Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Relazione Impianti Elettrici Recupero Edilizio Fabbricato in Comune di Brescia Via Lamarmora individuato al N.C.T.R. al mappale n. 59 - fg. 173 del Comune censuario di Brescia. Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Repertorio ALER n.104/2010 Codice CUP: Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 1 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna RISTRUTTURAZIONE EX CASA DEL CUSTODE AD USO FORESTERIA La presente relazione descrive i criteri tecnici principali per la realizzazione degli impianti elettrici nel recupero del fabbricato sito in Via Lamarmora n.211 a Brescia Si descrive, in maniera sintetica, ma completa, la filosofia per la realizzazione degli impianti elettrici e speciali. La relazione è articolata nelle seguenti parti: - Identificazione dell’edificio - Descrizione generale degli impianti - Esigenze impiantistiche del Committente - Riferimenti a norme e leggi - Classificazione degli ambienti - Descrizione dell’impianto elettrico parti comuni - Descrizione dell’impianto elettrico appartamenti - Descrizione dell’impianto elettrico archivio/biblioteca - Protezione delle condutture elettriche - Protezione contro i contatti diretti - Protezione contro i contatti indiretti - Impianto di messa a terra Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 2 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna IDENTIFICAZIONE DELL’EDIFICIO L’Edificio in oggetto nel presente studio è inserito in un contesto in centro abitato in via Lamarmora n.211 a Brescia L’edificio oggetto della ristrutturazione è costituito da due piani fuori ed un piano interrato. Al piano terra si trovano i seguenti locali: Ingresso, atrio, disimpegno e vano scale; Stanza n.01 con bagno; Zona giorno comune; Stanza n.02 con bagno. Locale Tecnico con accesso dall’esterno. Al piano primo si trovano i seguenti locali: Disimpegno e vano scale; Stanza n.03 con bagno; Stanza n.04 con bagno; Stanza n.05 con bagno. Al piano interrato si trovano i seguenti locali: Cantina; Locale centrale termica; Sul piano copertura si trovano: Il tetto piano. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 3 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna DESCRIZIONE GENERALE DEGLI IMPIANTI Oggetto dell’intervento sono tutte le opere per la realizzazione degli impianti elettrici della realizzazione di edificio ad uso foresteria con n.05 stanze e zona giorno comune. L’utenza elettrica sarà unica e verrà in seguito ripartita sulle singole unità: li impianti previsti nel presente progetto sono così suddivisi: a) UTENZE ZONE COMUNI • Quadro contatore e linea generale • Quadro elettrico generale parti comuni • Quadro elettrico ascensore • Impianto di forza motrice • Impianto di illuminazione ordinaria completo di corpi illuminanti • Impianto di illuminazione esterna compresi i corpi illuminanti • Impianto di illuminazione di sicurezza completo di corpi illuminanti • Impianto telefonico (previsto un solo punto nella sala comune) • Impianto citofonico • Impianto antenna TV-SAT b) UTENZE STANZE • Quadro elettrico stanza • Impianto di forza motrice • Impianto di illuminazione ordinaria completo di corpi illuminanti • Impianto di illuminazione di sicurezza completo di corpi illuminanti • Impianto telefonico • Impianto citofonico • Impianto antenna TV-SAT Esclusioni: • E’ inoltre escluso dal presente progetto, tutto quanto non espressamente citato all’interno di questa relazione. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 4 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna ESIGENZE IMPIANTISTICHE DEL COMMITTENTE Gli impianti sono stati progettati sulla scorta della distribuzione dei locali e di un arredamento tipo ipotizzato. Tali impianti potranno variare in base al progetto architettonico ed alle esigenze finali dell’utente. Le necessità impiantistiche di illuminazione normale e di sicurezza, forza motrice di servizio oltre agli impianti speciali, sono state definite in base ad una fruizione ipotizzata. L’impianto elettrico delle parti comuni sarà completo di quadri elettrici, distribuzione principale, distribuzione fm, distribuzione luce e punti luce completi di corpi illuminanti. L’impianto elettrico di ogni unità abitativa sarà completo di quadri elettrici, distribuzione principale, distribuzione fm, distribuzione luce e punti luce. Sarà realizzato un impianto di telefonia. Verranno realizzati gli impianti citofonico e TV terrestre e satellitare. Esclusioni: • E’ escluso dal presente progetto, tutto quanto non espressamente citato all’interno di questa relazione. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 5 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna RIFERIMENTI A NORME E LEGGI Tutti gli impianti dovranno essere realizzati conformemente ai più recenti criteri della tecnica impiantistica e con la scrupolosa osservanza delle Leggi e delle Norme vigenti in materia. In particolare si fa preciso riferimento a: - Legge n. 123 del 3 agosto 2007 (tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro); - D. Lvo n. 81 del 9 aprile 2008, attuazione articolo 1 della legge n. 123; - Legge n. 248 del 02 dicembre 2005, recante il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici; - D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008, regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 02 dicembre 2005; - Norma CEI 64-8 impianti elettrici utilizzatori - Legge n° 186 del 01 marzo 1968 (disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici). Si intendono inoltre osservate tutte le altre Leggi e Norme, anche se non menzionate, inerenti la sicurezza e la costruzione degli impianti elettrici e delle apparecchiature. La rispondenza degli impianti alle Norme sopra citate é intesa nel senso più restrittivo. Tutti gli impianti dovranno essere dati in opera perfettamente funzionanti e collaudate, in relazione alla tipologia d’impiego e alla sicurezza. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 6 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI La classificazione a norma del Dlgs. 233 è richiesta per i soli luoghi di lavoro, senza lasciare comunque nulla al caso, abbiamo verificato le situazioni di potenziale pericolo. La classificazione degli ambienti è stata effettuata tenendo conto della destinazione d’uso dei locali di cui al presente recupero edilizio. Le unità alloggio con le esclusioni per alcuni luoghi sono considerati ambienti ordinari, quindi sono soggetti alle Norme generali degli impianti elettrici, Norma CEI 64-8 descritta di seguito. Tutti i bagni contenenti docce o vasche sono classificati come ambienti particolari in relazione alle Norme CEI 64-8/7 sezione 701. DOCCE E BAGNI Le docce e i bagni sono classificati in relazione alle Norme CEI 64-8/7 come ambienti particolari, si dovranno adottare le seguenti prescrizioni: • nelle zone 1, 2 e 3 non sono da installare cavi a vista a meno che non appartengano a sistemi SELV o che siano limitati al collegamento di apparecchi utilizzatori; • i componenti elettrici dovranno avere i seguenti gradi di protezione minimi: - zona 1 (volume delimitato dalla superficie verticale circoscritta al piatto doccia, dalla superficie verticale posta a 0,6 m dal soffione della doccia, dal pavimento e dal piano orizzontale situato a 2,25 m al di sopra del pavimento) IPX4, e se per la pulizia vengono utilizzati getti d’acqua IPX5; - zona 2 (volume delimitato dalla superficie verticale della zona 1, dalla superficie verticale situata a 0,6 m dalla superficie precedente e parallela ad essa, dal pavimento e dal piano orizzontale situato a 2,25 m al di sopra del pavimento) IPX4, e se per la pulizia vengono utilizzati getti d’acqua IPX5; - zona 3 (volume delimitato dalla superficie verticale esterna della zona 2, dalla superficie verticale situata a 2,40 m dalla superficie precedente e parallela ad essa, dal pavimento e dal piano orizzontale situato a 2,25 m al di sopra del pavimento) IPX1, e se per la pulizia vengono utilizzati getti d’acqua IPX5. • nella zona 0 (volume interno al piatto della doccia) non sono ammesse condutture elettriche e nelle zone 1 e 2 le condutture saranno limitatamente quelle necessarie per l’alimentazione dell’ambiente stesso, non devono essere installati organi di sezionamento o comando; • nelle zone 1 e 2 possono venire installati anche altri apparecchi utilizzatori fissi purché alimentati da un sistema SELV, non devono essere installati organi di sezionamento o comando (zona 1), possono essere installati interruttori di circuiti SELV, prese a spina alimentate da trasformatori di classe di isolamento II di bassa potenza incorporati nelle stesse prese, previste per rasoi elettrici (zona 2); • nella zona 3 possono venire installati apparecchi utilizzatori fissi purché nessuna loro parte entri nelle zone 1 e 2, possono essere installati sia interruttori e prese a spina se la protezione é Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 7 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna ottenuta mediante separazione elettrica, SELV, interruzione automatica dell’alimentazione tramite interruttore differenziale 0,03A. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 8 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO Sono da applicare le seguenti principali prescrizioni normative di protezione contro l’incendio oltre a quelle menzionate dalla norma stessa: • i componenti elettrici devono essere limitati a quelli necessari per l’uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture, le quali possono anche transitare; • nel sistema di vie d’uscita non dovranno essere installati componenti elettrici contenenti fluidi infiammabili; • negli ambienti nei quali é consentito l’accesso e la presenza del pubblico, i dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione, dovranno essere posti in luogo a disposizione esclusiva del personale addetto o posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo; • tutti i componenti elettrici dovranno rispettare le prescrizioni contenute nella tabella delle protezioni contro gli incendi riportati nella norma CEI 64-8/4 sia in funzionamento ordinario dell’impianto sia in situazione di guasto dell’impianto stesso, tenuto conto dei dispositivi di protezione. Inoltre ai componenti elettrici applicati in vista (a parete o a soffitto) per i quali non esistono le Norme relative CEI di prodotto, devono essere di materiale resistente alle prove previste nella tabella delle protezioni contro gli incendi riportati nella norma CEI 64-8/4 sezione 422, assumendo per la prova al filo incandescente 650° C anziché 550° C; • gli apparecchi d’illuminazione dovranno inoltre essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi ultimi sono combustibili, salvo diversamente indicato dal costruttore, ed in particolare per i faretti e i piccoli proiettori tale distanza deve essere: fino a 100 W > 0,5m da 100 a 300 W > 0,8m da 300 a 500 W > 1m • le lampade e altre parti componenti degli apparecchi di illuminazione devono essere protette contro le imprevedibili sollecitazioni meccaniche. Tali mezzi di protezione non devono essere fissati sui portalampade a meno che essi non siano parte integrante dell’apparecchio d’illuminazione. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 9 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna • I dispositivi di limitazione della temperatura in accordo con 424.1.1 del capitolo 42 devono essere provvisti di ripristino manuale. • Gli involucri di apparecchi elettrotermici, quali riscaldatori, resistori, ecc.., non devono raggiungere temperature più elevate di quelle relative agli apparecchi di illuminazione. Questi apparecchi devono essere per costruzione o installazione realizzati in modo da impedire qualsiasi accumulo di materiale che possa influenzare negativamente la dissipazione del calore. • le condutture elettriche che attraversano le vie d’uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano; comunque, se a portata di mano, dovranno essere poste entro involucri o dietro barriere che non creino intralci al deflusso e che costituiscano una buona protezione contro i danneggiamenti meccanici prevedibili durante l’evacuazione; • i conduttori dei circuiti in c.a. dovranno essere disposti in modo da evitare pericolosi riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo, particolarmente quando si usano cavi unipolari; • è vietato l’uso del PEN (schema TN-C); la prescrizione non valida per le condutture che transitano soltanto; • Le condutture (comprese quelle che transitano soltanto) devono essere realizzate in uno dei modi indicati qui di seguito in a); b); c): a) a1) condutture di qualsiasi tipo incassate in strutture non combustibili; a2) condutture realizzate con cavi in tubi protettivi metallici o involucri metallici, entrambi con grado di protezione almeno IP4X. a3) condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione sprovvisti all’esterno di guaina non metallica. b) b1) condutture realizzate con cavi multipolari, muniti di conduttore di protezione concentrico, o di una guaina metallica, o di un’armatura, aventi caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione; b2) conduttore realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione provvisti all’esterno di guaina non metallica; b3) condutture realizzate con cavi aventi schermi sulle singole anime o sull’insieme delle anime con caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 10 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna c) c1) condutture diverse da quelle in a) e b), realizzate con cavi multipolari provvisti di conduttore di protezione; c2) conduttore realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi metallici o involucri metallici, senza particolare grado di protezione; in questo caso la funzione di conduttore di protezione può essere svolta dai tubi o involucri stessi o da un conduttore (nudo o isolato) contenuto in ciascuno di essi; c3) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi o involucri, entrambi: costruiti con materiali isolanti; installati in vista (non incassati); con grado di protezione almeno IP4x. Qualora i suddetti involucri siano installati in vista e non esistano le relative Norme CEI di prodotto, si devono applicare i criteri di prova indicati nella Tabella riportata nel Commento alla Sezione 422 della presente norma, assumendo per la prova al filo incandescente 850° C anziché 650° C, C4) binari elettrificati e condotti sbarre con grado di protezione almeno IP4X. • I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere installati all’origine dei circuiti; sia quelli che attraversano i luoghi in esame, sia quelli che si originano nei luoghi stessi (anche per alimentare apparecchi utilizzatori contenuti in luogo a maggior rischio in caso d’incendio). Per le condutture di cui al sopraccitato punto c), i circuiti devono essere protetti, oltre che con le protezioni generali del Capitolo 43 e della Sezione 473 in uno dei modi seguenti: a) Nei sistemi TT e TN con dispositivo a corrente differenziale avente corrente nominale d’intervento non superiore a 300 mA anche ad intervento ritardato, quando i guasti resistivi possano innescare un incendio, per esempio per riscaldamento a soffitto con elementi a pellicola riscaldante, la corrente differenziale nominale deve essere Idn = 30 mA; quando non sia possibile, per esempio per necessità di continuità di servizio, proteggere i circuiti di distribuzione con dispositivo a corrente differenziale avente corrente differenziale non superiore a 300 mA, anche ad intervento ritardato, si può ricorrere, in alternativa, all’uso di un dispositivo differenziale con corrente differenziale non superiore a 1 A ad intervento ritardato. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 11 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna b) Nei sistemi IT con dispositivo che rileva con continuità le correnti di dispersione verso terra e provoca l’apertura automatica del circuito quando si manifesta un decadimento d’isolamento; tuttavia, quando ciò non sia possibile, per es. per necessità di continuità di servizio, il dispositivo di cui sopra può azionare un allarme ottico ed acustico, invece di provocare l’apertura del circuito; adeguate istruzioni devono essere date affinché, in caso di primo guasto, sia effettuata l’apertura manuale il più presto possibile. Sono escluse dalle prescrizioni a) e b) le condutture: Facenti parti di circuiti di sicurezza; Racchiuse in involucri con grado di protezione almeno IP4X, ad eccezione del tratto finale uscente dall’involucro per il necessario collegamento all’apparecchio utilizzatore. Per le condutture di cui ai sopraccitati punti b) e c) la propagazione dell’incendio lungo le stesse deve essere evitata in uno dei modi indicati nei punti a), b), c) seguenti: a) Utilizzando cavi “non propaganti la fiamma” in conformità con la Norma CEI EN 50265 (CEI 20-35) quando: Sono installati individualmente o sono distanziati tra loro non meno di 250 mm nei tratti in cui seguono lo stesso percorso; oppure I cavi sono installati individualmente in tubi protettivi o involucri con grado di protezione almeno IP4X; b) Utilizzando cavi “non propaganti l’incendio” installati in fascio in conformità con la Norma CEI EN 50266 ( CEI 20-22 cat. II e/o cat. III); peraltro, qualora essi siano installati in quantità tale da superare il volume unitario di materiale non metallico stabilito dalla Norma CEI EN 50266 per le prove, devono essere adottati provvedimenti integrativi analoghi a quelli indicati in c); c) Adottando sbarramenti, barriere e/o altri provvedimenti come indicato nella Norma CEI 1117. Inoltre, devono essere previste barriere tagliafiamma in tutti gli attraversamenti di solai o pareti che delimitano il compartimento antincendio. Le barriere tagliafiamma devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari a quelle richieste per gli elementi costruttivi del solaio in cui sono installate (art. 527.2). • Per i cavi delle condutture di cui ai sopraccitati b) e c) si deve valutare il rischio nei riguardi dei fumi, gas tossici e corrosivi in relazione alla particolarità del tipo di installazione e dell’entità del danno probabile nei confronti di persone e/o cose, al fine di adottare opportuni provvedimenti. A tal fine sono considerati adatti i cavi senza alogeni (LS0H) rispondenti alle Norme CEI EN 50266 (CEI 20-22) , CEI EN 50267 e CEI EN 50268 (CEI 20-22) per quanto riguarda le prove. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 12 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI 20-13, CEI 20-38 e alla Norma CEI 20-20/15. • Quando sono montati su od entro strutture combustibili, i componenti dell’impianto (art. 27.1), che nel loro funzionamento previsto possono produrre archi o scintille tali da far uscire dal microambiente interno agli apparecchi medesimi particelle incandescenti che possono innescare un incendio, devono essere racchiusi in custodie aventi grado di protezione IP4X almeno verso le strutture combustibili. a) Tutti i componenti dell’impianto (vedere art. 27.1), ad esclusione delle condutture, per le quali si rimanda agli articoli precedenti, e inoltre gli apparecchi d’illuminazione ed i motori, devono essere posti entro involucri aventi grado di protezione non inferiore a IP4X e comunque conformi a 512.2. Il grado di protezione IP4X non si riferisce alle prese a spina per uso domestico e similare, ad interruttori luce e similari, interruttori automatici magnetotermici fino a 16 A – potere di interruzione Icn 3000 A. b) I componenti devono essere ubicati o protetti in modo da non essere soggetti allo stillicidio di eventuali combustibili liquidi. c) Quando si prevede che polvere, sufficiente a causare un rischio di incendio, si possa accumulare sugli involucri di componenti dell’impianto, devono essere presi adeguati provvedimenti per impedire che questi involucri raggiungano temperature eccessive. Per l’eventuale pericolo d’esplosione e il pericolo di incendio dello strato di polvere combustibile, vedere le relative Norme CEI della serie 31. d) I motori che sono comandati automaticamente o a distanza o che non sono sotto continua sorveglianza, devono essere protetti contro le temperature eccessive mediante un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi con ripristino manuale o mediante un equivalente dispositivo di protezione contro i sovraccarichi. I motori con avviamento stellatriangolo non provvisti ci cambio automatico dalla connessione a stella alla connessione a triangolo devono essere protetti contro le temperature eccessive anche nella connessione a stella. e) Nei luoghi nei quali possono esserci rischi di incendio dovuti a polvere e/o fibre, gli apparecchi d’illuminazione devono essere costruiti in modo che, in caso di guasto, sulla loro superficie si presenti solo una temperatura limitata e che polvere e/o fibre non possano accumularvisi in quantità pericolose, vedere la Norma CEI EN 60598-2-24 (CEI 34-88). f) Gli apparecchi di accumulo del calore devono essere di tipo che impedisca l’accensione, da parte del nucleo riscaldante, della polvere combustibile e/o delle fibre combustibili. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 13 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per la presenza di materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito, le prescrizioni della Sezione 751 si applicano generalmente a tutto l’ambiente considerato; tuttavia nei casi particolari nei quali il volume del materiale combustibile sia ben definito, prevedibile e controllato, la zona entro la quale gli impianti elettrici ed i relativi componenti devono avere i requisiti prescritti nella presente Sezione 751 può essere delimitata dalla distanza dal volume del materiale combustibile oltre la quale le temperatura superficiali, gli archi e le scintille, che possono prodursi nel funzionamento ordinario e in situazione di guasto, non possono più innescare l’accensione del materiale combustibile stesso, vedere l’Allegato B. In mancanza di elementi di valutazione delle caratteristiche del materiale infiammabile o combustibile e del comportamento in caso di guasto dei componenti elettrici, si devono assumere distanze non inferiori a: a) 1,5 m in orizzontale, in tutte le direzioni e comunque non oltre le pareti che delimitano il locale e relative aperture provviste di serramenti; b) 1,5 m in verticale, verso il basso e comunque non al di sotto del pavimento; c) 3 m in verticale, verso l’alto e comunque non al di sopra del soffitto. Tuttavia per le sole condutture installate in fascio, per le quali la propagazione dell’incendio è impedita dai requisiti dei cavi stessi, (assenza di sbarramenti, barriere e/o altri provvedimenti), si devono assumere distanze dal materiale combustibile non inferiori a 4 m nella direzione di provenienza della conduttura. Gli impianti elettrici saranno realizzati conformemente alle prescrizioni sopra riportate con grado di protezione minimo IP4X, IP2X per i corpi illuminanti. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 14 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna CALDAIA Descrizione del reparto All’interno del fabbricato sarà inserito uno scambiatore a piastre collegato alle rete cittadina del teleriscaldamento per la produzione del riscaldamento ed uno per la produzione di acqua calda sanitaria. Per il raffrescamento è prevista una pompa di calore del tipo Aria Aria in copertura. Realizzazione impianti elettrici Gli impianti elettrici saranno da realizzare in esecuzione minimo IP65. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 15 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO PARTI COMUNI Dati caratteristici impianto L’impianto è alimentato da un impianto BT a 220 V, le caratteristiche dell’impianto sono: - tensione nominale 220 V; - corrente di corto circuito simmetrica trifase presunta 10 kA; - sistema di distribuzione TT - potenza installata 25 kW Consegna, ricezione e distribuzione di energia elettrica: In apposita zona, sarà installato il contatore con annesso il quadro contatore. Dal quadro contatore sarà realizzata una linea interrata fino al quadro generale parti comuni in cavo tipo FG7OR 0,6/1 kV. La distribuzione generale sarà realizzata tramite tubazioni sottotraccia. Le linee di alimentazione alle utenze collegate saranno realizzate in cavo tipo N07V-K. L’impianto di illuminazione sarà realizzato tramite corpi illuminanti, di tipo a parete o soffitto, dotati di lampade fluorescenti. Tutti i corpi illuminati installati dovranno possedere grado di protezione adeguato al locale di installazione. L’impianto di illuminazione dovrà garantire, livelli di illuminamento e comfort visivo adeguati. Verrà realizzato a garanzia della sicurezza delle persone, un impianto di illuminazione di sicurezza tramite gli stessi corpi illuminanti dell’illuminazione ordinaria che saranno equipaggiati di gruppo inverter, che entrerà in funzione al mancare della tensione di rete. Tutti i corpi illuminanti, ed i componenti installati dovranno possedere il marchio CE o IMQ. L’impianto di forza motrice sarà costituito essenzialmente da prese a spina del tipo con alveoli, dovranno comunque possedere il marchio CE o IMQ. La posizione, la quota installativa delle prese a spina e dei comandi luce è evidenziata in un particolare allegato ai disegni planimetrici. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 16 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Distribuzione Generale Montante impianto energia Viene prevista una distribuzione generale montante da realizzarsi in corrispondenza del vano scala/ascensore. La distribuzione delle linee d’alimentazione in partenza dai quadri sottocontatore, fino al raggiungimento dei quadri generali, dovrà essere realizzata con tubazioni in PVC flessibili pesante sottotraccia. Per la tipologia dei cavi, le sezioni e lunghezze, si faccia riferimento agli schemi unifilari e calcolo dimensionamento. Distribuzione Generale Montante impianto telefonico, videocitofonico ed antenna TV Viene prevista una distribuzione generale montante da realizzarsi in corrispondenza del vano scala/ascensore. La distribuzione delle linee dell’impianto citofonico, dell’impianto telefonico e dell’impianto di antenna TV fino al raggiungimento dei singoli alloggi, dovrà essere realizzata con tubazioni in PVC flessibili pesante sottotraccia. Per la distribuzione dell’impianto di antenna si prevede la seguente soluzione. Calata dall’antenna dal tetto ed ingresso nel centralino TV-SAT previsto in corrispondenza del locale tecnico. Distribuzione montante all’interno del vano scala e passaggio nelle stanze sotto pavimento mediante tubazioni in PVC flessibili pesante sottotraccia. Tutte le distribuzioni interrate sotto i vialetti condominiali saranno eseguite entro tubazioni e pozzetti predisposti dall’Impresa appaltatrice delle opere edili mentre tutte le colonne montanti e le derivazioni di collegamento ai vari alloggi dovranno essere eseguite a cura dell’Appaltatore. Tutti le opere e gli impianti non espressamente citati sono esclusi dal presente progetto. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 17 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna IMPIANTI SPECIALI Impianto citofonico L’impianto citofonico sarà realizzato con tecnologia di tipo digitale indirizzata e liberamente programmabile e sarà completo di postazioni esterne, miscelatore, alimentatore, derivatore di piano e ovviamente all’interno delle stanze e della sala comune di citofoni; tutti i componenti saranno collegati tramite un cavo flessibile ad otto conduttori che permetterà comunque la massima flessibilità e semplicità di esecuzione. Impianto TV terrestre e satellitare L’impianto TV terrestre e satellitare sarà realizzato e completo antenna TV terrestre, n. 1 parabola. Sarà dedicata e predisposta all’interno delle tubazioni montanti lo spazio per i cavi TV per la distribuzione del segnale a tutti i locali. Tutti le opere e gli impianti non espressamente citati sono esclusi dal presente progetto. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 18 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO UNITA’ ABITATIVE E SALA COMUNE Dati caratteristici impianto Tutte le unità sono alimentate, in derivazione da un’unica linea da un impianto BT a 220 V, le caratteristiche dell’impianto sono: - tensione nominale 220 V; - corrente di corto circuito simmetrica trifase presunta 10 kA; - sistema di distribuzione TT - potenza installata circa 3 kW Consegna, ricezione e distribuzione di energia elettrica: In apposita zona, sarà installato il contatore con annesso il quadro contatore da cui si deriverà, la linea di alimentazione al quadro elettrico generale. Il cavo di terra di tipo FG7OR 0,6/1 kV da 6 mmq. si deriverà dal collettore di piano e verrà posato in tubazione sottotraccia fino al quadro appartamento. Dal quadro unità abitativa partiranno tutte le linee per alimentare l’impianto di illuminazione ordinaria e di sicurezza e l’impianto di forza motrice normale. La distribuzione interna all’unità sarà realizzata in cavo tipo N07V-K posato in tubazioni sottotraccia. La posizione, la quota installativa delle prese a spina e dei comandi luce è evidenziata in un particolare allegato ai disegni planimetrici. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 19 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Impianti elettrici Impianto luce L’impianto d’illuminazione dell’unità abitativa verrà realizzato con tipologia classica, utilizzando apparecchi di comando quali l’interruttore, il deviatore e l’invertitore. Impianto citofonico L’impianto citofonico sarà realizzato con tecnologia di tipo digitale indirizzata e liberamente programmabile e sarà completo di postazioni esterne, miscelatore, alimentatore, derivatore di piano (alloggiati nelle cassette di derivazione in ogni piano) e ovviamente all’interno di ogni unità un videocitofono; tutti i componenti saranno collegati tramite un cavo flessibile ad otto conduttori che permetterà comunque la massima flessibilità e semplicità di esecuzione. Impianto TV satellitare e terrestre L’impianto TV satellitare e terrestre sarà completo di antenna per ricezione segnali TV terrestre, parabola da 1200 mm di diametro, illuminatore, amplificatori, derivatori di piano, cavo SAT. Verrà distribuito in uscita dalla centrale di testa un cavo di tipo SAT, quindi per ogni piano ci sarà un partitore per collegare ogni unità. Impianto telefonico L’impianto telefonico sarà direttamente realizzato da Telecom Italia fino alla scatola principale. Sarà posata all’interno del cavedio una tubazione per il passaggio cavi che collega ogni singola unità, tali cavi verranno stesi in accordo con Telecom Italia e saranno di tipo UTP, cat 5E. I cavi interni, dalla scatola principale alle singole prese, saranno stesi dall’elettricista. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 20 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE ELETTRICHE Tutti i conduttori che costituiscono gli impianti saranno protetti contro le sovracorrenti causate da sovraccarichi o da cortocircuiti a mezzo di interruttori automatici magnetotermici aventi una corrente nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore Ib e la sua portata nominale ed una corrente di funzionamento If minore o uguale a 1,45 volte la portata Iz. Inoltre gli interruttori automatici avranno caratteristiche tali da interrompere le correnti di cortocircuito che potrebbero verificarsi in tempi sufficientemente brevi per garantire che nel conduttore protetto non si raggiungano temperature pericolose e comunque non superiori a quelle previste dalle norme in relazione al tipo di rivestimento e di isolamento del conduttore stesso. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI La protezione dai contatti diretti è ottenuta mediante involucri destinati ad impedire il contatto con parti attive. Tali involucri assicurano il grado di protezione IPXXB. Le superfici superiori orizzontali degli involucri o barriere che sono a portata di mano hanno un grado di protezione non inferiore a IPXXD come specificato in 412.2.2 della norma CEI 64-8. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI La protezione contro i contatti indiretti potrà essere ottenuta mediante involucri in classe II (doppio isolamento) oppure tramite l’interruzione automatica dell’alimentazione con interruttori magnetotermici differenziali. Quando possibile, la protezione contro i contatti indiretti potrà essere ottenuta coordinando i dispositivi per l’interruzione automatica del circuito con l’impianto di messa a terra. Tale coordinamento sarà verificato se verrà soddisfatta la condizione: Zs x Ia inferiore o uguale a U0, dove Zs è l’impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente, Ia è la corrente che provoca l’interruzione automatica del dispositivo di protezione e U0 è la tensione nominale tra fase e terra. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 21 di 22 Relazione Impianti Elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna IMPIANTO DI MESSA A TERRA L’impianto di messa a terra sarà unico e sarà composto da dispersori verticali in acciaio zincato 2 CEI interconnessi al dispersore orizzontale in corda di rame nuda da 35 mm . All’impianto di terra saranno collegati tramite collettori di terra tutti i conduttori PE ed EQP dell’impianto elettrico (quadri elettrici, masse, masse estranee, corpi illuminanti, prese a spina, ecc). Saranno realizzati tutti i collegamenti equipotenziali necessari. Si dovrà procedere periodicamente al controllo dell’efficienza e dello stato di conservazione dell’impianto e di tutti i relativi collegamenti. Periodicamente inoltre, si dovranno effettuare tutte le misure elettriche necessarie con il controllo dei dati caratteristici forniti dall’Ente Distributore. Arch. Roberto Scarsi Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano pagina 22 di 22 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna RIFERIMENTI A NORME E LEGGI Tutti gli impianti dovranno essere realizzati secondo i più recenti criteri della tecnica impiantistica e con la scrupolosa osservanza delle Leggi e delle Norme vigenti in materia all'atto dell'appalto in particolare: - Legge n. 123 del 3 agosto 2007 (tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro); - D. Lvo n. 81 del 9 aprile 2008, attuazione articolo 1 della legge n. 123; - Legge n. 248 del 02 dicembre 2005, recante il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici; - D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008, regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 02 dicembre 2005; - Legge n. 186 del 1 Marzo 1968 (materiali, apparecchiature ed installazione degli impianti secondo le Norme CEI). - Norme CEI generali per gli impianti elettrici. - Norme CEI per gli impianti elettrici negli edifici civili. - Norme CEI per gli impianti elettrici negli edifici prefabbricati e nelle costruzioni modulari. - Norme CEI per le protezioni contro sovraccorrenti delle condutture di categoria 0 e 1. - Norme CEI per l'individuazione dei conduttori isolati e dei conduttori nudi tramite colori. - Norme CEI per gli impianti nelle Centrali Termiche. - Norme CEI relative agli impianti centralizzati di antenna. - Norme CEI relative agli impianti elettrici degli ascensori. - Norme CEI impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore ai 1.000V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua. - Norme CEI per la protezione contro i fulmini. - Norme CEI per gli impianti di messa a terra. - Tabelle di unificazione CEI-UNEL: UNEL 35023-70 "Cadute di tensione" - UNEL 35024-70 "Portate di corrente". - Gli apparecchi illuminanti dovranno essere conformi al D.M. 09/10/1980 (G.U. 25/10/1980): "Soppressione dei radiodisturbi". - Prescrizioni del Comando dei Vigili del Fuoco. - Prescrizioni della Società Distributrice dell'energia elettrica. - Prescrizioni della Società Telefonica. - Prescrizioni delle Autorità locali. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 1 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Ed inoltre l'osservanza: - delle altre Norme, anche se non indicate, sempre pertinenti l'esecuzione degli impianti elettrici. - dell'entrata in vigore di nuove Norme e/o varianti alla data di stipulazione del contratto. - La rispondenza degli impianti alle Norme sopra indicate è intesa nel senso più restrittivo e cioè non solo l'esecuzione dell'impianto sarà rispondente alle Norme ma bensì ogni singolo componente dell'impianto stesso. - Tutti gli impianti dovranno essere dati in opera perfettamente funzionanti, rispondenti alle finalità richieste e sicure nell'esercizio. SCELTA DEI MATERIALI E DEGLI APPARECCHI Tutti i materiali e le apparecchiature da impiegare nella esecuzione degli impianti elettrici dovranno essere tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità, alle quali potranno essere esposti durante l'esercizio. I materiali e gli apparecchi dovranno, inoltre, essere rispondenti alle relative Norme CEI ed alle tabelle di unificazione CEI-UNEL, ove queste esistano. La rispondenza dei materiali e delle apparecchiature alle prescrizioni di tali Norme e tabelle deve essere attestata, per i materiali e gli apparecchi per i quali è prevista la concessione del marchio, dalla presenza del contrassegno CE e dell'Istituto del Marchio di Qualità (IMQ). CAMPIONATURE Gli impianti dovranno essere realizzati con i materiali indicati nel presente capitolato e negli elaborati di progetto. L'appaltatore è tenuto a presentare al Direttore dei Lavori i campioni dei materiali da installare che non siano univocamente determinati dal presente capitolato e dagli elaborati di progetto, prima della loro posa in opera per ottenere preventiva accettazione. PROVE DEI MATERIALI E DELLE FORNITURE IN GENERE L'Appaltatore è tenuto a fornire alla D.L. tutte le prove sui materiali impiegati, da queste ritenute opportune. Tutte le spese di prelevamento e di invio di campioni ad istituti autorizzati per legge o di fiducia dell'Appaltante, nonché le spese per le occorrenti sperimentazioni, saranno a completo carico dell'Appaltatore. Le prove suddette, se necessario, potranno essere ripetute anche per materiali e forniture della stessa specie e provenienza. L'esito favorevole delle prove, anche se effettuate in cantiere, non esonera l'Appaltatore da ogni responsabilità nel caso che, nonostante i risultati ottenuti, non si raggiungano nelle opere finite i prescritti requisiti. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 2 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna CONSEGNE PROVE E COLLAUDI - GARANZIE Dopo la fine dei lavori avrà inizio un periodo di prove durante il quale la Ditta Appaltatrice dovrà provvedere ad effettuare tutte le prove necessarie alla regolazione e alla messa a punto delle installazioni. Durante questo periodo gli impianti saranno gestiti dal personale della Ditta Appaltatrice che dovrà assicurare tutte le operazioni di manutenzione, di pulizia e di sostituzione necessarie. Al termine di tale periodo le installazioni dovranno essere lasciate in perfetto stato e consegnate alla Committenza. La consegna sarà accertata e formalizzata per le necessarie constatazioni in contraddittorio mediante redazione di apposito verbale sottoscritto dalla Direzione Lavori e al rappresentante della Ditta Appaltatrice. Seguirà un periodo di funzionamento normale precedente i collaudi durante il quale la Ditta Appaltatrice provvederà alla gestione ed alla manutenzione delle installazioni da lei eseguite. Il tempo utile del periodo di prova è fissato in 10 (dieci) giorni naturali e consecutivi. Il verbale di accettazione dovrà essere redatto entro 30 (trenta) giorni naturali e consecutivi dalla data di ultimazione delle prove. Se durante il periodo di funzionamento si dovessero riscontrare anomalie di qualsiasi natura, la Direzione Lavori potrà esigere , dopo le riparazioni, la ripetizione delle prove. Nel corso di questo periodo la Ditta Appaltatrice dovrà addestrare il personale incaricato dalla committente all'esercizio degli impianti e dovrà fornire i documenti necessari all'esercizio e alla manutenzione. I collaudi che verranno eseguiti durante tale periodo, consisteranno in un esame dettagliato delle installazioni, in un esame generale e dettagliato delle opere realizzate ed in una verifica delle loro conformità a: - disegni di progetto ed agli schemi di principio - capitolati - norme e regolamenti in vigore Potranno inoltre essere richieste: - prova da effettuarsi in corso d'opera. - prove presso le officine della Ditta o dei sub-fornitori. Il tempo utile del periodo di funzionamento è fissato in 30 (trenta) giorni naturali e consecutivi. In occasione dei collaudi dovranno essere presentati tutti i regolamentari certificati di prova. Dette prove saranno eseguite in conformità a quanto indicato nell'articolo (Verifiche e collaudi) del presente Capitolato. Le prove saranno effettuate in presenza della Ditta Appaltatrice che metterà a disposizione il personale, gli strumenti e tutto il materiale necessario. Tutto l'occorrente per il funzionamento delle installazioni, saranno a carico della Committenza. Se qualche prova non dovesse risultare soddisfacente, la Ditta Appaltatrice dovrà, nel periodo che sarà concordato, provvedere a tutte le modifiche e sostituzioni necessarie per superare il collaudo e ciò senza alcuna remunerazione. Se i risultati ottenuti non fossero nuovamente accettabili, la Committenza potrà rifiutare gli impianti in parte o nella loro totalità. La Ditta appaltatrice dovrà allora provvedere a sue spese e nei termini prescritti, alla rimozione e sostituzione delle opere e dei materiali non accettati. Qualora questo periodo trascorra infruttuosamente, la Committenza provvederà direttamente ad effettuare i lavori addebitandone i costi alla Ditta Appaltatrice. Dopo l'esito favorevole del collaudo definitivo gli impianti verranno consegnati definitivamente al Committente e rilevati dal suo personale incaricato. Sino alla presa in consegna definitiva degli impianti da parte della Committenza, la Ditta Appaltatrice conserverà la responsabilità degli impianti anche nel caso in cui la loro gestione sia affidata a personale incaricato dalla Committenza. La Committenza si riserva il diritto di prendere in consegna anche parziale alcune parti dell'impianto o degli impianti senza che la Ditta Appaltatrice possa pretendere maggiori compensi. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 3 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna La Ditta Appaltatrice dovrà provvedere alla manutenzione degli impianti eseguiti, per la durata di ventiquattro mesi (periodo di garanzia) a decorrere dalla data della dichiarazione di esito favorevole dei Collaudi. La garanzia riguarda sia la qualità dei materiali, sia il loro montaggio, sia infine il regolare funzionamento degli impianti. Pertanto, fino al termine di tale periodo l'Impresa Appaltatrice deve riparare, tempestivamente ed a sue spese, tutti i guasti e le imperfezioni che si verifichino nell'impianto per effetto della non buona qualità dei materiali o per difetto di montaggio e/o di funzionamento, escluse soltanto le riparazioni dei danni che non si possono attribuire all'ordinario esercizio dell'impianto, ma ad evidente imperizia o negligenza del personale dell'appaltante stesso che ne fa uso. Resta inteso e confermato tra le parti che qualora l'Impresa Appaltatrice non provveda a sue spese e nei termini prescritti alle riparazioni che si rendessero necessarie, le opere saranno eseguite direttamente dall'appaltante medesimo, addebitandone le spese all'Impresa Appaltatrice. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 4 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna VERIFICHE E COLLAUDI Norme di carattere generale Durante la costruzione delle apparecchiature ed all’ultimazione, dovranno essere effettuate le necessarie prove e verifiche di conformità al Capitolato ed alle norme vigenti. Il collaudo finale a carico della ditta installatrice consisterà nella effettuazione delle prove di accettazione previste dalle norme CEI e di quelle di seguito riportate. Verifica qualitativa e quantitativa Ha lo scopo di accertare che l'impianto sia stato eseguito rispettando fedelmente il progetto, sia per quanto riguarda le quantità, sia per quanto riguarda la qualità di materiale fornito. Quadri elettrici - Prove di tensione a frequenza industriale - Misure della resistenza di isolamento dei circuiti - Prove di funzionamento dei meccanismi. - Prove di funzionamento dei dispositivi elettrici e dei sistemi di protezione. - Verifica dimensionale dei componenti meccanici ed elettrici. - Verifica del cablaggio. Cavi elettrici - Prove di continuità - Prove di isolamento tra i conduttori - Verifica dimensionale Verifiche e collaudi degli impianti Durante il corso dei lavori, la Direzione dei Lavori, per conto della Committenza, si riserva di eseguire verifiche e prove preliminari sugli impianti o parti di impianto in modo da poter tempestivamente intervenire qualora non fossero rispettate le condizioni del presente Capitolato o comunque le norme in vigore. In particolare saranno effettuate le seguenti prove e verifiche: - Verifica qualitativa e quantitativa. - Resistenza d'isolamento. - Variazione di tensione da vuoto a carico. - Continuità della terra. - Resistenza di terra. - Sfilabilità dei conduttori. Dai risultati delle verifiche sia preliminari sia di collaudo finale, dovrà essere redatto apposito verbale. Resistenza d'isolamento Viene misurata in assenza di tensione con le linee di alimentazione e di uscita collegate, con tutte le utenze disinserite. La resistenza misurata deve essere contenuta nei limiti ammessi dalle norme. Variazioni di tensione da vuoto a carico Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 5 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Viene misurata per ogni sezione di impianto prima senza carico e successivamente con il carico reale previsto. Le variazioni di tensione devono essere contenute entro il 4% salvo quanto indicato sulla norma CEI 64-8 paragrafo 525. Continuità della terra Viene controllata per ogni sezione di impianto a partire da ogni quadro. Resistenza di terra Il valore rilevato deve essere uguale o minore al valore prescritto ed in ogni caso correlato alla tipologia di impianto adottato ed ai suoi parametri caratteristici. Sfilabilità dei conduttori Deve essere verificata sui tratti campione dei percorsi con tubi. I conduttori devono poter essere sfilati e reinfilati con facilità e senza danno all'isolamento. Al termine dei lavori e precisamente all'atto del collaudo l'Appaltatore dovrà fornire alla Committenza tutti i documenti di descritti portati degli impianti eseguiti e cioè: Tutti i disegni esecutivi e gli schemi definitivi (as built) degli impianti aggiornati indicanti l'esatta ubicazione di ogni componente. Tutti gli schemi elettrici (as built). La documentazione dei principali componenti dovrà essere fornita su supporto cartaceo e magnetico formato AutoCAD DWG degli impianti con particolare riguardo alle caratteristiche funzionali e dimensionali. In particolare dovrà essere fornito un fascicolo che contenga i seguenti elaborati: a) Le singole relazioni particolareggiate illustrative di ogni parte di variante in corso d'opera dell'impianto elettrico. Tali relazioni dovranno essere corredate dall'elenco dei carichi che si prevede di alimentare, specificandone, ove occorra le caratteristiche. b) Una relazione sui calcoli elettrici e, ove occorra, sui calcoli meccanici dell'impianto per ogni variante in corso d'opera. c) Gli estremi di tutti i circuiti elettrici di potenza, con indicate le sezioni e il tipo dei conduttori e le cadute di tensione per i vari tratti, a pieno carico, o eventualmente tenuto conto di un fattore di contemporaneità per ogni variante in corso d'opera. d) Una monografia sugli impianti eseguiti con tutti i dati tecnici e istruzioni per l'esercizio dei vari impianti o apparecchiature, le norme di manutenzione e la descrizione dei provvedimenti e delle manovre relative alla sicurezza degli impianti. e) Le caratteristiche dei componenti installati. f) Le prove, con opportuna strumentazione, degli interruttori differenziali, la continuità elettrica, la misura di terra, di aver tarato gli interruttori rispetto ai dati degli schemi, l’efficienza dei circuiti di sicurezza. - Relazione di tutte le operazioni di verifica previste in questo capitolato, con allegati i certificati di tutte le prove previste e di ogni singolo componente. - La garanzia di tutti i materiali del montaggio e del regolare funzionamento dell'impianto. - Tutte le spese inerenti e conseguenti alla partecipazione ed all'espletamento della gara nonché alla stipulazione del contratto. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 6 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna - Rimangono invece a carico dell'Appaltante tutte indistintamente le altre opere che non fanno parte del presente capitolato. Il corrispettivo di tutti i surrichiamati e specificati obblighi ed oneri è compreso nei prezzi del computo e nei prezzi unitari indicati nel relativo elenco allegato al presente Capitolato. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 7 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna SPECIFICHE DEI MATERIALI E APPARECCHIATURE Quadri elettrici Le portine di chiusura dei vari scomparti dovranno essere montate con cerniere e dotate di chiusura a chiave. Tutti i pannelli frontali dovranno essere con cerniera. Le apparecchiature dovranno essere fissate ad una struttura posteriore al pannello frontale, sul pannello frontale si dovranno praticare le eventuali fessure per il passaggio delle manovre. e' ammesso il montaggio diretto sui pannelli degli strumenti di misura o indicatori, dei pulsanti, dei segnalatori luminosi ecc.; per il collegamento si dovranno utilizzare delle morsettiere nella parte fissa del quadro e conduttori di tipo flessibilissimo. Tutti gli strumenti e dispositivi, saranno contraddistinti da targhette indicatrici. le targhette indicatrici saranno di tipo inciso fissate con rivetti o viti. La disposizione delle apparecchiature e degli strumenti dovrà tener conto della necessità dell' esercizio e della manutenzione, dovrà pertanto essere assicurato un comodo e rapido accesso a tutte le apparecchiature e agli strumenti installati all' interno dei quadri. Per la distribuzione principale si dovranno utilizzare sbarre in rame elettrolitico, con spigoli arrotondati, dimensionate per una portata di 1,5 volte la corrente di impiego. le sbarre dovranno essere ancorate a rigidi sostegni meccanici isolati, tali da sopportare le sollecitazioni dinamiche conseguenti alle correnti di corto circuito verificabili. Tutti collegamenti dovranno essere eseguiti con cavi a norme CEI 20-22 ii tipo FG7(O)M1 0,6/1kv dimensionati per una portata di 1,5 volte la corrente di impiego, la sezione minima utilizzabile non dovrà essere comunque inferiore a 1,5 mm² per i circuiti ausiliari e 2,5 mm² per tutti i rimanenti. Tutti i cavi, fino a 35 mm², avranno dei terminali weidmuller con collare isolante in polipropilene resistente a 120 gradi c tipo din 46228. per i cavi con sezione superiore si utilizzeranno terminali con collare isolante ad occhiello. Tutti i cavi dei circuiti, anche quelli ausiliari, in ingresso o in uscita ai quadri elettrici dovranno fare capo ad appositi morsetti di tipo componibile per guida din e 50022 (guida ad omega con sezione di 50 mm² per una Icc di 6kA). Le morsettiere dovranno inoltre portare le indicazioni necessarie per contraddistinguere il circuito ed il servizio a cui ciascun conduttore appartiene. Tutti i cavi dei circuiti, anche quelli ausiliari, dovranno essere contraddistinti con il numero o la sigla indicata sullo schema elettrico sia in corrispondenza delle apparecchiature che delle morsettiere. La struttura dei quadri dovrà essere tale da consentire l' agevole smaltimento del calore prodotto dalle apparecchiature in esso contenute. Dovranno essere predisposte opportune guide per il fissaggio di tutti i cavi in ingresso ed in uscita dal quadro elettrico. Tutti gli elementi componibili dei quadri dovranno avere un collettore di terra realizzato con sbarra in rame elettrolitico, con spigoli arrotondati, largamente dimensionata e ancorata a rigidi sostegni meccanici tali da sopportare le sollecitazioni dinamiche conseguenti alle correnti di corto circuito verificabili (con dimensionamento minimo di 30 kA). Si dovrà garantire per tutti i quadri elettrici una protezione contro il contatto diretto di persone con le parti attive (neutro compreso). Si dovrà attuare per tutte le apparecchiature sia la protezione parziale che la protezione totale. tutte le apparecchiature dovranno essere protette contro i contatti accidentali (es. calotte di protezione sui morsetti o sulle sbarre di ingresso, ecc.). Tutte le apparecchiature dovranno avere un grado di protezione minimo pari a IP42. Per la protezione contro i contatti indiretti si dovranno adottare tutti i necessari accorgimenti normativi. Gli interruttori automatici, con calibro inferiore a 63 A, dovranno avere potere di interruzione, secondo le norme CEI 23-3, minimo di 10 kA. Gli interruttori automatici con calibro superiore a 63 A dovranno essere di tipo scatolato e del tipo estraibile. I relè termici dovranno essere dimensionati a utilizzatori installati. I trasformatori per i circuiti ausiliari dovranno essere di sicurezza costruiti secondo le norme CEI 14-6. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 8 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Tubi e condotti isolanti I tubi isolanti per impianti incassati sotto pavimento dovranno essere in pvc di tipo flessibile o rigido pesante (resistenza allo schiacciamento non inferiore a 75 kg su 5 cm di tubo a + 20° c. secondo tabelle unel 3712170 o unel 37118-72). I tubi isolanti per impianti esterni in pvc dovranno essere di tipo rigido pesante eco (resistenza allo schiacciamento non inferiore a 75 kg su 5 cm di tubo a + 20° c. secondo tabelle unel 37121-70 o unel 3711872), di colore ral 7035, grado di protezione IP 54. Il diametro dei tubi dovrà essere almeno 1,3 volte maggiore del diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi contenuti con un minimo di 16 mm. I percorsi delle tubazioni dovranno essere preferibilmente rettilinei orizzontali o verticali. i condotti da interrare dovranno rispondere alle norme CEI 23-8 (III-1973) fascicolo 335. Il diametro interno del condotto dovrà essere almeno 1,8 volte maggiore del diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi contenuti con minimo di 15 mm. Scatole di derivazione Le scatole di derivazione ad incasso dovranno essere di materiale isolante con caratteristiche di autoestinguenza secondo le norme CEI 50-11 (prova del filo incandescente a 650° c.), i coperchi dovranno essere in policarbonato infrangibile IP xx9 con caratteristiche di autoestinguenza secondo le norme CEI 50-11 (prova del filo incandescente a 850° c.). Le dimensioni delle scatole di derivazione saranno da scegliere in relazione al numero ed alla sezione dei conduttori e al tipo di morsetti con i quali si eseguiranno le connessioni. Le scatole dovranno essere in numero tale da poter consentire il regolare e facile infilaggio dei conduttori. I coperchi delle scatole di derivazione (a totale isolamento) dovranno essere fissati in modo sicuro mediante viti (e quindi apribili solo con attrezzo). Le scatole per gli impianti a vista dovranno: - avere grado di protezione IP 56; - essere in materiale isolante doppio isolamento; - avere grado di autoestinguenza secondo le norme CEI 50-11 (prova del filo incandescente a 850° c.); - avere pareti lisce per l' inserimento di appositi pressacavi o raccordi. Derivazioni Le derivazioni dei conduttori dovranno essere contenute in apposite scatole di derivazione e realizzate con morsetti aventi IMQ. Limitatamente ai conduttori di sezione fino a 4 mm² sono ammessi i morsetti volanti muniti di rivestimento isolante. Sia le morsettiere fisse sia i morsetti volanti, dovranno avere caratteristiche isolanti adeguate al sistema elettrico a cui appartengono e avere le parti in tensione protette contro i contatti accidentali. Il serraggio dei conduttori dovrà essere sicuro e non soggetto ad allentamento per vibrazioni. Cavi e conduttori Premesso che i cavi da impiegare saranno del tipo non propaganti l'incendio (CEI 20-22 e variante 1), quelli utilizzati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale Uo/U non inferiori a 450/750Vn simbolo di designazione 07. Fanno eccezione i cavi con eventuale posa interrata che devono avere le tensioni U0/U non inferiori a 750/1000 V. I cavi utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V, simbolo di designazione 05. Questi ultimi, se posati nello stesso tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, devono essere sostituiti con altri aventi tensione nominale pari al grado più alto. Per altri particolari riguardanti i cavi fa fede quando indicato sulle norme tecniche di prodotto e sulle norme tecniche generali per gli impianti. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 9 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Colori distintivi dei cavi I conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00722-74 e 00712. In particolare i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti rispettivamente ed esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. Sezioni minime e cadute di tensione ammesse Le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza dei circuiti devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEI-UNEL. Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime ammesse se non diversamente specificato, sono: - 1,5 mm² per circuiti di segnalazione e telecomando, - 2,5 mm² per circuiti di forza motrice e luce. I valori delle cadute di tensione del sistema elettrico saranno tali da garantire che durante le fasi di avviamento, tenuto conto delle successioni di avviamento, o riavviamento automatico dei motori, non si verifichino le seguenti eventualità: 1) 2) 3) 4) diseccitazione dei contattori alimentari dalle stesse sbarre di potenza, arresto dei motori già in marcia, durata eccessivamente lunga dell'avviamento dei motori con possibilità di danneggiamento degli stessi mancato avviamento dei motori. In ogni caso, per le sole linee di alimentazione ai motori, non devono essere superati i valori seguenti: - 5% alla corrente di pieno carico, - 15% allo spunto con avviamento a piena tensione, Per le linee di alimentazione ad altre utenze di forza motrice deve essere osservato il limite del 4% alla corrente massima di utenza. I valori indicati sono espressi in % della tensione nominale. Sezione minima del conduttori di neutro La sezione dei conduttori di neutro deve avvenire con i criteri delle norme CEI 64.8. Per conduttori in circuiti polifasi con sezione inferiore a 16 mm², la sezione dei conduttori di neutro sarà uguale a quella dei conduttori di fase. Per conduttori in circuiti polifasi con sezione superiore a 16 mm², la sezione dei conduttori di neutro può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mm² (per conduttori in rame). Sezioni dei conduttori di terra e protezione La definizione della sezione dei conduttori di protezione deve avvenire con i criteri delle norme CEI 64-8. La definizione della sezione dei conduttori di terra deve avvenire con i criteri delle norme CEI 11-1. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 10 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse). Per la protezione contro i contatti indiretti, dovranno essere adottate tutte quelle precauzione previste dalle norme a seconda del tipo di sistema di distribuzione, ovvero protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione, mediante componenti elettrici di classe II o con isolamento equivalente, mediante luoghi non conduttori, mediante collegamento equipotenziale locale non connesso a terra, per separazione elettrica. In ogni caso, qualsiasi impianto elettrico utilizzatore, o raggruppamento di impianti deve essere dotato di proprio impianto di terra. A tale impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili, nonché tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore stesso. IMPIANTO DI TERRA Per ogni area contenete impianti elettrici deve essere opportunamente previsto, in sede di costruzione, un proprio impianto di messa a terra che deve soddisfare le prescrizioni delle vigenti norme CEI 11-1. Tale impianto deve essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficenza e comprende come dotazione minima: a) il dispersore ad anello (conduttore nudo) lungo il perimetro dell'area posto il più possibile in intimo contatto con il terreno integrato da vari dispersori a picchetti, b) i conduttori di terra, non in intimo contatto con il terreno, destinati a collegare i dispersori ai collettori (o nodi) principali di terra, c) i collettori (o nodi) principali di terra nei quali confluiscono i conduttori di terra, di protezione e di equipotenzialità, d) i conduttori di protezione che partendo dai collettori arrivano a tutti gli utilizzatori elettrici da proteggere, e) i conduttori equipotenziali che hanno lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee. Determinazione della corrente di terra La corrente Ig da introdurre nei calcoli per il dimensionamento degli impianti di terra è la massima corrente per guasto monofase a terra che l'impianto può essere chiamato a disperdere nel terreno, riferita al proprio tempo di eliminazione del guasto. Tale valore di corrente e di tempo di intervento, va richiesto per iscritto all’ente distributore di Energia Elettrica. Per un eventuale calcolo approssimato della corrente Ig si rimando alla formula sulle norme CEI 11-1. Per la presenza nell'impianto elettrico di tensione > a 1000V, l'impianto di terra deve garantire, per la massima corrente che l'impianto di terra può essere chiamato a disperdere, tensioni di contatto e di passo non pericolose per il tempo per cui permangono, secondo i criteri stabiliti dalla norma CEI 11-1. Per tensione > a 1000V la norma CEI 11-1 stabilisce che non devono essere superati i limiti della tensione di contatto indicati nella Fig. 9-1, che rappresenta il valore della tensione che può essere applicata al corpo umano, da mano nuda a piede nudo. Per valori intermedi di tempo e/o tensione si interpola linearmente. Quindi in base al valore della corrente convenzionale di terra Ig, espressa in ampere, ed al tempo d'intervento delle protezioni a monte della cabina (dati forniti dall'Ente distributore), la resistenza di terra, espresse in ohm, dovrà essere: Rt <= Utp/Ig per t> (tempo relativo in sec.) Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 11 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna COORDINAMENTO DEI DISPOSITIVI DI INTERRUZIONE AUTOMATICA DEI CIRCUITI ELETTRICI Gli elementi e/o impianti che concorrono alla protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica dell’alimentazione sono i dispositivi automatici, l’impianto di messa a terra ed i collegamenti equipotenziali. a) sistema di distribuzione con propria cabina di distribuzione o sistema assimilabile tipo TN Tutte le masse dell’impianto devono essere collegate al punto di messa a terra del sistema di alimentazione con conduttori di protezione che devono essere messi a terra in corrispondenza o in prossimità di ogni trasformatore o generatore di alimentazione. Il punto di messa a terra del sistema di alimentazione è generalmente il punto neutro. Se un punto neutro non è disponibile o non è accessibile, si deve mettere a terra un conduttore di fase. In nessun caso un conduttore di fase deve servire da conduttore PEN. Le caratteristiche dei dispositivi di protezione e le impedenze dei circuiti devono essere tali che, se si presenta un guasto di impedenza trascurabile in qualsiasi parte dell'impianto tra un conduttore di fase ed un conduttore di protezione o una massa, l'interruzione automatica dell'alimentazione avvenga entro il tempo specificato, soddisfacendo la seguente condizione: ZS.IA <UO dove: ZS è l'impedenza dell'anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente; IA è la corrente che provoca l'interruzione automatica del dispositivo di protezione entro il tempo definito nella Tabella 41A in funzione della tensione nominale UO oppure nelle condizioni specificate in 413.1.3.5, entro un tempo convenzionale non superiore a 5 S; se si usa un interruttore differenziale Ia è la corrente differenziale nominale IdN; Uo è la tensione nominale in c.a., valore tra fase e terra. TABELLA 41A - TEMPI MASSIMI DI INTERRUZIONE PER I SISTEMI TN UO (V) (*) 120 230 400 >400 Tempo interruzione (s) 0,8 0,4 0,2 0,1 Tempi di interruzione convenzionali non superiori a 5 s sono ammessi per i circuiti di distribuzione. Un tempo di interruzione superiore a quello richiesto dalla Tabella 41A ma non superiore a 5 s è ammesso anche per un circuito terminale che alimenti solo componenti elettrici fissi, a condizione che, se altri circuiti terminali che richiedono i tempi di interruzione indicati nella Tabella 41A sono collegati al quadro di distribuzione o al circuito di distribuzione che alimenta quel circuito terminale, sia soddisfatta una delle seguenti condizioni: a) l'impedenza del conduttore di protezione tra il quadro di distribuzione ed il punto nel quale il conduttore di protezione è connesso al collegamento equipotenziale principale non sia superiore a 50 / Uo x ZsΩ, Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 12 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna b) esista un collegamento equipotenziale supplementare che colleghi al quadro di distribuzione localmente gli stessi tipi di masse estranee indicati per il collegamento equipotenziale principale e soddisfi le prescrizioni riguardanti il collegamento equipotenziale principale di cui al capitolo 54. c) sistema di distribuzione senza propria cabina di trasformazione o sistema TT In questo caso, fermo restando che la tensione di contatto non deve superare i 50V o 25V se trattasi di ambienti particolari /vedasi norma CEI 64-8), il coordinamento tra rete di terra e dispositivi di protezione di massima corrente a tempo inverso o dispositivi differenziali deve rispondere alla condizione: RA x IA ≤ 50 dove: RA è la somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, in ohm; IA è la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in ampere. Quando il dispositivo di protezione è un dispositivo a corrente differenziale, IA è la corrente differenziale nominale Idn Per ragioni di selettività, si possono utilizzare dispositivi di protezione a corrente differenziale del tipo S in serie con dispositivi di protezione a corrente differenziale di tipo generale. Per ottenere selettività con i dispositivi di protezione a corrente differenziale nei circuiti di distribuzione è ammesso un tempo di interruzione non superiore a 1 s. Quando il dispositivo di protezione è un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti, esso deve essere: - un dispositivo avente una caratteristica di funzionamento a tempo inverso, ed in questo caso Ia deve essere la corrente che ne provoca il funzionamento automatico entro 5 s, oppure - un dispositivo con una caratteristica di funzionamento a scatto istantaneo ed in questo caso /a deve essere la corrente minima che ne provoca lo scatto istantaneo. Nei sistemi TT è riconosciuto l'utilizzo dei seguenti dispositivi: - dispositivi di protezione a corrente differenziale, - dispositivi di protezione contro le sovracorrenti. Sistemi IT Nei sistemi IT le parti attive devono essere isolate da terra oppure essere collegate a terra attraverso un'impedenza di valore sufficientemente elevato. Questo collegamento può essere effettuato al punto di valore neutro del sistema oppure ad un punto neutro artificiale, che può venire collegato direttamente a terra quando l'impedenza di sequenza sia sufficientemente elevata. Se non esiste alcun punto neutro, si può collegare a terra attraverso un'impedenza un conduttore di fase. Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 13 di 14 Specifiche tecniche impianti elettrici - recupero fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE ELETTRICHE CONTRO LE SOVRACORRENTI I conduttori che costituiscono gli impianti devono essere protetti contro le sovracorrenti causate da sovraccarichi o da corto circuito. La protezione contro i sovraccarichi deve essere effettuata in ottemperanza alle prescrizioni delle norme CEI 64-8. In particolare i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia superiore o almeno uguale alla corrente alla corrente d’impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in funzione della massima potenza da trasmettere in regime permanente). Gli interruttori automatici magnetotermici da installare a loro protezione devono avere sua portata nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua portata nominale (Iz) ed una corrente di funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata (Iz). In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni: Ib ≤ In ≤ Iz If ≤ 1.45 Iz La seconda delle due disuguaglianze sopra indicate è automaticamente soddisfatta nel caso di impiego di interruttori automatici conformi alle norme CEI 17-5. Gli interruttori automatici magnetotermici devono interrompere le correnti di corto circuito che possono verificarsi nell'impianto in tempi sufficientemente brevi per garantire che nel conduttore protetto non si raggiungano temperature pericolose. Essi devono avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di corto circuito trifase presunta nel punto di installazione. E' tuttavia ammesso l'impiego di un dispositivo di protezione con potere di interruzione inferiore a condizione che a monte vi sia un altro dispositivo avente il necessario potere di interruzione( protezione per filiazione). In questo caso le caratteristiche dei 2 dispositivi devono essere coordinate in modo che l'energia specifica passante I2t, lasciata passare dal dispositivo a monte, non risulti superiore a quella che può essere sopportata senza danno dal dispositivo a valle e dalle condutture previste. PROTEZIONE DELLE SCARICHE ATMOSFERICHE Il progettista preciserà nella relazione tecnica se debbono venir installati, per assicurare la protezione dalle scariche atmosferiche, impianti di qualsiasi natura e specie. In ogni caso l'impianto di protezione contro i fulmini dovrà essere realizzato secondo le prescrizioni indicate in relazione e comunque in conformità alle norme CEI 81-10. Arch. Roberto Scarsi Gruppo di progettazione Ufficio Tecnico 2 ALER BS – Responsabile: Arch. Roberto Scarsi Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Luca Rocco Scorrano - IZSLER pagina 14 di 14 Dichiarazione di conformità progetto impianti elettrici – recupero edilizio fabbricato in Via Lamarmora n.211 - Brescia Committente: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Spett.le Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna Via Bianchi, 9 25124 BRESCIA OGGETTO: DICHIARAZIONE PER IL RECUPERO EDILIZIO FABBRICATO RESIDENZIALE AD USO FORESTERIA IN BRESCIA VIA LAMARMORA n. 211 Io sottoscritto Arch. Roberto Scarsi, iscritto all'Ordine degli Architetti paesaggisti della Provincia di Brescia, n. 1137 DICHIARO che il progetto per il recupero del fabbricato in oggetto a mia firma è rispondente al DPR 547 del 27.04.55, alla Legge n° 186 del 01.03.68, alla D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008. Arch. Roberto Scarsi