sedicimila
spettatori - del Madison Square Garden di New York.
ZECCHINI EDITORE
www.zecchini.com
Monza
039 20.84
La serie Cantolopera è ormai
da tempo un riferimento imprescindibile per gli appassionati d’opera, per gli studenti
e per i professionisti del settore. Proprio l’accoglienza calorosa che il pubblico ha riservato al progetto editoriale stimola l’uscita continua di nuovi fascicoli, che si vanno ad
aggiungere alla libreria della
“Opera Revolution” formando
così un repertorio di tutto rispetto a cui tutti possono attingere privilegiando gli aspetti desiderati.
È facile quindi prevedere un
buon successo di pubblico
anche per i due più recenti fascicoli della serie. Si tratta di
due volumi dedicati rispettivamente alle arie per soprano
(Belcanto Vol. 1, in alto a destra) e ai duetti per soprano e
mezzosoprano (Duetti Vol. 2,
qui a fianco).
Entrambi i volumi propongono cinque brani di autori differenti del periodo aureo della
tradizione operistica e affiancano allo spartito un CD con
l’esecuzione completa e la
sola traccia orchestrale di ciascun brano. Mozart, Rossini,
BMG PUBLICATIONS
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Donizetti, Verdi, Offenbach,
Puccini, Delibes e Ponchielli
figurano in queste raccolte,
che potranno essere proposte con successo a studenti
di canto, scuole di musica...
oltre che, naturalmente, a tutti coloro che hanno già acquistato i volumi precedenti di
Cantolopera.
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Claudio e Cristina
Claudio Formisano, titolare della Master
Music, Presidente di Disma Servizi e Vicepresidente di Dismamusica, si è unito
in matrimonio, lo scorso 2 settembre, con
Cristina Ballardini.
Vi proponiamo il momento del taglio della
torta, come immagine-simbolo per sottolineare l’augurio di “ogni bene” che scaturisce da tutta la redazione di Dismamusica
Magazine. Auguri!
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Edizione critica di Alberto Zedda
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Edizione critica
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DISMAMUSICA MAGAZINE
21
DALLE aziende
A Monteroni di Lecce,
alla fine dello scorso
mese di Luglio, si è tenuto un evento decisamente... insolito.
Presso la sede della neonata Service for
Service, un selezionato pubblico di operatori
del settore ha ascoltato musica all’aperto grazie all’imponente impianto da 72.000
Watt visibile nella foto in alto
a destra.
Scopo della dimostrazione,
per la quale sono stati utilizzati due sistemi Line Array
EAW (ciascuno dei quali composto da quattro diffusori KF
760, due KF 761 e quattro
subwoofer SB1000), era il
lancio dei servizi della Service for Service. La nuova società, fondata da Andrea Colonna, nasce con l’obiettivo
dichiarato di rendere disponibili anche al Sud gli impianti
ad altissime prestazioni che
fino ad oggi sono stati appannaggio quasi esclusivo degli
operatori residenti al Nord Italia o all’estero.
All’organizzazione dell’evento
hanno partecipato Stephen
Badham, application
engineer della EAW;
Jordi Rodrigo, responsabile tecnico della
Ecler; ed Edoardo Ravel-
Nuove proposte per la lirica da BMG
Dalle AZIENDE
Sibelius:
soluzioni per
la didattica
All’indomani dell’acquisizione
di Sibelius da parte di Avid, i
vertici aziendali hanno annunciato di voler proseguire nello
sviluppo di applicazioni dedicate all’insegnamento della musica, da diversi anni a questa
parte una delle colonne portanti dell’offerta commerciale del
produttore londinese.
Accanto ai pacchetti di notazione, quindi, vedremo nascere a
breve numerosi programmi per
studenti ed insegnanti di musica costruiti attorno all’immenso know-how che la collaborazione fra gli sviluppatori Sibelius e gli inventori di ProTools
rende disponibile già fin d’ora.
La mossa fa parte di una strategia commerciale aggressiva
e “di lungo respiro” –come ha
sottolineato in un comunicato
stampa la direzione di Avid– il
cui obiettivo dichiarato è l’abbattimento delle barriere che
separano il mercato del software educativo da quello del
software professionale e la
creazione di soluzioni innovative che possano creare fidelizzazione nei confronti del brand
e accompagnare un musicista
lungo tutte le fasi di sviluppo
della sua carriera.
AVID
www.avid.it
Comunicare senza fili: nuove
proposte Sennheiser
Il nuovo sistema di comunicazione DW-800 presentato in questi giorni da Sennheiser rappresenta un passo
avanti non indifferente per il settore dei sistemi di telecomunicazione per gruppi di lavoro. Composto da cinque ricevitori
(di cui uno, con funzioni di master, di colore diverso) in grado di lavorare fino a distanze di 300 metri in campo aperto, il sistema è stato studiato per garantire il massimo della flessibilità operativa.
I punti di forza del sistema risiedono nella grande autonomia delle batterie (fino a 12 ore di conversazione continua), nella possibilità di funzionare in modalità Push-to-talk (alternando cioè le voci) o
a canali sovrapposti e nella modularità che permette di collegare in serie anche due DW-800 per allargare il gruppo di lavoro fino a otto persone.
EXHIBO
www.exhibo.it
Chiedete a qualsiasi studente di pianoforte di indicarvi quali sono i
due maggiori esponenti della musica francese del primo Novecento:
potete star certi che la risposta, quando arriverà, sarà:
“Debussy e Ravel!”.
Del resto, la popolarità dei due compositori è attestata anche dalla larghissima diffusione delle loro composizioni nei
programmi di sala delle stagioni concertistiche e nei cataloghi discografici di tutto il pianeta. Dovrebbe quindi essere abbastanza facile pronosticare un futuro fatto di successi di vendita per i due volumi che l’editore francese Durand, distribuito
in Italia da BMG Ricordi, dedica alle composizioni pianistiche
più note di ciascuno dei due musicisti.
Ciascun libro si propone una sorta di “profilo pianistico” pensato soprattutto ad uso e consumo della didattica dei corsi medioalti, che si tiene a distanza di rispetto dalle composizioni più impegnative sotto il profilo tecnico
e che permette quindi un primo avvicinamento alla produzione dei due grandi. Non è pertanto
da escludere che, in molti casi, questi volumi possano essere seguiti dall’acquisto di una o più
opere complete degli stessi autori.
BMG PUBLICATIONS
www.ricordi.it
Il festival di Montreux rappresenta
per tutti i musicisti del mondo, jazzisti
e non, un’autentica istituzione. Fondato esattamente quarant’anni fa da
Claude Nobs, ha ospitato alcuni fra i
più grandi artisti della storia recente
e si è guadagnato un ruolo di primo
piano anche nel mondo discografico,
spesso attraversato dalle registrazioni delle performance dal vivo “catturate” sui suoi palcoscenici.
È quindi perfettamente giustificato l’orgoglio con cui Digidesign annuncia che, in occasione della quarantesima edizione
del Festival (tenutasi dal 30 giugno al 15 luglio scorsi), i suoi
sistemi VENUE sono stati utilizzati sia in posizione FOH che
monitor in ciascuno dei tre auditorium principali.
VENUE, insieme al sistema di consegna digitale delle registrazioni DigiDelivery, ha raccolto il consenso unanime degli
oltre 30 tecnici del suono che si sono alternati alle consolle.
L’entusiasmo ha contagiato anche molti degli artisti, che in
alcuni casi hanno potuto addirittura spedire l’intera sessione
di registrazione ProTools nei propri studi dall’altra parte dell’Europa esattamente al termine del concerto –e ascoltare
dopo poche ore il master stereo preparato a tempo di record
dal tecnico del suono di fiducia.
Il successo di VENUE
si può misurare anche
dalle parole lusinghiere di Bernard Natier,
senior sound supervisor del festival: “Già
nel lontano 2000 ci
avevano presentato
una piattaforma concorrente, ma a quel tempo non era quello che serviva a noi e
decidemmo di aspettare. Poi abbiamo scoperto VENUE di Digidesign… e le cose sono cambiate. La consolle adesso gode di
un’ottima reputazione per le sue notevoli caratteristiche di intuitività e nel corso dell’ultimo anno ha veramente decollato”.
22
Monza
039 2084.1
Ravel e Debussy:
un “Best Of” al pianoforte
Il festival di Montreux
si converte al digitale
con Digidesign
DIGIDESIGN
www.digidesign.com
Con il catalogo Belaieff la grande
musica russa è su MDS
Assago Milanofiori (MI)
02 5778971
San Giuliano Milanese (MI)
02 98813.4279
Con il cuore
degli Alpini
I canti degli Alpini rappresentano, al di fuori di ogni possibile retorica, un importantissimo
tassello della cultura musicale italiana, al punto che anche
grandissimi interpreti come Arturo Benedetti Michelangeli si
sono misurati con questo repertorio della tradizione popolare.
È quindi giusto sottolineare con
enfasi particolare l’uscita di questa raccolta, intitolata semplicemente Bepi De Marzi, che propone venti composizioni per voci pari
firmate dal grande maestro vicentino.
Alla riarmonizzazione di titoli memorabili come Signore delle cime
e L’ultima notte delgi alpini sono affiancate nuove composizioni
nelle quali le voci del coro si alternano spesso alle linee strumentali. Il sentimento religioso, l’amore per la natura e per le persone
emergono con forza da queste pagine, che sorprendono sempre
per la combinazione fra la struggente ricchezza delle armonie e la
semplicità delle linee melodiche.
Un titolo da proporre non soltanto alle formazioni vocali degli alpini, ma a tutti i cori alla ricerca di repertori suggestivi.
EDIZIONI CURCI
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Milano
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Music Distribution Services è uno
dei più grandi distributori mondiali di
musica stampata, libri, cd e altri media digitali. Il suo catalogo, che conta
oltre 60 case editrici da tutto il pianeta, si è recentemente arricchito
dell’intera produzione della Belaieff,
l’editrice fondata a Lipsia nel 1885
dal musicista russo Mitrofan Petrovich Belaieff.
Tra i titoli più prestigiosi contenuti in questo catalogo figurano
molte opere di grandi compositori russi come Alexander Borodin,
Alexander Glazunov, Nikolay Rimsky-Korsakov, Alexander Skryabin
e Pyotr Ilyich Tchaikovsky.
Lavori come Il principe Igor, Sheherazade, le sinfonie di Borodin
e i lavori per pianoforte e orchestra di Skryabin sono quindi ora
disponibili anche per il mercato italiano attraverso MDS. Sul sito
internet del distributore, all’indirizzo www.mds-partner.com, è disponibile l’elenco completo delle opere reperibili.
MDS
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Ripalta Cremasca
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Dalla Cina con... colore
Sono coloratissime, costano
poco e suonano bene. Sono le
batterie Basix, che Gewa Med distribuisce in Italia con l’obiettivo
(dichiarato addirittura dal marchio) di conquistare le attenzioni della clientela rappresentata
da chi si sta avvicinando per la
prima volta al mondo della batteria ed è alla ricerca di uno strumento “di base”. Ogni kit viene assemblato a mano da operai altamente qualificati dopo un attento processo produttivo che va dalla
selezione e stagionatura dei legnami alla loro lavorazione con presse a caldo. L’intervento dei macchinari a controllo numerico è limitato alla foratura dei fusti per il successivo montaggio delle meccaniche –e i produttori assicurano che ogni singolo pezzo non viene
inserito se non dopo avere superato il controllo di qualità.
I modelli proposti da Gewa sono tre: a fare da apripista c’è il Custom Set, disponibile in quattro configurazioni e altrettante finiture (shadow black, atlantic blue, ruby red, tobacco organic fade).
È, questo, un kit che ha fatto registrare ampi consensi in tutto il
mondo grazie alla componentistica di qualità –come le pelli Remo– e ad una cura per i particolari capace di sfociare in soluzioni
meccaniche raffinate, ad esempio il sistema di sospensione “sospeso” che isola il tom e la cassa e permette una migliore risonanza di ciascun pezzo.
Lo Shortstack, disponibile unicamente nella finitura gialla, è invece
un kit particolarmente leggero e facile da trasportare, ed è per questo
indirizzato a chi si sposta spesso.
Il modello Vintage Rock, infine, riporta con le linee del suo design
agli strumenti del periodo glorioso del Rock
‘n Roll. Vintage anche nella finitura
(sparkling silver, come gli strumenti dei primi anni Sessanta), è comunque capace di
offrire un suono di tutto rispetto, che “entra” perfettamente anche nel mix delle
produzioni musicali dei nostri giorni.
GEWA MED
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Sesto Ulteriano (MI)
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Presentate le Opere Sonore
Durante l’incontro AIARP di Cavalese, Fabio Ognibeni ha presentato ai soci una serie davvero innovativa di diffusori acustici
di design. La serie ha un nome curioso:
Opere Sonore.
L’Opera Sonora è un diffusore acustico naturale, costruito con il legno di risonanza
“Abete di Fiemme”. L’idea nasce dall’analisi della funzione acustica delle tavole armoniche per gli strumenti classici, che suonano per la vibrazione indotta dalle corde.
Si è voluto ottenere il suono puro del legno
mettendo in vibrazione la tavola armonica
dell’Opera Sonora con un trasduttore nuovo, sviluppato su specifiche Ciresa, sottile
al punto da sparire nel legno.
Si tratta anche di un prodotto elegante che
arreda; la sua estetica, non disgiunta dall’aspetto della resa acustica, lo rendono
originale ed unico nel suo genere. Può essere installato in ogni ambiente chiuso, e
collegato in modo semplice all’uscita audio di tutti gli apparecchi domestici di uso
comune, quali televisori, radio, lettori cd o
dvd, impianti stereo. L’ascolto di qualsiasi
tipo di musica offre una nuova esperienza
e l’emozione di essere avvolti dal suono
stesso, perché esso non è più direttivo,
come per una tradizionale cassa acustica,
ma si irradia nell’ambiente a 360 gradi e
con soli 6 watt di potenza ha un’efficienza
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JOLLY Sub 12 a JOLLY Sub 10 a
300W rms
300W rms
Disponibili anche nella versione passiva
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